RASSEGNA STAMPA 12.03.2003

 

MESSAGGERO
Provincia, Giancarli rompe col Prc

di FABIO PIANGERELLI

Il presidente ieri ha riunito tutti i capigruppo. Ha riferito sulla situazione. Formalmente il caso Rc in Provincia è aperto: «E pensare - ha aggiunto il presidente - che sulla questione del centro sociale di Morro D’Alba, sostanzialmente sono d’accordo con Brandoni. Ma rinviare il voto sul prg del paese per ripicca non è nel mio stile e nella mia cultura. La mia maggioranza deve essere coesa per adempiere a scelte nell’interesse del territorio. Quello di oggi è solo l’ultimo atto di Brandoni, purtroppo, a provocarmi disagio». Brandoni? Attraverso il fax dell’assessore ai lavori pubblici Linguiti (Rc) invia la sua dichiarazione: «Non c’è alcun nesso, come è evidente, tra le vicende del prg di Falconara e la mia assenza in commissione». Dunque? E’ evidente, continua Brandoni, che «la cancellazione delle regole prodotta dal voto non mi consentiva di condurre con l’autorevolezza necessaria i lavori della commissione odierna, tanto più che in quella seduta consiliare il sottoscritto aveva ribadito con la massima chiarezza il valore simbolico della non iscrizione della variante al prg di Morro D’Alba, come connessione virtuosa con un diffuso sentire sociale e che tra l’altro ha senz’altro contribuito a produrre fino ad oggi il positivo risultato del rinvio dello sfratto del centro sociale». Brandoni rileva «l’atteggiamento leale e di fattiva collaborazione» di Rc. Ma «nessuno si attenda un comportamento fatto di sussiegosi e timorosi consensi».

Provincia, Giancarli rompe col Prc

Brandoni non si presenta alla Commissione urbanistica da lui convocata, il presidente: «E’ fuori»

Crisi di maggioranza per i Prg di Morro d’Alba e Falconara

di FABIO PIANGERELLI

IL piano regolatore di Morro D’Alba, ridente - come di solito si dice - paesino dell’entroterra di Jesi, 1600 anime, uno dei pochi Comuni in mano al centrodestra, rischia di mandare in frantumi l’alleanza di centrosinistra che governa saldamente la Provincia. Il segretario regionale di Rifondazione comunista Giuliano Brandoni, che in Provincia è consigliere ma soprattutto presidente della commissione urbanistica, l’altro pomeriggio ha sbattuto la porta in pieno consiglio provinciale, accusando i colleghi e il presidente Giancarli di aver violato il regolamento dei lavori, approvando il prg di Morro D’Alba senza l’esame in commissione urbanistica. Il patatrac, ieri mattina. Quando Brandoni non si è presentato alla commissione, da lui convocata, riunita per licenziare un altro piano regolatore, quello di Falconara. Lo hanno atteso per due ore. Poi, tra lo sconcerto generale, hanno deciso di procedere ugualmente. Presieduta dal capogruppo Ds Fabio Badiali, la commissione ha ritoccato il tanto discusso piano di lottizzazione all’ex Enichem e ha spedito l’atto in consiglio. Il 19 marzo il prg di Falconara sarà realtà. Nonostante Brandoni. Così come l’altra sera è passato, nonostante Brandoni, il prg di Morro D’Alba. Nonostante Brandoni. Perché l’esponente di Rc si era sempre rifiutato di inserire l’analisi del prg di Morro D’Alba finché il sindaco del paese, Enrico Cerimboli, non avesse ritirato l’ordine di sgomberare il centro sociale “Libero Pensiero" per trovare posto all’ufficio postale. L’altro pomeriggio il consiglio provinciale ha deciso di votare il prg di Morro D’Alba ugualmente. Brandoni se n’è andato, accusando i suoi colleghi. E ieri mattina, dopo aver certificato il suo farfait alla riunione che doveva dare il là al prg di Falconara, Giancarli non si è trattenuto più: «E’ un segnale di allontanamento dalla maggioranza e mi aspetto un chiarimento. Le istituzioni sono una cosa seria. I cittadini chiedono trasparenza e correttezza. Come si può barattare un prg con un centro sociale? Io di fronte a certi comportamenti non ci sto».

Carletti sente odore di svolta, e va all’incontro

Fino all’ultimo era stato indeciso se partecipare o meno al tavolo di concertazione sull’area ad alto rischio

di Roberta Maccagnani

FALCONARA - Carletti ha sfogliato fino all’ultimo la margherita prima di decidere se andare al tavolo istituzionale di ieri pomeriggio. A convincerlo il terremoto in Provincia che ha visto protagonista il presidente Giancarli in rotta con Rifondazione per il forfait del presidente di commissione Brandoni (Rifondazione) proproproprio nel giorno in cui si discuteva il prg falconarese. Carletti, seccato nei giorni scorsi dai continui rinvii, ha colto un segnale di interesse per Falconara e ha deciso di andarci a quel tavolo. Accompagnato da Furio Durpetti, dirigente dell’ufficio urbanistica, e da Antonio Graziosi, vicesindaco. Per la Provincia c’erano Giancarli e l’ing. Renzi, mentre la Regione era rappresentata da Marco Amagliani, assessore all’ambiente, e dal presidente D’Ambrosio. Si è ricostituita l’immagine del 5 novembre quando tutti insieme si erano trovati al Comune di Falconara per dar vita al tavolo sull’area ad alto rischio. Alle 16 i protagonisti erano tutti lì. Da quanto trapela, il prg con alcune proposte per l’area metropolitana hanno costituito il nucleo dell’intervento del Comune. Su questi punti l’ente locale vuole costruire un percorso ragionato da compiere insieme per arrivare ad un risultato che non contrasti con le grandi scelte del prg. Soddisfatto, dal canto suo, Amagliani che giudica l’incontro “positivo". Quale l’impegno preso? “Entro il 22 Marzo Provincia e Comune dovranno fornire il loro parere sul futuro dell’Api, in vista della questione “concessione". Ma il Comune non glielo aveva già fornito a dicembre 2002? “Quella era stata un’iniziativa dell’ente locale, non richiesta. Mentre sul by pass ferroviario e il raddoppio della statale 16 abbiamo deciso di convocare un tavolo tecnico, sempre tra gli enti, che valuterà i progetti". A quando il prossimo incontro? “Aprile, dopo i parei e le conclusioni del tavolo tecnico".

Il 19 marzo toccherà al Consiglio

di GIAMPAOLO MILZI

Giuliano Brandoni ha lasciato clamorosamente vuoto il suo posto di presidente, in parecchi hanno saltato il pranzo, ma alla fine il nuovo prg di Falconara ha superato l'esame della Commissione Urbanistica della Provincia. Un voto blitz, perché i componenti della commissione, pur urtati dal forfait di Brandoni sono andati avanti lo stesso chiudendo i lavori in un’unica soluzione. La soffertissima fumata al termine della lunga mattinata di ieri in via Menicucci: e prg inviato alla seduta del Consiglio del 19. Alle regole urbanistiche che dovrebbero rilanciare la scarsa ecocompatibilità cittadina aggiunte una rilevante premessa e una compromissoria richiesta di modifica: i calcoli dei tecnici del Comune di Falconara sul futuro di “espansione" turistico-edilizia dell'area inquinata che ha come baricentro l'ex Enichem, non tornano in rapporto a una delle “filosofie" del Piano territoriale di coordinamento provinciale, quella che prevede proprio per quell'area una posizione centrale in una “fascia di continuità naturalistica" con i Comuni di Montemarciano e Chiaravalle; e quindi, per far quadrare i conti, che il Consiglio approvi sì l'espansione pro vocazione residenzial-balneare di “spiaggia dei veleni" e dintorni, ma limandola fortemente, fino al 20%. Questo il senso della proposta su cui i commissari si sono confrontati e scontrati per ore (poche battute invece, e nessuna obiezione, sul contenimento del complesso Api prescritto dal Prg) per poi approvarla alle 13.10 a maggioranza. Favorevoli Ds, Verdi, Rifondazione (rappresentata da Renzo Amagliani), Pdci; contrari Fi e An. Per l'opposizione, infatti, gli 83 ettari dell'area alle spalle del fatiscente e dismesso stabilimento andava lasciata nella originaria destinazione “agricola" indicata dal vecchio prg. Di più, bocciata dalla maggioranza (con l'appoggio di An) la richiesta del capogruppo di Fi Cesaroni: il quale, visto l'ok della commissione alle mire lottizzatorie del Comune di Falconara verso l'interno, si era battuto affinché sul lato mare (il litorale ancora contaminato da piombo, arsenico e altre scorie industriali) non spuntassero cantieri, ma solo tanto verde. Proprio, cioè, in linea coi suggerimenti del superpertito Nedo Biancani. Biancani, come anticipato dal Messaggero, i 20 ettari della “spiaggia dei veleni" li conosce bene, visto che proprio lui ha redatto la perizia dell'inchiesta giudiziaria. E in quello studio ha posto un paletto prospettivo: procedere presto col recupero ambientale, ma agendo in superficie, evitando di scavare in profondo e di rimuovere così fasce di terreno che negli anni si sono stabilizzate coi loro veleni. Questo per fermare lo status quo creato da madre natura e scongiurare disequilibri sotterranei forieri di nuove, incontrollabili dispersioni tossiche di scorie. Niente cantieri ad alto impatto per alberghi o residence, dunque: Biancani pensa a una zona verde, con prati e alberelli in riva al mare. E a costi molto più sostenibili. Già, risanamento, costi e lottizzazione. “No problem" per il primo aspetto, la commissione provinciale ha preso atto che il Prg di Falconara lo pone come “condicio sine qua non" per quasiasi percorso futuro. Ma la musica cambia per le spese di “disintossicazione ambientale" e la lottizzazione. La speculazione immobiliare auspicata da “Agricola '92" e “Rocca Mare spa" - le ditte sotto inchiesta che quello “scatolone di sabbia" l'hanno acquistato per appena un miliardo di vecchie lire - appoggiata dal Comune nel nuovo Prg e di fatto avallata ieri dalla commissione provinciale, Biancani suggerisce di orientarla all'interno, ben oltre la statale, lontano dal capannone. E invece ora, se il 19 marzo starà bene anche al Consiglio provinciale, hotel, caseggiati di villeggiatura, capanni e ombrelloni avranno il via libera definitivo. Fabio Badiali (Ds), chiamato ieri dal presidente della Giunta Giancarli a sostituire Brandoni alla guida della commissione, ha spiegato così il "compromesso": «La maggioranza ha approvato all'insegna di un calcolo costi-benefici. Se possono costruire, e più facile che i privati si impegnino concretamente per il risanamento». Un risanamento, se fatto in profondità, ancora tutto da studiare e doratissimo: ci sono da tirar fuori parecchi milioni di euro.

Le scosse di avvertimento

L’APPELLO - Il sindaco Carletti a fine febbraio si incontra col presidente della Provincia Giancarli in vista della riunione del Consiglio provinciale del 10 marzo. Scopo della visita l’urgenza, secondo Carletti, di licenziare il prg di Falconara. Carletti, nel frattempo attaccato dagli industriali che aveva punzecchiato una settimana prima, esce con un documento di maggioranza e affonda il colpo: «Prg da approvare direttamente il 10». Il presidente del Consiglio provinciale, Righi, assicura che nella conferenza dei capigruppo del 3 marzo avrebbe chiesto l’inversione dell’odg per poter far discutere subito al Consiglio il prg falconarese.

L’INTOPPO - Alla conferenza dei capigruppo emerge subito che si erano fatti i conti senza l’oste. Il presidente della commissione urbanistica provinciale, Brandoni (Rifondazione) evidenzia che lo strumento urbanistico è ancora all’esame del suo organismo. I capigruppo trovano la soluzione salomonica: Consiglio convocato in unica convocazione per il 10 ma prg di Falconara in scaletta nella eventuale prosecuzione del 17. Carletti, che l’11 ha in programma il tavolo istituzionale sull’area a rischio, fa trapelare un messaggio: potrebbe disertare l’appuntamento per protesta contro l’insensibilità verso Falconara. Brandoni convoca la commissione per l’11 e dice di voler chiudere il 12. Troppo tardii, per Carletti, che avrebbe voluto presnetarsi col prg già approvato al tavolo dell’11.

IL COLPO DI SCENA - Ieri, 11 marzo, Brandoni non si presenta alla commissione urbanistica da lui stesso convocata scatenando le proteste dei commissari che si erano impegnati ad effettuare un autentico tour del force pur di licenziare la pratica in vista del Consiglio provinciale. I lavori si svolgono ugualmente, a quel punto quasi un blitz, sotto la guida del consigliere anziano, Badiali. Ed esplode l’ira di Giancarli che rimprovera a Brandoni, che è anche capogruppo di Rc, ripetute deviazioni dalla linea del suo esecutivo. Il presidente della Provincia invia subito ai giornali una nota in cui sostiene che Rc «si allontana dalla maggioranza». Situazione che non dispiace al sindaco Carletti visto che, proprio sulla scia delle novità che provengono da Palazzo di vetro, decide all’ultimo momento di partecipare al tavolo istituzionale Comune di Falconara-Provincia-Regione sull’area ad alto rischio in programma nel pomeriggio. E a quel tavolo trova Giancarli (che mandandogli avanti il prg ha recuperato la sua fiducia), l’assessore regionale all’ambiente Amagliani(che, oltre ad essere falconarese, è anche di Rifondazione) e persino un redivivo D’Ambrosio.

Via libera ai residence all’ex Enichem ma con una limatura del 20% a monte

 Giuliano Brandoni ha lasciato teatralmente vuoto il suo posto di presidente, in parecchi hanno saltato il pranzo, ma alla fine il nuovo Prg di Falconara ha superato l'esame della Commissione Urbanistica della Provincia. Tuttavia la soffertissima fumata bianca del “conclave" dovrebbe rilanciare la scarsa ecocompatibilità cittadina, con una rilevante premessa e una compromissoria richiesta di modifica: i calcoli dei tecnici del Comune di Falconara sul futuro di “espansione" turistico-edilizia dell'area inquinata che ha come baricentro l'ex Enichem, non tornano in rapporto a una delle “filosofie" del Piano territoriale di coordinamento provinciale.

Raffinerie e impianti chimici, Regione contro Stato

La Giunta D’Ambrosio presenterà ricorso contro alla Corte Costituzionale contro la Finanziaria

di GUIDO LANDI

ANCONA - La Regione Marche presenterà un ricorso alla Corte costituzionale contro l'articolo 77 della legge Finanziaria 2003 che disciplina il rilascio delle autorizzazioni ambientali per gli impianti industriali, attribuendo il potere autorizzativo allo Stato e non alle Regioni nel caso di stabilimenti come raffinerie e impianti chimici integrati. La giunta regionale ha incaricato l'ufficio legale di predisporre gli atti necessari, per un ricorso che sarà presentato in modo analogo anche da Toscana, Emilia Romagna, Lombardia e dalla Provincia autonoma di Trento. Con la nuova Finanziaria lo Stato prevede che alcuni impianti industriali siano soggetti ad autorizzazione ambientale statale e non regionale, in particolare le raffinerie di petrolio e gas, le strutture di massificazione e liquefazione del carbone, acciaierie, impianti chimici integrati. Una norma comunitaria del '96 ha introdotto l'autorizzazione integrata ambientale, il cui rilascio ha la finalità di ridurre l'inquinamento attraverso una valutazione congiunta delle varie emissioni nell'aria, nell'acqua e nel terreno. La certificazione garantisce che i processi industriali siano rispettosi dell'ambiente. «L'autorizzazione integrata ambientale -sottolinea l'assessore regionale all'Ambiente, Marco Amagliani- sarà rilasciata con decreto del ministero dell'Ambiente, sentite le Regioni interessate. Lo Stato definisce sostanzialmente se stesso autorità competente alla certificazione, escludendo le Regioni da mansioni riconosciute da diverse normative. Accentrare funzioni che spettano ad altri enti, contraddice i principi ispiratori delle leggi Bassanini, che hanno riformato la pubblica amministrazione, puntando sullo snellimento e sulla semplificazione delle procedure». Secondo Amagliani, «solo le Regioni coinvolte direttamente dall'impatto ambientale prodotto dagli insediamenti e informate sulle conseguenti problematiche, possono dare efficace applicazione alla direttiva comunitaria, realizzando appieno gli scopi prefissati. La scelta compiuta dallo Stato sembra, all'opposto, mortificare il ruolo delle Regioni, accentrando competenze che sarebbero gestite in maniera migliore a livello locale». Anche se la Regione non vi fa esplicitamente cenno, nelle Marche il contenzioso è di vitale interesse, nel momento in cui si dibatte sul futuro della concessione della Raffineria Api, in scadenza nel 2008. L’Api non è comunque l’unica azienda marchigiana che rientra in questa casistica.

 
IL RESTO DEL CARLINO
Provincia Giancarli e Brandoni si sfidano sui Piani regolatori

ANCONA — Un «segnale di allontanamento dalla maggioranza che governa la Provincia di Ancona». Così il presidente Enzo Giancarli legge «i ripetuti atteggiamenti su problemi rilevanti» tenuti dal capogruppo del Prc Giuliano Brandoni, che è anche segretario regionale del partito e presidente della commissione provinciale urbanistica. Oggi Brandoni ha disertato la riunione della commissione convocata per l' esame definitivo sul Prg di Falconara, un nodo decisivo, e Giancarli ha messo nero su bianco, con un comunicato stampa, il suo disappunto. Polemiche sulle «improvvise dichiarazioni di Brandoni, con le quali si è posto in aperto contrasto con il suo ruolo di presidente della commissione», scrive oggi Giancarli, che si erano trascinate fino al consiglio provinciale di ieri sera. «Questa mattina — osserva Giancarli — il consigliere, senza dare alcuna comunicazione, non si è presentato ai lavori della commissione da lui stesso convocata e che avrebbe dovuto presiedere, provocando sconcerto fra gli altri commissari, che hanno ritenuto di dovermi manifestare il loro disagio». E per Brandoni, invece, non c'è alcun nesso tra le vicende del Prg di Falconara, anzi ha cercato di supplire ai ritardi «che tanto hanno ostacolato questo atto». «Regole ed efficienza — dice Brandoni — sono state i binari che, come presidente della commissione, mi sono prefisso di seguire. Nell'ultimo Consiglio, però, qualcuno ha voluto 'umiliare' la mia disobbedienza contro i gesti di prepotenza, come lo stesso presidente Giancarli, li avevi definiti, e cioè l'atteggiamento del sindaco di Morro d'Alba, nei confronti dei giovani del Centro Sociale 'Libero Pensiero'. E' evidente, perciò, che la cancellazione delle regole prodotta dal voto, non mi consentiva di condurre con l'autorevolezza necessaria i lavori della Commissione odierna».

Api, Carletti e Giancarli al bivio

di Maria Gloria Frattagli

FALCONARA — Entro il 22 marzo Provincia e Comune dovranno ufficializzare alla Regione il proprio parere sul rinnovo della concessione alla raffineria Api. Si è riunito ieri il tavolo istituzionale composto dai tre Enti previsto dall'intesa sottoscritta lo scorso novembre per gli interventi di risanamento dell'area di Falconara. Erano presenti il governatore Vito D'Ambrosio, l'assessore Marco Amagliani, il presidente della Provincia Enzo Giancarli, il sindaco Carletti e il vice sindaco Antonio Graziosi. Si è iniziata così a sciogliere quella matassa apparsa per mesi instricabile sul rinnovo o meno della concessione all'industria petrolifera. O meglio si è iniziato a delineare quel percorso fino a poco tempo fa troppo tortuoso per sperare di trovare una soluzione condivisa. A conti fatti tra dieci giorni sarà ufficializzato il sì o il no al rinnovo della concessione e anche se l'intenzione dell'amministrazione comunale è ormai scontata rimane ancora sconosciuta la volontà della Provincia. «L'amministrazione falconarese e la Provincia — ha detto l'assessore regionale Marco Amagliani — dovranno rendere nota la loro posizione sul rinnovo della concessione alla raffineria Api. Dopodiché, sulla base dei pareri, inizierà l'iter che porterà alla decisione finale della Regione nel prossimo giugno». Alla domanda sull'influenza dei due pareri rispetto a quello definitivo della Regione l'assessore Amagliani ha risposto: «Senza dubbio i pareri di Comune e Provincia, dal punto di vista politico, hanno un peso rilevante anche se poi da quello prettamente tecnico la decisione è rimessa nelle mani della Regione». Amagliani ha poi sottolineato come si sia svolto un incontro tranquillo e sereno «così come deve essere tra gli Enti». Autentica soddisfazione — fanno sapere dal municipio — esprime anche il sindaco Carletti che all'incontro ha ribadito i dettami che delineano il piano regolatore generale, la cui approvazione è stata rinviata al 19 marzo. Proposte ed elementi caratterizzanti non solo la riconversione del sito di raffineria, ma che prevedono una serie di azioni conseguenziali per il rinnovamento di tutto il territorio falconarese. Il primo cittadino è fermo nelle proprie decisioni, nelle sue aspettative: «seguire un percorso ragionato che non contraddica le scelte». Non sono stati poi di minore interesse gli altri due argomenti all'ordine del giorno dell'incontro: il by pass ferroviario e la variante alla statale 16. «Anche in questo caso — ha detto Amagliani — stabiliremo un incontro tra Regione, Provincia e Comune a cui seguirà quello con Ferrovie e Anas».

Fuoco alla Saracini, solo un mucchio di sterpaglie

FALCONARA — Una colonna di fumo che si levava sopra la città e un odore acre di bruciato hanno messo in fibrillazione ieri mattina molti falconaresi. Alcuni residenti di Fiumesino hanno immediatamente chiamato i vigili del fuoco per quel pennacchio bianco e grigio che proveniva dalla zona della caserma «Saracini». Ma i timori dei cittadini erano, per fortuna, ingiustificati. La colonna di fumo proveniente dal perimetro della caserma era solo dovuta a un fuoco di sterpaglie, acceso intenzionalmente per ripulire rami secchi ed erbacce raccolti nelle aree verdi dell'installazione militare. I vigili del fuoco di Ancona, intervenuti in seguito alle segnalazioni, si sono insomma trovati di fronte a un giardiniere che stava semplicemente facendo il suo lavoro, molto sorpreso per l'allarme suscitato da quel fumo. L'ex caserma «Saracini» è attualmente affidata alla custodia del genio militare di Pescara, che ha dato incarico a una ditta specializzata di ripulire piante e giardini, rimettendo ordine nel complesso, al cui acquisto è interessato anche il Comune di Falconara. E pure l'amministrazione, ieri mattina, è stata messa in allerta dai residenti della zona che avevano avvistato il fumo. L'assessore alla sicurezza Francesco Terranova e il comandante dei vigili urbani Romolo Cipolletti si sono a loro volta precipitati alla ex caserma per verificare che cosa stesse accadendo, richiedendo chiarimenti sui lavori in corso.

Disputa per le concessioni, ricorso alla consulta

ANCONA — La Regione Marche presenterà un ricorso alla Corte costituzionale contro l' articolo 77 della legge Finanziaria 2003 che disciplina il rilascio delle autorizzazioni ambientali per gli impianti industriali, attribuendo il potere autorizzativo allo Stato e non alle Regioni nel caso di stabilimenti come raffinerie e impianti chimici integrati. Anche se la Regione non vi fa esplicitamente cenno, nelle Marche il contenzioso è di vitale interesse, nel momento in cui si dibatte sul futuro della concessione della Raffineria Api, in scadenza nel 2008. Un ricorso analogo è annunciato comunque anche da Toscana, Emilia Romagna e Lombardia e dalla Provincia di Trento. Con la finanziaria 2003, ricorda un comunicato della giunta, lo Stato prevede che alcuni impianti industriali siano soggetti ad autorizzazione ambientale statale e non regionale. Si tratta in particolare delle raffinerie di petrolio e gas, strutture di massificazione e liquefazione del carbone, acciaierie, impianti chimici integrati. In sostanza, sostiene la Regione Marche, rientrano nella competenza statale autorizzazioni che coinvolgono la sfera regionale e provinciale. Una norma comunitaria del '96 ha introdotto l' autorizzazione integrata ambientale, per ridurre l'inquinamento attraverso una valutazione congiunta delle varie emissioni nell' aria, nell' acqua e nel terreno. La certificazione garantisce che i processi industriali siano rispettosi dell' ambiente. «L'autorizzazione integrata ambientale — ha spiegato l' assessore all' ambiente Marco Amagliani, che ha proposto il ricorso — sarà rilasciata con decreto del ministero dell' Ambiente, sentite le Regioni interessate. In questo modo, lo Stato si autodefinisce autorità competente alla certificazione, escludendo le Regioni da mansioni riconosciute da diverse normative». Secondo Amagliani, accentrare funzioni che spettano ad altri enti «contraddice i principi ispiratori delle leggi Bassanini, che hanno riformato la pubblica amministrazione, puntando sullo snellimento e sulla semplificazione delle procedure. E' evidente inoltre che solo le Regioni coinvolte direttamente dall' impatto ambientale prodotto dagli insediamenti, e puntualmente informate, possono dare efficace applicazione alla direttiva comunitaria, realizzando appieno gli scopi prefissati».

Collettori fognari, ecco il piano di Gorgovivo

FALCONARA — A tre mesi dall'inizio dell'estate si ripresenta, puntualmente, il problema dei collettori fognari che sia nella stagione più fredda che in quella più calda provocano sversamenti in mare. Gorgovivo rimette mano ai collettori e stabilisce una serie di priorità per porre rimedio a soluzioni che invetibilmente provocano l'ira degli operatori balneari e dei frequentatori delle spiagge. Interventi, dicevamo, dell'importo complessivo di 800 mila euro, di cui 380 mila verranno destinati ad interventi di prima necessità sugli sfioratori. Parte di queste opere saranno finanziate dal Comune che contribuirà con un apporto di 516 mila euro. E proprio nel programma di investimenti dell'azienda Gorgovivo che sono stati inseriti ulteriori interventi, sempre sugli sfioratori, per 300 mila euro. Questo sarà l'anno dell'attuazione del modello calibrato della rete fognaria per quello della conclusione del rilievo topografico della rete delle fognature assieme alle videoispezioni. La necessità di risolvere il problema degli sversamenti in mare di materiale di scarico è stato illustrato, nello scorso Consiglio comunale, dal capogruppo dei Verdi, Sergio Badialetti assieme al consigliere comunale Roberto Frullini che ha chiesto proprio l'attuale stato conoscitivo della rete fognaria falconarese, la consistenza numerica degli sversamenti in mare, e il parere nonché le intenzioni dell'amministrazione, in relazione al progetto dell'associazione 'Il falco azzurro' di costruzione di una sea-line per raccogliere il prodotto del troppopieno e il suo convogliamento nella zona mare. A rispondere agli interrogativi dei due esponenti, l'assessore all'ambiente Giancarlo Scortichini che ha descritto minuziosamente le relative competenze nel settore e gli interventi previsti da Gorgovivo. Risposte che non hanno soddisfatto i due consiglieri , Badialetti e Frullini che hanno al contrario chiesto che sul difficile problema delle fognature sia trovata presto una soluzione più incisiva e dagli effetti immediati sull'intero litorale. Entro breve tempo sia l'amministrazione che l'azienda Gorgovivo valuteranno l'ipotesi, più volte espressa dal Comune, di operare la separazione delle acque bianche da quelle nere.

 
 
 
 
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