Provincia, Giancarli rompe
col Prc
di FABIO PIANGERELLI
Il presidente ieri ha riunito
tutti i capigruppo. Ha riferito sulla situazione.
Formalmente il caso Rc in Provincia è aperto: «E pensare -
ha aggiunto il presidente - che sulla questione del centro
sociale di Morro D’Alba, sostanzialmente sono d’accordo con
Brandoni. Ma rinviare il voto sul prg del paese per ripicca
non è nel mio stile e nella mia cultura. La mia maggioranza
deve essere coesa per adempiere a scelte nell’interesse del
territorio. Quello di oggi è solo l’ultimo atto di Brandoni,
purtroppo, a provocarmi disagio». Brandoni? Attraverso il
fax dell’assessore ai lavori pubblici Linguiti (Rc) invia la
sua dichiarazione: «Non c’è alcun nesso, come è evidente,
tra le vicende del prg di Falconara e la mia assenza in
commissione». Dunque? E’ evidente, continua Brandoni, che
«la cancellazione delle regole prodotta dal voto non mi
consentiva di condurre con l’autorevolezza necessaria i
lavori della commissione odierna, tanto più che in quella
seduta consiliare il sottoscritto aveva ribadito con la
massima chiarezza il valore simbolico della non iscrizione
della variante al prg di Morro D’Alba, come connessione
virtuosa con un diffuso sentire sociale e che tra l’altro ha
senz’altro contribuito a produrre fino ad oggi il positivo
risultato del rinvio dello sfratto del centro sociale».
Brandoni rileva «l’atteggiamento leale e di fattiva
collaborazione» di Rc. Ma «nessuno si attenda un
comportamento fatto di sussiegosi e timorosi consensi».
Provincia, Giancarli rompe
col Prc
Brandoni non si presenta alla
Commissione urbanistica da lui convocata, il presidente: «E’
fuori»
Crisi di maggioranza per i
Prg di Morro d’Alba e Falconara
di FABIO PIANGERELLI
IL piano regolatore di Morro
D’Alba, ridente - come di solito si dice - paesino
dell’entroterra di Jesi, 1600 anime, uno dei pochi Comuni in
mano al centrodestra, rischia di mandare in frantumi
l’alleanza di centrosinistra che governa saldamente la
Provincia. Il segretario regionale di Rifondazione comunista
Giuliano Brandoni, che in Provincia è consigliere ma
soprattutto presidente della commissione urbanistica,
l’altro pomeriggio ha sbattuto la porta in pieno consiglio
provinciale, accusando i colleghi e il presidente Giancarli
di aver violato il regolamento dei lavori, approvando il prg
di Morro D’Alba senza l’esame in commissione urbanistica. Il
patatrac, ieri mattina. Quando Brandoni non si è presentato
alla commissione, da lui convocata, riunita per licenziare
un altro piano regolatore, quello di Falconara. Lo hanno
atteso per due ore. Poi, tra lo sconcerto generale, hanno
deciso di procedere ugualmente. Presieduta dal capogruppo Ds
Fabio Badiali, la commissione ha ritoccato il tanto discusso
piano di lottizzazione all’ex Enichem e ha spedito l’atto in
consiglio. Il 19 marzo il prg di Falconara sarà realtà.
Nonostante Brandoni. Così come l’altra sera è passato,
nonostante Brandoni, il prg di Morro D’Alba. Nonostante
Brandoni. Perché l’esponente di Rc si era sempre rifiutato
di inserire l’analisi del prg di Morro D’Alba finché il
sindaco del paese, Enrico Cerimboli, non avesse ritirato
l’ordine di sgomberare il centro sociale “Libero Pensiero"
per trovare posto all’ufficio postale. L’altro pomeriggio il
consiglio provinciale ha deciso di votare il prg di Morro
D’Alba ugualmente. Brandoni se n’è andato, accusando i suoi
colleghi. E ieri mattina, dopo aver certificato il suo
farfait alla riunione che doveva dare il là al prg di
Falconara, Giancarli non si è trattenuto più: «E’ un segnale
di allontanamento dalla maggioranza e mi aspetto un
chiarimento. Le istituzioni sono una cosa seria. I cittadini
chiedono trasparenza e correttezza. Come si può barattare un
prg con un centro sociale? Io di fronte a certi
comportamenti non ci sto».
Carletti sente odore di
svolta, e va all’incontro
Fino all’ultimo era stato
indeciso se partecipare o meno al tavolo di concertazione
sull’area ad alto rischio
di Roberta Maccagnani
FALCONARA - Carletti ha
sfogliato fino all’ultimo la margherita prima di decidere se
andare al tavolo istituzionale di ieri pomeriggio. A
convincerlo il terremoto in Provincia che ha visto
protagonista il presidente Giancarli in rotta con
Rifondazione per il forfait del presidente di commissione
Brandoni (Rifondazione) proproproprio nel giorno in cui si
discuteva il prg falconarese. Carletti, seccato nei giorni
scorsi dai continui rinvii, ha colto un segnale di interesse
per Falconara e ha deciso di andarci a quel tavolo.
Accompagnato da Furio Durpetti, dirigente dell’ufficio
urbanistica, e da Antonio Graziosi, vicesindaco. Per la
Provincia c’erano Giancarli e l’ing. Renzi, mentre la
Regione era rappresentata da Marco Amagliani, assessore
all’ambiente, e dal presidente D’Ambrosio. Si è ricostituita
l’immagine del 5 novembre quando tutti insieme si erano
trovati al Comune di Falconara per dar vita al tavolo
sull’area ad alto rischio. Alle 16 i protagonisti erano
tutti lì. Da quanto trapela, il prg con alcune proposte per
l’area metropolitana hanno costituito il nucleo
dell’intervento del Comune. Su questi punti l’ente locale
vuole costruire un percorso ragionato da compiere insieme
per arrivare ad un risultato che non contrasti con le grandi
scelte del prg. Soddisfatto, dal canto suo, Amagliani che
giudica l’incontro “positivo". Quale l’impegno preso? “Entro
il 22 Marzo Provincia e Comune dovranno fornire il loro
parere sul futuro dell’Api, in vista della questione
“concessione". Ma il Comune non glielo aveva già fornito a
dicembre 2002? “Quella era stata un’iniziativa dell’ente
locale, non richiesta. Mentre sul by pass ferroviario e il
raddoppio della statale 16 abbiamo deciso di convocare un
tavolo tecnico, sempre tra gli enti, che valuterà i
progetti". A quando il prossimo incontro? “Aprile, dopo i
parei e le conclusioni del tavolo tecnico".
Il 19 marzo toccherà al
Consiglio
di GIAMPAOLO MILZI
Giuliano Brandoni ha lasciato
clamorosamente vuoto il suo posto di presidente, in parecchi
hanno saltato il pranzo, ma alla fine il nuovo prg di
Falconara ha superato l'esame della Commissione Urbanistica
della Provincia. Un voto blitz, perché i componenti della
commissione, pur urtati dal forfait di Brandoni sono andati
avanti lo stesso chiudendo i lavori in un’unica soluzione.
La soffertissima fumata al termine della lunga mattinata di
ieri in via Menicucci: e prg inviato alla seduta del
Consiglio del 19. Alle regole urbanistiche che dovrebbero
rilanciare la scarsa ecocompatibilità cittadina aggiunte una
rilevante premessa e una compromissoria richiesta di
modifica: i calcoli dei tecnici del Comune di Falconara sul
futuro di “espansione" turistico-edilizia dell'area
inquinata che ha come baricentro l'ex Enichem, non tornano
in rapporto a una delle “filosofie" del Piano territoriale
di coordinamento provinciale, quella che prevede proprio per
quell'area una posizione centrale in una “fascia di
continuità naturalistica" con i Comuni di Montemarciano e
Chiaravalle; e quindi, per far quadrare i conti, che il
Consiglio approvi sì l'espansione pro vocazione
residenzial-balneare di “spiaggia dei veleni" e dintorni, ma
limandola fortemente, fino al 20%. Questo il senso della
proposta su cui i commissari si sono confrontati e scontrati
per ore (poche battute invece, e nessuna obiezione, sul
contenimento del complesso Api prescritto dal Prg) per poi
approvarla alle 13.10 a maggioranza. Favorevoli Ds, Verdi,
Rifondazione (rappresentata da Renzo Amagliani), Pdci;
contrari Fi e An. Per l'opposizione, infatti, gli 83 ettari
dell'area alle spalle del fatiscente e dismesso stabilimento
andava lasciata nella originaria destinazione “agricola"
indicata dal vecchio prg. Di più, bocciata dalla maggioranza
(con l'appoggio di An) la richiesta del capogruppo di Fi
Cesaroni: il quale, visto l'ok della commissione alle mire
lottizzatorie del Comune di Falconara verso l'interno, si
era battuto affinché sul lato mare (il litorale ancora
contaminato da piombo, arsenico e altre scorie industriali)
non spuntassero cantieri, ma solo tanto verde. Proprio,
cioè, in linea coi suggerimenti del superpertito Nedo
Biancani. Biancani, come anticipato dal Messaggero, i 20
ettari della “spiaggia dei veleni" li conosce bene, visto
che proprio lui ha redatto la perizia dell'inchiesta
giudiziaria. E in quello studio ha posto un paletto
prospettivo: procedere presto col recupero ambientale, ma
agendo in superficie, evitando di scavare in profondo e di
rimuovere così fasce di terreno che negli anni si sono
stabilizzate coi loro veleni. Questo per fermare lo status
quo creato da madre natura e scongiurare disequilibri
sotterranei forieri di nuove, incontrollabili dispersioni
tossiche di scorie. Niente cantieri ad alto impatto per
alberghi o residence, dunque: Biancani pensa a una zona
verde, con prati e alberelli in riva al mare. E a costi
molto più sostenibili. Già, risanamento, costi e
lottizzazione. “No problem" per il primo aspetto, la
commissione provinciale ha preso atto che il Prg di
Falconara lo pone come “condicio sine qua non" per quasiasi
percorso futuro. Ma la musica cambia per le spese di
“disintossicazione ambientale" e la lottizzazione. La
speculazione immobiliare auspicata da “Agricola '92" e
“Rocca Mare spa" - le ditte sotto inchiesta che quello
“scatolone di sabbia" l'hanno acquistato per appena un
miliardo di vecchie lire - appoggiata dal Comune nel nuovo
Prg e di fatto avallata ieri dalla commissione provinciale,
Biancani suggerisce di orientarla all'interno, ben oltre la
statale, lontano dal capannone. E invece ora, se il 19 marzo
starà bene anche al Consiglio provinciale, hotel, caseggiati
di villeggiatura, capanni e ombrelloni avranno il via libera
definitivo. Fabio Badiali (Ds), chiamato ieri dal presidente
della Giunta Giancarli a sostituire Brandoni alla guida
della commissione, ha spiegato così il "compromesso": «La
maggioranza ha approvato all'insegna di un calcolo
costi-benefici. Se possono costruire, e più facile che i
privati si impegnino concretamente per il risanamento». Un
risanamento, se fatto in profondità, ancora tutto da
studiare e doratissimo: ci sono da tirar fuori parecchi
milioni di euro.
Le scosse di avvertimento
L’APPELLO - Il sindaco
Carletti a fine febbraio si incontra col presidente della
Provincia Giancarli in vista della riunione del Consiglio
provinciale del 10 marzo. Scopo della visita l’urgenza,
secondo Carletti, di licenziare il prg di Falconara.
Carletti, nel frattempo attaccato dagli industriali che
aveva punzecchiato una settimana prima, esce con un
documento di maggioranza e affonda il colpo: «Prg da
approvare direttamente il 10». Il presidente del Consiglio
provinciale, Righi, assicura che nella conferenza dei
capigruppo del 3 marzo avrebbe chiesto l’inversione dell’odg
per poter far discutere subito al Consiglio il prg
falconarese.
L’INTOPPO - Alla
conferenza dei capigruppo emerge subito che si erano fatti i
conti senza l’oste. Il presidente della commissione
urbanistica provinciale, Brandoni (Rifondazione) evidenzia
che lo strumento urbanistico è ancora all’esame del suo
organismo. I capigruppo trovano la soluzione salomonica:
Consiglio convocato in unica convocazione per il 10 ma prg
di Falconara in scaletta nella eventuale prosecuzione del
17. Carletti, che l’11 ha in programma il tavolo
istituzionale sull’area a rischio, fa trapelare un
messaggio: potrebbe disertare l’appuntamento per protesta
contro l’insensibilità verso Falconara. Brandoni convoca la
commissione per l’11 e dice di voler chiudere il 12. Troppo
tardii, per Carletti, che avrebbe voluto presnetarsi col prg
già approvato al tavolo dell’11.
IL COLPO DI SCENA - Ieri, 11
marzo, Brandoni non si presenta alla commissione urbanistica
da lui stesso convocata scatenando le proteste dei
commissari che si erano impegnati ad effettuare un autentico
tour del force pur di licenziare la pratica in vista del
Consiglio provinciale. I lavori si svolgono ugualmente, a
quel punto quasi un blitz, sotto la guida del consigliere
anziano, Badiali. Ed esplode l’ira di Giancarli che
rimprovera a Brandoni, che è anche capogruppo di Rc,
ripetute deviazioni dalla linea del suo esecutivo. Il
presidente della Provincia invia subito ai giornali una nota
in cui sostiene che Rc «si allontana dalla maggioranza».
Situazione che non dispiace al sindaco Carletti visto che,
proprio sulla scia delle novità che provengono da Palazzo di
vetro, decide all’ultimo momento di partecipare al tavolo
istituzionale Comune di Falconara-Provincia-Regione
sull’area ad alto rischio in programma nel pomeriggio. E a
quel tavolo trova Giancarli (che mandandogli avanti il prg
ha recuperato la sua fiducia), l’assessore regionale
all’ambiente Amagliani(che, oltre ad essere falconarese, è
anche di Rifondazione) e persino un redivivo D’Ambrosio.
Via libera ai residence
all’ex Enichem ma con una limatura del 20% a monte
Giuliano Brandoni ha
lasciato teatralmente vuoto il suo posto di presidente, in
parecchi hanno saltato il pranzo, ma alla fine il nuovo Prg
di Falconara ha superato l'esame della Commissione
Urbanistica della Provincia. Tuttavia la soffertissima
fumata bianca del “conclave" dovrebbe rilanciare la scarsa
ecocompatibilità cittadina, con una rilevante premessa e una
compromissoria richiesta di modifica: i calcoli dei tecnici
del Comune di Falconara sul futuro di “espansione"
turistico-edilizia dell'area inquinata che ha come
baricentro l'ex Enichem, non tornano in rapporto a una delle
“filosofie" del Piano territoriale di coordinamento
provinciale.
Raffinerie e impianti
chimici, Regione contro Stato
La Giunta D’Ambrosio
presenterà ricorso contro alla Corte Costituzionale contro
la Finanziaria
di GUIDO LANDI
ANCONA - La Regione Marche
presenterà un ricorso alla Corte costituzionale contro
l'articolo 77 della legge Finanziaria 2003 che disciplina il
rilascio delle autorizzazioni ambientali per gli impianti
industriali, attribuendo il potere autorizzativo allo Stato
e non alle Regioni nel caso di stabilimenti come raffinerie
e impianti chimici integrati. La giunta regionale ha
incaricato l'ufficio legale di predisporre gli atti
necessari, per un ricorso che sarà presentato in modo
analogo anche da Toscana, Emilia Romagna, Lombardia e dalla
Provincia autonoma di Trento. Con la nuova Finanziaria lo
Stato prevede che alcuni impianti industriali siano soggetti
ad autorizzazione ambientale statale e non regionale, in
particolare le raffinerie di petrolio e gas, le strutture di
massificazione e liquefazione del carbone, acciaierie,
impianti chimici integrati. Una norma comunitaria del '96 ha
introdotto l'autorizzazione integrata ambientale, il cui
rilascio ha la finalità di ridurre l'inquinamento attraverso
una valutazione congiunta delle varie emissioni nell'aria,
nell'acqua e nel terreno. La certificazione garantisce che i
processi industriali siano rispettosi dell'ambiente.
«L'autorizzazione integrata ambientale -sottolinea
l'assessore regionale all'Ambiente, Marco Amagliani- sarà
rilasciata con decreto del ministero dell'Ambiente, sentite
le Regioni interessate. Lo Stato definisce sostanzialmente
se stesso autorità competente alla certificazione,
escludendo le Regioni da mansioni riconosciute da diverse
normative. Accentrare funzioni che spettano ad altri enti,
contraddice i principi ispiratori delle leggi Bassanini, che
hanno riformato la pubblica amministrazione, puntando sullo
snellimento e sulla semplificazione delle procedure».
Secondo Amagliani, «solo le Regioni coinvolte direttamente
dall'impatto ambientale prodotto dagli insediamenti e
informate sulle conseguenti problematiche, possono dare
efficace applicazione alla direttiva comunitaria,
realizzando appieno gli scopi prefissati. La scelta compiuta
dallo Stato sembra, all'opposto, mortificare il ruolo delle
Regioni, accentrando competenze che sarebbero gestite in
maniera migliore a livello locale». Anche se la Regione non
vi fa esplicitamente cenno, nelle Marche il contenzioso è di
vitale interesse, nel momento in cui si dibatte sul futuro
della concessione della Raffineria Api, in scadenza nel
2008. L’Api non è comunque l’unica azienda marchigiana che
rientra in questa casistica. |
Provincia
Giancarli e Brandoni si sfidano sui Piani regolatori
ANCONA — Un «segnale di
allontanamento dalla maggioranza che governa la Provincia di
Ancona». Così il presidente Enzo Giancarli legge «i ripetuti
atteggiamenti su problemi rilevanti» tenuti dal capogruppo
del Prc Giuliano Brandoni, che è anche segretario regionale
del partito e presidente della commissione provinciale
urbanistica. Oggi Brandoni ha disertato la riunione della
commissione convocata per l' esame definitivo sul Prg di
Falconara, un nodo decisivo, e Giancarli ha messo nero su
bianco, con un comunicato stampa, il suo disappunto.
Polemiche sulle «improvvise dichiarazioni di Brandoni, con
le quali si è posto in aperto contrasto con il suo ruolo di
presidente della commissione», scrive oggi Giancarli, che si
erano trascinate fino al consiglio provinciale di ieri sera.
«Questa mattina — osserva Giancarli — il consigliere, senza
dare alcuna comunicazione, non si è presentato ai lavori
della commissione da lui stesso convocata e che avrebbe
dovuto presiedere, provocando sconcerto fra gli altri
commissari, che hanno ritenuto di dovermi manifestare il
loro disagio». E per Brandoni, invece, non c'è alcun nesso
tra le vicende del Prg di Falconara, anzi ha cercato di
supplire ai ritardi «che tanto hanno ostacolato questo
atto». «Regole ed efficienza — dice Brandoni — sono state i
binari che, come presidente della commissione, mi sono
prefisso di seguire. Nell'ultimo Consiglio, però, qualcuno
ha voluto 'umiliare' la mia disobbedienza contro i gesti di
prepotenza, come lo stesso presidente Giancarli, li avevi
definiti, e cioè l'atteggiamento del sindaco di Morro
d'Alba, nei confronti dei giovani del Centro Sociale 'Libero
Pensiero'. E' evidente, perciò, che la cancellazione delle
regole prodotta dal voto, non mi consentiva di condurre con
l'autorevolezza necessaria i lavori della Commissione
odierna».
Api, Carletti e Giancarli
al bivio
di Maria Gloria Frattagli
FALCONARA — Entro il 22 marzo
Provincia e Comune dovranno ufficializzare alla Regione il
proprio parere sul rinnovo della concessione alla raffineria
Api. Si è riunito ieri il tavolo istituzionale composto dai
tre Enti previsto dall'intesa sottoscritta lo scorso
novembre per gli interventi di risanamento dell'area di
Falconara. Erano presenti il governatore Vito D'Ambrosio,
l'assessore Marco Amagliani, il presidente della Provincia
Enzo Giancarli, il sindaco Carletti e il vice sindaco
Antonio Graziosi. Si è iniziata così a sciogliere quella
matassa apparsa per mesi instricabile sul rinnovo o meno
della concessione all'industria petrolifera. O meglio si è
iniziato a delineare quel percorso fino a poco tempo fa
troppo tortuoso per sperare di trovare una soluzione
condivisa. A conti fatti tra dieci giorni sarà
ufficializzato il sì o il no al rinnovo della concessione e
anche se l'intenzione dell'amministrazione comunale è ormai
scontata rimane ancora sconosciuta la volontà della
Provincia. «L'amministrazione falconarese e la Provincia —
ha detto l'assessore regionale Marco Amagliani — dovranno
rendere nota la loro posizione sul rinnovo della concessione
alla raffineria Api. Dopodiché, sulla base dei pareri,
inizierà l'iter che porterà alla decisione finale della
Regione nel prossimo giugno». Alla domanda sull'influenza
dei due pareri rispetto a quello definitivo della Regione
l'assessore Amagliani ha risposto: «Senza dubbio i pareri di
Comune e Provincia, dal punto di vista politico, hanno un
peso rilevante anche se poi da quello prettamente tecnico la
decisione è rimessa nelle mani della Regione». Amagliani ha
poi sottolineato come si sia svolto un incontro tranquillo e
sereno «così come deve essere tra gli Enti». Autentica
soddisfazione — fanno sapere dal municipio — esprime anche
il sindaco Carletti che all'incontro ha ribadito i dettami
che delineano il piano regolatore generale, la cui
approvazione è stata rinviata al 19 marzo. Proposte ed
elementi caratterizzanti non solo la riconversione del sito
di raffineria, ma che prevedono una serie di azioni
conseguenziali per il rinnovamento di tutto il territorio
falconarese. Il primo cittadino è fermo nelle proprie
decisioni, nelle sue aspettative: «seguire un percorso
ragionato che non contraddica le scelte». Non sono stati poi
di minore interesse gli altri due argomenti all'ordine del
giorno dell'incontro: il by pass ferroviario e la variante
alla statale 16. «Anche in questo caso — ha detto Amagliani
— stabiliremo un incontro tra Regione, Provincia e Comune a
cui seguirà quello con Ferrovie e Anas».
Fuoco alla Saracini, solo
un mucchio di sterpaglie
FALCONARA — Una colonna di
fumo che si levava sopra la città e un odore acre di
bruciato hanno messo in fibrillazione ieri mattina molti
falconaresi. Alcuni residenti di Fiumesino hanno
immediatamente chiamato i vigili del fuoco per quel
pennacchio bianco e grigio che proveniva dalla zona della
caserma «Saracini». Ma i timori dei cittadini erano, per
fortuna, ingiustificati. La colonna di fumo proveniente dal
perimetro della caserma era solo dovuta a un fuoco di
sterpaglie, acceso intenzionalmente per ripulire rami secchi
ed erbacce raccolti nelle aree verdi dell'installazione
militare. I vigili del fuoco di Ancona, intervenuti in
seguito alle segnalazioni, si sono insomma trovati di fronte
a un giardiniere che stava semplicemente facendo il suo
lavoro, molto sorpreso per l'allarme suscitato da quel fumo.
L'ex caserma «Saracini» è attualmente affidata alla custodia
del genio militare di Pescara, che ha dato incarico a una
ditta specializzata di ripulire piante e giardini,
rimettendo ordine nel complesso, al cui acquisto è
interessato anche il Comune di Falconara. E pure
l'amministrazione, ieri mattina, è stata messa in allerta
dai residenti della zona che avevano avvistato il fumo.
L'assessore alla sicurezza Francesco Terranova e il
comandante dei vigili urbani Romolo Cipolletti si sono a
loro volta precipitati alla ex caserma per verificare che
cosa stesse accadendo, richiedendo chiarimenti sui lavori in
corso.
Disputa per le
concessioni, ricorso alla consulta
ANCONA — La Regione Marche
presenterà un ricorso alla Corte costituzionale contro l'
articolo 77 della legge Finanziaria 2003 che disciplina il
rilascio delle autorizzazioni ambientali per gli impianti
industriali, attribuendo il potere autorizzativo allo Stato
e non alle Regioni nel caso di stabilimenti come raffinerie
e impianti chimici integrati. Anche se la Regione non vi fa
esplicitamente cenno, nelle Marche il contenzioso è di
vitale interesse, nel momento in cui si dibatte sul futuro
della concessione della Raffineria Api, in scadenza nel
2008. Un ricorso analogo è annunciato comunque anche da
Toscana, Emilia Romagna e Lombardia e dalla Provincia di
Trento. Con la finanziaria 2003, ricorda un comunicato della
giunta, lo Stato prevede che alcuni impianti industriali
siano soggetti ad autorizzazione ambientale statale e non
regionale. Si tratta in particolare delle raffinerie di
petrolio e gas, strutture di massificazione e liquefazione
del carbone, acciaierie, impianti chimici integrati. In
sostanza, sostiene la Regione Marche, rientrano nella
competenza statale autorizzazioni che coinvolgono la sfera
regionale e provinciale. Una norma comunitaria del '96 ha
introdotto l' autorizzazione integrata ambientale, per
ridurre l'inquinamento attraverso una valutazione congiunta
delle varie emissioni nell' aria, nell' acqua e nel terreno.
La certificazione garantisce che i processi industriali
siano rispettosi dell' ambiente. «L'autorizzazione integrata
ambientale — ha spiegato l' assessore all' ambiente Marco
Amagliani, che ha proposto il ricorso — sarà rilasciata con
decreto del ministero dell' Ambiente, sentite le Regioni
interessate. In questo modo, lo Stato si autodefinisce
autorità competente alla certificazione, escludendo le
Regioni da mansioni riconosciute da diverse normative».
Secondo Amagliani, accentrare funzioni che spettano ad altri
enti «contraddice i principi ispiratori delle leggi
Bassanini, che hanno riformato la pubblica amministrazione,
puntando sullo snellimento e sulla semplificazione delle
procedure. E' evidente inoltre che solo le Regioni coinvolte
direttamente dall' impatto ambientale prodotto dagli
insediamenti, e puntualmente informate, possono dare
efficace applicazione alla direttiva comunitaria,
realizzando appieno gli scopi prefissati».
Collettori fognari, ecco
il piano di Gorgovivo
FALCONARA — A tre mesi
dall'inizio dell'estate si ripresenta, puntualmente, il
problema dei collettori fognari che sia nella stagione più
fredda che in quella più calda provocano sversamenti in
mare. Gorgovivo rimette mano ai collettori e stabilisce una
serie di priorità per porre rimedio a soluzioni che
invetibilmente provocano l'ira degli operatori balneari e
dei frequentatori delle spiagge. Interventi, dicevamo,
dell'importo complessivo di 800 mila euro, di cui 380 mila
verranno destinati ad interventi di prima necessità sugli
sfioratori. Parte di queste opere saranno finanziate dal
Comune che contribuirà con un apporto di 516 mila euro. E
proprio nel programma di investimenti dell'azienda Gorgovivo
che sono stati inseriti ulteriori interventi, sempre sugli
sfioratori, per 300 mila euro. Questo sarà l'anno
dell'attuazione del modello calibrato della rete fognaria
per quello della conclusione del rilievo topografico della
rete delle fognature assieme alle videoispezioni. La
necessità di risolvere il problema degli sversamenti in mare
di materiale di scarico è stato illustrato, nello scorso
Consiglio comunale, dal capogruppo dei Verdi, Sergio
Badialetti assieme al consigliere comunale Roberto Frullini
che ha chiesto proprio l'attuale stato conoscitivo della
rete fognaria falconarese, la consistenza numerica degli
sversamenti in mare, e il parere nonché le intenzioni
dell'amministrazione, in relazione al progetto
dell'associazione 'Il falco azzurro' di costruzione di una
sea-line per raccogliere il prodotto del troppopieno e il
suo convogliamento nella zona mare. A rispondere agli
interrogativi dei due esponenti, l'assessore all'ambiente
Giancarlo Scortichini che ha descritto minuziosamente le
relative competenze nel settore e gli interventi previsti da
Gorgovivo. Risposte che non hanno soddisfatto i due
consiglieri , Badialetti e Frullini che hanno al contrario
chiesto che sul difficile problema delle fognature sia
trovata presto una soluzione più incisiva e dagli effetti
immediati sull'intero litorale. Entro breve tempo sia
l'amministrazione che l'azienda Gorgovivo valuteranno
l'ipotesi, più volte espressa dal Comune, di operare la
separazione delle acque bianche da quelle nere.
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