«Carletti, vai all’incontro»
Il sindaco non ha sbollito la
rabbia per il rinvio del suo prg in Consiglio Provinciale.
Ma in molti gli consigliano di non mollare
Al tavolo di concertazione
sull’Api in bilico la sua presenza
di ROBERTA MACCAGNANI
FALCONARA - Carletti non ha
ancora rimosso la riserva. Non ha deciso se l’11 marzo ci
sarà al tavolo tra le parti sociali per discutere dell’Api.
Il sindaco non ha ancora digerito lo slittamento della
discussine del prg in Consiglio provinciale. Il suo prg non
potrà essere approvato prima del 17 data in cui si svolgerà
la prosecuzione del Consiglio provinciale convocato per
domani. Ma Carletti fa bene o fa male a non andare al tavolo
di concertazione sull’Api? Abbiamo girato il quesito agli
attori direttamente coinvolti, alcune forze politiche e
Assindustria. Glauco Alderisio è stato il rivale di Carletti
per il centrodestra alle passate elezioni comunali: «Non ci
deve andare - spiega - perché il tavolo non ha senso.
Venticinque metri di sottosuolo inquinato sotto la
raffineria già parlano da soli. A Falconara si dovrebbe
vietare anche la balneazione. L’Api è arrivata al top della
sua espansione, ma la città si sta spopolando e anche il
commercio va male, dove ricade allora tutto l’indotto creato
dalla raffineria? E poi mi sembra che la Regione avesse già
preso la sua posizione con la dichiarazione di area ad alto
rischio, che fa se lo rimangia adesso? Anche il sindaco di
Falconara già si è espresso, anche nel prg. E chi decide in
casa propria? Il Comune lo deve fare. Allora a che servono
le tavole rotonde? Quello che bisogna fare da subito è lo
studio del piano di riconversione e delle prospettive
future». Per Sergio Badialetti, invece, (Verdi) l’avviamento
del tavolo «è un fatto positivo. E’ importante che il
sindaco partecipi anche perché l’ha cercato lui. E poi non
si può continuare ad affrontare questa vicenda a colpi di
comunicati e lettere aperte, serve il chiarimento diretto.
Anche se l’iter del prg non è concluso non importa. Anche
perché di argomenti da affrontare ce ne sono tanti, come ad
esempio la proposta di Giancarli dell’arretramento della
ferrovia da Marotta a Passo Varano, che noi Verdi
sosteniamo. Nota dolente, però, l’assenza al tavolo
allargato alle parti sociali dei cittadini. E’ vero, sono
rappresentati dal sindaco, ma la delicatezza della questione
richiedeva un maggior equilibrio tra le parti e, quindi, la
presenza anche dei cittadini». Sulla stessa lunghezza d’onda
anche Rifondazione Comunista. Secondo il capogruppo
comunale, Massimo Marcelli Flori, «non andare a quel tavolo
sarebbe un atto di irresponsabilità. Le posizioni del Comune
e le responsabilità che ne conseguono vanno chiarite di
persona. E poi il tavolo è l’unico organo deputato a
prendere decisioni sul futuro Api, non si può non andarci».
«Ci deve andare e i contenuti vanno riferiti alla conferenza
dei capigruppo» questo per Luigi Conte, capogruppo Fi, il da
farsi. «Il sindaco deve partecipare al tavolo - dice - anche
per una forma di rispetto istituzionale che va mantenuta con
tutti i soggetti coinvolti. E d’ora in poi propongo di
convocare nelle 24 ore successive a questi incontri la
conferenza dei capigruppo, perché non è giusto essere
aggiornati solo dalla stampa». Punta sulla rapida
approvazione del prg e concorda coi malumori di Carletti,
invece, Mario Bolzonetti, (Ds), esponente dell’Area. «Far
slittare la discussione di questo strumento urbanistico -
sottolinea - è una forma di pressione sulla giunta comunale
per far pendere l’ago della bilancia da un lato. Il prg ha
un ritardo spaventoso e la cosa crea incertezze, le forze
sociali non riescono a muoversi così. Comunque, il sindaco
deve andare al tavolo istituzionale e dire chiaramente cosa
pensa sia dell’Api che del prg». Di atteggiamento ambiguo,
parla, di nuovo, Paolo Leonardi, presidente Assindustria.
«Nei rapporti istituzionali e con le categorie il primo
cittadino deve seguire una linea di maggior coerenza.
Riconosco che si trova in una posizione difficile, ma
auspichiamo un comportamento coerente ai discorsi e agli
impegni presi. Per questo non può mancare al tavolo, o di
persona o tramite un suo rappresentante che abbia la
delega».
L’IRA DI CARLETTI
L’APPELLO - Il sindaco
Carletti a fine febbraio si incontra col presidente della
Provincia Giancarli in vista della riunione del Consiglio
provinciale del 10 marzo. Scopo della visita l’urgenza,
secondo Carletti, di licenziare il prg di Falconara.
Carletti, nel frattempo attaccato dagli industriali che
aveva punzecchiato una settimana prima, esce con un
documento di maggioranza e affonda il colpo: «Prg da
approvare il 10». Il presidente del Consiglio provinciale,
Righi, assicura che nella conferenza dei capigruppo del 3
marzo avrebbe chiesto l’inversione dell’odg per poter far
discutere subito al Consiglio il prg falconarese.
L’INTOPPO - Alla conferenza
dei capigruppo emerge subito che si erano fatti i conti
senza l’oste. Il presidente della commissione urbanistica
provinciale, Brandoni, evidenzia che lo strumento
urbanistico è ancora all’esame del suo organismo. I
capigruppo trovano la soluzione salomonica: Consiglio
convocato in unica convocazione per il 10 ma prg di
Falconara in scaletta nella eventuale prosecuzione del 17
LA RABBIA - Carletti, che
l’11 ha in programma il tavolo di concertazione sull’Api, fa
trapelare un messaggio: potrebbe disertare l’appuntamento
per protesta contro l’insensibilità verso Falconara.
Brandoni convoca la commissione per l’11 e dice di voler
chiudere il 12. |