MESSAGGERO |
Prg, in Provincia tappe
forzate «Entro il 12 chiudiamo tutto»
di GIAMPAOLO MILZI
Una corsa contro il tempo?
No, solo «tanta disponibilità e voglia di lavorare con
coscienza da parte dei commissari». Giuliano Brandoni spiega
così, con diplomazia tutta istituzionale, come la
commissione urbanistica da lui presieduta in Provincia,
«dedicherà tutta la giornata dell’11 marzo all’esame del
nuovo prg di Falconara». Un esame attesissimo, soprattutto
dal sindaco Carletti, che non a caso aveva polemizzato
proprio con Brandoni sui "ritardi incomprensibili" della
commissione. Ma le polemiche sembrano finalmente aver ceduto
il passo alla costruttiva flemma britannica. Brandoni «si
augura che l’iter in commissione si esaurirà prestissimo».
Ma in realtà la sua «imprevedibili e improbabili sorprese
dell’ultim’ora a parte» può essere interpretata come una
certezza. Questo perché «al contrario di quello che avviene
usualmente lunedì prossimo i commissari lavoreranno mattina
e pomeriggio». Di più: «All’occorrenza hanno dato la loro
disponibilità a tornare in seduta il 12 marzo». Del resto i
tecnici componenti della commissione non hanno mai perso il
ritmo, si sono già riuniti due volte per analizzare i tanti
importanti aspetti tecnici e politici di un prg che affronta
lo scottante tema della futura qualità della vita di
Falconara. E soprattutto delle modalità della sua
compatibilità con i molti nodi industriali a rischio
(raffineria Api in testa) e di comunicazione (aeroporto,
scalo ferroviario-merci) del territorio. Proprio per tale
complessità la commissione non «ce l’aveva fatta» in quella
doppia seduta e aveva così costretto Antonio Righi a far
slittare il consiglio provinciale da lui presieduto al 17
marzo, rimangiandosi la promessa che con Giancarli aveva
fatto a Carletti: seduta e probabile approvazione il 10. Ma
Carletti e Giancarli continuano a dare una lettura diversa
del completamento dell’iter del prg in Provincia. Per
Carletti quell’ok peserebbe molto in Regione, dove si deve
decidere sulla richiesta di rinnovo della concessione Api.
Mentre per Giancarli la normativa che dovrebbe rendere
eco-compatibile Falconara «va valutata su un piano diverso
rispetto alla questione concessione Api».
«L’Api ha fiducia nella
Regione»
Il presidente Brachetti
Peretti: «A decidere sulla concessione è l’unico ente
deputato»
L' Api ha fiducia nella
Regione per uno sbocco positivo dell' iter del rinnovo della
concessione della Raffineria di Falconara - cui è connesso
un piano di investimenti pluriennale da 1.800 miliardi di
lire, in gran parte finanziato dalle banche - e,
soprattutto, lancia un messaggio sulla piena sicurezza dell'
impianto. Falconara deve sentirsi una città “normale pur con
un'attività industriale “ingombrante". A sostenerlo è il
presidente della società petrolifera, Aldo Brachetti Peretti.
Dopo l’intervista concessa al Messaggero ad ottobre si
tratta della seconda esternazione del “grande capo" Api nel
giro di quattro mesi. Peretti dopo aver spiegato le
difficoltà imposte dalla congiuntura nazionale e
internazionale ha guardato in prospettiva. Per il 2003 sono
previsti investimenti simili al 2002, circa 73 milioni di
euro. Ma è la programmazione a lunga gittata quella che
conta. Sul rinnovo della concessione alla Raffineria dopo il
2008, il dibattito in Regione (e al tavolo con gli altri
enti locali) è appena cominciato. Lei - è stato chiesto a
Brachetti Peretti - è ottimista? «Sono pragmatico. Valuto
fatti e risultati. Abbiamo avviato un piano pluriennale di
investimenti per oltre 1.800 miliardi di lire sulla base del
quale nel 1998 avevamo ottenuto, dall' allora ministero
dell' Industria, il rinnovo anticipato della concessione
fino al 2020. Questo rinnovo - ha rimarcato Brachetti
Peretti - non faceva altro che confermare le autorizzazioni
preventive e i relativi pareri (circa 70!), tutti positivi,
senza le quali non avremmo mai potuto effettuare questi
enormi investimenti, che hanno riscosso la fiducia delle
Banche nazionali e internazionali, Bei inclusa, che di
conseguenza ne hanno finanziato la gran parte. Rinnovo
anticipato - ha sottolineato - che fu annullato dal Tar per
motivazioni formali e non di merito; ciò in tempi successivi
al completamento dell' investimento che, nel frattempo, ha
reso la raffineria fra le più ambientalmente efficienti d'
Europa. L' attuale iter di rinnovo da noi avviato presso la
Regione Marche, percorre lo stesso cammino, tratta lo stesso
pacchetto di investimenti già realizzati, riguarda lo stesso
sito. La Regione Marche, unica titolare dell' iter
procedurale e unica responsabile delle deliberazioni
conseguenti, ha tutta la mia fiducia - ha rimarcato
Brachetti Peretti - per come si sta movendo in questo
percorso che, non mi sfugge, è carico di valenze politiche e
che, come marchigiano doc, conosco e comprendo». Quanto
all’incidente del ’99 Brachetti Peretti attende «con
serenità e fiducia» le conclusioni della magistratura e
sottolinea altresì che l’incidente si verificò «al di fuori
dell'area dove insistono gli impianti di produzione» per cui
i livelli di sicurezza «hanno poco a che vedere con l'
incidente di per sé. Tanto meno la compatibilità ambientale
complessiva della raffineria rispetto al territorio».
Brachetti Peretti ha elencato le certificazioni ottenute
dall’Api in fatto di sicurezza dalla raffineria. «Oggi - ha
rimarcato - posso affermare con assoluta tranquillità che la
raffineria di Falconara è tra le più moderne e affidabili,
grazie alla enorme mole di investimenti effettuati negli
ultimi anni, per migliorare gli standard complessivi del
sito produttivo. E penso - ha concluso - che tutto ciò sia
un contributo importante per dare alla cittadinanza la
sicurezza di vivere in una città “normale", pur ospitando
una attività industriale “ingombrante". Attività industriale
che permette continuità di investimenti e sicurezza
occupazionale, anche in momenti difficili per l' economia
mondiale e purtroppo anche marchigiana, come quelli
attuali». |
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IL RESTO DEL
CARLINO |
Investimento
sul futuro
ANCONA — L'Api ha fiducia
nella Regione Marche per uno sblocco positivo dell'iter per
il rinnovo della concessione alla raffineria di Falconara,
cui è connesso un piano di investimenti pluriennale da 1.800
miliardi di lire, in gran parte finanziato dalle banche e,
soprattutto, lancia un messaggio sulla piena sicurezza
dell'impianto. Falconara deve sentirsi una città «normale»
pur con un'attività industriale «ingombrante». Parola del
presidente della società petrolifera Aldo Brachetti Peretti.
In una lunga intervista all'Ansa, Brachetti Peretti ha
parlato dell'attività dell'Api nel 2002, e spiegato la
posizione della società sul rinnovo della concessione. Quale
è stato l'andamento della sua azienda nel 2002, in
particolare riferimento alla raffineria di Ancona? «L'Api -
ha detto il presidente - è un gruppo che opera
prevalentemente sul territorio italiano. La congiuntura
nazionale, il basso tasso di sviluppo dell'economia, le
incertezze diffuse sul mercato, si sono riflesse
sull'esercizio 2002 in modo generalizzato. La produzione e
vendita di energia, nelle sue varie forme di benzine,
gasolio e energia elettrica da fonti convenzionali e non,
pur essendo caratterizzate da una certa rigidità della
domanda, hanno risentito di quanto detto sopra. Va poi
ricordato - ha aggiunto - che le nostre fonti di
approvvigionamento sono esclusivamente internazionali e
quindi risentiamo immediatamente di tensioni sul prezzo del
grezzo, mentre non riusciamo, per motivi di competizione
interna, a scaricare per intero sul prodotto offerto, i
rincari delle materie prime. Il polo industriale di Ancona,
la raffineria in senso lato, che rappresenta una parte
importante delle nostre attività, ha inoltre risentito nel
2002 di una congiuntura internazionale assai negativa per i
margini di lavorazione. Grazie alla nostra capacità di
governare le variabili interne, al flusso continuo di
investimenti di processo e mercato, alla reattività della
nostra organizzazione - ha però riconosciuto Brachetti
Peretti - abbiamo potuto ammortizzare, seppur in misura
parziale, i fattori esterni». Quali sono le prospettive
dell'Api per il 2003, e quale il volume di investimenti
previsti? «Viste le incertezze sul breve periodo l'anno in
corso ne sarà prima sicuramente influenzato, anche se
l'attuale equilibrio delle scorte internazionali di prodotti
petroliferi sta favorendo un recupero dei margini di
raffinazione. Non sono però gli eventi di breve periodo a
modificare le nostre ipotesi di sviluppo futuro. I nostri
piani di medio-lungo periodo sono confermati e saranno
implementati alle scadenze previste, purché in un quadro di
riferimento sufficientemente certo. Alle incertezze
internazionali, alla flessione del tasso di sviluppo
dell'economia nazionale, è bene che non si sommino altri
elementi di incertezza scaturenti dal quadro locale. Questo
perché i nostri investimenti, sempre di intensità assai
rilevante di capitale, hanno tempi lunghi di ammortamento e
di rientro finanziario. La pressione dei nostri partner
internazionali è concentrata esclusivamente su questo
aspetto, alla riduzione, cioè, delle incertezze "locali",
mentre viene confermato l'appoggio alle nostre strategie di
sviluppo nel settore energetico in senso lato. Per quanto
riguarda gli investimenti nel 2002 sono stati spesi 73
milioni di euro (senza considerare le risorse dedicate dal
gruppo allo sviluppo delle energie rinnovabili) nelle
attività industriali di raffineria, nella logistica, nelle
attività commerciali e sui sempre più sofisticati sistemi
tecnologici di informazione, controllo e sicurezza. Un
impegno, per lo meno analogo, è previsto per il 2003». Sul
rinnovo della concessione alla Raffineria dopo il 2008, il
dibattito in Regione è appena cominciato. Lei è ottimista?
«Sono pragmatico. Valuto fatti e risultati. Abbiamo avviato
un piano pluriennale di investimenti per oltre 1.800
miliardi di lire sulla base del quale nel 1998 avevamo
ottenuto, dall'allora ministero dell'Industria, il rinnovo
anticipato della concessione fino al 2020. Questo rinnovo -
ha rimarcato Brachetti Peretti - non faceva altro che
confermare le autorizzazioni preventive e i relativi pareri
(circa 70!), tutti positivi, senza le quali non avremmo mai
potuto effettuare questi enormi investimenti, che hanno
riscosso la fiducia delle Banche nazionali e internazionali,
Bei inclusa, che di conseguenza ne hanno finanziato la gran
parte. Rinnovo anticipato - ha sottolineato - che fu
annullato dal Tar per motivazioni formali e non di merito;
ciò in tempi successivi al completamento dell'investimento
che, nel frattempo, ha reso la raffineria fra le più
ambientalmente efficienti d'Europa. L'attuale iter di
rinnovo da noi avviato presso la Regione Marche, percorre lo
stesso cammino, tratta lo stesso pacchetto di investimenti
già realizzati, riguarda lo stesso sito. La Regione Marche,
unica titolare dell'iter procedurale e unica responsabile
delle deliberazioni conseguenti, ha tutta la mia fiducia per
come si sta muovendo in questo percorso che, non mi sfugge,
è carico di valenze politiche e che, come marchigiano doc,
conosco e comprendo». Il rapporto della Raffineria con la
cittadinanza di Falconara non è stato facile dopo
l'incidente del 1999, in cui morirono due operai. Pensa che
l'azienda abbia fatto tutto quanto poteva per migliorare la
sicurezza dell'impianto? «E' bene precisare che l'incidente
del 1999 si verificò in una sala pompe per il trasferimento
dei prodotti finiti alla consegna, e quindi al di fuori
dell'area dove insistono gli impianti di produzione. Su
questa dolorosa vicenda che - ha soggiunto Brachetti Peretti
- resterà sempre nella mia memoria di imprenditore e di uomo
per il rispetto che porto alla vita umana, attendiamo con
serenità e fiducia totale che si esprima la magistratura
incaricata circa fatti, comportamenti, cause che condussero
all'incidente stesso. I livelli di sicurezza della
raffineria hanno poco a che vedere con l'incidente di per sè.
Tanto meno la compatibilità ambientale complessiva della
raffineria rispetto al territorio. È nostro preciso impegno,
invece, perseguire traguardi sempre più impegnativi di
sicurezza per le maestranze all'interno dello stabilimento.
Infatti per quanto riguarda la sicurezza interna e la salute
dei nostri lavoratori, abbiamo ottenuto la certificazione
Oshas 18001, unica raffineria in Italia e tra le prime in
Europa. Siamo fortemente impegnati a migliorare i livelli di
compatibilità ambientale ed ecologica del sito nel suo
complesso. Abbiamo inoltre ottenuto la certificazione Iso
14001 e stiamo ottenendo l'Emas, quanto di meglio a livello
europeo può essere riconosciuto in tema ambientale. Oggi -
ha rimarcato ancora - posso affermare con assoluta
tranquillità che la raffineria di Falconara è tra le più
moderne e affidabili, grazie alla enorme mole di
investimenti effettuati negli ultimi anni, per migliorare
gli standard complessivi del sito produttivo. E penso - ha
concluso - che tutto ciò sia un contributo importante per
dare alla cittadinanza la sicurezza di vivere in una città
"normale", pur ospitando una attività industriale ...
continua
La caserma fa gola agli
artigiani
di Maria Gloria Frattagli
FALCONARA — Riaffiorano i
progetti ideati nello spazio occupato fino a tre anni fa
dalla caserma Saracini. Emergono gli intenti di chi in
quell'area avrebbe immaginato una serie di attività per lo
sviluppo imprenditoriale della città. Tra questi anche gli
artigiani che necessitano proprio a Falconara di uno spazio
da adibire a consorzio, appunto, tra artigiani locali. Come
anticipato ieri dal Carlino, la caserma Saracini è stata
messa in vendita dal demanio. Quasi 16 miliardi di vecchie
lire per una struttura ampia che nasce nel quartiere di
Fiumesino. L'interessamento per quell'area è stato da sempre
correlato alla sua posizione strategica. Vicino al casello
di Ancona nord, a un passo dalla strada statale e
dall'aeroporto. Insomma, caratteristiche ritenute
fondamentali e allettanti per ipotizzare un insediamento
imprenditoriale. Ad interessarsi della questione, come
rappresentante della cittadinanza, è il consigliere comunale
dello Sdi Romeo Maiolini che chiede all'amministrazione di
conoscere gli intenti su quell'area: «se esite ancora
l'interesse pubblico ad acquisire il bene oppure quali
iniziative intende intraprendere il Comune per favorire un
effettivo utilizzo pubblico dell'immobile» impedendo così il
degrado dell'area, già abbandonata da diverso tempo. «Chiedo
qual è l'interesse dell'amministrazione comunale per quell'area
— dice Romeo Maiolini — considerato che il piano regolatore
generale, in corso di approvazione in Provincia, prevede
come destinazione d'uso del complesso immobiliare quella di
servizi collettivi a carattere sociale». Ed è sempre più
probabile che le Ferrovie si facciano avanti per avanzare
una offerta, magari in compartecipazione con altri Enti o
consorzi. Quel tratto, poi, dovrebbe essere attraversato dal
by pass ferroviario che permetterebbe di allontanare una
parte della linea di transito ferroviario dall'interno della
raffineria Api.
In Consiglio torna il
problema del sottopasso di Villanova
FALCONARA — Viene riproposto,
in Consiglio Comunale, il problema del sottopasso di
Villanova. A chiedere spiegazioni sulla precaria situazione
del quartiere è il consigliere dello Sdi, Romeo Maiolini.
«La situazione — dice l'esponente dello Sdi — provoca
disagio a pedoni e automobilisti che lo percorrono e, in
certi casi, mettendo a rischio l'incolumità delle persone.
Per questo — aggiunge — chiedo che vengano adottati
provvedimenti urgenti per riparare le infiltrazioni d'acqua
dalle pareti laterali e la sostituzione delle lampade non
funzionanti oltre al potenziamento dell'illuminazione. E'
poi necessario sottolineare — conclude — che nella
carreggiata Ancona-Senigallia all'altezza del marciapiede il
manto stradale presenta un avvallamento che in caso di
pioggia impedisce ai pedoni il transito se non a rischio di
spruzzi d'acqua dalle auto».
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CORRIERE ADRIATICO |
Investimento sul futuro
Brachetti
Peretti sui rapporti tra la raffineria Api e le Marche
ANCONA -
L'Api ha fiducia nella Regione Marche per uno sblocco
positivo dell’iter per il rinnovo della concessione alla
raffineria di Falconara, cui è connesso un piano di
investimenti pluriennale da 1.800 miliardi di lire, in gran
parte finanziato dalle banche e, soprattutto, lancia un
messaggio sulla piena sicurezza dell'impianto. Falconara
deve sentirsi una città «normale» pur con un'attività
industriale «ingombrante». Parola del presidente della
società petrolifera Aldo Brachetti Peretti. In una lunga
intervista all'Ansa, Brachetti Peretti ha parlato
dell'attività dell'Api nel 2002, e spiegato la posizione
della società sul rinnovo della concessione.
Quale è
stato l'andamento della sua azienda nel 2002, in particolare
riferimento alla raffineria di Ancona?
«L'Api - ha
detto il presidente - è un gruppo che opera prevalentemente
sul territorio italiano. La congiuntura nazionale, il basso
tasso di sviluppo dell'economia, le incertezze diffuse sul
mercato, si sono riflesse sull'esercizio 2002 in modo
generalizzato. La produzione e vendita di energia, nelle sue
varie forme di benzine, gasolio e energia elettrica da fonti
convenzionali e non, pur essendo caratterizzate da una certa
rigidità della domanda, hanno risentito di quanto detto
sopra. Va poi ricordato - ha aggiunto che le nostre fonti di
approvvigionamento sono esclusivamente internazionali e
quindi risentiamo immediatamente di tensioni sul prezzo del
grezzo, mentre non riusciamo, per motivi di competizione
interna, a scaricare per intero sul prodotto offerto, i
rincari delle materie prime. Il polo industriale di Ancona,
la raffineria in senso lato, che rappresenta una parte
importante delle nostre attività, ha inoltre risentito nel
2002 di una congiuntura in-ternazionale assai negativa per i
margini di lavorazione. Grazie alla nostra capacità di
governare le variabili interne, al flusso continuo di
investimenti di processo e mercato, alla reattività della
nostra organizzazione – ha però riconosciuto Brachetti
Peretti - abbiamo potuto ammortizzare, seppur in misura
parziale, i fattori esterni».
Quali sono
le prospettive dell'Api per il 2003, e quale il volume di
investimenti previsti?
«Viste le
incertezze sul breve periodo l'anno in corso ne sarà prima
sicuramente influenzato, anche se l'attuale equilibrio delle
scorte internazionali di prodotti petroliferi sta favorendo
un recupero dei margini di raffinazione. Non sono però gli
eventi di breve periodo a modificare le nostre ipotesi di
sviluppo futuro. I nostri piani di medio-lungo periodo sono
confermati e saranno implementati alle scadenze previste,
purché in un quadro di riferimento sufficientemente certo.
Alle incertezze internazionali, alla flessione dei tasso di
sviluppo dell'economia nazionale, è bene che non si sommino
altri elementi di incertezza scaturenti dal quadro locale.
Questo perché i nostri investimenti, sempre di intensità
assai rilevante di capitale, hanno tempi lunghi di
ammortamento e di rientro finanziario. La pressione dei
nostri partner internazionali è concentrata esclusivamente
su questo aspetto, alla riduzione, cioè, delle incertezze
“locali”, mentre viene confermato l'appoggio alle nostre
strategie di sviluppo nel settore energetico in senso lato.
Per quanto riguarda gli investimenti nel, 2002 sono stati
spesi 73 milioni di euro-(senza considerare le risorse
dedicate dal gruppo allo sviluppo delle energie rinnovabili)
nelle attività industriali di raffineria, nella logistica,
nelle attività commerciali e sui sempre più sofisticati
sistemi tecnologici di informazione, controllo e sicurezza.
Un impegno, per lo meno analogo, è previsto per il 2003».
Sul rinnovo
della concessione alla Raffineria dopo il 2008, il dibattito
in Regione è appena cominciato. Lei è ottimista?
«Sono
pragmatico. Valuto fatti e risultati. Abbiamo avviato un
piano pluriennale di investimenti per oltre 1.800 miliardi
di lire sulla base dei quale nel 1998 avevamo ottenuto,
dall'allora ministero dell'Industria, il rinnovo anticipato
della concessione fino al 2020. Questo rinnovo - ha
rimarcato Brachetti Peretti - non faceva altro che
confermare le autorizzazioni preventive e i relativi pareri
(circa 70!), tutti positivi, senza le quali non avremmo mai
potuto effettuare questi enormi investimenti, che hanno
riscosso la fiducia delle Banche nazionali e internazionali,
Bei inclusa, che di conseguenza ne hanno finanziato la gran
parte. Rinnovo anticipato - ha sottolineato - che fu
annullato dal Tar per motivazioni formali e non di merito;
ciò in tempi successivi al completamento dell'investimento
che, nel frattempo, ha reso la raffineria fra le più
ambientalmente efficienti d'Europa. L'attuale iter di
rinnovo da noi avviato presso la Regione Marche, percorre lo
stesso cammino, tratta lo stesso pacchetto di investimenti
già realizzati, riguarda lo stesso sito. La Regione Marche,
unica titolare dell'iter procedurale e unica responsabile
delle deliberazioni conseguenti, ha tutta la mia fiducia per
come si sta muovendo in questo percorso che, non mi sfugge,
è carico di valenze politiche e che, come marchigiano doc,
conosco e comprendo;».
Il rapporto
della Raffineria con la cittadinanza di Falconara non è
stato facile dopo l'incidente del 1999, in cui morirono due
operai. Pensa che l'azienda abbia fatto tutto quanto poteva
per migliorare la sicurezza dell'impianto?
«E' bene
precisare che l'incidente del 1999 si verificò in una sala
pompe per il trasferimento dei prodotti finiti alla
consegna, e quindi al di fuori dell'area dove insistono gli
impianti di produzione. Su questa dolorosa vicenda che - ha
soggiunto Brachetti Peretti - resterà sempre nella mia
memoria di imprenditore e di uomo per il rispetto che porto
alla vita umana, attendiamo con serenità e fiducia totale
che si esprima la magistratura incaricata circa fatti,
comportamenti, cause che condussero all'incidente stesso. I
livelli di sicurezza della raffineria hanno poco a che
vedere con l'incidente di per sè. Tanto meno la
compatibilità ambientale complessiva della raffineria
rispetto al territorio. E’ nostro preciso impegno, invece,
perseguire traguardi sempre più impegnativi di sicurezza per
le maestranze all'interno dello stabilimento. Infatti per
quanto riguarda la sicurezza interna e la salute dei nostri
lavoratori, abbiamo ottenuto la certificazione Oshas 18001,
unica raffineria in Italia e tra le prime in Europa. Siamo
fortemente impegnati a migliorare i livelli di compatibilità
ambientale ed ecologica del sito nel suo complesso. Abbiamo
inoltre ottenuto la certificazione Iso 14001 e stiamo
ottenendo l'Emas, quanto di meglio a livello europeo può
essere riconosciuto in tema ambientale. Oggi ha rimarcato
ancora - posso affermare con assoluta tranquillità che la
raffineria di Falconara è tra le più moderne e affidabili,
grazie alla enorme mole di investimenti effettuati negli
ultimi anni, per migliorare gli standard complessivi del
sito produttivo. E penso - ha concluso - che tutto ciò sia
un contributo importante per dare alla cittadinanza la
sicurezza di vivere in una città “normale” pur ospitando una
attività industriale “ingombrante”. Attività industriale che
permette continuità di investimenti e sicurezza
occupazionale, anche in momenti difficili per l'economia
mondiale e purtroppo anche marchigiana, come quelli
attuali”. |
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