RASSEGNA STAMPA 08.03.2003

 

MESSAGGERO
Prg, in Provincia tappe forzate «Entro il 12 chiudiamo tutto»

di GIAMPAOLO MILZI

Una corsa contro il tempo? No, solo «tanta disponibilità e voglia di lavorare con coscienza da parte dei commissari». Giuliano Brandoni spiega così, con diplomazia tutta istituzionale, come la commissione urbanistica da lui presieduta in Provincia, «dedicherà tutta la giornata dell’11 marzo all’esame del nuovo prg di Falconara». Un esame attesissimo, soprattutto dal sindaco Carletti, che non a caso aveva polemizzato proprio con Brandoni sui "ritardi incomprensibili" della commissione. Ma le polemiche sembrano finalmente aver ceduto il passo alla costruttiva flemma britannica. Brandoni «si augura che l’iter in commissione si esaurirà prestissimo». Ma in realtà la sua «imprevedibili e improbabili sorprese dell’ultim’ora a parte» può essere interpretata come una certezza. Questo perché «al contrario di quello che avviene usualmente lunedì prossimo i commissari lavoreranno mattina e pomeriggio». Di più: «All’occorrenza hanno dato la loro disponibilità a tornare in seduta il 12 marzo». Del resto i tecnici componenti della commissione non hanno mai perso il ritmo, si sono già riuniti due volte per analizzare i tanti importanti aspetti tecnici e politici di un prg che affronta lo scottante tema della futura qualità della vita di Falconara. E soprattutto delle modalità della sua compatibilità con i molti nodi industriali a rischio (raffineria Api in testa) e di comunicazione (aeroporto, scalo ferroviario-merci) del territorio. Proprio per tale complessità la commissione non «ce l’aveva fatta» in quella doppia seduta e aveva così costretto Antonio Righi a far slittare il consiglio provinciale da lui presieduto al 17 marzo, rimangiandosi la promessa che con Giancarli aveva fatto a Carletti: seduta e probabile approvazione il 10. Ma Carletti e Giancarli continuano a dare una lettura diversa del completamento dell’iter del prg in Provincia. Per Carletti quell’ok peserebbe molto in Regione, dove si deve decidere sulla richiesta di rinnovo della concessione Api. Mentre per Giancarli la normativa che dovrebbe rendere eco-compatibile Falconara «va valutata su un piano diverso rispetto alla questione concessione Api».

«L’Api ha fiducia nella Regione»

Il presidente Brachetti Peretti: «A decidere sulla concessione è l’unico ente deputato»

L' Api ha fiducia nella Regione per uno sbocco positivo dell' iter del rinnovo della concessione della Raffineria di Falconara - cui è connesso un piano di investimenti pluriennale da 1.800 miliardi di lire, in gran parte finanziato dalle banche - e, soprattutto, lancia un messaggio sulla piena sicurezza dell' impianto. Falconara deve sentirsi una città “normale pur con un'attività industriale “ingombrante". A sostenerlo è il presidente della società petrolifera, Aldo Brachetti Peretti. Dopo l’intervista concessa al Messaggero ad ottobre si tratta della seconda esternazione del “grande capo" Api nel giro di quattro mesi. Peretti dopo aver spiegato le difficoltà imposte dalla congiuntura nazionale e internazionale ha guardato in prospettiva. Per il 2003 sono previsti investimenti simili al 2002, circa 73 milioni di euro. Ma è la programmazione a lunga gittata quella che conta. Sul rinnovo della concessione alla Raffineria dopo il 2008, il dibattito in Regione (e al tavolo con gli altri enti locali) è appena cominciato. Lei - è stato chiesto a Brachetti Peretti - è ottimista? «Sono pragmatico. Valuto fatti e risultati. Abbiamo avviato un piano pluriennale di investimenti per oltre 1.800 miliardi di lire sulla base del quale nel 1998 avevamo ottenuto, dall' allora ministero dell' Industria, il rinnovo anticipato della concessione fino al 2020. Questo rinnovo - ha rimarcato Brachetti Peretti - non faceva altro che confermare le autorizzazioni preventive e i relativi pareri (circa 70!), tutti positivi, senza le quali non avremmo mai potuto effettuare questi enormi investimenti, che hanno riscosso la fiducia delle Banche nazionali e internazionali, Bei inclusa, che di conseguenza ne hanno finanziato la gran parte. Rinnovo anticipato - ha sottolineato - che fu annullato dal Tar per motivazioni formali e non di merito; ciò in tempi successivi al completamento dell' investimento che, nel frattempo, ha reso la raffineria fra le più ambientalmente efficienti d' Europa. L' attuale iter di rinnovo da noi avviato presso la Regione Marche, percorre lo stesso cammino, tratta lo stesso pacchetto di investimenti già realizzati, riguarda lo stesso sito. La Regione Marche, unica titolare dell' iter procedurale e unica responsabile delle deliberazioni conseguenti, ha tutta la mia fiducia - ha rimarcato Brachetti Peretti - per come si sta movendo in questo percorso che, non mi sfugge, è carico di valenze politiche e che, come marchigiano doc, conosco e comprendo». Quanto all’incidente del ’99 Brachetti Peretti attende «con serenità e fiducia» le conclusioni della magistratura e sottolinea altresì che l’incidente si verificò «al di fuori dell'area dove insistono gli impianti di produzione» per cui i livelli di sicurezza «hanno poco a che vedere con l' incidente di per sé. Tanto meno la compatibilità ambientale complessiva della raffineria rispetto al territorio». Brachetti Peretti ha elencato le certificazioni ottenute dall’Api in fatto di sicurezza dalla raffineria. «Oggi - ha rimarcato - posso affermare con assoluta tranquillità che la raffineria di Falconara è tra le più moderne e affidabili, grazie alla enorme mole di investimenti effettuati negli ultimi anni, per migliorare gli standard complessivi del sito produttivo. E penso - ha concluso - che tutto ciò sia un contributo importante per dare alla cittadinanza la sicurezza di vivere in una città “normale", pur ospitando una attività industriale “ingombrante". Attività industriale che permette continuità di investimenti e sicurezza occupazionale, anche in momenti difficili per l' economia mondiale e purtroppo anche marchigiana, come quelli attuali».

 
IL RESTO DEL CARLINO
Investimento sul futuro

ANCONA — L'Api ha fiducia nella Regione Marche per uno sblocco positivo dell'iter per il rinnovo della concessione alla raffineria di Falconara, cui è connesso un piano di investimenti pluriennale da 1.800 miliardi di lire, in gran parte finanziato dalle banche e, soprattutto, lancia un messaggio sulla piena sicurezza dell'impianto. Falconara deve sentirsi una città «normale» pur con un'attività industriale «ingombrante». Parola del presidente della società petrolifera Aldo Brachetti Peretti. In una lunga intervista all'Ansa, Brachetti Peretti ha parlato dell'attività dell'Api nel 2002, e spiegato la posizione della società sul rinnovo della concessione. Quale è stato l'andamento della sua azienda nel 2002, in particolare riferimento alla raffineria di Ancona? «L'Api - ha detto il presidente - è un gruppo che opera prevalentemente sul territorio italiano. La congiuntura nazionale, il basso tasso di sviluppo dell'economia, le incertezze diffuse sul mercato, si sono riflesse sull'esercizio 2002 in modo generalizzato. La produzione e vendita di energia, nelle sue varie forme di benzine, gasolio e energia elettrica da fonti convenzionali e non, pur essendo caratterizzate da una certa rigidità della domanda, hanno risentito di quanto detto sopra. Va poi ricordato - ha aggiunto - che le nostre fonti di approvvigionamento sono esclusivamente internazionali e quindi risentiamo immediatamente di tensioni sul prezzo del grezzo, mentre non riusciamo, per motivi di competizione interna, a scaricare per intero sul prodotto offerto, i rincari delle materie prime. Il polo industriale di Ancona, la raffineria in senso lato, che rappresenta una parte importante delle nostre attività, ha inoltre risentito nel 2002 di una congiuntura internazionale assai negativa per i margini di lavorazione. Grazie alla nostra capacità di governare le variabili interne, al flusso continuo di investimenti di processo e mercato, alla reattività della nostra organizzazione - ha però riconosciuto Brachetti Peretti - abbiamo potuto ammortizzare, seppur in misura parziale, i fattori esterni». Quali sono le prospettive dell'Api per il 2003, e quale il volume di investimenti previsti? «Viste le incertezze sul breve periodo l'anno in corso ne sarà prima sicuramente influenzato, anche se l'attuale equilibrio delle scorte internazionali di prodotti petroliferi sta favorendo un recupero dei margini di raffinazione. Non sono però gli eventi di breve periodo a modificare le nostre ipotesi di sviluppo futuro. I nostri piani di medio-lungo periodo sono confermati e saranno implementati alle scadenze previste, purché in un quadro di riferimento sufficientemente certo. Alle incertezze internazionali, alla flessione del tasso di sviluppo dell'economia nazionale, è bene che non si sommino altri elementi di incertezza scaturenti dal quadro locale. Questo perché i nostri investimenti, sempre di intensità assai rilevante di capitale, hanno tempi lunghi di ammortamento e di rientro finanziario. La pressione dei nostri partner internazionali è concentrata esclusivamente su questo aspetto, alla riduzione, cioè, delle incertezze "locali", mentre viene confermato l'appoggio alle nostre strategie di sviluppo nel settore energetico in senso lato. Per quanto riguarda gli investimenti nel 2002 sono stati spesi 73 milioni di euro (senza considerare le risorse dedicate dal gruppo allo sviluppo delle energie rinnovabili) nelle attività industriali di raffineria, nella logistica, nelle attività commerciali e sui sempre più sofisticati sistemi tecnologici di informazione, controllo e sicurezza. Un impegno, per lo meno analogo, è previsto per il 2003». Sul rinnovo della concessione alla Raffineria dopo il 2008, il dibattito in Regione è appena cominciato. Lei è ottimista? «Sono pragmatico. Valuto fatti e risultati. Abbiamo avviato un piano pluriennale di investimenti per oltre 1.800 miliardi di lire sulla base del quale nel 1998 avevamo ottenuto, dall'allora ministero dell'Industria, il rinnovo anticipato della concessione fino al 2020. Questo rinnovo - ha rimarcato Brachetti Peretti - non faceva altro che confermare le autorizzazioni preventive e i relativi pareri (circa 70!), tutti positivi, senza le quali non avremmo mai potuto effettuare questi enormi investimenti, che hanno riscosso la fiducia delle Banche nazionali e internazionali, Bei inclusa, che di conseguenza ne hanno finanziato la gran parte. Rinnovo anticipato - ha sottolineato - che fu annullato dal Tar per motivazioni formali e non di merito; ciò in tempi successivi al completamento dell'investimento che, nel frattempo, ha reso la raffineria fra le più ambientalmente efficienti d'Europa. L'attuale iter di rinnovo da noi avviato presso la Regione Marche, percorre lo stesso cammino, tratta lo stesso pacchetto di investimenti già realizzati, riguarda lo stesso sito. La Regione Marche, unica titolare dell'iter procedurale e unica responsabile delle deliberazioni conseguenti, ha tutta la mia fiducia per come si sta muovendo in questo percorso che, non mi sfugge, è carico di valenze politiche e che, come marchigiano doc, conosco e comprendo». Il rapporto della Raffineria con la cittadinanza di Falconara non è stato facile dopo l'incidente del 1999, in cui morirono due operai. Pensa che l'azienda abbia fatto tutto quanto poteva per migliorare la sicurezza dell'impianto? «E' bene precisare che l'incidente del 1999 si verificò in una sala pompe per il trasferimento dei prodotti finiti alla consegna, e quindi al di fuori dell'area dove insistono gli impianti di produzione. Su questa dolorosa vicenda che - ha soggiunto Brachetti Peretti - resterà sempre nella mia memoria di imprenditore e di uomo per il rispetto che porto alla vita umana, attendiamo con serenità e fiducia totale che si esprima la magistratura incaricata circa fatti, comportamenti, cause che condussero all'incidente stesso. I livelli di sicurezza della raffineria hanno poco a che vedere con l'incidente di per sè. Tanto meno la compatibilità ambientale complessiva della raffineria rispetto al territorio. È nostro preciso impegno, invece, perseguire traguardi sempre più impegnativi di sicurezza per le maestranze all'interno dello stabilimento. Infatti per quanto riguarda la sicurezza interna e la salute dei nostri lavoratori, abbiamo ottenuto la certificazione Oshas 18001, unica raffineria in Italia e tra le prime in Europa. Siamo fortemente impegnati a migliorare i livelli di compatibilità ambientale ed ecologica del sito nel suo complesso. Abbiamo inoltre ottenuto la certificazione Iso 14001 e stiamo ottenendo l'Emas, quanto di meglio a livello europeo può essere riconosciuto in tema ambientale. Oggi - ha rimarcato ancora - posso affermare con assoluta tranquillità che la raffineria di Falconara è tra le più moderne e affidabili, grazie alla enorme mole di investimenti effettuati negli ultimi anni, per migliorare gli standard complessivi del sito produttivo. E penso - ha concluso - che tutto ciò sia un contributo importante per dare alla cittadinanza la sicurezza di vivere in una città "normale", pur ospitando una attività industriale ... continua

La caserma fa gola agli artigiani

di Maria Gloria Frattagli

FALCONARA — Riaffiorano i progetti ideati nello spazio occupato fino a tre anni fa dalla caserma Saracini. Emergono gli intenti di chi in quell'area avrebbe immaginato una serie di attività per lo sviluppo imprenditoriale della città. Tra questi anche gli artigiani che necessitano proprio a Falconara di uno spazio da adibire a consorzio, appunto, tra artigiani locali. Come anticipato ieri dal Carlino, la caserma Saracini è stata messa in vendita dal demanio. Quasi 16 miliardi di vecchie lire per una struttura ampia che nasce nel quartiere di Fiumesino. L'interessamento per quell'area è stato da sempre correlato alla sua posizione strategica. Vicino al casello di Ancona nord, a un passo dalla strada statale e dall'aeroporto. Insomma, caratteristiche ritenute fondamentali e allettanti per ipotizzare un insediamento imprenditoriale. Ad interessarsi della questione, come rappresentante della cittadinanza, è il consigliere comunale dello Sdi Romeo Maiolini che chiede all'amministrazione di conoscere gli intenti su quell'area: «se esite ancora l'interesse pubblico ad acquisire il bene oppure quali iniziative intende intraprendere il Comune per favorire un effettivo utilizzo pubblico dell'immobile» impedendo così il degrado dell'area, già abbandonata da diverso tempo. «Chiedo qual è l'interesse dell'amministrazione comunale per quell'area — dice Romeo Maiolini — considerato che il piano regolatore generale, in corso di approvazione in Provincia, prevede come destinazione d'uso del complesso immobiliare quella di servizi collettivi a carattere sociale». Ed è sempre più probabile che le Ferrovie si facciano avanti per avanzare una offerta, magari in compartecipazione con altri Enti o consorzi. Quel tratto, poi, dovrebbe essere attraversato dal by pass ferroviario che permetterebbe di allontanare una parte della linea di transito ferroviario dall'interno della raffineria Api.

In Consiglio torna il problema del sottopasso di Villanova

FALCONARA — Viene riproposto, in Consiglio Comunale, il problema del sottopasso di Villanova. A chiedere spiegazioni sulla precaria situazione del quartiere è il consigliere dello Sdi, Romeo Maiolini. «La situazione — dice l'esponente dello Sdi — provoca disagio a pedoni e automobilisti che lo percorrono e, in certi casi, mettendo a rischio l'incolumità delle persone. Per questo — aggiunge — chiedo che vengano adottati provvedimenti urgenti per riparare le infiltrazioni d'acqua dalle pareti laterali e la sostituzione delle lampade non funzionanti oltre al potenziamento dell'illuminazione. E' poi necessario sottolineare — conclude — che nella carreggiata Ancona-Senigallia all'altezza del marciapiede il manto stradale presenta un avvallamento che in caso di pioggia impedisce ai pedoni il transito se non a rischio di spruzzi d'acqua dalle auto».

 
CORRIERE ADRIATICO

Investimento sul futuro

Brachetti Peretti sui rapporti tra la raffineria Api e le Marche

ANCONA - L'Api ha fiducia nella Regione Marche per uno sblocco positivo dell’iter per il rinnovo della concessione alla raffineria di Falconara, cui è connesso un piano di investimenti pluriennale da 1.800 miliardi di lire, in gran parte finanziato dalle banche e, soprattutto, lancia un messaggio sulla piena sicurezza dell'impianto. Falconara deve sentirsi una città «normale» pur con un'attività industriale «ingombrante». Parola del presidente della società petrolifera Aldo Brachetti Peretti. In una lunga intervista all'Ansa, Brachetti Peretti ha parlato dell'attività dell'Api nel 2002, e spiegato la posizione della società sul rinnovo della concessione.

Quale è stato l'andamento della sua azienda nel 2002, in particolare riferimento alla raffineria di Ancona?

«L'Api - ha detto il presidente - è un gruppo che opera prevalentemente sul territorio italiano. La congiuntura nazionale, il basso tasso di sviluppo dell'economia, le incertezze diffuse sul mercato, si sono riflesse sull'esercizio 2002 in modo generalizzato. La produzione e vendita di energia, nelle sue varie forme di benzine, gasolio e energia elettrica da fonti convenzionali e non, pur essendo caratterizzate da una certa rigidità della domanda, hanno risentito di quanto detto sopra. Va poi ricordato - ha aggiunto che le nostre fonti di approvvigionamento sono esclusivamente internazionali e quindi risentiamo immediatamente di tensioni sul prezzo del grezzo, mentre non riusciamo, per motivi di competizione interna, a scaricare per intero sul prodotto offerto, i rincari delle materie prime. Il polo industriale di Ancona, la raffineria in senso lato,  che rappresenta una parte importante delle nostre attività, ha inoltre risentito nel 2002 di una congiuntura in-ternazionale assai negativa per i margini di lavorazione. Grazie alla nostra capacità di governare le variabili interne, al flusso continuo di investimenti di processo e mercato, alla reattività della nostra organizzazione – ha però riconosciuto Brachetti Peretti - abbiamo potuto ammortizzare, seppur in misura parziale, i fattori esterni».

Quali sono le prospettive dell'Api per il 2003, e quale il volume di investimenti previsti?

«Viste le incertezze sul breve periodo l'anno in corso ne sarà prima sicuramente influenzato, anche se l'attuale equilibrio delle scorte internazionali di prodotti petroliferi sta favorendo un recupero dei margini di raffinazione. Non sono però gli eventi di breve periodo a modificare le nostre ipotesi di sviluppo futuro. I nostri piani di medio-lungo periodo sono confermati e saranno implementati alle scadenze previste, purché in un quadro di riferimento sufficientemente certo. Alle incertezze internazionali, alla flessione dei tasso di sviluppo dell'economia nazionale, è bene che non si sommino altri elementi di incertezza scaturenti dal quadro locale. Questo perché i nostri investimenti, sempre di intensità assai rilevante di capitale, hanno tempi lunghi di ammortamento e di rientro finanziario. La pressione dei nostri partner internazionali è concentrata esclusivamente su questo aspetto, alla riduzione, cioè, delle incertezze “locali”, mentre viene confermato l'appoggio alle nostre strategie di sviluppo nel settore energetico in senso lato. Per quanto riguarda gli investimenti nel, 2002 sono stati spesi 73 milioni di euro-(senza considerare le risorse dedicate dal gruppo allo sviluppo delle energie rinnovabili) nelle attività industriali di raffineria, nella logistica, nelle attività commerciali e sui sempre più sofisticati sistemi tecnologici di informazione, controllo e sicurezza. Un impegno, per lo meno analogo, è previsto per il 2003».

Sul rinnovo della concessione alla Raffineria dopo il 2008, il dibattito in Regione è appena cominciato. Lei è ottimista?

«Sono pragmatico. Valuto fatti e risultati. Abbiamo avviato un piano pluriennale di investimenti per oltre 1.800 miliardi di lire sulla base dei quale nel 1998 avevamo ottenuto, dall'allora ministero dell'Industria, il rinnovo anticipato della concessione fino al 2020. Questo rinnovo - ha rimarcato Brachetti Peretti - non faceva altro che confermare le autorizzazioni preventive e i relativi pareri (circa 70!), tutti positivi, senza le quali non avremmo mai potuto effettuare questi enormi investimenti, che hanno riscosso la fiducia delle Banche nazionali e internazionali, Bei inclusa, che di conseguenza ne hanno finanziato la gran parte. Rinnovo anticipato - ha sottolineato - che fu annullato dal Tar per motivazioni formali e non di merito; ciò in tempi successivi al completamento dell'investimento che, nel frattempo, ha reso la raffineria fra le più ambientalmente efficienti d'Europa. L'attuale iter di rinnovo da noi avviato presso la Regione Marche, percorre lo stesso cammino, tratta lo stesso pacchetto di investimenti già realizzati, riguarda lo stesso sito. La Regione Marche, unica titolare dell'iter procedurale e unica responsabile delle deliberazioni conseguenti, ha tutta la mia fiducia per come si sta muovendo in questo percorso che, non mi sfugge, è carico di valenze politiche e che, come marchigiano doc, conosco e comprendo;».

Il rapporto della Raffineria con la cittadinanza di Falconara non è stato facile dopo l'incidente del 1999, in cui morirono due operai. Pensa che l'azienda abbia fatto tutto quanto poteva per migliorare la sicurezza dell'impianto?

«E' bene precisare che l'incidente del 1999 si verificò in una sala pompe per il trasferimento dei prodotti finiti alla consegna, e quindi al di fuori dell'area dove insistono gli impianti di produzione. Su questa dolorosa vicenda che - ha soggiunto Brachetti Peretti - resterà sempre nella mia memoria di imprenditore e di uomo per il rispetto che porto alla vita umana, attendiamo con serenità e fiducia totale che si esprima la magistratura incaricata circa fatti, comportamenti, cause che condussero all'incidente stesso. I livelli di sicurezza della raffineria hanno poco a che vedere con l'incidente di per sè. Tanto meno la compatibilità ambientale complessiva della raffineria rispetto al territorio. E’ nostro preciso impegno, invece, perseguire traguardi sempre più impegnativi di sicurezza per le maestranze all'interno dello stabilimento. Infatti per quanto riguarda la sicurezza interna e la salute dei nostri lavoratori, abbiamo ottenuto la certificazione Oshas 18001, unica raffineria in Italia e tra le prime in Europa. Siamo fortemente impegnati a migliorare i livelli di compatibilità ambientale ed ecologica del sito nel suo complesso. Abbiamo inoltre ottenuto la certificazione Iso 14001 e stiamo ottenendo l'Emas, quanto di meglio a livello europeo può essere riconosciuto in tema ambientale. Oggi ha rimarcato ancora - posso affermare con assoluta tranquillità che la raffineria di Falconara è tra le più moderne e affidabili, grazie alla enorme mole di investimenti effettuati negli ultimi anni, per migliorare gli standard complessivi del sito produttivo. E penso - ha concluso - che tutto ciò sia un contributo importante per dare alla cittadinanza la sicurezza di vivere in una città “normale” pur ospitando una attività industriale “ingombrante”. Attività industriale che permette continuità di investimenti e sicurezza occupazionale, anche in momenti difficili per l'economia mondiale e purtroppo anche marchigiana, come quelli attuali”.

 
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