«Il prg è in contrasto con la
legge Seveso»
Dai responsabili dei comitati
cittadini Villanova, Fiumesino e XXV Agosto, Loris Calcina,
Franco Budini e Elisa Griffoni riceviamo e pubblichiamo
questo intervento:
A) Partiamo dalla nostra
“osservazione" all'«Integrazione Normativa del Prg adottato
con delibera del Consiglio Comunale n. 81/99» dell'Ottobre
2001, purtroppo non accettata, tanto meno inclusa nel
documento urbanistico. Quell'osservazione fu giudicata
essere arrivata non a tempo utile, ma è, in ogni caso, agli
atti di Comune, Provincia e Regione. Alla base c'è una
evidenza inconfutabile: la presunta “forza" di
contrapposizione del Prg di Falconara rispetto alla
concessione Api è una colossale “bufala" poiché, come
giustamente evidenziato in uno dei vostri articoli, «il Prg
non ha forza di legge». In sostanza il PRG di Falconara,
afferma che al termine della concessione, prevista nel 2008,
gli usi dovranno essere alternativi alla raffineria. Ma la
frase “prevista nel 2008" ha solo valore di previsione di
diverso uso dell'area dove insiste la raffineria e non
determina assolutamente alcun vincolo di non-rinnovo della
concessione alla stessa. L'affermazione del Prg equivale
quindi a dire: «Quando l'Api non ci sarà più, non ci sarà
l'Api»! Qui entra in ballo l'osservazione che i Comitati
fecero in data 22 Febbraio 2002. In essa si chiese di
specificare nel PRG la “transitorietà" dell'uso industriale
dell'area attualmente occupata dall'Api, uso che si dichiara
essere determinato esclusivamente dalla presenza della
concessione e, pertanto, non necessariamente coincidente con
il destino urbanistico dell'area ritenuto più idoneo
dall'autonomia locale. Quel concetto di transitorietà, però,
nel Prg di Falconara non c'è e, dunque, al di là delle
affermazioni di volontà politica per un futuro senza la
raffineria, non esiste nel PRG, come opportunamente
evidenziato da codesta Redazione, una dichiarazione di
“incompatibilità" urbanistica dell'impianto Api,
comprensorio industriale a rischio, all'interno di una zona
urbana verso la quale si è espanso, contiguo al tessuto
edilizio residenziale e ad importanti infrastrutture di
trasporto. A tale riguardo è utile ricordare le
dichiarazioni rilasciate dall'Ing. Corrado Clini (Direttore
Generale del Ministero dell'Ambiente) il 27 Agosto 1999, due
giorni dopo il tragico rogo all'Api: «Certo, se questo
impianto fosse progettato oggi, in base alle direttive
dell'Unione europea, non potrebbe essere localizzato dove si
trova». L'Ing. Clini non fece una affermazione dettata dalla
“nda emozionale". Infatti, appena alcuni giorni prima, il 17
Agosto 1999, era stato pubblicato il Decreto Legislativo 334
in attuazione della direttiva 96/82/CE relativa al controllo
dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate
sostanze pericolose, conosciuto come Decreto Seveso 2.
B) Il Decreto Seveso 2,
all'art. 14, «(...) stabilisce (...) requisiti minimi di
sicurezza in materia di pianificazione territoriale, con
riferimento alla destinazione e utilizzazione dei suoli che
tengano conto della necessità di mantenere le opportune
distanze tra stabilimenti e zone residenziali (...)» ed
inoltre obbliga «(...) gli enti territoriali ad apportare
(...) le varianti (...) agli strumenti urbanistici». A
questo punto viene il bello poiché la Regione Marche, che in
base alla legge Seveso 2 ha l'obbligo di emanare una
apposita legge di recepimento onde fare applicare il
Regolamento per la Pianificazione territoriale (DM
9/5/2001), successivo ed integrativo della Seveso 2, ha
pronta la legge di recepimento già dal Maggio 2002 ma ancora
non si sa se e quando sarà approvata. Perché? Sono in atto,
quindi, gravi inottemperanze ad una legge dello Stato,
perché l'assenza dello strumento legislativo della Regione
(di per se già una inadempienza) dovuto ad un “congelamento"
tecnico o politico ci fa dedurre che il Prg di Falconara non
sia adeguato al Decreto Seveso 2! E noi ci domandiamo: è
possibile approvare un Piano Regolatore non adeguato ad una
Legge dello Stato in vigore fatta in applicazione di una
legge dell'Unione Europea che la Regione Marche, a sua
volta, è tenuta a far applicare? Noi riteniamo proprio di no
e nel contempo non riusciamo a capire perché ci sia questa
spasmodica corsa ad approvare un PRG non adeguato alla
Seveso 2 e, quindi, che non rispetta una legge dello Stato,
con il rischio di possibili ricorsi e denuncie. D'altra
parte, se così non fosse, come mai la Regione Marche ha
recentemente imposto al Piano Territoriale di Coordinamento
della Provincia di Ancona (Ptc), come “conditio sine qua
non" ai fini dell'approvazione del Piano stesso,
l'adeguamento alla legislazione sulle industrie a rischio?
Il DM 9.5.01 non fa distinzioni tra Ptc e Prg in termini di
obblighi inerenti la pianificazione urbanistica. Come mai
allora l'adeguamento alla Seveso 2 è vincolante per il Ptc
ma non per il Prg di Falconara? Perché in Regione, Provincia
e Comune si trascura la necessità di anteporre l'adeguamento
del PRG alla Seveso 2 alla sua approvazione? Perché,
inoltre, il Ctr che ha valutato il Piano di risanamento
proposto dalla raffineria Api, come previsto dalla Seveso 2,
esplicita due pagine di dati da utilizzare per l'adeguamento
degli strumenti urbanistici provinciali e comunali secondo
quanto previsto dal DM 5.9.01, invitando tali enti a
provvedere quanto prima al riguardo? Non sappiamo se questi
interrogativi che la cosiddetta “società civile" si pone
verranno soddisfatti.
la lettera
integrale inviata dai comitati
Falconara davanti al muro,
di incomunicabilità
Carletti invita alla
chiarezza e mantiene ancora in dubbio la sua presenza al
tavolo dell’11 marzo. Brandoni: «Comportamento sempre più
inopportuno»
Alla vigilia del tavolo di
concertazione sull’Api i soggetti non riescono più a
dialogare tra loro
di GIAMPAOLO MILZI
FALCONARA - Attesissimo,
gravato di responsabilità forse al di sopra delle sue
competenze. Eppure potrebbe rivelarsi il “tavolo di Babele"
quello che verrà apparecchiato il prossimo 11 marzo ad uso e
consumo soprattutto di Regione, Provincia e Comune di
Falconara. E del menù - quello sostanzioso e ribollente del
futuro risanamento della triangolare area ad alto rischio
che ha come vertici il porto di Ancona, la Bassa Vallesina e
Falconara - potrebbe risultare indigesto per tutti proprio
il piatto forte del nuovo Prg della città all'ombra
dell'Api. Se il buon giorno si vede dal mattino, il rischio
di incomunicabilità fra i convitati all'incontro presieduto
dall'assessore regionale all'ambiente Amagliani è altissimo.
Nelle ultime settimane, infatti, sul tema del Prg
falconarese, sui tempi del suo iter di osservazione e
approvazione in Provincia, sulla sua maggiore o minore
compatibilità con il complesso Api si è parlato in molte
(troppe?) lingue, tutte diverse. Ed è stato detto tutto e il
contrario di tutto. In una sorta di teatrale
rappresentazione scandita da lettere, note stampa,
dichiarazioni e contro-dichiarazioni, messaggi più o meno
subliminali, in cui gli stessi protagonisti hanno dato la
netta impressione di non intendersi e non fidarsi
reciprocamente. Un esempio su tutti: il battibecco mediatico
tra il sindaco di Falconara Carletti e il presidente
provinciale di Assindustria Paolo Leonardi (Confindustria,
con i sindacati, è invitata al tavolo). Carletti ha accusato
la raffineria e le altre strutture produttive di Falconara
di «non far parte di un modello organico di sviluppo» e di
non «rappresentare una risorsa per il territorio perché non
gli forniscono servizi e non investono per risolverne i
problemi». Leonardi gli ha risposto che le imprese fanno il
loro mestiere e lo sviluppo per il territorio lo portano
eccome. E che, in sostanza, non è loro competenza
trasformarsi in assessorati alle politiche sociali. E gli
ultimi due interventi sul tema, quelli di ieri, sembrano
confermare il “fattore Babele". A cominciare da quello di
Carletti, che il tavolo dell'11 marzo ha minacciato di
disertarlo, avendo mal digerito la mancata promessa della
Provincia per un’approvazione dell'iter del Prg entro il
giorno precedente. «L'incontro dell'11 marzo è un momento
istituzionale importantissimo e non si vuole disattenderlo.
Noi consideriamo la politica come momento fondamentale della
vita pubblica e crediamo in chi si riconosce in essa
comportandosi con trasparenza e coerenza», ha comunicato al
Messaggero il sindaco. Ci sarà di persona al tavolo? Manderà
un suo rappresentante? Certo è che dopo essersi rimesso
martedì nelle «gran braccia della Provvidenza», Carletti ora
invita tutti a presentarsi all'appuntamento con la politica
con schiettezza e chiarezza. Non ha capito e non ha buttatto
giù, Carletti, il boccone amaro dello slittamento del suo
Prg dalla seduta del 10 a quelle del 17 marzo in consiglio
provinciale. Voleva che le nuove norme cittadine che
annunciano il “contenimento" dell'Api pesassero, già
approvate, sul tavolo dell'11. Dato che quel tavolo
regionale conta in vista di ciò che per lui rappresenta “la
madre di tutti gli auspici": il no della Regione al rinnovo
della concessione all'Api. Ma ciò che a Carletti «non
risulta pienamente comprensibile credo invece sia alla
portata di tutti», gli ha mandato a dire sempre ieri il
presidente della commissione urbanistica della Provincia
Brandoni. Che non ci sta a vestire i panni del capro
espiatorio dello slittamento: «Il Prg di Falconara ha avuto
in Provincia tempi d'esame ridottissimi, la metà di quelli
di Senigallia, meno di Loreto e Corinaldo (...) Uffici e
commissione hanno lavorato con massimo impegno e alacrità».
L'atteggiamento di Carletti? E' «istituzionalmente
scomposto», appare «quindi sempre più inopportuno». La
“fretta" di Carletti? «Che ne motivasse chiaramente le
ragioni...». Ma fretta a parte, tecnici e politici di ogni
partito danno per scontato che il Prg di Falconara verrà
esaminato il 17. E che l'esame sarà lungo e complesso. Forse
quel giorno non basterà. La stessa Rifondazione comunista,
di Amagliani e Brandoni, non nasconde che ci sono alcuni
punti da sviscerare bene. Eppure Brandoni lo dà ancora per
incerto quello slittamento dal 10 al 17: «Se può
compromettere la possibilità di ottenere un qualche
risultato di urgente e trasparente pubblica utilità,
convocherò la commissione ad oltranza». Eccolo, l'ennesimo
richiamo alla “trasparenza", stavolta diretto al sindaco di
Falconara. Da lui «mi sarei aspettato qualche bizzarria e
esternazione inappropriata in meno e qualche informazione in
più», conclude Brandoni, ricordandogli «che la Divina
Provvidenza premia non solo per grazia ma anche per opere».
Discorsi fra sordi
CARLETTI E GLI INDUSTRIALI -
Il sindaco accusa le strutture produttive di Falconara di
imporre alla città più costi e sacrifici che benefici. Il
presidente di Assindustria Leonardi gli risponde
pesantemente rigirandogli le critiche. Carletti non si degna
di replicare.
CARLETTI E LA PROVINCIA -
Carletti chiede al presidente Giancarli che il consiglio
provinciale approvi il Prg entro il 10 marzo. Il presidente
del consiglio Righi promette, ma niente da fare. Si decide
per lo slittamento al 17. Carletti non nasconde
l’irritazione per le promesse mancate e si appella alla
Provvidenza. Ancora una volta non ci si è intesi.
CARLETTI E LA REGIONE - Fra
polemiche e muri di incomunicabilità c’è il silenzio della
Regione uno dei tre invitati principali al tavolo di
concertazione del prossimo 11 marzo. E Amagliani, assessore
all’ambiente, è falconarese |
Prg,
Bandoni sfida Carletti
“Lui mette
fretta? Io rinvio ad oltranza”
di Emanuele
Coppari
"Carletti
alzi il piede dall'acceleratore, altrimenti convoco la
commissione ad oltranza". Il capogruppo di Rifondazione
comunista al consiglio provinciale e presidente della
commissione urbanistica Giuliano Brandoni lancia un
messaggio di sfida a Carletti. Una stilettata che assume
anche il sapore di un ricatto, sullo sfondo del rinvio della
discussione dei Prg di Falconara nell'assise di Palazzo di
vetro. L'esponente del Prc, partito all'opposizione al
Comune di Falconara, dissotterra le armi da guerra. E intima
di fatto al sindaco di non scaldarsi troppo sui ritardi
dell'iter di approvazione del piano regolatore cittadino,
arrivando persino a minacciare azioni di ritorsione. "Se lo
slittamento dal 10 al 17 marzo può compromettere la
possibilità di ottenere un qualche risultato di urgente e
trasparente pubblica utilità - sferza Brandoni - convocherò
la commissione ad oltranza". Brandoni non vuole sentir
parlare di tempi troppo lunghi sulle procedure di approdo,
discussione e ratifica del piano regolatore di Falconara in
consiglio provinciale. "Il Prg - sottolinea con un pizzico
di sicumera Brandoni - ha avuto in Provincia tempi d'esame
ridottissimi, tanto per dare la misura, la metà di quelli di
Senigallia e meno di altri strumenti urbanistici di minor
complessità come Loreto e Corinaldo". Poi l'attacco frontale
a Carletti bollando come "sempre più inopportuno
l'atteggiamento istituzionalmente scomposto del sindaco". E
replica alle parole di Carletti sostenendo che "ciò che a
lui non risulta pienamente comprensibile credo sia invece
alla portata di tutti". Non poteva mancare una stoccata
sulla citazione erudita del sindaco professore: "La Divina
Provvidenza - ricorda Brandoni - premia non solo per la
grazia ma anche per le opere". Il j'accuse di Brandoni
continua. "Mi sarei aspettato da Carletti qualche bizzarria
e qualche esternazione inappropriata in meno e qualche
informazione in più". Al presidente della commissione
urbanistica di Palazzo di vetro non è proprio andato giù il
pressing di Carletti per accorciare i tempi di approvazione
del Prg. “Sarebbe opportuno che motivasse chiaramente le
ragioni di questa fretta". Perché tanto fiato sul collo,
sembra chiedere il capogruppo del Prc in Provincia, quando
"gli uffici prima, la commissione ora, hanno lavorato con il
massimo impegno e con grande alacrità".
“Il
bilancio in consiglio con l’acqua alla gola”
L’opposizione attacca: “Serve il confronto”
di Marina
Minnelli
"Ancora una
volta arriveremo alla discussione sul bilancio con l'acqua
alla gola, senza avere modo di fare un confronto serio e di
esaminare in modo approfondito i documenti". Goffredo
Brandoni, vice presidente della commissione consiliare sul
bilancio è ancora in attesa di notizie sul conto economico
del Comune e ricorda qualche scadenza "improrogabile".
"Ormai siamo agli sgoccioli dice il forzista Brandoni - e
ipotizzando che la giunta decida di portare il bilancio in
consiglio l’ultimo giorno utile, cioè il 31 marzo, ancora
non è stata convocata nessuna commissione sul tema e
inoltre, per legge, noi dobbiamo ricevere tutta la
documentazione almeno venti giorni prima dell'assemblea
civica". Questo significa commissione e documento entro il10
marzo, ma, spiega Brandoni, "ancora non è arrivata nessuna
comunicazione in proposito, abbiamo solo un incontro della
commissione oggi con ben altri argomenti all'ordine del
giorno”. Critico, ma rassegnato, anche Maurizio Amagliani di
Rifondazione Comunista il quale ricorda di avere chiesto per
tempo tutta la documentazione. "L'anno scorso eravamo
riusciti a programmare degli incontri nei quartiere prosegue
il rappresentante di Rc - per il 2003 non so cosa potremo
fare”. Secondo il Verde Sergio Badialetti, arrivare al 31
marzo "e un rischio sotto tutti i punti di vista in quanto
se dovesse mancare il numero legale salterebbe il bilancio".
Badialetti però mette l'accento anche sul problema
rappresentato dai consigli comunali convocati di rado. "Ci
siamo riuniti il 18 dicembre – commenta - e poi di nuovo il
28 gennaio per l'assemblea aperta dedicata al progetto
Bohigas, mentre a febbraio non c'è stato neanche un
Consiglio con il risultato che nella prossima seduta ci
saranno ben 18 punti in discussione. Va bene, in questo
periodo ci sono argomenti pesanti, come la questione Api ed
il Prg, che assorbono tutta l'attenzione della macchina
comunale, ma non è possibile che per questo il bilancio
venga rimandato all'ultimo minuto" |