RASSEGNA STAMPA 06.03.2003

 

MESSAGGERO
«Il prg è in contrasto con la legge Seveso»

Dai responsabili dei comitati cittadini Villanova, Fiumesino e XXV Agosto, Loris Calcina, Franco Budini e Elisa Griffoni riceviamo e pubblichiamo questo intervento:

A) Partiamo dalla nostra “osservazione" all'«Integrazione Normativa del Prg adottato con delibera del Consiglio Comunale n. 81/99» dell'Ottobre 2001, purtroppo non accettata, tanto meno inclusa nel documento urbanistico. Quell'osservazione fu giudicata essere arrivata non a tempo utile, ma è, in ogni caso, agli atti di Comune, Provincia e Regione. Alla base c'è una evidenza inconfutabile: la presunta “forza" di contrapposizione del Prg di Falconara rispetto alla concessione Api è una colossale “bufala" poiché, come giustamente evidenziato in uno dei vostri articoli, «il Prg non ha forza di legge». In sostanza il PRG di Falconara, afferma che al termine della concessione, prevista nel 2008, gli usi dovranno essere alternativi alla raffineria. Ma la frase “prevista nel 2008" ha solo valore di previsione di diverso uso dell'area dove insiste la raffineria e non determina assolutamente alcun vincolo di non-rinnovo della concessione alla stessa. L'affermazione del Prg equivale quindi a dire: «Quando l'Api non ci sarà più, non ci sarà l'Api»! Qui entra in ballo l'osservazione che i Comitati fecero in data 22 Febbraio 2002. In essa si chiese di specificare nel PRG la “transitorietà" dell'uso industriale dell'area attualmente occupata dall'Api, uso che si dichiara essere determinato esclusivamente dalla presenza della concessione e, pertanto, non necessariamente coincidente con il destino urbanistico dell'area ritenuto più idoneo dall'autonomia locale. Quel concetto di transitorietà, però, nel Prg di Falconara non c'è e, dunque, al di là delle affermazioni di volontà politica per un futuro senza la raffineria, non esiste nel PRG, come opportunamente evidenziato da codesta Redazione, una dichiarazione di “incompatibilità" urbanistica dell'impianto Api, comprensorio industriale a rischio, all'interno di una zona urbana verso la quale si è espanso, contiguo al tessuto edilizio residenziale e ad importanti infrastrutture di trasporto. A tale riguardo è utile ricordare le dichiarazioni rilasciate dall'Ing. Corrado Clini (Direttore Generale del Ministero dell'Ambiente) il 27 Agosto 1999, due giorni dopo il tragico rogo all'Api: «Certo, se questo impianto fosse progettato oggi, in base alle direttive dell'Unione europea, non potrebbe essere localizzato dove si trova». L'Ing. Clini non fece una affermazione dettata dalla “nda emozionale". Infatti, appena alcuni giorni prima, il 17 Agosto 1999, era stato pubblicato il Decreto Legislativo 334 in attuazione della direttiva 96/82/CE relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose, conosciuto come Decreto Seveso 2.

B) Il Decreto Seveso 2, all'art. 14, «(...) stabilisce (...) requisiti minimi di sicurezza in materia di pianificazione territoriale, con riferimento alla destinazione e utilizzazione dei suoli che tengano conto della necessità di mantenere le opportune distanze tra stabilimenti e zone residenziali (...)» ed inoltre obbliga «(...) gli enti territoriali ad apportare (...) le varianti (...) agli strumenti urbanistici». A questo punto viene il bello poiché la Regione Marche, che in base alla legge Seveso 2 ha l'obbligo di emanare una apposita legge di recepimento onde fare applicare il Regolamento per la Pianificazione territoriale (DM 9/5/2001), successivo ed integrativo della Seveso 2, ha pronta la legge di recepimento già dal Maggio 2002 ma ancora non si sa se e quando sarà approvata. Perché? Sono in atto, quindi, gravi inottemperanze ad una legge dello Stato, perché l'assenza dello strumento legislativo della Regione (di per se già una inadempienza) dovuto ad un “congelamento" tecnico o politico ci fa dedurre che il Prg di Falconara non sia adeguato al Decreto Seveso 2! E noi ci domandiamo: è possibile approvare un Piano Regolatore non adeguato ad una Legge dello Stato in vigore fatta in applicazione di una legge dell'Unione Europea che la Regione Marche, a sua volta, è tenuta a far applicare? Noi riteniamo proprio di no e nel contempo non riusciamo a capire perché ci sia questa spasmodica corsa ad approvare un PRG non adeguato alla Seveso 2 e, quindi, che non rispetta una legge dello Stato, con il rischio di possibili ricorsi e denuncie. D'altra parte, se così non fosse, come mai la Regione Marche ha recentemente imposto al Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Ancona (Ptc), come “conditio sine qua non" ai fini dell'approvazione del Piano stesso, l'adeguamento alla legislazione sulle industrie a rischio? Il DM 9.5.01 non fa distinzioni tra Ptc e Prg in termini di obblighi inerenti la pianificazione urbanistica. Come mai allora l'adeguamento alla Seveso 2 è vincolante per il Ptc ma non per il Prg di Falconara? Perché in Regione, Provincia e Comune si trascura la necessità di anteporre l'adeguamento del PRG alla Seveso 2 alla sua approvazione? Perché, inoltre, il Ctr che ha valutato il Piano di risanamento proposto dalla raffineria Api, come previsto dalla Seveso 2, esplicita due pagine di dati da utilizzare per l'adeguamento degli strumenti urbanistici provinciali e comunali secondo quanto previsto dal DM 5.9.01, invitando tali enti a provvedere quanto prima al riguardo? Non sappiamo se questi interrogativi che la cosiddetta “società civile" si pone verranno soddisfatti.

la lettera integrale inviata dai comitati

 

Falconara davanti al muro, di incomunicabilità

Carletti invita alla chiarezza e mantiene ancora in dubbio la sua presenza al tavolo dell’11 marzo. Brandoni: «Comportamento sempre più inopportuno»

Alla vigilia del tavolo di concertazione sull’Api i soggetti non riescono più a dialogare tra loro

 di GIAMPAOLO MILZI

FALCONARA - Attesissimo, gravato di responsabilità forse al di sopra delle sue competenze. Eppure potrebbe rivelarsi il “tavolo di Babele" quello che verrà apparecchiato il prossimo 11 marzo ad uso e consumo soprattutto di Regione, Provincia e Comune di Falconara. E del menù - quello sostanzioso e ribollente del futuro risanamento della triangolare area ad alto rischio che ha come vertici il porto di Ancona, la Bassa Vallesina e Falconara - potrebbe risultare indigesto per tutti proprio il piatto forte del nuovo Prg della città all'ombra dell'Api. Se il buon giorno si vede dal mattino, il rischio di incomunicabilità fra i convitati all'incontro presieduto dall'assessore regionale all'ambiente Amagliani è altissimo. Nelle ultime settimane, infatti, sul tema del Prg falconarese, sui tempi del suo iter di osservazione e approvazione in Provincia, sulla sua maggiore o minore compatibilità con il complesso Api si è parlato in molte (troppe?) lingue, tutte diverse. Ed è stato detto tutto e il contrario di tutto. In una sorta di teatrale rappresentazione scandita da lettere, note stampa, dichiarazioni e contro-dichiarazioni, messaggi più o meno subliminali, in cui gli stessi protagonisti hanno dato la netta impressione di non intendersi e non fidarsi reciprocamente. Un esempio su tutti: il battibecco mediatico tra il sindaco di Falconara Carletti e il presidente provinciale di Assindustria Paolo Leonardi (Confindustria, con i sindacati, è invitata al tavolo). Carletti ha accusato la raffineria e le altre strutture produttive di Falconara di «non far parte di un modello organico di sviluppo» e di non «rappresentare una risorsa per il territorio perché non gli forniscono servizi e non investono per risolverne i problemi». Leonardi gli ha risposto che le imprese fanno il loro mestiere e lo sviluppo per il territorio lo portano eccome. E che, in sostanza, non è loro competenza trasformarsi in assessorati alle politiche sociali. E gli ultimi due interventi sul tema, quelli di ieri, sembrano confermare il “fattore Babele". A cominciare da quello di Carletti, che il tavolo dell'11 marzo ha minacciato di disertarlo, avendo mal digerito la mancata promessa della Provincia per un’approvazione dell'iter del Prg entro il giorno precedente. «L'incontro dell'11 marzo è un momento istituzionale importantissimo e non si vuole disattenderlo. Noi consideriamo la politica come momento fondamentale della vita pubblica e crediamo in chi si riconosce in essa comportandosi con trasparenza e coerenza», ha comunicato al Messaggero il sindaco. Ci sarà di persona al tavolo? Manderà un suo rappresentante? Certo è che dopo essersi rimesso martedì nelle «gran braccia della Provvidenza», Carletti ora invita tutti a presentarsi all'appuntamento con la politica con schiettezza e chiarezza. Non ha capito e non ha buttatto giù, Carletti, il boccone amaro dello slittamento del suo Prg dalla seduta del 10 a quelle del 17 marzo in consiglio provinciale. Voleva che le nuove norme cittadine che annunciano il “contenimento" dell'Api pesassero, già approvate, sul tavolo dell'11. Dato che quel tavolo regionale conta in vista di ciò che per lui rappresenta “la madre di tutti gli auspici": il no della Regione al rinnovo della concessione all'Api. Ma ciò che a Carletti «non risulta pienamente comprensibile credo invece sia alla portata di tutti», gli ha mandato a dire sempre ieri il presidente della commissione urbanistica della Provincia Brandoni. Che non ci sta a vestire i panni del capro espiatorio dello slittamento: «Il Prg di Falconara ha avuto in Provincia tempi d'esame ridottissimi, la metà di quelli di Senigallia, meno di Loreto e Corinaldo (...) Uffici e commissione hanno lavorato con massimo impegno e alacrità». L'atteggiamento di Carletti? E' «istituzionalmente scomposto», appare «quindi sempre più inopportuno». La “fretta" di Carletti? «Che ne motivasse chiaramente le ragioni...». Ma fretta a parte, tecnici e politici di ogni partito danno per scontato che il Prg di Falconara verrà esaminato il 17. E che l'esame sarà lungo e complesso. Forse quel giorno non basterà. La stessa Rifondazione comunista, di Amagliani e Brandoni, non nasconde che ci sono alcuni punti da sviscerare bene. Eppure Brandoni lo dà ancora per incerto quello slittamento dal 10 al 17: «Se può compromettere la possibilità di ottenere un qualche risultato di urgente e trasparente pubblica utilità, convocherò la commissione ad oltranza». Eccolo, l'ennesimo richiamo alla “trasparenza", stavolta diretto al sindaco di Falconara. Da lui «mi sarei aspettato qualche bizzarria e esternazione inappropriata in meno e qualche informazione in più», conclude Brandoni, ricordandogli «che la Divina Provvidenza premia non solo per grazia ma anche per opere».

Discorsi fra sordi

CARLETTI E GLI INDUSTRIALI - Il sindaco accusa le strutture produttive di Falconara di imporre alla città più costi e sacrifici che benefici. Il presidente di Assindustria Leonardi gli risponde pesantemente rigirandogli le critiche. Carletti non si degna di replicare.

CARLETTI E LA PROVINCIA - Carletti chiede al presidente Giancarli che il consiglio provinciale approvi il Prg entro il 10 marzo. Il presidente del consiglio Righi promette, ma niente da fare. Si decide per lo slittamento al 17. Carletti non nasconde l’irritazione per le promesse mancate e si appella alla Provvidenza. Ancora una volta non ci si è intesi.

CARLETTI E LA REGIONE - Fra polemiche e muri di incomunicabilità c’è il silenzio della Regione uno dei tre invitati principali al tavolo di concertazione del prossimo 11 marzo. E Amagliani, assessore all’ambiente, è falconarese

 
IL RESTO DEL CARLINO
Brandoni (Prc): «Lo slittamento non nuocerà»

FALCONARA — «Il Prg di Falconara ha avuto, in Provincia, tempi d'esame ridottissimi, la metà di quelli di Senigallia e meno dei Comuni di Loreto e Corinaldo». Il capogruppo di Rifondazione comunista, Giuliano Brandoni, replica alla contrarietà, nei confronti dello slittamento della seduta della Commissione per l'approvazione del Prg, a Carletti. «Sarebbe opportuno — dice Brandoni — che il sindaco ci motivasse chiaramente le ragioni di questa fretta. Gli uffici e le commissioni hanno lavorato con il massimo impegno. Da lui mi sarei aspettato qualche bizzarria ed esternazione inappropriata in meno».

Api, falso allarme bomba

FALCONARA — Falso allarme bomba ieri mattina davanti alla raffineria Api. Erano circa le 11.30 quando qualcuno, passando davanti all'hotel Internazionale ha notato la strana presenza di una valigia lasciata incustodita. Sono stati allertati i carabinieri che hanno allontanato la gente della zona. Poco dopo si è scoperto che si trattava della borsa che un operaio aveva lasciato lì.

 
CORRIERE ADRITICO

Prg, Bandoni sfida Carletti

“Lui mette fretta? Io rinvio ad oltranza”

di Emanuele Coppari

"Carletti alzi il piede dall'acceleratore, altrimenti convoco la commissione ad oltranza". Il capogruppo di Rifondazione comunista al consiglio provinciale e presidente della commissione urbanistica Giuliano Brandoni lancia un messaggio di sfida a Carletti. Una stilettata che assume anche il sapore di un ricatto, sullo sfondo del rinvio della discussione dei Prg di Falconara nell'assise di Palazzo di vetro. L'esponente del Prc, partito all'opposizione al Comune di Falconara, dissotterra le armi da guerra. E intima di fatto al sindaco di non scaldarsi troppo sui ritardi dell'iter di approvazione del piano regolatore cittadino, arrivando persino a minacciare azioni di ritorsione. "Se lo slittamento dal 10 al 17 marzo può compromettere la possibilità di ottenere un qualche risultato di urgente e trasparente pubblica utilità - sferza Brandoni - convocherò la commissione ad oltranza". Brandoni non vuole sentir parlare di tempi troppo lunghi sulle procedure di approdo, discussione e ratifica del piano regolatore di Falconara in consiglio provinciale. "Il Prg - sottolinea con un pizzico di sicumera Brandoni - ha avuto in Provincia tempi d'esame ridottissimi, tanto per dare la misura, la metà di quelli di Senigallia e meno di altri strumenti urbanistici di minor complessità come Loreto e Corinaldo". Poi l'attacco frontale a Carletti bollando come "sempre più inopportuno l'atteggiamento istituzionalmente scomposto del sindaco". E replica alle parole di Carletti sostenendo che "ciò che a lui non risulta pienamente comprensibile credo sia invece alla portata di tutti". Non poteva mancare una stoccata sulla citazione erudita del sindaco professore: "La Divina Provvidenza - ricorda Brandoni - premia non solo per la grazia ma anche per le opere". Il j'accuse di Brandoni continua. "Mi sarei aspettato da Carletti qualche bizzarria e qualche esternazione inappropriata in meno e qualche informazione in più". Al presidente della commissione urbanistica di Palazzo di vetro non è proprio andato giù il pressing di Carletti per accorciare i tempi di approvazione del Prg. “Sarebbe opportuno che motivasse chiaramente le ragioni di questa fretta". Perché tanto fiato sul collo, sembra chiedere il capogruppo del Prc in Provincia, quando "gli uffici prima, la commissione ora, hanno lavorato con il massimo impegno e con grande alacrità".

“Il bilancio in consiglio con l’acqua alla gola”

L’opposizione attacca: “Serve il confronto”

di Marina Minnelli

"Ancora una volta arriveremo alla discussione sul bilancio con l'acqua alla gola, senza avere modo di fare un confronto serio e di esaminare in modo approfondito i documenti". Goffredo Brandoni, vice presidente della commissione consiliare sul bilancio è ancora in attesa di notizie sul conto economico del Comune e ricorda qualche scadenza "improrogabile". "Ormai siamo agli sgoccioli dice il forzista Brandoni - e ipotizzando che la giunta decida di portare il bilancio in consiglio l’ultimo giorno utile, cioè il 31 marzo, ancora non è stata convocata nessuna commissione sul tema e inoltre, per legge, noi dobbiamo ricevere tutta la documentazione almeno venti giorni prima dell'assemblea civica". Questo significa commissione e documento entro il10 marzo, ma, spiega Brandoni, "ancora non è arrivata nessuna comunicazione in proposito, abbiamo solo un incontro della commissione oggi con ben altri argomenti all'ordine del giorno”. Critico, ma rassegnato, anche Maurizio Amagliani di Rifondazione Comunista il quale ricorda di avere chiesto per tempo tutta la documentazione. "L'anno scorso eravamo riusciti a programmare degli incontri nei quartiere prosegue il rappresentante di Rc - per il 2003 non so cosa potremo fare”. Secondo il Verde Sergio Badialetti, arrivare al 31 marzo "e un rischio sotto tutti i punti di vista in quanto se dovesse mancare il numero legale salterebbe il bilancio". Badialetti però mette l'accento anche sul problema rappresentato dai consigli comunali convocati di rado. "Ci siamo riuniti il 18 dicembre – commenta - e poi di nuovo il 28 gennaio per l'assemblea aperta dedicata al progetto Bohigas, mentre a febbraio non c'è stato neanche un Consiglio con il risultato che nella prossima seduta ci saranno ben 18 punti in discussione. Va bene, in questo periodo ci sono argomenti pesanti, come la questione Api ed il Prg, che assorbono tutta l'attenzione della macchina comunale, ma non è possibile che per questo il bilancio venga rimandato all'ultimo minuto"

 
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