Perdita di gpl in raffineria,
scatta l’allarme
E’ entrata in funzione la
squadra antincendio: evitati danni e conseguenze per le
persone. Attriti sulla tempestività della segnalazione agli
enti competenti
Fuoriusciti 200 chili di
prodotto a causa di un bullone difettoso: intervento
immediato
di PIERFRANCESCO CURZI
FALCONARA - Fuga di gpl ieri
mattina all'Api. L’incidente è messo subito sotto controllo
ma scoppia una polemica a distanza sulla tempestività nella
segnalazione agli organi di controllo. Da una parte la
Raffineria, dall'altra l'ufficio ambiente del Comune. Per la
cronaca il guasto avvenuto ieri mattina è stato di limitata
entità e tutte le procedure interne di sicurezza all'Api
hanno funzionato alla perfezione. Ma ecco la punta polemica:
«Avremmo gradito un'informazione più tempestiva - fa sapere
il responsabile dell'ufficio ambiente del Comune di
Falconara, Paolo Angeloni - ma per fortuna alla fine tutto
si è risolto senza problemi». Pronta la replica dell'Api:
«Abbiamo seguito ogni procedura alla lettera - afferma un
portavoce della Raffineria - il leggero ritardo è dovuto
alla volontà di definire con precisione le proporzioni del
guasto. I primi che dovevamo chiamare erano i vigili del
fuoco e così abbiamo fatto». La fuoriuscita di gpl si è
verificata nella zona dell'impianto di carico del gas
propano liquido della Raffineria, in pratica l'impianto che
conduce il gpl a bordo delle autobotti destinate
all'esterno. Un guasto inatteso e provocato dal
malfunzionamento di un semplice bullone che ha mandato in
tilt un elemento difettoso del sistema. Il bullone fasullo
ha provocato una fuga di gas quantificata poi in circa 200
chilogrammi di prodotto, una perdita considerata non
allarmante dai vertici dell'apparato di sicurezza. Come
detto in precedenza tutti i sistemi di sicurezza interni
alla Raffineria sono entrati regolarmente in funzione.
Nonostante si parli di un gas altamente infiammabile i
sensori antincendio hanno fatto il proprio dovere così come
lo strumento per l'abbattimento dei vapori. Una volta giunti
sul posto i vigili del fuoco della centrale di Ancona hanno
affiancato la squadra di sicurezza interna che nel frattempo
aveva bloccato la fuoriuscita di gas propano e iniziato le
manovre di riparazione della tubatura. Per quanto riguarda
il bullone difettoso l'azienda risalirà al fornitore per
capire i motivi del malfunzionamento visto che l'apparato
generale era di recente realizzazione. Un inconveniente
dunque, comunque un incidente di limitato impatto, un
episodio dove le procedure per la sicurezza hanno
funzionato, ma la polemica resta quella sui tempi di
informazione. Il guasto si è verificato ieri mattina attorno
alle 10.30, il personale dell'Api è subito intervenuto, ma
la chiamata ai vigili del fuoco è avvenuta poco dopo le
10,45. In base all'ordinanza prefettizia l'Api avrebbe
immediatamente dovuto avvertire dell'incidente l'ufficio
comunale competente, Arpam (l'agenzia per l'ambiente della
Regione) e Prefettura. Angeloni, è stato avvisato attorno
alle 11,30 in coincidenza con le prime telefonate dei
giornalisti. La Raffineria continua nella sua difesa:
«L'incidente - spiega il portavoce dell'Api - era
considerato minore e il grado non prevedeva alcuna forma di
allarme o pre-allarme. Solo in questi casi l'ufficio
Comunale va avvertito immediatamente, ma parliamo di eventi
molto gravi. Noi abbiamo fatto il nostro dovere e anche
oltre, avvisando successivamente anche l'aeroporto e la
stazione di Falconara».
«Sul prg slittamento
incomprensibile»
Sindaco irritato dalla scelta
del Consiglio provinciale: discussione il 17 anziché il 10
di GIAMPAOLO MILZI
FALCONARA - I tempi dell'iter
del Prg di Falconara? «Mi sento di poter dire che sono stati
rispettati» si affretta ad annunciare il presidente della
Provincia Giancarli. Ma la critica e polemica risposta
mediatica del sindaco Carletti, oltre ad essere piena di
“sembra", “non si conosce", “non sappiamo" e di
condizionali, si conclude con una citazione dantesca: «Ci
duole affermarlo, ma la Provvidenza ha sì gran braccia, e
prendiamo tutto ciò che da lei viene». In realtà il botta e
risposta di ieri dei due numeri uno degli enti locali -
Giancarli ha scritto al presidente del Consiglio, ai
capigruppo di maggioranza e alla Giunta provinciale, ma
anche per conoscenza a Carletti - ha la forma di un
confronto tra gli addetti ai lavori, più che quella di un
sereno chiarimento pro opinione pubblica. Volendo
decodificare dal politichese-burocratese, va ricordato ciò
che i giornali hanno scritto ieri: il Prg non verrà discusso
nella seduta del 10 marzo del Consiglio provinciale (come
chiesto con forza alla Provincia dal sindaco di Falconara e
dalla sua maggioranza) ma il 17 marzo. E se Carletti nella
sua nota pomeridiana inviata proprio ai giornali sembra
accontentarsi quando afferma che «questo rappresenta
comunque un traguardo importante», tuttavia è parco di dubbi
e, in sostanza, manifesta tutta la sua delusione per le
aspettative tradite. «In questa vicenda è stato detto tutto
e sembra che il presidente Giancarli ribadisca una volontà
di dare un corso preferenziale al Prg di Falconara
Marittima» scrive Carletti. «Non si conosce esattamente il
testo dell'ordine del giorno del Consiglio provinciale,
tranne che dovrebbe essere al primo punto del 17 marzo 2003.
Si faceva conto che il Prg fosse al primo punto del giorno
10 marzo, ma non sappiamo se sarà così. Il presidente
Giancarli ha dato assicurazioni in tal senso...». E poi una
stoccata al presidente della commissione Urbanistica
Brandoni e ai capigruppo della Provincia, che hanno deciso
lo slittamento dell'odg. Prg nelle sedute del Consiglio
provinciale (quello dalla data promessa del 10 a quella del
17) giustificandolo con la mancata evasione dell'iter presso
la stessa commissione entro i tempi previsti. Per Carletti,
infatti «... uno slittamento come quello di cui si è sentito
dire non risulta pienamente comprensibile». Quanto alla
comunicazione mattutina di Giancarli, puntualizzato «il
valore istituzionale e politico che assume l'approvazione
del Prg di Falconara», ribadita la sua «approvazione e il
rinnovo della concessione Api sono su piani diversi» non
cita però le date reali e ormai arcinote: «Mi sento di poter
dire, che i tempi sono stati rispettati. Chiedo pertanto che
il Prg sia iscritto al primo punto dell'odg del primo
Consiglio provinciale utile e che lo stesso sia convocato
non prima dell'esame definitivo del Prg da parte della
Commissione consiliare». Un gioco degli equivoci che
Carletti avrebbe davvero mal digerito. Tanto da minacciare
di disertare il tavolo di concertazione tra gli enti locali
sull'area ad alto rischio convocato per l'11 marzo. Forse ci
penserà la Provvidenza.
Interramento, bastano 130
metri Ma la frana rimarrà pericolosa
di CLAUDIA PASQUINI
Il rilevato si abbassa a
quindici metri e l’estensione a mare si ritira a 130 metri.
L’ingegner Vincenzo Cotecchia tende la mano
all’Amministrazione comunale per trovare un compromesso per
la messa in sicurezza dell’area in frana. Ma i dubbi e le
resistenze per un progetto esecutivo rimangono, nonostante
l’esperto abbia spiegato che sia alla Montagnola che alle
rupi della Palombella i movimenti nell’ordine di millimetri
(e non è poco) sono costanti negli anni. E’ questo in
sintesi l’esito della commissione frana che, presieduta da
Mirco Piersanti (Margherita), si è riunita ieri a palazzo
del Popolo. Un incontro fortemente voluto dal professore che
è però sfociato nell’ennesimo dibattito sull’uscita a ovest.
IL RILEVATO. Il progetto datato 1994 e rifiutato dalla
maggioranza del Consiglio comunale del dicembre 2000, è
stato rivisto. Come ormai noto, per stabilizzare la zona in
frana sono necessari due tipi di intervento: un rilevato e i
drenaggi profondi. Se eseguite insieme queste opere possono
garantire un coefficiente di stabilità tra il 40 e il 60%.
La novità proposta ieri dal professor Cotecchia consiste
nell’abbassamento di più della metà del rilevato, ossia di
quella montagna di terra che rimodellerebbe il piede della
frana e farebbe da contrappeso sulla pendice tra la zona
spingente e la zona di resistenza della frana. Finora
infatti l’altezza prevista per il rilevato era infatti di 36
metri e l’estensione in mare di 200. Cosa è cambiato? «In
base agli studi effettuati – ha spiegato Cotecchia – è
emerso che la frana dell’82 sia partita da valle e quindi
dalle colate medio-profonde. La frana più sotto invece
risulta più stabile. Per questo motivo riteniamo che con un
rilevato di 15 metri potremmo stabilizzare la parte più
pericolosa». A questo intervento dovranno aggiungersi le
trincee drenanti, ossia una serie di setti profondi anche 40
metri in grado di abbassare il livello di acqua nel terreno
e di contenere l’assorbimento di acqua nelle pendici in caso
di piogge forti. L’estensione dell’interramento potrà essere
decisa in seguito, in base alle opere che si costruiranno a
mare (porto turistico e pescherecci), ma secondo i primi
calcoli 130 metri potrebbero bastare. Serviranno quattro
milioni e mezzo di metri cubi di terra che potrebbero
arrivare, sempre secondo Cotecchia, dalle cave di Apiceno.
L’USCITA A OVEST. L’analisi
dell’area in frana non è potuta prescindere da una serie di
domande sull’uscita a ovest. «Il tracciato progettato è
fuori o dentro l’area a rischio frana?» ha chiesto Nicola
Sciulli (Rc). Cotecchia ha spiegato che il corpo B della
frana, quello più consistente, sfora proprio alla Palombella
e che quindi, un rischio c’è. «Ritengo – ha aggiunto
scaldandosi Cotecchia – che il vero problema non sia la
viabilità, ma la frana e questa deve essere la priorità».
Un’affermazione in parte contraddetta dal geologo del Comune
Stefano Cardellini che in base ai rilevamenti della Regione
e del Comune ha dichiarato che la zona può essere
consolidata e che quindi l’uscita a ovest non è rischiosa.
Sciulli ha incalzato l’ingegnere, criticando il fatto che
nello studio non sono mai stati espressi dei coefficienti di
sicurezza. Altro nodo da sciogliere lo spostamento della
terra per il rilevato. «Ci vorrebbero dieci anni – ha
commentato Sciulli – per spostare tutta quella terra».
Acceso anche l’intervento del collega di partito Edoardo
Mentrasti in riferimento alle affermazioni del professore
apparse sul Messaggero: «Caro Cotecchia – ha puntualizzato –
come si permette di dire che l’Amministrazione non ha fatto
nulla per la frana? I lavori sono cominciati e lei lo sa. Si
limiti a fare il tecnico». Giovanni Zinni (An) ha invece
annunciato che chiederà alle Ferrovie dello Stato se sono
d’accordo con questo tipo di intervento «visto che in
passato il sindaco aveva parlato di un atteggiamento di
chiusura, mentre Cotecchia dice il contrario».
LA MAGGIORANZA. Sulla
questione frana in maggioranza c’è un po’ di imbarazzo. Il
mandato al professor Cotecchia è congelato e Rc e i Ds non
sembrano nutrire troppa fiducia nell’esperto. Ora bisognerà
decidere cosa fare. Il progetto che arriverà in consiglio
comunale infatti dovrà essere condiviso per evitare una
seconda bocciatura. Quindi o si dà l’ok a Cotecchia o si
ricomincia da capo con un nuove tecnico. «Alla luce di
questo incontro – ha assicurato ieri il capogruppo Ds
Tiziano Lucioli – la maggioranza si riunirà al più presto,
per discutere le novità e trovare una posizione unitaria».
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Perdita di
gpl, scatta subito l'allarme
FALCONARA — Ieri mattina,
poco prima delle 11, nella zona sud-ovest dell'Api, proprio
nella parte che costeggia la ferrovia, si è verificata una
modesta perdita di gpl, circa 200 kg, durante le operazioni
di caricamento di un'autobotte in un piazzale. E' subito
accorsa la squadra interna di pronto intervento, che ha
nebulizzato acqua per ridurre la nuvola di emissione di
vapori e la situazione è tornata normale alle 11.20 «senza
rischi per lo stabilimento o tantomeno l'area esterna», come
sta scritto in un comunicato dell'azienda. L'Api ha comunque
avvisato i vigili del fuoco e gli enti competenti
dell'inconveniente. Secondo i pompieri, arrivati sul posto
quando la perdita era già stata tamponata, la fuoriuscita di
gas potrebbe essere derivata da un guasto ad un braccio
telescopico che collega l'impianto di pompaggio. Non è stato
bloccato neppure il traffico ferroviario. E' stato comunque
il forte odore di gas a far scattare l'allarme. Francesco
Fuggetti, direttore di un consorzio di imprese che operano
all'interno della raffineria, è stato tra quelli che alle 11
di ieri, insieme a centinaia di lavoratori, ha raggiunto il
«punto di raccolta» di via Toselli, nella zona di deflusso
sul lato mare, come stabilito dal piano di emergenza
interna. «Si è trattato di una banale emergenza — ha
spiegato — questo tipo di allarme è molto sofisticato e
scatterebbe anche se, per esempio, qualcuno facesse uscire
il gas di un accendino vicino ai sensori». Da parte loro,
gli operatori hanno agito secondo procedura, ripetendo le
operazioni eseguite durante le esercitazioni: i responsabili
di ogni ditta hanno messo in sicurezza le rispettive
officine, disalimentandone i quadri elettrici.
Successivamente hanno raggiunto gli altri lavoratori, già
recatisi al punto di raccolta».
Giancarli: tempi brevi per
il Prg
FALCONARA — Il nodo del Piano
regolatore (connesso alla permanenza, o allo spostamento,
della Raffineria Api) va sciolto. Accogliendo una richiesta
del sindaco, il presidente della Provincia, Enzo Giancarli,
ha chiesto al presidente del consiglio provinciale, alla
giunta e ai capigruppo di maggioranza che il Piano
regolatore generale della cittadina sia iscritto al primo
punto all'ordine del giorno del primo Consiglio provinciale
utile. E che l'assemblea sia convocata non prima dell'esame
definitivo del Prg da parte della commissione consiliare. La
proposta è contenuta in una lettera inviata da Giancarli ai
citati referenti istituzionali, con la sottolineatura che «è
nei passaggi delicati che la maggioranza dimostra forza e
coesione». «Tutti voi — scrive il presidente — conoscete il
valore istituzionale e politico che assume l'approvazione
del Prg falconarese, anche se va ribadito che questo atto e
il rinnovo della concessione Api sono su piani diversi».
Intanto Carletti sottolinea come «non si conosce esattamente
il testo dell'ordine del giorno del Consiglio provinciale
tranne che dovrebbe essere al primo punto del 17 marzo 2003.
Questo rappresenta un traguardo importante. Si faceva conto
che il Prg fosse al primo punto del giorno 10 marzo ma non
sappiamo se sarà così. Giancarli ha dato assicurazioni in
tal senso, tuttavia uno slittamento come quello di cui si è
sentito dire non risulta pienamente comprensibile». |