RASSEGNA STAMPA 05.03.2003

 

MESSAGGERO
Perdita di gpl in raffineria, scatta l’allarme

E’ entrata in funzione la squadra antincendio: evitati danni e conseguenze per le persone. Attriti sulla tempestività della segnalazione agli enti competenti

Fuoriusciti 200 chili di prodotto a causa di un bullone difettoso: intervento immediato

di PIERFRANCESCO CURZI

FALCONARA - Fuga di gpl ieri mattina all'Api. L’incidente è messo subito sotto controllo ma scoppia una polemica a distanza sulla tempestività nella segnalazione agli organi di controllo. Da una parte la Raffineria, dall'altra l'ufficio ambiente del Comune. Per la cronaca il guasto avvenuto ieri mattina è stato di limitata entità e tutte le procedure interne di sicurezza all'Api hanno funzionato alla perfezione. Ma ecco la punta polemica: «Avremmo gradito un'informazione più tempestiva - fa sapere il responsabile dell'ufficio ambiente del Comune di Falconara, Paolo Angeloni - ma per fortuna alla fine tutto si è risolto senza problemi». Pronta la replica dell'Api: «Abbiamo seguito ogni procedura alla lettera - afferma un portavoce della Raffineria - il leggero ritardo è dovuto alla volontà di definire con precisione le proporzioni del guasto. I primi che dovevamo chiamare erano i vigili del fuoco e così abbiamo fatto». La fuoriuscita di gpl si è verificata nella zona dell'impianto di carico del gas propano liquido della Raffineria, in pratica l'impianto che conduce il gpl a bordo delle autobotti destinate all'esterno. Un guasto inatteso e provocato dal malfunzionamento di un semplice bullone che ha mandato in tilt un elemento difettoso del sistema. Il bullone fasullo ha provocato una fuga di gas quantificata poi in circa 200 chilogrammi di prodotto, una perdita considerata non allarmante dai vertici dell'apparato di sicurezza. Come detto in precedenza tutti i sistemi di sicurezza interni alla Raffineria sono entrati regolarmente in funzione. Nonostante si parli di un gas altamente infiammabile i sensori antincendio hanno fatto il proprio dovere così come lo strumento per l'abbattimento dei vapori. Una volta giunti sul posto i vigili del fuoco della centrale di Ancona hanno affiancato la squadra di sicurezza interna che nel frattempo aveva bloccato la fuoriuscita di gas propano e iniziato le manovre di riparazione della tubatura. Per quanto riguarda il bullone difettoso l'azienda risalirà al fornitore per capire i motivi del malfunzionamento visto che l'apparato generale era di recente realizzazione. Un inconveniente dunque, comunque un incidente di limitato impatto, un episodio dove le procedure per la sicurezza hanno funzionato, ma la polemica resta quella sui tempi di informazione. Il guasto si è verificato ieri mattina attorno alle 10.30, il personale dell'Api è subito intervenuto, ma la chiamata ai vigili del fuoco è avvenuta poco dopo le 10,45. In base all'ordinanza prefettizia l'Api avrebbe immediatamente dovuto avvertire dell'incidente l'ufficio comunale competente, Arpam (l'agenzia per l'ambiente della Regione) e Prefettura. Angeloni, è stato avvisato attorno alle 11,30 in coincidenza con le prime telefonate dei giornalisti. La Raffineria continua nella sua difesa: «L'incidente - spiega il portavoce dell'Api - era considerato minore e il grado non prevedeva alcuna forma di allarme o pre-allarme. Solo in questi casi l'ufficio Comunale va avvertito immediatamente, ma parliamo di eventi molto gravi. Noi abbiamo fatto il nostro dovere e anche oltre, avvisando successivamente anche l'aeroporto e la stazione di Falconara».

«Sul prg slittamento incomprensibile»

Sindaco irritato dalla scelta del Consiglio provinciale: discussione il 17 anziché il 10

di GIAMPAOLO MILZI

FALCONARA - I tempi dell'iter del Prg di Falconara? «Mi sento di poter dire che sono stati rispettati» si affretta ad annunciare il presidente della Provincia Giancarli. Ma la critica e polemica risposta mediatica del sindaco Carletti, oltre ad essere piena di “sembra", “non si conosce", “non sappiamo" e di condizionali, si conclude con una citazione dantesca: «Ci duole affermarlo, ma la Provvidenza ha sì gran braccia, e prendiamo tutto ciò che da lei viene». In realtà il botta e risposta di ieri dei due numeri uno degli enti locali - Giancarli ha scritto al presidente del Consiglio, ai capigruppo di maggioranza e alla Giunta provinciale, ma anche per conoscenza a Carletti - ha la forma di un confronto tra gli addetti ai lavori, più che quella di un sereno chiarimento pro opinione pubblica. Volendo decodificare dal politichese-burocratese, va ricordato ciò che i giornali hanno scritto ieri: il Prg non verrà discusso nella seduta del 10 marzo del Consiglio provinciale (come chiesto con forza alla Provincia dal sindaco di Falconara e dalla sua maggioranza) ma il 17 marzo. E se Carletti nella sua nota pomeridiana inviata proprio ai giornali sembra accontentarsi quando afferma che «questo rappresenta comunque un traguardo importante», tuttavia è parco di dubbi e, in sostanza, manifesta tutta la sua delusione per le aspettative tradite. «In questa vicenda è stato detto tutto e sembra che il presidente Giancarli ribadisca una volontà di dare un corso preferenziale al Prg di Falconara Marittima» scrive Carletti. «Non si conosce esattamente il testo dell'ordine del giorno del Consiglio provinciale, tranne che dovrebbe essere al primo punto del 17 marzo 2003. Si faceva conto che il Prg fosse al primo punto del giorno 10 marzo, ma non sappiamo se sarà così. Il presidente Giancarli ha dato assicurazioni in tal senso...». E poi una stoccata al presidente della commissione Urbanistica Brandoni e ai capigruppo della Provincia, che hanno deciso lo slittamento dell'odg. Prg nelle sedute del Consiglio provinciale (quello dalla data promessa del 10 a quella del 17) giustificandolo con la mancata evasione dell'iter presso la stessa commissione entro i tempi previsti. Per Carletti, infatti «... uno slittamento come quello di cui si è sentito dire non risulta pienamente comprensibile». Quanto alla comunicazione mattutina di Giancarli, puntualizzato «il valore istituzionale e politico che assume l'approvazione del Prg di Falconara», ribadita la sua «approvazione e il rinnovo della concessione Api sono su piani diversi» non cita però le date reali e ormai arcinote: «Mi sento di poter dire, che i tempi sono stati rispettati. Chiedo pertanto che il Prg sia iscritto al primo punto dell'odg del primo Consiglio provinciale utile e che lo stesso sia convocato non prima dell'esame definitivo del Prg da parte della Commissione consiliare». Un gioco degli equivoci che Carletti avrebbe davvero mal digerito. Tanto da minacciare di disertare il tavolo di concertazione tra gli enti locali sull'area ad alto rischio convocato per l'11 marzo. Forse ci penserà la Provvidenza.

Interramento, bastano 130 metri Ma la frana rimarrà pericolosa

di CLAUDIA PASQUINI

Il rilevato si abbassa a quindici metri e l’estensione a mare si ritira a 130 metri. L’ingegner Vincenzo Cotecchia tende la mano all’Amministrazione comunale per trovare un compromesso per la messa in sicurezza dell’area in frana. Ma i dubbi e le resistenze per un progetto esecutivo rimangono, nonostante l’esperto abbia spiegato che sia alla Montagnola che alle rupi della Palombella i movimenti nell’ordine di millimetri (e non è poco) sono costanti negli anni. E’ questo in sintesi l’esito della commissione frana che, presieduta da Mirco Piersanti (Margherita), si è riunita ieri a palazzo del Popolo. Un incontro fortemente voluto dal professore che è però sfociato nell’ennesimo dibattito sull’uscita a ovest. IL RILEVATO. Il progetto datato 1994 e rifiutato dalla maggioranza del Consiglio comunale del dicembre 2000, è stato rivisto. Come ormai noto, per stabilizzare la zona in frana sono necessari due tipi di intervento: un rilevato e i drenaggi profondi. Se eseguite insieme queste opere possono garantire un coefficiente di stabilità tra il 40 e il 60%. La novità proposta ieri dal professor Cotecchia consiste nell’abbassamento di più della metà del rilevato, ossia di quella montagna di terra che rimodellerebbe il piede della frana e farebbe da contrappeso sulla pendice tra la zona spingente e la zona di resistenza della frana. Finora infatti l’altezza prevista per il rilevato era infatti di 36 metri e l’estensione in mare di 200. Cosa è cambiato? «In base agli studi effettuati – ha spiegato Cotecchia – è emerso che la frana dell’82 sia partita da valle e quindi dalle colate medio-profonde. La frana più sotto invece risulta più stabile. Per questo motivo riteniamo che con un rilevato di 15 metri potremmo stabilizzare la parte più pericolosa». A questo intervento dovranno aggiungersi le trincee drenanti, ossia una serie di setti profondi anche 40 metri in grado di abbassare il livello di acqua nel terreno e di contenere l’assorbimento di acqua nelle pendici in caso di piogge forti. L’estensione dell’interramento potrà essere decisa in seguito, in base alle opere che si costruiranno a mare (porto turistico e pescherecci), ma secondo i primi calcoli 130 metri potrebbero bastare. Serviranno quattro milioni e mezzo di metri cubi di terra che potrebbero arrivare, sempre secondo Cotecchia, dalle cave di Apiceno.

L’USCITA A OVEST. L’analisi dell’area in frana non è potuta prescindere da una serie di domande sull’uscita a ovest. «Il tracciato progettato è fuori o dentro l’area a rischio frana?» ha chiesto Nicola Sciulli (Rc). Cotecchia ha spiegato che il corpo B della frana, quello più consistente, sfora proprio alla Palombella e che quindi, un rischio c’è. «Ritengo – ha aggiunto scaldandosi Cotecchia – che il vero problema non sia la viabilità, ma la frana e questa deve essere la priorità». Un’affermazione in parte contraddetta dal geologo del Comune Stefano Cardellini che in base ai rilevamenti della Regione e del Comune ha dichiarato che la zona può essere consolidata e che quindi l’uscita a ovest non è rischiosa. Sciulli ha incalzato l’ingegnere, criticando il fatto che nello studio non sono mai stati espressi dei coefficienti di sicurezza. Altro nodo da sciogliere lo spostamento della terra per il rilevato. «Ci vorrebbero dieci anni – ha commentato Sciulli – per spostare tutta quella terra». Acceso anche l’intervento del collega di partito Edoardo Mentrasti in riferimento alle affermazioni del professore apparse sul Messaggero: «Caro Cotecchia – ha puntualizzato – come si permette di dire che l’Amministrazione non ha fatto nulla per la frana? I lavori sono cominciati e lei lo sa. Si limiti a fare il tecnico». Giovanni Zinni (An) ha invece annunciato che chiederà alle Ferrovie dello Stato se sono d’accordo con questo tipo di intervento «visto che in passato il sindaco aveva parlato di un atteggiamento di chiusura, mentre Cotecchia dice il contrario».

LA MAGGIORANZA. Sulla questione frana in maggioranza c’è un po’ di imbarazzo. Il mandato al professor Cotecchia è congelato e Rc e i Ds non sembrano nutrire troppa fiducia nell’esperto. Ora bisognerà decidere cosa fare. Il progetto che arriverà in consiglio comunale infatti dovrà essere condiviso per evitare una seconda bocciatura. Quindi o si dà l’ok a Cotecchia o si ricomincia da capo con un nuove tecnico. «Alla luce di questo incontro – ha assicurato ieri il capogruppo Ds Tiziano Lucioli – la maggioranza si riunirà al più presto, per discutere le novità e trovare una posizione unitaria».

 
IL RESTO DEL CARLINO
Perdita di gpl, scatta subito l'allarme

FALCONARA — Ieri mattina, poco prima delle 11, nella zona sud-ovest dell'Api, proprio nella parte che costeggia la ferrovia, si è verificata una modesta perdita di gpl, circa 200 kg, durante le operazioni di caricamento di un'autobotte in un piazzale. E' subito accorsa la squadra interna di pronto intervento, che ha nebulizzato acqua per ridurre la nuvola di emissione di vapori e la situazione è tornata normale alle 11.20 «senza rischi per lo stabilimento o tantomeno l'area esterna», come sta scritto in un comunicato dell'azienda. L'Api ha comunque avvisato i vigili del fuoco e gli enti competenti dell'inconveniente. Secondo i pompieri, arrivati sul posto quando la perdita era già stata tamponata, la fuoriuscita di gas potrebbe essere derivata da un guasto ad un braccio telescopico che collega l'impianto di pompaggio. Non è stato bloccato neppure il traffico ferroviario. E' stato comunque il forte odore di gas a far scattare l'allarme. Francesco Fuggetti, direttore di un consorzio di imprese che operano all'interno della raffineria, è stato tra quelli che alle 11 di ieri, insieme a centinaia di lavoratori, ha raggiunto il «punto di raccolta» di via Toselli, nella zona di deflusso sul lato mare, come stabilito dal piano di emergenza interna. «Si è trattato di una banale emergenza — ha spiegato — questo tipo di allarme è molto sofisticato e scatterebbe anche se, per esempio, qualcuno facesse uscire il gas di un accendino vicino ai sensori». Da parte loro, gli operatori hanno agito secondo procedura, ripetendo le operazioni eseguite durante le esercitazioni: i responsabili di ogni ditta hanno messo in sicurezza le rispettive officine, disalimentandone i quadri elettrici. Successivamente hanno raggiunto gli altri lavoratori, già recatisi al punto di raccolta».

Giancarli: tempi brevi per il Prg

FALCONARA — Il nodo del Piano regolatore (connesso alla permanenza, o allo spostamento, della Raffineria Api) va sciolto. Accogliendo una richiesta del sindaco, il presidente della Provincia, Enzo Giancarli, ha chiesto al presidente del consiglio provinciale, alla giunta e ai capigruppo di maggioranza che il Piano regolatore generale della cittadina sia iscritto al primo punto all'ordine del giorno del primo Consiglio provinciale utile. E che l'assemblea sia convocata non prima dell'esame definitivo del Prg da parte della commissione consiliare. La proposta è contenuta in una lettera inviata da Giancarli ai citati referenti istituzionali, con la sottolineatura che «è nei passaggi delicati che la maggioranza dimostra forza e coesione». «Tutti voi — scrive il presidente — conoscete il valore istituzionale e politico che assume l'approvazione del Prg falconarese, anche se va ribadito che questo atto e il rinnovo della concessione Api sono su piani diversi». Intanto Carletti sottolinea come «non si conosce esattamente il testo dell'ordine del giorno del Consiglio provinciale tranne che dovrebbe essere al primo punto del 17 marzo 2003. Questo rappresenta un traguardo importante. Si faceva conto che il Prg fosse al primo punto del giorno 10 marzo ma non sappiamo se sarà così. Giancarli ha dato assicurazioni in tal senso, tuttavia uno slittamento come quello di cui si è sentito dire non risulta pienamente comprensibile».

 
 
 
 
inizio pagina   rassegna stampa