La Provincia delude Carletti,
il 10 non voterà il prg
Se tutto andrà liscio il
Consiglio lo affronterà solo nella eventuale “prosecuzione”
del 17
di GIAMPAOLO MILZI
FALCONARA - Aveva bussato
alle porte “più in alto" della Provincia e giocato tutte le
carte: ma il chiacchieratissimo Prg '99 di Falconara, quello
che fa a pugni con l'Api, non sarà approvato nella seduta
del Consiglio provinciale del 10 marzo. Segno “picche" per
il sindaco di Falconara, che sul completamento dell'iter
della variante entro la data di lunedì prossimo, sembrava
aver puntato tutto forte di una presa di posizione della sua
maggioranza. Il no al sindaco è arrivato alle 17 di ieri,
dopo una giornata convulsa, apertasi con una polemica
anticipazione mattutina della fumata nera da parte del
presidente della Commissione Urbanistica della Provincia
Giuliano Brandoni, e conclusasi con la fissazione
dell'ordine del giorno del prossimo Consiglio provinciale da
parte della conferenza dei capigruppo. «Abbiamo fissato la
seduta del Consiglio per il 10 in unica convocazione, senza
inserire l'argomento Prg di Falconara all'ordine del giorno,
con eventuale prosecuzione per il 17 marzo», ha detto il
presidente del Consiglio Antonio Righi. Il che, tradotto dal
burocratese, significa che il 10 verranno esaurite tutte le
questioni in programma, tranne quella del Prg, che verrà
affrontata certamente il 17 (il riaggiornamento della seduta
ci sarà, i termini di "eventuale prosecuzione" sono una mera
formalità procedurale). Cambiamento di rotta dunque. Righi
sabato scorso, infatti, in una nota aveva precisato che «il
Prg di Falconara sarebbe stato sicuramente inserito nell'odg
del Consiglio provinciale del 10 marzo. Di più, aveva
aggiunto: «Considerata la particolarità del Prg di
Falconara, al quale la maggioranza che governa la Provincia
ha dedicato anche un'apposita riunione, proporrò in via del
tutto eccezionale, alla Conferenza dei capogruppo,
l'inserimento al primo punto del Consiglio provinciale del
10 marzo». La stessa assicurazione Righi, assieme al
presidente della Giunta provinciale Giancarli, l'aveva data
a Carletti venerdì scorso, quando il sindaco, accompagnato
dal suo assessore all'Ambiente Scortichini, si era reso
protagonista di un blitz in Provincia proprio per chiedere
con estrema risolutezza un'inversione dell'ordine del giorno
del Consiglio, con una risalita in pole-position del “punto
Prg" e una sua approvazione nella seduta del 10. Ieri Righi
ha spiegato: «La promessa al sindaco si basava sull'erronea
convinzione che la commissione urbanistica riuscisse ad
evadere l'iter del Prg entro sabato scorso. E invece, vista
la complessità dell'esame, ciò non è avvenuto. La conferenza
dei capogruppo ha dovuto prenderne atto. La Provincia,
comunque, anche in questo caso ha fatto il massimo per non
intralciare il lavoro di un Comune. La commissione
urbanistica si è già riunita due volte, e si è riconvocata
per l'11 marzo al fine di completare l'iter del Prg di
Falconara. Che dunque potrà essere discusso e approvato il
17 dal Consiglio provinciale. Mi auguro che quella seduta
basti, eventualmente potremmo anche decidere di protrarla ad
oltranza».
Brucia un autotreno. «Via
lo scalo merci»
Area insicura, l’assessore
Scortichini mette alle strette Trenitalia
di Giampaolo Milzi
Prende fuoco la motrice di un
autotreno, Villanova torna sull'orlo di una crisi di nervi e
l'assessore all'Ambiente di Falconara punta di nuovo il dito
sull'irrisolta e preoccupante convivenza fra il quartiere e
lo scalo ferroviario merci. Questa, in sintesi, la chiave di
lettura dell'incendio verificatosi alle 10.30 di ieri
nell'area dello scalo di via Castellarancia, spento in
mezz'ora dai vigili del fuoco che hanno evitato rischi per
le persone e limitato al massimo i danni. Il focolaio si è
sviluppato accidentalmente, per un corto circuito al quadro
elettrico del grosso veicolo da trasporto: in fumo la
motrice, salvi il trailer e il carico. «Un incidente casuale
e senza conseguenze, ma che ha procurato grande spavento fra
i residenti e pone di nuovo al centro dell'attenzione la
questione sicurezza del deposito ferroviario merci e la
prospettiva di una sua diversa collocazione», ha commentato
l'assessore comunale Scortichini. «Per quanto riguarda i
rischi - ha aggiunto - chiederò subito ai vigili del fuoco
di verificare se l'incidente si è verificato in un contesto
di rispetto delle misure di sicurezza e dall'altro di
accertare lo stato dell'attuazione di tali misure in tutto
lo scalo». Analoga richiesta Scortichini la presenterà
formalmente a Trenitalia. «E' vero che esiste un piano delle
Ferrovie per lo spostamento del deposito - ha concluso
l'assessore - ma in attesa che si passi dalle parole ai
fatti la struttura resta a ridosso delle abitazioni del
quartiere e continua a provocare disagi. Occorre dunque dare
subito risposte certe in termini di prevenzione e
contenimento degli incidenti».
«Spostate la ferrovia
Uscita a ovest? Attenti alla frana»
Intervista al progettista
Cotecchia
di CLAUDIA PASQUINI
«La ferrovia va spostata al
più presto. Per il collegamento porto-autostrada è inutile
decidere finché non sarà messa in sicurezza l’area in frana.
Il pericolo esiste, ogni giorno». Il professor Vincenzo
Cotecchia non si stanca di sottolineare che c’è una concreta
possibilità che il dramma di 20 anni fa possa ripetersi. Lo
dirà di nuovo oggi nel corso della commissione consiliare
sulla frana.
«Il progetto di cui parleremo
è sempre quello – spiega l’ingegnere – non c’è niente di
nuovo da aggiungere. Io parlo, ma non mi ascoltano».
Professor Cotecchia si sente
scavalcato?
«Ci sono abituato, è un modo
di gestire il territorio comune a tante amministrazioni. Ad
Ancona in particolar modo ho notato che le scelte di
carattere tecnico sono sempre subordinate agli accordi
politici. Così tra discorsi e chiacchiere è sfuggito anche
il momento giusto per il finanziamento».
Cosa ne pensa del progetto
per l’arretramento della ferrovia presentato dalla Provincia
qualche giorno fa?
«Era ora, lo sto ripetendo da
tempo. I binari lì sono a rischio e devono andarsene. Venti
anni fa la frana per una fortunata coincidenza non travolse
nessun treno. Ma se il fenomeno dovesse ripetersi le cose
potrebbero andare diversamente».
Il sindaco ha spedito a Roma
il progetto per l’uscita a ovest. Cosa ne pensa?
«Qualsiasi uscita è
condizionata dalla frana. Nord o Ovest è la stessa cosa se
non mettiamo in sicurezza l’area. L’uscita a Ovest
passerebbe alla Palombella e quindi siamo sempre in una zona
pericolosa. Nonostante ciò i lavori vanno a rilento. In
questa condizioni non è possibile neanche realizzare il
porto turistico. Gli interventi realizzati finora sono dei
“pannicelli caldi", niente di più».
Il professor Cotecchia fa
riferimento ai drenaggi superficiali. Le opere di reinterro
e i drenaggi profondi invece sono ancora al punto di
partenza. Il progetto per la messa in sicurezza è congelato
dal dicembre 2000 quando il consiglio comunale riunito in
seduta straordinaria, bocciò la proposta dell’ingegnere di
riprofilatura pesante: un rilevato che avrebbe creato una
collina di 36 metri. L’amministrazione comunale ora aspetta
con trepidazione gli esiti degli studi dell’Osservatorio
geofisico di Trieste e del Politecnico di Milano. In base ai
primi risultati resi noti nel dicembre scorso in occasione
del ventesimo anniversario della frana, gli esperti dei due
istituti avevano annunciato che dai primi rilevamenti
effettuati e contrariamente a quanto sostenuto da Cotecchia,
risulterebbe che il piede della frana finisce sulla
massicciata ferroviaria e non in mare. Un’ipotesi che se a
maggio avrà le conferme darà il via libera alla
riprofilatura leggera e funzionale alla seconda darsena del
porto turistico e al trasferimento del porto peschereccio e
decreterà la separazione definitiva tra il Comune e
Cotecchia. A quel punto si potrà rispolverare anche quel
progetto ambizioso ideato da Leonardo Benevolo per dare un
volto nuovo a Posatora. Da quartiere franato a parco urbano
con impianti sportivi, camping, agriturismi, viale alberato,
parcheggi scambiatori ed una passeggiata panoramica fino ad
un boschetto in riva al mare. Infine, l’arreatramento della
ferrovia, potrebbe consentire la realizzazione di una
spiaggia e di un’area turistico-balneare. |
L'ex
Montedison come casa: rumeni evacuati
di Andrea Massaro
FALCONARA — Lo avevano
trasformato nella loro casa. Ci avevano portato persino un
frigo, tanto per essere sicuri di mangiare cibi freschi e
non scaduti. Nove rumeni si sono dovuti però arrendere
domenica pomeriggio di fronte al blitz dei carabinieri del
nucleo radiomobile della compagnia di Ancona e della
stazione di Falconara. Quando i militari hanno fatto
irruzione nei locali dello stabilimento chimico in abbandono
da anni, si è spalancata davanti ai loro occhi una
situazione allucinante. I rumeni vivevano da due mesi in una
topaia, piena di rifiuti e di escrementi. Ma in compenso si
erano sistemati bene con materassi, persino un frigo. Alcuni
cavi agganciati dagli extracomunitari alle centraline della
corrente elettrica pubblica, hanno portato i carabinieri a
scoprire un'altra immagine di povera e triste e realtà. Le
stanze dell'ex Montedison, adibite a tetto per trascorrere
le gelide notti d'inverno, sono state evacuate. I rumeni
sono stati tutti accompagnati in questura per
l'identificazione. Nel frattempo sono stati denunciati per
furto di corrente elettrica. Le poche cose che gli
extracomunitari utilizzavano per ripararsi dal freddo e
altro materiale trovato nelle sporche stanze dello
stabilimento chimico, sono state tutte rimosse. I rumeni
sono andati incontro ad un pericolo enorme: tutta l'area
della Montedison, che si estende in una fetta di territorio
che solca il confine tra i comuni di Falconara e
Montemarciano, è altamente inquinata. Il terreno è ancora
denso di sostanze chimiche. La bonifica di questa cattedrale
nel deserto non è stata mai avviata. E nonostante le buone
intenzioni e i progetti sbandierati, mai nulla è stato
fatto. E il catafalco resta lì. Pronto ad essere persino
trasformato in casa da poveracci senza tetto.
A fuoco motrice di un
treno merci
FALCONARA — Ieri mattina,
attorno alle 10.30 nello scalo merci di via Castellaraccia,
all'altezza dell'abitato di Villanova un incendio,
presumibilmente causato da un corto circuito, ha distrutto
la motrice di un rimorchio che sostava in attesa di essere
caricato con una fornitura di sigarette provenienti dalla
manifattura di Chiaravalle. L'incendio, domato subito dai
vigili del fuoco, non ha provocato danni alle persone. Sul
posto sono stati presenti per tutta la durata delle
operazioni di spegnimento uomini della polizia municipale e
dell' Ufficio ambiente del Comune di Falconara, che ha anche
richiesto alla ditta una copia aggiornata del piano di
emergenza. Sul posto è subito intervenuto il Comitato
Villanova, uno dei quartieri adiacenti alla raffineria di
Falconara e allo scalo merci, per sottolineare la
pericolosità dell'area, ricordando che già nel novembre '97
ci fu un deragliamento di una ferrocisterna piena di gas,
che fu trovata con le pareti sottospessorate. E sulla
questione interviene anche l'assessore comunale all'Ambiente
Giancarlo Scortichini: «L'incendio di oggi (ieri ndr) e la
tensione che ha creato nei cittadini, dimostra la necessità
di trovare al più presto un'altra collocazione allo scalo
merci». |
Prg, i
tempi si allungano
Rinvio in
commissione, slitta la discussione in consiglio
di Emanuele
Coppari
Tanto tuonò
che piovve. Slitta il passaggio del piano regolatore di
Falconara in consiglio provinciale. Fumata nera ieri in
commissione a Palazzo di vetro. Troppo importante lo
strumento urbanistico destinato a tracciare le linee dello
sviluppo di un territorio ad alta tensione per affrettarci
tempi. L'esame dei Prg non si è concluso, verrà ripreso l'11
marzo. Troppo tardi per il consiglio del 10. E rinvio,
ulteriori intoppi permettendo, al 17.
Insomma le
preoccupazioni di Carletti & C. si sono rivelate fondate.
C'era il sospetto che il Prg di Falconara potesse finire in
fondo agli argomenti iscritti all'ordine del giorno della
riunione del consiglio provinciale del 10 marzo. Problema
risolto alla radice. Il 10 marzo il documento non verrà
sicuramente affrontato dall'assise. A tagliare la testa al
toro è stata la commissione provinciale di ieri mattina. Lo
strumento urbanistico è stato passato al setaccio solo in
parte. L'esame ha dato esito positivo stando ai primi
commenti, e per i contenuti che si è riusciti ad
approfondire non sarebbero state sollevate eccezioni
tecniche. Ma il lavoro di indagine tra le pieghe delle linee
dello sviluppo della città di Falconara non è ancora
concluso. La commissione si è aggiornata alla seduta
dell'11. A questo punto la conclusione del presidente della
Provincia Giancarli è lapalissiana: "Inopportuno discutere
il Prg in occasione del consiglio del 10", appena il giorno
prima. Tutto rimandato al 17 marzo. I prossimi due
appuntamenti del consiglio provinciale sono stati
calendarizzati ieri pomeriggio dalla conferenza dei
capigruppo. Come dire: il Prg di Falconara merita di essere
studiato a fondo. E allora, per dirla ancora con Giancarli,
"il consiglio potrà discuterlo solo dopo che la commissione
avrà completato il suo lavoro". Con una postilla. "Il piano
regolatore verrà messo comunque al primo punto dell'ordine
del giorno nel primo consiglio utile". L'11, probabilmente,
anche se non c'e certezza. E' slittamento, dunque.
Nonostante le raccomandazioni di Carletti che aveva bussato
alla porta di Giancarli per chiedere di accorciare i tempi
al massimo. In barba all'appello del presidente del
consiglio provinciale Antonio Righi che chiedendo
ufficialmente e con forza di mettere il Prg di Falconara al
primo posto della discussione in consiglio sollecitava ad
scacciare i fantasmi delle lungaggini dell'iter. Il ritardo
è anche un simbolico schiaffo alle forze politiche che
sostengono la maggioranza in Comune che avevano auspicato in
una nota l'approvazione immediata del piano.
“Al più
presto la consulta”
Il Prc
sollecita la riunione dell’organismo sull’ambiente
"La
Consulta per l'Ambiente deve essere convocata quanto prima
con la partecipazione delle associazioni e dei comitati".
Massimo Marcelli Fiori, capo gruppo di Rifondazione
Comunista, torna sulla questione della consulta con una
interrogazione poiché, dice "oltre alle incomprensibili
risposte già fornite dal sindaco in un precedente
intervento, ove il primo cittadino asseriva di non vedere la
necessità della convocazione della consulta in quanto “aveva
cambiato idea”, risultano in essere, progettazioni, proposte
scenari futuri che richiedono in maniera improcrastinabile
una conoscenza e un dibattito approfondito con tutti coloro
che a vario titolo si occupano di ambiente a Falconara". "La
consulta come del resto ci dicono lo statuto Comunale e il
regolamento comunale - afferma Marcelli Fiori - risulta
essere strumento essenziale per ottenere progetti “per la
città” che diventino “della città” e impedire scientemente
il dialogo e il confronto con tale realtà, come avvenuto
sino ad ora, significa calare in modo autoritario progetti
che necessitano di una condivisione ampia". "Confidiamo sul
senso di responsabilità dell'assessore all'ambiente -
prosegue il capo gruppo di Rc - affinché sia data
concretezza pratica alle decisioni assunte dal consiglio
comunale ritenendo assolutamente sbagliato e irriguardoso
nei confronti di tale decisione la risposta data alla
precedente interrogazione dal sindaco". Il rappresentante di
Rc, inoltre, chiede al presidente del consiglio comunale di
tutelare le decisioni prese dall'assemblea civica,
ricordando che il Regolamento Comunale per la Consulta
ambientale all'articolo 7 prevede la partecipazione delle
associazioni e comitati iscritti all'albo delle associazioni
operanti nel territorio comunale.
il
testo integrale dell'interrogazione
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