MESSAGGERO |
Le carte di
Carletti sul tavolo della partita con l'api
Una delle carte più sventolate
dal sindaco Carletti sul tavolo della partita in atto con la
raffineria è sempre stata quella del prg. Gran parte della
forza d’urto del sindaco di Falconara si era fino a ieri
sprigionata dalla ripetuta evocazione dell’incompatibilità
col territorio che lo strumento urbanistico affermerebbe nei
confronti del petrolchimico. Fattore ribadito di recente dal
fresco assessore comunale all’ambiente Giancarlo
Scortichini. E attorno a questo canovaccio, tra
punzecchiature e rinfacciamenti di voltagabbana, si era
sempre intrecciato il gioco delle parti. Poi il Messaggero
ha fatto una cosa molto semplice: i cronisti si sono
procurati copia del prg-spauracchio e si sono presi la briga
di leggerne il contenuto. E che cosa è emerso? Intanto che
il termine “incompatibilità" non vi figura mai, neppure di
striscio. Si parla piuttosto di “riconversione
ecocompatibile", di “riqualificazione" e di “contenimento
dei rischi". La possibilità di una svolta radicale è, se si
vuole, deducibile nella nuova variante che indica nel 2008
il termine di vigenza delle sue norme. E’ abbastanza per
preconizzare la dismissione degli impianti e per cambiare la
storia di Falconara? Secondo noi, no. E per un bel po’ di
ragioni. Una, innanzitutto, di carattere giuridico: il prg
infatti non ha forza di legge ed anzi, nell’ordinare le sue
previsioni, proprio delle leggi deve tener conto. Ma non
solo: il prg è soggetto al controllo del livello superiore.
E’ già all’esame della Provincia che entro marzo dovrà
esprimersi al riguardo. Significa che la sovranità e
l’autonomia comunale nella pianificazione urbanistica sono
un potere relativo, qualificante sì, ma non illimitato. E
ammesso che Carletti consideri ancora il prg - ormai
“scoperto" - un asso nella manica certo è illusorio pensare
che si tratti di una carta decisiva. Nessuno potrà mai non
riconoscere al sindaco Carletti di essersi impegnato assai
più dei suoi predecessori nell’affrontare la
questione-raffineria. Si è esposto come nessuno e si è
proposto come un modello di coerenza. Ma la coerenza, in una
questione tanto complessa, è esercizio davvero arduo.
Nell’incontro-scontro coi dipendenti della raffineria,
invitati tempo fa dal sindaco a considerare il bene primario
della qualità della vita collettiva, il professore ha dovuto
rinunciare a parte di questa coerenza cui tiene tanto. La
verità, ben presto emersa, è che per l’occupazione non ci
sono alternative. Non esiste uno straccio di progetto.
Questa è una carta perdente per Carletti, ingiocabile anche
a livello di bluff. E infatti, pressato da lavoratori e
sindacati nella polveriera del cinema Sport, ha dovuto
ripiegare su un atteggiamento possibilista: e ammettere che
la partita è ancora tutta aperta. Ben più strategica la
carta-Bohigas, il guru alle cui intuizioni il professore ha
affidato il destino di Falconara. La filosofia dello sbocco
a mare appare, date le caratteristiche del territorio, una
specie di scoperta dell’acqua calda. Ma proprio per questo è
del tutto plausibile. Bisognerà vedere fino a che punto il
supertecnico modellerà le sue visioni sulla strategia di
Carletti dalla cui amministrazione, immaginiamo, venga
retribuito con soddisfazione. Ma, sia compresa o meno la
raffineria nei disegni dell’architetto spagnolo e qualsiasi
panorama finirà con l’ipotizzare, sarà sempre imbarazzante
per chiunque smentire un luminare. Sindaco dunque tutt’altro
che in disarmo. E tuttavia consapevole di dover recuperare
alcuni punti ceduti per eccesso di sicumera. Solo in questa
prospettiva può leggersi il suo ultimissimo intervento
domenicale sulla stampa. Una invettiva contro le imprese che
anziché rappresentare una risorsa per il territorio lo
feriscono salvo poi provvedere a cure e assistenze
caritatevoli. L’Api, occorre dire, non viene nominata ma è
velleitario pensare che il sindaco si riferisse ad altri. Un
attacco andato a vuoto perché generico e affatto
circostanziato. L’Api, infatti, non ha abboccato. Nessuna
replica: ci fosse stata, avrebbe evidenziato una poderosa
coda di paglia. Attacco però da considerare nelle
motivazioni. Il sindaco sembra convergere su quello che
resta l’argomento forte a sua disposizione, la carta che può
essere giocata, efficacemente, in qualunque momento: il
problema, al quale fatalmente si ritorna, della
compatibilità ambientale. Falliti i tentativi di dirottare
su Falconara parte delle tasse che la raffineria paga alla
Regione - una forma di risarcimento per i guasti subiti da
reinvestire nella riqualificazione - Carletti ora può
spingere sull’acceleratore. Ma che cosa si può chiedere alla
raffineria? Che migliori la sicurezza e riduca al minimo
l’impatto dell’inquinamento. Non certamente che si
autodistrugga. Anche in questo campo la partita è più aperta
che mai. Il petrolchimico esibisce certificati di qualità
che non sono mai stati contestati nelle sedi ufficiali. E
non si sa quanto il sindaco Carletti possa trovare una
sponda utile ai suoi scopi nell’assessore regionale
all’Ambiente, Marco Amagliani (Rifondazione) entrato nella
giunta D’Ambrosio nell’ultimo rimpasto e, si dà il caso,
falconarese doc. Nella decisione di giugno sulla concessione
peseranno sì le questioni ambientali ma non solo: c’è da
spiegare, qualora si ponesse il disco rosso alla raffineria,
dove si andrebbe a recuperare l’equivalente del prodotto
interno lordo che lo stabilimento Api di Falconara assicura
all’economia marchigiana. Chi e come tapperebbe quella
falla? Come se non bastasse anche sul fronte ambientale si
pongono problemi di coerenza. Nell’area ex Enichem, a nord
dell’Api, il Comune intende procedere a uno scavo profondo
della cosiddetta spiaggia dei veleni. Scopo: concedere il
via libera alla lottizzazione che garantirebbe un recupero
di un’area appestata, oltretutto con evidenti ritorni
economici. Una bonifica pesante che, come ha scoperto il
Messaggero, il superperito Biancani avrebbe invece
sconsigliato perché rischiosa: potrebbe scatenare le polveri
chimiche in fase di quiescienza. Patata bollente che
Carletti sembra aver messo nelle mani del neo assessore
Scortichini, la cui nomina peraltro rischia di apparire come
una elargizione di facciata: il sindaco infatti ha avocato a
sé la delega all’urbanistica rafforzando il suo ruolo già
ampiamente egemone nell’esecutivo falconarese. Una forte
assunzione di responsabilità la sua. Ma anche un segnale di
sfiducia nel prossimo: quasi che nessun appoggio possa
essere più saldo della sua stessa determinazione. E, per
tornare al tavolo da gioco della nostra metafora, in assenza
di eventuali puntate degli interlocutori principali -
Provincia, Regione - è come se Carletti si apprestasse a
giocare fino all’ultimo la sua partita. Anche da solo.
Prendere o lasciare. |
|
IL RESTO DEL
CARLINO |
La città si apre al mare
FALCONARA — «Realizzare un
porto va di pari passo ad una serie di interventi necessari:
eliminare le strutture di scambio ferroviario, progettare un
nuovo ingresso alla città dotato di servizi e ricco di
attività economiche, fortemente qualificato e caratterizzato
dal punto di vista architettonico». Questo il succo della
relazione che l'architetto Riccardo Picciafuoco fece in
occasione dell'ultimo viaggio di Bohigas in Italia. Il porto
rappresenterebbe per la città quell'apertura verso mare
tanto menzionata dallo stesso sindaco Carletti. Il porto
commerciale e turistico dovrebbe sorgere alle spalle del
quartiere di Villanova. Una vera e propria struttura, anche
se di piccole dimensioni, per le imbarcazioni.
Rappresenterebbe il primo approccio ad uno sviluppo
tustico-commerciale mai fatto prima. Lo scopo di questa
struttura non è altro che quello di assorbire segmenti
funzionali del porto di Ancona. La progettazione del porto
fa parte di quell'ampliamento della zona nord della città.
Porto, Boncristiano
presidente?
FALCONARA — Il consigliere di
Forza Italia, Michele Boncristiano è sempre più vicino alla
presidenza della società che avrà il compito di sviluppare
le ipotesi progettuali sulla costruzione del porto turistico
commerciale di Falconara. Ieri si sono ritrovati i fautori
del progetto e i soggetti che entreranno a far parte della
società. Nulla trapela su chi realmente dirigerà tutte le
fasi che porteranno alla costruzione della struttura
portuale, ma sicuramente Michele Boncristiano è stato uno
dei primi a credere fortemente nella possibilità di mettere
in cantiere un progetto difficile già da immaginare. Il
sindaco Carletti aveva già fatto stilare alcune idee
all'architetto spagnolo Oriol Bohigas: un disegno che ha
ricevuto consensi e dissensi da parte della cittadinanza.
Molti i falconaresi che lo hanno appoggiato, anche se quello
degli abitanti di Villanva è stato un 'no' secco e deciso.
Prevalentemente l'incontro di ieri era focalizzato alla
ricerca della forma societaria più consona alle esigenze dei
partecipanti, in vista soprattutto della riforma prevista al
gennaio del 2004. «E' iniziata la procedura per la ricerca
della forma societaria più giusta anche in base agli apporti
dei pubblici e privati — ha detto il sindaco Carletti —. E'
stata una riunione dove abbiamo programmato un'altra serie
di incontri che ci porteranno a definire l'atto costitutivo
e lo statuto del nuovo organismo». La partecipazione
pubblica e quindi dell'amministrazione comunale si aggirerà
attorno al 20 o 30% il resto sarà costituito da apporti di
privati. «Sono molti — ha sottolineato Carletti — gli
imprenditori che si sono interessati al progetto, ma ancora
non abbiamo deciso chi saranno e con che quota entreranno a
far parte della società. Dobbiamo decidere tra una società
per azioni o una società a responsabilità limitata. Opteremo
per quella che più si adegua alle nostre necessità in base
alla riforma del nuovo sistema societario che entrerà in
vigore dal primo gennaio del 2004». Una volta formata, la
società (entro il 10 marzo) verrà costituito anche un
consiglio di amministrazione e il comitato dei revisori.
Nelle prossime riunioni sarà, poi, messo a punto l'atto
costitutivo, lo statuto, verranno, infine, definiti i
soggetti che aderiranno e le loro quote di partecipazione, i
conferimenti e la sede legale della società. Da lì il passo
che porta alla trasformazione delle ipotesi in progetto è
breve. Si darà il via al valzer di proposte che renderanno
più concreta e veritiera quella che fino ad oggi è stata,
appunto, solo un'ipotesi: un porto a Falconara.
«Patto di convivenza con
l'Api»: Lista Chiari e Coerenti ne discute
FALCONARA — 'Iniziative
politiche per un patto di convivenza territoriale tra la
comunità e l'industria Api'. Questo il tema
dell'incontro-dibattito organizzato dal movimento Chiari e
Coerenti che si terrà venerdì alle 17.30 all'hotel Touring
di Falconara. Un dibattito aperto a tutta la cittadinanza
proprio per consentire ai falconaresi di intervenire su
quello che è un tema di profonda attualità per la città.
Nutrita la schiera di partecipanti dell'Udc. Dal senatore,
Alessandro Forlani, ai consiglieri regionali, Luigi Viventi
e Francesco Massi. Eppoi il consigliere comunale Nunzio
Proto. A prendere parte all'incontro anche, Maria Grazia
Berdini del Pri e Cesare Giannoni del nuovo Psi.
Autorità portuale: ecco la
terna
ANCONA — Il presidente
dell'Interporto di Jesi, Roberto Pesaresi, il candidato a
sindaco per la Casa delle Libertà nelle scorse elezioni
amministrative, nonché avvocato, Maurizio Barbieri, e l'ex
direttore della raffineria Api, Giovanni Saronne, compongono
il tris dei papabili in corsa per ricoprire l'incarico di
presidente dell'autorità portuale. Uno di loro succederà ad
Alessandro Pavlidi, attuale presidente il cui mandato scadrà
alla fine del mese di agosto, ruolo che gli è stato
riconfermato quattro anni fa alla scadenza del primo
mandato. Perché tre nomi Il presidente dell'Autorità
portuale è nominato, previa intesa con la Regione, con
decreto dal ministro delle Infrastrutture nell'ambito di una
terna di esperti di massima, e comprovata, qualificazione
professionale nei settori economici, dei trasporti e
portuale. Le proposte saranno rispettivamente formulate
dalla Provincia, dal Comune e dalla Camera di Commercio,
industria, artigianato e agricoltura. La Provincia e il
Comune dovrebbero convergere sul nome di Roberto Pesaresi,
mentre tra Maurizio Barbieri e Giovanni Saronne («portato»
dagli industriali) scaturirà il nome che sarà avanzato dalla
Camera di Commercio. Il ministro competente, in questo caso
quello delle Infrastrutture, Lunardi, può rigettare i
nominativi che gli sono stati proposti e qualora il rifiuto
dovesse essere formulato per due volte verrebbe
automaticamente dichiarato il commissariamento dell'Autorità
portuale. Le esperienze Roberto Pesaresi neo assessore al
bilancio, ed ex assessore provinciale, ha preso in mano la
situazione economica di una città, come quella di Falconara,
che negli ultimi anni ha investito enormemente per
conquistare un patrimonio diventato per il sindaco Carletti
ormai indispensabile per la crescita del territorio.
Mantenere in equilibrio le finanze falconaresi non è certo
ruolo di poco conto. Presenterà il suo primo bilancio entro
il mese di marzo. Pesaresi, attualmente sembra essere il più
quotato anche in virtù dell'incarico di presidente
dell'Interporto di Jesi. Lui, la figura che dovrebbe
racchiudere le caratteristiche necessarie per ricoprire il
ruolo di presidente dell'Autorità portuale. Giovanni Saronne
ex direttore della raffineria Api ricopre allo stato attuale
un ruolo all'interno di Assindustria. E infine, Maurizio
Barbieri, candidato a sindaco nelle elezioni amministrative
per la Casa delle Libertà. |
|
|
|
|
|