Incompatibilità, è solo una parola: che non c’é
Siamo andati a controllare
che cosa contiene in realtà lo strumento urbanistico di cui
tanto si discute: in funzione della permanenza dell’Api
Nel prg si parla solo di
riconversione ecocompatibile, di riqualificazione e
contenimento dei rischi
FALCONARA - Sembra un libro
dei sogni, il cosiddetto nuovo piano regolatore generale di
Falconara. E come tutti i sogni, difficile da interpretare,
soprattutto nella parte dedicata ad Api e dintorni. Questa
l'impressione che si ha ascoltando le voci dei tanti galli
(rappresentanti delle istituzioni, politici ed opinionisti)
di cui abbiamo registrato il canto corale, ma non sempre
intonato, su un argomento foriero di polemiche infinite. Ma
anche le carte cantano, e ci siamo tolti lo sfizio di
ascoltare anch'esse. Il risultato? A dispetto del
consolidato mito della difficile decodificazione del
burocratese, la chiave di lettura della normativa comunale
che dovrebbe riesumare e rigenerare la qualità della vita
cittadina, cominciando con lo sciogliere l'intricato nodo
della “area occupata dagli impianti della raffineria Api e
la fascia di terreno che la separa dall'abitato di Villanova",
è chiaramente indicata in una paginetta. Prima scoperta: in
quella paginetta non c'è traccia della parola
“incompatibilità", parola piantata pubblicamente in molte
occasioni dal sindaco Carletti a mo' di paletto in
riferimento ai rapporti tra Falconara e il suo storico
megastabilimento ad altissimo rischio d'impatto ambientale.
Al concetto di incompatibilità la nuova variante al Prg
guarda in realtà in prospettiva, indicando come termine di
vigenza delle sue norme la scadenza della concessione Api. E
rimandando l'interprete alla lettura di una seconda
“variante puntuale", già in vigore e appena approdata per
l'iter burocratico presso l'ente Provincia, che stabilisce
quel termine nel 2008, anno in cui appunto scade la
concessione, il cui rinnovo è stato bocciato dal Tar. Ad
oggi e per il futuro prossimo dunque, le parole-codice da
tener presenti sono altre: “riconversione ecocompatibile",
“contenimento", “riqualificazione" e “riduzione dei rischi".
Per l'intera zona raffineria infatti il Prg, sotto il
titoletto “Obiettivi", «prefigura, a livello strategico, una
riconversione ecocompatibile delle attività esistenti,
mediante piani volti al risanamento ambientale e alla
profonda trasformazione urbanistica in grado di conciliare
le esigenze della salvaguardia e crescita dei livelli
occupazionali con il deciso miglioramento della qualità
ambientale ed urbana dei luoghi». Seconda scoperta: il
“contenimento" riguarda l'area «occupata dagli impianti
connessi direttamente o indirettamente all'attività di
raffinazione e/o produzione energetica all'interno
dell'attuale limite della raffineria». E quel limite è
indicato nella “normativa specifica di zona" che individua
una “sottozona A" - nelle carte topografiche del Prg è area
che va dal mare alla linea della ferrovia - in cui tra gli
usi ammessi figurano la produzione industriale normale e ad
alto rischio con annessi impianti di deposito e stoccaggio.
Eccolo, dunque, il contenimento: secondo la variante, già in
vigore, tutto ciò che ha a che fare con la produzione Api va
concentrato nella sottozona A, oltre i binari in direzione
mare, compreso dunque tutto quello che attualmente insiste
nelle altre due sottozone, dove «non è consentita l'attività
di raffinazione»: la B (che si affaccia sul litorale in
direzione sud verso il quartiere di Villanova), dove sono
ammesse solo attività di raccolta e smaltimento rifiuti e di
manutenzione e risanamento ambientale; la C (parallela alla
A, dalla linea ferrata verso l'interno) dove non è
consentito nemmeno «alcun tipo di lavorazione di prodotti
per la raffinazione» ma solo lo «stoccaggio in serbatoi
interrati». Il risultato di un contenimento di tale portata?
La sede degli uffici Api, decine di serbatoi, le pompe di
benzina, i parcheggi e tutti gli altri impianti di servizio
legati all'attività di raffinazione e a quella di produzione
elettrica della centrale Turbogas (situati tra la ferrovia e
la statale, al di là della statale verso l'interno e verso
Villanova) andrebbero elminati o ricollocati a ridosso della
costa. Ma da quando è entrato in vigore il Prg, alla faccia
delle sue norme e al di là delle rivoluzionarie
dichiarazioni pubbliche di Carletti, nulla si è mosso o è
stato ridimensionato. E quindi nessun passo concreto è stato
mosso in direzione della fatidica fase della
incompatibilità, di fatto prevista alla fine del 2008 dalla
“variantina" collegata alla variante generale.
2008, nelle carte c’è la
data-incubo
Se la Provincia dà l’ok al
prg, la “castagna” alla Regione
FALCONARA - Il sindaco
Carletti ribatte sul “tasto incompatibilità", il Tar ha
bocciato il ricorso aziendale per “riagguantare" una proroga
della concessione per la raffineria fino al 2020, la
variante al piano regolatore generale di Falconara (ovvero
il nuovo Prg) punta chiaro sul “contenimento" e la
“riconvesione ecocompatibile". E' davvero cominciato in modo
inesorabile il conto alla rovescia per lo sfratto dell'Api?
La “visita guidata" per la lettura delle carte con
l'ingegner Roberto Renzi, dirigente del settore assetto
territoriale e ambiente della Provincia, sembra ridurre al
minimo gli spazi di sopravvivenza in loco per lo
stabilimento più discusso dell'Adriatico. Ma allora come mai
tante chiacchiere, confronti e attese per il pronunciamento
della Regione a proposito della richiesta di rinnovo della
concessione da parte dell'Api? Un inutile “colpo di coda"
dei manager? Se, come è probabile, il nuovo Prg del '99,
peraltro già efficace, completerà vittorioso il suo iter in
Provincia per la definitiva approvazione entro metà marzo,
l'esito del pronunciamento della Regione, a meno di
spericolate interpretazioni sulla propria competenza
giuridica, dovrebbe essere uno scontato “no". In caso
contrario si prospetterebbe un inusitato conflitto: da un
lato il Prg '99 di Falconara (variante e variante “puntuale"
collegata) che ridimesiona fin da subito il complesso della
raffineria e ne fa scattare la completa incompatibilità con
la città nel 2008; dall'altro un atto della Regione che non
ne terrebbe conto, rinnovando la concessione fino al 2020.
Ma qualora si arrivasse a questo muro contro muro - sempre
volendoci richiamare ai principi del diritto (e
all'autorevole opinione dell'ing. Renzi) - il valore di
legge del Prg dovrebbe imporsi sul valore di atto
amministrativo della Regione. |