RASSEGNA STAMPA 21.02.2003

 

MESSAGGERO
Incompatibilità, è solo una parola: che non c’é

Siamo andati a controllare che cosa contiene in realtà lo strumento urbanistico di cui tanto si discute: in funzione della permanenza dell’Api

Nel prg si parla solo di riconversione ecocompatibile, di riqualificazione e contenimento dei rischi

FALCONARA - Sembra un libro dei sogni, il cosiddetto nuovo piano regolatore generale di Falconara. E come tutti i sogni, difficile da interpretare, soprattutto nella parte dedicata ad Api e dintorni. Questa l'impressione che si ha ascoltando le voci dei tanti galli (rappresentanti delle istituzioni, politici ed opinionisti) di cui abbiamo registrato il canto corale, ma non sempre intonato, su un argomento foriero di polemiche infinite. Ma anche le carte cantano, e ci siamo tolti lo sfizio di ascoltare anch'esse. Il risultato? A dispetto del consolidato mito della difficile decodificazione del burocratese, la chiave di lettura della normativa comunale che dovrebbe riesumare e rigenerare la qualità della vita cittadina, cominciando con lo sciogliere l'intricato nodo della “area occupata dagli impianti della raffineria Api e la fascia di terreno che la separa dall'abitato di Villanova", è chiaramente indicata in una paginetta. Prima scoperta: in quella paginetta non c'è traccia della parola “incompatibilità", parola piantata pubblicamente in molte occasioni dal sindaco Carletti a mo' di paletto in riferimento ai rapporti tra Falconara e il suo storico megastabilimento ad altissimo rischio d'impatto ambientale. Al concetto di incompatibilità la nuova variante al Prg guarda in realtà in prospettiva, indicando come termine di vigenza delle sue norme la scadenza della concessione Api. E rimandando l'interprete alla lettura di una seconda “variante puntuale", già in vigore e appena approdata per l'iter burocratico presso l'ente Provincia, che stabilisce quel termine nel 2008, anno in cui appunto scade la concessione, il cui rinnovo è stato bocciato dal Tar. Ad oggi e per il futuro prossimo dunque, le parole-codice da tener presenti sono altre: “riconversione ecocompatibile", “contenimento", “riqualificazione" e “riduzione dei rischi". Per l'intera zona raffineria infatti il Prg, sotto il titoletto “Obiettivi", «prefigura, a livello strategico, una riconversione ecocompatibile delle attività esistenti, mediante piani volti al risanamento ambientale e alla profonda trasformazione urbanistica in grado di conciliare le esigenze della salvaguardia e crescita dei livelli occupazionali con il deciso miglioramento della qualità ambientale ed urbana dei luoghi». Seconda scoperta: il “contenimento" riguarda l'area «occupata dagli impianti connessi direttamente o indirettamente all'attività di raffinazione e/o produzione energetica all'interno dell'attuale limite della raffineria». E quel limite è indicato nella “normativa specifica di zona" che individua una “sottozona A" - nelle carte topografiche del Prg è area che va dal mare alla linea della ferrovia - in cui tra gli usi ammessi figurano la produzione industriale normale e ad alto rischio con annessi impianti di deposito e stoccaggio. Eccolo, dunque, il contenimento: secondo la variante, già in vigore, tutto ciò che ha a che fare con la produzione Api va concentrato nella sottozona A, oltre i binari in direzione mare, compreso dunque tutto quello che attualmente insiste nelle altre due sottozone, dove «non è consentita l'attività di raffinazione»: la B (che si affaccia sul litorale in direzione sud verso il quartiere di Villanova), dove sono ammesse solo attività di raccolta e smaltimento rifiuti e di manutenzione e risanamento ambientale; la C (parallela alla A, dalla linea ferrata verso l'interno) dove non è consentito nemmeno «alcun tipo di lavorazione di prodotti per la raffinazione» ma solo lo «stoccaggio in serbatoi interrati». Il risultato di un contenimento di tale portata? La sede degli uffici Api, decine di serbatoi, le pompe di benzina, i parcheggi e tutti gli altri impianti di servizio legati all'attività di raffinazione e a quella di produzione elettrica della centrale Turbogas (situati tra la ferrovia e la statale, al di là della statale verso l'interno e verso Villanova) andrebbero elminati o ricollocati a ridosso della costa. Ma da quando è entrato in vigore il Prg, alla faccia delle sue norme e al di là delle rivoluzionarie dichiarazioni pubbliche di Carletti, nulla si è mosso o è stato ridimensionato. E quindi nessun passo concreto è stato mosso in direzione della fatidica fase della incompatibilità, di fatto prevista alla fine del 2008 dalla “variantina" collegata alla variante generale.

2008, nelle carte c’è la data-incubo

Se la Provincia dà l’ok al prg, la “castagna” alla Regione

FALCONARA - Il sindaco Carletti ribatte sul “tasto incompatibilità", il Tar ha bocciato il ricorso aziendale per “riagguantare" una proroga della concessione per la raffineria fino al 2020, la variante al piano regolatore generale di Falconara (ovvero il nuovo Prg) punta chiaro sul “contenimento" e la “riconvesione ecocompatibile". E' davvero cominciato in modo inesorabile il conto alla rovescia per lo sfratto dell'Api? La “visita guidata" per la lettura delle carte con l'ingegner Roberto Renzi, dirigente del settore assetto territoriale e ambiente della Provincia, sembra ridurre al minimo gli spazi di sopravvivenza in loco per lo stabilimento più discusso dell'Adriatico. Ma allora come mai tante chiacchiere, confronti e attese per il pronunciamento della Regione a proposito della richiesta di rinnovo della concessione da parte dell'Api? Un inutile “colpo di coda" dei manager? Se, come è probabile, il nuovo Prg del '99, peraltro già efficace, completerà vittorioso il suo iter in Provincia per la definitiva approvazione entro metà marzo, l'esito del pronunciamento della Regione, a meno di spericolate interpretazioni sulla propria competenza giuridica, dovrebbe essere uno scontato “no". In caso contrario si prospetterebbe un inusitato conflitto: da un lato il Prg '99 di Falconara (variante e variante “puntuale" collegata) che ridimesiona fin da subito il complesso della raffineria e ne fa scattare la completa incompatibilità con la città nel 2008; dall'altro un atto della Regione che non ne terrebbe conto, rinnovando la concessione fino al 2020. Ma qualora si arrivasse a questo muro contro muro - sempre volendoci richiamare ai principi del diritto (e all'autorevole opinione dell'ing. Renzi) - il valore di legge del Prg dovrebbe imporsi sul valore di atto amministrativo della Regione.

 
 
 
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