RASSEGNA STAMPA 18.02.2003

 

MESSAGGERO
No al by pass ferroviario I cittadini con Giancarli

FALCONARA - I Comitati cittadini di Falconara al fianco di Giancarli, presidente della Provincia, sulla questione ferrovia. Ne appoggiano la posizione, espressa al Messaggero il 16 Febbraio, sulla necessità di arretrarla da Aspio-Varano a Marotta. «Abbiamo appreso con molta soddisfazione della sua presa di posizione sull’arretramento della ferrovia - scrivono in una lettera - Il progetto interpreta il punto di vista di migliaia di residenti che non vedrebbero per niente risolti, anzi aggravati, i problemi di impatto sulla salute e sull'ambiente qualora si realizzasse il by pass, così come esposto fino ad oggi dalla Regione e dal Comune di Falconara». Chiari per i comitati di Villanova, Fiumesino e 25 Agosto i motivi per dire no al by pass detto Api: «in primo luogo, l'impatto devastante sulle condizioni di vita di migliaia di residenti dei quartieri Stadio, Fiumesino, Villanova e scuola Zambelli a causa del potenziamento della linea adriatica che, secondo i progetti, prevede lo standard obiettivo di quantità di offerta e livello di servizio in 300 treni/giorno con velocità max di 200 Km/h».

Area ad alto rischio, nasce il comitato

Regione, Provincia e Comuni al tavolo istituzionale presieduto da Amagliani. Entra anche la Cgil

E’ l’assessore regionale all’ambiente Marco Amagliani a presiedere il comitato istituzionale che dovrà coordinare le iniziative di risanamento dell’area ad alto rischio di Ancona, Falconara e Bassa Vallesina. Ne fanno parte la Provincia di Ancona, i Comuni e le forze politiche e sociali. Diversi gli argomenti affrontati dal comitato convocato dal presidente della Regione D’Ambrosio: i risultati degli adempimenti tecnici affidati ad Arpam ed Enea, le modalità per il piano di risanamento e gli indirizzi per l'istruttoria sul rinnovo della concessione all'Api. Il direttore dell'Arpam, Gisberto Paoloni, ha illustrato le analisi prodotte per il progetto preliminare al piano di risanamento contenute in «400 pagine di studio, una fotografia circostanziata con dati disaggregati per ogni aspetto, ma con una visione d'assieme sullo stato dell'area». Per l’assessore Amagliani «il tema centrale non é la raffineria, bensì l'ambiente. In merito al problema raffineria dobbiamo tener conto e risolvere la questione occupazionale. Ci sono vari piani d'intervento sui quali ci stiamo muovendo. Uno dei più importanti riguarda il Piano energetico-ambientale per le Marche che deve marciare assieme a quello energetico globale». Luigino Quarchioni, presidente di Legambiente, ritiene che l'Api debba ridurre nel tempo l'attività di raffinazione «ma questo non significa chiudere la struttura. L'azienda, però, deve fare passi in avanti per la sicurezza, anche ambientale, dell'area». D’accordo con l’azione del comitato si è detto Carlo Lucarelli, presidente di Confindustria Marche: «dobbiamo trovare un punto di ragionevolezza nel rispetto delle normative e del diritto nell'ambito dei quali ha agito l'Api e che non possono essere cambiati in corso d'opera». Per Emilio D'Alessio, invece, assessore comunale di Ancona, «anticipare l'evoluzione delle norme o addirittura andar oltre è una strategia vincente». Il responsabile dell'autorità ambientale, Antonio Minetti, ha annunciato la creazione di un gruppo di lavoro per la predisposizione delle basi del piano energetico ambientale delle Marche. Oscar Barchiesi, segretario della Cgil, che in un primo momento aveva rinunciato a partecipare al comitato, si augura «che le condizioni siano cambiate. Nella concertazione nessuno deve decidere per gli altri. Per quanto ci riguarda è essenziale che siano date certezze ai lavoratori, non come nel caso della Liquigas».

 
IL RESTO DEL CARLINO
«Prima di tutto il problema occupazionale»

FALCONARA — Sempre più intense le iniziative per il risanamento dell' area ad alto rischio di Ancona, Falconara e Bassa Vallesina: la Regione, su iniziativa del presidente della giunta Vito D'Ambrosio, ha convocato ieri il Comitato istituzionale appositamente istituito, delegando l'assessore Marco Amagliani a presiederlo. Diversi gli argomenti in discussione: i risultati degli adempimenti tecnici affidati ad Arpam ed Enea, le modalità per il piano di risanamento e gli indirizzi per l'istruttoria sul rinnovo della concessione all'Api. Il direttore dell' Arpam, Gisberto Paoloni, ha illustrato brevemente le analisi prodotte per il progetto preliminare al piano di risanamento. «Il tema centrale non è la raffineria — ha detto Amagliani — bensì l'ambiente». In merito al problema raffineria, «dobbiamo tener conto e risolvere — ha affermato Amagliani — la questione occupazionale, altrimenti non avremo sciolto nessun problema. Ci sono vari piani d' intervento sui quali ci stiamo muovendo. Uno dei più importanti riguarda il Piano energetico-ambientale per le Marche che deve marciare assieme a quello energetico globale». Secondo Luigino Quarchioni, presidente di Legambiente, l' Api deve ridurre nel tempo l' attività di raffinazione, «ma questo non significa chiudere la struttura, tantomeno farlo domani mattina». È' importante non porre limiti e steccati invalicabili — ha osservato Carlo Lucarelli, presidente di Confindustria Marche — . Noi siamo d' accordo con l'azione che il Comitato deve svolgere». Emilio D'Alessio, assessore comunale di Ancona, ha invece rilevato: «Anticipare l' evoluzione delle norme o addirittura andar oltre, quando necessario, è una strategia vincente».

 
CORRIERE ADRIATICO

Ambiente, confronto aperto

Riparte il tavolo istituzionale per il piano di risanamento

 “Faccio un mea culpa per ciò che non ha funzionato, in particolare per la mancanza di certezze, approfondimenti e studi. Situazione che abbiamo colmato con dati  scientificamente certi. Il tema centrale non è la raffineria, bensì l'ambiente. In merito al problema rappresentato dall'Api dobbiamo tener conto e risolvere la questione occupazionale, altrimenti non avremo sciolto nessun problema. Ci sono vari piani d'intervento sui quali ci stiamo muovendo. Uno dei più un importanti riguarda il piano energetico-ambientale per le Marche che deve marciare assieme a quello energetico globale".

L'intervento dell'assessore regionale all'ambiente Marco Amagliani durante la riunione del Comitato Istituzionale per il risanamento dell'area ad alto rischio di crisi ambientale svoltasi ieri in Regione ha messo d'accordo associazioni ambientaliste e sindacati che hanno espresso soddisfazione per la riapertura del confronto. Fra oli argomenti discussi durante l’incontro cui hanno preso parte anche Provincia di Ancona, Comuni e  forze politiche e sociali interessate al problema anche i risultati degli adempimenti tecnici affidati ad Arpam ed Enea, le modalità per il piano di risanamento e gli indirizzi per l'istruttoria sul rinnovo della concessione all'Api. Il direttore dell'Arpam, Gisberto Paoloni, ha illustrato brevemente le analisi prodotte per il progetto preliminare al piano di risanamento, “400 pagine di studio - ha detto - un fotografia circostanziata con dati disaggregati per ogni aspetto, ma una visione d'assieme sullo stato dell'area". Secondo Luigino Quarchioni, presidente di Legambiente l’Api deve ridurre nel tempo l'attività di raffinazione "ma che questo non significa chiudere la struttura, tantomeno farlo domani mattina. L'azienda, però, deve fare passi in avanti per la sicurezza, anche ambientale, dell'area". "E' importante non porre limiti e steccati invalicabili - ha precisato Carlo Lucarelli, presidente di Confindustria Marche - noi siamo d'accordo con l’azione che il Comitato deve svolgere. Su questi aspetti dobbiamo trovare un punto di ragionevolezza nel rispetto delle normative e del diritto nell'ambito dei quali ha agito l'Api e che non possono essere cambiati in corso d'opera". Parere totalmente diverso è stato espresso dall'assessore all'urbanistica del comune di Ancona, Emilio D'Alessio il quale assicura: "anticipare l'evoluzione delle norme o addirittura andar oltre, quando necessario, è una strategia vincente". "Ci auguriamo che le condizioni siano cambiate - ha detto Oscar Barchiesi segretario generale della Cgil, sigla che in un primo momento aveva rinunciato a partecipare al comitato - perché nella concertazione nessuno deve decidere per gli altri. Per quanto ci riguarda è essenziale che siano date certezze ai lavoratori, non come nel caso della Liquigas.

“Api, salvaguardare la salute”

SDI, assemblea sulla concessione

La questione dell'Api al vaglio della sezione falconarese dei Socialisti democratici italiani. Nel corso di una riunione, a cui hanno partecipato i massimi vertici del partito locali, provinciali e regionali è stato ribadito che si tratta di una delle questioni più rilevanti dell'intero territorio regionale. Secondo lo Sdi, è necessario “velocizzare i lavori del tavolo istituzionale permanente. Questo tavolo dovrà diventare sede di concertazione allargata alle forze sociali e alle associazioni di categoria e dovrà essere la sede istituzionale che fisserà le condizioni per l'eventuale rinnovo della concessione alla raffineria". Inoltre secondo i socialisti è necessario rispettare e garantire la salvaguardia della salute e dell'ambiente nonché l'occupazione.

Idrogeno, energia pulita

Un libro per tutti i cittadini. La proposta rivolta all'Api

(di Renzo Rossi Passeri - Città sorelle Comunità Creative)

Sul Corriere Adriatico è pubblicata l'intervista al direttore dell'Api Franco Bellucci, che inizia parlando di "potenziali investimenti soprattutto sulla produzione dell'idrogeno". "Economia all'idrogeno” è il titolo del libro di Jeremy Rifkin, futurologo di fama mondiale (Edizione Saggi - Mondadori) nel quale si esprimono idee "per capire un'imminente svolta epocale" e trovare la via d'uscita dalla crisi, "in una nuova rivoluzionaria fonte di energia: l'idrogeno". Nella presentazione si sottolinea che l'idrogeno è l'elemento chimico più semplice e più diffuso nell'universo, nonché il principale costituente delle stelle e del sole; se adeguatamente sfruttato, potrebbe diventare il carburante perpetuo, inesauribile e del tutto esente da emissioni inquinanti". L'importanza vitale dell'economia all'idrogeno è stata evidenziata dal sindaco di Amburgo (Germania) all'inaugurazione del primo distributore europeo di idrogeno il 12 gennaio 1999. "Le strade sarebbero silenziose. Solo il rumore del rotolamento dei pneumatici e il soffio del vento, invece del rombo degli scappamenti. La città sarebbe pulita, perché le emissioni inquinanti sarebbero pressoché ridotte a zero. I pedoni a passeggio sui marciapiedi avrebbero una migliore disposizione d'animo, e i turisti non eviterebbero le strade, rifugiandosi nei locali e nei negozi, potendosi godere limpidi tramonti all'aria aperta”. Da uno studio dell'Università "La Sapienza" di Roma, la nuova economia all'idrogeno può creare in Italia, centomila posti di lavoro subito e altre centinaia di migliaia nel prossimo futuro. Da queste novità si può comprendere l'importanza della scelta dell'Api, nel puntare sulla produzione dell'idrogeno, carburante perpetuo. Cultura del cambiamento. Per promuovere la cultura del cambiamento, necessaria per progettare il futuro, si propone all'Api di regalare al Comune di Falconara Marittima e a tutti i Comuni della provincia di Ancona, una copia dell'ormai famoso libro "Economia all’idrogeno", ricco di idee per istituire il primo regime energetico veramente democratico, nella storia dell'Umanità. Sarà quindi facile propagare la cultura del cambiamento a tutte le province della nostra amata regione Marche.

 
IL MATTINO
 «Tragedia annunciata: era una carretta del mare»

Il verde Moruzzi: in un anno la nave sequestrata tre volte

Anche la «Tor 1» era una carretta del mare: lo afferma il consigliere marchigiano dei Verdi Marco Moruzzi, secondo cui «verificando l’esito dei controlli effettuati nei porti europei su questa imbarcazione, negli ultimi 12 mesi, per ben sei volte, nella nave sono state riscontrate 58 irregolarità e insufficienze gravi». Carenze, precisa il consigliere, riguardanti il motore, il sistema radio, i mezzi antincendio, la capacità di navigazione, gli strumenti di sicurezza e salvataggio, l’equipaggio, le pompe di svuotamento in caso di allagamento e la sicurezza strutturale. «Durante tre di questi sei controlli, la nave - afferma Moruzzi - è stata addirittura fermata e sequestrata dalle autorità portuali di Siviglia (Spagna), Eleusis (Grecia), Kolding (Danimarca), per ben cinque giorni». Proprio Moruzzi, nel gennaio scorso, aveva guidato la manifestazione con barche a vela contro la presenza della petroliera monoscafo Moskovski Festival, allontanata dalle acque territoriali spagnole dopo il disastro della Prestige, e «giunta a scaricare olio combustibile pesante nei porti dell’Adriatico». Nelle settimane successive, dopo il naufragio della Nicole al largo del Conero, Moruzzi aveva presentato un dossier contenente un elenco di «carrette dei mari», oltre a una disamina del fenomeno delle bandiere ombra, e dei meccanismi che consentono ad armatori e proprietari del carico di «sottrarsi a ogni responsabilità su eventuali danni provocati dagli incidenti». «È urgente - rimarca Moruzzi - una riforma delle norme che ancora oggi consentono la circolazione di queste navi, vere e proprie mine vaganti sia per lo stesso equipaggio che per l’ambiente». «L’anno scorso, prima di passare all’ultimo proprietario, la Tor 1 era stata venduta dalla società libanese Almina Intermed a quella americana Beta Shipping Ldt0, perché queste «carrette» hanno un preciso spazio di mercato, quello di effettuare trasporti a basso costo, resi possibili dal sistema delle bandiere di comodo di paesi che come Tonga, che iscrivono nei loro registri navali anche rottami galleggianti.

 
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