MESSAGGERO |
No al by
pass ferroviario I cittadini con Giancarli
FALCONARA - I Comitati
cittadini di Falconara al fianco di Giancarli, presidente
della Provincia, sulla questione ferrovia. Ne appoggiano la
posizione, espressa al Messaggero il 16 Febbraio, sulla
necessità di arretrarla da Aspio-Varano a Marotta. «Abbiamo
appreso con molta soddisfazione della sua presa di posizione
sull’arretramento della ferrovia - scrivono in una lettera -
Il progetto interpreta il punto di vista di migliaia di
residenti che non vedrebbero per niente risolti, anzi
aggravati, i problemi di impatto sulla salute e
sull'ambiente qualora si realizzasse il by pass, così come
esposto fino ad oggi dalla Regione e dal Comune di
Falconara». Chiari per i comitati di Villanova, Fiumesino e
25 Agosto i motivi per dire no al by pass detto Api: «in
primo luogo, l'impatto devastante sulle condizioni di vita
di migliaia di residenti dei quartieri Stadio, Fiumesino,
Villanova e scuola Zambelli a causa del potenziamento della
linea adriatica che, secondo i progetti, prevede lo standard
obiettivo di quantità di offerta e livello di servizio in
300 treni/giorno con velocità max di 200 Km/h».
Area ad alto rischio,
nasce il comitato
Regione, Provincia e Comuni
al tavolo istituzionale presieduto da Amagliani. Entra anche
la Cgil
E’ l’assessore regionale
all’ambiente Marco Amagliani a presiedere il comitato
istituzionale che dovrà coordinare le iniziative di
risanamento dell’area ad alto rischio di Ancona, Falconara e
Bassa Vallesina. Ne fanno parte la Provincia di Ancona, i
Comuni e le forze politiche e sociali. Diversi gli argomenti
affrontati dal comitato convocato dal presidente della
Regione D’Ambrosio: i risultati degli adempimenti tecnici
affidati ad Arpam ed Enea, le modalità per il piano di
risanamento e gli indirizzi per l'istruttoria sul rinnovo
della concessione all'Api. Il direttore dell'Arpam, Gisberto
Paoloni, ha illustrato le analisi prodotte per il progetto
preliminare al piano di risanamento contenute in «400 pagine
di studio, una fotografia circostanziata con dati
disaggregati per ogni aspetto, ma con una visione d'assieme
sullo stato dell'area». Per l’assessore Amagliani «il tema
centrale non é la raffineria, bensì l'ambiente. In merito al
problema raffineria dobbiamo tener conto e risolvere la
questione occupazionale. Ci sono vari piani d'intervento sui
quali ci stiamo muovendo. Uno dei più importanti riguarda il
Piano energetico-ambientale per le Marche che deve marciare
assieme a quello energetico globale». Luigino Quarchioni,
presidente di Legambiente, ritiene che l'Api debba ridurre
nel tempo l'attività di raffinazione «ma questo non
significa chiudere la struttura. L'azienda, però, deve fare
passi in avanti per la sicurezza, anche ambientale,
dell'area». D’accordo con l’azione del comitato si è detto
Carlo Lucarelli, presidente di Confindustria Marche:
«dobbiamo trovare un punto di ragionevolezza nel rispetto
delle normative e del diritto nell'ambito dei quali ha agito
l'Api e che non possono essere cambiati in corso d'opera».
Per Emilio D'Alessio, invece, assessore comunale di Ancona,
«anticipare l'evoluzione delle norme o addirittura andar
oltre è una strategia vincente». Il responsabile
dell'autorità ambientale, Antonio Minetti, ha annunciato la
creazione di un gruppo di lavoro per la predisposizione
delle basi del piano energetico ambientale delle Marche.
Oscar Barchiesi, segretario della Cgil, che in un primo
momento aveva rinunciato a partecipare al comitato, si
augura «che le condizioni siano cambiate. Nella
concertazione nessuno deve decidere per gli altri. Per
quanto ci riguarda è essenziale che siano date certezze ai
lavoratori, non come nel caso della Liquigas». |
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IL RESTO DEL
CARLINO |
«Prima di
tutto il problema occupazionale»
FALCONARA — Sempre più
intense le iniziative per il risanamento dell' area ad alto
rischio di Ancona, Falconara e Bassa Vallesina: la Regione,
su iniziativa del presidente della giunta Vito D'Ambrosio,
ha convocato ieri il Comitato istituzionale appositamente
istituito, delegando l'assessore Marco Amagliani a
presiederlo. Diversi gli argomenti in discussione: i
risultati degli adempimenti tecnici affidati ad Arpam ed
Enea, le modalità per il piano di risanamento e gli
indirizzi per l'istruttoria sul rinnovo della concessione
all'Api. Il direttore dell' Arpam, Gisberto Paoloni, ha
illustrato brevemente le analisi prodotte per il progetto
preliminare al piano di risanamento. «Il tema centrale non è
la raffineria — ha detto Amagliani — bensì l'ambiente». In
merito al problema raffineria, «dobbiamo tener conto e
risolvere — ha affermato Amagliani — la questione
occupazionale, altrimenti non avremo sciolto nessun
problema. Ci sono vari piani d' intervento sui quali ci
stiamo muovendo. Uno dei più importanti riguarda il Piano
energetico-ambientale per le Marche che deve marciare
assieme a quello energetico globale». Secondo Luigino
Quarchioni, presidente di Legambiente, l' Api deve ridurre
nel tempo l' attività di raffinazione, «ma questo non
significa chiudere la struttura, tantomeno farlo domani
mattina». È' importante non porre limiti e steccati
invalicabili — ha osservato Carlo Lucarelli, presidente di
Confindustria Marche — . Noi siamo d' accordo con l'azione
che il Comitato deve svolgere». Emilio D'Alessio, assessore
comunale di Ancona, ha invece rilevato: «Anticipare l'
evoluzione delle norme o addirittura andar oltre, quando
necessario, è una strategia vincente». |
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CORRIERE ADRIATICO |
Ambiente,
confronto aperto
Riparte il
tavolo istituzionale per il piano di risanamento
“Faccio un
mea culpa per ciò che non ha funzionato, in particolare per
la mancanza di certezze, approfondimenti e studi. Situazione
che abbiamo colmato con dati scientificamente certi. Il
tema centrale non è la raffineria, bensì l'ambiente. In
merito al problema rappresentato dall'Api dobbiamo tener
conto e risolvere la questione occupazionale, altrimenti non
avremo sciolto nessun problema. Ci sono vari piani
d'intervento sui quali ci stiamo muovendo. Uno dei più un
importanti riguarda il piano energetico-ambientale per le
Marche che deve marciare assieme a quello energetico
globale".
L'intervento dell'assessore regionale all'ambiente Marco
Amagliani durante la riunione del Comitato Istituzionale per
il risanamento dell'area ad alto rischio di crisi ambientale
svoltasi ieri in Regione ha messo d'accordo associazioni
ambientaliste e sindacati che hanno espresso soddisfazione
per la riapertura del confronto. Fra oli argomenti discussi
durante l’incontro cui hanno preso parte anche Provincia di
Ancona, Comuni e forze politiche e sociali interessate al
problema anche i risultati degli adempimenti tecnici
affidati ad Arpam ed Enea, le modalità per il piano di
risanamento e gli indirizzi per l'istruttoria sul rinnovo
della concessione all'Api. Il direttore dell'Arpam, Gisberto
Paoloni, ha illustrato brevemente le analisi prodotte per il
progetto preliminare al piano di risanamento, “400 pagine di
studio - ha detto - un fotografia circostanziata con dati
disaggregati per ogni aspetto, ma una visione d'assieme
sullo stato dell'area". Secondo Luigino Quarchioni,
presidente di Legambiente l’Api deve ridurre nel tempo
l'attività di raffinazione "ma che questo non significa
chiudere la struttura, tantomeno farlo domani mattina.
L'azienda, però, deve fare passi in avanti per la sicurezza,
anche ambientale, dell'area". "E' importante non porre
limiti e steccati invalicabili - ha precisato Carlo
Lucarelli, presidente di Confindustria Marche - noi siamo
d'accordo con l’azione che il Comitato deve svolgere. Su
questi aspetti dobbiamo trovare un punto di ragionevolezza
nel rispetto delle normative e del diritto nell'ambito dei
quali ha agito l'Api e che non possono essere cambiati in
corso d'opera". Parere totalmente diverso è stato espresso
dall'assessore all'urbanistica del comune di Ancona, Emilio
D'Alessio il quale assicura: "anticipare l'evoluzione delle
norme o addirittura andar oltre, quando necessario, è una
strategia vincente". "Ci auguriamo che le condizioni siano
cambiate - ha detto Oscar Barchiesi segretario generale
della Cgil, sigla che in un primo momento aveva rinunciato a
partecipare al comitato - perché nella concertazione nessuno
deve decidere per gli altri. Per quanto ci riguarda è
essenziale che siano date certezze ai lavoratori, non come
nel caso della Liquigas.
“Api, salvaguardare la salute”
SDI,
assemblea sulla concessione
La
questione dell'Api al vaglio della sezione falconarese dei
Socialisti democratici italiani. Nel corso di una riunione,
a cui hanno partecipato i massimi vertici del partito
locali, provinciali e regionali è stato ribadito che si
tratta di una delle questioni più rilevanti dell'intero
territorio regionale. Secondo lo Sdi, è necessario
“velocizzare i lavori del tavolo istituzionale permanente.
Questo tavolo dovrà diventare sede di concertazione
allargata alle forze sociali e alle associazioni di
categoria e dovrà essere la sede istituzionale che fisserà
le condizioni per l'eventuale rinnovo della concessione alla
raffineria". Inoltre secondo i socialisti è necessario
rispettare e garantire la salvaguardia della salute e
dell'ambiente nonché l'occupazione.
Idrogeno,
energia pulita
Un libro
per tutti i cittadini. La proposta rivolta all'Api
(di Renzo
Rossi Passeri - Città sorelle Comunità Creative)
Sul
Corriere Adriatico è pubblicata l'intervista al direttore
dell'Api Franco Bellucci, che inizia parlando di "potenziali
investimenti soprattutto sulla produzione dell'idrogeno".
"Economia all'idrogeno” è il titolo del libro di Jeremy
Rifkin, futurologo di fama mondiale (Edizione Saggi -
Mondadori) nel quale si esprimono idee "per capire
un'imminente svolta epocale" e trovare la via d'uscita dalla
crisi, "in una nuova rivoluzionaria fonte di energia:
l'idrogeno". Nella presentazione si sottolinea che
l'idrogeno è l'elemento chimico più semplice e più diffuso
nell'universo, nonché il principale costituente delle stelle
e del sole; se adeguatamente sfruttato, potrebbe diventare
il carburante perpetuo, inesauribile e del tutto esente da
emissioni inquinanti". L'importanza vitale dell'economia
all'idrogeno è stata evidenziata dal sindaco di Amburgo
(Germania) all'inaugurazione del primo distributore europeo
di idrogeno il 12 gennaio 1999. "Le strade sarebbero
silenziose. Solo il rumore del rotolamento dei pneumatici e
il soffio del vento, invece del rombo degli scappamenti. La
città sarebbe pulita, perché le emissioni inquinanti
sarebbero pressoché ridotte a zero. I pedoni a passeggio sui
marciapiedi avrebbero una migliore disposizione d'animo, e i
turisti non eviterebbero le strade, rifugiandosi nei locali
e nei negozi, potendosi godere limpidi tramonti all'aria
aperta”. Da uno studio dell'Università "La Sapienza" di
Roma, la nuova economia all'idrogeno può creare in Italia,
centomila posti di lavoro subito e altre centinaia di
migliaia nel prossimo futuro. Da queste novità si può
comprendere l'importanza della scelta dell'Api, nel puntare
sulla produzione dell'idrogeno, carburante perpetuo. Cultura
del cambiamento. Per promuovere la cultura del cambiamento,
necessaria per progettare il futuro, si propone all'Api di
regalare al Comune di Falconara Marittima e a tutti i Comuni
della provincia di Ancona, una copia dell'ormai famoso libro
"Economia all’idrogeno", ricco di idee per istituire il
primo regime energetico veramente democratico, nella storia
dell'Umanità. Sarà quindi facile propagare la cultura del
cambiamento a tutte le province della nostra amata regione
Marche. |
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IL MATTINO |
«Tragedia
annunciata: era una carretta del mare»
Il verde Moruzzi: in un anno
la nave sequestrata tre volte
Anche la «Tor 1» era una
carretta del mare: lo afferma il consigliere marchigiano dei
Verdi Marco Moruzzi, secondo cui «verificando l’esito dei
controlli effettuati nei porti europei su questa
imbarcazione, negli ultimi 12 mesi, per ben sei volte, nella
nave sono state riscontrate 58 irregolarità e insufficienze
gravi». Carenze, precisa il consigliere, riguardanti il
motore, il sistema radio, i mezzi antincendio, la capacità
di navigazione, gli strumenti di sicurezza e salvataggio,
l’equipaggio, le pompe di svuotamento in caso di allagamento
e la sicurezza strutturale. «Durante tre di questi sei
controlli, la nave - afferma Moruzzi - è stata addirittura
fermata e sequestrata dalle autorità portuali di Siviglia
(Spagna), Eleusis (Grecia), Kolding (Danimarca), per ben
cinque giorni». Proprio Moruzzi, nel gennaio scorso, aveva
guidato la manifestazione con barche a vela contro la
presenza della petroliera monoscafo Moskovski Festival,
allontanata dalle acque territoriali spagnole dopo il
disastro della Prestige, e «giunta a scaricare olio
combustibile pesante nei porti dell’Adriatico». Nelle
settimane successive, dopo il naufragio della Nicole al
largo del Conero, Moruzzi aveva presentato un dossier
contenente un elenco di «carrette dei mari», oltre a una
disamina del fenomeno delle bandiere ombra, e dei meccanismi
che consentono ad armatori e proprietari del carico di
«sottrarsi a ogni responsabilità su eventuali danni
provocati dagli incidenti». «È urgente - rimarca Moruzzi -
una riforma delle norme che ancora oggi consentono la
circolazione di queste navi, vere e proprie mine vaganti sia
per lo stesso equipaggio che per l’ambiente». «L’anno
scorso, prima di passare all’ultimo proprietario, la Tor 1
era stata venduta dalla società libanese Almina Intermed a
quella americana Beta Shipping Ldt0, perché queste
«carrette» hanno un preciso spazio di mercato, quello di
effettuare trasporti a basso costo, resi possibili dal
sistema delle bandiere di comodo di paesi che come Tonga,
che iscrivono nei loro registri navali anche rottami
galleggianti. |
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