«E'
necessario un progetto reale per la città»
FALCONARA — «Negando il
rinnovo della concessione all'Api-Igcc, diventa matura e
doverosa una riflessione sull'opportunità che è offerta al
nostro territorio». L'Area d'Iniziativa culturale per il
rinnovamento della politica chiede una riflessione tale da
coinvolgere i cittadini, le forze politiche, sindacali e
sociali, la città di Ancona, la Regione, la Provincia e le
organizzazioni imprenditoriali per le conseguenze positive
in termini economici e occupazionali. «Non rinnovare la
concessione all'Api e Igcc — dicono — significa confrontarsi
su progetti di sviluppo. Porto, aeroporto e interporto non
possono prescindere da questa prospettiva, così come deve
avvenire per le aree libere, da liberare, da risanare come
la Montedison e prossimamente quella dell'Api, qualora la
concessione non dovesse essere rinnovata». Per questo i
componenti dell'Area ritengono ormai necessario che non ci
siano altri ritardi nell'approvazione del piano regolatore
generale. «La Provincia — sottolineano — deve restituire
quest'importante strumento al Comune e verificare lo stato
delle prove di evacuazione per tutta la popolazione in caso
di grave incidente. Infine, è importante che le forze
politiche diano l'indispensabile sostegno per raggiungere
questi obiettivi». L'Area , in assenza di una precisa
iniziativa politica, si farà carico di organizzare
incontri-dibattito per sensibilizzare l'opinione pubblica
«sull'occasione che i falconaresi hanno di voltare pagina e
costruire un futuro di ulteriore sviluppo».
Il quadrilatero del
rischio tra raffineria e aeroporto
ANCONA — Quadrilatero
esplosivo: raffineria, porto, aeroporto e ferrovia. Un
potenziale da miliardi di danni. Economici, politici,
energetici. Il «game over» di Saddam e di un (potenziale)
attacco terroristico-bellico avrebbe l'imbarazzo della
scelta nella fetta dorica delle Marche. Con un effetto
distruttivo, a catena, a grappolo. Un incendio in potenza
che comunque vede in atto solidissime misure di sicurezza,
piani studiati di tutto punto. Stesi ai piani alti dei
ministeri romani, comunicati poi alle singole province e
prefetture. Task force antiattacco Ne esistono, chiaro,
anche nella provincia d'Ancona. Dove una task force composta
da forze di polizia, carabinieri, vigili del fuoco e mezzi
di soccorso è pronto in ogni momento ad intervenire.
Insomma: a obiettivo sensibile corrisponde misura sensibile.
Quali siano le zone a rischio è facile immaginarlo. Anche se
nella lista delle emergenze spicca il lembo di terra tra
Falconara e Ancona. A cominciare dall'aeroporto Raffaello
Sanzio, a poca distanza da una delle raffinerie più grandi
della penisola. Un concentrato di risorse energetiche e di
infrastrutture che stanno in cima alla lista degli obiettivi
più sensibili al mirino di terroristi e non solo. Ai due
punti cruciali s'aggiunge la ferrovia, un viavai di convogli
e di persone, e, per estensione, le stazioni ferroviarie che
sono sempre in vetta alle preoccupazioni che precedono la
stesura di piani, misure e contromisure. Anche quella di
Ancona, tra le più grandi e affollate dell'Italia centrale,
è zona di viavai di passeggeri. Dunque è sicuramente
considerata tra le zone a rischio. Idem l'aeroporto
Raffaello Sanzio, sempre sotto gli occhi delle forze
dell'ordine. Costantemente bersagliato da falsi allarmi
bomba, è stato comunque teatro di precedenti poco
confortanti: vedi quello del viado con pacco bomba e
detonatore dello scorso dicembre. Altro punto incandescente:
il porto. Quello dorico è uno scalo tra i più importanti
dello Stivale. Traffico merci, passeggeri e piattaforme al
largo sono un mix di potenziali tentazioni. Di danni
economici e turistici. E di immensa portata. Ma non è solo
lo scalo a far tremare. E' pure tutto quello che sta al
largo. Come le piattaforme Barbara, a circa venticinque
miglia dalla costa dorica. Un concentrato di metano che poi
viene pompato a Falconara. Anche qui l'effetto a catena
potrebbe essere notevole. Ritenuta a rischio dalle forze
dell'ordine anche un'altra serie di obiettivi. Tra cui i
luoghi sacri. In pole position la Santa Casa di Loreto con
la basilica, di grande valore su tutti i fronti: culturale,
religioso, artistico e turistico. L'incessante affluenza di
pellegrini e fedeli potrebbe già essere una calamita per i
propositi sanguinari di qualche commando terroristico. Nel
mirino però c'è anche il simbolo stesso che costituisce la
Santa Casa, quello della cristianità occidentale. Per questo
viene ritenuta un obiettivo a forte rischio. La geografia
del rischio Disposizioni anche in altri luoghi pubblici.
Come nei teatri o luoghi di spettacolo. Allarme anche in
prossimità di acquedotti: quello della Gola della Rossa e
anche quelli delle altre città dell'anconetano. Emergenza in
montagna e anche al mare. Meglio, sul promontorio del
Conero, dove esistono le installazioni militari della
Marina. «Esiste un piano — fanno sapere le forze dell'ordine
che ruotano attorno alla prefettura — che riunisce tutte le
forze di polizia. Un piano che viene aggiornato anche in
base alle disposizioni che vengono fornite». Disposizioni
comuni, ma interventi differenziati a seconda delle forze che
scendono in campo. Tutte, secondo i piani della prefettura:
dal 118 ai carabinieri, dalla polizia all'esercito. Al di là
della geografia del rischio, esiste comunque anche una
classificazione per intensità. Quindi maggiore è la
concentrazione di individui in un luogo e tanto più alto è
il rischio che questo costituisca un obiettivo sensibile,
come stazioni ferroviarie, porti e aeroporti. |
Carletti
guarda ai verdi. Ma punta in Regione.
L’ipotesi
Moruzzi assessore all’Ambiente
Rimpasto in
vista per la giunta comunale. E, a quanto pare, nei giorni
scorsi il sindaco Giancarlo Carletti fra i possibili nomi da
inserire nel nuovo esecutivo avrebbe preso in considerazione
anche quello del capogruppo dei Verdi in consiglio regionale
Marco Moruzzi al quale affidare l'assessorato all'Ambíente.
Una mossa che potrebbe essere letta come un'apertura a
quelle forze pur di centrosinistra ma che dalla maggioranza
di Carletti stanno fuori. Amagliani, ora assessore
all'ambiente in Regione, sempre in contrasto con il sindaco
Carletti almeno sull'Api sembra ora più vicino, Ma il suo
partito, Rifondazione, resta all’opposizione. Come pure i
Verdi, di cui sono noti gli scontri di Binci (ora assessore
ai trasporti in Provincia). La "chiamata" a Moruzzi
dimostrerebbe, a chi fosse scettico, l'abilità politica del
sindaco, che ha rapporti tesi con Verdi e Rc di Falconara ma
che sembra trovare punti di incontro invece con gli
esponenti regionali. Sul contatto con Moruzzi comunque pesa
l'incompatibilità. “I due incarichi sono incompatibili e poi
va tenuto conto che ogni apertura del comune di Falconara
nei confronti dei Verdi deve passare attraverso il gruppo
locale e non per la strada di un rapporto individuale e
personalistico" dice il consigliere regionale dei Verdi.
“Noi però sulla questione Api siamo irremovibili - prosegue
-. L'azienda se ne deve andare senza condizioni o possibili
compromessi. Quindi i Verdi prima di impegnarsi con la
giunta Carletti vogliono sapere in modo chiaro e definitivo
qual è la posizione dell'amministrazione falconarese".
Possibilista Moruzzi, meno il capogruppo faiconarese Sergio
Badialetti. Non c'è stato nessun contatto in questi ultimi
mesi afferma infatti Badialetti - in passato abbiamo avuto
un paio di incontri con la Margherita ma è finito tutto lì.
Quindi non è certo il caso di parlare di avvicinamento. Tra
l'altro noi su certe scelte siamo molto critici e non
abbiamo mai fatto mistero dei forti dubbi a proposito dello
spostamento della linea ferroviaria e del progetto Bohigas”
. “Per adesso non ci sono i termini per un avvicinamento con
la giunta ribadisce Badialetti - anche se rispetto alla
presa di posizione di qualche mese fa nella quale il sindaco
affermava che l'Api poteva restare a patto di sottoscrivere
una convenzione, l'amministrazione ha concluso l'anno con la
dichiarazione di incompatibilità dell'Api con il territorio
dimostrando di avere recepito le nostre istanze”. |