RASSEGNA STAMPA 13.02.2003

 

MESSAGGERO
Area ad alto rischio: ad agosto il piano di risanamento

La Regione si pronuncerà sul rinnovo della concessione Api a giugno, due mesi prima della presentazione della bozza. Ma per Amagliani le due cose sono su piani diversi

Lo studio affidato allo Svim è un’analisi che segue le indagini condotte da Enea e Arpam. Per Antonio Minetti sono fondamentali per concludere l’iter

FALCONARA - Entro agosto la prima bozza del piano di risanamento per l’area ad alto rischio. Ma la decisione sul futuro della raffineria (rinnovo concessione o meno) è fissata per giugno. E’ quanto prevede la conclusione dello studio Svim sugli aspetti economici-sociali, urbanistici-territoriali ed ambientali per l’area che va dal porto di Ancona fino a Falconara per internarsi all’interporto di Jesi. Lo studio gli è stato affidato, in questi giorni, dalla Regione. Si tratta di un’analisi che va a supporto delle indagini condotte dal pool di tecnici interni alla Regione che segue l’intera vicenda. In precedenza, sia l’Enea che l’Arpam avevano già elaborato due studi rispettivamente sui rischi industriali in caso di incidenti rilevanti e sui rischi ambientali, come inquinamento di suolo, acqua, aria e rumori. Piani sinergici all’analisi che ora spetta allo Svim, che deve integrarli con la possibilità di risanamento dell’area. «Quanto elaborato da Enea ed Arpam - spiega Antonio Minetti responsabile in Regione per i procedimenti legati all’area ad alto rischio - sono ora fondamentali per concludere l’iter dello studio sull’area ad alto rischio, dove la raffineria è un elemento di rilievo. L’Enea ha individuato nella raffineria aspetti complessi, ma non gravissimi. Non siamo a Porto Marghera, per intenderci. E poi sono stati individuati dei raggi di irraggiamento in caso di incidente che variano da caso a caso, in base al materiale coinvolto. Dal canto suo, l’Arpam si è concentrata sulle matrici ambientali, quindi la contaminazione di acqua, suolo, aria, comprensiva dei rumori». Viene individuata un’area, in particolare, critica per i rumori? «Senz’altro quella degli scali merci, a Villanova, dove i livelli hanno raggiunto anche soglie eccessive. Ma non è una novità, ormai». Quali sono i binari su cui si muoverà la Regione sulla questione dell’area ad alto rischio? «Le linee sono due, una è quella per il risanamento della zona, l’altra della prefigurazione di uno scenario futuro». Ma al termine dello studio Svim, come lo utilizzerà la Regione? Che ci farà? «Il gruppo tecnico interno partirà da lì per realizzare il progetto preliminare del piano di risanamento dell’area ad alto rischio ambientale dove indicheremo quale strada percorrere, in base agli studi effettuati per recuperare la zona. Si tratta comunque della bozza preliminare e non dello studio definitivo». Che scadenza avete, quando lo dovrete presentare? «Per metà agosto di quest’anno». E poi inizierà l’iter per il progetto definitivo. Tempi, quindi, che scavalcano la data del 15 giugno, quando la Regione si è data il termine per esprimere un parere sul futuro della raffineria: se rinnovarne la concessione o meno. La decisione, quindi, verrà presa prima della redazione del piano preliminare per il risanamento dell’area ad alto rischio. Ma, chiediamo a Marco Amagliani, assessore regionale all’ambiente, non dovrebbe essere vincolante, o comunque necessario da conoscere, prima di dare il rinnovo o meno? «Le procedure legate all’area ad alto rischio vanno al di là di giugno. Siamo su piani diversi. Non è vincolante questo piano, perché legato alla delibera 305/2000 con cui si è dichiarata l’area ad alto rischio ambientale. Nella delibera si prevede la realizzazione di questo piano di risanamento e la prefigurazione degli scenari futuri che potrebbero aprirsi. Non sovrapponiamo quanto previsto dalla delibera con la scelta della Regione di decidere sul rinnovo dello stabilimento a giugno».

 
ECONEWS (Verdi)
Carrette mare. Verdi denunciano rischi per mancata rimozione relitto 'Nicole'

A dieci giorni dal naufragio della nave "Nicole", il 5 febbraio scorso un cargo, non meglio identificato, in navigazione davanti al porto di Numana, ha rischiato un altro affondamento, proprio perché si stava dirigendo verso il tratto di mare occupato dal relitto della "Nicole". Lo denunciano i deputati verdi Marco Lion e Mauro Bulgarelli che hanno presentato una interrogazione in merito, nella quale si chiede di sapere per quale motivo il cargo in questione navigava sotto costa in quella zona di mare, quali provvedimenti urgenti intenda prendere il Governo per scongiurare in futuro ulteriori rischi per lo spazio marittimo vicino al parco del Conero e in generale nel delicatissimo Mare Adriatico, per quale motivo ancora non si è provveduto a rimuovere il relitto della "Nicole" che risulta evidentemente essere un potenziale pericolo per la navigazione. Lion e Bulgarelli denunciano inoltre l'irresponsabilità del Governo che ha annunciato provvedimenti per impedire il transito delle petroliere a singolo scafo ma poi non ha fatto nulla. "Il ministro Matteoli - concludono - smetta di annunciare a mezzo stampa le proprie intenzioni e firmi al più presto il decreto legge già anticipato, adeguandosi a quanto già fatto da Spagna e Francia".

Marche. In Consiglio regionale una mozione sulle carrette dei mari

È stata presentata in consiglio regionale delle Marche una mozione a firma di tutti i presidenti dei gruppi consiliari del centro sinistra (Marco Moruzzi Verdi, Fausto Franceschetti Ds, Cesare Procaccini Comunisti Italiani, Marco Luchetti Margherita, Lidio Rocchi Sdi, Andrea Ricci Rifondazione) sui provvedimenti da assumere per scongiurare il rischio di maree nere in Adriatico alla luce dei recenti naufragi della Prestige in Galizia e della Nicole di fronte alle coste marchigiane del Conero. Analoghe iniziative vengono assunte in questi giorni nei consigli regionali del Friuli, Veneto, Emilia Romagna e Puglia su iniziativa dei consiglieri regionale verdi Puiatti, Bettin, Guerra e Lo Melo dopo che nei giorni scorsi a Ravenna si è svolta una iniziativa interregionale sul pericolo delle maree nere in Adriatico, durante il quale è stato presentato il dossier preparato dal consigliere regionale dei Verdi Marco Moruzzi con cui vengono individuate decine di “navi carrette” in circolazione nei nostri mari. Il consigliere regionale dei Verdi Marco Moruzzi ha dichiarato in proposito: “la proposta dell’Unione Europea, formulata nel dicembre scorso dopo l’incidente della Prestige non è sufficiente a tutelare un mare chiuso come l’Adriatico. Anche se questa proposta diverrà regolamento e segnerà un passo in avanti rispetto al passato, gli idrocarburi leggeri potranno continuare a viaggiare nelle petroliere monoscafo di stazza inferiore alle 20.000 tonnellate fino al 2015. Ho indirizzato proprio oggi una lettera ai rappresentanti dei comuni di Ancona, Chioggia, Pescara, Bari, Brindisi, Koper, Rijeka, Split, Neum, Bar, Durazzo, Patrasso E Igoumenitsa che domattina si riuniranno ad ancona nell’ambito del forum permanente delle città dell’Adriatico e dello Ionio chiedendo che formulino alle autorità nazionale ed alla Unione Europea richieste di maggior rigore, in linea con quanto proposto dai consiglieri regionali delle Marche. Tutte le navi monoscafo vanno subito interdette alla navigazione in adriatico in caso di trasporto di prodotti inquinanti. I poteri di controllo, ispezione e coercizione delle autorità marittime vanno ampliati ed esercitati in stretta collaborazione tra tutti gli stati che si affacciano sui nostri mari”.

 
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