MESSAGGERO |
Area ad alto
rischio: ad agosto il piano di risanamento
La Regione si pronuncerà sul
rinnovo della concessione Api a giugno, due mesi prima della
presentazione della bozza. Ma per Amagliani le due cose sono
su piani diversi
Lo studio affidato allo Svim
è un’analisi che segue le indagini condotte da Enea e Arpam.
Per Antonio Minetti sono fondamentali per concludere l’iter
FALCONARA - Entro agosto la
prima bozza del piano di risanamento per l’area ad alto
rischio. Ma la decisione sul futuro della raffineria
(rinnovo concessione o meno) è fissata per giugno. E’ quanto
prevede la conclusione dello studio Svim sugli aspetti
economici-sociali, urbanistici-territoriali ed ambientali
per l’area che va dal porto di Ancona fino a Falconara per
internarsi all’interporto di Jesi. Lo studio gli è stato
affidato, in questi giorni, dalla Regione. Si tratta di
un’analisi che va a supporto delle indagini condotte dal
pool di tecnici interni alla Regione che segue l’intera
vicenda. In precedenza, sia l’Enea che l’Arpam avevano già
elaborato due studi rispettivamente sui rischi industriali
in caso di incidenti rilevanti e sui rischi ambientali, come
inquinamento di suolo, acqua, aria e rumori. Piani sinergici
all’analisi che ora spetta allo Svim, che deve integrarli
con la possibilità di risanamento dell’area. «Quanto
elaborato da Enea ed Arpam - spiega Antonio Minetti
responsabile in Regione per i procedimenti legati all’area
ad alto rischio - sono ora fondamentali per concludere
l’iter dello studio sull’area ad alto rischio, dove la
raffineria è un elemento di rilievo. L’Enea ha individuato
nella raffineria aspetti complessi, ma non gravissimi. Non
siamo a Porto Marghera, per intenderci. E poi sono stati
individuati dei raggi di irraggiamento in caso di incidente
che variano da caso a caso, in base al materiale coinvolto.
Dal canto suo, l’Arpam si è concentrata sulle matrici
ambientali, quindi la contaminazione di acqua, suolo, aria,
comprensiva dei rumori». Viene individuata un’area, in
particolare, critica per i rumori? «Senz’altro quella degli
scali merci, a Villanova, dove i livelli hanno raggiunto
anche soglie eccessive. Ma non è una novità, ormai». Quali
sono i binari su cui si muoverà la Regione sulla questione
dell’area ad alto rischio? «Le linee sono due, una è quella
per il risanamento della zona, l’altra della prefigurazione
di uno scenario futuro». Ma al termine dello studio Svim,
come lo utilizzerà la Regione? Che ci farà? «Il gruppo
tecnico interno partirà da lì per realizzare il progetto
preliminare del piano di risanamento dell’area ad alto
rischio ambientale dove indicheremo quale strada percorrere,
in base agli studi effettuati per recuperare la zona. Si
tratta comunque della bozza preliminare e non dello studio
definitivo». Che scadenza avete, quando lo dovrete
presentare? «Per metà agosto di quest’anno». E poi inizierà
l’iter per il progetto definitivo. Tempi, quindi, che
scavalcano la data del 15 giugno, quando la Regione si è
data il termine per esprimere un parere sul futuro della
raffineria: se rinnovarne la concessione o meno. La
decisione, quindi, verrà presa prima della redazione del
piano preliminare per il risanamento dell’area ad alto
rischio. Ma, chiediamo a Marco Amagliani, assessore
regionale all’ambiente, non dovrebbe essere vincolante, o
comunque necessario da conoscere, prima di dare il rinnovo o
meno? «Le procedure legate all’area ad alto rischio vanno al
di là di giugno. Siamo su piani diversi. Non è vincolante
questo piano, perché legato alla delibera 305/2000 con cui
si è dichiarata l’area ad alto rischio ambientale. Nella
delibera si prevede la realizzazione di questo piano di
risanamento e la prefigurazione degli scenari futuri che
potrebbero aprirsi. Non sovrapponiamo quanto previsto dalla
delibera con la scelta della Regione di decidere sul rinnovo
dello stabilimento a giugno». |
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ECONEWS (Verdi) |
Carrette
mare. Verdi denunciano rischi per mancata rimozione relitto
'Nicole'
A dieci giorni dal naufragio
della nave "Nicole", il 5 febbraio scorso un cargo, non
meglio identificato, in navigazione davanti al porto di
Numana, ha rischiato un altro affondamento, proprio perché
si stava dirigendo verso il tratto di mare occupato dal
relitto della "Nicole". Lo denunciano i deputati verdi Marco
Lion e Mauro Bulgarelli che hanno presentato una
interrogazione in merito, nella quale si chiede di sapere
per quale motivo il cargo in questione navigava sotto costa
in quella zona di mare, quali provvedimenti urgenti intenda
prendere il Governo per scongiurare in futuro ulteriori
rischi per lo spazio marittimo vicino al parco del Conero e
in generale nel delicatissimo Mare Adriatico, per quale
motivo ancora non si è provveduto a rimuovere il relitto
della "Nicole" che risulta evidentemente essere un
potenziale pericolo per la navigazione. Lion e Bulgarelli
denunciano inoltre l'irresponsabilità del Governo che ha
annunciato provvedimenti per impedire il transito delle
petroliere a singolo scafo ma poi non ha fatto nulla. "Il
ministro Matteoli - concludono - smetta di annunciare a
mezzo stampa le proprie intenzioni e firmi al più presto il
decreto legge già anticipato, adeguandosi a quanto già fatto
da Spagna e Francia".
Marche. In Consiglio
regionale una mozione sulle carrette dei mari
È stata presentata in
consiglio regionale delle Marche una mozione a firma di
tutti i presidenti dei gruppi consiliari del centro sinistra
(Marco Moruzzi Verdi, Fausto Franceschetti Ds, Cesare
Procaccini Comunisti Italiani, Marco Luchetti Margherita,
Lidio Rocchi Sdi, Andrea Ricci Rifondazione) sui
provvedimenti da assumere per scongiurare il rischio di
maree nere in Adriatico alla luce dei recenti naufragi della
Prestige in Galizia e della Nicole di fronte alle coste
marchigiane del Conero. Analoghe iniziative vengono assunte
in questi giorni nei consigli regionali del Friuli, Veneto,
Emilia Romagna e Puglia su iniziativa dei consiglieri
regionale verdi Puiatti, Bettin, Guerra e Lo Melo dopo che
nei giorni scorsi a Ravenna si è svolta una iniziativa
interregionale sul pericolo delle maree nere in Adriatico,
durante il quale è stato presentato il dossier preparato dal
consigliere regionale dei Verdi Marco Moruzzi con cui
vengono individuate decine di “navi carrette” in
circolazione nei nostri mari. Il consigliere regionale dei
Verdi Marco Moruzzi ha dichiarato in proposito: “la proposta
dell’Unione Europea, formulata nel dicembre scorso dopo
l’incidente della Prestige non è sufficiente a tutelare un
mare chiuso come l’Adriatico. Anche se questa proposta
diverrà regolamento e segnerà un passo in avanti rispetto al
passato, gli idrocarburi leggeri potranno continuare a
viaggiare nelle petroliere monoscafo di stazza inferiore
alle 20.000 tonnellate fino al 2015. Ho indirizzato proprio
oggi una lettera ai rappresentanti dei comuni di Ancona,
Chioggia, Pescara, Bari, Brindisi, Koper, Rijeka, Split,
Neum, Bar, Durazzo, Patrasso E Igoumenitsa che domattina si
riuniranno ad ancona nell’ambito del forum permanente delle
città dell’Adriatico e dello Ionio chiedendo che formulino
alle autorità nazionale ed alla Unione Europea richieste di
maggior rigore, in linea con quanto proposto dai consiglieri
regionali delle Marche. Tutte le navi monoscafo vanno subito
interdette alla navigazione in adriatico in caso di
trasporto di prodotti inquinanti. I poteri di controllo,
ispezione e coercizione delle autorità marittime vanno
ampliati ed esercitati in stretta collaborazione tra tutti
gli stati che si affacciano sui nostri mari”. |
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