MESSAGGERO |
Falconara
vara il porto turistico
Previsti 660 posti a
Villanova. L’avvocato Boncristiano coordinerà la società:
«Siamo pronti, mancano pochi dettagli»
La Giunta dice sì all’idea
dei diportisti ed entra come socio nella spa che lo
progetterà
FALCONARA - Via libera alla
creazione di una società per realizzare un porto sulla
spiaggetta di Villanova. Dalle ipotesi ai primi fatti. Con
un atto di indirizzo la giunta di centro sinistra di
Falconara ha deliberato di affidare la redazione del
progetto preliminare per la realizzazione del porto,
ipotizzato dall’architetto Oriol Bohigas, al comitato
promotore Marina di Falconara. Alla sua guida l’avvocato
Michele Boncristiano, consigliere comunale nelle fila di
Forza Italia. Del comitato fa parte anche il Circolo
Marinaro dell’Adriatico e un pool di tecnici. La delibera di
giunta prevede, quindi, di «prendere atto con favore degli
intendimenti del raggruppamento costituito dall’avvocato
Boncristiano, dal Circolo Marinaro dell’Adriatico e dal
raggruppamento progettuale Marina di Falconara di voler
formare una società per la redazione del progetto
preliminare sulla darsena turistica del nuovo porto di
Falconara». Obiettivo: utilizzare il progetto per la
richiesta della concessione demaniale. Della società, poi,
spiega il Comune in una nota, l’ente locale potrebbe
diventare socio. Quindi, redazione dello studio di
fattibilità per creare il porto turistico, costituzione
della società, di cui farebbe parte il comitato promotore
Marina di Falconara, (probabile l’ingresso anche del
Comune). Infine, richiesta di concessione demaniale da parte
della società per passare alla fase operativa. Un iter su
cui Boncristiano non si sbilancia. «Sono fuori città – ha
spiegato – proprio per mettere a punto gli ultimi dettagli.
I posti previsti per la nautica da diporto sono 660. Mentre,
ora, quella commerciale, come catamarani ed aliscafi, non è
in programma. Anche se in futuro potrebbero essere
inseriti». La nautica da diporto e quella commerciale sono
per Alessandro Pavlidi, presidente dell’Autorità Portuale di
Ancona, le due chiavi per avviare un eventuale porto a
Falconara. «Parlo a titolo personale, sulla base delle mie
esperienze professionali. – ha sottolineato Pavlidi – Ma
credo che l’idea di costruire il porto a Falconara,
illustrata da Bohigas, abbia aspetti interessanti. Il porto
di Ancona, anche con gli ampliamenti previsti, è finito. A
nord è stretto dai bassi fondali, a sud c’è il Conero. Una
soluzione potrebbe essere quella di Falconara, dove accanto
alla nautica da diporto si sviluppi quella commerciale,
considerando anche il buon collegamento viario, ferroviario
e aereo». Idea questa del porto che però a sindacati ed
operai dell’Api non piace, come ribadito in assemblea perché
«di intralcio all’attività dello stabilimento».
Mencarelli (An): «Api,
serve una legge speciale»
FALCONARA - Una legge
speciale per Falconara e per la bassa valle dell' Esino
entro la scadenza della concessione all'Api se «la sinistra
che governa Comune, Provincia e Regione dovesse decidere per
l' incompatibilità» e che servirebbe a «garantire
l'occupazione e il reddito dei dipendenti alla scadenza
della concessione». A proporla è Ennio Mencarelli,
capogruppo di An in Provincia, che suggerisce di coinvolgere
il Governo nel Comitato operativo costituito dalla Regione e
nei vari tavoli istituzionali per arrivare al varo della
legge. Per Mencarelli la legge speciale «finalmente
consentirebbe il reperimento delle risorse economiche
necessarie per intervenire su area vasta, per recuperare le
aree ambientalmente compromesse, per identificare le nuove
aree imprenditoriali ecocompatibili, attraendo i relativi
investimenti e consentendo la conversione delle attività più
insalubri o più rischiose». Secondo Enrico Cesaroni,
consigliere regionale di Fi, invece il sindaco Carletti
«anziché schierarsi e provocare dovrebbe cercare di
rappresentare gli interessi di tutti i falconaresi, evitando
giudizi drastici e chiarendo che l’Api è soprattutto una
forza economica e produttiva per la città, la provincia e la
regione Lo Sdi chiede invece di «velocizzare i lavori del
tavolo istituzionale, verificare il rispetto della
salvaguardia e tutela dei cittadini e dell’ambiente, massimo
rispetto degli attuali livelli occupazionali». |
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IL RESTO DEL
CARLINO |
Una società
per progettare il porto
FALCONARA — L'amministrazione
sta gettando le basi per la realizzazione del porto a
Falconara. Dopo l'incontro pubblico con l'architetto Oriol
Bohigas dove è stato illustrato il progetto urbanistico che
vede appunto la realizzazione di un porto nella parte
antistante il quartiere di Villanova, adesso è stato formato
il gruppo che si occuperà della formazione della società per
la redazione del piano. L'organismo è costituito
dall'avvocato Michele Boncristiano, dal Circolo marinaro
dell'Adriatico e dal coordinamento progettuale Marina di
Falconara. La forma, la consistenza e le funzioni della
società saranno definite nel progetto urbanistico nello
studio commissionato a Mbm di Oriol Bohigas. Il frutto di
questa fusione sarà poi utilizzato per la richiesta di
concessione demaniale. La giunta comunale ha favorevolmente
considerato che, al momento opportuno ovvero quello della
redazione del progetto preliminare, entri anche il Comune a
far parte della società. «L'idea di realizzare una struttura
portuale a Falconara — ha spiegato il dirigente del settore
Urbanistica, Furio Durpetti — è entrata a far parte dello
scenario di trasformazioni possibili che stanno progettando
per la città. Alla fine del 2001, il Consiglio comunale
all'interno di una variante al piano degli arenili, assumeva
l'indirizzo favorevole all'approfondimento delle
problematiche legate alla nautica auspicando
l'individuazione di un luogo privilegiato da dedicare ad
essa, supportato da adeguati servizi. Nel suo ragguaglio
urbanistico l'architetto Bohigas, incaricato dal Comune di
Falconara di sviluppare idee utili per progettare la
riqualificazione urbana. Concepiva fondamentale l'apertura
della città al mare e legava ad essa la previsione di una
struttura portuale nello specchio d'acqua antistante
Villanova». Sono diversi mesi che i soggetti coinvolti
stavano discutendo per la costituzione della società tanto
che le pratiche era state avviate nella scorsa estate.
«L'ipotesi del porto, che continua ad essere un elemento
significativo ed importante del progetto Bohigas — ha
concluso Durpetti — entra quindi a far parte del disegno
urbano per la riqualificazione di una parte di città.
Notevole interesse assume quindi l'iniziativa del
raggruppamento progettuale il quale potrà intervenire non
appena saranno definiti i contorni urbanistici dell'intera
operazione. Al pari, sicuramente, dell'altra che prevede
l'inserimento del Comune all'interno della società
finalizzata alla redazione del progetto preliminare».
Api, per lo Sdi la
soluzione è nel tavolo istituzionale
FALCONARA — Anche lo Sdi si è
riunito per affrontare il problema legato allo sviluppo
della città. Nella sede di via Flaminia erano presenti i
massimi vertici politici e amministrativi locali,
provinciale e regionali. Si sono incontrati anche per
affrontare l'astioso problema della raffineria Api. Ne è
scaturita una presa di posizione ufficiale che prevede
innanzitutto la velocizzazione dei lavori del tavolo
istituzionale permanente costituito da Regione, Provincia e
Comune. «Questo tavolo — spiega Gianluca Capogrossi dello
Sdi — dovrà diventare sede di concertazione allargata alle
forze sociali e alle associazioni di categoria. Dovrà essere
la sede istituzionale che fisserà le condizioni per
l'eventuale rinnovo della concessione alla raffineria Api».
Di non poco conto il fatto che lo Sdi abbia pariteticamente
espresso l'esigenza di verificare che siano rispettate e
garantite, a salvaguardia dei cittadini e dell'ambiente,
tutte le norme di sicurezza. Non per ultimo la necessità di
assicurare i livelli occupazionali «nonché vitali per
l'economia falconarese e non».
Api, Mencarelli (An)
chiede una legge speciale per la città
FALCONARA — No alle fughe in
avanti sì a decisioni meditate e condivise. Ennio Mencarelli,
capogruppo del Consiglio provinciale interviene nell'ormai
eterno dibattito sul rinnovo o meno della concessione alla
raffineria Api. «L'ultima cosa che il centrodestra deve fare
— ha detto Mencarelli — è di assumere atteggiamenti
aprioristici e non concordati, come invece qualcuno ha fatto
recentemente. La decisione sulla compatibilità o meno
dell'Api con l'area vasta circostante dovrà fondarsi su
valutazioni oggettive in tema di sicurezza interna ed
esterna ed anche in termini di costi». L'esponente di
Alleanza nazionale si pone infatti degli interrogativi:
«Quanto costa bonificare l'area della raffineria? Quanto
spostare la ferrovia? Quanto spostare la strada statale? Ed
infine quanto mettere in sicurezza i quartieri confinanti?».
Alleanza nazionale ritiene che esista uno strumento che, se
sottratto alla sinistra, potrebbe diventare un formidabile
elemento di progresso e di sicurezza: la dichiarazione della
Bassa Vallesina, quale area ad alto rischio ambientale. Il
partito di opposizione ritiene che coinvolgendo nel Comitato
operativo costituito dalla Regione anche i rappresentati del
Governo centrale, si potrebbe in tempi brevi pervenire ad
una «legge speciale per Falconara e la Bassa valle dell'Esino».
Una legge che consentirebbe il reperimento delle risorse
economiche necessarie per intervenire su tutta l'area vasta;
per recuperare le zone ambientalmente compromesse; per
identificare nuove aree imprenditoriali eco-compatibili,
attraendo i relativi investimenti e consentendo la
conversione delle attività più insalubri o più rischiose.
Api, Cesaroni (Fi): «Basta
con le manifestazioni, subito il rinnovo»
FALCONARA — «Anziché
schierarsi e provocare, il sindaco Carletti dovrebbe cercare
di rappresentare gli interessi di tutti i cittadini
falconaresi, evitando perciò giudizi drastici e chiarendo
che l'Api è soprattutto una forza economica e produttiva per
la città, per la provincia di Ancona e per tutta la
regione». Il consigliere regionale di Forza Italia, Enrico
Cesaroni apprezza gli sforzi compiuti dall'assessore
regionale all'Ambiente Marco Amagliani, che «ha smussato gli
angoli delle posizioni iniziali», anche se — precisa
Cesaroni — «dovrebbe abbandonare l'abitudine di partecipare
ad assemblee pubbliche, a cui è invitato in qualità di
assessore, comportandosi invece come un esponente di
partito». Il consigliere regionale di Forza Italia non si
esime dal riservare parole dure nei confronti del primo
cittadino di Falconara. «Non è possibile — sottolinea
Cesaroni — ammettere ancora questi continui cambiamenti di
posizione di rappresentanti politici nei confronti della
cittadinanza e degli stessi vertici dell'azienda. Da sempre
ho sostenuto l'importanza di garantire la sicurezza
dell'impianto, dando per certo il rinnovo della concessione
fino all'anno 2020. Per questo sono stati fatti ricorsi e
controricorsi, spesi soldi dei contribuenti per impugnare
quella concessione ministeriale che oggi la Regione ha
l'obbligo (anche morale) di rilasciare all'Api per la stessa
sopravvivenza di Falconara, di molte famiglie ed altrettante
aziende. Non c'era dunque bisogno — incalza il consigliere
di Fi — di scendere in piazza per manifestazioni ed
assemblee assolutamente superflue, poiché è nota a tutti
l'importanza vitale della Raffineria Api; quella stessa
raffineria che nel tempo ha dato segnali evidenti per
garantire sicurezza agli impianti, alle persone ed il minor
impatto ambientale». |
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CORRIERE ADRIATICO |
Il parco
fluviale dell’Esino getta le basi
Dialogo
costruttivo tra pubblico e privato. Giancarli: “C’è un
programma di lavoro”
Un
laboratorio ed un libro per la tutela e la valorizzazione
del fiume
Un progetto
guida, un laboratorio e adesso anche un libro (con allegato
Cd rom) per ripensare e valorizzare un ambito territoriale
importante che potrebbe diventare un grande e prezioso
“parcourbano della città diffusa”. Partito nel 1997, quando
i quattro comuni della bassa Vallesina (Agugliano, Camerata
Picena, Chiaravalle e Falconara) e la Provincia di Ancona,
chiesero alla Regione un contributo finanziario per la
redazione di uno studio preliminare sul parco fluviale dell'Esino,
il progetto è diventato il punto di partenza del laboratorio
promosso nell'ambito di Mundimpresa, un'iniziativa nata
grazie ad un programma comunitario. Il libro, uscito di
recente a cura di Amos Masè e Carlo Brunelli, chiude la fase
progettuale. "Adesso- spiega Carlo Brunelli - enti pubblici
e soggetti privati hanno a disposizione strumenti e
conoscenze per attuare interventi volti alla tutela ed alla
valorizzazione dei fiume". Il progetto nasce dalla
constatazione che la natura dell'area della bassa Vallesina,
i suoi caratteri, la sua compromissione ed il suo abbandono,
può essere ripensata come "parco fluviale della città
diffusa”. "Visto che – sottolinea Masè nella sua
introduzione - l'area intorno ad Ancona e quindi anche il
territorio di Falconara-Jesi, può essere considerata come
un'unica grande città nonostante sia fatta di luoghi
diversi". Un parco, insomma dove attività diverse possono
convivere, ognuna nella misura propria a quest'area e dove
gli uomini possono coabitare fra loro insieme ad altri
esseri viventi. “L'esperienza del laboratorio Mundimpresa
finanziato dall’Unione Europea e collegato ad altre
importanti "azioni pilota" nell'ambito del Mediterraneo -
prosegue Brunelli - ci ha consentito di avviare nel corso
degli ultimi due anni, un reale dialogo fra enti pubblici ed
operatori privati attorno ad iniziative concretamente
fattibili, di fare avanzare la definizione della dimensione
architettonica e di riverificare la bontà dello sfondo
teorico". Dalle pagine del libro emergono chiaramente tutti
gli elementi di complessità dell'ambito fluviale emersi in
seguito ad una approfondita indagine interdisciplinare che
parte dalle considerazioni di tipo storico ed antropologico,
passa all'esame dell'assetto idrogeologico,
botanico-vegetazionale e faunistico per arrivare fino
all'uso del suolo. “Il progetto presentato anche attraverso
il libro - commenta Brunelli - muove dal riconoscimento
della natura dell'area della bassa valle dell'Esino,
assegnando al fiume un ruolo essenziale nella ridefinizione
e valorizzazione della zona, senza trascurare l'importanza e
la problematicità dei grandi fatti territoriali (raffineria
Api, nodo infrastrutturale Ancona-nord) per i quali vengono
offerte occasioni di riflessione". Questa volta - osserva il
presidente della Provincia di Ancona Enzo Giancarti - non si
tratta di un'enunciazione di buoni propositi, ma di un vero
e proprio programma di lavoro che sta già cominciando a
realizzarsi: alcuni progetti puntuali sono stati avviati,
gli strumenti urbanistici comunali sono stati a loro volta
adeguati al piano generale, i numerosi incontri fra i Comuni
e diversi soggetti privati hanno consentito di raggiungere
intese ed accordi sostenuti da obiettivi condivisi,
mostrando l'alto livello di condivisione del progetto".
Insomma il valore dell'ambiente, in particolare la presenza
del fiume, ha consentito ai quattro Comuni il superamento di
una visione solo locale nella pianificazione e nella
gestione dei territori e non è escluso che la Provincia
possa anche intervenire cori una normativa ad hoc per la
tutela dell'area. "Senza parlare di vincoli - dice Giancarli
- vorremmo arrivare ad una coerente cultura della
regolamentazione e della valorizzazione del territorio
partendo però dal basso". |
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