RASSEGNA STAMPA 07.02.2003

 

MESSAGGERO
L’uscita del porto c’è già: basta arretrare la ferrovia

La grande querelle. Tir e auto al posto del tratto Fs Varano-Ancona Centrale e nuovi binari da Osimo a Chiaravalle: la proposta di un tecnico

 L’uovo di Colombo per risolvere il problema del traffico ad Ancona potrebbero essere le gallerie della ferrovia che vanno verso Varano. Nel dedalo di proposte presentate negli ultimi anni c’è ne una, nuova di zecca, che rivoluziona quanto pensato e disegnato finora. A lanciare l’idea è un falconarese, Nino Chiesi, per 37 anni perito in un ufficio tecnico. Il suo progetto non va né a nord né a ovest, bensì a sud, ma non ha nulla a che vedere con l’asse attrezzato. Chiesi parte da alcuni elementi: Ancona soffre per la situazione dei tir al porto; c’è tutta una zona sul mare che vuole vivere; ci sono due stazioni ferroviarie nel giro di pochissimi chilometri. «In base a questi dati di fatto - spiega Chiesi – ho elaborato uno schizzo che potrebbe essere la soluzione di tutti i mali con una spesa che non supererebbe quella dei progetti presentati finora. La mia proposta è molto più semplice: trasferire la stazione Fs di Ancona Centrale a nord. Arretrare la linea fs Bologna-Pescara, realizzando il tratto Osimo-Chiaravalle-Montemarciano. Utilizzare il tratto Fs attuale Varano-Ancona Centrale come carreggiata per auto e tir, da e per il porto. L’uscita di cui tanto si parla, in pratica già ci sarebbe». Il progetto illustrato da Chiesi parte dunque da due condizioni imprescindibili. La prima riguarda la chiusura delle stazioni di Ancona e Falconara e la loro unificazione nelle vicinanze del by pass dell’Api nell’area della Caserma Saracini per esempio, oppure a Camerata Picena. La seconda condizione è l’arretramento della ferrovia dal quel punto fino alla A14. Un’ipotesi non fantascientifica visto che la Provincia già nel 1998 aveva inserito nel piano provinciale dei trasporti lo spostamento dei binari nel tratto da Loreto fino a Senigallia. Il Comune di Falconara inoltre, già da tempo sta pensando di spostare la stazione. «La ferrovia da una parte potrebbe dirigersi verso Chiaravalle e dall’altra - spiega Chiesi –, potrebbe costeggiare l’autostrada sino senza problemi, visto che le curve di livello sono accessibili, e ricollegarsi alla stazione di Osimo. A questo punto il tratto dei binari che collega Ancona Centro a Varano e le relative gallerie potrebbero essere utilizzate, invece che per i treni, per far entrare e uscire i tir dalla città attraverso il casello di Ancona sud. Basterebbe asfaltare il manto stradale visto che le gallerie hanno già dimensioni sufficienti». Nello scenario ideato dal tecnico, la statale 16 verrebbe completamente liberata dal traffico pesante e la ferrovia che la costeggia verrebbe ridotta per l’esclusivo passaggio della metropolitana di superficie, collegamento diretto per la nuova stazione ferroviaria. «Realizzare questo progetto – prosegue Nino Chiesi – significherebbe togliere i tir dalla Flaminia evitando il coinvolgimento dell’area in frana, guadagnare grandi spazi per un lungomare da Ancona fino a Falconara, e di conseguenza dare finalmente spazio all’industria turistica per troppo tempo soffocata. Il mare a nostra disposizione non è solo quello da Portonovo in giù. Nessun quartiere inoltre verrebbe penalizzato, anzi, ci guadagnerebbero due città». Per questo motivo Chiesi sottolinea la necessità di collaborazione tra i diversi enti interessati. «Secondo me – dice ancora il tecnico – ci dovrebbe essere collaborazione soprattutto tra i Comuni di Falconara ed Ancona. Io sono pronto a mettere a disposizione degli esperti la mia idea, già depositata e registrata negli uffici competenti, in modo che possa concretizzarsi in un progetto di fattibilità».

 
IL RESTO DEL CARLINO
"Il piano regolatore di Falconara"

FALCONARA — «Il piano regolatore della città, non è fondato né su proposte né tantomeno su ipotesi». Il presidente della commissione provinciale chiamata ad esaminare lo strumento urbanistico, Giuliano Brandoni, sottolinea con queste parole l'importanza del piano. «Il Prg non contiene linee indicative — ha detto Brandoni — ma progetti chiari e precisi su quella che sarà la destinazione di determinate aree. Sicuramente, in quanto a complessità, il Prg di Falconara non può essere paragonato a quello di un piccolo paesino ed è quindi necessaria una spendita maggiore di tempo per esaminare tutte le problematiche. Troppo spesso — ha sottolineato Brandoni — viene dimenticato, sottovalutandolo, che il Prg non è uno piano per l'Api ma per tutta la città di Falconara». All'indomani dell'incontro tra sindacati e Istituzioni e soprattutto dopo le dichiarazioni del sindaco Carletti sulla possibilità di modificare il piano regolatore qualora ce ne fosse bisogno, Brandoni, contattato dal Carlino, rafforza l'importanza del piano. «L'esame del Prg falconarese — ha spiegato Brandoni — non può essere licenziato con una sola riunione di commissione, ma sicuramente entro metà febbraio cominceremo ad incontrarci fino a giungere all'approvazione». E sicuramente il nodo Api è uno dei più contorti di tutto il piano e sull'industria petrolifera si esprime anche il consigliere regionale di Forza Italia Enrico Cesaroni: «Sono veramente sconcertato delle dichiarazioni del sindaco Carletti — ha precisato il consigliere di Fi — che rappresentano soltanto delle inutili provocazioni. Ritengo, invece, di dover esprimere la più sincera soddisfazione per come la vicenda della raffineria Api si stia incanalando».

 
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