L’uscita del
porto c’è già: basta arretrare la ferrovia
La grande querelle. Tir e auto
al posto del tratto Fs Varano-Ancona Centrale e nuovi binari
da Osimo a Chiaravalle: la proposta di un tecnico
L’uovo di Colombo per
risolvere il problema del traffico ad Ancona potrebbero
essere le gallerie della ferrovia che vanno verso Varano.
Nel dedalo di proposte presentate negli ultimi anni c’è ne
una, nuova di zecca, che rivoluziona quanto pensato e
disegnato finora. A lanciare l’idea è un falconarese, Nino
Chiesi, per 37 anni perito in un ufficio tecnico. Il suo
progetto non va né a nord né a ovest, bensì a sud, ma non ha
nulla a che vedere con l’asse attrezzato. Chiesi parte da
alcuni elementi: Ancona soffre per la situazione dei tir al
porto; c’è tutta una zona sul mare che vuole vivere; ci sono
due stazioni ferroviarie nel giro di pochissimi chilometri.
«In base a questi dati di fatto - spiega Chiesi – ho
elaborato uno schizzo che potrebbe essere la soluzione di
tutti i mali con una spesa che non supererebbe quella dei
progetti presentati finora. La mia proposta è molto più
semplice: trasferire la stazione Fs di Ancona Centrale a
nord. Arretrare la linea fs Bologna-Pescara, realizzando il
tratto Osimo-Chiaravalle-Montemarciano. Utilizzare il tratto
Fs attuale Varano-Ancona Centrale come carreggiata per auto
e tir, da e per il porto. L’uscita di cui tanto si parla, in
pratica già ci sarebbe». Il progetto illustrato da Chiesi
parte dunque da due condizioni imprescindibili. La prima
riguarda la chiusura delle stazioni di Ancona e Falconara e
la loro unificazione nelle vicinanze del by pass dell’Api
nell’area della Caserma Saracini per esempio, oppure a
Camerata Picena. La seconda condizione è l’arretramento
della ferrovia dal quel punto fino alla A14. Un’ipotesi non
fantascientifica visto che la Provincia già nel 1998 aveva
inserito nel piano provinciale dei trasporti lo spostamento
dei binari nel tratto da Loreto fino a Senigallia. Il Comune
di Falconara inoltre, già da tempo sta pensando di spostare
la stazione. «La ferrovia da una parte potrebbe dirigersi
verso Chiaravalle e dall’altra - spiega Chiesi –, potrebbe
costeggiare l’autostrada sino senza problemi, visto che le
curve di livello sono accessibili, e ricollegarsi alla
stazione di Osimo. A questo punto il tratto dei binari che
collega Ancona Centro a Varano e le relative gallerie
potrebbero essere utilizzate, invece che per i treni, per
far entrare e uscire i tir dalla città attraverso il casello
di Ancona sud. Basterebbe asfaltare il manto stradale visto
che le gallerie hanno già dimensioni sufficienti». Nello
scenario ideato dal tecnico, la statale 16 verrebbe
completamente liberata dal traffico pesante e la ferrovia
che la costeggia verrebbe ridotta per l’esclusivo passaggio
della metropolitana di superficie, collegamento diretto per
la nuova stazione ferroviaria. «Realizzare questo progetto –
prosegue Nino Chiesi – significherebbe togliere i tir dalla
Flaminia evitando il coinvolgimento dell’area in frana,
guadagnare grandi spazi per un lungomare da Ancona fino a
Falconara, e di conseguenza dare finalmente spazio
all’industria turistica per troppo tempo soffocata. Il mare
a nostra disposizione non è solo quello da Portonovo in giù.
Nessun quartiere inoltre verrebbe penalizzato, anzi, ci
guadagnerebbero due città». Per questo motivo Chiesi
sottolinea la necessità di collaborazione tra i diversi enti
interessati. «Secondo me – dice ancora il tecnico – ci
dovrebbe essere collaborazione soprattutto tra i Comuni di
Falconara ed Ancona. Io sono pronto a mettere a disposizione
degli esperti la mia idea, già depositata e registrata negli
uffici competenti, in modo che possa concretizzarsi in un
progetto di fattibilità». |
"Il piano
regolatore di Falconara"
FALCONARA — «Il piano regolatore
della città, non è fondato né su proposte né tantomeno su
ipotesi». Il presidente della commissione provinciale
chiamata ad esaminare lo strumento urbanistico, Giuliano
Brandoni, sottolinea con queste parole l'importanza del
piano. «Il Prg non contiene linee indicative — ha detto
Brandoni — ma progetti chiari e precisi su quella che sarà
la destinazione di determinate aree. Sicuramente, in quanto
a complessità, il Prg di Falconara non può essere paragonato
a quello di un piccolo paesino ed è quindi necessaria una
spendita maggiore di tempo per esaminare tutte le
problematiche. Troppo spesso — ha sottolineato Brandoni —
viene dimenticato, sottovalutandolo, che il Prg non è uno
piano per l'Api ma per tutta la città di Falconara».
All'indomani dell'incontro tra sindacati e Istituzioni e
soprattutto dopo le dichiarazioni del sindaco Carletti sulla
possibilità di modificare il piano regolatore qualora ce ne
fosse bisogno, Brandoni, contattato dal Carlino, rafforza
l'importanza del piano. «L'esame del Prg falconarese — ha
spiegato Brandoni — non può essere licenziato con una sola
riunione di commissione, ma sicuramente entro metà febbraio
cominceremo ad incontrarci fino a giungere
all'approvazione». E sicuramente il nodo Api è uno dei più
contorti di tutto il piano e sull'industria petrolifera si
esprime anche il consigliere regionale di Forza Italia
Enrico Cesaroni: «Sono veramente sconcertato delle
dichiarazioni del sindaco Carletti — ha precisato il
consigliere di Fi — che rappresentano soltanto delle inutili
provocazioni. Ritengo, invece, di dover esprimere la più
sincera soddisfazione per come la vicenda della raffineria
Api si stia incanalando». |