RASSEGNA STAMPA 05.02.2003

 

MESSAGGERO
Sul ring dell’Api incontro fra enti e operai

Oggi alle 14.30 assemblea sul futuro della raffineria al cinema Sport. Presenti Comune, Provincia e Regione e i tre sindacati di categoria

Fioretti, Uil: «Il Comune deve cambiare il Prg per lasciare più autonomia alla Regione»

FALCONARA - Count down al foto finish. Il momento del confronto tra sindacati-operai e pubbliche amministrazioni, in particolare il Comune, scatta oggi. Luogo: cinema Sport. Ora 14.30. Organizzazione: tre sindacati di categoria. Obiettivo: consentire agli operai di sentire le posizioni degli enti e poi avviare un confronto tra i protagonisti della vicenda. Dall’altra parte, Giancarlo Carletti, sindaco di Falconara, Enzo Giancarli, presidente della Provincia di Ancona, e Marco Amagliani, assessore regionale all’ambiente, rappresentanti di un potere territoriale con cui i dipendenti Api vogliono un confronto diretto. Carletti è il più gettonato, su di lui verranno maggiormente puntati i riflettori. Nell’ultima occasione di incontro pubblico dello scorso 28 gennaio i momenti di tensione erano stati intensi. Il Comune di Falconara non vuole il rinnovo della concessione Api. Parere richiesto dalla Regione che entro giugno dovrà prendere una decisione, che però difficilmente potrà passare sopra il volere del Comune. E infatti «in presenza del prg di Falconara che non prevede la presenza dell'Api, il presidente D'Ambrosio sarà disposto a rinnovare la concessione alla raffineria oltre il 2008, mettendosi contro la maggioranza del consiglio comunale falconarese?». La domanda, retorica, viene dal segretario regionale della Uil, Graziano Fioretti. Preoccupato, anzi, preoccupatissimo per il destino degli oltre 2.000 lavoratori della raffineria. E Fioretti annuncia, di qui a giugno una lunga serie di iniziative per sollecitare il Comune di Falconara a rivedere il proprio Prg. «Il Comune di Falconara - dice Fioretti - deve essere disposto a fare un passo indietro, in modo da lasciare alla Regione il massimo di autonomia decisionale. Fino a quando nel Prg di Falconara non sarà contemplata l'Api, difficilmente il presidente D'Ambrosio potrà assumere una decisione politicamente scomoda». La posizione di operai e sindacati è chiara ed è stata ribadita anche l’altro giorno in un incontro coi vertici dell’azienda, in testa l’amministratore delegato Clemente Napolitano. «Abbiamo chiarito una serie di dubbi – spiega Stefano Mastrovincenzo, segretario provinciale Cisl – Abbiamo chiesto se l’Api intendeva continuare ad investire nello stabilimento di Falconara, se mirava a garantire ancor più sicurezza e l’applicazione di tecnologie moderne. E soprattutto se pensava di continuare con la bonifica del sito. I vertici hanno mostrato interesse su tutti i punti, ribadendo che il loro interlocutore privilegiato è la Regione». Ma il problema è che al Comune, almeno finora, questo non basta. Quello che Carletti vuole è il controllo diretto del Comune, oltre a quello degli altri enti, all’interno della raffineria. E poi non vorrebbe sopportare i costi di un ufficio ambiente, messo in piedi dal gennaio del 2000, che monitora la situazione, particolarmente prezioso d’estate con l’incombenza dell’allarme ozono. Diversi i punti da sciogliere, quindi. Dà da pensare, comunque, che per situazioni simili non sia previsto per legge, a livello nazionale, un copione preciso da applicare. Anche per questo oggi l’Api e il Comune di Falconara sono ai ferri corti. Si preannuncia caldo, quindi, l’incontro di oggi pomeriggio al quale non mancherà la presenza della polizia municipale. Intanto anche il comitato cittadino di Fiumesino sta pensando di intervenire all’appuntamento «solo per ascoltare – sottolinea Massimo De Paolis – non vogliamo lo scontro. Il nostro obiettivo non è mai stato mettere in mezzo alla strada delle famiglie, ma solo vivere in pace. Vogliamo che l’Api se ne vada, però non a costo dei posti di lavoro, ma sulla base di un serio programma di riconversione». E un sostegno a Carletti arriva anche da Legambiente. «Siamo meravigliati - dice Enea Neri, presidente del circolo “Il Martin Pescatore " - che il sindaco sia lasciato solo nel perseguire questa strada, quando dopo l’incidente del ’99 quasi tutte le forze politiche, i comitati e ancor prima le istituzioni concordavano sulla sua incompatibilità».

 
ECONEWS (Verdi)
La giunta provinciale sull’affondamento della nave Nicole

La giunta provinciale di Ancona ha approvato - su proposta dell’assessore all’ambiente, Patrizia Casagrande - il seguente ordine del giorno: considerato che l’affondamento della nave “Nicole”, al largo delle coste di Numana, ha sollevato il grave problema della sicurezza delle navi che solcano il Mare Adriatico, risorsa ambientale ed economica per milioni di persone; ricordato che il Mare Adriatico, per la sua natura di mare con limitato ricambio, merita un’attenzione particolare perché un disastro ecologico metterebbe a serio rischio l’intero ecosistema e le attività turistiche e ittiche di tante regioni; ritenuto ormai ineludibile introdurre norme internazionali e nazionali: che impongano un più completo sistema di notificazione agli stati membri dell’unione europea per l’acquisizione di tutte le informazioni importanti relative ai movimenti delle navi che trasportano prodotti pericolosi ed inquinanti, nonché sulla natura esatta di tali carichi; che vietino la circolazione di navi vetuste ed inaffidabili nei mari italiani ed in particolare nel mare adriatico; che dispongano un costante ed efficiente monitoraggio delle condizioni dei mezzi di trasporto marittimo per prevenire gli incidenti e gli inquinamenti in mare, nonché per ridurre al minimo le loro conseguenze sull'ambiente marino e costiero, sull'economia e sulla salute delle popolazioni locali; che garantiscano un costante scambio di informazioni fra i registri navali anche dei paesi extra u.e.; che impegnino tutti gli stati, attraverso specifici protocolli, a riservare una particolare attenzione al monitoraggio delle navi e ad adottare provvedimenti appropriati per evitare l'aggravamento dei rischi che esse pongono; invita il Governo, il Parlamento italiano e quello europeo ad un sollecito impegno per definire accordi a livello internazionale per impedire il trasporto via mare con navi che non diano assoluta sicurezza e ad adottare, fin da subito, disposizioni che ne vietino l’accesso nelle acque territoriali e l’approdo ai porti dell’adriatico. Dispone l’invio del presente ordine del giorno al presidente della Commissione Europea, al presidente del Parlamento Europeo, al presidente del consiglio dei ministri, al presidente del Senato, al presidente della Camera, al ministro dell’ambiente, al ministro delle infrastrutture, dei trasporti e della navigazione, ai presidenti dei gruppi parlamentari, al presidente della regione Marche, ai presidenti delle regioni Puglia, Molise, Abruzzo, Emilia Romagna, Veneto e Friuli Venezia-Giulia ed ai presidenti delle province costiere del Mare Adriatico.

 
inizio pagina   rassegna stampa