Sul ring
dell’Api incontro fra enti e operai
Oggi alle 14.30 assemblea sul
futuro della raffineria al cinema Sport. Presenti Comune,
Provincia e Regione e i tre sindacati di categoria
Fioretti, Uil: «Il Comune
deve cambiare il Prg per lasciare più autonomia alla
Regione»
FALCONARA - Count down al
foto finish. Il momento del confronto tra sindacati-operai e
pubbliche amministrazioni, in particolare il Comune, scatta
oggi. Luogo: cinema Sport. Ora 14.30. Organizzazione: tre
sindacati di categoria. Obiettivo: consentire agli operai di
sentire le posizioni degli enti e poi avviare un confronto
tra i protagonisti della vicenda. Dall’altra parte,
Giancarlo Carletti, sindaco di Falconara, Enzo Giancarli,
presidente della Provincia di Ancona, e Marco Amagliani,
assessore regionale all’ambiente, rappresentanti di un
potere territoriale con cui i dipendenti Api vogliono un
confronto diretto. Carletti è il più gettonato, su di lui
verranno maggiormente puntati i riflettori. Nell’ultima
occasione di incontro pubblico dello scorso 28 gennaio i
momenti di tensione erano stati intensi. Il Comune di
Falconara non vuole il rinnovo della concessione Api. Parere
richiesto dalla Regione che entro giugno dovrà prendere una
decisione, che però difficilmente potrà passare sopra il
volere del Comune. E infatti «in presenza del prg di
Falconara che non prevede la presenza dell'Api, il
presidente D'Ambrosio sarà disposto a rinnovare la
concessione alla raffineria oltre il 2008, mettendosi contro
la maggioranza del consiglio comunale falconarese?». La
domanda, retorica, viene dal segretario regionale della Uil,
Graziano Fioretti. Preoccupato, anzi, preoccupatissimo per
il destino degli oltre 2.000 lavoratori della raffineria. E
Fioretti annuncia, di qui a giugno una lunga serie di
iniziative per sollecitare il Comune di Falconara a rivedere
il proprio Prg. «Il Comune di Falconara - dice Fioretti -
deve essere disposto a fare un passo indietro, in modo da
lasciare alla Regione il massimo di autonomia decisionale.
Fino a quando nel Prg di Falconara non sarà contemplata
l'Api, difficilmente il presidente D'Ambrosio potrà assumere
una decisione politicamente scomoda». La posizione di operai
e sindacati è chiara ed è stata ribadita anche l’altro
giorno in un incontro coi vertici dell’azienda, in testa
l’amministratore delegato Clemente Napolitano. «Abbiamo
chiarito una serie di dubbi – spiega Stefano Mastrovincenzo,
segretario provinciale Cisl – Abbiamo chiesto se l’Api
intendeva continuare ad investire nello stabilimento di
Falconara, se mirava a garantire ancor più sicurezza e
l’applicazione di tecnologie moderne. E soprattutto se
pensava di continuare con la bonifica del sito. I vertici
hanno mostrato interesse su tutti i punti, ribadendo che il
loro interlocutore privilegiato è la Regione». Ma il
problema è che al Comune, almeno finora, questo non basta.
Quello che Carletti vuole è il controllo diretto del Comune,
oltre a quello degli altri enti, all’interno della
raffineria. E poi non vorrebbe sopportare i costi di un
ufficio ambiente, messo in piedi dal gennaio del 2000, che
monitora la situazione, particolarmente prezioso d’estate
con l’incombenza dell’allarme ozono. Diversi i punti da
sciogliere, quindi. Dà da pensare, comunque, che per
situazioni simili non sia previsto per legge, a livello
nazionale, un copione preciso da applicare. Anche per questo
oggi l’Api e il Comune di Falconara sono ai ferri corti. Si
preannuncia caldo, quindi, l’incontro di oggi pomeriggio al
quale non mancherà la presenza della polizia municipale.
Intanto anche il comitato cittadino di Fiumesino sta
pensando di intervenire all’appuntamento «solo per ascoltare
– sottolinea Massimo De Paolis – non vogliamo lo scontro. Il
nostro obiettivo non è mai stato mettere in mezzo alla
strada delle famiglie, ma solo vivere in pace. Vogliamo che
l’Api se ne vada, però non a costo dei posti di lavoro, ma
sulla base di un serio programma di riconversione». E un
sostegno a Carletti arriva anche da Legambiente. «Siamo
meravigliati - dice Enea Neri, presidente del circolo “Il
Martin Pescatore " - che il sindaco sia lasciato solo nel
perseguire questa strada, quando dopo l’incidente del ’99
quasi tutte le forze politiche, i comitati e ancor prima le
istituzioni concordavano sulla sua incompatibilità». |
La giunta
provinciale sull’affondamento della nave Nicole
La giunta provinciale di
Ancona ha approvato - su proposta dell’assessore
all’ambiente, Patrizia Casagrande - il seguente ordine del
giorno: considerato che l’affondamento della nave “Nicole”,
al largo delle coste di Numana, ha sollevato il grave
problema della sicurezza delle navi che solcano il Mare
Adriatico, risorsa ambientale ed economica per milioni di
persone; ricordato che il Mare Adriatico, per la sua natura
di mare con limitato ricambio, merita un’attenzione
particolare perché un disastro ecologico metterebbe a serio
rischio l’intero ecosistema e le attività turistiche e
ittiche di tante regioni; ritenuto ormai ineludibile
introdurre norme internazionali e nazionali: che impongano
un più completo sistema di notificazione agli stati membri
dell’unione europea per l’acquisizione di tutte le
informazioni importanti relative ai movimenti delle navi che
trasportano prodotti pericolosi ed inquinanti, nonché sulla
natura esatta di tali carichi; che vietino la circolazione
di navi vetuste ed inaffidabili nei mari italiani ed in
particolare nel mare adriatico; che dispongano un costante
ed efficiente monitoraggio delle condizioni dei mezzi di
trasporto marittimo per prevenire gli incidenti e gli
inquinamenti in mare, nonché per ridurre al minimo le loro
conseguenze sull'ambiente marino e costiero, sull'economia e
sulla salute delle popolazioni locali; che garantiscano un
costante scambio di informazioni fra i registri navali anche
dei paesi extra u.e.; che impegnino tutti gli stati,
attraverso specifici protocolli, a riservare una particolare
attenzione al monitoraggio delle navi e ad adottare
provvedimenti appropriati per evitare l'aggravamento dei
rischi che esse pongono; invita il Governo, il Parlamento
italiano e quello europeo ad un sollecito impegno per
definire accordi a livello internazionale per impedire il
trasporto via mare con navi che non diano assoluta sicurezza
e ad adottare, fin da subito, disposizioni che ne vietino
l’accesso nelle acque territoriali e l’approdo ai porti
dell’adriatico. Dispone l’invio del presente ordine del
giorno al presidente della Commissione Europea, al
presidente del Parlamento Europeo, al presidente del
consiglio dei ministri, al presidente del Senato, al
presidente della Camera, al ministro dell’ambiente, al
ministro delle infrastrutture, dei trasporti e della
navigazione, ai presidenti dei gruppi parlamentari, al
presidente della regione Marche, ai presidenti delle regioni
Puglia, Molise, Abruzzo, Emilia Romagna, Veneto e Friuli
Venezia-Giulia ed ai presidenti delle province costiere del
Mare Adriatico. |