RASSEGNA STAMPA 26.01.2003

 

MESSAGGERO
Api, Ds all’attacco: «Assindustria ha la memoria corta»

Lo scontro sulla concessione. Il segretario della Quercia: «Come gestire il territorio di Falconara non rientra tra le competenze degli imprenditori»

Scortichini: «Il futuro di quest’area è stato deciso deciso quattro anni fa dal consiglio comunale»

FALCONARA - Conto alla rovescia per la presentazione alla città del progetto Bohigas sulla riqualificazione dell’area a nord di Falconara. L’illustrazione pubblica è prevista martedì sera in consiglio comunale al centro Più di via Roma alle 21. L’intervento si innesterà sul prg di Falconara, che ridisegna per quella zona un futuro ben diverso da quello che era programmato in precedenza. Un piano regolatore che prevede al termine della concessione dello stabilimento petrolifero un’altra destinazione per quell’area, e che proprio per questo continua a scatenare reazioni a catena. Oggi è la volta dei Ds di Falconara che intervengono in merito alle dichiarazioni di Assindustria pubblicate nei giorni scorsi. «La nota dell’Associazione Industriali pubblicata il 23 gennaio scorso - dice il segretario Giancarlo Scortechini - esprime una confusione di ruoli e di competenze sulla vicenda della concessione Api che distorce la realtà dei fatti assumendo un solo punto di vista ed un solo interesse: il proprio. Si afferma che il futuro del territorio di Falconara deve coincidere con quello della raffineria. Così non è. Fin dal 1999 il consiglio comunale, con l’adozione del nuovo Prg, ha stabilito una destinazione, al termine delle concessioni, diversa dall’attuale per le aree attualmente occupate dalla raffineria. Da qui occorre partire. Assindustria, a proposito del Prg di Falconara, esprime valutazioni profondamente sbagliate nella forma e nella sostanza. In primo luogo paragonare un Prg ad un piano industriale è improponibile. Una cosa è il legittimo confronto, altro sono le competenze: Assindustria faccia i piani industriali, il Comune ha il dovere di programmare gli usi del territorio. Infine incomprensibile è il riferimento alla presunta fretta di dare corso al nuovo Prg. L’adozione di tale atto risale al 1999, mentre quello precedente risale addirittura al 1974. Si tratta dunque di fretta o di un atto doveroso verso la comunità? Con gli strumenti della democrazia Falconara ha iniziato una strada diversa. Occorre rispetto delle scelte e volontà di confronto per un obiettivo che, per quanto ci riguarda, è la sicurezza del futuro e l’interesse di tutti i cittadini». Il sindaco Carletti, da parte sua, annuncia grandi progetti per la crescita culturale della sua città. Ed esprime l’intenzione di coinvolgere due esperti della promozione culturale da inserire come assessori o dirigenti all’interno di un piano di riqualificazione della cultura che ha come poli progettuali la nuova struttura di piazza Mazzini e il teatro.

 
IL RESTO DEL CARLINO
Ds: «Sull'Api Assindustria confonde ruoli e competenze»

FALCONARA — «La nota dell'associazione industriale esprime una confusione di ruoli e di competenze sulla vicenda della concessione Api che distorce la realtà dei fatti assumendo un solo punto di vista ed un solo interesse: il proprio». Questo il duro attacco dei Democratici di sinistra ad Assindustria, che spiega minuziosamente le vicende che hanno interessato l'insediamento della raffineria sul territorio. «E' improponibile — scrivono i Ds — paragonare un Piano regolatore ad un Piano industriale e chi lo fa tradisce un'impostazione culturale inadeguata ad una moderna dialettica democratica, rispettosa dei ruoli reciproci tra istituzioni ed associazioni d'impresa. E' incomprensibile e grottesco — sottolineano — il riferimento alla presunta fretta di dare corso al nuovo Prg. L'adozione di tale atto risale al 1999, mentre quello precedente è del 1974. Si tratta dunque di fretta o di un atto doveroso verso la comunità? Non sarà invece che qualcuno dentro Assindustria vorrebbe che un'area strategica qual'è Falconara resti ancora a lungo con norme ormai inadeguate a proteggerne i residui equilibri».

Bohigas incontra la città Martedì Consiglio serale

FALCONARA — E' fissato per dopodomani alle 20.30 l'appuntamento tra l'architetto Bohigas e la cittadinanza falconarese. Il Consiglio comunale straordinario si terrà nel nuovo centro comunale di via Roma 2. La ragione principale per cui l'amministrazione ha scelto Bohigas, sta nel voler riqualificare il territorio partendo dal recupero e dalla valorizzazione del fronte- mare (da Villanova fino alla stazione ferroviaria). Questo progetto prescinde per il momento dalla presenza della raffineria se non relazionandosi per parti marginali, poiché l'impianto industriale è già compreso nella generale riconversione produttiva del territorio che sta alla base del Prg del '99. L'apertura della città al mare potrà avvenire mediante l'eliminazione dello scalo- merci (Castellaraccia e Villanova) e il riutilizzo dei suoli. Poi la creazione del polo di centralità urbana e di un nuovo porto misto (turistico-commerciale). Questo progetto, naturalmente, comporta una nuova configurazione dell'assetto viario e ferroviario. Bohigas infatti fin dall'inizio si era pronunciato sulla necessità di riorganizzare gerarchicamente le vie di circolazione.

 
LA SICILIA
Per la bonifica 20 milioni di euro

I fondi contro l'inquinamento accreditati dal ministero dell'Ambiente

L'accredito di 20 milioni di euro nelle casse regionali, per progetti di bonifica del «sito Priolo», e la convocazione delle organizzazioni sindacali nazionali, regionali e locali per martedì alle 12, presso il ministero dell'Ambiente, con all'ordine del giorno il caso dell'Enichem Priolo, è quanto disposto, ieri, dal ministro Altero Matteoli. Il terremoto giudiziario che ha investito i vertici dell'Enichem, sta avendo come conseguenza positiva l'accelerazione da parte del ministro dell'Ambiente di tutti gli interventi che serviranno a tamponare, per il momento, una situazione ambientale disastrosa, che necessita però di interventi radicali, e ad intavolare, prima di tutto con i sindacati, un patto che possa portare ad un'industria che si deve rinnovare per essere compatibile con l'ambiente. Ed un invito alle industrie a rinnovarsi, è arrivato dal direttore generale del ministero dell'Ambiente Gianfranco Mascazzini, nel corso di un convegno che si è tenuto venerdì a Priolo. Il convegno, che è stato organizzato dalla Sinistra giovanile e da Legambiente e che aveva come tema «Ambiente, Lavoro, Industria, Salute», ha visto la partecipazione, oltre che del direttore generale del ministero dell'Ambiente, di Fabio Ricupero, responsabile provinciale per l'Ambiente della Sinistra giovanile; di Enzo Parisi, responsabile provinciale di Legambiente; di Matteo Micati, responsabile nazionale per l'Ambiente della Sinistra giovanile; del senatore diessino Antonio Rotondo; del deputato regionale dei Ds Roberto De Benedictis; di Pippo Zappulla, segretario provinciale della Cgil; di Giacinto Franco, pediatra ed incaricato del registro delle malformazioni neonatali; di Massimo Toppi, sindaco di Priolo; di Walter Bellomo, del Dipartimento nazionale ambiente dei Ds. Gli interventi volevano essere uno sprone per a superare questo momento di grande crisi ambientale. Gianfranco Mascazzini ha avuto modo di criticare le aziende industriali che non hanno cercato di togliersi dai guai ambientali, autodenunciando i danni i procurati al territorio. «Le industrie non hanno accettato - ha affermato Mascazzini - nemmeno quel «condono» che con la legge 471 permetteva a tutti di evitare strascichi giudiziari. Non hanno voluto dire dove hanno sepolto i loro «veleni», però, è ora di finirla di imbrogliare». Inoltre, Mascazzini ha fatto rilevare, che in questo momento, prima che sia troppo tardi, in quanto nel 2007 scatterà un adeguamento alle norme europee, il ministero dell'Ambiente è in grado di finanziare le industrie, per il 30%, gli investimenti in nuove tecnologie, bonifica e risanamento. Insomma, se si vogliono ammodernare gli impianti anche a Priolo, non occorre perdere altro tempo.

«Il governo si assuma le sue responsabilità»

Conferenza ds su enichem e ias

Eni e Ias: due grandi temi, sui quali finora è gravata una politica di disinteresse, e per i quali urge trovare immediati provvedimenti, che devono passare attraverso un impegno serio da parte di tutti i diretti interessati, dai parlamentari agli industriali, ai sindacati, alle forze sociali. Questo il senso, in estrema sintesi, della conferenza stampa di ieri mattina, nei locali della sede dei Ds, del sen. Antonio Rotondo, dell'on. Roberto De Benedictis, dell'on. Nino Consiglio e del prof. Mario Blancato. Antonio Rotondo ha accusato gli esponenti della maggioranza al governo di assumere atteggiamenti diversi, a Siracusa e a Roma, controproducenti per una reale inversione di tendenza. Per Rotondo, il governo deve assumersi responsabilità ben precise, con un atto pubblico, e garantire la continuità dell'impianto Eni. "Non è accettabile una soluzione differente dalla bonifica dei siti legata alla riattivazione degli impianti, dato che il governo ne è comproprietario". Certamente, per il rappresentante di Ds al Senato, occorre un impegno da parte dell'azienda, a riavviare le attività produttive con adeguati sistemi che garantiscano la tutela dell'ambiente e soprattutto della salute pubblica. In merito al depuratore consortile, il sen. Rotondo ha commentato: "E' troppo importante perché sia un mero terreno di scontro politico. Per il suo vero funzionamento, necessita che si mettano da parte gli interessi privati, affidandone la guida ad un tecnico". Per il parlamentare regionale Roberto De Benedictis. Se è vero che il governo deve porre il polo industriale tra le priorità di intervento, è altrettanto vero che la regione ha un ruolo nodale nella vicenda. "La regione è lo snodo fondamentale per l'attuazione di un progetto complessivo in cui gli accordi di programma devono essere il binario portante". I due parlamentari hanno ovviamente criticato il governo isolano, ritenuto responsabile del ritardo nell'avvio del piano di risanamento ambientale, nonostante gli ingenti finanziamenti da tempo trasferiti dallo Stato alla Regione, e ribadito come anche dalla bonifica possano scaturire migliaia di posti di lavoro. Non sono mancate parole di critica anche da parte dell'on. Nino Consiglio, secondo cui è palese l'intenzione dell'Eni di abbandonare il sito siracusano, e per contrastare tale linea politica occorre aprire una vera vertenzialità. Nel suo intervento, Mario Blancato, ha parlato della vicenda Ias, asserendo che "al momento funziona solo per la professionalità del personale operante". Secondo Blancato, ciò che più grava sul malfunzionamento del depuratore, è il problema dello smaltimento dei fanghi, rimasto irrisolto perché la Regione non ha ancora provveduto ad individuare un'area dove realizzare una discarica ad hoc.

La costa e il mare sotto esame

Priolo. Incontro tra il sindaco di Priolo Massimo Toppi ed il presidente del Consorzio Cerica (Centro ricerca ambientale) Antonino Di Pietro per verificare la possibilità di avviare un'indagine ambientale sul litorale e sulle acque di Marina di Priolo. L'indagine, che dovrebbe essere affidata ai tecnici del Cerica, avrà il compito di accertare, alla luce del «caso mercurio», che ha riguardato l'Enichem, se nella prossima stagione estiva, le acque del litorale di Marina di Priolo saranno balneabili. Lo scorso anno, già si ebbero dei guai per una zona di mare di questo litorale che risultò contaminato da coli batteri fecali, per cui arrivò, a stagione inoltrata, il «divieto di balneazione». Ora, al pericolo di fogne che sboccano a mare, si è aggiunto il pericolo di una presenza di mercurio, per cui il sindaco Toppi vuole che venga accertato, eseguendo una meticolosa procedura chimico-fisica e tutte le analisi possibili, se i lidi potranno riaprire, o se invece tutto il litorale dovrà essere dichiarato off-limits. Da circa 10 anni, questo litorale, che prima dell'insediamento industriale, era il più bello della provincia, lo scorso Ferragosto, sulla riva delle ciminiere, ha contato più di ventimila bagnanti; questo significa che avere a disposizione un «mare pulito» è una valida alternativa occupazionale a quell'industria che mette a rischio ciò che si era riconquistato negli anni scorsi, grazie anche all'entrata in funzione del depuratore Ias.

 
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