RASSEGNA STAMPA 25.01.2003

 

MESSAGGERO
Il tunnel Fs sotto processo

Gli scavi inquinarono le acque di petrolio? Cinque a giudizio

FALCONARA — Cinque "eccellenti" sotto processo per la costruzione del sottopassaggio ferroviario di via Monti e Tognetti a Villanova, a due passi dalla raffineria Api. La Procura di Ancona ha citato a giudizio per inquinamento (presunte violazioni di diversi commi del decreto legislativo 152/99) i due imprenditori chietini Domenico e Roberto Di Marzio, 72 e 35 anni, rispettivamente legale responsabile e direttore dei lavori della ditta che ottenne l’appalto del sottovia; Tomasino Salvatori, 56 anni residente ad Ancona, direttore compartimentale infrastruttura delle Fs; Stefano Morellina, 47 anni residente ad Ancona, progettista del tunnel e Mario Esposito, 47 anni di Ortona, direttore dei lavori per la costruzione dell’opera. L’inchiesta che si è trasformata nel processo a carico dei cinque indagati è legata al ritrovamento di idrocarburi nella zona di scavo. A imprenditori e tecnici non viene ovviamente contestata la presenza di carburante e residui chimici nel terreni (forse dovuta ad un’area di stoccaggio della seconda guerra mondiale), ma la dispersione delle sostanze ed il pericolo di contaminazione delle acque sotterranee durante i lavori. In particolare, si legge nel capo di imputazione, i cinque avrebbero determinato: «Un pericolo concreto ed attuale di inquinamento ambientale delle acque. Infatti, nell’eseguire i lavori ed in particolare nelle fasi di asportazione e scavo del terreno, consentivano l’immissione nelle acque sotterranee di rifiuti (terreno contaminato da idrocarburi aromatici quali xileni, etilbenzeni, toluene, isopropilbenzene, propilbenzene e trimetilbenzeni) emessi a seguito delle suddette opere di escavazione/asporto». Il presunto inquinamento fu segnalato dal comitato di Villanova nell’agosto 2000, quando iniziarono gli scavi per costruire il sottopassaggio ferroviario. Il Comune effettuò dei prelievi di acque, ci fu un sopralluogo dei carabinieri del Noe. L’inchiesta si è trasformata in una citazione diretta dei cinque indagati di fronte al giudice monocratico di Anconao Mario Vincenzo D’Aprile. L’inizio del processo era fissato per ieri mattina ma un’irregolarità nella notifica degli atti ha fatto slittare la prima udienza al prossimo 28 aprile. Roberto e Domenico Di Marzio sono difesi dall’avvocato Giuliano Milia, Tomasino Salvatori da Mario Scaloni, Mario Esposito da Lamberto Giusti, Stefano Morellina da Marco Maria Brunetti. Il comitato di Villanova, anche se per il momento escluso dal processo, cercherà di costituirsi parte civile.

Api, il “tavolo” parte senza Carletti

FALCONARA — Primo passo concreto ieri, dopo le polemiche dei giorni scorsi sul risanamento dell’area ad alto rischio ambientale di Falconara-Ancona e la richiesta di rinnovo della concessione avanzata dalla raffineria Api. Finalmente Regione, Provincia e Comune si sono incontrati per dare vita al tavolo istituzionale, previsto nel protocollo d’intesa tra gli enti firmato il 5 novembre 2002. Ci sono voluti due mesi, ma alla fine il presidente della giunta regionale Vito D’Ambrosio, che si è detto fiducioso, quello provinciale Enzo Giancarli, e il vicesindaco del comune di Falconara, Antonio Graziosi con l’assessore al bilancio Roberto Pesaresi, si sono trovati faccia a faccia attorno a questo tavolo. Certo mancava uno dei principali protagonisti, il sindaco di Falconara Giancarlo Carletti. In una lettera aveva fatto sapere di non poter partecipare all’incontro per impegni pregressi e aveva chiesto di posticiparlo. Alla fine, invece, si è deciso di partire con il tavolo per prendere almeno i primi impegni e cominciare a lavorare. Anche perché la pazienza di Enzo Giancarli sembrava davvero agli sgoccioli: in un comunicato del 29 dicembre aveva dato chiari segnali di insofferenza. Se non si va avanti non se ne fa più nulla, questo era il concetto. «E’ il caso – aveva scritto – che si dia seguito ai tavoli previsti dall’intesa. Lì dobbiamo costruire le decisioni. Parlo di decisioni non di audizioni o pareri, perché viste le scelte grandi da compiere il processo di decisione deve essere profondo, partecipato, costruito collegialmente, non come giustapposizione di singole posizioni. Se questa modalità non è ritenuta possibile, credo che sia più corretto dichiarare superata l’intesa». Invece l’intesa ora c’è stata. Definita l’agenda degli appuntamenti futuri per attivare i gruppi di lavoro tecnici tra gli enti, rimane il tavolo di concertazione tra le parti coinvolte.

 
IL RESTO DEL CARLINO
Acque inquinate, cinque a giudizio

FALCONARA — Della presenza di quei rifiuti chimici in un'area di circa 200 metri quadri a Villanova, loro non avevano colpe. Ma il fatto di averli smossi dalla superficie facendoli scivolare nel sottosuolo, durante i lavori di scavo per la costruzione di un sottovia ferroviario in via Monte e Tognetti, secondo la procura li rende responsabili di aver determinato un pericolo concreto ed attuale di inquinamento ambientale. E' per questo motivo che il pubblico ministero Marco Mansi ha citato a giudizio cinque persone, tra cui un imprenditore, un dirigente delle Ferrovie, un progettista e due direttori dei lavori, accusate anche di non aver osservato i divieti di scarico immettendo, abbandonando e depositando in modo incontrollato rifiuti nelle acque sotterranee, oltre che del reato di getto di cose pericolose. Il caso venne alla luce il 23 agosto del 2000 quando, non appena le ruspe cominciarono a scavare, tutto il quartiere venne invaso da odori nauseabondi provenienti da quella massa di terra impregnata per lo più di idrocarburi. Rifiuti, a quanto pare, che giacevano lì da parecchio tempo. Il Comune e l'Arpam intervennero subito e una serie di prelievi dimostrò che il terreno era inquinato. Il cantiere dei lavori venne così bloccato. I comitati dei cittadini, parallelamente, fecero un esposto alla procura della Repubblica sulla base del quale il sostituto procuratore Marco Mansi avviò l'inchiesta. Nel mirino del magistrato finirono subito i lavori di asportazione e scavo del terreno che avrebbero consentito l'immissione nelle acque sotterranee dei rifiuti. Ma il pm contesta agli imputati anche il fatto di non aver osservato i divieti di scarico, cagionando un pericolo concreto di inquinamento dell'area. Il processo, che vede come parti offese il Comune di Falconara e la Regione, alle quali potrebbe aggiungersi anche il comitato di cittadini di Villanova, si sarebbe dovuto aprire ieri in tribunale davanti al giudice monocratico Mario Vincenzo D'Aprile, ma è stato subito rinviato per problemi di notifiche. A giudizio sono finiti Domenico Di Marzio, 61 anni, di Chieti, responsabile della omonima ditta che seguì i lavori per il sottovia; Roberto Di Marzio, 37 anni, anch'egli di Chieti, direttore dei lavori; Tomasino Salvatori, 56 anni, di Merano ma residente in Ancona, direttore compartimentale infrastruttura delle Ferrovie; Mario Esposito, 47 anni, di Ortona, anch'egli direttore dei lavori; Stefano Morellina, 47 anni, foggiano residente ad Ancona, tecnico del progetto del sottovia. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Mario Scaloni, Marco Maria Brunetti, Lamberto Giusti e Giuliano Milia.

Api, un summit per il futuro

FALCONARA — Un incontro per fissare un'agenda di lavoro dove i punti all'ordine del giorno erano quelli del risanamento ambientale dell'area di Falconara, il nodo infrastrutturale e la concessione della raffineria Api. Regione, Provincia e Comune si sono ritrovate nel primo tavolo istituzionale. Il presidente della Giunta regionale Vito D'Ambrosio si è incontrato dunque con il presidente della Provincia Enzo Giancarli e con i rappresentanti del Comune, il vice sindaco Antonio Graziosi, l'assessore al Bilancio Roberto Pesaresi e il dirigente Furio Durpetti. Seduti al tavolo di confronto anche il vice presidente Gian Mario Spacca, il neo assessore Marco Amagliani e quello provinciale Patrizia Casagrande. L'incontro ha costituito il primo appuntamento dopo la firma dell'intesa sottoscritta il 5 novembre dello scorso anno con la quale veniva, appunto, creato il tavolo istituzionale con funzione di coordinamento generale tra la Regione, la Provincia e il Comune per affrontare i temi legati al risanamento ambientale e allo sviluppo dell'area di Falconara. E ancora dell'importanza del nodo infrastrutturale che insiste sulla città marittima, all'insediamento della raffineria Api e quindi del rinnovo della concessione. Nell'ambito della riunione è stata fissata l'agenda dei lavori del tavolo istituzionale per trovare soluzioni convergenti in grado di soddisfare le reciproche esigenze, anche alla luce delle prescrizioni stabilite dal Ctr e dall'Arpam. Incontri i cui progetti sono ancora allo stato embrionale ma che hanno previsto la costituzione di gruppi di lavoro tecnici tra i rappresentanti delle tre amministrazioni. Presto sarà convocato il tavolo di concertazione previsto dalla delibera del Consiglio regionale con la quale si dichiara l'area di Falconara e della Bassa Valle dell'Esino ad elevato rischio di crisi ambientale. Il presidente D'Ambrosio si è detto «fiducioso sulla collaborazione e sulla cooperazione tra le amministrazioni e soddisfatto di questo primo passo». Il prossimo incontro, quello più allargato a cui prenderanno parte anche le categorie produttive e i sindacati, oltre appunto alle tre amministrazioni, si terrà il prossimo 12 febbraio. Il Comune in questo primo incontro ha presentato una relazione dettagliata sui rapporti con la raffineria.

 
CORRIERE ADRIATICO

D’Ambrosio fiducioso per un’intesa sull’Api

Incontro in Regione, fissata l’agenda

Incontro interlocutorio in Regione sul risanamento dell'area ad alto rischio ambientale di Falconara e la richiesta di rinnovo della concessione avanzata dalla raffineria Api. Si è fissata l’agenda dei lavori, e il presidente Vito D’Ambrosio sì è detto fiducioso nella collaborazione fra le tre amministrazioni. D’Ambrosio ha visto infatti il presidente della Provincia Enzo Giancarli e i rappresentatiti del Comune di Falconara, il vicesindaco Graziosi e l’assessore Pesaresi. Al colloquio erano presenti inoltre il vicepresidente della Regione Mario Spacca, l'assessore regionale Marco Amagliani e quello provinciale Patrizia Casagrande. L’incontro, ricorda un comunicato, era il primo appuntamento dopo la firma dell'intesa sottoscritta il novembre 2002 che ha istituito un tavolo istituzionale, con funzione di coordinamento generale tra la Regione Marche, la Provincia di Ancona e il Comune di Falconara. Si è preparata un'agenda dei lavori del tavolo istituzionale “per trovare soluzioni convergenti, anche alla luce delle prescrizioni stabilite dal Ctr e dall'Arpam" si afferma nel comunicato. A questo scopo verranno attivati gruppi dì lavoro tecnici tra i rappresentanti delle tre amministrazioni e sarà convocato il tavolo di concertazione previsto dalla delibera del consiglio regionale con la quale si dichiara l'area di Falconara e Bassa Valle dell'Esino ad elevato rischio di crisi ambientale. "Il presidente D'Ambrosio sì è dimostrato fiducioso sulla collaborazione e sulla cooperazione tra le tre amministrazioni”, conclude la nota.

 
GAZZETTA DI MANTOVA
Porto Marghera, perquisito il dicastero dell’Ambiente

Caso Cvm, il pm Casson ha ipotizzato irregolarità nella Valutazione di impatto ambientale

 VENEZIA - La guardia forestale di Mestre ha perquisito la sede del ministero dell’Ambiente a Roma. Le perquisizioni sono state disposte dal pm Felice Casson, che ipotizza i reati di omissione e abuso in atti d’ufficio per presunte irregolarità a conclusione della procedura di Valutazione di impatto ambientale (Via), che bocciava il progetto della Evc-Ineos di aumentare il cloruro di vinile monomero (cvm) a Porto Marghera. A Roma gli investigatori avrebbero sequestrato vari documenti e il parere finale, negativo, della commissione Via (la cui composizione è stata poi modificata con lo spoil system). Nell’inchiesta non ci sarebbero indagati. Sul parere negativo della commissione Via sono state presentate due interrogazioni parlamentari, una della deputata verde Luana Zanella e l’altra dell’eurodeputato di Fi Renato Brunetta. Casson indaga anche sulle condizioni di sicurezza del bunker in cui l’Enichem stocca il fosgene, un gas pericoloso.

 
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