MESSAGGERO |
Il tunnel Fs
sotto processo
Gli scavi inquinarono le
acque di petrolio? Cinque a giudizio
FALCONARA — Cinque
"eccellenti" sotto processo per la costruzione del
sottopassaggio ferroviario di via Monti e Tognetti a
Villanova, a due passi dalla raffineria Api. La Procura di
Ancona ha citato a giudizio per inquinamento (presunte
violazioni di diversi commi del decreto legislativo 152/99)
i due imprenditori chietini Domenico e Roberto Di Marzio, 72
e 35 anni, rispettivamente legale responsabile e direttore
dei lavori della ditta che ottenne l’appalto del sottovia;
Tomasino Salvatori, 56 anni residente ad Ancona, direttore
compartimentale infrastruttura delle Fs; Stefano Morellina,
47 anni residente ad Ancona, progettista del tunnel e Mario
Esposito, 47 anni di Ortona, direttore dei lavori per la
costruzione dell’opera. L’inchiesta che si è trasformata nel
processo a carico dei cinque indagati è legata al
ritrovamento di idrocarburi nella zona di scavo. A
imprenditori e tecnici non viene ovviamente contestata la
presenza di carburante e residui chimici nel terreni (forse
dovuta ad un’area di stoccaggio della seconda guerra
mondiale), ma la dispersione delle sostanze ed il pericolo
di contaminazione delle acque sotterranee durante i lavori.
In particolare, si legge nel capo di imputazione, i cinque
avrebbero determinato: «Un pericolo concreto ed attuale di
inquinamento ambientale delle acque. Infatti, nell’eseguire
i lavori ed in particolare nelle fasi di asportazione e
scavo del terreno, consentivano l’immissione nelle acque
sotterranee di rifiuti (terreno contaminato da idrocarburi
aromatici quali xileni, etilbenzeni, toluene,
isopropilbenzene, propilbenzene e trimetilbenzeni) emessi a
seguito delle suddette opere di escavazione/asporto». Il
presunto inquinamento fu segnalato dal comitato di Villanova
nell’agosto 2000, quando iniziarono gli scavi per costruire
il sottopassaggio ferroviario. Il Comune effettuò dei
prelievi di acque, ci fu un sopralluogo dei carabinieri del
Noe. L’inchiesta si è trasformata in una citazione diretta
dei cinque indagati di fronte al giudice monocratico di
Anconao Mario Vincenzo D’Aprile. L’inizio del processo era
fissato per ieri mattina ma un’irregolarità nella notifica
degli atti ha fatto slittare la prima udienza al prossimo 28
aprile. Roberto e Domenico Di Marzio sono difesi
dall’avvocato Giuliano Milia, Tomasino Salvatori da Mario
Scaloni, Mario Esposito da Lamberto Giusti, Stefano
Morellina da Marco Maria Brunetti. Il comitato di Villanova,
anche se per il momento escluso dal processo, cercherà di
costituirsi parte civile.
Api, il “tavolo” parte
senza Carletti
FALCONARA — Primo passo
concreto ieri, dopo le polemiche dei giorni scorsi sul
risanamento dell’area ad alto rischio ambientale di
Falconara-Ancona e la richiesta di rinnovo della concessione
avanzata dalla raffineria Api. Finalmente Regione, Provincia
e Comune si sono incontrati per dare vita al tavolo
istituzionale, previsto nel protocollo d’intesa tra gli enti
firmato il 5 novembre 2002. Ci sono voluti due mesi, ma alla
fine il presidente della giunta regionale Vito D’Ambrosio,
che si è detto fiducioso, quello provinciale Enzo Giancarli,
e il vicesindaco del comune di Falconara, Antonio Graziosi
con l’assessore al bilancio Roberto Pesaresi, si sono
trovati faccia a faccia attorno a questo tavolo. Certo
mancava uno dei principali protagonisti, il sindaco di
Falconara Giancarlo Carletti. In una lettera aveva fatto
sapere di non poter partecipare all’incontro per impegni
pregressi e aveva chiesto di posticiparlo. Alla fine,
invece, si è deciso di partire con il tavolo per prendere
almeno i primi impegni e cominciare a lavorare. Anche perché
la pazienza di Enzo Giancarli sembrava davvero agli
sgoccioli: in un comunicato del 29 dicembre aveva dato
chiari segnali di insofferenza. Se non si va avanti non se
ne fa più nulla, questo era il concetto. «E’ il caso – aveva
scritto – che si dia seguito ai tavoli previsti dall’intesa.
Lì dobbiamo costruire le decisioni. Parlo di decisioni non
di audizioni o pareri, perché viste le scelte grandi da
compiere il processo di decisione deve essere profondo,
partecipato, costruito collegialmente, non come
giustapposizione di singole posizioni. Se questa modalità
non è ritenuta possibile, credo che sia più corretto
dichiarare superata l’intesa». Invece l’intesa ora c’è
stata. Definita l’agenda degli appuntamenti futuri per
attivare i gruppi di lavoro tecnici tra gli enti, rimane il
tavolo di concertazione tra le parti coinvolte. |
|
IL RESTO DEL
CARLINO |
Acque
inquinate, cinque a giudizio
FALCONARA — Della presenza di
quei rifiuti chimici in un'area di circa 200 metri quadri a
Villanova, loro non avevano colpe. Ma il fatto di averli
smossi dalla superficie facendoli scivolare nel sottosuolo,
durante i lavori di scavo per la costruzione di un sottovia
ferroviario in via Monte e Tognetti, secondo la procura li
rende responsabili di aver determinato un pericolo concreto
ed attuale di inquinamento ambientale. E' per questo motivo
che il pubblico ministero Marco Mansi ha citato a giudizio
cinque persone, tra cui un imprenditore, un dirigente delle
Ferrovie, un progettista e due direttori dei lavori,
accusate anche di non aver osservato i divieti di scarico
immettendo, abbandonando e depositando in modo incontrollato
rifiuti nelle acque sotterranee, oltre che del reato di
getto di cose pericolose. Il caso venne alla luce il 23
agosto del 2000 quando, non appena le ruspe cominciarono a
scavare, tutto il quartiere venne invaso da odori
nauseabondi provenienti da quella massa di terra impregnata
per lo più di idrocarburi. Rifiuti, a quanto pare, che
giacevano lì da parecchio tempo. Il Comune e l'Arpam
intervennero subito e una serie di prelievi dimostrò che il
terreno era inquinato. Il cantiere dei lavori venne così
bloccato. I comitati dei cittadini, parallelamente, fecero
un esposto alla procura della Repubblica sulla base del
quale il sostituto procuratore Marco Mansi avviò
l'inchiesta. Nel mirino del magistrato finirono subito i
lavori di asportazione e scavo del terreno che avrebbero
consentito l'immissione nelle acque sotterranee dei rifiuti.
Ma il pm contesta agli imputati anche il fatto di non aver
osservato i divieti di scarico, cagionando un pericolo
concreto di inquinamento dell'area. Il processo, che vede
come parti offese il Comune di Falconara e la Regione, alle
quali potrebbe aggiungersi anche il comitato di cittadini di
Villanova, si sarebbe dovuto aprire ieri in tribunale
davanti al giudice monocratico Mario Vincenzo D'Aprile, ma è
stato subito rinviato per problemi di notifiche. A giudizio
sono finiti Domenico Di Marzio, 61 anni, di Chieti,
responsabile della omonima ditta che seguì i lavori per il
sottovia; Roberto Di Marzio, 37 anni, anch'egli di Chieti,
direttore dei lavori; Tomasino Salvatori, 56 anni, di Merano
ma residente in Ancona, direttore compartimentale
infrastruttura delle Ferrovie; Mario Esposito, 47 anni, di
Ortona, anch'egli direttore dei lavori; Stefano Morellina,
47 anni, foggiano residente ad Ancona, tecnico del progetto
del sottovia. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Mario
Scaloni, Marco Maria Brunetti, Lamberto Giusti e Giuliano
Milia.
Api, un summit per il
futuro
FALCONARA — Un incontro per
fissare un'agenda di lavoro dove i punti all'ordine del
giorno erano quelli del risanamento ambientale dell'area di
Falconara, il nodo infrastrutturale e la concessione della
raffineria Api. Regione, Provincia e Comune si sono
ritrovate nel primo tavolo istituzionale. Il presidente
della Giunta regionale Vito D'Ambrosio si è incontrato
dunque con il presidente della Provincia Enzo Giancarli e
con i rappresentanti del Comune, il vice sindaco Antonio
Graziosi, l'assessore al Bilancio Roberto Pesaresi e il
dirigente Furio Durpetti. Seduti al tavolo di confronto
anche il vice presidente Gian Mario Spacca, il neo assessore
Marco Amagliani e quello provinciale Patrizia Casagrande.
L'incontro ha costituito il primo appuntamento dopo la firma
dell'intesa sottoscritta il 5 novembre dello scorso anno con
la quale veniva, appunto, creato il tavolo istituzionale con
funzione di coordinamento generale tra la Regione, la
Provincia e il Comune per affrontare i temi legati al
risanamento ambientale e allo sviluppo dell'area di
Falconara. E ancora dell'importanza del nodo
infrastrutturale che insiste sulla città marittima,
all'insediamento della raffineria Api e quindi del rinnovo
della concessione. Nell'ambito della riunione è stata
fissata l'agenda dei lavori del tavolo istituzionale per
trovare soluzioni convergenti in grado di soddisfare le
reciproche esigenze, anche alla luce delle prescrizioni
stabilite dal Ctr e dall'Arpam. Incontri i cui progetti sono
ancora allo stato embrionale ma che hanno previsto la
costituzione di gruppi di lavoro tecnici tra i
rappresentanti delle tre amministrazioni. Presto sarà
convocato il tavolo di concertazione previsto dalla delibera
del Consiglio regionale con la quale si dichiara l'area di
Falconara e della Bassa Valle dell'Esino ad elevato rischio
di crisi ambientale. Il presidente D'Ambrosio si è detto
«fiducioso sulla collaborazione e sulla cooperazione tra le
amministrazioni e soddisfatto di questo primo passo». Il
prossimo incontro, quello più allargato a cui prenderanno
parte anche le categorie produttive e i sindacati, oltre
appunto alle tre amministrazioni, si terrà il prossimo 12
febbraio. Il Comune in questo primo incontro ha presentato
una relazione dettagliata sui rapporti con la raffineria.
|
|
CORRIERE ADRIATICO |
D’Ambrosio
fiducioso per un’intesa sull’Api
Incontro in
Regione, fissata l’agenda
Incontro
interlocutorio in Regione sul risanamento dell'area ad alto
rischio ambientale di Falconara e la richiesta di rinnovo
della concessione avanzata dalla raffineria Api. Si è
fissata l’agenda dei lavori, e il presidente Vito D’Ambrosio
sì è detto fiducioso nella collaborazione fra le tre
amministrazioni. D’Ambrosio ha visto infatti il presidente
della Provincia Enzo Giancarli e i rappresentatiti del
Comune di Falconara, il vicesindaco Graziosi e l’assessore
Pesaresi. Al colloquio erano presenti inoltre il
vicepresidente della Regione Mario Spacca, l'assessore
regionale Marco Amagliani e quello provinciale Patrizia
Casagrande. L’incontro, ricorda un comunicato, era il primo
appuntamento dopo la firma dell'intesa sottoscritta il
novembre 2002 che ha istituito un tavolo istituzionale, con
funzione di coordinamento generale tra la Regione Marche, la
Provincia di Ancona e il Comune di Falconara. Si è preparata
un'agenda dei lavori del tavolo istituzionale “per trovare
soluzioni convergenti, anche alla luce delle prescrizioni
stabilite dal Ctr e dall'Arpam" si afferma nel comunicato. A
questo scopo verranno attivati gruppi dì lavoro tecnici tra
i rappresentanti delle tre amministrazioni e sarà convocato
il tavolo di concertazione previsto dalla delibera del
consiglio regionale con la quale si dichiara l'area di
Falconara e Bassa Valle dell'Esino ad elevato rischio di
crisi ambientale. "Il presidente D'Ambrosio sì è dimostrato
fiducioso sulla collaborazione e sulla cooperazione tra le
tre amministrazioni”, conclude la nota. |
|
GAZZETTA DI
MANTOVA |
Porto
Marghera, perquisito il dicastero dell’Ambiente
Caso Cvm, il pm Casson ha
ipotizzato irregolarità nella Valutazione di impatto
ambientale
VENEZIA - La guardia
forestale di Mestre ha perquisito la sede del ministero
dell’Ambiente a Roma. Le perquisizioni sono state disposte
dal pm Felice Casson, che ipotizza i reati di omissione e
abuso in atti d’ufficio per presunte irregolarità a
conclusione della procedura di Valutazione di impatto
ambientale (Via), che bocciava il progetto della Evc-Ineos
di aumentare il cloruro di vinile monomero (cvm) a Porto
Marghera. A Roma gli investigatori avrebbero sequestrato
vari documenti e il parere finale, negativo, della
commissione Via (la cui composizione è stata poi modificata
con lo spoil system). Nell’inchiesta non ci sarebbero
indagati. Sul parere negativo della commissione Via sono
state presentate due interrogazioni parlamentari, una della
deputata verde Luana Zanella e l’altra dell’eurodeputato di
Fi Renato Brunetta. Casson indaga anche sulle condizioni di
sicurezza del bunker in cui l’Enichem stocca il fosgene, un
gas pericoloso. |
|
|