RASSEGNA STAMPA 09.01.2003

 

MESSAGGERO
«E nella contropartita dovrebbe esserci anche la soluzione dei problemi di Fiumesino»

Proposta dalla Camera del Lavoro

FALCONARA - Chiedere all’Api come contropartita per il rinnovo della concessione di contribuire finanziariamente alla soluzione dei disagi di Fiumesino e al by-pass della ferrovia. E’ la proposta lanciata da Carlo Sarzana, neo responsabile della Camera del lavoro di Falconara, alla luce dei ripetuti interventi da parte delle autorità sul rinnovo della concessione. Ricordiamo ad esempio che il comune ha espresso parere negativo sul rinnovo. «Il futuro di Falconara senza l’Api – ci spiega al telefono Sarzana – comporta 2000 posti di lavoro in meno. Viene da chiedersi, allora, quale sia l’alternativa. Lo stesso sindaco, nel discorso pubblico del 21 dicembre, ha dichiarato che turismo e terziario possono benissimo sostituire in quell’area l’occupazione e l’economia che oggi sviluppa l’Api. Mi si permetta però di sottolineare che vicino alla foce di un fiume molto difficilmente il turismo potrà decollare e fare concorrenza a Senigallia o Rimini. Inoltre, quanti anni e milioni di euro occorrono per bonificare il terreno ora occupato dall’Api? Credo che l’esperienza negativa dell’area dell’ex Montedison già basti: è visibile a tutti lo stato di abbandono e di inquinamento di quel suolo». Ma veniamo alle sue proposte, è vero che suggerisce che l’Api contribuisca economicamente ai disagi dei residenti di Fiumesino? «Sì. Si tratta di vedere quanto lo stabilimento vuole spendere per rimanere. Nessuno ha avuto il coraggio di tirar fuori questo discorso finora perché è difficile e complesso. Ma bisogna farlo adesso che abbiamo tempo fino a giugno, prima che la Regione decida per il rinnovo o meno della concessione». Ma in che modo per lei l’Api dovrebbe sborsare dei soldi? «Dandoli ai residenti di Fiumesino per creare migliori condizioni di vita, perché no costruendo anche un altro quartiere simile a quello attuale in un’altra zona di Falconara». Un progetto che faceva parte anche del programma elettorale, alle ultime elezioni comunali, di un partito “Chiari e coerenti" che si è aggiudicato solo un consigliere. Forse i falconaresi non avallano l’idea, che ne pensa? «Credo che comunque non ci sia accondiscendenza tra la popolazione sul fatto che l’Api se ne vada. Certo, è una mia impressione, ma, in ogni caso, sulla questione sono disposto ad aprire un dialogo sia coi cittadini che con l’azienda. D’altronde è anche vero che se l’Api vuole restare deve pagare un prezzo. E oltre a chiederle, ad esempio, massime garanzie di sicurezza ambientale e l’assoluto divieto di accettare o spedire combustibile con petroliere come la Moskovski Festival si potrebbe invitarla ad aiutare Fiumesino e a contribuire alla deviazione della ferrovia». E perché la raffineria dovrebbe in parte pagare il by pass che eviterebbe il transito dei binari al suo interno? «Beh, perché in fondo è un’opera che si intende realizzare per via della presenza dell’Api: per aumentarne la sicurezza. E’ comunque un vantaggio per la raffineria».

E la raffineria ordina nave a doppio scafo

E intanto l’Api, quasi a mettere a tacere le polemiche sulle petroliere ritenute pericolose, ha annunciato ieri che provvederà a realizzare una nave da 5 mila tonnellate a doppio scafo, dotata di gas inerte e di propulsione elettrica alternativa. Una nave all’avanguardia, di cui si sa già il nome reboante («Cosmo») che entrerà in esercizio già nel corso del 2003. Un investimento non da poco perché fuori mercato per navi che possono ritenersi non di grandi dimensioni e non soggette a restrizioni per quanto riguarda, ad esempio ill doppio scafo.

Lotta allo smog, la Regione fissa le regole

Marche divise in quattro ambiti. Ai Comuni l’autonomia di limitare le auto

ANCONA - La giunta regionale ha definito criteri e procedure dei provvedimenti d'emergenza nel caso di episodi acuti di inquinamento atmosferico da polveri sottili, fissando fino al 31 marzo il periodo sperimentale d'applicazione. L'intervallo invernale, infatti, è quello considerato a rischio in base all'analisi storica realizzata in molte regioni italiane. Successivamente, il tavolo tecnico che ha predisposto i criteri - formato da Province, Comuni, Arpam, Osservatorio geofisico di Macerata, Assam e tecnici regionali dell'Ambiente, dei Trasporti, della Sanità e della Protezione civile - valuterà gli effetti dell'azione e gli interventi da riprogrammare. «Abbiamo operato - ha spiegato l'assessore Marco Amagliani - su due presupposti: in primo luogo abbiamo stabilito una strategia omogenea d'intervento per tutti i quattro ambiti sensibili individuati nelle Marche, lasciando ai Comuni interessati, attraverso la redazione di programmi operativi d'ambito, l'autonomia di limitare ancor più il traffico veicolare sulla base delle proprie specificità». «La delibera - ha aggiunto - non si limita a affrontare l'emergenza: rilancia l'ipotesi di accordi di programma fra Province, Comuni, Regione e ministero dell'Ambiente per la prevenzione, il risanamento e la gestione della qualità dell'aria o anche il mantenimento dove essa è accettabile. Intese che riguarderanno non solo la mobilità sostenibile, ma anche gli effetti inquinanti provenienti da strutture di produzione energetica, come le centrali a combustibili fossili, o da industrie. Il primo accordo, la cui bozza è gia stata approvata, nei prossimi giorni verrà sottoposto all'approvazione di ben 19 amministrazioni locali». Gli ambiti sensibili individuati riguardano essenzialmente Comuni al di sopra dei 25 mila abitanti della fascia costiera e delle zone vallive: il primo, a nord, è quello della bassa valle del Foglia e Metauro e dei Comuni di Pesaro e Fano, il secondo comprende l'area metropolitana di Ancona, Senigallia, Jesi, Falconara. Il terzo ambito riguarda la bassa valle del Chienti, Macerata, Civitanova Marche e Fermo, mentre l'ultimo, a sud, è quello di Ascoli Piceno e San Benedetto e della valle del Tronto. I Comuni, compresi quelli a inferiore densità abitativa, attiveranno con ordinanza comunale i provvedimenti di limitazione del traffico sulla base delle rilevazioni effettuate dalle undici stazioni presenti sull'intero territorio regionale. La scala d'interventi prevede tre livelli d'attenzione collegati al valore medio giornaliero delle polveri sottili e al numero di giorni consecutivi d'inquinamento rilevati.

 
RESTO DEL CARLINO
«Le nostre navi rispettano le regole»

FALCONARA — «Le petroliere che operano attualmente presso i terminali Api di Falconara (Moskovski, Tigullio, Rapallo e Ronco) sono soggette a regole e standard che rispettano le normative comunitarie e la classificazione riconosciuta dagli enti internazionali». Dopo le polemiche dei giorni scorsi sulla sicurezza della nave monoscafo 'Moskovski Festival', bandita dalle acque franco-spagnole, e delle altre imbarcazioni che fanno la spola con l' isola Api di Falconara, la società ha puntualizzato che le condizioni di sicurezza dei cargo sono garantite «dai controlli della Capitaneria di Porto, e vengono espressamente pretese dall' Api per tutte le navi: sia per quelle noleggiate direttamente che per quelle noleggiate da terzi». «I controlli che l'industria petrolifera fa in aggiunta a quelli delle autorità costiere — spiegano nella nota — si esplicano attraverso un sistema di procedure consolidate che comprendono: la verifica della documentazione della nave, per accertare che le caratteristiche rispondano a quanto previsto dalle normative e siano presenti dispositivi di sicurezza efficaci; verifiche dirette compiute da personale Api specializzato per appurare lo stato di buona manutenzione della nave e la professionalità dell' equipaggio preposto alle operazioni di scarico». Solo dopo che la nave ha superato positivamente tutti questi test, la raffineria consente l' avvio delle operazioni di scarico degli idrocarburi. «Così come è stato fatto nel caso della Moskovski Festival», che, ricorda l' azienda citando le verifiche condotte dalle autorità ad Ancona e Monfalcone, «è risultata perfettamente in linea con le normative vigenti, dotata di efficienti dispositivi di sicurezza, in buone condizioni di manutenzione e provvista di personale valido e competente». Per quanto riguarda, poi, le navi Tigullio, Rapallo e Ronco — messe sotto accusa dagli ambientalisti — l' Api precisa che «le tre imbarcazioni, battenti bandiera italiana, rappresentano un quantitativo del totale movimentato dalla raffineria inferiore al 15%. Pur essendo navi piccole (inferiori a 5 mila tonnellate), che trasportano prodotti bianchi, sono comunque sottoposte a controlli e certificazioni, in accordo alle normative nazionale e internazionale, che non impongono nè restrizioni sull'età nè il doppio scafo». Attualmente fra l' altro non sono disponibili navi di ridotte dimensioni provviste di doppio fondo. «Ciò nonostante — dice la nota — l' Api ha provveduto a realizzare una nave di 5 mila tonnellate, a doppio scafo, dotata di gas inerte e di propulsione elettrica alternativa. Un' imbarcazione all' avanguardia, che entrerà in funzione nel corso del 2003».

«Quale futuro produttivo senza la raffineria?»

Da Carlo Sanzana, responsabile della Camera del Lavoro di Falconara riceviamo e pubblichiamo: Sull'altare della sicurezza ambientale e dei cittadini di Falconara, molte voci autorevoli durante le feste di fine anno si sono pronunciati contro la proroga della concessione alla raffineria Api fino al 2020. Che prima occorre garantire la sicurezza ambientale, quella dei cittadini e poi il lavoro siamo tutti d'accordo, ma è proprio vero che non può esserci convivenza tra la sicurezza ambientale, lo sviluppo territoriale della città e la raffineria? Non bisogna dimenticare che l'industria petrolifera tra lavoro diretto, indiretto e commerciale, dà lavoro a oltre duemila famiglie. Come si pensa di compensare l'occupazione e lo sviluppo economico che oggi si produce? Il sindaco ha dichiarato che il turismo e il terziario possono benissimo sostituire in quell'area l'occupazione e l'economia che oggi sviluppa l'Api. Mi si permetta di evidenziare che vicino ad una foce di un fiume, molto difficilmente il turismo potrà decollare, nè tantomeno potrà fare concorrenza a Senigallia o Rimini. E poi quanti anni e milioni di euro occorrono per bonificare il terreno che attualmente occupa la raffineria? Non basta l'esperienza negativa dell'area Montedison? E' sotto gli occhi di tutti lo stato di abbandono e di inquinamento di quel suolo. Se poi a giugno la Regione deciderà di non prorogare la concessione, che garanzie di sicurezza ci saranno fino al 2008? Penso che difficilmente l'Api sarà disposta a garantire la massima sicurezza senza prospettive future. Quindi prima di prendere drastiche decisioni contro la proroga della concessione è urgente e necessario avviare un confronto con la proprietà Api, per concordare e definire un piano preciso e particolareggiato di interventi mirati al risanamento ambientale, alla sicurezza dell'Api e del territorio così come già la Cgil-Cisl-Uil provinciali si sono pronunciate.

Un piano regionale contro le polveri sottili

ANCONA — La giunta regionale ha definito criteri e procedure dei provvedimenti d'emergenza nel caso di episodi acuti di inquinamento atmosferico da polveri sottili, fissando fino al 31 marzo il periodo sperimentale d'applicazione. L'intervallo invernale, infatti, è quello considerato a rischio in base all'analisi storica realizzata in molte regioni italiane. Successivamente, il tavolo tecnico che ha predisposto i criteri - al quale prendono parte le Province, i Comuni, l'Arpam, l'Osservatorio geofisico di Macerata, l'Assam e i tecnici regionali dell'Ambiente, dei Trasporti, della Sanità e della Protezione civile - valuterà gli effetti dell'azione e gli interventi da riprogrammare. «Abbiamo operato - ha spiegato l'assessore regionale all'Ambiente Marco Amagliani - su due presupposti: in primo luogo abbiamo stabilito una strategia omogenea d'intervento per tutti i quattro ambiti sensibili individuati nelle Marche, lasciando ai Comuni interessati, attraverso la redazione di programmi operativi d'ambito, l' autonomia di limitare ancor più il traffico veicolare sulla base delle proprie specificità». «La delibera - ha aggiunto - non si limita a affrontare l'emergenza: rilancia l' ipotesi di accordi di programma fra Province, Comuni, Regione e ministero dell'Ambiente per la prevenzione, il risanamento e la gestione della qualità dell'aria o anche il mantenimento dove essa è accettabile. Intese che riguarderanno non solo la mobilità sostenibile, ma anche gli effetti inquinanti provenienti da strutture di produzione energetica, come le centrali a combustibili fossili, o da industrie. Il primo accordo, la cui bozza è gia stata approvata, nei prossimi giorni verrà sottoposto all'approvazione di ben 19 amministrazioni locali». Gli ambiti sensibili individuati riguardano essenzialmente i Comuni al di sopra dei 25 mila abitanti della fascia costiera e delle zone vallive: il primo, a nord, è quello della bassa valle del Foglia e Metauro e dei Comuni di Pesaro e Fano; il secondo comprende l' area metropolitana di Ancona, Senigallia, Jesi, Falconara. Il terzo ambito riguarda la bassa valle del Chienti, Macerata, Civitanova Marche e Fermo, mentre l' ultimo, a sud, è quello di Ascoli Piceno e San Benedetto e della valle del Tronto. I Comuni, compresi quelli a inferiore densità abitativa, attiveranno con ordinanza comunale i provvedimenti di limitazione del traffico sulla base delle rilevazioni effettuate dalle undici stazioni presenti sull'intero territorio regionale. La scala d'interventi prevede tre livelli d'attenzione collegati al valore medio giornaliero delle polveri sottili e al numero di giorni consecutivi d'inquinamento rilevati.

 
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