RASSEGNA STAMPA 07.01.2003

 

MESSAGGERO
Accuse di Lion, la replica: «Una non c’è più, le altre sicure»

«Tre petroliere pericolose all’Api»

NUOVE accuse rivolte all'Api di Falconara da Marco Lion membro della commissione ambiente della Camera sulla scia delle polemiche innescate nei giorni scorsi dall'arrivo della petroliera Moskovski Festival, priva di doppio scafo: «Se la Moskovski se ne è andata - sostiene il deputato verde - l'Api resta e continua a nascondere fonti di pericolo per l'Adriatico ancor più gravi. Mi riferisco all'utilizzo quotidiano da parte della raffineria di tre navi cisterna, adibite al trasporto di derivati del petrolio nei vari depositi costieri, che oltre ad essere monoscafo, sono state costruite da più di vent'anni». L'onorevole Lion punta il dito contro le navi Rapallo e Ronco, in mare da oltre vent'anni, e la Tigullio con più di trent'anni di attività alle spalle, tutte con stazza di circa tremila tonnellate, che si avvicendano sistematicamente al pontile di Falconara per almeno 500 volte l'anno. «Se l'Italia recepisse l'accordo franco-spagnolo che vieta il trasporto petrolifero a navi monoscafo - prosegue Lion - la Tigullio, la Rapallo e la Ronco sarebbero fuori legge come la Moskovski. Con queste tre carrette del mare le regioni adriatiche è come se si ritrovassero costantemente tre rivoltelle puntate alla tempia». Immediata la replica dell'Api: «In primo luogo - afferma l'ingegner Vincenzo Cleri - tengo a precisare che la Tigullio è stata da tempo epurata e sostituita da una nuovissima imbarcazione biscafo predisposta per un carico di 15 mila tonnellate. Quanto poi al problema più generale legato alla sicurezza, ribadisco che tutte le imbarcazioni che transitano nella nostra zona sono sottoposte a controlli severi e continui. Il futuro della navigazione prevede l'abilitazione di sole navi a doppio scafo. In base a quanto stabilito da un accordo internazionale le imbarcazioni monoscafo dovrebbero essere bandite a partire dal 2014, ma stiamo lavorando per anticipare i tempi». Quindi, una polemica artificiosa e fine a sé stessa secondo Cleri, che aggiunge: «Per quanto concerne il nostro terminal, le petroliere datate rappresentano una quota molto bassa, circa il 10%, ma ci stiamo adoperando per ridurla ulteriormente. Il caso Moskovski ha comunque dimostrato che i controlli eseguiti nelle sedi competenti, una manutenzione efficiente e soprattutto la perizia dell'equipaggio possono garantire sufficienti condizioni di sicurezza».

 
RESTO DEL CARLINO
«Api utilizza navi monoscafo»

ANCONA — «La scia della petroliera Moskovski Festival non ha portato solo ondate di preoccupazioni e di polemiche ma ha anche aperto varchi fino ad oggi sconosciuti sulla gestione e il trasporto via mare di prodotti petroliferi da parte della Raffineria Api di Falconara». Lo afferma l' on. Marco Lion (Verdi), della Commissione Ambiente della Camera. Lion denuncia innanzitutto il «pietoso tentativo» dell' Api di far passare la Moskovski come nave a doppio scafo. Si tratta invece di una nave con zavorra segregata (S.T.B.) nella quale il doppio fondo «altro non è che una serie di serbatoi dedicati esclusivamente a costituire la zavorra della nave stessa», la cui utilità ambientale consiste nel fatto che la petroliera, dopo lo scarico, «non ha bisogno di zavorrarsi immettendo l' acqua del mare nelle cisterne che trasportavano petrolio», e quindi l' acqua mista a residui petroliferi non viene espulsa in mare al momento di effettuare un nuovo carico. «Ma le cose più preoccupanti che pongono l' Api di fronte a pesantissime responsabilità — aggiunge Lion — sono altre: più della metà delle 240 petroliere che ogni anno approdano davanti a Falconara sono monoscafo; l' Api utilizza quotidianamente per il trasporto di sostanze petrolifere nei vari depositi costieri dell' Adriatico tre navi cisterna (la Tigullio, la Rapallo e la Ronco) che portano carichi da 2.000 a 3.000 tonnellate». Navi che, alternativamente, si possono vedere «ogni giorno attraccate al pontile dell' Api dove, per circa 500 volte l' anno, effettuano operazioni di carico e scarico. Sono tutte e tre navi monoscafo e solo la Rapallo, tempo fa, è stata attrezzata con zavorra segregata». In più, rispetto alla Moskovski, costruita 17 anni fa, la Tigullio, è una monoscafo «con più di 30 anni di attività alle spalle, e la Rapallo e la Ronco sono state costruite più di 20 anni fa». Secondo Lion, se fosse subito recepita dall' Italia — come hanno fatto Spagna e Francia dopo il disastro della Prestige — la direttiva europea che vieta il trasporto petrolifero a navi monoscafo, la Tigullio, la Rapallo e la Ronco «sarebbero fuorilegge come la Moskovski». Il deputato auspica quindi un intervento urgente per porre fine a questo «vero e proprio attentato alla sicurezza ecologica del nostro mare e alle attività produttive che vi traggono sostentamento». E vista dunque l' «ennesima dimostrazione dell' incompatibilità della raffineria Api con il territorio circostante, la Regione, la Provincia e i Comuni rivieraschi si pronuncino — chiede Lion — contro il rinnovo della concessione».

I Ds: «Condivisibile il no al rinnovo della concessione»

FALCONARA — La valutazione di non conformità alle norme e alle previsioni del Prg espressa dalla giunta del Comune di Falconara sulla richiesta di nuova concessione alla raffineria Api è «un atto ampiamente condivisibile e coerente con i progetti di riqualificazione e recupero del territorio più volte affermati». Lo affermano - in una nota diffusa ieri - i Ds. I Ds giudicano la richiesta «non valutabile e anzi inopportuna fino a quando non verranno approfonditi i gravissimi risultati contenuti nella consulenza dei periti nominati dal Tar, poichè essi aprono una pesante riserva sull' attuale stato di pericolosità degli impianti sia all' interno dello stabilimento che rispetto al territorio circostante». Nella consulenza tecnica dei periti del Tar delle Marche (che peraltro smontano i presupposti della dichiarazione, sancita dalla Regione, di area ad alto rischio ambientale, ndr) «sono state autorevolmente riproposte - si legge ancora - numerose misure di sicurezza che, già indicate da diversi organismi - Ufficio Ambiente comunale, Enea, Arpam - risultano necessarie per limitare la pericolosità degli impianti della raffineria». «È grave - prosegue la nota - che l' Api non abbia sentito il dovere di presentare un proprio piano per realizzare in tempi certi e ragionevoli tali interventi. Occorre sottolineare che è in questo quadro che deve essere valutata l' istanza per la nuova concessione depositata presso la Regione nel maggio 2002. Difatti, la questione che con forza viene rimessa al centro delle valutazioni è se in questo momento, in mancanza delle opere già indicate come necessarie da diverse fonti, esistano o meno le condizioni di sicurezza per l' esercizio della concessione in atto, con scadenza 2008». «Non sono sicuramente le autocertificazioni conseguite e pubblicizzate dall' azienda - conclude la nota - a poter fornire le certezze di cui la città ha bisogno», ed «è preoccupante, come testimonia anche la recente vicenda della petroliera «Moskosvski», l' incapacità dell' Api di capire i cambiamenti del territorio che pure occupa e condiziona ormai da decenni».

 
IL PICCOLO - giornale di Trieste
Interrogazione dei Verdi sul caso della nave carica di olio per la centrale: servono regole più severe

La Moskovskiy approda al Senato

Chiesto per il mare Adriatico lo stato di «area sensibile»

Il caso-Moskovskiy approda in Parlamento. La vicenda della petroliera carica di 16.800 tonnellate di olio combustibile arrivata a Monfalcone dopo essere stata oggetto della protesta ambientalista ad Ancona viene infatti riassunta in un’interrogazione presentata dal senatore dei Verdi Sauro Turroni al ministro dell’Ambiente. «La petroliera, che è priva del doppio scafo e ha 17 anni — scrive l’onorevole Turroni —, durante il suo tragitto in prossimità dell’Andalusia è stata intercettata e allontanata dalla Marina militare spagnola in quanto è vietato l’ingresso in una fascia di 20 miglia dalla costa alle navi con scafo unico più vecchie di 15 anni. Ha potuto attraversare lo stretto di Gibilterra solo perché gli Stati che vi si affacciano non possono esercitare limitazioni alla libera circolazione navale, in base a una convenzione Onu». La nave al suo arrivo a Monfalcone è stata comunque sottoposta ai controlli della Capitaneria di porto, che ha verificato la sua regolarità rispetto alle normative vigenti. Non esiste infatti attualmente alcun obbligo di doppio scafo per questo tipo di imbarcazioni; la «Moskovskiy Festival» è dotata inoltre di un doppio scafo che corre lungo tutta la nave tranne dove si Trovano due cisterne destinate a contenere il residuo dei lavaggi delle cisterne di carico, che però non vengono mai utilizzate». Tecnicamente la nave risulta a scafo unico, anche se in pratica è dotata di doppia protezione. Nonostante tutte le rassicurazioni, comunque, le preoccupazioni rimangono. «Le navi senza doppio scafo con 15 anni di anzianità adottando bandiere di comodo come quella maltese possono eludere le normative più restrittive. Navi con oltre 15 anni di vita come la «Moskovskiy» vengono noleggiate a prezzi stracciati», continua il senatore Turroni. Per questo nell’interrogazione vengono chiesti l’adozione di regole più ferme, come quelle già adottate da Francia e Spagna, e l’impegno per il riconoscimento formale dell’Adriatico come «area particolarmente sensibile», che porrebbe il nostro mare sotto il controllo internazionale dei traffici marittimi.

 
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