MESSAGGERO |
Accuse di Lion,
la replica: «Una non c’è più, le altre sicure»
«Tre petroliere pericolose
all’Api»
NUOVE accuse rivolte all'Api
di Falconara da Marco Lion membro della commissione ambiente
della Camera sulla scia delle polemiche innescate nei giorni
scorsi dall'arrivo della petroliera Moskovski Festival,
priva di doppio scafo: «Se la Moskovski se ne è andata -
sostiene il deputato verde - l'Api resta e continua a
nascondere fonti di pericolo per l'Adriatico ancor più
gravi. Mi riferisco all'utilizzo quotidiano da parte della
raffineria di tre navi cisterna, adibite al trasporto di
derivati del petrolio nei vari depositi costieri, che oltre
ad essere monoscafo, sono state costruite da più di vent'anni».
L'onorevole Lion punta il dito contro le navi Rapallo e
Ronco, in mare da oltre vent'anni, e la Tigullio con più di
trent'anni di attività alle spalle, tutte con stazza di
circa tremila tonnellate, che si avvicendano
sistematicamente al pontile di Falconara per almeno 500
volte l'anno. «Se l'Italia recepisse l'accordo
franco-spagnolo che vieta il trasporto petrolifero a navi
monoscafo - prosegue Lion - la Tigullio, la Rapallo e la
Ronco sarebbero fuori legge come la Moskovski. Con queste
tre carrette del mare le regioni adriatiche è come se si
ritrovassero costantemente tre rivoltelle puntate alla
tempia». Immediata la replica dell'Api: «In primo luogo -
afferma l'ingegner Vincenzo Cleri - tengo a precisare che la
Tigullio è stata da tempo epurata e sostituita da una
nuovissima imbarcazione biscafo predisposta per un carico di
15 mila tonnellate. Quanto poi al problema più generale
legato alla sicurezza, ribadisco che tutte le imbarcazioni
che transitano nella nostra zona sono sottoposte a controlli
severi e continui. Il futuro della navigazione prevede
l'abilitazione di sole navi a doppio scafo. In base a quanto
stabilito da un accordo internazionale le imbarcazioni
monoscafo dovrebbero essere bandite a partire dal 2014, ma
stiamo lavorando per anticipare i tempi». Quindi, una
polemica artificiosa e fine a sé stessa secondo Cleri, che
aggiunge: «Per quanto concerne il nostro terminal, le
petroliere datate rappresentano una quota molto bassa, circa
il 10%, ma ci stiamo adoperando per ridurla ulteriormente.
Il caso Moskovski ha comunque dimostrato che i controlli
eseguiti nelle sedi competenti, una manutenzione efficiente
e soprattutto la perizia dell'equipaggio possono garantire
sufficienti condizioni di sicurezza».
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RESTO DEL
CARLINO |
«Api
utilizza navi monoscafo»
ANCONA — «La scia della
petroliera Moskovski Festival non ha portato solo ondate di
preoccupazioni e di polemiche ma ha anche aperto varchi fino
ad oggi sconosciuti sulla gestione e il trasporto via mare
di prodotti petroliferi da parte della Raffineria Api di
Falconara». Lo afferma l' on. Marco Lion (Verdi), della
Commissione Ambiente della Camera. Lion denuncia
innanzitutto il «pietoso tentativo» dell' Api di far passare
la Moskovski come nave a doppio scafo. Si tratta invece di
una nave con zavorra segregata (S.T.B.) nella quale il
doppio fondo «altro non è che una serie di serbatoi dedicati
esclusivamente a costituire la zavorra della nave stessa»,
la cui utilità ambientale consiste nel fatto che la
petroliera, dopo lo scarico, «non ha bisogno di zavorrarsi
immettendo l' acqua del mare nelle cisterne che
trasportavano petrolio», e quindi l' acqua mista a residui
petroliferi non viene espulsa in mare al momento di
effettuare un nuovo carico. «Ma le cose più preoccupanti che
pongono l' Api di fronte a pesantissime responsabilità —
aggiunge Lion — sono altre: più della metà delle 240
petroliere che ogni anno approdano davanti a Falconara sono
monoscafo; l' Api utilizza quotidianamente per il trasporto
di sostanze petrolifere nei vari depositi costieri dell'
Adriatico tre navi cisterna (la Tigullio, la Rapallo e la
Ronco) che portano carichi da 2.000 a 3.000 tonnellate».
Navi che, alternativamente, si possono vedere «ogni giorno
attraccate al pontile dell' Api dove, per circa 500 volte l'
anno, effettuano operazioni di carico e scarico. Sono tutte
e tre navi monoscafo e solo la Rapallo, tempo fa, è stata
attrezzata con zavorra segregata». In più, rispetto alla
Moskovski, costruita 17 anni fa, la Tigullio, è una
monoscafo «con più di 30 anni di attività alle spalle, e la
Rapallo e la Ronco sono state costruite più di 20 anni fa».
Secondo Lion, se fosse subito recepita dall' Italia — come
hanno fatto Spagna e Francia dopo il disastro della Prestige
— la direttiva europea che vieta il trasporto petrolifero a
navi monoscafo, la Tigullio, la Rapallo e la Ronco
«sarebbero fuorilegge come la Moskovski». Il deputato
auspica quindi un intervento urgente per porre fine a questo
«vero e proprio attentato alla sicurezza ecologica del
nostro mare e alle attività produttive che vi traggono
sostentamento». E vista dunque l' «ennesima dimostrazione
dell' incompatibilità della raffineria Api con il territorio
circostante, la Regione, la Provincia e i Comuni rivieraschi
si pronuncino — chiede Lion — contro il rinnovo della
concessione».
I Ds: «Condivisibile
il no al rinnovo della concessione»
FALCONARA — La valutazione di
non conformità alle norme e alle previsioni del Prg espressa
dalla giunta del Comune di Falconara sulla richiesta di
nuova concessione alla raffineria Api è «un atto ampiamente
condivisibile e coerente con i progetti di riqualificazione
e recupero del territorio più volte affermati». Lo affermano
- in una nota diffusa ieri - i Ds. I Ds giudicano la
richiesta «non valutabile e anzi inopportuna fino a quando
non verranno approfonditi i gravissimi risultati contenuti
nella consulenza dei periti nominati dal Tar, poichè essi
aprono una pesante riserva sull' attuale stato di
pericolosità degli impianti sia all' interno dello
stabilimento che rispetto al territorio circostante». Nella
consulenza tecnica dei periti del Tar delle Marche (che
peraltro smontano i presupposti della dichiarazione, sancita
dalla Regione, di area ad alto rischio ambientale, ndr)
«sono state autorevolmente riproposte - si legge ancora -
numerose misure di sicurezza che, già indicate da diversi
organismi - Ufficio Ambiente comunale, Enea, Arpam -
risultano necessarie per limitare la pericolosità degli
impianti della raffineria». «È grave - prosegue la nota -
che l' Api non abbia sentito il dovere di presentare un
proprio piano per realizzare in tempi certi e ragionevoli
tali interventi. Occorre sottolineare che è in questo quadro
che deve essere valutata l' istanza per la nuova concessione
depositata presso la Regione nel maggio 2002. Difatti, la
questione che con forza viene rimessa al centro delle
valutazioni è se in questo momento, in mancanza delle opere
già indicate come necessarie da diverse fonti, esistano o
meno le condizioni di sicurezza per l' esercizio della
concessione in atto, con scadenza 2008». «Non sono
sicuramente le autocertificazioni conseguite e pubblicizzate
dall' azienda - conclude la nota - a poter fornire le
certezze di cui la città ha bisogno», ed «è preoccupante,
come testimonia anche la recente vicenda della petroliera «Moskosvski»,
l' incapacità dell' Api di capire i cambiamenti del
territorio che pure occupa e condiziona ormai da decenni».
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IL PICCOLO -
giornale di Trieste |
Interrogazione
dei Verdi sul caso della nave carica di olio per la
centrale: servono regole più severe
La Moskovskiy approda al
Senato
Chiesto per il mare Adriatico
lo stato di «area sensibile»
Il caso-Moskovskiy approda in
Parlamento. La vicenda della petroliera carica di 16.800
tonnellate di olio combustibile arrivata a Monfalcone dopo
essere stata oggetto della protesta ambientalista ad Ancona
viene infatti riassunta in un’interrogazione presentata dal
senatore dei Verdi Sauro Turroni al ministro dell’Ambiente.
«La petroliera, che è priva del doppio scafo e ha 17 anni —
scrive l’onorevole Turroni —, durante il suo tragitto in
prossimità dell’Andalusia è stata intercettata e allontanata
dalla Marina militare spagnola in quanto è vietato
l’ingresso in una fascia di 20 miglia dalla costa alle navi
con scafo unico più vecchie di 15 anni. Ha potuto
attraversare lo stretto di Gibilterra solo perché gli Stati
che vi si affacciano non possono esercitare limitazioni alla
libera circolazione navale, in base a una convenzione Onu».
La nave al suo arrivo a Monfalcone è stata comunque
sottoposta ai controlli della Capitaneria di porto, che ha
verificato la sua regolarità rispetto alle normative
vigenti. Non esiste infatti attualmente alcun obbligo di
doppio scafo per questo tipo di imbarcazioni; la «Moskovskiy
Festival» è dotata inoltre di un doppio scafo che corre
lungo tutta la nave tranne dove si Trovano due cisterne
destinate a contenere il residuo dei lavaggi delle cisterne
di carico, che però non vengono mai utilizzate».
Tecnicamente la nave risulta a scafo unico, anche se in
pratica è dotata di doppia protezione. Nonostante tutte le
rassicurazioni, comunque, le preoccupazioni rimangono. «Le
navi senza doppio scafo con 15 anni di anzianità adottando
bandiere di comodo come quella maltese possono eludere le
normative più restrittive. Navi con oltre 15 anni di vita
come la «Moskovskiy» vengono noleggiate a prezzi
stracciati», continua il senatore Turroni. Per questo
nell’interrogazione vengono chiesti l’adozione di regole più
ferme, come quelle già adottate da Francia e Spagna, e
l’impegno per il riconoscimento formale dell’Adriatico come
«area particolarmente sensibile», che porrebbe il nostro
mare sotto il controllo internazionale dei traffici
marittimi. |
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