RESTO DEL
CARLINO |
Carletti si rivolge alla Procura
FALCONARA — Il sindaco Carletti informerà la Procura
sugli ultimi risvolti emersi dal parere dei sette periti
nominati dal Tar (tribunale amministrativo regionale).
Questo «atto dovuto» — come lo definisce lo stesso sindaco —
non è per ribadire la pericolosità derivante dalla presenza
della raffineria Api, quanto per mettere in luce l'imminenza
della pericolosità. Il primo cittadino, in più occasioni
aveva dato risalto alla necessità che le misure di
sicurezza, sarebbero dovute essere altamente cautelative nei
confronti dell'intero territorio e quindi della popolazione.
Oggi questa tempestività si è trasformata in imminente
necessità. E le cose sono cambiate. «Quello del Ctu — ha
detto Carletti — è un parere autorevole che deve essere
tenuto in considerazione. Io parlo da sindaco e quindi da
tutore del territorio falconarese. Quello verso la Procura è
un atto dovuto perché ciò che è emerso da quel documento è
l'imminenza dei problemi ed è indispensabile rafforzare
quella documentazione». Il parere, infatti, suggerisce una
serie di interventi per il raggiungimento di un grado di
sicurezza elevato. Tra questi l'integrazione del deposito
nazionale nel recinto della raffineria, riduzione dei volumi
di stoccaggio attraverso l'eliminazione dei serbatoi di
benzina. E ancora, recinzione del piazzale esterno dell'area
e l'ammodernamento degli impianti di protezione del pontile
con sistemi di tecnologicamente avanzati. Poi la
manutenzione straordinaria dei serbatoi di stoccaggio
grezzo, ovvero realizzare una impermeabilizzazione con la
creazione di doppie tenute per ridurre le emissioni di
odori. «Quella che è emersa dalla documentazione — ha
spiegato Carletti — è una visione realistica e drammatica.
Una testimonianza di quanto la situazione di quell'area sia
vicino alla soglia di attenzione». E per quanto riguarda la
Regione il sindaco ha dichiarato di confidare nell'operato
dell'assessore Amagliani, verso cui esprime compiacimento.
Sulla dichiarazione di area ad elevato rischio ambietnale il
sindaco si pronuncia solo per quello che è di sua competenza
e cioè il territorio falconarese e quindi la raffineria Api.
«Ho già chiarito pubblicamente, a tutta la popolazione — ha
concluso il sindaco — quelle che erano e sono le priorità
per la cittadinanza. Adesso dovrò ponderare gli atti
conseguenziali a questi ulteriori risvolti». Si apre dunque
un nuovo capitolo dove comunque la raffineria e
Confindustria ne sono uscite vincitori. Carletti non gira le
spalle all'impianto petrolifero ma auspica che «si faccia
un'indagine atta a chiarire l'attuale posizione». Un altro
tassello si aggiunge alla vicenda Api che sicuramente
supporta quanto fino ad oggi dichiarato dal primo cittadino.
Api, il «no» della giunta
FALCONARA — Nell'ultimo documento approvato dalla giunta
comunale, nel quale senza ombra di dubbio viene espressa
l'incompatibilità della raffineria Api con il territorio
circostante, sono diversi i fattori negativi citati dal
Comune. Dapprima che «l'impianto petrolifero rivela una
profonda commistione con le reti della mobilità» ed in
particolare con la rete ferroviaria Bologna-Ancona che passa
all'interno dell'impianto e con la statale 16 che la
costeggia integralmente. Questo il primo motivo che secondo
il Comune determina una situazione a rischio e di incidente
rilevante. Secondariamente il permanere della raffineria
«contrasta con le previsioni urbanistiche più generali che
comportano una riqualificazione turistica del tratto
costiero del Comune». Rapporto critico quello che poi viene
rilevato nel documento, dove si sottolinea come il rapporto
tra l'industria e il restante tessuto urbano sia appunto
critico. «L'area della raffineria — scrivono i responsabili
dell'area assetto del territorio — è inquinata da
idrocarburi in concentrazione superiore a quanto previsto».
La bonifica del suolo occupato, per l'amministrazione,
diventa quanto mai urgente per «la segnalata contaminazione
della falda idrica, del fiume Esino e del mare, essendo la
frazione solubile dell'agente inquinante libera di defluire
verso l'esterno». Entro pochi giorni dovrebbe concludersi un
altro capitolo fondamentale per il Comune: quello
dell'approvazione definitiva da parte della Provincia del
nuovo piano regolatore generale.
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IL PICCOLO -
giornale di Trieste |
Si concluderanno stamane le operazioni di
svuotamento della petroliera che trasportava 16.800
tonnellate di olio
«Moskovskiy», iniziato lo scarico
Gli ambientalisti ricevuti in Capitaneria: «Stop alle
navi che non danno garanzie»
Non ci sono stati colpi di scena nella vicenda della «Moskovskiy
Festival», la petroliera il cui arrivo ad Ancona e la
successiva tappa a Monfalcone avevano causato un fiume di
polemiche. La nave infatti è arrivata in rada alle 14 di
venerdì pomeriggio. Alle 18 sono iniziati i controlli di
rito della Capitaneria di porto, che sono proseguiti fin
oltre le 22. I due ufficiali ispettori hanno verificato
l’aderenza della nave alle norme comunitarie secondo la
procedura del Memorandum di Parigi. La «Moskovskiy» è
risultata assolutamente in regola con la normativa vigente e
ha quindi potuto entrare nel porto di Monfalcone. Si è
ormeggiata alla banchina dell’Enel e ha iniziato le
procedure di scarico delle 16.800 tonnellate di olio
destinate alla centrale Endesa. Le operazioni dovrebbero
terminare questa mattina, dopodiché la petroliera riprenderà
il suo viaggio. Con il sopralluogo della Capitaneria si
risolve anche il giallo del doppio scafo. La «Moskovskiy»
possiede infatti un doppio scafo che corre lungo tutta la
nave, tranne che in un punto dove si trovano due cisterne
destinate a contenere il residuo dei lavaggi delle cisterne
di carico. Le due cisterne non vengono però mai utilizzate:
tecnicamente la nave risulta a scafo unico, anche se in
pratica è dotata di doppia protezione. Rassicurazioni sulle
condizioni della nave sono inoltre state fornite ai
rappresentanti delle associazioni ambientaliste che,
accompagnati da esponenti delle forze politiche locali, si
sono recati ieri mattina alla Capitaneria per approfondire
le informazioni e presentare le proprie preoccupazioni.
«Sull’intera parte legislativa ci si riserva di fare
ulteriori passi per evitare che questo tipo di nave possa
transitare nelle nostre acque — afferma un comunicato della
delegazione —. Questa vicenda dimostra quanto sia importante
procedere con la trasformazione a gas dei gruppi 3 e 4 della
centrale, attualmente funzionanti a olio combustibile. Per
quanto riguarda le dichiarazioni del direttore della
centrale, si vuole far presente che la petroliera è
attraccata su richiesta di Endesa, e non certo dei cittadini
di Monfalcone. Si vuole poi rimarcare che approviggionamenti
di olio combustibile usando questo tipo di navi costano
sicuramente meno rispetto al trasporto con navi più moderne.
È quindi l’ennesimo caso in cui Endesa antepone il puro
profitto economico rispetto agli interessi della
popolazione». È senz’altro possibile che la Moskovskiy
rispetti le leggi vigenti in Italia, ma di fronte al
rischio, anche remoto, di un incidente gli ambientalisti
ritengono che l’unica legge da adottare debba essere quella
del buon senso, per prevenire qualsiasi fattore di rischio.
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IL GAZZETTINO |
La"carretta" parte oggi
La nave russa ha scaricato il petrolio
MONFALCONE - Sono iniziate ieri, a Monfalcone (Gorizia),
le operazioni di scarico dalla petroliera "Moskovski
Festival" delle 16.800 tonnellate di combustibile denso
destinato alla centrale Endesa (ex Enel). La nave,
proveniente da Falconara (Ancona), dove nei giorni scorsi
aveva scaricato una prima parte del combustibile, è arrivata
nel pomeriggio di venerdì in rada a Monfalcone. Due
ispettori della Capitaneria di porto sono saliti a bordo per
i controlli normalmente previsti per questo genere di
trasporti e - a quanto si è appreso - non hanno riscontrato
alcuna irregolarità. «La petroliera - ha precisato il
comandante in seconda della Capitaneria, Antonio Cuocci - è
una nave a doppio fondo e doppio scafo, tranne che in un
punto dove c'è un doppio fondo che può essere utilizzato per
eventuali acque di lavaggio delle cisterne». Nella mattinata
di ieri la petroliera ha attraccato alla banchina della
centrale Endesa ed è stato dato avvio alle operazioni di
scarico, che dovrebbero essere completate nella giornata di
stamani. Ieri una delegazione composta da esponenti di
Legambiente, Wwf, Cgil, Rifondazione comunista e da
consiglieri del Comune e della Provincia di Gorizia, si è
incontrata in Capitaneria di porto con i responsabili della
sicurezza della navigazione chiedendo informazioni sulla
normativa e sulle condizioni della nave. «Sull'intera parte
legislativa la delegazione - rileva una nota - si riserva di
fare ulteriori passi per evitare comunque che questo tipo di
nave possa transitare nelle nostre acque, in quanto
l'eventuale rilascio di combustibile in un mare chiuso come
l'Adriatico (e specialmente il Golfo di Trieste) avrebbe
conseguenze disastrose sia per l'ambiente che per
l'economia». La partenza della nave da Monfalcone è in
programma per oggi pomeriggio.
La petroliera pericolosa pronta a salpare
La "Moskovski Festival" concluderà oggi lo scarico del
greggio per la centrale Endesa
Ha iniziato ieri (le operazioni si concluderanno oggi) a
scaricare le 16.800 tonnellate di combustibile denso
destinate alla centrale Endesa, ex Enel, di Monfalcone la
petroliera "Moskovski festival", bandita dalle autorità
francesi e spagnole dopo la catastrofe ecologica della "Prestige".
La nave, proveniente da Falconara, dove nei giorni scorsi ha
scaricato una prima parte del combustibile, ripartirà oggi
pomeriggio da Monfalcone, con destinazione Nord Europa. Ieri
una delegazione composta da esponenti di Legambiente, Wwf,
Cgil e Rc e consiglieri del Comune e della Provincia di
Gorizia si è incontrata in Capitaneria di porto con i
responsabili della sicurezza della navigazione, ottenendo
garanzie sulle condizioni della nave.
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