RASSEGNA STAMPA 31.12.2002

 

MESSAGGERO
L’imbarcazione a scafo unico che la Spagna non ha voluto

FALCONARA — La Moskovski Festival, che attraccherà il 2 gennaio al porto petrolifero dell'Api, è una imbarcazione a scafo unico, carica di 8000 tonnellate di olio denso combustibile. La Spagna ne ha di recente ordinato l'allontanamento dalle proprie acque dopo la catastrofe ecologica del “Prestige". Un accordo franco-spagnolo vieta l'ingresso nella zona economica esclusiva (200 miglia circa) a navi monoscafo più vecchie di quindici anni che trasportino carichi pericolosi per l'ambiente marino. In Italia (il Paese del Mediterraneo più interessato dal traffico del petrolio) invece non vigono limitazioni. Ogni anno viaggiano intorno alle nostre coste circa 170 milioni di tonnellate tra greggio e prodotti della raffinazione. Nel 2001 le capitanerie di porto hanno controllato il 42,44% delle navi in transito.

FALCONARA — La notizia è certa: la petroliera Moskovski Festival battente bandiera maltese attraccherà il 2 gennaio all'isola della raffineria Api di Falconara (l’arrivo con sosta in rada potrebbe avvenire già questa sera) per scaricare 8 mila tonnellate di combustibile per conto dell'Enel. Come noto, la nave è stata di recente respinta dalla Spagna che in base ad un accordo stipulato con la Francia dopo la catastrofe della Prestige ha mobilitato la marina militare per inibire l'ingresso nelle proprie acque territoriali a tutte le navi a scafo singolo che abbiano più di quindici anni e trasportino carichi potenzialmente pericolosi. E la Moskovski, varata nel 1984, viene sospettata di presentare tali caratteristiche. Un caso che ha scatenato le reazioni dei verdi, dei vari comitati cittadini di Falconara e dell'assessore regionale all'ambiente Marco Amagliani, approdando sino al parlamento attraverso un'interrogazione del deputato Marco Lion. La richiesta è semplice, come spiega lo stesso Amagliani: «Occorre considerare la possibilità di ratificare i contenuti dell'accordo franco - spagnolo, tenuto soprattutto conto della tipologia dei fondali dell'Adriatico, la cui esigua profondità comporta un aumento del rischio di incidenti». Ma la normativa italiana non pone limitazioni, pur prevedendo l'intervento dello Stato solo in caso di accertata pericolosità. Nel frattempo, la Moskovski ha potuto fare il suo ingresso nel Mediterraneo attraverso lo stretto di Gibilterra, in quanto una convenzione internazionale vieta agli stati rivieraschi di frapporre qualsiasi ostacolo alla libertà di navigazione. A fronte delle preoccupazioni degli ambientalisti, non mancano le rassicurazioni da parte dell'Api e della capitaneria di porto di Ancona. «Prima di consentire l'attracco - osserva l'ingegner Vincenzo Cleri dell'Api - controlleremo tutta la documentazione dello scafo, sottoscritta dal comandante, per verificare che il sistema di sicurezza e la manutenzione siano in regola. Del resto non si può incentrare la polemica sulla presenza o assenza del doppio scafo, visto che la maggior parte delle navi in circolazione ne hanno uno solo. La petroliera è poi classificata nel Lloyd's Register di Londra con un basso fattore di rischio, non è dunque una carretta del mare come alcuni l'hanno definita». Tra coloro che hanno utilizzato questa definizione, il consigliere verde Marco Moruzzi che esprime la propria preoccupazione: «Le navi con oltre quindici anni di vita, come la Moskovski, sono vecchie, superate, con equipaggi e strumentazioni organizzate nel segno del risparmio, oltre a presentare una manutenzione ridotta allo stretto indispensabile. Il fatto poi che imbarcazioni con oltre quindici anni di vita debbano essere revisionate ogni due anni, anziché cinque, non può non costituire un campanello d'allarme circa la maggiore pericolosità di queste carrette. Servono assolutamente nuove regole che impediscano i disastri ecologici». Dalla Capitaneria di porto vengono forniti dati tranquillizzanti sulla sicurezza della petroliera, che avrebbe superato senza rilievi l'ultimo controllo tecnico. «Vengono effettuati controlli a tappeto, prendendo tutte le precauzioni del caso, se ci è giunto l'ordine di far entrare la nave nelle acque italiane - osserva l'ufficiale Emilio Di Nardo -, significa che non ci sono problemi». Allarmati, ma rassegnati anche il presidente della provincia Enzo Giancarli e il sindaco di Falconara Carletti. «Pur essendo amareggiato per la situazione di rischio - commenta Carletti - la decisione di impedire l'attracco della nave non rientra nelle mie competenze». Dello stesso parere Giancarli: «Sono preoccupato, ma le istituzioni locali hanno le mani legate. Spetta allo Stato decidere».

«Non rinnovate la concessione Api» Ultimatum di Carletti alla Regione

FALCONARA — No alla raffineria. Questa risposta, sofferta ma inevitabile secondo il comune vista la situazione legata soprattutto all’inquinamento da idrocarburi, è stata inviata in un documento ieri in Regione a firma del sindaco Giancarlo Carletti. E’ il parere dell’ente locale sul futuro di Falconara. Un parere di cui la Regione dovrà tener conto nell’analisi delle condizioni per rilasciare la nuova concessione alla raffineria per altri venti anni. Quella vecchia, infatti, è stata annullata allo stabilimento dal Tribunale in seguito al ricorso del Comune e della Regione. Per questo, pur avendo ancora in corso una pendenza per chiarire la decadenza della vecchia concessione, l’Api ne ha già chiesto un’altra alla regione, ente ora deputato a rilasciarla. Ma il pronunciamento della regione è slittato a giugno 2003, invece dei primi mesi del 2003. Uno slittamento di cinque mesi inaspettato, giunto a ridosso del nuovo anno, giustificato con l’insediamento del nuovo assessore regionale all’ambiente, Marco Amagliani, a cui serve più tempo per capire e decidere. Dal canto suo, il Comune ha fatto il suo dovere stilando il documento dove è contenuto il suo parere sul futuro della città. Ma alla Regione non basta e il termine per il rilascio o meno della concessione slitta di cinque mesi. Una decisione che per ora lo stesso Comune non intende commentare. Eppure c’è chi ritiene che esista un rischio: questo slittamento potrebbe non essere del tutto legittimo. Protagonisti di questo caso delicato, però, non sono solo Comune e Regione. Ieri ha detto la sua in una nota anche la Provincia, che a novembre aveva sottoscritto insieme a Comune e Regione un’intesa per la costituzione di un tavolo. Obiettivo, oltre ad affrontare la proposta di legge regionale sulle industrie a rischio di incidente rilevante, il nodo infrastrutturale di Falconara, il piano integrato di risanamento ambientale e sviluppo, anche il rinnovo della concessione. Proprio su questi temi, secondo il presidente Enzo Giancarli, c’è bisogno di concretezza. Il suo, però, non sembra un richiamo al dovere, ma un segnale quasi di insofferenza: se non si va avanti non se ne fa più nulla. «E’ il caso – scrive – che si dia seguito ai tavoli previsti dall’intesa. Lì dobbiamo costruire le decisioni. Parlo di decisioni non di audizioni o pareri, perché viste le scelte grandi da compiere il processo di decisione deve essere profondo, partecipato, costruito collegialmente, non come giustapposizione di singole posizioni. Se questa modalità non è ritenuta possibile, credo che sia più corretto dichiarare superata l’intesa».

 
RESTO DEL CARLINO
Arriva oggi ad Ancona la petroliera maltese, è polemica

ANCONA - Arriverà ad Ancona oggi pomeriggio la petroliera maltese a scafo unico Moskovski Festival, carica di 8.000 tonnellate di olio denso combustibile, diretta all'Api di Falconara Marittima ma con destinazione finale la Spagna, paese che ne ha però ordinato il respingimento dopo la catastrofe ecologica della Prestige. Un recente accordo franco-spagnolo vieta infatti l'ingresso nella zona economica esclusiva (200 miglia circa) a navi monoscafo più vecchie di 15 anni che trasportino carichi pericolosi per l'ambiente marino. E la Moskovski è stata varata appunto nel 1984. Anche se la Capitaneria di porto di Ancona ha assicurato che la petroliera è un'imbarcazione sicura, che ha superato senza rilievi anche l'ultimo controllo tecnico, i Verdi e i comitati dei cittadini di Falconara marittima, che si battono da tempo contro la presenza della Raffineria Api nella cittadina, chiedono che la Moskovski non entri in acque marchigiane. L'assessore all'ambiente della Regione Marche Marco Amagliani ha chiesto infatti - in una lettera inviata fra gli altri ai Ministeri dei Trasporti e dell'Ambiente - di valutare l'adesione all'accordo franco-spagnolo firmato dopo la catastrofe della Prestige per interdire l'ingresso nelle acque italiane dell'Adriatico a tutte le navi a scafo singolo che abbiano più di 15 anni e trasportino carichi potenzialmente pericolosi. Nella lettera, inviata anche all'ammiraglio comandante in capo dell'Adriatico, al prefetto e al comandante del porto di Ancona, Amagliani scrive: «La decisione di limitare il transito della petroliera deve assolutamente tenere conto della diversa tipologia dei fondali, bassi, dell'Adriatico rispetto all'atlantico e al Mediterraneo». Amagliani, rilevando la preminenza della tutela ambientale, sollecita dai destinatari una «decisione urgente».

A Falconara la petroliera delle polemiche

FALCONARA — E' previsto per oggi pomeriggio alle 16 l'arrivo della petroliera Moskovski Festival nella zona di mare dove si trova la piattaforma Api, a circa quattro chilometri dalla costa. La nave, però, non potrà attraccare prima di dopodomani visto il tardo orario e il giorno di festa che segue l'arrivo. L'imbarcazione, circa 24 mila tonnellate di stazza, varata nel 1984, trasporta olio combustibile a basso tenore di zolfo di proprietà Enel e solo in parte destinato alla raffineria. Il restante carico sarà trasportato fino a Monfalcone da dove la petroliera riprenderà il largo per tornare verso la Spagna, il paese che l'ha respinta per le sue caratteristiche dopo la catastrofe ecologica davanti alla Galizia provocata dalla 'Prestige'. Ma a dare rassicurazioni sulla natura della Moskovski Festival sono sia la Capitaneria di porto, secondo la quale la petroliera è «un'imbarcazione sicura che ha superato senza rilievi anche l'ultimo controllo tecnico», sia la raffineria Api. «Quando la petroliera arriverà — dice l'ingegner Vincenzo Cleri della raffineria — rileveremo tutta la documentazione tecnica necessaria. Andremo sulla nave e verificheremo il rispetto delle normative internazionali, comunitarie e nazionali e che il certificato di riclassificazione sia stato emesso da uno dei sei enti riconosciuti per attestare la sicurezza del trasporto marittimo». L'Api accerterà quindi che persistano tutte le condizioni,che siano perfettamente funzionali e che ciò che è riportato sulla documentazione corrisponda a verità. Tre sono le strutture di ormeggio dell'impianto petrolifero falconarese: il pontile di raffineria, lungo un chilometro e 100 metri dove ormeggiano navi di piccolo cabotaggio fino a 10 mila tonnellate; la cosiddetta 'isola' che dista quattro chilometri dalla spiaggia e accoglie imbarcazioni di 95 mila tonnellate; ed infine la 'boa' mono ormeggio di 16 chilometri su cui possono appunto ormeggiare petroliere fino a 400 mila tonnellate. «Su questa imbarcazione — aggiunge Cleri — ci sono delle garanzie in più e una di queste è proprio la presenza del doppio fondo. Non bisogna poi dimenticare che prima della 'prontezza' e quindi dell'ormeggio, la nave deve ricevere il nullaosta della Capitaneria di porto, ente competente per la sicurezza in mare». Qualora i requisiti strutturali e di sicurezza della nave non corrispondessero alle normative dettate in materia marittima l'Api potrebbe non dare il visto alla discarica e rigettare quindi l'ormeggio. Intanto, però, l'arrivo della petroliera provoca malumori, dai comitati dei quartieri limitrofi alla raffineria fino ai politici. Tra questi, il capogruppo dei Verdi in Regione Marco Moruzzi solleva l'allarme sui rischi a cui la circolazione di vecchie navi espone l'ambiente e l'economia dell'intero Adriatico.

Concessione all'Api: Giancarli bacchetta Regione e Comune

FALCONARA — Della concessione all'Api gli enti locali e la Regione devono discutere e decidere insieme, senza andare ognuno per conto suo. Sembra questo il senso della lettera che il presidente della Provincia Giancarli ha scritto al presidente della Regione D'Ambrosio e al sindaco di Falconara Carletti per chiedere conto dell'applicazione di un' intesa sottoscritta il 5 novembre scorso. L'accordo riguardava la costituzione di un tavolo istituzionale permanente tra la Regione, la Provincia e il Comune sul risanamento ambientale dell'area e il rinnovo della concessione Api. Se il tavolo istituzionale (e quello tecnico) stabiliti in quell'occasione non vanno più bene, «meglio dirlo», afferma Giancarli. «I due momenti, quello politico-istituzionale e quello tecnico — ricorda il presidente della Provincia — hanno il compito di affrontare la proposta di legge regionale sulle aree ad elevato rischio, la proposta di legge regionale sulle industrie a rischio di incidente rilevante, il nodo infrastrutturale di Falconara, il rinnovo della concessione Api, il piano integrato di risanamento ambientale e di sviluppo». «Conoscendovi anche personalmente ed apprezzando la vostra serietà — continua Giancarli — sono certo che voi come me volete coerentemente tener fede a quell'intesa». Allora però, osserva Giancarli, «è il caso che insieme si dia seguito, attuazione, concretezza, azione a quei due tavoli previsti dall'intesa». «Credo che lì — insiste — dobbiamo congiuntamente costruire le decisioni (ovviamente favorendo la partecipazione, penso al mondo del lavoro e dell'imprenditoria, dell'ambientalismo, al pronunciamento dei nostri rispettivi consigli)».

Quattordicesimi in Italia

Quattordicesimi in Italia. Alla voce ambiente. Così disse il «Sole». Che ne dice, invece, l'assessore regionale all'ambiente, Marco Amagliani (foto)? «E' un dato contraddittorio. Specie se guardiamo alla qualità della vita». Sarà contraddittorio, ma quella che il Sole battezza «Pagella Ecologica» ci punisce... «Innanzitutto bisogna leggere meglio questi dati. E poi dico che certe infrastrutture pesanti, vedi quelle di Ancona e Falconara, mettono a rischio la salute della gente». E infatti, secondo il «Sole», le province di Ancona, Macerata e Pesaro e Urbino, sono sopra la media nazionale per i morti di tumore. «Se considera che nel raggio di pochi chilometri, e vicino ad una delle città nominate, coesistono un aeroporto, una raffineria, un'autostrada e persino una superstrada, quello che accade è quasi una conseguenza logica. Direi proprio che bisogna fare qualcosa per limitare i danni». Lei cosa propone? «C'è bisogno di maggiore tutela ambientale. Anche a salvaguardia della salute. Però dico sempre che questi dati mi sembrano un po' contraddittori». Si spieghi meglio, assessore... «Non si può dire che la nostra sia una regione con poca attenzione al verde. Ci sono parchi naturali e se non sbaglio siamo anche tra i primi in ambiti strettamente legati a quello dell'ambiente. Dico solo che ci vuole un maggiore investimento nella tutela di quello che già esiste».

 
IL MANIFESTO
NO ALLE «CARRETTE»

Le Marche chiedono l'interdizione dalla navigazione nell'Adriatico di tutte le navi che abbiano più di 15 anni e a scafo singolo, per evitare incidenti simili a quello della Prestige al largo della Galizia. In particolare, si oppongono all'arrivo a Falconara marittima della petroliera Moskovski festival, la cui navigazione sotto costa è stata già vietata da Spagna e Francia.

 
LA GAZZETTA DEL SUD
Si sono disancorate dai pontili della raffineria e hanno perso duecento litri di gasolio

Danni a due petroliere ormeggiate a Milazzo

MILAZZO – L'onda anomala di Stromboli ha provocato danni anche a Milazzo. In particolare, due petroliere che si trovavano ormeggiate ai pontili della Raffineria hanno rischiato grosso, dopo essersi disancorate. Determinante è stato l'intervento delle squadre che operano all'interno dello stabilimento petrolifero e degli ormeggiatori. Il fenomeno si è verificato intorno alle 14. La nave cisterna “Acquaviva” ormeggiata al pontile 1 e impegnata nelle operazioni di carico di greggio, improvvisamente a causa della rottura dei cavi di poppa, si è staccata dalla banchina, proprio mentre erano in pieno svolgimento le operazioni al pontile. Uno “strappo” brusco che ha colto di sorpresa gli addetti ai pontili che però sono riusciti a salvaguardare la propria incolumità, allontanandosi rapidamente dai bracci di carico. L'allarme è scattato subito e gli operatori della Raffineria, insieme al gruppo ormeggiatori del porto di Milazzo, si sono attivati per “rimettere” il natante al suo posto. Un'operazione che ha richiesto un tempo maggiore rispetto al solito. La rottura dei cavi ha però avuto provocato danni ai bracci di carico delle due navi, con la conseguenza che circa 200 litri di gasolio di un braccio di carico sono finiti in mare. Anche in questo caso provvidenziale è stato l'immediato intervento di recupero del greggio del natante che opera per la pulizia dei fondali e dell'ambiente marino. Al momento dell'inconveniente, la petroliera “Acquaviva” aveva già imbarcato 17 mila delle 20 mila tonnellate di gasolio. Ma la situazione ha rischiato di degenerare perché in contemporanea, si è dovuto fronteggiare il problema dell'altra nave cisterna che si trovava al pontile 2, la “Trinity” e che si accingeva ad effettuare lo “scarico” di circa 80 mila tonnellate di greggio. In questo caso, poiché le operazioni non erano ancora cominciate, si è riusciti ad evitare la fuoriuscita del carburante in mare e dopo qualche minuto, sono stati ripristinati gli ormeggi. Tutte le operazioni sono state svolte sotto il controllo della Capitaneria di porto. Dopo l'inconveniente, pur apprendendo che la situazione a Stromboli si era momentaneamente normalizzata, ai pontili della Raffineria è stata potenziata la presenza di addetti al pontile. A parte questo episodio a Milazzo la presenza dell'onda anomala è stata avvertita anche da alcuni pescatori di Vaccarella che, poche ore dopo l'accaduto, hanno raccontato di aver visto effettivamente, intorno alle 13 di ieri, «un movimento un po' strano delle onde, inusuale visto che il mare era completamente calmo». Mobilitazione anche all'interno della Capitaneria di porto di Milazzo, col comandante Martello e il vice Giannetto, che hanno inviato immediatamente due motovedette, raccordandosi via radio col personale del Circomare di Lipari che seguiva insieme alla Protezione Civile le operazioni di primo soccorso. Intorno alle 14 è stato messo a disposizione – su richiesta della Prefettura – il dispositivo aero-navale delle Capitanerie e un velivolo ha effettuato il periplo dell'isola di Stromboli per verificare la presenza di ulteriori anomalie. Il tam-tam di voci provenienti dall'arcipelago eoliano ha creato comunque preoccupazione anche nella città del Capo, dove numerosi turisti che dovevano imbarcarsi alla volta di Stromboli e Ginostra per trascorrere il fine d'anno sono stati costretti a cambiare in gran fretta i loro programmi. E anche coloro che dovevano recarsi a Vulcano e Lipari, hanno deciso di rinunciare, affollando le agenzie di navigazione per chiedere il rimborso del biglietto della prima corsa pomeridiana. Una comitiva di giovani milazzesi che aveva affittato per tre giorni un'abitazione a Ginostra, ha invece optato ugualmente per il Capodanno alle Eolie, spostandosi a Salina. Va detto comunque che, nonostante l'accaduto i collegamenti non sono mai stati sospesi. Tra i milazzesi invece una sorta di psicosi per i rischi che potrebbero derivare da ulteriori “capricci” del vulcano. Del resto quanto accaduto ai pontili della Raffineria viene ritenuto più di un avvertimento.

 
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