MESSAGGERO |
L’imbarcazione a scafo unico che la Spagna non ha voluto
FALCONARA — La Moskovski
Festival, che attraccherà il 2 gennaio al porto petrolifero
dell'Api, è una imbarcazione a scafo unico, carica di 8000
tonnellate di olio denso combustibile. La Spagna ne ha di
recente ordinato l'allontanamento dalle proprie acque dopo
la catastrofe ecologica del “Prestige". Un accordo
franco-spagnolo vieta l'ingresso nella zona economica
esclusiva (200 miglia circa) a navi monoscafo più vecchie di
quindici anni che trasportino carichi pericolosi per
l'ambiente marino. In Italia (il Paese del Mediterraneo più
interessato dal traffico del petrolio) invece non vigono
limitazioni. Ogni anno viaggiano intorno alle nostre coste
circa 170 milioni di tonnellate tra greggio e prodotti della
raffinazione. Nel 2001 le capitanerie di porto hanno
controllato il 42,44% delle navi in transito.
FALCONARA — La notizia è
certa: la petroliera Moskovski Festival battente bandiera
maltese attraccherà il 2 gennaio all'isola della raffineria
Api di Falconara (l’arrivo con sosta in rada potrebbe
avvenire già questa sera) per scaricare 8 mila tonnellate di
combustibile per conto dell'Enel. Come noto, la nave è stata
di recente respinta dalla Spagna che in base ad un accordo
stipulato con la Francia dopo la catastrofe della Prestige
ha mobilitato la marina militare per inibire l'ingresso
nelle proprie acque territoriali a tutte le navi a scafo
singolo che abbiano più di quindici anni e trasportino
carichi potenzialmente pericolosi. E la Moskovski, varata
nel 1984, viene sospettata di presentare tali
caratteristiche. Un caso che ha scatenato le reazioni dei
verdi, dei vari comitati cittadini di Falconara e
dell'assessore regionale all'ambiente Marco Amagliani,
approdando sino al parlamento attraverso un'interrogazione
del deputato Marco Lion. La richiesta è semplice, come
spiega lo stesso Amagliani: «Occorre considerare la
possibilità di ratificare i contenuti dell'accordo franco -
spagnolo, tenuto soprattutto conto della tipologia dei
fondali dell'Adriatico, la cui esigua profondità comporta un
aumento del rischio di incidenti». Ma la normativa italiana
non pone limitazioni, pur prevedendo l'intervento dello
Stato solo in caso di accertata pericolosità. Nel frattempo,
la Moskovski ha potuto fare il suo ingresso nel Mediterraneo
attraverso lo stretto di Gibilterra, in quanto una
convenzione internazionale vieta agli stati rivieraschi di
frapporre qualsiasi ostacolo alla libertà di navigazione. A
fronte delle preoccupazioni degli ambientalisti, non mancano
le rassicurazioni da parte dell'Api e della capitaneria di
porto di Ancona. «Prima di consentire l'attracco - osserva
l'ingegner Vincenzo Cleri dell'Api - controlleremo tutta la
documentazione dello scafo, sottoscritta dal comandante, per
verificare che il sistema di sicurezza e la manutenzione
siano in regola. Del resto non si può incentrare la polemica
sulla presenza o assenza del doppio scafo, visto che la
maggior parte delle navi in circolazione ne hanno uno solo.
La petroliera è poi classificata nel Lloyd's Register di
Londra con un basso fattore di rischio, non è dunque una
carretta del mare come alcuni l'hanno definita». Tra coloro
che hanno utilizzato questa definizione, il consigliere
verde Marco Moruzzi che esprime la propria preoccupazione:
«Le navi con oltre quindici anni di vita, come la Moskovski,
sono vecchie, superate, con equipaggi e strumentazioni
organizzate nel segno del risparmio, oltre a presentare una
manutenzione ridotta allo stretto indispensabile. Il fatto
poi che imbarcazioni con oltre quindici anni di vita debbano
essere revisionate ogni due anni, anziché cinque, non può
non costituire un campanello d'allarme circa la maggiore
pericolosità di queste carrette. Servono assolutamente nuove
regole che impediscano i disastri ecologici». Dalla
Capitaneria di porto vengono forniti dati tranquillizzanti
sulla sicurezza della petroliera, che avrebbe superato senza
rilievi l'ultimo controllo tecnico. «Vengono effettuati
controlli a tappeto, prendendo tutte le precauzioni del
caso, se ci è giunto l'ordine di far entrare la nave nelle
acque italiane - osserva l'ufficiale Emilio Di Nardo -,
significa che non ci sono problemi». Allarmati, ma
rassegnati anche il presidente della provincia Enzo
Giancarli e il sindaco di Falconara Carletti. «Pur essendo
amareggiato per la situazione di rischio - commenta Carletti
- la decisione di impedire l'attracco della nave non rientra
nelle mie competenze». Dello stesso parere Giancarli: «Sono
preoccupato, ma le istituzioni locali hanno le mani legate.
Spetta allo Stato decidere».
«Non rinnovate la
concessione Api» Ultimatum di Carletti alla Regione
FALCONARA — No alla
raffineria. Questa risposta, sofferta ma inevitabile secondo
il comune vista la situazione legata soprattutto
all’inquinamento da idrocarburi, è stata inviata in un
documento ieri in Regione a firma del sindaco Giancarlo
Carletti. E’ il parere dell’ente locale sul futuro di
Falconara. Un parere di cui la Regione dovrà tener conto
nell’analisi delle condizioni per rilasciare la nuova
concessione alla raffineria per altri venti anni. Quella
vecchia, infatti, è stata annullata allo stabilimento dal
Tribunale in seguito al ricorso del Comune e della Regione.
Per questo, pur avendo ancora in corso una pendenza per
chiarire la decadenza della vecchia concessione, l’Api ne ha
già chiesto un’altra alla regione, ente ora deputato a
rilasciarla. Ma il pronunciamento della regione è slittato a
giugno 2003, invece dei primi mesi del 2003. Uno slittamento
di cinque mesi inaspettato, giunto a ridosso del nuovo anno,
giustificato con l’insediamento del nuovo assessore
regionale all’ambiente, Marco Amagliani, a cui serve più
tempo per capire e decidere. Dal canto suo, il Comune ha
fatto il suo dovere stilando il documento dove è contenuto
il suo parere sul futuro della città. Ma alla Regione non
basta e il termine per il rilascio o meno della concessione
slitta di cinque mesi. Una decisione che per ora lo stesso
Comune non intende commentare. Eppure c’è chi ritiene che
esista un rischio: questo slittamento potrebbe non essere
del tutto legittimo. Protagonisti di questo caso delicato,
però, non sono solo Comune e Regione. Ieri ha detto la sua
in una nota anche la Provincia, che a novembre aveva
sottoscritto insieme a Comune e Regione un’intesa per la
costituzione di un tavolo. Obiettivo, oltre ad affrontare la
proposta di legge regionale sulle industrie a rischio di
incidente rilevante, il nodo infrastrutturale di Falconara,
il piano integrato di risanamento ambientale e sviluppo,
anche il rinnovo della concessione. Proprio su questi temi,
secondo il presidente Enzo Giancarli, c’è bisogno di
concretezza. Il suo, però, non sembra un richiamo al dovere,
ma un segnale quasi di insofferenza: se non si va avanti non
se ne fa più nulla. «E’ il caso – scrive – che si dia
seguito ai tavoli previsti dall’intesa. Lì dobbiamo
costruire le decisioni. Parlo di decisioni non di audizioni
o pareri, perché viste le scelte grandi da compiere il
processo di decisione deve essere profondo, partecipato,
costruito collegialmente, non come giustapposizione di
singole posizioni. Se questa modalità non è ritenuta
possibile, credo che sia più corretto dichiarare superata
l’intesa». |
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RESTO DEL
CARLINO |
Arriva oggi
ad Ancona la petroliera maltese, è polemica
ANCONA - Arriverà ad Ancona
oggi pomeriggio la petroliera maltese a scafo unico
Moskovski Festival, carica di 8.000 tonnellate di olio denso
combustibile, diretta all'Api di Falconara Marittima ma con
destinazione finale la Spagna, paese che ne ha però ordinato
il respingimento dopo la catastrofe ecologica della Prestige.
Un recente accordo franco-spagnolo vieta infatti l'ingresso
nella zona economica esclusiva (200 miglia circa) a navi
monoscafo più vecchie di 15 anni che trasportino carichi
pericolosi per l'ambiente marino. E la Moskovski è stata
varata appunto nel 1984. Anche se la Capitaneria di porto di
Ancona ha assicurato che la petroliera è un'imbarcazione
sicura, che ha superato senza rilievi anche l'ultimo
controllo tecnico, i Verdi e i comitati dei cittadini di
Falconara marittima, che si battono da tempo contro la
presenza della Raffineria Api nella cittadina, chiedono che
la Moskovski non entri in acque marchigiane. L'assessore
all'ambiente della Regione Marche Marco Amagliani ha chiesto
infatti - in una lettera inviata fra gli altri ai Ministeri
dei Trasporti e dell'Ambiente - di valutare l'adesione
all'accordo franco-spagnolo firmato dopo la catastrofe della
Prestige per interdire l'ingresso nelle acque italiane
dell'Adriatico a tutte le navi a scafo singolo che abbiano
più di 15 anni e trasportino carichi potenzialmente
pericolosi. Nella lettera, inviata anche all'ammiraglio
comandante in capo dell'Adriatico, al prefetto e al
comandante del porto di Ancona, Amagliani scrive: «La
decisione di limitare il transito della petroliera deve
assolutamente tenere conto della diversa tipologia dei
fondali, bassi, dell'Adriatico rispetto all'atlantico e al
Mediterraneo». Amagliani, rilevando la preminenza della
tutela ambientale, sollecita dai destinatari una «decisione
urgente».
A Falconara la petroliera
delle polemiche
FALCONARA — E' previsto per
oggi pomeriggio alle 16 l'arrivo della petroliera Moskovski
Festival nella zona di mare dove si trova la piattaforma
Api, a circa quattro chilometri dalla costa. La nave, però,
non potrà attraccare prima di dopodomani visto il tardo
orario e il giorno di festa che segue l'arrivo.
L'imbarcazione, circa 24 mila tonnellate di stazza, varata
nel 1984, trasporta olio combustibile a basso tenore di
zolfo di proprietà Enel e solo in parte destinato alla
raffineria. Il restante carico sarà trasportato fino a
Monfalcone da dove la petroliera riprenderà il largo per
tornare verso la Spagna, il paese che l'ha respinta per le
sue caratteristiche dopo la catastrofe ecologica davanti
alla Galizia provocata dalla 'Prestige'. Ma a dare
rassicurazioni sulla natura della Moskovski Festival sono
sia la Capitaneria di porto, secondo la quale la petroliera
è «un'imbarcazione sicura che ha superato senza rilievi
anche l'ultimo controllo tecnico», sia la raffineria Api.
«Quando la petroliera arriverà — dice l'ingegner Vincenzo
Cleri della raffineria — rileveremo tutta la documentazione
tecnica necessaria. Andremo sulla nave e verificheremo il
rispetto delle normative internazionali, comunitarie e
nazionali e che il certificato di riclassificazione sia
stato emesso da uno dei sei enti riconosciuti per attestare
la sicurezza del trasporto marittimo». L'Api accerterà
quindi che persistano tutte le condizioni,che siano
perfettamente funzionali e che ciò che è riportato sulla
documentazione corrisponda a verità. Tre sono le strutture
di ormeggio dell'impianto petrolifero falconarese: il
pontile di raffineria, lungo un chilometro e 100 metri dove
ormeggiano navi di piccolo cabotaggio fino a 10 mila
tonnellate; la cosiddetta 'isola' che dista quattro
chilometri dalla spiaggia e accoglie imbarcazioni di 95 mila
tonnellate; ed infine la 'boa' mono ormeggio di 16
chilometri su cui possono appunto ormeggiare petroliere fino
a 400 mila tonnellate. «Su questa imbarcazione — aggiunge
Cleri — ci sono delle garanzie in più e una di queste è
proprio la presenza del doppio fondo. Non bisogna poi
dimenticare che prima della 'prontezza' e quindi
dell'ormeggio, la nave deve ricevere il nullaosta della
Capitaneria di porto, ente competente per la sicurezza in
mare». Qualora i requisiti strutturali e di sicurezza della
nave non corrispondessero alle normative dettate in materia
marittima l'Api potrebbe non dare il visto alla discarica e
rigettare quindi l'ormeggio. Intanto, però, l'arrivo della
petroliera provoca malumori, dai comitati dei quartieri
limitrofi alla raffineria fino ai politici. Tra questi, il
capogruppo dei Verdi in Regione Marco Moruzzi solleva
l'allarme sui rischi a cui la circolazione di vecchie navi
espone l'ambiente e l'economia dell'intero Adriatico.
Concessione all'Api:
Giancarli bacchetta Regione e Comune
FALCONARA — Della concessione
all'Api gli enti locali e la Regione devono discutere e
decidere insieme, senza andare ognuno per conto suo. Sembra
questo il senso della lettera che il presidente della
Provincia Giancarli ha scritto al presidente della Regione
D'Ambrosio e al sindaco di Falconara Carletti per chiedere
conto dell'applicazione di un' intesa sottoscritta il 5
novembre scorso. L'accordo riguardava la costituzione di un
tavolo istituzionale permanente tra la Regione, la Provincia
e il Comune sul risanamento ambientale dell'area e il
rinnovo della concessione Api. Se il tavolo istituzionale (e
quello tecnico) stabiliti in quell'occasione non vanno più
bene, «meglio dirlo», afferma Giancarli. «I due momenti,
quello politico-istituzionale e quello tecnico — ricorda il
presidente della Provincia — hanno il compito di affrontare
la proposta di legge regionale sulle aree ad elevato
rischio, la proposta di legge regionale sulle industrie a
rischio di incidente rilevante, il nodo infrastrutturale di
Falconara, il rinnovo della concessione Api, il piano
integrato di risanamento ambientale e di sviluppo».
«Conoscendovi anche personalmente ed apprezzando la vostra
serietà — continua Giancarli — sono certo che voi come me
volete coerentemente tener fede a quell'intesa». Allora
però, osserva Giancarli, «è il caso che insieme si dia
seguito, attuazione, concretezza, azione a quei due tavoli
previsti dall'intesa». «Credo che lì — insiste — dobbiamo
congiuntamente costruire le decisioni (ovviamente favorendo
la partecipazione, penso al mondo del lavoro e
dell'imprenditoria, dell'ambientalismo, al pronunciamento
dei nostri rispettivi consigli)».
Quattordicesimi in Italia
Quattordicesimi in Italia.
Alla voce ambiente. Così disse il «Sole». Che ne dice,
invece, l'assessore regionale all'ambiente, Marco Amagliani
(foto)? «E' un dato contraddittorio. Specie se guardiamo
alla qualità della vita». Sarà contraddittorio, ma quella
che il Sole battezza «Pagella Ecologica» ci punisce...
«Innanzitutto bisogna leggere meglio questi dati. E poi dico
che certe infrastrutture pesanti, vedi quelle di Ancona e
Falconara, mettono a rischio la salute della gente». E
infatti, secondo il «Sole», le province di Ancona, Macerata
e Pesaro e Urbino, sono sopra la media nazionale per i morti
di tumore. «Se considera che nel raggio di pochi chilometri,
e vicino ad una delle città nominate, coesistono un
aeroporto, una raffineria, un'autostrada e persino una
superstrada, quello che accade è quasi una conseguenza
logica. Direi proprio che bisogna fare qualcosa per limitare
i danni». Lei cosa propone? «C'è bisogno di maggiore tutela
ambientale. Anche a salvaguardia della salute. Però dico
sempre che questi dati mi sembrano un po' contraddittori».
Si spieghi meglio, assessore... «Non si può dire che la
nostra sia una regione con poca attenzione al verde. Ci sono
parchi naturali e se non sbaglio siamo anche tra i primi in
ambiti strettamente legati a quello dell'ambiente. Dico solo
che ci vuole un maggiore investimento nella tutela di quello
che già esiste». |
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IL MANIFESTO |
NO ALLE
«CARRETTE»
Le Marche chiedono
l'interdizione dalla navigazione nell'Adriatico di tutte le
navi che abbiano più di 15 anni e a scafo singolo, per
evitare incidenti simili a quello della Prestige al largo
della Galizia. In particolare, si oppongono all'arrivo a
Falconara marittima della petroliera Moskovski festival, la
cui navigazione sotto costa è stata già vietata da Spagna e
Francia. |
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LA GAZZETTA DEL
SUD |
Si sono
disancorate dai pontili della raffineria e hanno perso
duecento litri di gasolio
Danni a due petroliere
ormeggiate a Milazzo
MILAZZO – L'onda anomala di
Stromboli ha provocato danni anche a Milazzo. In
particolare, due petroliere che si trovavano ormeggiate ai
pontili della Raffineria hanno rischiato grosso, dopo
essersi disancorate. Determinante è stato l'intervento delle
squadre che operano all'interno dello stabilimento
petrolifero e degli ormeggiatori. Il fenomeno si è
verificato intorno alle 14. La nave cisterna “Acquaviva”
ormeggiata al pontile 1 e impegnata nelle operazioni di
carico di greggio, improvvisamente a causa della rottura dei
cavi di poppa, si è staccata dalla banchina, proprio mentre
erano in pieno svolgimento le operazioni al pontile. Uno
“strappo” brusco che ha colto di sorpresa gli addetti ai
pontili che però sono riusciti a salvaguardare la propria
incolumità, allontanandosi rapidamente dai bracci di carico.
L'allarme è scattato subito e gli operatori della
Raffineria, insieme al gruppo ormeggiatori del porto di
Milazzo, si sono attivati per “rimettere” il natante al suo
posto. Un'operazione che ha richiesto un tempo maggiore
rispetto al solito. La rottura dei cavi ha però avuto
provocato danni ai bracci di carico delle due navi, con la
conseguenza che circa 200 litri di gasolio di un braccio di
carico sono finiti in mare. Anche in questo caso
provvidenziale è stato l'immediato intervento di recupero
del greggio del natante che opera per la pulizia dei fondali
e dell'ambiente marino. Al momento dell'inconveniente, la
petroliera “Acquaviva” aveva già imbarcato 17 mila delle 20
mila tonnellate di gasolio. Ma la situazione ha rischiato di
degenerare perché in contemporanea, si è dovuto fronteggiare
il problema dell'altra nave cisterna che si trovava al
pontile 2, la “Trinity” e che si accingeva ad effettuare lo
“scarico” di circa 80 mila tonnellate di greggio. In questo
caso, poiché le operazioni non erano ancora cominciate, si è
riusciti ad evitare la fuoriuscita del carburante in mare e
dopo qualche minuto, sono stati ripristinati gli ormeggi.
Tutte le operazioni sono state svolte sotto il controllo
della Capitaneria di porto. Dopo l'inconveniente, pur
apprendendo che la situazione a Stromboli si era
momentaneamente normalizzata, ai pontili della Raffineria è
stata potenziata la presenza di addetti al pontile. A parte
questo episodio a Milazzo la presenza dell'onda anomala è
stata avvertita anche da alcuni pescatori di Vaccarella che,
poche ore dopo l'accaduto, hanno raccontato di aver visto
effettivamente, intorno alle 13 di ieri, «un movimento un
po' strano delle onde, inusuale visto che il mare era
completamente calmo». Mobilitazione anche all'interno della
Capitaneria di porto di Milazzo, col comandante Martello e
il vice Giannetto, che hanno inviato immediatamente due
motovedette, raccordandosi via radio col personale del
Circomare di Lipari che seguiva insieme alla Protezione
Civile le operazioni di primo soccorso. Intorno alle 14 è
stato messo a disposizione – su richiesta della Prefettura –
il dispositivo aero-navale delle Capitanerie e un velivolo
ha effettuato il periplo dell'isola di Stromboli per
verificare la presenza di ulteriori anomalie. Il tam-tam di
voci provenienti dall'arcipelago eoliano ha creato comunque
preoccupazione anche nella città del Capo, dove numerosi
turisti che dovevano imbarcarsi alla volta di Stromboli e
Ginostra per trascorrere il fine d'anno sono stati costretti
a cambiare in gran fretta i loro programmi. E anche coloro
che dovevano recarsi a Vulcano e Lipari, hanno deciso di
rinunciare, affollando le agenzie di navigazione per
chiedere il rimborso del biglietto della prima corsa
pomeridiana. Una comitiva di giovani milazzesi che aveva
affittato per tre giorni un'abitazione a Ginostra, ha invece
optato ugualmente per il Capodanno alle Eolie, spostandosi a
Salina. Va detto comunque che, nonostante l'accaduto i
collegamenti non sono mai stati sospesi. Tra i milazzesi
invece una sorta di psicosi per i rischi che potrebbero
derivare da ulteriori “capricci” del vulcano. Del resto
quanto accaduto ai pontili della Raffineria viene ritenuto
più di un avvertimento. |
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