IL
TEMPO |
Rogo
alla raffineria, i pompieri evitano il disastro Due vigili
del fuoco con tute speciali sono entrati tra le fiamme
riuscendo a chiudere le valvole
UN BOATO e poi le fiamme.
Lingue di fuoco che avrebbero potuto provocare un’esplosione
in grado di distruggere edifici nell’arco di centinaia e
centinaia di metri. Una tragedia sfiorata ieri pomeriggio
nella Raffineria di Malagrotta, alla periferia di Roma, solo
grazie al tempestivo intervento dei vigili del fuoco e di
decine di agenti delle forze dell’ordine. Nella struttura è
divampato l’incendio verso le 15 probabilmente a causa della
rottura di un compressore nell’impianto di trattamento
benzine. Un vero e proprio esercito tra vigili del fuoco,
polizia e carabinieri in pochi minuti era già sul posto per
impedire che accadesse il peggio. Lo scoppio ha causato una
enorme nuvola nera che ha coperto il cielo fino allo
spegnimento dell’incendio. È stato scongiurato anche un
inquinamento ambientale grazie soprattutto al lavoro di due
pompieri che sono entrati tra le fiamme protetti da «tute
extracalor», che possono resistere fino a mille gradi.
Appena infatti sono stati «vestiti» con gli indumenti
speciali i vigili del fuoco hanno affrontato le fiamme,
trovandosi improvvisamente avvolti dal fuoco mentre i
colleghi lanciavano un fiume d’acqua su tutto l’impianto
colpito dall’incendio. Una vera e propria corsa contro il
tempo per evitare sia un disastro sia vittime. Mentre i
colleghi continuavano l’opera di raffreddamento della
struttura e creavano un vero letto di schiuma, i due «vigili
eroi» si sono avvicinati al punto dello silos in cui si era
verificata la perdita e sono riusciti a chiudere la valvola
che avrebbe fatto fuoriuscire idrocarburi leggeri e quindi
il conseguente sviluppo delle fiamme. L’impianto
interessato, dopo lo spegnimento dell’incendio, è stato
immediatamente messo in sicurezza e fermato il ciclo
produttivo. Sul luogo sono arrivati quaranta mezzi dei
soccorsi e cinquanta uomini del Comando provinciale dei
vigili del fuoco, diretti dal comandante Luigi Abate, che
sono riusciti a coordinarsi con le squadre della stessa
raffineria mentre le forze dell’ordine hanno mantenuto
libera la viabilità in tutta la zona così da facilitare
l’arrivo dei mezzi di soccorso. È arrivato alla Raffineria
anche un mezzo ad alta potenza dall’aeroporto di Ciampino di
quelli usati per spegnere eventuali incendi agli aeromobili
che sprigionano una grande quantità di calore. «Sono molto
soddisfatto di come è andata l’operazione di intervento - ha
dichiarato il comandante dei vigili del fuoco Luigi Abate -
la Raffineria è un impianto a rischio incidenti rilevanti in
base alla normativa post Seveso». L’ingegner Abate che ha
diretto sul posto l’operazione ha provveduto a dispiegare i
suoi pompieri così da circoscrivere le fiamme e
salvaguardare il resto dell’impianto. «L’esplosione del
serbatoio avrebbe causato un effetto domino - spiega Luigi
Abate - che poteva provocare un disastro». La relazione del
comandante provinciale dei vigili del fuoco finirà anche sul
tavolo del ministro dell’Ambiente per definire i rischi
futuri. Gli investigatori dovranno ora accertare la causa
dell’incendio che non ha creato danni a terzi. L’impianto
non è stato sequestrato ma l’area interessata dall’incendio
è stata perimetrata. Lunedì il magistrato titolare
dell’inchiesta si presenterà nella struttura danneggiata per
effettuare il primo sopralluogo in compagnia degli esperti
ai quali sarà poi affidato dal sostituto procuratore il
compito di eseguire le perizie tecniche per verificare anche
l’entità del danno della Raffineria. «Devo complimentarmi
con l’efficienza dei vigili del fuoco - ha affermato il
prefetto di Roma Emilio Del Mese al termine delle operazioni
di soccorso - e l’impegno al limite dell’eroismo. Sono
rimasto soddisfatto dell’organizzazione interna della
struttura della Raffineria e dell’efficienza degli
interventi delle forze dell’ordine che hanno anche agevolato
l’arrivo sul posto dei mezzi di soccorso». Secondo quanto
accertato subito dopo lo spegnimento dell’incendio nessuno
sarebbe rimasto intossicato e anche il rilascio di sostanze
tossiche dovrebbe essere stato scongiurato. Anche lo stesso
prefetto di Roma Emilio Del Mese ha seguito personalmente
l'evolversi della situazione, tanto che si è presentato sul
luogo dell’incidente per congratularsi con tutte le forze
dell’ordine. L'impianto della Raffineria di Roma spa si
estende per circa cento ettari, fuori il Grande Raccordo
Anulare, mentre altri impianti si trovano a Fiumicino. È la
prima grande Raffineria di petrolio nel centro Italia e
provvede con i suoi quattro milioni di tonnellate annuali al
fabbisogno di molte regioni, tra cui, Lazio, Umbria e
Toscana. La proprietà è per il 57,5% della Total Fina, per
il 22,5% della Erg e per il 20% della Monte-Shell. Ha
inoltre una rete di oleodotti terrestri e sottomarini di
circa cinquanta chilometri ed è in grado di far caricare
circa centoventi autobotti l'ora. Ogni giorno partono
dall'impianto tra le 400 e le 600 autobotti. Nella
Raffineria lavorano oltre 250 persone, che arrivano a 5.000
se si considera anche l'indotto. L'impianto dispone di 130
serbatoi per un totale complessivo di un milione 300 metri
cubi e rifornisce, tramite oleodotto, l'aeroporto di
Fiumicino e le navi che partono da Civitavecchia (una media
140-145 navi l'anno). |
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CORRIERE DELLA
SERA |
Brucia la
raffineria, due ore di massima allerta
La rottura di un compressore
innesca l' incendio: sul posto 16 mezzi dei vigili del fuoco
e il prefetto «Nessun ferito e nessun pericolo per l'
ambiente», ha assicurato l' azienda. Aperta un' inchiesta
«Consideriamola una sorta di
prova generale andata bene, nell' eventualità di grandi
emergenze per la Capitale», dice il prefetto, Emilio Del
Mese, quando ormai la paura è passata. Fiamme altissime,
ieri pomeriggio, alla Raffineria di Roma, in via di
Malagrotta. L' incendio è divampato intorno alle 15. Subito
sono scattati i soccorsi: 16 automezzi dei vigili del fuoco,
provenienti da Roma e da Fiumicino, polizia, carabinieri,
vigili urbani. Ma nessun ferito e soprattutto nessuna nube
tossica, as sicura l' azienda al termine di una giornata
lunghissima e carica di tensione. La rottura di un
compressore nell' impianto Tip (trattamento benzine) avrebbe
provocato la fuoriuscita di idrocarburi leggeri e il
conseguente innesco del rogo. Nuvoloni n eri densi si sono
alzati rapidamente in cielo: «Ora sarà un' inchiesta a dire
se c' è stato un errore umano oppure si è trattato di un
guasto tecnico», commenta il prefetto Del Mese. Ci sarà un'
indagine interna e non è escluso nemmeno l' intervento della
magistratura. Anche il ministero dell' Ambiente ha già
ricevuto una comunicazione. «Ma è la prassi», sottolineano i
dirigenti della Raffineria (un principio d' incendio ci fu
già nel 1995). «Comunicazioni urgenti sono state inviate
anche al ministero dell' Industria e al Comune di Roma. L'
impianto però è sicurissimo, uno dei pochi in Europa dotato
dell' Isrs, il certificato internazionale di garanzia». Il
ciclo produttivo comunque è stato interrotto. Ci sono volute
due ore per spegnere l' incendio. Sono stati due vigili del
fuoco, protetti da tute di amianto, ad avvicinarsi al punto
dello stabilimento in cui si era verificata la perdita e a
chiudere la valvola. Il prefetto Del Mese alla fine si è
complimentato con il comandante provinciale dei pompieri,
Luigi Abate: «Non è stato un lavoro facile - ha detto il
prefetto - vista l' enorme quantità di sostanza infiammabile
presente nella raffineria. Il posto isolato, l'
organizzazione interna eccellente e la rapidità dei soccorsi
hanno comunque scongiurato guai peggiori per lavoratori e
cittadini». L' impianto di Malagrotta si estende per circa
cento ettari, oltre il Grande Raccordo Anulare. È la più
grande raffineria di petrolio nel centro Italia e provvede
con i suoi quattro milioni di tonnellate annuali al
fabbisogno di molte regioni, tra cui Lazio, Umbria e
Toscana. Maggiore azionista è Total Fina: 57,5 per cento. Ha
un rete di oleodotti terrestri e sottomarini di circa 50
chilometri ed è in grado di far caricare circa 120 autobotti
l' ora. Ogni giorno partono da Malagrotta tra 400 e 600
automezzi. Nella raffineria lavorano oltre 250 persone, che
arrivano a 5 mila se si considera l' indotto. L' impianto
dispone di 130 serbatoi per un totale complessivo di un
milione 300 metri cubi e rifornisce, tramite oleodotto, l'
aeroporto di Fiumicino e le navi che partono da
Civitavecchia: una media di 140-145 navi l' anno. |
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