Il sindaco
replica al direttore della raffineria: «La sicurezza non
riguarda solo il rischio incendi»
Carletti: «L’Api rispetti
i timori di una città»
FALCONARA - «Nella
dichiarazione che il direttore Api, ing. Bellucci, ha
rilasciato alla stampa in occasione del convegno di
Falconara sulla “Pianificazione territoriale e bonifica sei
siti inquinati" vengono rappresentate situazioni ambientali
non rispondenti all'effettiva consistenza del tasso di
inquinamento prodotto dalla Raffineria e poco pertinenti
alla questione del fabbisogno dell'energia elettrica per la
comunità». Lo sostiene il sindaco di Falconara, Giancarlo
Carletti, che solleva una serie di osservazioni. Eccole.
Inquinamento. «Al di là delle elogiative certificazioni che
sono state mostrate non sembra che il direttore abbia fatto
riferimento, come sarebbe stato doveroso, al grave stato di
inquinamento dei siti su cui la raffineria poggia che
abbisognano di radicale bonifica per potersi rendere utili
per qualunque attività antropizzata, mentre neppure risulta
essere stato fatto riferimento all'esigenza di abbassare i
valori di ossido di azoto secondo intese da concordare con
gli enti locali al fine di consentire la vivibilità
dell'ambiente, né ci si è riferiti alla questione acustica
che molto spesso turba la vita quotidiana dei cittadini che
abitano in prossimità degli impianti. La mancanza di un
effettivo quadro realistico, in cui anche i suddetti aspetti
avrebbero dovuto trovare spazio per un'adeguata trattazione
al fine di ricercare le soluzioni più valide, rende
meramente celebrativo il discorso delle certificazioni di
sicurezza che la raffineria ha proposto. La sicurezza,
infatti, non si limita soltanto alle ipotetiche e devastanti
emergenze quali incendi ed altri simili eventi ma è altresì
rivolta ad evitare pericoli e danni che gli inquinamenti
possano produrre alla salute umana. Sarebbe stato
interessante che le certificazioni di benemerenza fossero
state chieste alle società che le hanno rilasciate sulle
condizioni dei suoli sottostanti la raffineria...»
Fabbisogno di energia elettrica. «Che sussista la necessità
di produrre energia elettrica, non è mistero. Tuttavia la
questione è mal posta perché l'energia può bene essere
prodotta anche con elementi alternativi rispetto alla
procedura di produzione attuata dall'Api Raffineria. Come è
noto, anche se su tale punto non sembra che il Direttore si
sia diffuso, l'Api produce energia elettrica attraverso
l'uso del tar, olio a densa quantità di zolfo,
particolarmente pericoloso ed inquinante. Ora la produzione
di energia elettrica essere egualmente realizzata attraverso
l'uso di gas non inquinanti, come il metano, per cui si
potrebbero conseguire da un lato l'obiettivo della
produzione del fabbisogno energetico richiesto dall'esigenze
della collettività e dall'altro quello di un grado di
valenza ambientale soddisfacente per la popolazione».
Carletti conclude: «Sono questi temi sui quali la raffineria
avrebbe dovuto confrontarsi per poter, all'esito della
relativa discussione, trarre le conseguenze per offrire
un'immagine di se con caratteri si sicurezza ed affidabilità
per la salute dei cittadini e per l'ambiente circostante. La
difficile posizione nel cuore di un Comune fortemente
antropizzato esige che le questioni più scottanti non siano
lasciate sommerse, come il petrolio nei siti inquinati, ma
le stesse emergano e possano costituire motivo di indagine e
di valutazione da parti di tutti, amministrazioni comprese,
ed in particolare della cittadinanza che con la presenza
della raffineria sta convivendo». |