RASSEGNA STAMPA 25.11.2002

 

MESSAGGERO
Il sindaco replica al direttore della raffineria: «La sicurezza non riguarda solo il rischio incendi»

Carletti: «L’Api rispetti i timori di una città»

FALCONARA - «Nella dichiarazione che il direttore Api, ing. Bellucci, ha rilasciato alla stampa in occasione del convegno di Falconara sulla “Pianificazione territoriale e bonifica sei siti inquinati" vengono rappresentate situazioni ambientali non rispondenti all'effettiva consistenza del tasso di inquinamento prodotto dalla Raffineria e poco pertinenti alla questione del fabbisogno dell'energia elettrica per la comunità». Lo sostiene il sindaco di Falconara, Giancarlo Carletti, che solleva una serie di osservazioni. Eccole. Inquinamento. «Al di là delle elogiative certificazioni che sono state mostrate non sembra che il direttore abbia fatto riferimento, come sarebbe stato doveroso, al grave stato di inquinamento dei siti su cui la raffineria poggia che abbisognano di radicale bonifica per potersi rendere utili per qualunque attività antropizzata, mentre neppure risulta essere stato fatto riferimento all'esigenza di abbassare i valori di ossido di azoto secondo intese da concordare con gli enti locali al fine di consentire la vivibilità dell'ambiente, né ci si è riferiti alla questione acustica che molto spesso turba la vita quotidiana dei cittadini che abitano in prossimità degli impianti. La mancanza di un effettivo quadro realistico, in cui anche i suddetti aspetti avrebbero dovuto trovare spazio per un'adeguata trattazione al fine di ricercare le soluzioni più valide, rende meramente celebrativo il discorso delle certificazioni di sicurezza che la raffineria ha proposto. La sicurezza, infatti, non si limita soltanto alle ipotetiche e devastanti emergenze quali incendi ed altri simili eventi ma è altresì rivolta ad evitare pericoli e danni che gli inquinamenti possano produrre alla salute umana. Sarebbe stato interessante che le certificazioni di benemerenza fossero state chieste alle società che le hanno rilasciate sulle condizioni dei suoli sottostanti la raffineria...» Fabbisogno di energia elettrica. «Che sussista la necessità di produrre energia elettrica, non è mistero. Tuttavia la questione è mal posta perché l'energia può bene essere prodotta anche con elementi alternativi rispetto alla procedura di produzione attuata dall'Api Raffineria. Come è noto, anche se su tale punto non sembra che il Direttore si sia diffuso, l'Api produce energia elettrica attraverso l'uso del tar, olio a densa quantità di zolfo, particolarmente pericoloso ed inquinante. Ora la produzione di energia elettrica essere egualmente realizzata attraverso l'uso di gas non inquinanti, come il metano, per cui si potrebbero conseguire da un lato l'obiettivo della produzione del fabbisogno energetico richiesto dall'esigenze della collettività e dall'altro quello di un grado di valenza ambientale soddisfacente per la popolazione». Carletti conclude: «Sono questi temi sui quali la raffineria avrebbe dovuto confrontarsi per poter, all'esito della relativa discussione, trarre le conseguenze per offrire un'immagine di se con caratteri si sicurezza ed affidabilità per la salute dei cittadini e per l'ambiente circostante. La difficile posizione nel cuore di un Comune fortemente antropizzato esige che le questioni più scottanti non siano lasciate sommerse, come il petrolio nei siti inquinati, ma le stesse emergano e possano costituire motivo di indagine e di valutazione da parti di tutti, amministrazioni comprese, ed in particolare della cittadinanza che con la presenza della raffineria sta convivendo».

 
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