MESSAGGERO |
Api, fra
mille dubbi una sola risposta: quel sito va bonificato.
E per l’ambiente oggi arriva
Dusty
FALCONARA - «La scelta di un
modello di sviluppo eco-compatibile impone di sacrificare
l'ottimizzazione del produrre e distribuire energia in
presenza di un ambito urbano residenziale e terziario che
necessita di spazi, ambienti e condizioni vitali
indispensabili per conseguire quello sviluppo». Così
Riccardo Picciafuoco, consulente del Comune di Falconara, ha
spiegato nel corso del convegno sulla bonifica dei siti
inquinati, che si conclude oggi al castello, la
pianificazione dello sviluppo sostenibile. La sera
precedente al meeting il tecnico aveva elaborato il suo
intervento col sindaco Carletti fino a tarda notte.
Interessante il passaggio in cui Picciafuoco riferisce che
«il Comune si è interrogato se a Falconara fosse possibile
ricercare la qualità della vita ipotizzando il mantenimento
della raffineria nel proprio territorio. Se fosse strategico
per la comunità falconarese garantire la conservazione di
una localizzazione ottimale della raffineria piuttosto che
il perseguimento di una qualità più favorevole». E la
risposta è stata appunto quella che abbiamo evidenziato in
apertura, supportata anche da una serie di motivi. «E'
indubbio - ha detto Picciafuoco - che la raffineria
costituisce un vincolo per le legittime scelte di
pianificazione e sviluppo economico alternativo, una
limitazione nell'uso del territorio e nella sua possibile
destinazione, un maggior carico di inquinamento ambientale,
un inevitabile e grave inquinamento del suolo,
un'imprescindibile esigenza di intervento per pianificare e
programmare azioni di bonifica, monitoraggio e messa in
sicurezza. Nel caso del territorio di Falconara si tratta di
cercare nel medio-lungo periodo da un lato vecchi equilibri
spezzati, come il rapporto tra città e mare, e nuovi assetti
urbanistici. Questo è possibile solo grazie ad un processo
di partecipazione democratica». Dal canto suo, invece,
Assindustria, rappresentata da Massimo Mancini, ha invitato
ad essere «realistici, a migliorare la sicurezza e la
vivibilità», augurandosi che nella formulazione di
determinate scelte si tenga sempre presente il loro impatto
sul territorio. Per Marco Amagliani, invece, consigliere
regionale, arrivato in sostituzione del presidente
D'Ambrosio, «al di là che l'Api rimanga o meno sul
territorio il sito su cui si trova, caratterizzato da
inquinamento da idrocarburi, va bonificato. Deve tornare
pulita - ha detto - perché è un'area fondamentale per il
territorio». All'apertura dei lavori hanno anche preso parte
le università di Ancona e Camerino con cui Falconara ha
avviato una collaborazione per l'attivazione rispettivamente
della laurea in tecniche del controllo ambientale e
protezione civile e il master sulla bonifica dei siti
inquinati. «Al primo anno di corso universitario - ha detto
Marco Governa, pro rettore dell'università dorica - siamo a
44 iscritti, 14 in più rispetto alle previsioni. Siamo
soddisfatti, il nostro obiettivo è ora di creare dei veri
professionisti con un bagaglio non solo teorico, ma anche
pratico». Eventualità su cui Gisberto Paoloni, direttore
dell'Arpam, ha dato la sua disponibilità. «Accoglieremo
volentieri - ha spiegato - questi studenti per eventuali
stage, mettendo a loro disposizione la professionalità
maturata in anni di esperienza». Da segnalare, infine,
l'annullamento nel pomeriggio dell'intervento dell'avvocato
del Comune, Rino Pirani. Intanto per oggi è prevista
l'inaugurazione del mezzo mobile del Comune, noi l'abbiamo
battezzato Dusty, per il monitoraggio ambientale.
Villanova, ordigni sospetti
ma erano solo fumogeni
FALCONARA - Ordigni sospetti,
falso allarme a Villanova. Ieri mattina nel quartiere a
ridosso della raffineria era scattato l'allarme per la
presenza di alcuni ordigni simili a bombette abbandonate nei
pressi del sottopasso che conduce al mare. Attimi concitati
per la scarsa conoscenza del tipo di materiale. La
preoccupazione aveva inizialmente allertato parte del
quartiere. Contattati i carabinieri della locale stazione
sono stati effettuati i sopralluoghi del caso ed il
potenziale pericolo è subito rientrato. Si trattava,
infatti, solo di quattro fumogeni utilizzati dai pescatori
per chiedere, in situazioni di difficoltà, soccorso in mare.
Congegni, tra l'altro, anche scaduti. I fumogeni sono ora
nella mani dei carabinieri, probabilmente qualche pescatore
che utilizza la spiaggia di Villanova come approdo per la
propria barca li ha persi. Non tutti comunque a Villanova si
sono accorti dell'allarme. «Io veramente - ci racconta una
signora - non sapevo nulla». Un residente, invece, aveva
notato dei movimenti. «Ho visto i carabinieri - ci spiega -
pensavo stessero pattugliando la zona. Invece era per un
falso allarme sugli ordigni». Della situazione è stata
informata anche la delegazione della capitaneria di porto.
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RESTO DEL
CARLINO |
Picciafuoco:
«Migliorare la vita dei falconaresi»
FALCONARA — «La
pianificazione di un qualsiasi territorio, oggi, si deve
confrontare con il concetto di sviluppo sostenibile». Queste
le parole con le quali l'architetto Riccardo Picciafuoco,
consulente del Comune e progettista del nuovo piano
regolatore della città ha relazionato, in occasione del
secondo convegno sulla «Pianificazione territoriale e
bonifica di siti contaminati di raffineria». Oggi la
giornata conclusiva con la presentazione del nuovo mezzo
mobile dell'ufficio Ambiente del Comune. «L'amministrazione
comunale si è interrogata se fosse possibile ricercare la
qualità della vita ipotizzando il mantenimento della
raffineria nel proprio territorio — ha detto Picciafuoco —
si è interrogata se fosse strategico per la comunità
falconarese garantire la conservazione di una localizzazione
ottimale della raffineria piuttosto che il perseguimento di
una qualità di vita ottimale per i propri cittadini». La
risposta è stata chiara: «scegliere un modello di sviluppo
ecocompatibile che privilegia la qualità del vivere e
dell'abitare rispetto all'ottimizzazione del produrre e
distribuire combustibile ed energia». «Senza dubbio la
presenza della raffineria Api costituisce una serie di
vincoli per il territorio — ha continuato — che comprimono
le notevoli potenzialità ambientali e turistiche. La strada
da percorrere è quella tracciata dal piano regolatore del
'99: procedere alla riconversione dell'area occupata
dall'Api, e alla redazione di studi e progetti di
fattibilità che conducano ad una progressiva riconversione
delle attività industriali oggi presenti in attività diverse
tutte compatibili con il nuovo modello di sviluppo». Il Prg
del '99 indica anche le operazioni e gli interventi sin
d'ora possibili per procedere ad una progressiva
riqualificazione e riabilitazione dei tessuti urbani
limitrofi alla raffineria puntando ad una ricomposizione e
riabilitazione dei tessuti urbani limitrofi alla raffineria
puntando alla costruzione di nuove centralità urbane e alla
eliminazione delle infrastrutture.
Ordigno artigianale vicino
ai binari
FALCONARA — Non sono ancora
stati individuati né il movente, né gli esecutori, ma i
fatti sono stati messi a verbale da carabinieri e polizia
ferroviaria. Lungo la staccionata che delimita il tratto di
ferrovia che passa per Villanova qualcuno ha piazzato
quattro razzi di segnalazione, abitualmente utilizzati nelle
imbarcazioni. A notarli è stata tra le 8.30 e le 9 di ieri
la figlia di un cittadino residente in via Aspromonte.
Uscendo dal garage, era rimasta incuriosita da uno strano
bagliore. Da un esame ravvicinato risultava trattarsi di
candelotti rossi, tenuti insieme dal nastro isolante e
'nascosti' tra l'erba, a pochi centimetri dal primo binario.
Era naturale che scattasse l'allarme, dato che gli oggetti
in questione avevano a dir poco un'aria minacciosa. Sono
intervenute quindi le forze dell'ordine, che hanno accertato
la mancanza di pericolosità dei razzi che comunque non erano
svuotati del loro contenuto. E' stato anche ipotizzato il
perché della strana e, potremmo dire, provocatoria
ubicazione del materiale: forse qualcuno, dopo averli
utilizzati, ha voluto semplicemente disfarsi degli
involucri; in questo caso i fatti non nasconderebbero alcun
significato recondito e la casualità spiegherebbe come mai
si sia scelto proprio quel punto. Le parole di un altro
residente sembrano suggerire una diversa supposizione: «Se
lo scopo era quello di sospendere, almeno temporaneamente,
il transito dei treni merci sul primo binario, non c'è
dubbio che la mossa abbia funzionato». Non è la prima volta
che accadono episodi simili, all'apparenza dettati
dall'esasperazione per le notti insonni e i danni agli
edifici provocati dal transito di lunghissimi convogli. Poco
tempo fa, infatti, i ferrovieri dello scalo merci erano
stati bersaglio di un poco ortodosso lancio di bottiglie.
«Meno male che l'autore del gesto non aveva una buona mira —
dice la signora Caimmi, residente al numero 5 di via
Aspromonte – . Il fatto è che noi e le nostre case siamo
vittime dell'inquinamento acustico: una mia vicina è
finalmente entrata in possesso dei risultati dei rilievi
fonometrici e mi pare che i decibel registrati arrivassero a
circa 90 durante la notte. Le abitazioni sono sottoposte a
piccole scosse di terremoto ad ogni passaggio di mezzi
pesanti: ci sono le crepe sui muri a parlare».
Rischio petrolio per le
Marche
ANCONA — Le coste
dell'Adriatico potrebbero subire lo stesso disastro
ambientale che ha colpito nei giorni scorsi la Galizia
(foto). I punti più a rischio nelle Marche sarebbero il
parco del Monte Conero nella provincia di Ancona eil parco
del Monte San Bartolo in provincia di Pesaro e Urbino. Dalla
Fiera di Ancona, dove si svolge fino a domenica 24 la VII
edizione di ParcoProduce, l'esposizione nazionale parchi e
riserva naturali, il WWF Italia lancia un grido d'allarme
per il «pericolo petrolio». «Sono 19 i parchi, le riserve
naturali e le oasi a rischio petrolio lungo la costa
adriatica dal Friuli alla Puglia — ha dichiarato ieri nel
corso di una conferenza stampa Franco Ferroni —,
responsabile nazionale aree protette del Wwf Italia — un
pericolo non virtuale, dettato solo dal clamore per
l'incidente in Spagna, ma reale. Basta infatti ricordare che
nell'alto Adriatico si concentrano quattro siti d'interesse
nazionale per il traffico petrolio (Trieste, Venezia,
Ravenna e Falconara) con decine di milioni di tonnellate di
petrolio in transito su migliaia di petroliere ogni anno».
Trieste in particolare risulta essere il 1° porto italiano
per traffico petroli (con 32 milioni di tonnellate anno),
seguono a ruota Venezia, Ravenna e Falconara (lo scalo
marchigiano movimenta quasi 5 milioni di tonnellate l'anno
di petrolio grezzo e prodotti di raffinazione con un
traffico di oltre 670 petroliere). Negare che possa esistere
un rischio incidente sarebbe dunque «irreale e
irresponsabile» e per questo il WWF Italia aveva già
proposto in occasione della Conferenza internazionale
dell'alto Adriatico, svoltasi proprio a Ancona nel 2000, il
riconoscimento formale dell'Adriatico Area particolarmente
sensibile in base alle regole dell'Agenzia dell'Onu sui
traffici marittimi. Riconoscimento che avrebbe posto l'alto
Adriatico sotto il controllo internazionale. L'appello però
è caduto nel vuoto. |
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