MESSAGGERO |
Il Comune di
Falconara chiede all’Api un maxi risarcimento, parti civili
anche i comitati di Villanova e Fiumesino
«Danni per 20
milioni di euro»
ANCONA — L’Api minacciata da una valanga di richieste di risarcimento danni.
Quella maxi del Comune di Falconara, che pretende venti milioni di euro per
la "svalutazione" legata alla presenza della raffineria. E quelle di ben
undici residenti che individualmente, o in subordine come componenti dei
comitati "Villanova" e "Fiumesino", vogliono rivalersi economicamente sul
gruppo petrolchimico per la perdita di valore delle loro case e per la
cattiva qualità della vita all’ombra delle cisterne del cavallino. La
pioggia di richieste di danni, escluse quelle delle vedove di Mario Candolfi
ed Ettore Giulian (presenti in Tribunale ad Ancona ma già risarcite con 800
milioni di vecchie lire a testa), hanno monopolizzato la prima giornata
dell’udienza preliminare sul rogo del 25 agosto ’99, costato la vita ai due
operai. Questione cruciale quella delle costituzioni di parte civile, non a
caso il gip Sante Bascucci ha concesso un rinvio a tutte le difese per
esaminare le richieste e muovere eventuali obiezioni. La decisione sarà
presa il prossimo 13 dicembre, quando il giudice valuterà anche se ammettere
gli otto imputati al rito abbreviato. Udienza breve quella di ieri, iniziata
a mezzogiorno (con un’ora di ritardo) e conclusarsi verso le 13, ma già
decisiva per l’enorme contenzioso economico che solleva in attesa che il
processo entri nel vivo. Ad affollare l’auletta del gip, al primo piano di
Palazzo di giustizia, c’era l’intero staff difensivo dell’Api: l’avvocato
Giacomo Vettori che assiste i vertici dell’azienda - l’ex direttore Giovanni
Saronne, i dirigenti Franco Bellucci e Sergio Brunelli - l’avvocato Simeone
(il padre dell’ultima riforma penitenziaria) per l’operaio Pierfrancesco
Carletti, il senatore Marina Magistrelli e Monica Clementi per il
funzionario Silvio Re, l’avvocato Sergio Boldrini per l’operaio Gaetano
Bonfissuto, l’avvocato Francesco Scaloni per l’operaio Ivan Carletti, unico
tra gli indagati presente in Tribunale. Ad affiancare il Pm Cristina
Tedeschini, gli avvocati dell’accusa privata. Rino Pirani ha illustrato le
richieste del Comune: Falconara, in seguito al rogo del 25 agosto, ha
sostenuto spese vive per costituire un apposito servizio ambiente, ha visto
crollare il valore urbanistico e residenziale della cintura territoriale
intorno allo stabilimento e ha avuto un devastante danno d’immagine per una
città comunque turistica, in quanto bagnata dal male. Tradotto in soldoni:
20 milioni di euro di risarcimento. Hanno alzato il tiro anche gli undici
privati, rappresentati dall’avvocato Stefano Crispiani. Chiedono cinquemila
euro a testa per la svalutazione delle loro case a ridosso della raffineria
e per il danno alla salute collegato all’inquinamento dell’aria. Qualore il
gip non accettasse le singole costituzioni di parte civile, Crispiani chiede
l’ammissione nel processo dei due comitati di Villanova e Fiumesino, con la
richiesta di diecimila euro a testa.
Testimoni mute, senza poter più chiedere nulla, le vedove Candolfi e Giulian,
presenti in Tribunale per sapere come e perchè sono morti i loro mariti.
Dovranno aspettare a lungo perchè anche la prossima udienza, quella del 13
dicembre, sarà interamente occupata dalle questioni preliminari.
Scali merci, un passo verso l’addio
FALCONARA — Via libera alla progettazione del
by-pass ferroviario all’altezza dell’Api, con conseguente eliminazione degli
scali merci. L’ok arriva da Roma e la novità è emersa nel corso di un
incontro tra il Comune e i vertici di Rete ferroviaria Italia. Presenti
l'amministratore delegato di Rfi, il dirigente urbanistica del Comune Furio
Durpetti, il consulente del comune alla viabilità e infrastrutture Rogano e
l'ingegner Gloria Lucarini, segretario generale dell'autorità portuale di
Ancona. Dopo il primo risultato incassato mercoledì al ministero
dell'Ambiente che porterà al finanziamento per la bonifica dell'intera area
a nord della città, arriva un altro segnale positivo dal vertice delle
Ferrovie. Al centro del confronto la trasformazione del territorio
falconarese, in particolare la riqualificazione della zona di Villanova.
Prendendo spunto dalla bretella Orte-Roma si è chiesto l'assenso per
ipotizzare la soppressione dello scalo merci, con conseguente spostamento
all'interno. Questo permetterebbe il recupero urbano di uno spazio della
costa a nord della città e di conseguenza renderebbe più concrete le
progettazioni indicate nell’area anche dall'architetto Orial Boighas che
prevede un porticciolo e immobili commerciali. Un progetto giudicato
interessante dai vertici delle Ferrovie che così possono riconvertire il
terreno di loro proprietà con il massimo dei vantaggi. E’ stata data,
quindi, una sorta di benedizione. Condiviso anche lo studio di fattibilità.
Intanto giovedì a Roma, nell’ambito degli accordi stipulati col ministro
Lunari per il finanziamento delle infrastrutture marchigiane, è stato
finanziato il by pass ferroviario all’altezza dell’Api. La linea, quindi,
che taglia in due la raffineria verrà arretrata. Di più: con la missione di
ieri di Durpetti è stata data un’indicazione chiara anche sul progetto da
sviluppare: niente scali merci. Prossimo obiettivo: un incontro con l’Anas
per discutere del by pass della statale 16
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RESTO DEL
CARLINO |
Rogo Api, chiesti
milioni di euro
FALCONARA — Il primo
atto del processo per l'incendio del 25 agosto del '99
all'Api, che costò la vita ai due operai Mario Gandolfi ed
Ettore Giulian, si è concluso ieri con le richieste di
costituzione di parte civile da parte del Comune di
Falconara e dei due comitati spontanei dei cittadini di
Villanova e Fiumesino. La prima udienza davanti al gup Sante
Bascucci, nella quale si attendeva la richiesta degli
avvocati difensori degli otto imputati di procedere con il
rito abbreviato, ovvero con un processo sulla base degli
atti senza ricorrere al dibattimento, condizionato però dal
far ascoltare i consulenti delle difese, si è conclusa con
il giudice che si è riservato dopo le richieste di parti
civili. Sono stati infatti gli stessi avvocati difensori a
chiedere uno slittamento dell'udienza per poter esaminare
appunto le proposte del Comune e dei comitati. Richieste
pesanti con l'amministrazione comunale che è intenzionata a
chiedere un risarcimento di 20milioni di euro. La stessa che
il Comune di Ancona avanzò nei confronti del costruttore
Edoardo Longarini. «Perché per noi — ha spiegato ieri
l'avvocato del Comune Rino Pirani — il danno provocato alla
città dall'incendio equivale a quello subito da Ancona dal
costruttore». Il Comune lamenta danni sia patrimoniali sia
morali: per essere stato costretto ad attivare in seguito
all'incendio un ufficio ambiente permanente per monitorare
la situazione, per la riduzione di una parte del territorio
intorno all'Api non più utilizzabile e soprattutto per
l'immagine lesa della città. Quanto ai comitati, 11
cittadini più le due associazioni spontanee singolarmente,
rappresentati dall'avvocato Stefano Crispiani, la richiesta
complessiva raggiunge 75mila euro per il peggioramento della
qualità della vita, l'allarme sociale e la mancanza di
tranquillità dopo quanto accadde il 25 agosto del '99. In
sostanza danni alla salute, patrimoniali e morali. Gli
imputati per incendio e omicidio colposo sono otto: l'ex
direttore Giovanni Saronne, quello attuale all'epoca capo
servizio operativo Franco Bellucci, il capo servizio
manutenzione Sergio Brunelli, il responsabile della
manutenzione off-site Claudio Conti, il funzionario fiscale
Silvio Re e gli operai Gaetano Bonfissuto, Pierfrancesco
Carletti e Ivan Giacchetti. I difensori sono gli avvocati
Giacomo Vettori, Marina Magistrelli e Monica Clementi,
Francesco Scaloni, Franco Boldrini e l'avvocato Simeone
conosciuto anche per essere stato il ''padre'' della riforma
penitenziaria. Prossima udienza il 13 dicembre.
Carletti-Rfi, accordo
sulla bretella
FALCONARA — Carletti è
ritornato a Roma. E il suo rientro a Falconara non è stato a
mani vuote. L'argomento? Ovvio, il tormentone sulla
creazione della bretella ferroviaria che sta riscuotendo
larghi consensi ma che non si fa mancare qualche asprezza
soprattutto nei partiti d'opposizione. Il sindaco ha
incontrato l' amministratore delegato della Rfi (Rete
Ferroviaria Italia), Moretti. Come sempre il primo cittadino
aveva al seguito il dirigente Furio Durpetti, il professor
Rogano, consulente del Comune alla viabilità e
infrastrutture e l'ingegner Gloria Lucarini, segretario
generale dell'autorità portuale di Ancona. Un incontro più
che positivo visto che la Rfi ha dato il suo benestare al
progetto di trasformazione viaria del territorio falconarese.
Prendendo spunto dalla bretella Orte-Roma i «falconaresi»
hanno chiesto l'assenso alla soppressione dello scalo merci
esistente con conseguente spostamento nella parte più
interna. Questo permetterebbe il recupero urbano di uno
spazio prelibato della costa a nord del centro città e
conseguentemente 'aprirebbe' alle progettazioni indicate
anche dall'architetto Orial Boighas sul porticciolo e
all'edilizia commerciale. Un progetto, fiore all'occhiello
dell'amministrazione e, secondo quanto riferisce il Comune,
giudicato «molto interessante anche dai vertici delle
ferrovie» che così possono riconvertire il terreno di loro
proprietà con il massimo dei vantaggi. Una sorta di
benedizione, quella fornita da Rfi, per andare avanti sul
percorso intrapreso.
Verdi chiedono le
dimissioni del sindaco
FALCONARA — I Verdi giudicano
uno «scandalo la possibilità prospettata dal sindaco
Carletti di liquidare la questione Api con l'ipotesi di un
accordo economico da concretizzarsi con una Fondazione». Ed
è per questo che ne chiedono le dimissioni. Binci,
Badialetti e Frullini sostengono che «non sono di certo
sufficienti le certificazioni sbandierate di recente dalla
raffineria a garantire salute e sicurezza dei falconaresi e
a rimuovere le incompatibilità che hanno contribuito a far
dichiarare l'area del territorio ad alto rischio». Punto per
punto i Verdi contestano l'atteggiamento del sindaco anche
in merito alla creazione della bretella ferroviaria. «Le
ipotesi di spostamento della statale e della ferrovia —
dicono gli esponenti del partito di opposizione — sono a
nostro avviso dei segnali di resa, rispetto all'obiettivo
del progressivo ridimensionamento e della riconversione
degli impianti di raffinazione». Secondo i Verdi, infine,
«l'Api è come un blob in continua espansione che prima o poi
finirebbe per costruire serbatoi anche nella ferrovia».
(il
comunicato stampa integrale)
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