MESSAGGERO |
FALCONARA - «Quell’asta
presenta difformità. Abbiamo forti perplessità sulla
validità del procedimento con cui la raffineria Api si
aggiudicò una porzione della sponda del fiume?». Lo hanno
riferito ieri i comitati cittadini 25 Agosto, Villanova e
Fiumesino alla terza commissione provinciale, presieduta da
Giuliano Brandoni. Un incontro durato due ore, alla presenza
anche dell’assessore Patrizia Casagrande. Cinque i
rappresentanti dei comitati cittadini di Falconara presenti
nel corso di questo incontro-audizione richiesto dalla
stessa commissione, relativa all’ambiente, difesa del suolo,
assetto idrogeologico, parchi, urbanistica e protezione
civile, non appena appreso dei dubbi sollevati dai
residenti. «Secondo il nostro parere - hanno riferito i
comitati alla commissione - esistono profonde discrepanze
tra la carta topografica su cui è basata nel 1984
l’alienazione di parte della sponda del fiume Esino e la
carta topografica risultante dal rilievo aereo del 1996 e
tutt'ora vigente. Le due carte - dicono - ci fanno sorgere
alcuni dubbi sulla validità dell’asta di aggiudicazione
perché non sembra basata su una planimetria equivalente alla
realtà dei luoghi. Su questo abbiamo chiesto chiarimenti
anche all’Agenzia del demanio di Ancona, che dopo quaranta
giorni non ci ancora risposto. Confrontando le due
planimetrie risulterebbe che con l’asta del 1984 la
particella catastale 319, corrispondente appunto alla zona
del fiume vinta dall’Api, contenesse porzioni di demanio
marittimo ed idrico nonché specchi d’acqua non
sdemanializzati. Nel 2000, poi, quest’area raddoppia di
superficie, passando da 3000 metri quadrati a circa 7000.
Quindi, quella stessa particella catastale, la 319, sembra
aver subito variazioni di estensione, di cui chiediamo
spiegazioni all’Agenzia del demanio». Ma i comitati cosa
vorrebbero? «Per noi, prima di dare il via libera alla
realizzazione delle palancolate, questa situazione si deve
chiarire per evitare che la barriera contro la fuoriuscita
degli idrocarburi sani una realtà ambigua». Con la
costruzione della palancola, parte del fiume verrebbe
infatti interrata e la discussione sui confini e la
proprietà di parte della sponda verrebbero a decadere. La
provincia ha ascoltato le perplessità sollevate dai
comitati. «Ci hanno chiesto l’audizione - spiega Patrizia
Casagrande, assessore provinciale urbanistica - e a noi è
sembrato giusto darla. E poi i comitati ci considerano da
sempre sensibili alla questione ambientale». Ci sono stati
risvolti dopo l’audizione? «Abbiamo preso atto della
situazione». Intanto l’Api ribadisce che l’asta d’acquisto
della sponda del fiume Esino, già sdemanializzata, è stata
giudicata valida e dall’84 lo stabilimento ne è
proprietario. |
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RESTO DEL
CARLINO |
FALCONARA — I
portavoce dei Comitati dei quartieri di Villanova e
Fiumesino sono stati convocati ieri mattina per un
incontro-audizione con la terza commissione consiliare
(ambiente, difesa del suolo, assetto idrogeologico, parchi,
urbanistica e protezione civile) della Provincia. Hanno
esposto il loro parere su quelle che ritengono «discrepanze»
tra la carta topografica sulla quale si è basata, nel 1984,
l'alienazione di parte della sponda del fiume Esino
corrispondente alla particella catastale 319, tramite asta
pubblica vinta dall'Api e quella risultante dal rilievo del
1996, ancora vigente. «Le evidenti difformità — dicono i
rappresentanti dei Comitati — fanno sorgere profondi dubbi
sulla validità dell'asta di aggiudicazione proprio perché
basata su una planimetria non corrispondente alla realtà dei
luoghi. E' per questo che abbiamo chiesto spiegazioni anche
all'agenzia del demanio di Ancona». Secondo i Comitati,
confrontando le due planimentri risulterebbe che con l'asta
del 1984 la particella catastale 319 è stata venduta alla
società Api e, in realtà, «conteneva porzioni di demanio
marittimo e idrico nonché piccoli specchi acquei non
sdemanializzati». «Ulteriori perplessità — hanno aggiunto —
sono sorte a causa dell'atteggiamento dell'agenzia del
demanio di Ancona la quale a 40 giorni dal ricevimento delle
osservazioni tace. Oltre ai chiarimenti richiesti —
sottolineano — dovrebbero spiegare le motivazioni della
modifica d'ufficio del 27 giugno 2000 la quale raddoppia la
superficie della particella 319 rispetto a quella stabilita,
grazie al rilievo del '96». I Comitati hanno strappato alla
Provincia un impegno a fare chiarezza sulla vicenda che
ormai si protrae da diversi mesi. |
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