Falconara.
Villanova in rivolta contro l’accordo tra Regione, Anas e Fs.
«Servirà solo ad aggravare
i problemi della viabilità»
Trecento treni al giorno,
altolà dei comitati «La soluzione delle Ferrovie è peggio
del danno, bloccate la convenzione»
FALCONARA — Il progetto
preliminare della convenzione tra Regione, Anas e Società
ferroviaria Rfi per l'adozione di soluzioni definitive per
la viabilità a Falconara, non piace al Comitato di Villanova.
Lo hanno sottolineato ieri i rappresentanti dei cittadini
che hanno reso noto per la prima volta il progetto. Lo
spostamento della linea ferroviaria, per iniziare. «La
progettata linea - spiegano i rappresentanti - si incunea
nel centro abitato di Falconara in maniera ancora più
invasiva dell'attuale. In tal modo non si fa che aumentare
il numero di residenti esposti all'impatto acustico,
soprattutto considerando il fatto che il progetto del
Corridoio adriatico prevede uno standard di 300 treni
giornalieri in transito: un convoglio ogni cinque minuti».
Secondo elemento di preoccupazione per i comitati,
l'assoluta mancanza, all'interno del progetto
Regione-Anas-Rfi, di ipotesi di riqualificazione del
quartiere Villanova, così come programmato dal Prg di
Falconara per la zona occupata dalla Liquigas e dallo scalo
merci. «Lo stesso scalo merci - prosegue il Comitato -
rimarrà a Falconara sul lato mare. Ma non solo: la
ristrutturazione in atto dei binari lato mare lascia
intendere che lo scalo che verrà allestito implicherà la
sosta e lo smistamento di ferrocisterne adibite al trasporto
di sostanze e liquidi infiammabili, tossici e corrosivi». E
qui entra in ballo il discusso "raccordo ferroviario Api"
che in base al progetto dovrebbe partire con tre binari
dall'area dell'attuale carico del Gpl della raffineria.
«Durante un incontro nel febbraio scorso - rilevano gli
esponenti del Comitato - è emerso che l'assessore regionale
ai Trasporti non era a conoscenza del futuro raccordo
ferroviario Api. Non si sa se il sindaco ne fosse stato
informato, ma in tutto questo intricato scenario suggeriamo
a Regione e a Comune di chiedere lumi a Trenitalia prima di
stipulare convenzioni». Ad insospettire il Comitato di
Villanova, poi, c'è l'inversione di marcia per quanto
riguarda le motivazioni che sottostanno alla stesura del
progetto preliminare. Mentre infatti nel documento dell'area
ad alto rischio si parlava di bretella ferroviaria Monte
Marciano-Chiaravalle allo scopo di alleggerire il traffico
merci diretto da Orte verso nord, nel documento istruttorio
della convenzione si parla invece di bretella al fine di
eliminare il problema della pericolosità per i treni che
attraversano la raffineria. «Se le cose stanno come indicato
nella convenzione - lamentano ancora i rappresentanti -
perché spendere soldi pubblici per un incremento della
sicurezza che deve essere a carico dell'Api?». Di qui la
richiesta inoltrata dal Comitato agli assessori regionali ai
Trasporti e all'Ambiente di sospendere la convenzione e di
avviare incontri con i cittadini e gli enti territoriali.
«Autolavaggio ok, revocate
il sequestro»
FALCONARA — Verrà discusso
domani, davanti al Tribunale di Ancona, il sequestro
preventivo dell’impianto di depurazione dell’autolavaggio "Mac",
che si trova all’interno della stazione di servizio dell’Api
davanti alla raffineria. Per i liquami di scarico finiti
nell’Esino (ma per i difensore di tratta di acque reflue
innocue) sono sotto inchiesta il titolare dell’impianto,
alcuni tecnici della la società di smaltimento Cam e del
consorzio di Gorgovivo. Gli avvocati contestano il sequestro
eseguito dai carabinieri del Noe, sostenendo che l’impianto
a cui sono posti i sigilli non è mai entrato in funzione.
Quanto ai liquami, questi sarebbero smaltiti regolarmente
sia secondo la vecchia legislazione in materia, sia secondo
la nuova normativa Ue. Sulla regolarità dell’impianto,
infatti, ci sarebbe una relazione della Provincia che
probabilmente verrà utilizzata oggi per ottenere il
dissequestro dell’impianto. L’operazione risale al 9 marzo
scorso quando i militari del nucleo ecologico, dopo aver
battuto a tappeto il territorio circostante la raffineria
per individuare eventuali fonti di inquinamento, sono stati
insospettiti dalle acque di scolo dell’impianto e dalla rete
di scarichi collegata all’autolavaggio. |
«Quel by
pass ci strangolerà»
FALCONARA — Nonostante
l'amministrazione comunale falconarese, l'assessorato
regionale ai trasporti e Trenitalia abbiano rispettivamente
sancito le rispettive competenze, non hanno fatto i conti
con l'agguerrito comitato dei cittadini di Villanova che
contestano la discordanza tra i progetti presentati per la
realizzazione del by pass ferroviario.
L'incontro
Come li contraddistingue da
sempre, ieri, i comitati hanno incontrato la stampa per
denunciare le «contraddizioni che inevitabilmente emergono
da una serie di atti presentati dalle autorità in
questione». Discordanze che prendono in esame due progetti:
quello relativo alla realizzazione del corridoio Adriatico
che risale al dicembre 2001 e quello neonato del by pass
ferroviario. «Entrambi — ha sostenuto Loris Calcina
esponente del comitato — sembrano essere disegni definitivi,
ma sono in netto contrasto tra loro. Il primo proponeva una
soluzione ottimale, ovvero quella di spostare la linea
ferroviaria dal mare verso il monte, il secondo invece
prospetta una ipotesi "tampone" che non può che provocare
danni alla cittadinanza falconarese».
Le motivazioni
Lo scorso 8 marzo il comitato
in questione ha chiesto un incontro al sindaco Carletti,
all'assessore ai trasporti, Cristina Cecchini e
all'assessore all'ambiente Roberto Ottaviani. «Non siamo
stati ancora contattati — hanno detto i rappresentanti dei
cittadini di Villanova — ed è per questo che riteniamo
doveroso far conoscere all'opinione pubblica il possibile
impatto ambientale che il progetto per la realizzazione del
nuovo by pass ferroviario porta con se». I comitati si
sentono minacciati dalla possibile messa in atto del
progetto più recente che, a loro avviso, elimina ogni
speranza di riqualificazione del quartiere di Villanova.
I pericoli
«Il tracciato ferroviario
suggerito dalle Ferrovie — ha sottolineato Calcina — finirà
per strangolare il quartiere nella morsa del rumore visto
che parte dello scalo merci rimarrà a Falconara» . I
componenti del Comitato argomentano le loro «denunce» con
dati alla mano ma non possono non domandarsi che cosa ne
sarà del raccordo ferroviario che attraversa la raffineria
Api. Gli esponenti ipotizzano che questo dovrebbe partire
con tre binari, per ora inesistenti, che probabilmente
verranno ricollocati sul vecchio tracciato. «Dove verranno
composte e smistate — si è domandato Calcina — le
ferrocisterne provenienti dal carico Gpl dell'Api se non
nello scalo merci ferroviario lato mare?» I Comitati
chiedono al più presto un incontro tra gli enti preposti al
fine di delineare le linee guida per una progettazione più
coerente con le esigenze del territorio.
Liquami nell'Esino:
l'inchiesta si allarga
FALCONARA — Si allarga
l'inchiesta sui presunti scarichi di liquami inquinanti da
parte dell'autolavaggio che si trova all'interno della
stazione di servizio Api proprio di fronte alla raffineria,
sequestrato dai carabinieri del Nucleo per la tutela
dell'ambiente il 15 marzo scorso. L'inchiesta, infatti, pare
che coinvolga oltre al gestore dell'autolavaggio, anche la
ditta proprietaria dell'autolavaggio ed altri soggetti
incaricati del prelievo dei liquami e dello smaltimento. Nel
mirino dei carabinieri 'ambientali', diretti dal maresciallo
Nicola Di Venere, era finito il depuratore dell'autolavaggio
dal quale sembra fuoriuscissero fanghi inquinanti. Fanghi
che poi venivano portati via e smaltiti come normali
rifiuti, nonostante secondo i carabinieri debbano essere
considerati rifiuti industriali pericolosi. Domani in
tribunale ci sarà l'udienza per il dissequestro
dell'impianto. Le difese dei soggetti coinvolti nella
vicenda sostengono che in base ai codici Cer quei tipi di
fanghi vengono definiti rifiuti urbani non pericolosi e
inoltre che il depuratore dell'autolavaggio su cui sono
stati posti i sigilli perché ritenuto non a norma, non era
nemmeno funzionante. Secondo i riscontri del Nta gli
scarichi del lavaggio finivano nell'Esino. |