RASSEGNA STAMPA 24.03.2002

 

MESSAGGERO
Falconara. Villanova in rivolta contro l’accordo tra Regione, Anas e Fs.

«Servirà solo ad aggravare i problemi della viabilità»

Trecento treni al giorno, altolà dei comitati «La soluzione delle Ferrovie è peggio del danno, bloccate la convenzione»

FALCONARA — Il progetto preliminare della convenzione tra Regione, Anas e Società ferroviaria Rfi per l'adozione di soluzioni definitive per la viabilità a Falconara, non piace al Comitato di Villanova. Lo hanno sottolineato ieri i rappresentanti dei cittadini che hanno reso noto per la prima volta il progetto. Lo spostamento della linea ferroviaria, per iniziare. «La progettata linea - spiegano i rappresentanti - si incunea nel centro abitato di Falconara in maniera ancora più invasiva dell'attuale. In tal modo non si fa che aumentare il numero di residenti esposti all'impatto acustico, soprattutto considerando il fatto che il progetto del Corridoio adriatico prevede uno standard di 300 treni giornalieri in transito: un convoglio ogni cinque minuti». Secondo elemento di preoccupazione per i comitati, l'assoluta mancanza, all'interno del progetto Regione-Anas-Rfi, di ipotesi di riqualificazione del quartiere Villanova, così come programmato dal Prg di Falconara per la zona occupata dalla Liquigas e dallo scalo merci. «Lo stesso scalo merci - prosegue il Comitato - rimarrà a Falconara sul lato mare. Ma non solo: la ristrutturazione in atto dei binari lato mare lascia intendere che lo scalo che verrà allestito implicherà la sosta e lo smistamento di ferrocisterne adibite al trasporto di sostanze e liquidi infiammabili, tossici e corrosivi». E qui entra in ballo il discusso "raccordo ferroviario Api" che in base al progetto dovrebbe partire con tre binari dall'area dell'attuale carico del Gpl della raffineria. «Durante un incontro nel febbraio scorso - rilevano gli esponenti del Comitato - è emerso che l'assessore regionale ai Trasporti non era a conoscenza del futuro raccordo ferroviario Api. Non si sa se il sindaco ne fosse stato informato, ma in tutto questo intricato scenario suggeriamo a Regione e a Comune di chiedere lumi a Trenitalia prima di stipulare convenzioni». Ad insospettire il Comitato di Villanova, poi, c'è l'inversione di marcia per quanto riguarda le motivazioni che sottostanno alla stesura del progetto preliminare. Mentre infatti nel documento dell'area ad alto rischio si parlava di bretella ferroviaria Monte Marciano-Chiaravalle allo scopo di alleggerire il traffico merci diretto da Orte verso nord, nel documento istruttorio della convenzione si parla invece di bretella al fine di eliminare il problema della pericolosità per i treni che attraversano la raffineria. «Se le cose stanno come indicato nella convenzione - lamentano ancora i rappresentanti - perché spendere soldi pubblici per un incremento della sicurezza che deve essere a carico dell'Api?». Di qui la richiesta inoltrata dal Comitato agli assessori regionali ai Trasporti e all'Ambiente di sospendere la convenzione e di avviare incontri con i cittadini e gli enti territoriali.

«Autolavaggio ok, revocate il sequestro»

FALCONARA — Verrà discusso domani, davanti al Tribunale di Ancona, il sequestro preventivo dell’impianto di depurazione dell’autolavaggio "Mac", che si trova all’interno della stazione di servizio dell’Api davanti alla raffineria. Per i liquami di scarico finiti nell’Esino (ma per i difensore di tratta di acque reflue innocue) sono sotto inchiesta il titolare dell’impianto, alcuni tecnici della la società di smaltimento Cam e del consorzio di Gorgovivo. Gli avvocati contestano il sequestro eseguito dai carabinieri del Noe, sostenendo che l’impianto a cui sono posti i sigilli non è mai entrato in funzione. Quanto ai liquami, questi sarebbero smaltiti regolarmente sia secondo la vecchia legislazione in materia, sia secondo la nuova normativa Ue. Sulla regolarità dell’impianto, infatti, ci sarebbe una relazione della Provincia che probabilmente verrà utilizzata oggi per ottenere il dissequestro dell’impianto. L’operazione risale al 9 marzo scorso quando i militari del nucleo ecologico, dopo aver battuto a tappeto il territorio circostante la raffineria per individuare eventuali fonti di inquinamento, sono stati insospettiti dalle acque di scolo dell’impianto e dalla rete di scarichi collegata all’autolavaggio.

 
RESTO DEL CARLINO
«Quel by pass ci strangolerà»

FALCONARA — Nonostante l'amministrazione comunale falconarese, l'assessorato regionale ai trasporti e Trenitalia abbiano rispettivamente sancito le rispettive competenze, non hanno fatto i conti con l'agguerrito comitato dei cittadini di Villanova che contestano la discordanza tra i progetti presentati per la realizzazione del by pass ferroviario.

L'incontro

Come li contraddistingue da sempre, ieri, i comitati hanno incontrato la stampa per denunciare le «contraddizioni che inevitabilmente emergono da una serie di atti presentati dalle autorità in questione». Discordanze che prendono in esame due progetti: quello relativo alla realizzazione del corridoio Adriatico che risale al dicembre 2001 e quello neonato del by pass ferroviario. «Entrambi — ha sostenuto Loris Calcina esponente del comitato — sembrano essere disegni definitivi, ma sono in netto contrasto tra loro. Il primo proponeva una soluzione ottimale, ovvero quella di spostare la linea ferroviaria dal mare verso il monte, il secondo invece prospetta una ipotesi "tampone" che non può che provocare danni alla cittadinanza falconarese».

Le motivazioni

Lo scorso 8 marzo il comitato in questione ha chiesto un incontro al sindaco Carletti, all'assessore ai trasporti, Cristina Cecchini e all'assessore all'ambiente Roberto Ottaviani. «Non siamo stati ancora contattati — hanno detto i rappresentanti dei cittadini di Villanova — ed è per questo che riteniamo doveroso far conoscere all'opinione pubblica il possibile impatto ambientale che il progetto per la realizzazione del nuovo by pass ferroviario porta con se». I comitati si sentono minacciati dalla possibile messa in atto del progetto più recente che, a loro avviso, elimina ogni speranza di riqualificazione del quartiere di Villanova.

I pericoli

«Il tracciato ferroviario suggerito dalle Ferrovie — ha sottolineato Calcina — finirà per strangolare il quartiere nella morsa del rumore visto che parte dello scalo merci rimarrà a Falconara» . I componenti del Comitato argomentano le loro «denunce» con dati alla mano ma non possono non domandarsi che cosa ne sarà del raccordo ferroviario che attraversa la raffineria Api. Gli esponenti ipotizzano che questo dovrebbe partire con tre binari, per ora inesistenti, che probabilmente verranno ricollocati sul vecchio tracciato. «Dove verranno composte e smistate — si è domandato Calcina — le ferrocisterne provenienti dal carico Gpl dell'Api se non nello scalo merci ferroviario lato mare?» I Comitati chiedono al più presto un incontro tra gli enti preposti al fine di delineare le linee guida per una progettazione più coerente con le esigenze del territorio.

Liquami nell'Esino: l'inchiesta si allarga

FALCONARA — Si allarga l'inchiesta sui presunti scarichi di liquami inquinanti da parte dell'autolavaggio che si trova all'interno della stazione di servizio Api proprio di fronte alla raffineria, sequestrato dai carabinieri del Nucleo per la tutela dell'ambiente il 15 marzo scorso. L'inchiesta, infatti, pare che coinvolga oltre al gestore dell'autolavaggio, anche la ditta proprietaria dell'autolavaggio ed altri soggetti incaricati del prelievo dei liquami e dello smaltimento. Nel mirino dei carabinieri 'ambientali', diretti dal maresciallo Nicola Di Venere, era finito il depuratore dell'autolavaggio dal quale sembra fuoriuscissero fanghi inquinanti. Fanghi che poi venivano portati via e smaltiti come normali rifiuti, nonostante secondo i carabinieri debbano essere considerati rifiuti industriali pericolosi. Domani in tribunale ci sarà l'udienza per il dissequestro dell'impianto. Le difese dei soggetti coinvolti nella vicenda sostengono che in base ai codici Cer quei tipi di fanghi vengono definiti rifiuti urbani non pericolosi e inoltre che il depuratore dell'autolavaggio su cui sono stati posti i sigilli perché ritenuto non a norma, non era nemmeno funzionante. Secondo i riscontri del Nta gli scarichi del lavaggio finivano nell'Esino.

 
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