RASSEGNA STAMPA 16.03.2002

 

MESSAGGERO
Sigilli all’autolavaggio che scarica veleni nell’Esino

FALCONARA — Gli scarichi, invece di essere depurati, passavano all'interno della raffineria Api e poi finivano nelle già tormentate acque del fiume Esino. E così è finito nei guai il titolare dell'autolavaggio che si trova all'interno della stazione di servizio Api proprio davanti alla raffineria, Silvano Manuali di Ancona. L'esercizio è stato posto sotto sequestro su ordine del giudice che oltre all'autolavaggio ha messo i sigilli all'intera rete di scarichi. Ma il merito dell'operazione è dei carabinieri del nucleo tutela dell'ambiente (ex Noe), comandati dal maresciallo Di Venere che nei giorni scorsi hanno effettuato i rilievi. Un'operazione scaturita quasi per caso al termine di una serie di controlli effettuati nell'area della raffineria dove l'intera rete fognaria e di scarichi è stata passata al setaccio per appurarne la regolarità. Oltre allo scarico fuorilegge, forti irregolarità sono state evidenziate anche sul fronte dei fanghi scaturiti dalla depurazione dell'autolavaggio stesso, che ovviamente utilizza molti prodotti inquinanti. I carabinieri avevano iniziato i controlli circa tre settimane fa, a cui avevano fatto seguito esami di laboratorio e verifiche sullo stato di mantenimento in conformità con la legge in materia. In particolare vi era una condotta non in regola che effettuava un percorso ben preciso. Una volta utilizzata per lavare le auto, l'acqua, con tanto di sporcizia e soprattutto con i saponi, entrava in questa condotta per poi proseguire il cammino all'interno della raffineria Api per essere definitivamente scaricati nel fiume Esino, con l'impatto ambientale che ne consegue. Per questo motivo le indagini dei carabinieri vanno avanti per stabilire eventuali co-responsabilità da parte dell'Api stessa. La stazione di servizio attigua all'autolavaggio invece non è stata interessata dai sigilli. L'Api infatti aveva dato in concessione l'autolavaggio ad una ditta di Ravenna che a sua volta l'aveva data in appalto all'imprenditore anconetano. E' dunque probabile che Manuali non fosse a conoscenza degli scarichi irregolari, ma a questo punto spetta alla magistratura stabilire eventuali illeciti e capire se la condotta che entra nella raffineria va considerata abusiva.

 
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