Sigilli
all’autolavaggio che scarica veleni nell’Esino
FALCONARA — Gli scarichi, invece
di essere depurati, passavano all'interno della raffineria
Api e poi finivano nelle già tormentate acque del fiume
Esino. E così è finito nei guai il titolare
dell'autolavaggio che si trova all'interno della stazione di
servizio Api proprio davanti alla raffineria, Silvano
Manuali di Ancona. L'esercizio è stato posto sotto sequestro
su ordine del giudice che oltre all'autolavaggio ha messo i
sigilli all'intera rete di scarichi. Ma il merito
dell'operazione è dei carabinieri del nucleo tutela
dell'ambiente (ex Noe), comandati dal maresciallo Di Venere
che nei giorni scorsi hanno effettuato i rilievi.
Un'operazione scaturita quasi per caso al termine di una
serie di controlli effettuati nell'area della raffineria
dove l'intera rete fognaria e di scarichi è stata passata al
setaccio per appurarne la regolarità. Oltre allo scarico
fuorilegge, forti irregolarità sono state evidenziate anche
sul fronte dei fanghi scaturiti dalla depurazione
dell'autolavaggio stesso, che ovviamente utilizza molti
prodotti inquinanti. I carabinieri avevano iniziato i
controlli circa tre settimane fa, a cui avevano fatto
seguito esami di laboratorio e verifiche sullo stato di
mantenimento in conformità con la legge in materia. In
particolare vi era una condotta non in regola che effettuava
un percorso ben preciso. Una volta utilizzata per lavare le
auto, l'acqua, con tanto di sporcizia e soprattutto con i
saponi, entrava in questa condotta per poi proseguire il
cammino all'interno della raffineria Api per essere
definitivamente scaricati nel fiume Esino, con l'impatto
ambientale che ne consegue. Per questo motivo le indagini
dei carabinieri vanno avanti per stabilire eventuali
co-responsabilità da parte dell'Api stessa. La stazione di
servizio attigua all'autolavaggio invece non è stata
interessata dai sigilli. L'Api infatti aveva dato in
concessione l'autolavaggio ad una ditta di Ravenna che a sua
volta l'aveva data in appalto all'imprenditore anconetano.
E' dunque probabile che Manuali non fosse a conoscenza degli
scarichi irregolari, ma a questo punto spetta alla
magistratura stabilire eventuali illeciti e capire se la
condotta che entra nella raffineria va considerata abusiva. |