RASSEGNA STAMPA 08.03.2002

 

MESSAGGERO
Sibilo alla centrale Igcc, scatta il dispositivo di sicurezza Il centralino dell’ufficio ambiente subissato di chiamate

FALCONARA - Nuovo inconveniente all'Igcc. A Fiumesino nessuno si è accorto di nulla, mentre da Villanova e dalla parte alta della città sono state inoltrate ripetute segnalazioni al numero verde dell'ufficio ambiente del Comune. Pronta la spiegazione dell’Api. «Intorno alle 7.30 circa durante un'operazione di manutenzione su uno strumento di controllo automatico dell'Igcc strumento che dava segnalazioni fuori standard , è intervenuto il sistema automatico di sicurezza. Si è provveduto a bloccare le turbine dell'impianto e ad inviare vapore alla valvola di scarico in atmosfera. Questo ha provocato un'emissione rumorosa, di brevissima durata, e senza creare nessun elemento di rischio né per l'interno né per l'esterno». Il Comune parla di preoccupazione nella popolazione e di forte rumore percepito dagli abitanti. Il fenomeno è durato, secondo il Comune, dalle 7.20 alle 7.35».

Coinvolto anche il nostro giornale che aveva riportato la notizia della interrogazione L’avvocato Benni unico difensore a dissociarsi da un accordo

Mezzogiorno di fuoco ieri in Tribunale, con sullo sfondo la torcia dell'Api. Nervosismo, confusione, conciliaboli prima e dopo l'udienza, incomprensioni, intricate schermaglie legali. Col risultato che tutti, più o meno, si arrabbiano o si stizziscono, anche il giudice monocratico Carlo Cimini. Il quale - dopo avercela messa tutta (codice alla mano e in termini di scienza e coscienza) per evitare questo singolare processo sulle presunte notizie allarmistiche atte a turbare l'ordine pubblico diffuse da cinque consiglieri comunali di Falconara, rimbalzate sul Messaggero assieme a un intervento del segretario regionale del Wwf - prima rinvia l'udienza alle 15 e poi rimette gli atti alla procura della Repubblica. Si retrocede in udienza preliminare, e tutto diventa più complicato, a proposito di quell'incidente "galeotto" in raffineria del 10 marzo di due anni fa. Meno grave di quella che sembrò inizialmente, innocua nei confronti degli operai, quella fiammata aveva innescato prima le polemiche e poi l'inchiesta del Pm Puccilli, che aveva dato appuntamento a tutti, ieri, in aula. Dato che quelle polemiche, per lui, erano sconfinate in un attacco alla serenità dei cittadini e nella diffamazione a mezzo stampa, erano diventate questione di ordine e onore, appunto. Perché si torna indietro? Perché un nuovo Pm dovrà chiedere la "più rigorosa" udienza preliminare? Cosa è successo a Palazzo di Giustizia, affollato da legali, politici, ambientalisti, qualche giornalista, semplici curiosi? Come si è risolto il "giallo" del mancato, lungo, sofferto tentativo di conciliazione (ritiro della querela dall'azienda, presunta parte lesa) fra l'Api e i 5 consiglieri? Elena Tanzarella e Alessia Cerioni (Fi), Giuliana Di Gioacchino, Paolo Biondini e Francesco Perugini (An) arrivano dal muncipio falconarese e si siedono sul banco degli imputati con l'accusa di aver diffuso, il 15 marzo 2000, notizie allarmistiche sull'incidente avvenuto cinque giorni prima in raffineria, riportando voci di cittadini allarmati e quesiti in una interrogazione al sindaco. Con loro, accusati di diffamazione aggravata (a mezzo stampa) l’allora caporedattore del Messaggero e una ex collaboratrice della testata. Proprio l'aggravante della diffusione della notizia a mezzo stampa spinge l'avvocato Monica Clementi, che li difende, a presentare l'eccezione secondo cui il giudice monocratico (che l'ha accolta nel pomeriggio) è incompetente. Eventualmente deve decidere un collegio, dopo un'udienza davanti al gip. Qualche ora prima, per nullità della sua citazione, era uscito dal processo Andrea Dignani del Wwf, anche lui imputato di diffamazione per l'intervento sul giornale. Ma, soprattutto, era crollato in aula, “l'accordo" che si basava su una lettera, firmata da tutti i difensori dei consiglieri comunali - tranne l'avvocato Amos Benni - in cui i politici istituzionali scrivevano che no, loro non intendevano allarmare nessuno, nè tanto meno offendere l'Api. "In cambio", l'avvocato Giacomo Vettori avrebbe rinunciato alla costituzione di parte civile dell'Api. E forse il processo non si sarebbe mai fatto. Perché, forse, la lettera non affrontava l’eventuale rinunzia dell’Api di un’azione civile per il risarcimento dei danni.

 
RESTO DEL CARLINO
Rumore all'Api, solo proteste

FALCONARA — Durante un'operazione di manutenzione su uno strumento di controllo automatico dell'impianto Igcc un'emissione rumorosa proveniente dalla raffineria Api ha destato la preoccupazione dei residenti dei quartieri limitrofi all'impianto. L'episodio di scarsa rilevanza è avvenuto attorno alle 7.30 di ieri. L'azienda ha comunicato che è intervenuto il sistema automatico di sicurezza, che ha provveduto a porre in blocco le turbine dell'impianto e, di conseguenza, a inviare vapore alla valvola di scarico in atmosfera. «Questo — ha sottolineato l'azienda — ha provocato un' emissione rumorosa, peraltro di brevissima durata, e senza creare nessun elemento di rischio, nè per l' interno nè per l' esterno». «Per buona parte della mattinata — sostiene Franco Budini esponente del comitato dei cittadini di Fiumesino — c' è stata la fiamma alta e questo, stando a ciò che sappiamo, significa che è in blocco la turbina. Si è avvertito un rumore a metà fra un sibilo e un rombo, molto intenso, che si è già percepito altre volte. L' ultimo episodio è stato sabato scorso, quando un rumore leggermente diverso, molto più simile a una vibrazione, ha svegliato i cittadini». Quello di ieri non sembra essere stato avvertito nelle zone alte della città. Il responsabile dell' ufficio ambiente del Comune Paolo Angeloni ha riferito che il fenomeno rumoroso è durato dalle 7.20 alle 7.35 circa. I vigili ambientali — ha spiegato — si sono recati subito alla raffineria, prendendo atto che il fenomeno si era esaurito in pochi attimi. In fase di sopralluogo è stato riferito loro che si era trattato di un inconveniente a un trasmettitore di pressione in fase di manutenzione». Confermata, insomma, la versione dell'Api Angeloni ha inoltre sostenuto che non è scattato alcun piano d' emergenza e che l' Api ha avvertito il Comune tramite un fax indirizzato anche all' Arpam e al comando provinciale di Ancona dei vigili del fuoco, i quali, a causa della lieve entità dell' episodio, non sono intervenuti.

E' scattato il numero verde Intervenuti i vigili ambientali

FALCONARA — Sono intervenuti tempestivamente i vigili ambientali allertati dai cittadini attraverso il numero verde che offre il servizio di reperibilità 24 ore su 24. Si sono recati alla raffineria e dopo aver effettuato un sopralluogo e un incontro con i tecnici dell'azienda petrolifera hanno constato che la situazione era sotto controllo. Ancora paura dunque, come la stessa amministrazione comunale conferma. «Questo ennesimo incidente ha destato preoccupazione nella popolazione». Si attendono altre polemiche su questo nuovo inconveniente che continua a tenere con il fiato sospeso centinaia di cittadini in particolar modo quelli che risiedeno nei quartieri limitrofi all'impianto.

 
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