Sibilo alla
centrale Igcc, scatta il dispositivo di sicurezza Il
centralino dell’ufficio ambiente subissato di chiamate
FALCONARA - Nuovo
inconveniente all'Igcc. A Fiumesino nessuno si è accorto di
nulla, mentre da Villanova e dalla parte alta della città
sono state inoltrate ripetute segnalazioni al numero verde
dell'ufficio ambiente del Comune. Pronta la spiegazione
dell’Api. «Intorno alle 7.30 circa durante un'operazione di
manutenzione su uno strumento di controllo automatico dell'Igcc
strumento che dava segnalazioni fuori standard , è
intervenuto il sistema automatico di sicurezza. Si è
provveduto a bloccare le turbine dell'impianto e ad inviare
vapore alla valvola di scarico in atmosfera. Questo ha
provocato un'emissione rumorosa, di brevissima durata, e
senza creare nessun elemento di rischio né per l'interno né
per l'esterno». Il Comune parla di preoccupazione nella
popolazione e di forte rumore percepito dagli abitanti. Il
fenomeno è durato, secondo il Comune, dalle 7.20 alle 7.35».
Coinvolto anche il nostro
giornale che aveva riportato la notizia della interrogazione
L’avvocato Benni unico difensore a dissociarsi da un accordo
Mezzogiorno di fuoco ieri in
Tribunale, con sullo sfondo la torcia dell'Api. Nervosismo,
confusione, conciliaboli prima e dopo l'udienza,
incomprensioni, intricate schermaglie legali. Col risultato
che tutti, più o meno, si arrabbiano o si stizziscono, anche
il giudice monocratico Carlo Cimini. Il quale - dopo
avercela messa tutta (codice alla mano e in termini di
scienza e coscienza) per evitare questo singolare processo
sulle presunte notizie allarmistiche atte a turbare l'ordine
pubblico diffuse da cinque consiglieri comunali di
Falconara, rimbalzate sul Messaggero assieme a un intervento
del segretario regionale del Wwf - prima rinvia l'udienza
alle 15 e poi rimette gli atti alla procura della
Repubblica. Si retrocede in udienza preliminare, e tutto
diventa più complicato, a proposito di quell'incidente
"galeotto" in raffineria del 10 marzo di due anni fa. Meno
grave di quella che sembrò inizialmente, innocua nei
confronti degli operai, quella fiammata aveva innescato
prima le polemiche e poi l'inchiesta del Pm Puccilli, che
aveva dato appuntamento a tutti, ieri, in aula. Dato che
quelle polemiche, per lui, erano sconfinate in un attacco
alla serenità dei cittadini e nella diffamazione a mezzo
stampa, erano diventate questione di ordine e onore,
appunto. Perché si torna indietro? Perché un nuovo Pm dovrà
chiedere la "più rigorosa" udienza preliminare? Cosa è
successo a Palazzo di Giustizia, affollato da legali,
politici, ambientalisti, qualche giornalista, semplici
curiosi? Come si è risolto il "giallo" del mancato, lungo,
sofferto tentativo di conciliazione (ritiro della querela
dall'azienda, presunta parte lesa) fra l'Api e i 5
consiglieri? Elena Tanzarella e Alessia Cerioni (Fi),
Giuliana Di Gioacchino, Paolo Biondini e Francesco Perugini
(An) arrivano dal muncipio falconarese e si siedono sul
banco degli imputati con l'accusa di aver diffuso, il 15
marzo 2000, notizie allarmistiche sull'incidente avvenuto
cinque giorni prima in raffineria, riportando voci di
cittadini allarmati e quesiti in una interrogazione al
sindaco. Con loro, accusati di diffamazione aggravata (a
mezzo stampa) l’allora caporedattore del Messaggero e una ex
collaboratrice della testata. Proprio l'aggravante della
diffusione della notizia a mezzo stampa spinge l'avvocato
Monica Clementi, che li difende, a presentare l'eccezione
secondo cui il giudice monocratico (che l'ha accolta nel
pomeriggio) è incompetente. Eventualmente deve decidere un
collegio, dopo un'udienza davanti al gip. Qualche ora prima,
per nullità della sua citazione, era uscito dal processo
Andrea Dignani del Wwf, anche lui imputato di diffamazione
per l'intervento sul giornale. Ma, soprattutto, era crollato
in aula, “l'accordo" che si basava su una lettera, firmata
da tutti i difensori dei consiglieri comunali - tranne
l'avvocato Amos Benni - in cui i politici istituzionali
scrivevano che no, loro non intendevano allarmare nessuno,
nè tanto meno offendere l'Api. "In cambio", l'avvocato
Giacomo Vettori avrebbe rinunciato alla costituzione di
parte civile dell'Api. E forse il processo non si sarebbe
mai fatto. Perché, forse, la lettera non affrontava
l’eventuale rinunzia dell’Api di un’azione civile per il
risarcimento dei danni. |
Rumore
all'Api, solo proteste
FALCONARA — Durante
un'operazione di manutenzione su uno strumento di controllo
automatico dell'impianto Igcc un'emissione rumorosa
proveniente dalla raffineria Api ha destato la
preoccupazione dei residenti dei quartieri limitrofi
all'impianto. L'episodio di scarsa rilevanza è avvenuto
attorno alle 7.30 di ieri. L'azienda ha comunicato che è
intervenuto il sistema automatico di sicurezza, che ha
provveduto a porre in blocco le turbine dell'impianto e, di
conseguenza, a inviare vapore alla valvola di scarico in
atmosfera. «Questo — ha sottolineato l'azienda — ha
provocato un' emissione rumorosa, peraltro di brevissima
durata, e senza creare nessun elemento di rischio, nè per l'
interno nè per l' esterno». «Per buona parte della mattinata
— sostiene Franco Budini esponente del comitato dei
cittadini di Fiumesino — c' è stata la fiamma alta e questo,
stando a ciò che sappiamo, significa che è in blocco la
turbina. Si è avvertito un rumore a metà fra un sibilo e un
rombo, molto intenso, che si è già percepito altre volte. L'
ultimo episodio è stato sabato scorso, quando un rumore
leggermente diverso, molto più simile a una vibrazione, ha
svegliato i cittadini». Quello di ieri non sembra essere
stato avvertito nelle zone alte della città. Il responsabile
dell' ufficio ambiente del Comune Paolo Angeloni ha riferito
che il fenomeno rumoroso è durato dalle 7.20 alle 7.35
circa. I vigili ambientali — ha spiegato — si sono recati
subito alla raffineria, prendendo atto che il fenomeno si
era esaurito in pochi attimi. In fase di sopralluogo è stato
riferito loro che si era trattato di un inconveniente a un
trasmettitore di pressione in fase di manutenzione».
Confermata, insomma, la versione dell'Api Angeloni ha
inoltre sostenuto che non è scattato alcun piano d'
emergenza e che l' Api ha avvertito il Comune tramite un fax
indirizzato anche all' Arpam e al comando provinciale di
Ancona dei vigili del fuoco, i quali, a causa della lieve
entità dell' episodio, non sono intervenuti.
E' scattato il numero
verde Intervenuti i vigili ambientali
FALCONARA — Sono intervenuti
tempestivamente i vigili ambientali allertati dai cittadini
attraverso il numero verde che offre il servizio di
reperibilità 24 ore su 24. Si sono recati alla raffineria e
dopo aver effettuato un sopralluogo e un incontro con i
tecnici dell'azienda petrolifera hanno constato che la
situazione era sotto controllo. Ancora paura dunque, come la
stessa amministrazione comunale conferma. «Questo ennesimo
incidente ha destato preoccupazione nella popolazione». Si
attendono altre polemiche su questo nuovo inconveniente che
continua a tenere con il fiato sospeso centinaia di
cittadini in particolar modo quelli che risiedeno nei
quartieri limitrofi all'impianto. |