RASSEGNA STAMPA 06.03.2002

 

MESSAGGERO
Il sistema evita la fuoriuscita di idrocarburi. Oggi il sopralluogo dei periti per la causa contro la dichiarazione di zona ad alto rischio

E adesso il fiume è “sotto tutela”

Completati i lavori per la barriera di difesa dell’Esino a monte dell’Api. I timori dei comitati

FALCONARA — Conclusa la realizzazione delle barriere (le “palancolate") nella parte a monte della raffineria Api, mentre è questione di giorni la presentazione dello stesso progetto per la parte a valle che dovrà essere sottoposto a screeening di via da parte degli enti coinvolti. Procede, quindi, secondo ritmi ben precisi l'opera di messa in sicurezza e di bonifica dello stabilimento petrolifero. Il completamento delle palancolate, barriere metalliche che percorrono il confine nord dello stabilimento dalla foce del fiume fino al ponte della ferrovia, costituisce un tassello importante per la chiusura “ermetica" del perimetro dell'industria. Chiusura che evita la fuoriuscita degli idrocarburi verso il fiume e il mare. Così gli idrocarburi, di fatto bloccati da queste barriere, convergono lungo le palancolate dove, con la costruzione di una serie di pozzi di captazione, il surnatante incanalato viene direttamente recuperato. Per il momento è stata terminata una prima barriera, quella a monte, lunga circa cento metri, conficcando nel terreno le palancolate. Ora, però, inizia la fase più delicata, quella dello screening di via. Infatti per realizzare lo stesso tipo di protezione verso valle l'Api presenterà in questi giorni un suo progetto che verrà sottoposto all'approvazione di Regione, Provincia e Comune. In pratica questi enti dovranno valutare entro 60 giorni il piano e verificarne l'impatto idrogeologico, per poi darne, in sede di Conferenza dei servizi (l'apposita commissione), l'eventuale approvazione. Più questo step sarà veloce, prima sarà possibile partire con i lavori e terminare anche questa seconda parte per passare nel giro di un paio di mesi all'effettiva captazione degli idrocarburi “intrappolati". Ma proprio la natura dell'intervento, l'utilizzo di palancolate fissate nell'alveo del fiume, preoccupa i comitati cittadini che temono un ulteriore interramento della foce del fiume, reputando queste barriere anche in contrasto con le norme del Piano di assetto idrogeologico emanato dall'Autorità di bacino regionale. Intanto l'opera di recupero degli idrocarburi dai pozzi di captazione, già presenti in raffineria, registra un altro segnale positivo: raggiunta la quota 20 mc3 al mese di prodotto recuperato. Oggi, invece, dovrebbe svolgersi il primo sopralluogo dei periti tecnici nominati dal Tribunale per la causa avviata dall'Api contro la dichiarazione di area ad alto rischio. Mentre la prossima settimana verrà esaminata, nel corso della Conferenza dei servizi, la prima fase del piano di caratterizzazione redatto dalla raffineria. L'approvazione sembra ormai scontata dopo che l'industria ha recepito i suggerimenti avanzati dall'Ufficio ambiente del Comune di Falconara.

Carletti non va al vertice e la Cecchini lo contesta

FALCONARA — L'assessore regionale Cristina Cecchini, dopo aver «appreso che il sindaco di Falconara Giancarlo Carletti non vi parteciperà», rende noto che è saltato l'incontro programmato con il Comune per la verifica tecnico politica della bozza di convenzione tra Regione, Fs e Anas per la progettazione integrata del Nodo infrastrutturale. «Dopo che tale incontro era stato ufficialmente concordato e dopo che - ricorda Cecchini - il sindaco aveva formalmente valutato, in agosto, la proposta di lavoro avanzata “un utile punto di partenza per risolvere l'importante problema", auspicando un accordo sugli impegni finanziari e sui tempi, tale comportamento appare incoerente». La Cecchini sottolinea che «l'area in questione è stata dichiarata ad elevato rischio e che spetta alla Regione predisporre un Piano di risanamento che in un decennio elimini prioritariamente le condizioni di rischio per le popolazioni e concretizzi un complesso di azioni per il recupero ambientale e lo sviluppo sostenibile dell'intera area. È in tale contesto che la Regione ha ritenuto indispensabile avviare la verifica della fattibilità tecnica e della sostenibilità ambientale di un progetto integrato che riguardi il complesso del nodo infrastrutturale di Falconara, e quindi non solo del 'by pass' della raffineria (pure fondamentale per garantire condizioni adeguate di sicurezza) ma anche della variante alla statale, della definitiva delocalizzazione dello scalo merci di Falconara sull'area dell'Interporto di Jesi, della rimodulazione della viabilità minore e, infine, ma strategicamente rilevante, della riqualificazione urbana delle aree che risulteranno dismesse e, nel complesso, dell'area Nord di Falconara. Per questo la Regione ha già espresso riserve sul progetto di Trenitalia per il potenziamento dello scalo merci (lato mare), sul quale invece ci risulta che il Comune di Falconara abbia espresso parere favorevole». La Regione vuole arrivare «al risanamento complessivo dell'area a elevato rischio, prima di tutto con il coinvolgimento degli enti locali. Non è accettabile, però, che si pongano veti o si eviti il confronto sui problemi oggetto di discussione».

 
RESTO DEL CARLINO
Nodo Fs, Carletti «snobba»

FALCONARA — Incontro annullato tra l'assessore regionale Cristina Cecchini e il sindaco Carletti per discutere sulla realizzazione del nodo infrastrutturale di Falconara. Il disegno, che vede la partecipazione indiscussa delle Ferrovie dello Stato e dell'Anas, non ha soddisfatto Carletti che dunque ha rifiutato il confronto su un progetto che prospetta lo smembramento della parte nord della città. La Cecchini chiede chiarezza e per farlo va a ritroso nel tempo fino allo scorso agosto quando il primo cittadino di Falconara aveva formalmente valutato la proposta di lavoro, presentata dagli organismi coinvolti, «un utile punto di partenza per risolvere l'importante problema». In sostanza la Cecchini cerca collaborazione concreta e fattiva su un progetto, quello relativo allo spostamento dell'asse ferroviario, che si svilupperà nell'arco di un decennio, ma che soprattutto eliminerà le condizioni di rischio per la popolazione mettendo in pratica un complesso di azioni finalizzate al recupero ambientale e allo sviluppo sostenibile dell'intera area. «La Regione - si difende la Cecchini - non aveva preso in esame solo la possibilità di creare un by pass ferroviario, ma piuttosto la visione di questo all'interno di un serie di opere unitarie che prevedono la rimodulazione della viabilità minore, la definitiva delocalizzazione dello scalo merci e la realizzazione dell'interporto di Jesi». L'assessore regionale ai trasporti irrigidisce la sua posizione quando sostiene che «la bozza di progetto approntata dagli Enti non intende creare favoritismi nei confronti delle Ferrovie o delle grandi aziende private ma al contrario vuole privilegiare gli interventi strategici che prevedono la riqualifica del territorio». «Se per raggiungere tali obiettivi - ha spiegato Cristina Cecchini - sarà necessario modificare o limitare scelte urbanistiche e territoriali concepite e costruite in precedenza, questo sarà atto necessario in prospettiva di un nuovo scenario. Non è accettabile - ha continuato - che si pongano veti o si eviti il confronto di merito sui problemi oggetto di discussione». L'assessore ricorda inoltre come la Regione abbia espresso riserve sul progetto di Trenitalia per lo spostamento dello scalo merci che ha in sostanza riscosso il favore del Comune di Falconara.

 
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