Il sistema
evita la fuoriuscita di idrocarburi. Oggi il sopralluogo dei
periti per la causa contro la dichiarazione di zona ad alto
rischio
E adesso il fiume è “sotto
tutela”
Completati i lavori per la
barriera di difesa dell’Esino a monte dell’Api. I timori dei
comitati
FALCONARA — Conclusa la
realizzazione delle barriere (le “palancolate") nella parte
a monte della raffineria Api, mentre è questione di giorni
la presentazione dello stesso progetto per la parte a valle
che dovrà essere sottoposto a screeening di via da parte
degli enti coinvolti. Procede, quindi, secondo ritmi ben
precisi l'opera di messa in sicurezza e di bonifica dello
stabilimento petrolifero. Il completamento delle palancolate,
barriere metalliche che percorrono il confine nord dello
stabilimento dalla foce del fiume fino al ponte della
ferrovia, costituisce un tassello importante per la chiusura
“ermetica" del perimetro dell'industria. Chiusura che evita
la fuoriuscita degli idrocarburi verso il fiume e il mare.
Così gli idrocarburi, di fatto bloccati da queste barriere,
convergono lungo le palancolate dove, con la costruzione di
una serie di pozzi di captazione, il surnatante incanalato
viene direttamente recuperato. Per il momento è stata
terminata una prima barriera, quella a monte, lunga circa
cento metri, conficcando nel terreno le palancolate. Ora,
però, inizia la fase più delicata, quella dello screening di
via. Infatti per realizzare lo stesso tipo di protezione
verso valle l'Api presenterà in questi giorni un suo
progetto che verrà sottoposto all'approvazione di Regione,
Provincia e Comune. In pratica questi enti dovranno valutare
entro 60 giorni il piano e verificarne l'impatto
idrogeologico, per poi darne, in sede di Conferenza dei
servizi (l'apposita commissione), l'eventuale approvazione.
Più questo step sarà veloce, prima sarà possibile partire
con i lavori e terminare anche questa seconda parte per
passare nel giro di un paio di mesi all'effettiva captazione
degli idrocarburi “intrappolati". Ma proprio la natura
dell'intervento, l'utilizzo di palancolate fissate
nell'alveo del fiume, preoccupa i comitati cittadini che
temono un ulteriore interramento della foce del fiume,
reputando queste barriere anche in contrasto con le norme
del Piano di assetto idrogeologico emanato dall'Autorità di
bacino regionale. Intanto l'opera di recupero degli
idrocarburi dai pozzi di captazione, già presenti in
raffineria, registra un altro segnale positivo: raggiunta la
quota 20 mc3 al mese di prodotto recuperato. Oggi, invece,
dovrebbe svolgersi il primo sopralluogo dei periti tecnici
nominati dal Tribunale per la causa avviata dall'Api contro
la dichiarazione di area ad alto rischio. Mentre la prossima
settimana verrà esaminata, nel corso della Conferenza dei
servizi, la prima fase del piano di caratterizzazione
redatto dalla raffineria. L'approvazione sembra ormai
scontata dopo che l'industria ha recepito i suggerimenti
avanzati dall'Ufficio ambiente del Comune di Falconara.
Carletti non va al vertice e
la Cecchini lo contesta
FALCONARA — L'assessore
regionale Cristina Cecchini, dopo aver «appreso che il
sindaco di Falconara Giancarlo Carletti non vi parteciperà»,
rende noto che è saltato l'incontro programmato con il
Comune per la verifica tecnico politica della bozza di
convenzione tra Regione, Fs e Anas per la progettazione
integrata del Nodo infrastrutturale. «Dopo che tale incontro
era stato ufficialmente concordato e dopo che - ricorda
Cecchini - il sindaco aveva formalmente valutato, in agosto,
la proposta di lavoro avanzata “un utile punto di partenza
per risolvere l'importante problema", auspicando un accordo
sugli impegni finanziari e sui tempi, tale comportamento
appare incoerente». La Cecchini sottolinea che «l'area in
questione è stata dichiarata ad elevato rischio e che spetta
alla Regione predisporre un Piano di risanamento che in un
decennio elimini prioritariamente le condizioni di rischio
per le popolazioni e concretizzi un complesso di azioni per
il recupero ambientale e lo sviluppo sostenibile dell'intera
area. È in tale contesto che la Regione ha ritenuto
indispensabile avviare la verifica della fattibilità tecnica
e della sostenibilità ambientale di un progetto integrato
che riguardi il complesso del nodo infrastrutturale di
Falconara, e quindi non solo del 'by pass' della raffineria
(pure fondamentale per garantire condizioni adeguate di
sicurezza) ma anche della variante alla statale, della
definitiva delocalizzazione dello scalo merci di Falconara
sull'area dell'Interporto di Jesi, della rimodulazione della
viabilità minore e, infine, ma strategicamente rilevante,
della riqualificazione urbana delle aree che risulteranno
dismesse e, nel complesso, dell'area Nord di Falconara. Per
questo la Regione ha già espresso riserve sul progetto di
Trenitalia per il potenziamento dello scalo merci (lato
mare), sul quale invece ci risulta che il Comune di
Falconara abbia espresso parere favorevole». La Regione
vuole arrivare «al risanamento complessivo dell'area a
elevato rischio, prima di tutto con il coinvolgimento degli
enti locali. Non è accettabile, però, che si pongano veti o
si eviti il confronto sui problemi oggetto di discussione».
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Nodo Fs,
Carletti «snobba»
FALCONARA — Incontro
annullato tra l'assessore regionale Cristina Cecchini e il
sindaco Carletti per discutere sulla realizzazione del nodo
infrastrutturale di Falconara. Il disegno, che vede la
partecipazione indiscussa delle Ferrovie dello Stato e dell'Anas,
non ha soddisfatto Carletti che dunque ha rifiutato il
confronto su un progetto che prospetta lo smembramento della
parte nord della città. La Cecchini chiede chiarezza e per
farlo va a ritroso nel tempo fino allo scorso agosto quando
il primo cittadino di Falconara aveva formalmente valutato
la proposta di lavoro, presentata dagli organismi coinvolti,
«un utile punto di partenza per risolvere l'importante
problema». In sostanza la Cecchini cerca collaborazione
concreta e fattiva su un progetto, quello relativo allo
spostamento dell'asse ferroviario, che si svilupperà
nell'arco di un decennio, ma che soprattutto eliminerà le
condizioni di rischio per la popolazione mettendo in pratica
un complesso di azioni finalizzate al recupero ambientale e
allo sviluppo sostenibile dell'intera area. «La Regione - si
difende la Cecchini - non aveva preso in esame solo la
possibilità di creare un by pass ferroviario, ma piuttosto
la visione di questo all'interno di un serie di opere
unitarie che prevedono la rimodulazione della viabilità
minore, la definitiva delocalizzazione dello scalo merci e
la realizzazione dell'interporto di Jesi». L'assessore
regionale ai trasporti irrigidisce la sua posizione quando
sostiene che «la bozza di progetto approntata dagli Enti non
intende creare favoritismi nei confronti delle Ferrovie o
delle grandi aziende private ma al contrario vuole
privilegiare gli interventi strategici che prevedono la
riqualifica del territorio». «Se per raggiungere tali
obiettivi - ha spiegato Cristina Cecchini - sarà necessario
modificare o limitare scelte urbanistiche e territoriali
concepite e costruite in precedenza, questo sarà atto
necessario in prospettiva di un nuovo scenario. Non è
accettabile - ha continuato - che si pongano veti o si eviti
il confronto di merito sui problemi oggetto di discussione».
L'assessore ricorda inoltre come la Regione abbia espresso
riserve sul progetto di Trenitalia per lo spostamento dello
scalo merci che ha in sostanza riscosso il favore del Comune
di Falconara. |