API CONTRO
COMUNE E PREFETTURA
Al Tar si apre la causa
miliardaria FALCONARA — Alla fine forse qualcuno dovrà
sborsare una bella cifra. Se da un lato l'Api ha chiesto a
Prefettura e Comune 3 miliardi e 600 milioni di lire per i
danni subiti in seguito alle ordinanze del 2001 di fermata
della centrale, anche il Comune a suo tempo aveva reclamato
100 miliardi per i danni a Villanova, Fiumesino e
all'immagine della città. Ieri davanti al Tar hanno giurato
i periti di parte. Per il tribunale, il consulente tecnico
d'ufficio Giovanni Ziemacki, per l'Api Franco De Santis e
Ivo Allegrini, per il Comune Paolo Angeloni e Latini. Entro
maggio è atteso il verdetto. Nel frattempo i periti si
confronteranno cercando di rispondere a una serie di
quesiti, primo fra tutti l'eventuale correlazione e quanto
ha inciso la diminuzione della produzione dell'Api sul
fenomeno ozono. Secondo l'azienda quelle ordinanze l'hanno
costretta a calare la produzione, con conseguenti danni
economici, senza che fosse dimostrato il rapporto tra
emissioni e formazione dell'ozono. Secondo il Comune invece
quella produzione era decisiva nel superamento dei limiti.
Una situazione che quest'estate non si è presentata. A
maggio, infatti, venne firmato un protocollo di intesa tra
Regione, Arpam, Comune e Api che si impegnava a diminuire le
emissioni da 3,6 tonnellate al giorno a 1,9 (nelle ordinanze
2001 di prefettura e Comune era prescritto il limite di
2,2). «L'importante - commenta Carletti - è realizzare quei
progetti utili a risolvere le situazioni. Il protocollo lo
dimostra: collaborando i risultati si vedono. Comunque, se è
stato firmato significa che qualche insidia c'era».
Basta con i treni al
veleno
Il sindaco illustra i
progetti per lo scalo merci. Uno spazio verde nell’area
dietro al palazzo dei ferrovieri. No al progetto delle Fs
Carletti: «Ferrocisterne solo
sul quinto binario e a vagoni vuoti»
FALCONARA — Via le
ferrocisterne da Villanova. La Giunta comunale l’altro
giorno ha visionato il progetto riguardante lo scalo merci
di Villanova. Come noto, lo scalo merci di via Aspromonte
verrà di fatto “trasferito" all'ex Rialzo, a circa 100 metri
di distanza dall'attuale ubicazione e dalle case limitrofe
che lamentano disagi. Soluzione che non convince il comitato
di quartiere che la reputa «inadeguata perché sposta il
problema da una zona all'altra zona di Villanova, dove, tra
l'altro, vicino all'ex Rialzo c'è una spiaggia, da maggio a
settembre, molto frequentata». Altra questione spinosa per i
residenti della zona era la dismissione definitiva dello
scalo merci. «Le autorità - avevano scritto in una nota
qualche settimana fa - non avevano stabilito che lo scalo
dovesse andarsene definitivamente?». Ora la situazione sta
prendendo una piega ben precisa. Infatti lo scalo verrà
riorganizzato all'ex Rialzo, che verrà utilizzato per la
movimentazione di merce internazionale, mentre delle
ferrocisterne contenenti sostanze potenzialmente pericolose,
spesso segnalate dai cittadini in sosta a meno di 30 metri
dalle abitazioni, non si avrà più traccia. O meglio, questi
tipi di vagoni andranno direttamente dentro le aziende per
cui trasportano le sostanze. Ad esempio una Goldengas
diventerà una stazione terminale e, grazie ad un percorso
creato ad hoc, le ferrocisterne arriveranno direttamente nei
pressi della ditta. Quindi no a questi vagoni a Villanova?
«I binari a mare - spiega il sindaco Giancarlo Carletti -
sono destinati a rimanere operativi fino all'attivazione
dell'Interporto. Dopo quel momento la sosta di eventuali
ferrocisterne potrà avvenire solo al quinto binario e con i
vagoni vuoti». Mentre l'altro scalo merci, situato dietro al
palazzo dei ferrovieri, dove a volte i vagoni vengono
movimentati a spinta causando rumori fastidiosi (diverse le
segnalazioni dei residenti infastiditi durante la notte)
sparirà. «Ci sarà bisogno di un progetto per quell'area -
puntualizza il primo cittadino - L'obiettivo è proteggere
Villanova, trasformando quel tratto in spazio verde». Altra
questione sul tavolo è l'arretramento della ferrovia, per
cui Trenitalia ha già un progetto che prevede di eliminare
il passaggio dentro l'Api e lo spostamento dietro Fiumesino.
«Su questo - taglia corto Carletti - non siamo d'accordo, si
va a incidere pesantemente su un territorio già in parte
compromesso, dove è previsto un parco fluviale. E' finita
l'epoca in cui Falconara si prostituiva». |
By-pass
ferroviario «Altri danni al territorio»
FALCONARA — Il Comune si
oppone in modo decisivo alla realizzazione del by pass
ferroviario. «Un progetto quello proposto dalle Ferrovie —
spiega Giancarlo Carletti — che crea un ulteriore servizio a
favore di terzi e che inevitabilmente provoca danni al
territorio falconarese». Dunque il sindaco contesta a spada
tratta ed appoggia le preoccupazioni in merito al progetto
discusso due giorni fa dai Comitati di Fiumesino e Villanova
con l'assessore regionale ai trasporti, Cristina Cecchini.
Il disegno prevede la realizzazione di una «bretella» che
libera la costa dall'asse ferroviario da Marina di
Montemarciano fino alla stazione di Falconara. Nel progetto
è fatto specifico riferimento all'attraversamento del parco
fluviale e all'abbattimento di una sezione della ex caserma
«Saracini» percorrendo lo scalo merci già oggetto di
dismissione. «Siamo contrari a farci assorbire ancora parte
del territorio, già provato dal persistere di situazioni
svantaggiose — sostiene Carletti —. Il parco fluviale,
patrimonio falconarese e ricchezza in via di espansione, non
si tocca». Il primo cittadino rimane dunque dell'idea di
realizzare il progetto «Fiumesino 2000» che prevede
l'arretramento delle abitazioni per distanziarle
ulteriormente dall'impianto petrolifero. Sono proprio le
affermazioni del sindaco a fugare quindi parte dei dubbi
esposti dai Comitati dei quartieri che sorgono attorno alla
raffineria Api. Nessuna luce, invece, in merito alla
presunta realizzazione di un parcheggio per mezzi pesanti
lungo via del Conventino.
'Una soluzione per
eliminare i rischi'
FALCONARA — Il sindaco
Carletti si difende: «Se vogliamo condurre una battaglia sui
numeri (anche se personalmente non credo che questo sia il
modo giusto per risolvere le questioni tra il territorio e
la raffineria Api) è bene ricordare che a seguito
dell'incidente del 25 agosto del 1999 l'amministrazione
comunale ha richiesto cento miliardi di lire di risarcimento
a seguito dei danni arrecati all'immagine del Comune di
Falconara». Il primo cittadino si sofferma così a
specificare che la battaglia contro l'impianto petrolifero
non può sostenersi a suon di miliardi, ma al contrario «è
necessario studiare a «tavolino» tutte le soluzioni
possibili per eliminare le fonti di rischio per i cittadini
e per l'ambiente circostante». Dunque davanti al Tar
l'azienda Api e «quella» Carletti si batteranno l'uno per il
mancato guadagno a seguito della riduzione dell'attività
lavorativa dell'impianto, per consentire che venissero
abbattuti i cosiddetti precursori dell'ozono, l'altro quasi
in forma di rispetto verso i cittadini a giustificazione del
perenne stato di emergenza a cui è sottoposta la città da
quando la raffineria ha ulteriormente potenziato la sua
attività. Il ricorso va avanti e sono stati dunque nominati
i periti di parte: a rappresentare in giudizio la raffineria
saranno Franco De Santis e Ivo Allegrini mentre per il
comune di Falconara ci saranno il dirigente del settore
ambiente, Paolo Angeloni e Giovanni Latini. Il ricorso
procede ed il tribunale ha nominato il Ctu (commissario
tecnico d'ufficio) che raccoglierà tutto il materiale
assunto nella fase istruttoria al momento del verificarsi
dei fatti. Responsabile di stilare la decisiva perizia sarà
Giovanni Ziemacki. Di ozono si discuterà anche venerdì per
redigere una relazione sui dati acquisti durante l'anno.
Saranno alcuni membri della raffineria Api, della Regione e
della Provincia nonché dell'Arpam ad affrontare il delicato
problema. In rappresentanza dell'amministrazione comunale
interverrà, Paolo Angeloni.
Lo scalo merci si sposta
FALCONARA — Lo spostamento
dello scalo merci ferroviario di Villanova diventa realtà.
Hanno già avuto inizio i lavori che si concluderanno nel
2003 per una spesa di cinque miliardi di lire. E' stato
illustrato martedì, nella consueta seduta della giunta
comunale, il disegno che prevede lo spostamento delle
ferrocisterne presso l'ex squadra rialzo. Si tratta di un
arretramento verso mare che lascerà ampio respiro
all'attuale situazione vissuta dalle abitazioni che sorgono
nel quartiere di Villanova. Nella parte destra dello scalo
merci verranno liberati cinque binari che si trovano proprio
a ridosso di via Aspromonte e l'amministrazione comunale non
esclude che con il tempo quest'area possa essere utilizzata
per rafforzare la protezione nei confronti dell'abitato
creando uno «zoccolo» verde. La parte sinistra, quella
adibita al riordino dei treni, continuerà comunque a
lavorare ma in misura notevolmente ridotta rispetto
all'attività attualmente sostenuta. Una situazione precaria
questa che perdurerà fino alla ultimazione dei lavori per la
realizzazione dell'interporto nella zona industriale di Jesi.
A quel punto l'area verrà completamente dismessa e si
inizierà a progettare un ulteriore spazio verde per i
cittadini dei quartieri limitrofi. I lavori dunque vanno
avanti e ieri si è svolto il meeting in Prefettura tra i
Vigili del fuoco e alcuni esponenti della Regione e della
Provincia alla presenza dei rappresentanti di Trenitalia e
dell'Arpam. Si è discusso dell'aumento degli accessi all'ex
squadra rialzo affinché venga consentita la libera
percorribilità delle strade in caso di emergenza. E' il
sindaco Carletti a guardare, con il giusto entusiasmo,
questo progetto che considera «un ulteriore passo verso il
risanamento ambientale della parte nord di Falconara». Si
oppongono invece i Comitati di quartiere che sottolineano
come lo spostamento dello scalo merci sia un'arma a doppio
taglio che dimostra la cecità di fronte all'inadeguatezza
logistica dello scalo merci ferroviario. «Distanziare le
cisterne di ulteriori 60 metri — dicono i Comitati —
rispetto al centro abitato non diminuirà il pericolo della
presenza delle ferro cisterne». I rappresentanti dei
cittadini di Villanova evidenziano come il nuovo parcheggio
dei mezzi sia vicino ad una spiaggetta molto frequentata».
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