RASSEGNA STAMPA 21.02.2002

 

MESSAGGERO
API CONTRO COMUNE E PREFETTURA

Al Tar si apre la causa miliardaria FALCONARA — Alla fine forse qualcuno dovrà sborsare una bella cifra. Se da un lato l'Api ha chiesto a Prefettura e Comune 3 miliardi e 600 milioni di lire per i danni subiti in seguito alle ordinanze del 2001 di fermata della centrale, anche il Comune a suo tempo aveva reclamato 100 miliardi per i danni a Villanova, Fiumesino e all'immagine della città. Ieri davanti al Tar hanno giurato i periti di parte. Per il tribunale, il consulente tecnico d'ufficio Giovanni Ziemacki, per l'Api Franco De Santis e Ivo Allegrini, per il Comune Paolo Angeloni e Latini. Entro maggio è atteso il verdetto. Nel frattempo i periti si confronteranno cercando di rispondere a una serie di quesiti, primo fra tutti l'eventuale correlazione e quanto ha inciso la diminuzione della produzione dell'Api sul fenomeno ozono. Secondo l'azienda quelle ordinanze l'hanno costretta a calare la produzione, con conseguenti danni economici, senza che fosse dimostrato il rapporto tra emissioni e formazione dell'ozono. Secondo il Comune invece quella produzione era decisiva nel superamento dei limiti. Una situazione che quest'estate non si è presentata. A maggio, infatti, venne firmato un protocollo di intesa tra Regione, Arpam, Comune e Api che si impegnava a diminuire le emissioni da 3,6 tonnellate al giorno a 1,9 (nelle ordinanze 2001 di prefettura e Comune era prescritto il limite di 2,2). «L'importante - commenta Carletti - è realizzare quei progetti utili a risolvere le situazioni. Il protocollo lo dimostra: collaborando i risultati si vedono. Comunque, se è stato firmato significa che qualche insidia c'era».

Basta con i treni al veleno

Il sindaco illustra i progetti per lo scalo merci. Uno spazio verde nell’area dietro al palazzo dei ferrovieri. No al progetto delle Fs 

Carletti: «Ferrocisterne solo sul quinto binario e a vagoni vuoti»

FALCONARA — Via le ferrocisterne da Villanova. La Giunta comunale l’altro giorno ha visionato il progetto riguardante lo scalo merci di Villanova. Come noto, lo scalo merci di via Aspromonte verrà di fatto “trasferito" all'ex Rialzo, a circa 100 metri di distanza dall'attuale ubicazione e dalle case limitrofe che lamentano disagi. Soluzione che non convince il comitato di quartiere che la reputa «inadeguata perché sposta il problema da una zona all'altra zona di Villanova, dove, tra l'altro, vicino all'ex Rialzo c'è una spiaggia, da maggio a settembre, molto frequentata». Altra questione spinosa per i residenti della zona era la dismissione definitiva dello scalo merci. «Le autorità - avevano scritto in una nota qualche settimana fa - non avevano stabilito che lo scalo dovesse andarsene definitivamente?». Ora la situazione sta prendendo una piega ben precisa. Infatti lo scalo verrà riorganizzato all'ex Rialzo, che verrà utilizzato per la movimentazione di merce internazionale, mentre delle ferrocisterne contenenti sostanze potenzialmente pericolose, spesso segnalate dai cittadini in sosta a meno di 30 metri dalle abitazioni, non si avrà più traccia. O meglio, questi tipi di vagoni andranno direttamente dentro le aziende per cui trasportano le sostanze. Ad esempio una Goldengas diventerà una stazione terminale e, grazie ad un percorso creato ad hoc, le ferrocisterne arriveranno direttamente nei pressi della ditta. Quindi no a questi vagoni a Villanova? «I binari a mare - spiega il sindaco Giancarlo Carletti - sono destinati a rimanere operativi fino all'attivazione dell'Interporto. Dopo quel momento la sosta di eventuali ferrocisterne potrà avvenire solo al quinto binario e con i vagoni vuoti». Mentre l'altro scalo merci, situato dietro al palazzo dei ferrovieri, dove a volte i vagoni vengono movimentati a spinta causando rumori fastidiosi (diverse le segnalazioni dei residenti infastiditi durante la notte) sparirà. «Ci sarà bisogno di un progetto per quell'area - puntualizza il primo cittadino - L'obiettivo è proteggere Villanova, trasformando quel tratto in spazio verde». Altra questione sul tavolo è l'arretramento della ferrovia, per cui Trenitalia ha già un progetto che prevede di eliminare il passaggio dentro l'Api e lo spostamento dietro Fiumesino. «Su questo - taglia corto Carletti - non siamo d'accordo, si va a incidere pesantemente su un territorio già in parte compromesso, dove è previsto un parco fluviale. E' finita l'epoca in cui Falconara si prostituiva».

 
RESTO DEL CARLINO
By-pass ferroviario «Altri danni al territorio»

FALCONARA — Il Comune si oppone in modo decisivo alla realizzazione del by pass ferroviario. «Un progetto quello proposto dalle Ferrovie — spiega Giancarlo Carletti — che crea un ulteriore servizio a favore di terzi e che inevitabilmente provoca danni al territorio falconarese». Dunque il sindaco contesta a spada tratta ed appoggia le preoccupazioni in merito al progetto discusso due giorni fa dai Comitati di Fiumesino e Villanova con l'assessore regionale ai trasporti, Cristina Cecchini. Il disegno prevede la realizzazione di una «bretella» che libera la costa dall'asse ferroviario da Marina di Montemarciano fino alla stazione di Falconara. Nel progetto è fatto specifico riferimento all'attraversamento del parco fluviale e all'abbattimento di una sezione della ex caserma «Saracini» percorrendo lo scalo merci già oggetto di dismissione. «Siamo contrari a farci assorbire ancora parte del territorio, già provato dal persistere di situazioni svantaggiose — sostiene Carletti —. Il parco fluviale, patrimonio falconarese e ricchezza in via di espansione, non si tocca». Il primo cittadino rimane dunque dell'idea di realizzare il progetto «Fiumesino 2000» che prevede l'arretramento delle abitazioni per distanziarle ulteriormente dall'impianto petrolifero. Sono proprio le affermazioni del sindaco a fugare quindi parte dei dubbi esposti dai Comitati dei quartieri che sorgono attorno alla raffineria Api. Nessuna luce, invece, in merito alla presunta realizzazione di un parcheggio per mezzi pesanti lungo via del Conventino.

'Una soluzione per eliminare i rischi'

FALCONARA — Il sindaco Carletti si difende: «Se vogliamo condurre una battaglia sui numeri (anche se personalmente non credo che questo sia il modo giusto per risolvere le questioni tra il territorio e la raffineria Api) è bene ricordare che a seguito dell'incidente del 25 agosto del 1999 l'amministrazione comunale ha richiesto cento miliardi di lire di risarcimento a seguito dei danni arrecati all'immagine del Comune di Falconara». Il primo cittadino si sofferma così a specificare che la battaglia contro l'impianto petrolifero non può sostenersi a suon di miliardi, ma al contrario «è necessario studiare a «tavolino» tutte le soluzioni possibili per eliminare le fonti di rischio per i cittadini e per l'ambiente circostante». Dunque davanti al Tar l'azienda Api e «quella» Carletti si batteranno l'uno per il mancato guadagno a seguito della riduzione dell'attività lavorativa dell'impianto, per consentire che venissero abbattuti i cosiddetti precursori dell'ozono, l'altro quasi in forma di rispetto verso i cittadini a giustificazione del perenne stato di emergenza a cui è sottoposta la città da quando la raffineria ha ulteriormente potenziato la sua attività. Il ricorso va avanti e sono stati dunque nominati i periti di parte: a rappresentare in giudizio la raffineria saranno Franco De Santis e Ivo Allegrini mentre per il comune di Falconara ci saranno il dirigente del settore ambiente, Paolo Angeloni e Giovanni Latini. Il ricorso procede ed il tribunale ha nominato il Ctu (commissario tecnico d'ufficio) che raccoglierà tutto il materiale assunto nella fase istruttoria al momento del verificarsi dei fatti. Responsabile di stilare la decisiva perizia sarà Giovanni Ziemacki. Di ozono si discuterà anche venerdì per redigere una relazione sui dati acquisti durante l'anno. Saranno alcuni membri della raffineria Api, della Regione e della Provincia nonché dell'Arpam ad affrontare il delicato problema. In rappresentanza dell'amministrazione comunale interverrà, Paolo Angeloni.

Lo scalo merci si sposta

FALCONARA — Lo spostamento dello scalo merci ferroviario di Villanova diventa realtà. Hanno già avuto inizio i lavori che si concluderanno nel 2003 per una spesa di cinque miliardi di lire. E' stato illustrato martedì, nella consueta seduta della giunta comunale, il disegno che prevede lo spostamento delle ferrocisterne presso l'ex squadra rialzo. Si tratta di un arretramento verso mare che lascerà ampio respiro all'attuale situazione vissuta dalle abitazioni che sorgono nel quartiere di Villanova. Nella parte destra dello scalo merci verranno liberati cinque binari che si trovano proprio a ridosso di via Aspromonte e l'amministrazione comunale non esclude che con il tempo quest'area possa essere utilizzata per rafforzare la protezione nei confronti dell'abitato creando uno «zoccolo» verde. La parte sinistra, quella adibita al riordino dei treni, continuerà comunque a lavorare ma in misura notevolmente ridotta rispetto all'attività attualmente sostenuta. Una situazione precaria questa che perdurerà fino alla ultimazione dei lavori per la realizzazione dell'interporto nella zona industriale di Jesi. A quel punto l'area verrà completamente dismessa e si inizierà a progettare un ulteriore spazio verde per i cittadini dei quartieri limitrofi. I lavori dunque vanno avanti e ieri si è svolto il meeting in Prefettura tra i Vigili del fuoco e alcuni esponenti della Regione e della Provincia alla presenza dei rappresentanti di Trenitalia e dell'Arpam. Si è discusso dell'aumento degli accessi all'ex squadra rialzo affinché venga consentita la libera percorribilità delle strade in caso di emergenza. E' il sindaco Carletti a guardare, con il giusto entusiasmo, questo progetto che considera «un ulteriore passo verso il risanamento ambientale della parte nord di Falconara». Si oppongono invece i Comitati di quartiere che sottolineano come lo spostamento dello scalo merci sia un'arma a doppio taglio che dimostra la cecità di fronte all'inadeguatezza logistica dello scalo merci ferroviario. «Distanziare le cisterne di ulteriori 60 metri — dicono i Comitati — rispetto al centro abitato non diminuirà il pericolo della presenza delle ferro cisterne». I rappresentanti dei cittadini di Villanova evidenziano come il nuovo parcheggio dei mezzi sia vicino ad una spiaggetta molto frequentata».

 
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