MESSAGGERO |
Contestata la
ricostruzione del ”botto” del 7 febbraio fatta dalla
raffineria. «Abbiamo il diritto a non dover interrompere il
sonno» «Fermate la centrale, basta con rumore e puzza»
I comitati cittadini
chiedono l’intervento del magistrato e una nuova indagine
tecnica sull’Api
FALCONARA — «Bloccate la
centrale e verificate con l'ausilio di un pool di tecnici
indipendenti le condizioni dell'intero impianto centimetro
per centimetro, pezzo per pezzo». Carta e penna in mano, i
comitati cittadini di Villanova, Fiumesino e 25 Agosto
lanciano un appello alla Magistratura. Una richiesta
accorata direttamente rivolta alla Procura, anche se la
lettera aperta è stata inviata pure al ministro
dell'ambiente, al comitato tecnico regionale, al comando
provinciale dei Vigili del Fuoco, al Prefetto di Ancona, al
presidente della Regione e a quello della Provincia e al
sindaco di Falconara. Una reazione, arrivata a distanza di
una settimana dall'incidente del 7 febbraio scorso quando la
cittadinanza è stata svegliata da un botto improvviso
proveniente dalla centrale, che scaturisce in seguito alla
presa disposizione dell'Api sull'inconveniente. Secondo la
ricostruzione dell'azienda, infatti, le emissioni sonore
sono durate solo cinque minuti e non ci sono state emissioni
odorigene. Ma i comitati cittadini non ci stanno. «E'
inutile — affermano — che la dirigenza dell'Api si nasconda
dietro il cronometraggio della durata del fortissimo rumore
causato dalla torcia. Non ha il diritto di interrompere il
sonno e la quiete dei cittadini di Falconara con l'attività
dell'impianto né alle 6.20, né mai, né per cinque minuti né
per un'ora. I dirigenti dell'Api hanno il dovere di
eliminare il grave problema acustico della torcia, del
sibilo e dell'aumento della rumorosità generale proveniente
dall'attività dell'impianto. Senza queste condizioni
l'attività della centrale Igcc è in palese contrasto con
l'art.41 della Costituzione della Repubblica Italiana». E
poi smentiscono la mancanza delle emissioni odorigene.
«Quella mattina — continuano sempre i comitati — centinaia
di cittadini hanno avvertito e denunciato un acre e pungente
odore di idrocarburi combusti in concomitanza con l'ennesimo
problema dell'Igcc. Non sono visionari e ribadiscono quanto
riferito sull'aria respirata. Se quelle sostanze non sono
state rilevate o non sono rilevabili dalle strumentazioni
presenti, ciò non significa che non ci siano state. E per
questo denunciamo un'impreparazione allarmante della Regione
nel fronteggiare adeguatamente la situazione».
Preoccupazione e sorpresa esprimono, invece, per la notizia
relativa alla non sufficiente chiarezza del rapporto dei
Vigili del Fuoco sull'incidente, mentre un plauso va al
sindaco Giancarlo Carletti «che ha inviato alla Procura di
Ancona il documento dei vigili del fuoco». Ma alla fine la
richiesta è chiara: che la Procura si adoperi per risolvere
la situazione, bloccando la centrale e controllandone ogni
parte. Intanto An non si accontenta dei dati positivi
forniti dall'Api nel rapporto Ambiente e sicurezza e
sollecita, quindi, le autorità affinché intensifichino i
controlli.
Spiaggia dei veleni,
prelevati altri documenti
FALCONARA — A forza di
scavare tra sabbie tossiche e sepolte carte burocratiche, la
spiaggia dei veleni dell'ex Montedison, ai confini tra i
comuni di Falconara e Marina di Montemarciano, cela sempre
meno segreti. Buone notizie sia sul fronte dell'inchiesta
giudiziaria, che su quello della futura bonifica, a seguito
della attività degli uomini del Corpo forestale dello Stato,
che hanno prelevato importanti documenti presso gli uffici
ambiente e territorio della Provincia e della Regione, e a
quella dei tecnici coordinati dal perito Nedo Biancani, che
da lunedì scorso hanno impresso un nuovo impulso a
perforazioni, captazioni e sondaggi sull'arenile inquinato
dalle scorie dell'ex colosso della chimica. Quasi
completati, dunque, grazie anche all'acquisizione dei nuovi
carteggi, gli accertamenti volti a ricostruire l'iter
amministrativo attraverso il quale gli enti locali hanno da
un lato autorizzato e controllato le varie ditte che negli
anni hanno gestito l'attività di produzione di concimi
chimici dell'ex Montedison, dall'altro ricevuto informazioni
su alcune opere di sondaggio e bonifica parziale già
intraprese dall'Agricola '92 e dalla «Rocca mare» spa, le
aziende che acquistarono l'area industriale dopo la
dismissione del 1988. Le due ditte, assieme all'Enichem
Agricoltura, sono al centro dell'inchiesta condotta dal
sostituto procuratore della Repubblica Mansi, che ha
inquisito diversi manager nei cui confronti si ipotizzano
responsabilità in ordine a eventuali reati ambientali tutti
legati al grosso inquinamento provocato da smaltimenti abusi
di scorie sul litorale. Secondo i rilievi compiuti dall'Arpam,
la sabbia rossiccia di fronte all'ex stabilimento Montedison,
nasconde ancora rilevanti quantità di mercurio, arsenico,
rame e piombo. Triste eredità caratterizzata da dissennati
accantonamenti e dispersioni di residui di attività di
produzione chimica all'aria aperta e sulla spiaggia, con
probabile dispersione dei veleni in profondità, in direzione
della falda, e in mare. Nonostante tutto - fanno notare i
responsabili del Corpo Forestale - i nuovi documenti
acquisiti presso Provincia e Regione consentiranno di
ricostruire bene quel poco che è stato fatto in passato per
segnalare e circoscrivere l'inquinamento. |
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RESTO DEL
CARLINO |
I comitati:
intervenga la Procura
FALCONARA — I comitati
cittadini di Villanova, Fiumesino e «25 Agosto» hanno
chiesto, tramite una lettera aperta, l'intervento della
procura della Repubblica di Ancona affinchè venga bloccata
l'attività della centrale turbogas della Raffineria Api «per
far verificare da tecnici indipendenti le condizioni
dell'impianto». Nella lettera, i comitati si richiamano
all'«incidente alla centrale Igcc del 7 febbraio scorso» e
al rumore che l'impianto provoca. Circa la posizione
dell'Api sulle emissioni rumorose durate cinque minuti e
sull'assenza di fuoriuscite odorigene, rilevano che «i
dirigenti dell'Api non hanno il diritto di interrompere il
sonno, il riposo e la quiete dei cittadini» e hanno invece
«il dovere di eliminare il gravissimo problema acustico
della torcia, del sibilo e dell'aumento della rumorosità
generale proveniente dall'attività dell'impianto». «Le
centinaia di cittadini che la mattina del 7 febbraio hanno
avvertito e denunciato un acre e pungente odore di
idrocarburi combusti non sono visionari». Nella lettera si
sottolinea inoltre «l'impreparazione allarmante della
Regione nel fronteggiare con strumenti adeguati la nuova
aggressione di sostanze inquinanti prodotte dalla centrale
Igcc», mentre si plaude all'iniziativa del sindaco, Carletti,
relativa all'invio alla procura del rapporto dei vigili del
fuoco su quanto accaduto il 7 febbraio. Dal canto suo
l'azienda ribadisce l'impegno profuso in questi anni per la
sicurezza e la tutela ambientale, impegno testimoniato dagli
ultimi dati diffusi in questi giorni.
«Delocalizzate la
produzione»
FALCONARA — «Ci meraviglia
che l'Api si intestardisca, anche contro ogni evidenza, a
voler proseguire sulla via della raffinazione». E' quanto
sostiene il Circolo di An di Falconara che sottolinea come
«non esistono più i presupposti di compatibilità ambientale
e prima o poi lo stop dovrà avvenire forzosamente per legge.
Quanto sarebbe meglio se l'Api approfittasse dei pochi anni
di concessione rimasti per diminuire e, comunque,
delocalizzare la produzione attuale, riconvertendo
contemporaneamente l'area a un tipo di sviluppo sostenibile
in cui potrebbe e dovrebbe trovare spazio anche una centrale
elettrica pulita». «Alleanza nazionale — sottolineano —
nonostante qualcuno stia tentando di minimizzare i pericoli
esistenti, denuncia, quindi, ancora una volta la situazione
sempre più pesante che la popolazione è costretta a
sopportare, solidarizza con il comitato di quartiere e
ribadisce che non lascerà nulla di intentato per arrivare a
una soluzione positiva del caso ricorrendo agli organi
competenti».
Forza Italia sconfessa le
dichiarazioni di Cesaroni
FALCONARA — E' rottura tra il
consigliere regionale di Forza Italia, Enrico Cesaroni, e
gli «azzurri» falconaresi. Tutti, dal gruppo consiliare alla
direzione comunale, sottolineano come «Cesaroni in merito al
convegno 'Rapporto ambiente e sicurezza' organizzato
dall'Api, ha parlato a titolo personale e non certo in
conformità alle aspettative del partito, il cui capogruppo
in commissione ambiente alla Camera, Maurizio Lupi, ha di
recente permesso l'approvazione di un emendamento che ha
inserito Falconara fra le città di interesse nazionale per
quanto riguarda la bonifica e l'alto rischio ambientale.
Forza Italia di Falconara non condivide molte delle
affermazioni di Cesaroni. In particolare, pur rimettendoci
ai giudizi della magistratura, riteniamo che la raffineria
non appare compatibile con il territorio circostante e, pur
se l'azienda fa tutto il possibile per la tutela dei
dipendenti e dell'ambiente, non può garantire tutto questo
in termini assoluti ed è necessario prevedere una cessazione
dell'attività. Ovviamente con l'intervento finanziario
pubblico che consenta la salvaguardia dei diritti economici
dell'azienda, una riconversione e una bonifica dell'area e
la salvaguardia dei livelli occupazionali anche attraverso
la riqualificazione dei dipendenti». |
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