RASSEGNA STAMPA 13.02.2002

 

RESTO DEL CARLINO
Proroga concessione all'Api Ieri l'ultimo round a Roma

FALCONARA — Tre ore mezzo di discussione per una sentenza che potrebbe arrivare non prima di un mese. Ieri a Roma c'è stato il secondo round tra la raffineria Api e Comune, Provincia e Regione in merito al proroga ventennale della concessione annullata lo scorso ottobre dal Tar delle Marche che aveva ccolto il ricorso degli enti locali. Ieri mattina, al Consiglio di stato, si è dunque discusso il ricorso presentato dalla raffineria che, già ad ottobre, aveva giudicato la motivazione della sentenza del Tar «frutto di evidenti errori». Il tribunale amministrativo regionale aveva dato ragione agli enti locali che avevano chiesto l'annullamento della concessione «per vizio di legittimità». A parere della Regione il ministero aveva accolto la richiesta di rinnovo anticipato presentato dalla raffineria nell'ottobre del '98, senza tener conto dei pareri espressi appunto dal governo regionale. A detta dell'Api, invece, il ministero dell'Industria ha pienamente rispettato tutte le norme di legge e di regolamento. Tutto a quanto pare si giocherebbe sull'interpretazione che venne data tra il '92 e il '96 ad alcune norme da ambedue le parti.

Assenze e logiche ottuse

Avendo partecipato al convegno «Rapporto Ambiente e Sicurezza» della raffineria Api senza aver avuto la possibilità di intervenire, mi permetto di divulgare il pensiero mio e di FI. Ritengo opportuno elogiare lo sforzo considerevole che l'azienda ha compiuto in questi ultimi anni per salvaguardare l'incolumità pubblica dei cittadini di Falconara e dei dipendenti della raffineria. Per FI l'Api ha raggiunto l'obiettivo prefissato sia a livello ambientale, sia a livello di sicurezza. Tutto ciò non toglie che FI sarà sempre attenta a controllare giorno per giorno gli sviluppi della raffineria, il rispetto dell'ambiente finalizzato alla tutela dei cittadini di Falconara e dintorni e la garanzia di una totale sicurezza sul posto di lavoro all'interno dello stabilimento. Per Cesaroni e FI all'assemblea dell'Api sono accadute cose inaspettate e inaudite. Inaspettata la mancanza del sindaco Carletti che si è sottratto a un confronto con l'azienda. Un sindaco che dice di rappresentare i cittadini nel bene e nel male aveva l'obbligo di presenziare a quell'incontro. Non può parlare solo tramite stampa perché ieri ha avuto l'opportunità di un confronto con la più grande azienda che ha nel territorio e non l'ha sfruttata. Inauditi invece gli interventi di alcuni esponenti politici che imperterriti continuano ad adottare un'ottusa logica di sciacallaggio politico contro la più grande azienda del territorio che, nolente o dolente, offre lavoro a più di 2000 persone. Alcuni interventi chiedevano la chiusura dello stabilimento. Per Cesaroni e FI la raffineria, se rispetterà tutte le norme di salvaguardia della sicurezza e dell'ambiente, non dovrà di certo temere la chiusura. E' inoltre nostra convinzione che non sorgeranno problemi di scadenza perché non solo arriverà sino al 2020 come da concessione, ma addirittura continuerà ad esistere per molto altro tempo. Secondo me, se esistono problemi tra la cittadinanza di Falconara e la raffineria, la responsabilità non è di certo dell'Api che ha creato una grande ricchezza per la città, ma risiede in quelle forze politiche che hanno governato Falconara dopo l'insediamento della raffineria. Non condivido neanche l'atteggiamento dell'amministrazione comunale nei confronti della più grande realtà industriale che ha nel territorio. E' giunta l'ora di tranquillizzare i cittadini di Falconara e i lavoratori dell'Api.

(consigliere regionale di FI - Enrico Cesaroni)

 
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