Proroga
concessione all'Api Ieri l'ultimo round a Roma
FALCONARA — Tre ore mezzo di
discussione per una sentenza che potrebbe arrivare non prima
di un mese. Ieri a Roma c'è stato il secondo round tra la
raffineria Api e Comune, Provincia e Regione in merito al
proroga ventennale della concessione annullata lo scorso
ottobre dal Tar delle Marche che aveva ccolto il ricorso
degli enti locali. Ieri mattina, al Consiglio di stato, si è
dunque discusso il ricorso presentato dalla raffineria che,
già ad ottobre, aveva giudicato la motivazione della
sentenza del Tar «frutto di evidenti errori». Il tribunale
amministrativo regionale aveva dato ragione agli enti locali
che avevano chiesto l'annullamento della concessione «per
vizio di legittimità». A parere della Regione il ministero
aveva accolto la richiesta di rinnovo anticipato presentato
dalla raffineria nell'ottobre del '98, senza tener conto dei
pareri espressi appunto dal governo regionale. A detta
dell'Api, invece, il ministero dell'Industria ha pienamente
rispettato tutte le norme di legge e di regolamento. Tutto a
quanto pare si giocherebbe sull'interpretazione che venne
data tra il '92 e il '96 ad alcune norme da ambedue le
parti.
Assenze e logiche ottuse
Avendo partecipato al
convegno «Rapporto Ambiente e Sicurezza» della raffineria
Api senza aver avuto la possibilità di intervenire, mi
permetto di divulgare il pensiero mio e di FI. Ritengo
opportuno elogiare lo sforzo considerevole che l'azienda ha
compiuto in questi ultimi anni per salvaguardare
l'incolumità pubblica dei cittadini di Falconara e dei
dipendenti della raffineria. Per FI l'Api ha raggiunto
l'obiettivo prefissato sia a livello ambientale, sia a
livello di sicurezza. Tutto ciò non toglie che FI sarà
sempre attenta a controllare giorno per giorno gli sviluppi
della raffineria, il rispetto dell'ambiente finalizzato alla
tutela dei cittadini di Falconara e dintorni e la garanzia
di una totale sicurezza sul posto di lavoro all'interno
dello stabilimento. Per Cesaroni e FI all'assemblea dell'Api
sono accadute cose inaspettate e inaudite. Inaspettata la
mancanza del sindaco Carletti che si è sottratto a un
confronto con l'azienda. Un sindaco che dice di
rappresentare i cittadini nel bene e nel male aveva
l'obbligo di presenziare a quell'incontro. Non può parlare
solo tramite stampa perché ieri ha avuto l'opportunità di un
confronto con la più grande azienda che ha nel territorio e
non l'ha sfruttata. Inauditi invece gli interventi di alcuni
esponenti politici che imperterriti continuano ad adottare
un'ottusa logica di sciacallaggio politico contro la più
grande azienda del territorio che, nolente o dolente, offre
lavoro a più di 2000 persone. Alcuni interventi chiedevano
la chiusura dello stabilimento. Per Cesaroni e FI la
raffineria, se rispetterà tutte le norme di salvaguardia
della sicurezza e dell'ambiente, non dovrà di certo temere
la chiusura. E' inoltre nostra convinzione che non
sorgeranno problemi di scadenza perché non solo arriverà
sino al 2020 come da concessione, ma addirittura continuerà
ad esistere per molto altro tempo. Secondo me, se esistono
problemi tra la cittadinanza di Falconara e la raffineria,
la responsabilità non è di certo dell'Api che ha creato una
grande ricchezza per la città, ma risiede in quelle forze
politiche che hanno governato Falconara dopo l'insediamento
della raffineria. Non condivido neanche l'atteggiamento
dell'amministrazione comunale nei confronti della più grande
realtà industriale che ha nel territorio. E' giunta l'ora di
tranquillizzare i cittadini di Falconara e i lavoratori
dell'Api.
(consigliere
regionale di FI - Enrico Cesaroni) |