| Via i
sigilli alla Turbogas dell’Api
Oggi nuovo collaudo della
centrale nella raffineria dopo lo scoppio di novembre
Dissequestrata la Turbogas.
E’ stato così accolto il ricorso presentato dall’azienda,
tramite l’avvocato Giacomo Vettori, e già oggi verrà
effettuato un collaudo presso l’impianto dove il 13 novembre
dello scorso anno avvenne l’esplosione che investì l’operaio
Andrea Giannotti. Può dunque riprendere l’attività la
centrale Turbogas che da novembre era stata bloccata da un
dispositivo di sequestro firmato dal pm Belli dopo
l’incidente. Scoppio su cui la magistratura, per fare
chiarezza sulle cause e dinamica, nei mesi scorsi aveva
affidato una perizia a due esperti. Secondo l'Api invece
l'innalzamento della temperatura che fece esplodere la
valvola e fuoriuscire l' ossigeno incandescente, sarebbe
stato provocato da un'inversione nella procedura di chiusura
di una delle quattro valvole, due a controllo automatico e
due manuali. Proprio l'errata movimentazione di una di
quelle manuali - ma questa è solo un'ipotesi che dovrà
essere vagliata dai periti - avrebbe provocato l'esplosione.
Un'altra circostanza sulla quale dovranno far luce gli
esperti è il luogo dove si trovava l'operaio al momento
dello scoppio: secondo l'azienda, Giannoni stava lavorando a
un piano diverso da quello dove si sarebbe dovuto trovare
secondo le procedure di riavvio dell'impianto dopo il blocco
avvenuto la sera precedente. A fine dicembre intanto
Giannoni aveva lasciato l’ospedale di Roma, dove era stato
ricoverato dopo lo scoppio, per trasferirsi in un
appartamento di un residence, messo a disposizione dall’Api.
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