Dall’alto
del castello il grande architetto studia la città
Bohigas è già al lavoro:
breve visita alla parte costiera, un esame dall’alto, poi
l’incontro con i tecnici. Oggi gli altri sopralluoghi
FALCONARA — Si avvicina il
verdetto per i progetti di sviluppo falconaresi. Ieri in
città è arrivato Oriol Bohigas, l'architetto di fama
internazionale chiamato ad esprimere un giudizio sulle
future linee di trasformazione di Falconara disegnate da una
commissione di esperti architetti (Picciafuoco, Guerri,
Rossini e Roccheggiani) e dall'ufficio urbanistica dietro le
direttive della giunta Carletti. Questione di ore, insomma,
e il noto professionista spagnolo indicherà qual è la strada
giusta da seguire e se le indicazioni prospettate siano
fattibili o meno. Ieri alle 10 fino all'aeroporto di Bologna
Furio Durpetti, geometra del Comune, è andato a prendere
l’illustre ospite. Ma l'aereo proveniente da Barcellona
aveva un'ora di ritardo. Alle 15 Bohigas e l'architetto con
cui lavora, Albert Puigdomenech, sono arrivati a Falconara e
hanno fatto una breve visita alla parte costiera del
territorio per inquadrare subito la situazione. Seconda
tappa: il castello di Falconara Alta, dalla cui terrazza
Bohigas ha dato uno sguardo dall'alto alla città per
chiudersi, poi, in riunione con gli esperti che gli
illustravano su carta i vari progetti. Obiettivo: avvalersi
di una consulenza forte, di prestigio, sulle trasformazioni
del territorio previste nel prg che però hanno bisogno di
una messa a punto di dettaglio per offrire valide
credenziali alla soluzione dei problemi della città ed al
suo rapporto con Ancona. Credenziali indispensabili per
ottenere l'accesso a finanziamenti per la realizzazione di
così complesse opere di trasformazione urbana.
Trasformazione che va in una direzione di riqualificazione
generale dell'area nord, sia a livello
industriale-artiginale che turistica. Uno dei nodi cruciali
che Bohigas dovrà affrontare è come avviare una simile
riqualificazione con la presenza (almeno fino al termine
della concessione) dell'Api. Dovrà trovare il giusto
equilibrio in una realtà problematica, tenendo presente la
visione integrata con Ancona e soprattutto il fatto che
Falconara deve finalmente assumere una caratterizzazione
urbanistico-territoriale ben precisa. Oggi, invece, sono
previsti sopralluoghi puntuali in ogni zona, in particolare
nell'area del casello nord dell'autostrada, dell'aeroporto,
della caserma Saracini, dell'Api, dell'ex Montedison, dello
scalo merci, Villanova e Fiumesino, del futuro parco
fluviale.
«Falconara e Vallesina
priorità da bonificare»
Ancona, Falconara e la bassa
valle dell'Esino vanno inserite tra le priorità del governo
per la bonifica dei siti italiani più inquinati. Lo chiedono
ai ministri dell'Ambiente, della Sanità e delle Attività
produttive Legambiente e alcuni parlamentari marchigiani.
Dopo la pubblicazione dello studio curato dall'Oms, i
deputati Ermete Realacci, presidente di Legambiente, Marisa
Abbondanzieri, Valerio Calzolaio e Roberto Giacchetti hanno
presentato un'interrogazione ai ministri interessati
riguardo alle aree di Ancona, Falconara e bassa Vallesina
(principalmente per la presenza della raffineria Api)
chiedendo al governo di applicare il principio del «chi
inquina paga». Per l’Api Legambiente sollecita interventi
decisi di messa in sicurezza, bonifica e riduzione
dell'impatto ambientale, per garantire lavoratori e
cittadini «esposti troppo spesso a massicce sostanze
inquinanti». Per quanto riguarda Ancona, Falconara e la
bassa valle dell'Esino, già dichiarata dalla Regione «area
ad elevato rischio di crisi ambientale», le condizioni vanno
progressivamente peggiorando secondo Legambiente. Per
Legambiente la presenza nel raggio di pochissimi chilometri
di siti come la raffineria Api, l'impianto turbogas di
Camerata Picena, quello nuovo di Jesi, infrastrutture come
autostrada, ferrovia ed aeroporto, rendono il quadro
ambientale sempre più critico. |
Fiera, gli
spagnoli già si mettono a progettare
FALCONARA — Subito al lavoro
i due architetti spagnoli, Oriol Bohigas e Albert
Puigdomenech, giunti ieri, attorno alle 16.30, nella
residenza comunale del Castello per effettuare un
sopralluogo nello stabile della ex caserma Saracini e
nell'area antistante l'aeroporto «Sanzio», i due punti
strategici individuati per l'ubicazione dell'ente fiera
regionale. Al vaglio degli architetti di fama mondiale anche
la fatiscente struttura dell'ex Montedison nonché il
progetto per la realizzazione del porto turistico e il
prospettato spostamento del raccordo autostradale e
ferroviario. Accompagnati dal dirigente del settore lavori
pubblici, Furio Durpetti, hanno fatto scalo a Bologna. Le
loro conoscenze sul territorio falconarese erano limitate
esclusivamente agli incartamenti topografici spediti a
Barcellona. Prima un giro panoramico osservando la struttura
del Castello di Falconara Alta poi visionando parzialmente
alcune zone della città, gli «spagnoli», si sono subito
dedicati a quello per cui è stato richiesto il loro
competente parere. Hanno esaminato le mappe e i tracciati
delle varie strutture su tutto il territorio. Inoltre, hanno
analizzato le superfici già oggetto di bonifica e i
territori locali non ancora urbanizzati. Quasi indifferenti
al «rumore» provocato dagli entusiasmi di funzionari,
dirigenti e dello stesso sindaco Carletti per il loro
arrivo, Oriol Bohigas e Albert Puigdomenech, a testa bassa,
hanno iniziato a porre qualche schizzo sulle mappature
chiarite dall'architetto Riccardo Picciafuoco alla presenza
di Durpetti e del funzionario del settore, Maria Alessandra
Marincioni. Un' illustrazione ampia ed articolata.
Minuziosa, non tralasciando la descrizione dello stabile
attorno al quale gravitano molti dei problemi della città:
la raffineria Api. Dettagliatamente sono stati, inoltre,
mostrati i quartieri di Villanova e Fiumesino e la densità
urbanistica che con il tempo si è amalgamata alla struttura
petrolifera. Due architetti in grado di individuare le
soluzioni possibili e avanzare, al tempo stesso, un progetto
di massima per migliorare la città. «Il motivo del loro
incarico — spiega Furio Durpetti, dirigente del settore
lavori pubblici — è quello di impegnarli ad avviare la
riqualificazione del territorio. Ragionare, progettare e
disegnare tenendo conto della presenza della raffineria. Un
parere quello dei due architetti — conclude Durpetti — che
ci aiuterà ad individuare le soluzioni ottimali strutturando
una città in grado di essere competitiva dal punto di vista
commerciale proponendo alternative che non penalizzino gli
abitanti. Una consultazione che sarà preziosa anche nel
momento in cui dovremmo ottenere dei finanziamenti». |