RASSEGNA STAMPA 16.01.2002

 

MESSAGGERO
Dall’alto del castello il grande architetto studia la città

Bohigas è già al lavoro: breve visita alla parte costiera, un esame dall’alto, poi l’incontro con i tecnici. Oggi gli altri sopralluoghi

FALCONARA — Si avvicina il verdetto per i progetti di sviluppo falconaresi. Ieri in città è arrivato Oriol Bohigas, l'architetto di fama internazionale chiamato ad esprimere un giudizio sulle future linee di trasformazione di Falconara disegnate da una commissione di esperti architetti (Picciafuoco, Guerri, Rossini e Roccheggiani) e dall'ufficio urbanistica dietro le direttive della giunta Carletti. Questione di ore, insomma, e il noto professionista spagnolo indicherà qual è la strada giusta da seguire e se le indicazioni prospettate siano fattibili o meno. Ieri alle 10 fino all'aeroporto di Bologna Furio Durpetti, geometra del Comune, è andato a prendere l’illustre ospite. Ma l'aereo proveniente da Barcellona aveva un'ora di ritardo. Alle 15 Bohigas e l'architetto con cui lavora, Albert Puigdomenech, sono arrivati a Falconara e hanno fatto una breve visita alla parte costiera del territorio per inquadrare subito la situazione. Seconda tappa: il castello di Falconara Alta, dalla cui terrazza Bohigas ha dato uno sguardo dall'alto alla città per chiudersi, poi, in riunione con gli esperti che gli illustravano su carta i vari progetti. Obiettivo: avvalersi di una consulenza forte, di prestigio, sulle trasformazioni del territorio previste nel prg che però hanno bisogno di una messa a punto di dettaglio per offrire valide credenziali alla soluzione dei problemi della città ed al suo rapporto con Ancona. Credenziali indispensabili per ottenere l'accesso a finanziamenti per la realizzazione di così complesse opere di trasformazione urbana. Trasformazione che va in una direzione di riqualificazione generale dell'area nord, sia a livello industriale-artiginale che turistica. Uno dei nodi cruciali che Bohigas dovrà affrontare è come avviare una simile riqualificazione con la presenza (almeno fino al termine della concessione) dell'Api. Dovrà trovare il giusto equilibrio in una realtà problematica, tenendo presente la visione integrata con Ancona e soprattutto il fatto che Falconara deve finalmente assumere una caratterizzazione urbanistico-territoriale ben precisa. Oggi, invece, sono previsti sopralluoghi puntuali in ogni zona, in particolare nell'area del casello nord dell'autostrada, dell'aeroporto, della caserma Saracini, dell'Api, dell'ex Montedison, dello scalo merci, Villanova e Fiumesino, del futuro parco fluviale.

«Falconara e Vallesina priorità da bonificare»

Ancona, Falconara e la bassa valle dell'Esino vanno inserite tra le priorità del governo per la bonifica dei siti italiani più inquinati. Lo chiedono ai ministri dell'Ambiente, della Sanità e delle Attività produttive Legambiente e alcuni parlamentari marchigiani. Dopo la pubblicazione dello studio curato dall'Oms, i deputati Ermete Realacci, presidente di Legambiente, Marisa Abbondanzieri, Valerio Calzolaio e Roberto Giacchetti hanno presentato un'interrogazione ai ministri interessati riguardo alle aree di Ancona, Falconara e bassa Vallesina (principalmente per la presenza della raffineria Api) chiedendo al governo di applicare il principio del «chi inquina paga». Per l’Api Legambiente sollecita interventi decisi di messa in sicurezza, bonifica e riduzione dell'impatto ambientale, per garantire lavoratori e cittadini «esposti troppo spesso a massicce sostanze inquinanti». Per quanto riguarda Ancona, Falconara e la bassa valle dell'Esino, già dichiarata dalla Regione «area ad elevato rischio di crisi ambientale», le condizioni vanno progressivamente peggiorando secondo Legambiente. Per Legambiente la presenza nel raggio di pochissimi chilometri di siti come la raffineria Api, l'impianto turbogas di Camerata Picena, quello nuovo di Jesi, infrastrutture come autostrada, ferrovia ed aeroporto, rendono il quadro ambientale sempre più critico.

 
RESTO DEL CARLINO
Fiera, gli spagnoli già si mettono a progettare

FALCONARA — Subito al lavoro i due architetti spagnoli, Oriol Bohigas e Albert Puigdomenech, giunti ieri, attorno alle 16.30, nella residenza comunale del Castello per effettuare un sopralluogo nello stabile della ex caserma Saracini e nell'area antistante l'aeroporto «Sanzio», i due punti strategici individuati per l'ubicazione dell'ente fiera regionale. Al vaglio degli architetti di fama mondiale anche la fatiscente struttura dell'ex Montedison nonché il progetto per la realizzazione del porto turistico e il prospettato spostamento del raccordo autostradale e ferroviario. Accompagnati dal dirigente del settore lavori pubblici, Furio Durpetti, hanno fatto scalo a Bologna. Le loro conoscenze sul territorio falconarese erano limitate esclusivamente agli incartamenti topografici spediti a Barcellona. Prima un giro panoramico osservando la struttura del Castello di Falconara Alta poi visionando parzialmente alcune zone della città, gli «spagnoli», si sono subito dedicati a quello per cui è stato richiesto il loro competente parere. Hanno esaminato le mappe e i tracciati delle varie strutture su tutto il territorio. Inoltre, hanno analizzato le superfici già oggetto di bonifica e i territori locali non ancora urbanizzati. Quasi indifferenti al «rumore» provocato dagli entusiasmi di funzionari, dirigenti e dello stesso sindaco Carletti per il loro arrivo, Oriol Bohigas e Albert Puigdomenech, a testa bassa, hanno iniziato a porre qualche schizzo sulle mappature chiarite dall'architetto Riccardo Picciafuoco alla presenza di Durpetti e del funzionario del settore, Maria Alessandra Marincioni. Un' illustrazione ampia ed articolata. Minuziosa, non tralasciando la descrizione dello stabile attorno al quale gravitano molti dei problemi della città: la raffineria Api. Dettagliatamente sono stati, inoltre, mostrati i quartieri di Villanova e Fiumesino e la densità urbanistica che con il tempo si è amalgamata alla struttura petrolifera. Due architetti in grado di individuare le soluzioni possibili e avanzare, al tempo stesso, un progetto di massima per migliorare la città. «Il motivo del loro incarico — spiega Furio Durpetti, dirigente del settore lavori pubblici — è quello di impegnarli ad avviare la riqualificazione del territorio. Ragionare, progettare e disegnare tenendo conto della presenza della raffineria. Un parere quello dei due architetti — conclude Durpetti — che ci aiuterà ad individuare le soluzioni ottimali strutturando una città in grado di essere competitiva dal punto di vista commerciale proponendo alternative che non penalizzino gli abitanti. Una consultazione che sarà preziosa anche nel momento in cui dovremmo ottenere dei finanziamenti».

 
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