Guerra e salute: come i bombardamenti
colpiscono nel tempo
Egregio Direttore,
La prego di pubblicare il seguente
messaggio ricevuto via-Internet il 4 giugno 1999 dalla Prof.ssa Svetlana
Andric, fisico presso il Dipartimento di Radioprotezione dell'Istituto
di Scienze Nucleari Vinca a Belgrado in risposta ad una mia richiesta di
informazioni.
"Al momento è molto difficile stimare le
conseguenze reali sulla salute pubblica (della guerra) perché tutte le
istituzioni operano con capacità ridotte sotto il suono degli allarmi
aerei. L'Istituto Vinca, dove lavoro, dirige gli sforzi per organizzare
la radioprotezione dei rifiuti radioattivi e dei vecchi reattori
dismessi, così come per eseguire controlli della radioattività nei
luoghi dei bombardamenti. Privi quasi del tutto di carburante, energia
elettrica, acqua ed infine alle prese con fattori umani quale il panico,
la paura e lo stress è molto difficile organizzare tutto ciò. Gli
ospedali oncologici, dove ho lavorato in passato nei servizi di
radioterapia, sono parzialmente distrutti o riorganizzati con altre
finalità. L'instabilità dell'energia elettrica causa un funzionamento
oscillante degli acceleratori ed una incertezza nella dose di radiazioni
somministrata ai pazienti. Non sono in grado di calcolare le conseguenze
di ciò. La situazione è critica per i bambini a causa delle infezioni:
essi dormono soprattutto negli scantinati. Come presidente della
Commissione Federale di Radioprotezione avrò contatti con tutti i
reparti di radioterapia e potrò formulare delle conclusioni e stabilire
delle priorità per la protezione della salute pubblica. Gli appelli
inviati alle nostre società scientifiche internazionali sono rimasti
senza risposte tranne poche eccezioni. Teniamoci in contatto"
Mi sembra importante svelare il volto
concreto della guerra, soprattutto i suoi duraturi effetti negativi
sulla salute, fisica e mentale, degli uomini e delle donne coinvolte.
Come, per esempio, i malati di cancro, che non possono essere affatto -
o adeguatamente - curati, per la distruzione degli ospedali oncologici e
per l'incertezza delle dosi erogate dalle macchine acceleratrici. E'
grave il silenzio delle società scientifiche internazionali interpellate
dalla Prof.ssa Andric. E' assolutamente necessario annodare fili di
solidarietà per costruire la pace dal basso.
Dott. Maurizio Portaluri
Medico ospedaliero di
radioterapia oncologica |