VERBALE CTR

 

Destinatario: Presidente della Regione Marche

Ispettore Generale Capo del C.N.V.V.F.

Prefetto di Ancona

Presidente della Provincia di Ancona

Sindaco di Falconara

Oggetto: incendio presso Raffineria API di Falconara (AN) del giorno 25 Agosto 1999
Data: 31 Agosto 1999
 

COMITATO TECNICO REGIONALE DI PREVENZIONE INCENDI

ANCONA

VERBALE RIUNIONE 31 AGOSTO 99

RELAZIONE DELL’EVENTO

Alle ore 5,38 pervenivano alla sala operativa dei Vigili del Fuoco di Ancona numerose telefonate che segnalavano il verificarsi di una forte esplosione seguita da incendio di vaste proporzioni all’interno della Raffineria API di Falconara.

Situazione all’arrivo sul posto della prima squadra Vigili del fuoco (ore 05.45 circa)

All’interno della Raffineria Api vi era un grosso incendio localizzato presso la sala pompe di trasferimento di prodotto dal deposito SIF al deposito nazionale della Raffineria.

L’incendio, partito presumibilmente da una pompa di trasferimento benzina, interessava anche il resto della sala pompe e parzialmente due serbatoi limitrofi N.231 e 232 contenenti benzina.

Il forte irraggiamento dovuto all’incendio interessava anche un terzo serbatoio (n.326) di maggiore capacità danneggiandolo senza che il suo contenuto prendesse fuoco.

Notizie assunte sul posto confermavano il fatto che due dipendenti della Raffineria si erano infortunati per la fiammata iniziate e già avviati alle strutture sanitarie di pronto soccorso.

Si precisa che al momento dell’arrivo dei Vigili del fuoco il sistema di raffreddamento dell’anello antincendio a protezione dei serbatoi interessati dal calore non era in funzione.

Sul posto vi erano n.2 autopompe del servizio antincendio interno dell’API che riversavano acqua per il raffreddamento del serbatoio più grande (n. 326).

Il sistema di raffreddamento delle pensiline di carico era funzionante.

Azioni espletate dal personale VV.F.

Si provvedeva ad allestire due mandate da 70 per intervenire sull’incendio che interessava la parte finale della linea di trasferimento prodotto.

Contemporaneamente con un addetto antincendio dell’API si interveniva nella sala antincendio area SIF al fine di azionare manualmente gli impianti di raffreddamento dei serbatoi; giunti sul posto si constatava il crollo parziale di un muro divisorio esterno con il danneggiamento dei cartellini sopra ai diversi pulsanti per l’azionamento manuale del raffreddamento dei serbatoi.

Nonostante i ripetuti tentativi non si ,riusciva nello scopo di azionare i suddetti impianti di raffreddamento.

A questo punto sopraggiungevano la seconda partenza dalla sede centrale e poco dopo PERLNI dal Distaccamento Vigili del fuoco Aeroportuale, che venivano piazzati nella zona tra iI serbatoio più grande (n. 326) e le pensiline di carico.

Poco dopo si verificava un principio di incendio nella terza pensilina di carico gasolio lato sala antincendio, che veniva prontamente spento con una lancia da 70.

Il Capo Fabbrica di turno comunicava successivamente quindi l’avvenuta intercettazione delle linee 7 di prodotti infiammabili interessate dalle fiamme.

Pertanto gli sforzi dei Vigili del fuoco si concentravano, principalmente suI raffreddamento dei due serbatoi n.231 e 232, tramite i due PERLINI, che erano gli unici mezzi in grado di svolgere tale azione.

Il personale del servizio antincendio dell’API interveniva invece direttamente sull’incendio della sala pompe di trasferimento, in collaborazione col nostro personale che utilizzava un cannoncino carrellabile a schiuma alimentato tramite la APS della seconda partenza e l’ABP della sede centrale successivamente intervenuta.

Arrivavano quindi anche il terzo e quarto PERLINI che si posizionavano vicino alla APS dei Vigili del fuoco.

A questo punto si notava un forte abbassamento delle fiamme; l’incendio poteva considerarsi sotto controllo alle ore 08.00 circa.

Successivamente l’incendio è stato completamente spento ed il lavoro della squadra e stato quello di copertura con schiuma delle numerose pozze di benzina che ancora si generavano dalle tubazioni aree danneggiate.

Durante questa fase sono stati rinvenuti e consegnati all’A.G: i seguenti reperti:

  1. Apparato radio portatile mostrante segni di bruciature rinvenuto sulle scalette in c.a. che conducono al bacino di contenimento del serbatoio 326 (punto1 della allegata tav. 1)

  2. Elmetto protettivo parzialmente bruciato rinvenuto alla base della scala metallica che adduce alla passerella sita a metà della sala pompe prodotti bianchi (punto 2 della tav. 1).

Analisi dello stato dei luoghi alla fine dell’intervento:

AI termine delle operazioni di messa in sicurezza dell’area interessata sorto state avviate le prime indagini sommarie finalizzate all’individuazione delle cause dell’incendio.

La zona evidentemente più danneggiata appariva la sala pompe dei prodotto bianchi e la retrostante zona tubazioni e valvole; in tale area alcune tubazioni (la cui distribuzione è indicata nell’allegato disegno fornito dalla API n°FS-4365 rev.10 sezione 2B bh) appaiono squarciate in particolar modo nella zona centrate retrostante le pompe indicate con le sigle da pc 19 a pc 25.

Delle pompe (di cui si fornisce l’elenco nella allegata tav. 2) risultano analogamente fortemente danneggiate quelle con la sigla da pc 19 a pc 25, apparendo così massima l’intensità della fiamma in tale zona.

Dei serbatoi interessati dall’incendio, il n°231, contenente benzina, ha il proprio tetto galleggiante inclinato, mentre il n°232 ed il n°326, pur avendo segni di bruciature, non appaiono ad un primo sommario esame in altro modo danneggiati.

Particolarmente danneggiata dagli effetti della esplosione risulta inoltre la piccola costruzione adibita a sala pompe liquido schiumogeno e quadro comandi sita nei pressi del muro di cinta della raffineria.

Rappresentazioni verbali rese dal personale sentito

Le informazioni raccolte durante l’accertamento appaiono concordare sul fatto che alcuni minuti prima che avvenisse l’esplosione cui ha fatto seguito l’incendio, un operatore aveva avviato le operazioni di trasferimento di prodotto (benzina super) dal serbatoio 209 (ubicato in area SIF) al deposito Nazionale (ubicato in area prospiciente la Raffineria); le operazioni hanno consistito in:

  • Apertura valvole di fondo del serbatoio 209

  • Verifica della corretta apertura di tutte le valvole delle tubazioni interessate al trasferimento de! prodotto (valvole complessivamente da controllare:12)

  • Attivazione della pompa di trasferimento P4247

  • Verifica dell’effettiva erogazione del prodotto a mezzo misuratore fiscale ubicato in altra zona di raffineria (a più di un chilometro dalla pompa).

Giunto al contatore fiscale, l’operatore si sarebbe accorto del mancato passaggio del prodotto o comunque del passaggio di prodotto in quantità molto minore rispetto al previsto e, ritornato in zona prospiciente all’area pompe, avendo constatato l’emissione da parte di una pompa di un cospicuo zampillio di benzina dalla zona unito ad un forte odore, si è recato in portineria per dare l’allarme.

Il personale giunto sul posto è concorde nell’affermare di aver constatato il rilascio di benzina dalla zona pompe, in particolare nelle vicinanze della pompa 4247 che peraltro risultava l’unica ad essere in funzione in quel momento.

Mentre il capo turno ed il capofabbrica stazionavano in vicinanza alla zona del rilascio avveniva l’esplosione che ne causava il grave ferimento e dava inizio all’incendio.

Su richiesta dello scrivente la soc. Api produceva documentazione relativa alle misurazioni di livello dei serbatoi dell’area SIF nelle ore immediatamente precedenti e successive all’evento; da tali valori appare che il livello dei serbatoi (ivi compreso quello del serbatoio 209) non abbia subito variazioni di rilievo nei minuti precedenti l’esplosione (ore 05.38.04) se non quelle legate a normale variazione di volume legato al gradiente termico.

Tale indicazione documentale pone il quesito da dove provenisse la benzina che veniva rilasciata e che era percepita visivamente dai testimoni oculari come una colonna di liquido di considerevoli dimensioni e che pertanto non poteva risultare una fuoriuscita di prodotto di modesta quantità, tale da non essere rilevata dai misuratori di livello dei serbatoi.

Raffronto tra stato dei luoghi e rappresentazioni verbali rese dal personale

Il sopra descritto stato dei luoghi dopo l’incendio non appare in prima analisi del tutto coerente con la descrizione degli eventi raccolta verbalmente.

Infatti un getto verticale di una certa altezza di benzina può fuoriuscire da una parte danneggiata di un apparecchio (tubazione, flangia tenuta pompa, corpo pompa) solo se sussiste una delle seguenti condizioni:

  • Battente idrostatico a monte (es. serbatoio in linea con valvola di fondo aperta)

  • Tubazione di mandata di una pompa in funzione.

L’unica linea che, a sentire dalle rappresentazioni verbali rese, fosse al momento dell’incidente in tali condizioni era quella che collegava il serbatoio 209 con la pompa 4247 e che dalla pompa portava al misuratore fiscale, mentre tale linea, ad una sommaria ispezione visiva, appare in buono Stato e priva di evidenti fessurazioni che possano aver ingenerato l’evento.

Per ciò che attiene alle cause dell’incendio e della forte esplosione che lo ha preceduto, nonostante i tentativi esperiti e le valutazioni effettuate, allo stato attuale nulla può essere stabilito con certezza; si ritiene pertanto che debbano essere effettuate più accurate indagini sugli impianti oggetto dell’incendio, al fine di stabilire le cause dell’evento, con particolare riferimento ad esempio alla effettuazione di una riproduzione dinamica dell’evento attraverso la pressatura del circuito tra il serbatoio 209 e la pompa 4247 ed a valle di questa, per lo meno nel tratto di questo che corre in prossimità della pipe-way.

Da ulteriore documentazione acquisita circa letture di aste fiscali effettuate sul serbatoio 209 prima e dopo l’evento incidentale, apparirebbe che il quantitativo della benzina contenuto nello stesso sarebbe diminuito di 7 (sette) mc. Poiché il contatore fiscale ha letto il passaggio di circa 2 mc., il quantitativo di prodotto fuoriuscito durante la perdita potrebbe essere pari a circa 5 mc.

Nodi critici per la sicurezza e misure di prevenzione da adottare da parte della Raffineria API

  • Preso atto che la dinamica dell’evento non è del tutto ancora chiarita, la ditta dovrà produrre entro tempi tecnici strettamente necessari (non oltre 20 giorni dalla data odierna) una dettagliata relazione tecnica relativa all’avvenimento nella quale vengano indicate le cause che si ritiene siano origine dell’incendio, il quantitativo di prodotto rilasciato per l’esplosione e quello coinvolto nell’incendio, le disfunzioni ed i tardati funzionamenti dei sistemi di raffreddamento e spegnimento degli incendi, la dinamica ed i tempi di attivazione del piano di emergenza interno, ivi compresi i tempi di segnalazione dell’evento ai Vigili del fuoco, all’ente FS. Tale relazione potrà essere la base, unitamente ad urta ulteriore indagine di dettaglio da condurre da parte degli organi ispettivi, per formulare in modo più specifico prescrizioni in merito alla sicurezza dell‘impianto.

  • Pur tenendo presente quanto scritto al precedente punto 1), considerato tuttavia la gravità dell’evento, le misure di sicurezza da adottare nel breve e medio periodo possono essere già sin da ora delineate nelle seguenti:

  • Ristrutturare tutte le aree individuate come “sala pompe” di prodotto ctg. A o di prodotti infiammabili caldi, dotandole di Sistemi di rivelazione delle perdite, di sistemi di blocco ad azionamento remoto, dì impianti di spegnimento automatico allontanandole dal sedime ferroviario, consentendo una fascia di sicurezza adeguata.

  • Realizzare una rete di rilevatori sulle pipe-ways e sulle pipe-rack che corrono in corrispondenza della linea ferroviaria, collegata con una sala quadri

  • Rilocalizzare i depositi di benzine più prossimi alla ferrovia ed alla viabilità ordinaria, ovvero diminuire la capacità di stoccaggio eliminando i depositi stessi. Potrebbe essere considerata la possibilità di trasferire sul fronte mare ovvero off-shore gli impianti ed i depositi localizzati tra ferrovia e strada statale.

  • Sale controllo, stazioni di pompaggio acqua e schiuma antincendi, cabine elettriche ed utenze e servizi critici dovranno essere localizzate in luoghi sicuri, sufficientemente distanti dai punti di possibile rilascio e protetti dagli effetti di incendi e esplosioni, anche tramite pressurizzazione dei locali.

  • Riorganizzazione del sistema di primo intervento della squadra antincendio che tenga conto della necessità che un numero minimo di 6 unità sia disponibile h24 per la lotta antincendio ed esclusivamente ad essa dedicate. Le posizioni di lavoro ordinariamente previste per il funzionamento degli impianti dovranno comunque contribuire alla gestione della lotta all’incendio tramite personale ausiliario; la posizione di lavoro degli addetti alla lotta all’incendio dovrà essere tale da consentirne la capacità operativa e la conoscenza degli impianti di produzione, delegando a tali figure compiti relativi alla gestione delle emergenze (ad es. verifica periodica mezzi e dotazioni antincendio, controllo sala pompe antincendio, controllo caricamento mezzi antincendio, preparazione cd effettuazione attività addestrativa, istruzione personale ausiliario) nonché tutte le altre operazioni in campo preliminari e propedeutiche alla sicurezza e prevenzione dell’incendio in relazione alla operati-vità e gestione degli impianti.

  • Vengano riviste le procedure operative correlate alla movimentazione dei prodotti, controllando lo stato di apertura delle valvole in modo elettronico, utilizzando le migliori tecnologie attualmente disponibili.

  • Revisione del rapporto di sicurezza in particolare rivedendo l’entità degli scenari incidentali, anche alla luce di quanto accaduto in data 25 agosto 1999; quanto sopra anche aI fine della revisione del piano di emergenza esterno nel quale dovrà anche essere approfondita la gestione della informazione alla popolazione in caso di incidente in Raffineria non direttamente pericoloso per la popolazione, ma i cui effetti siano comunque rilevabili all’esterno.

  • Per ciò che attiene alla relazione con la linea ferroviaria sarà necessario quanto segue:

    • Breve periodo; introdurre misure aggiuntive di controllo del traffico ferroviario: poiché il CTR ha preso atto che alla data odierna non è ancora stato realizzato da parte delle Ferrovie dello Stato il sistema di blocco del traffico ferroviario deliberato nel 1997 dalla apposita commissione prefettizia deputata alla elaborazione del piano di emergenza esterno, si prescrive la immediata messa in esercizio delle procedure e delle strutture ed impianti che consentano di bloccare in automatico il traffico ferroviario nei seguenti punti:

    • stazione di Marina di Montemarciano

    • 500 metri a monte del ponte del fiume Esino, lato Nord (da impiegare nel caso in cui treni siano transitati già dalla stazione di Marina dì Montemarciano).

    • Stazione di Falconara

    • In alternativa, qualora tale sistema non venga realizzato entro giorni 60 dalla data odierna dovrà essere adottata la fermata dei treni prima dell’attraversamento della Raffineria con l’obbligo di autorizzazione preventiva da parte della Raffineria stessa per ogni passaggio.

Per quanto riguarda la protezione della popolazione residente nelle immediate vicinanze della raffineria,

  • La attuazione delle misure già in precedenza indicate di delocalizzazione od eliminazione dei depositi contenenti prodotti di categoria A più prossimi alla viabilità ordinaria potrà garantire adeguate condizioni di sicurezza per la popolazione stessa

Per quanto riguarda la criticità delle rotte di decollo di atterraggio deve essere accertata in modo definitivo la possibilità di evitare in tutte le condizioni meteoclimatiche, il sorvolo degli impianti, ovvero deve essere valutata la fattibilità della modifica della configurazione della pista.

Di tutto quanto sopra:

  • la soc. API dovrà produrre proposte progettuali al CTR entro 60 giorni dalla data odierna. indicando modalità attuative di quanto prospettato ed i relativi tempi di entrata in esercizio
  • la soc. ferrovie dello Stato dovrà far conoscere entro 30 giorni lo stato di avanzamento dei lavori necessari per la messa in esercizio, nei tempi prescritti, del sistema di blocco del traffico ferroviario
  • l’ente nazionale aviazione civile - direz. Circoscrizionale aeroportuale di Ancona - Falconara e la società di gestione dell’aeroporto di Falconara, dovranno far conoscere entro 60 giorni le procedure esistenti o attivate per evitare in tutte le condizioni meteoclimatiche, il sorvolo degli impianti, ovvero la fattibilità della modifica della configurazione della pista.
 
inizio pagina   menù verbali