LETTERA

 

Destinatario :

Egr. Sig. Presidente della Regione Marche Ancona

dott. Vito D'Ambrosio

e p.c. 

ai Sig.ri Assessori membri della

Giunta della Regione Marche

Oggetto : assenza del Legale Responsabile della Regione Marche all'udienza del 14.01.03 davanti al Giudice Monocratico presso il Tribunale di Ancona
Data : 11 Febbraio 2003
 

Egr. Sig. Presidente,

In data 14.01.03 si è tenuta la prima udienza davanti al Giudice Monocratico presso il Tribunale di Ancona relativa all'emergenza Ozono che occorse ad Agosto 2000 a Falconara Marittima.

Tre alti Dirigenti della Soc. API S.p.A. sono imputati di vari reati, primo fra tutti quello di non aver rispettato le Ordinanze del Sindaco di Falconara e del Prefetto di Ancona emanate a tutela della salute pubblica.

Cinquanta residenti, insieme ai Comitati e alle Associazioni in cui si riuniscono, sono stati i promotori dell'esposto che ha portato al rinvio a giudizio dei dirigenti dell'API, esposto a cui sono stati allegati certificati medici di residenti che avevano accusato malori per la grave situazione di quelle giornate.

Il Giudice Monocratico ha ritenuto di citare per l'udienza del 14.01.03 le scriventi Associazioni e Comitati quali parti lese e testimoni.

Noi eravamo presenti all'udienza!

Al contrario, la Regione Marche non era presente all'udienza nonostante fosse citata in qualità di teste dal Giudice Monocratico presso il Tribunale di Ancona.

Non ci sembra che tale citazione da parte del Giudice Monocratico possa essere considerata una pura formalità o priva di rilevanza poiché Le ricordiamo che l'Assessore all'Ambiente ed il Dirigente del Servizio Tutela e Risanamento Ambientale della Regione Marche inviarono al Ministero dell'Industria ed alla Commissione di Collaudo, in data 31.08.2000 Prot. n° 908/2000/Segr., una nota urgente in cui si chiedeva di chiarire

« modalità e tempi della fermata in sicurezza dell'impianto IGCC della Raffineria API di Falconara M. ».

Infatti, al riguardo, erano risultate gravi contraddizioni tra quanto dichiarato dai Dirigenti della Soc. API S.p.A., a giustificazione della mancata ottemperanza alle Ordinanze Sindacali e Prefettizie, e ciò che risultava dal "Verbale di Collaudo delle modifiche del ciclo di lavorazione della Raffineria" effettuato in data 22 e 23 Giugno 2000 dall'apposita Commissione nominata dal Ministero dell'Industria.

Inoltre l'importante ruolo testimoniale dell'Amministrazione da Lei guidata nella vicenda si palesa ulteriormente nel "Verbale N°3 della seduta del 18.10.2000 del Comitato Istituzionale relativo al Piano di Risanamento dell'Area di Ancona, Falconara e Bassa Valle dell'Esino dichiarata ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale con DCR n° 305/2000" nel quale l'Ing. Guido Chiucini (Isp. Regionale VV.FF) smentiva quelle stesse dichiarazioni dei Dirigenti della Soc. API S.p.A.

Saremo franchi ed eviteremo inutili giri di parole:

noi cittadini non credevamo di dover arrivare di fronte ad un Giudice Penale per veder tutelato il diritto alla salute sancito dalla Costituzione della Repubblica Italiana.

Ma, seppur sconcertati dal dover intraprendere tale via per difendere un bene preziosissimo e costituzionalmente tutelato, non ci siamo arresi di fronte alla prepotenza (manifestata appunto nella inottemperanza alle ordinanze) di chi crede di poter trattare la salute e l'ambiente come variabili economiche di una propria attività industriale! 

In questi anni abbiamo capito che, parafrasando G. Orwell, ci sono potentati economici che credono di essere più uguali degli altri di fronte alla Legge.

I Dirigenti della Raffineria API ce ne hanno dato vari esempi.

Ma credevamo anche che le Amministrazioni Pubbliche che ospitano sul proprio territorio la raffineria API e la centrale elettrica IGCC fossero a fianco dei cittadini nella azione diretta a far rispettare i doveri che scaturiscono dalle leggi e disposizioni emanate anche a tutela dei loro diritti, soprattutto quando questi sono violati o si minaccia di violarli.

In questa occasione fondamentale per ristabilire la legalità ed il dovere, anche per i soggetti economici, a rispettare i provvedimenti delle Autorità preposte, la Regione Marche da Lei guidata ha, secondo il nostro modesto avviso, brillato per l'assenza.

Ai nostri occhi, con questo comportamento, la Regione Marche è apparsa come avere abdicato al diritto/dovere di difendere in tutte le sedi opportune il diritto alla salute dell’ambiente e dei cittadini la quale, in questo caso, con la più volte citata inottemperanza alle ordinanze suddette, è stata quanto meno messa a rischio dalla Dirigenza della Soc. API S.p.A. .

Lei, e la Giunta Regionale non ci ha affiancato, come, secondo noi, in qualità di Amministrazione Pubblica, avrebbe invece dovuto fare per la difesa di diritti obiettivi, di fronte alla potenza economica, politica e legale di una Società Petrolifera come l'API S.p.A..

Più che il rammarico, per questo comportamento, ci tormenta il dubbio. Oggi non sappiamo se interpretare l'assenza della Regione Marche all'udienza del 14.01.2003 come la logica conseguenza politica degli evidenti ripensamenti riguardanti l'incompatibilità dell'attività dell'API con il territorio.

Ma, innegabilmente, l’assenza c’è stata ed il comportamento, che noi riteniamo “pilatesco”, della Amministrazione da Lei guidata ci fa supporre, prevedere e soprattutto temere che incontreremo ulteriori e forse nuove difficoltà nella difesa del diritto alla salute e ad un ambiente salubre.

Distinti saluti

COMITATO 25 AGOSTO

COMITATO DEL QUARTIERE VILLANOVA

COMITATO DEL QUARTIERE FIUMESINO

 
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