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Innanzitutto ci preme sgomberare il
terreno del confronto da polemiche che non ci interessano.
Sia chiaro una volta per tutte: a noi non
sfugge l'importanza del PRG per Falconara né disconosciamo l'impegno
dell'Amministrazione Comunale per dotarsi di tale strumento.
Ma a noi non sfugge nemmeno che la Legge
Seveso 2 ed i Decreti collegati sono nati per salvaguardare la sicurezza
e l'incolumità dei cittadini dai rischi derivanti dalle industrie che
possono determinare disastri umani ed ambientali, come accadde a Seveso
con la Icmesa negli anni 70. E poiché la raffineria API, non per
nostro piacere, rientra nei tristi parametri della Legge,
pretendiamo che questa venga scrupolosamente e tempestivamente
applicata poiché c'è in gioco la nostra vita.
Noi partiamo dalla convinzione che la
fondamentale incompatibilità urbanistica della raffineria API, nel
contesto territoriale di Falconara, si basa sui contenuti della
legislazione vigente, come la Legge Seveso 2, il Decreto Ministeriale
9/5/01 (Requisiti minimi di sicurezza in materia di Pianificazione
urbanistica e territoriale per le zone interessate da stabilimenti a
rischio di incidente rilevante) ed in particolare dalla stessa Legge
Regionale 13/90 che impone ai PRG di individuare le aree compatibili
alla localizzazione di industrie a rischio limitatamente alle zone E
(extraurbane) aventi idonee caratteristiche paesistico-ambientali.
Ora, se nel nostro intervento, pubblicato
dal Messaggero lo scorso giovedì 6 marzo, ponevamo dubbi
sull’applicazione del regolamento della direttiva Seveso 2 nel nuovo PRG
di Falconara, le risposte dei progettisti hanno trasformato i dubbi in
certezza: Il PRG non è adeguato al DM 9.5.01 relativo alla
pianificazione urbanistica nei territori in cui ricadono industrie a
rischio di incidente rilevante.
L’affermazione dell’architetto
Picciafuoco secondo cui è stato impossibile tenere conto del DM 9.5.01,
in quanto successivo all’adozione del Piano, ma che tuttavia il Piano
stesso è in regola con il DM di cui non ha tenuto conto, e quella
di Bolognini, il quale conferma che tecnicamente è ancora in corso
l’adeguamento del PRG alla Seveso 2, ma sostiene che il Comune ha
giocato d'anticipo, sono paradossali e, quanto meno, contraddittorie
nei confronti di un serio processo di verifica delle condizioni di
compatibilità territoriale della raffineria API. L'affermazione
"sportiva" che il “Comune ha giocato d’anticipo” cosa significa? non ci
appare congruente e non ci rassicura affatto; e non ci piace poiché da
l'impressione di una minimizzazione del problema.
Soltanto l’applicazione della Seveso 2
secondo le procedure indicate dal DM 9.5.01 garantisce che tutte le
previsioni del PRG sull’area circostanti l’Api non possano essere
cambiate con varianti successive a seconda della volontà e della
discrezione delle giunte delle amministrazioni locali che si
succederanno.(vedi ex caserma Saracini).
Facciamo notare che il DM 9.5.01 non
prevede deroghe ed è in vigore da più di un anno e mezzo. C’era tutto il
tempo di affrontare la questione, così come ci risulta abbia fatto il
Comune di Ancona per le industrie a rischio presenti nel proprio
territorio – la SOL e la CEREOL – sebbene assai meno preoccupanti della
raffineria API e nonostante non fosse in corso, come a Falconara, una
variante generale al PRG. Inoltre, ricordiamo che nei confronti di una
Legge dello Stato non ci possono essere posizioni approssimative: o si è
in regola o non lo si è !
Secondo quanto emerso, dalle
dichiarazioni dei tecnici comunali il PRG non è in regola con la legge
Seveso: una legge che, a tutela dei cittadini e del territorio, prevede
precise ed approfondite elaborazioni proprie dello strumento urbanistico
(si veda al riguardo l’art.4 del Decreto e l’allegato, quando descrive
l’Elaborato tecnico “rischio di incidenti rilevanti”, l’individuazione
degli elementi territoriali e ambientali vulnerabili, la valutazione
delle compatibilità). Elaborazioni del tutto assenti nel PRG di
Falconara. Sotto questo aspetto giuridico non può essere il progettista
del PRG ad autocertificare la conformità del Piano alla Seveso 2, ma
deve essere l’Autorità responsabile della sua corretta applicazione, che
in questo caso è la Regione Marche.
Infatti l’art.2 del DM 9.5.01 afferma che
“le regioni assicurano il coordinamento delle norme in materia di
pianificazione urbanistica (…) e del presente decreto (…) prevedendo
opportune forme di concertazione tra gli Enti territoriali competenti.”
Perché l’ufficio regionale responsabile –
dato che esiste un apposito responsabile dell’applicazione della Seveso
2 – ha prescritto al PTC della Provincia di Ancona l’adeguamento alla
normativa sulle industrie a rischio e invece tace riguardo al PRG di
Falconara?
E perché la Provincia non si pone domande
al riguardo ?
Il silenzio della Regione – e della
Provincia – sulla legittimità dell’approvazione del PRG non adeguato
alla Seveso 2 è, a nostro avviso, grave.
Ed è per noi grave, in ogni caso, che:
- nonostante il tempo trascorso
dall’entrata in vigore della legge Seveso si corra il rischio di fare
entrare, oggi, in vigore un PRG non conforme alle normative Europee e
nazionali e che le Amministrazioni competenti all’approvazione dello
Strumento Urbanistico, sull’argomento, o tacciono o espongono
giustificazioni che secondo il nostro parere sono infondate;
- il Comune abbia
speso energie per favolosi “sviluppi urbanistici decisivi” per il
futuro di Falconara piuttosto che predisporre uno strumento
urbanistico nel quale il problema della presenza del comprensorio Api
sia trattato in modo adeguato alle leggi in vigore per la tutela della
salute e della sicurezza dei cittadini, del territorio e dell’ambiente.
COMITATO CITTADINO “25 AGOSTO”
COMITATO DEL QUARTIERE VILLANOVA
COMITATO DEL QUARTIERE FIUMESINO
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