LETTERA

 

Destinatario :

Direttore del Messaggero

p.c.

Presidente della Regione Marche Ancona

Presidente della Provincia di Ancona

Sindaco del Comune di Falconara

Oggetto : il Prg di Falconara è in contrasto con la legge Seveso2
Data : 11 Marzo 2003
 

Innanzitutto ci preme sgomberare il terreno del confronto da polemiche che non ci interessano.

Sia chiaro una volta per tutte: a noi non sfugge l'importanza del PRG per Falconara né disconosciamo l'impegno dell'Amministrazione Comunale per dotarsi di tale strumento.

Ma a noi non sfugge nemmeno che la Legge Seveso 2 ed i Decreti collegati sono nati per salvaguardare la sicurezza e l'incolumità dei cittadini dai rischi derivanti dalle industrie che possono determinare disastri umani ed ambientali, come accadde a Seveso con la Icmesa negli anni 70. E poiché la raffineria API, non per nostro piacere, rientra nei tristi parametri della Legge, pretendiamo che questa venga scrupolosamente e tempestivamente applicata poiché c'è in gioco la nostra vita.

Noi partiamo dalla convinzione che la fondamentale incompatibilità urbanistica della raffineria API, nel contesto territoriale di Falconara, si basa sui contenuti della legislazione vigente, come la Legge Seveso 2, il Decreto Ministeriale 9/5/01 (Requisiti minimi di sicurezza in materia di Pianificazione urbanistica e territoriale per le zone interessate da stabilimenti a rischio di incidente rilevante) ed in particolare dalla stessa Legge Regionale 13/90 che impone ai PRG di individuare le aree compatibili alla localizzazione di industrie a rischio limitatamente alle zone E (extraurbane) aventi idonee caratteristiche paesistico-ambientali.

Ora, se nel nostro intervento, pubblicato dal Messaggero lo scorso giovedì 6 marzo, ponevamo dubbi sull’applicazione del regolamento della direttiva Seveso 2 nel nuovo PRG di Falconara, le risposte dei progettisti hanno trasformato i dubbi in certezza: Il PRG non è adeguato al DM 9.5.01 relativo alla pianificazione urbanistica nei territori in cui ricadono industrie a rischio di incidente rilevante.

L’affermazione dell’architetto Picciafuoco secondo cui è stato impossibile tenere conto del DM 9.5.01, in quanto successivo all’adozione del Piano, ma che tuttavia il Piano stesso è in regola con il DM di cui non ha tenuto conto, e quella di Bolognini, il quale conferma che tecnicamente è ancora in corso l’adeguamento del PRG alla Seveso 2, ma sostiene che il Comune ha giocato d'anticipo, sono paradossali e, quanto meno, contraddittorie nei confronti di un serio processo di verifica delle condizioni di compatibilità territoriale della raffineria API. L'affermazione "sportiva" che il “Comune ha giocato d’anticipo” cosa significa? non ci appare congruente e non ci rassicura affatto; e non ci piace poiché da l'impressione di una minimizzazione del problema.

Soltanto l’applicazione della Seveso 2 secondo le procedure indicate dal DM 9.5.01 garantisce che tutte le previsioni del PRG sull’area circostanti l’Api non possano essere cambiate con varianti successive a seconda della volontà e della discrezione delle giunte delle amministrazioni locali che si succederanno.(vedi ex caserma Saracini).

Facciamo notare che il DM 9.5.01 non prevede deroghe ed è in vigore da più di un anno e mezzo. C’era tutto il tempo di affrontare la questione, così come ci risulta abbia fatto il Comune di Ancona per le industrie a rischio presenti nel proprio territorio – la SOL e la CEREOL – sebbene assai meno preoccupanti della raffineria API e nonostante non fosse in corso, come a Falconara, una variante generale al PRG. Inoltre, ricordiamo che nei confronti di una Legge dello Stato non ci possono essere posizioni approssimative: o si è in regola o non lo si è !

Secondo quanto emerso, dalle dichiarazioni dei tecnici comunali il PRG non è in regola con la legge Seveso: una legge che, a tutela dei cittadini e del territorio, prevede precise ed approfondite elaborazioni proprie dello strumento urbanistico (si veda al riguardo l’art.4 del Decreto e l’allegato, quando descrive l’Elaborato tecnico “rischio di incidenti rilevanti”, l’individuazione degli elementi territoriali e ambientali vulnerabili, la valutazione delle compatibilità). Elaborazioni del tutto assenti nel PRG di Falconara. Sotto questo aspetto giuridico non può essere il progettista del PRG ad autocertificare la conformità del Piano alla Seveso 2, ma deve essere l’Autorità responsabile della sua corretta applicazione, che in questo caso è la Regione Marche.

Infatti l’art.2 del DM 9.5.01 afferma che “le regioni assicurano il coordinamento delle norme in materia di pianificazione urbanistica (…) e del presente decreto (…) prevedendo opportune forme di concertazione tra gli Enti territoriali competenti.”

Perché l’ufficio regionale responsabile – dato che esiste un apposito responsabile dell’applicazione della Seveso 2 – ha prescritto al PTC della Provincia di Ancona l’adeguamento alla normativa sulle industrie a rischio e invece tace riguardo al PRG di Falconara?

E perché la Provincia non si pone domande al riguardo ?

Il silenzio della Regione – e della Provincia – sulla legittimità dell’approvazione del PRG non adeguato alla Seveso 2 è, a nostro avviso, grave.

Ed è per noi grave, in ogni caso, che:

  1. nonostante il tempo trascorso dall’entrata in vigore della legge Seveso si corra il rischio di fare entrare, oggi, in vigore un PRG non conforme alle normative Europee e nazionali e che le Amministrazioni competenti all’approvazione dello Strumento Urbanistico, sull’argomento, o tacciono o espongono giustificazioni che secondo il nostro parere sono infondate;
  2. il Comune abbia speso energie per favolosi “sviluppi urbanistici decisivi” per il futuro di Falconara piuttosto che predisporre uno strumento urbanistico nel quale il problema della presenza del comprensorio Api sia trattato in modo adeguato alle leggi in vigore per la tutela della salute e della sicurezza dei cittadini, del territorio e dell’ambiente.

COMITATO CITTADINO “25 AGOSTO”

COMITATO DEL QUARTIERE VILLANOVA

COMITATO DEL QUARTIERE FIUMESINO

 
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