I sottoscritti
<OMISSIS>
espongono quanto segue:
I fatti.
I Sig.ri <OMISSIS>, costituenti un unico
nucleo familiare insieme alla loro figlia <OMISSIS>, la Sig.ra
<OMISSIS>, costituente un unico nucleo familiare con la figlia
<OMISSIS>, la Sig.ra <OMISSIS>, costituente un unico nucleo familiare
insieme al marito <OMISSIS>, in data 25 Agosto 1999, alle ore 5.37
circa, sono stati svegliati da un forte boato. Affacciatisi dalla
propria abitazione hanno constatato che un incendio si era sviluppato in
un punto interno alla raffineria Api di Falconara.
I Sig.ri <OMISSIS> hanno
udito distintamente transitare un treno in direzione Senigallia nel
periodo di tempo trascorso tra l’esplosione che li ha svegliati e la
seconda esplosione che li ha colti ancora all’interno della propria
abitazione.
Considerando le fiamme altissime, l’enorme
colonna di denso fumo nero che sovrastava la zona e che le proprie
abitazioni si trovano a poche centinaia di metri dal confine della
raffineria Api di Falconara, nel quartiere Villanova, il Sig. <OMISSIS>,
la Sig.ra <OMISSIS>, la Sig.ra <OMISSIS>, il Sig <OMISSIS>, la <OMISSIS>
hanno abbandonato le rispettive abitazioni ed hanno atteso
in strada, ma invano, che fossero diramate
attraverso gli altoparlanti posizionati nella vicina Scuola Elementare
C. Lorenzini o attraverso le Emittenti Radio locali informazioni
sui comportamenti da adottare come prescritto dal Piano di Emergenza
Esterno consegnato dall’Amministrazione Comunale di Falconara a
tutti i nuclei familiari del quartiere.
I Sig.ri <OMISSIS> hanno
avvertito calore provenire dalla direzione dell’incendio.
In mancanza assoluta di informazioni
sia sul reale pericolo per la propria incolumità che sul
comportamento da adottare in quella particolare circostanza,
<OMISSIS> e la figlia <OMISSIS>, <OMISSIS>,
<OMISSIS> e la figlia <OMISSIS> (in
preda ad una crisi nervosa di pianto) hanno spontaneamente adottato una
misura precauzionale concretizzatasi nell’abbandono a mezzo automobile
propria della zona di residenza a favore di zone empiricamente ritenute
a minor rischio ( Collemarino di Ancona).
I Sig.ri <OMISSIS> e <OMISSIS> sono rimasti
nel quartiere ed hanno visto molti residenti allontanarsi con i propri
mezzi.
<OMISSIS> ha notato la caduta di scaglie
di materiale solido bruciacchiato.
In strada il Sig. <OMISSIS> ha incontrato il
Sig. <OMISSIS>. Il Sig. <OMISSIS> ha notato che il giubbino
bianco del Sig. <OMISSIS> era completamente macchiato da puntini
neri con puzzo simile a gasolio. Il Sig. <OMISSIS> ha fatto
notare anche ad un operatore del TG 3 che il suo giubbino si era
macchiato per una probabile ricaduta di materiale liquido.
Le prime, presumibili, informazioni comunicate dal Centro
Emergenze del Comune di Falconara sono state udite dal Sig.
<OMISSIS> alle ore 7.00 circa, ma l’esponente non è in
grado di riferire il contenuto del messaggio per la pessima qualità
della trasmissione audio.
<OMISSIS> hanno accusato disturbi
respiratori e, in mancanza di presidio medico nel quartiere, nelle
ore successive si sono recati dal proprio medico curante che ne ha
accertato lo stato di salute come da referti allegati al presente
esposto - denuncia.
Il Sig. <OMISSIS> il 25/08/1999, alle ore
5.40 circa, è stato svegliato da un forte boato, seguito, a breve
distanza, da un secondo boato. Affacciatosi dal lucernario della propria
abitazione ha visto fiamme alte decine di metri accompagnate da una
grande nube nera di fumo provenienti dalla raffineria API.
La nube di fumo nera era sospinta dalle
correnti d’aria verso Falconara.
Il Sig. <OMISSIS> non ha
sentito alcuna sirena d’allarme, nè messaggi degli altoparlanti
dislocati nella vicina Scuola Elementare Lorenzini.
In preda alla paura per l’incendio di vaste
proporzioni e per la possibile tossicità dell’aria in tutta la zona, il
Sig. <OMISSIS> ha deciso di scappare con la propria automobile nella
direzione opposta alla nube di fumo, cioè verso Senigallia.
I Sig.ri <OMISSIS> e <OMISSIS> in data
25/08/1999, alle ore 5.40 circa, sono stati svegliati da un boato.
Affacciatisi dalla finestra della propria abitazione hanno visto una
grossa nuvola nera con la base in fiamme provenire dall’interno della
raffineria API. Il Sig. <OMISSIS>, precipitosamente, è sceso
in strada e, considerando che la propria abitazione è vicina alla Scuola
Lorenzini, ha atteso che dalla stessa fosse diramato un comunicato circa
il comportamento da tenere in caso di emergenza. Nell’attesa il Sig.
<OMISSIS> ha assistito ad un ulteriore, enorme, scoppio ed ha
avvertito una ondata di calore accompagnata da “pezzi volatili” di
materiale. A quel punto il Sig. <OMISSIS> è rientrato in casa, ha
invitato la moglie, Sig.ra <OMISSIS>, a fuggire dall’abitazione e
raggiungere un luogo più lontano dalla raffineria API. Il Sig. <OMISSIS>
ha trovato la moglie spaventata dall’accaduto, in preda ad una crisi
nervosa. Questa crisi nervosa ha impedito alla Sig. <OMISSIS> di
muoversi. Quindi i Sig.ri <OMISSIS> sono rimasti in casa
accusando entrambi un forte stato di ansia e rimanendo sempre in attesa
di una qualsiasi informazione sui reali pericoli e sul comportamento da
adottare in tale circostanza. Questo malessere psichico si è
protratto per alcuni giorni.
Il Sig. <OMISSIS>, la Sig.ra <OMISSIS>, la
Sig.ra <OMISSIS>, la Sig.ra <OMISSIS>, costituenti un unico nucleo
familiare, il 25/08/1999, alle ore 5.35 circa, sono stati
improvvisamente svegliati da un forte boato.
Dopo pochi minuti gli esponenti hanno udito
un nuovo forte boato e precipitatisi in strada hanno visto una grossa
colonna di denso fumo nero e fiamme levati in direzione della raffineria
API. Gli esponenti hanno immaginato che fosse accaduto un incidente
all’interno della raffineria API. Gli esponenti hanno visto che in
strada c’era confusione, molte persone si allontanavano dalle proprie
abitazioni con mezzi propri.
Il Sig. <OMISSIS>, la Sig.ra
<OMISSIS>, la Sig.ra <OMISSIS>, la Sig.ra <OMISSIS>
hanno atteso in strada che fossero comunicate informazioni su quanto
stava accadendo e sul comportamento da adottare. Non hanno udito alcun
tipo di informazione così hanno deciso di abbandonare la loro abitazione
e di portarsi con la propria automobile nella zona di Camerata Picena.
La Famiglia <OMISSIS> è rientrata nella
propria abitazione dopo le ore 8.30.
La Sig.ra <OMISSIS> e la figlia <OMISSIS>
hanno accusato irritazione alla gola e disturbi respiratori; per questo
motivo, nelle ore successive, si sono recate dal proprio medico curante
che ne ha accertato lo stato di salute come da referti allegati al
presente esposto - denuncia.
Il Sig. <OMISSIS> il 25/08/1999, alle ore
5.35 circa, mentre nella propria abitazione si stava preparando per
recarsi al lavoro, ha udito un forte boato. L’esponente è uscito in
strada per capire che cosa fosse avvenuto ed è stato sorpreso da un
nuovo forte boato. Il Sig. <OMISSIS> ha visto una grossa colonna di
fiamme e fumo levata in direzione della raffineria API. Il Sig.
<OMISSIS> ha atteso insieme alla propria madre, Sig.ra <OMISSIS>,
che fossero comunicate informazioni attraverso gli altoparlanti
posizionati nella vicina Scuola Lorenzini. Non avendo udito nessun
comunicato ed essendo la Sig.ra <OMISSIS> in preda alla paura per
quanto stava avvenendo, il Sig. <OMISSIS>, in accordo ed insieme
alla madre, alle ore 6.15 circa ha deciso di abbandonare la propria
abitazione e si è diretto in auto a casa di parenti, a Chiaravalle.
Il Sig. <OMISSIS> specifica che nella fuga
dalla propria abitazione ha portato con sé anche l’anziana vicina di
casa, Sig.ra <OMISSIS>, sola ed in preda alla paura. Giunto a
Chiaravalle, il Sig. <OMISSIS> ha lasciato la madre e l’anziana vicina
di casa presso i parenti e si è poi recato al lavoro presso il deposito
Cotran di Marina di Montemarciano.
Ma raggiunto il deposito Cotran, alle ore
7.15 circa, il Sig. <OMISSIS> ha accusato un forte stato di
ansia che gli ha impedito di iniziare a svolgere la professione di
conducente di mezzi pubblici. Il forte stato di ansia si è protratto
per tutta la giornata ed il medico curante ne ha certificato lo stato di
salute con documento allegato al presente esposto - denuncia.
Il Sig. <OMISSIS> il 25/08/1999, alle ore
5.37, è stato improvvisamente svegliato da un forte boato. L’esponente
ha sentito che all’esterno della propria abitazione persone gridavano e
molte auto stavano transitando velocemente. Il Sig. <OMISSIS> si è
dunque recato in strada e portatosi in via Flaminia ha visto fiamme
altissime provenire dalla raffineria API e una densa nube di fumo nero
che si stava dirigendo verso le abitazioni del quartiere.
Il Sig. <OMISSIS> è stato colto da una nuova
esplosione; egli ha visto che una enorme lingua di fuoco si è
improvvisamente levata dal luogo dell’incidente ed ha avvertito una
fortissima vampata di calore che lo ha istintivamente indotto a
scappare e a ripararsi dietro la prima casa utile allo scopo.
Poco dopo il Sig. <OMISSIS>
si è accorto che stavano cadendo sostanze tipo cenere e sostanze liquide
ed il suo giubbino bianco si stava macchiando di puntini neri e dal
puzzo simile a gasolio.
Il Sig. <OMISSIS> ha commentato il fatto con
il Sig. <OMISSIS> ed il Sig. <OMISSIS>, incontrati in strada e,
successivamente, ha mostrato il giubbino macchiato ad un operatore del
TG 3 che lo ha ripreso con la telecamera.
Il Sig. <OMISSIS>, valutando
che ancora alle ore 6.30 circa, non era stata comunicata nessuna
informazione relativa la Piano di Emergenza Esterno, in preda alla paura
accentuata dall’incertezza su che cosa fare, ha deciso di abbandonare la
propria abitazione, lasciandola incustodita.
Il Sig. <OMISSIS> ha accusato disturbi
respiratori diagnosticati dal proprio medico curante, come da
certificato allegato al presente esposto - denuncia.
Il Sig. <OMISSIS> il 25/08/1999, alle ore
5.35 circa, è stato improvvisamente svegliato da un fortissimo boato.
Il Sig. <OMISSIS>, insieme ai familiari
componenti il nucleo, Sig.ra <OMISSIS>, era spaventato e disorientato.
Per capire che cosa stesse accadendo
l’esponente è uscito dalla propria abitazione ed ha visto che era
avvenuto un incidente all’interno della raffineria API.
Il Sig. <OMISSIS>, tenendo d’occhio la
grossa colonna di fiamme e fumo, ha atteso, invano, che attraverso
l’altoparlante della Scuola Elementare Lorenzini fossero comunicate
informazioni utili ai fini dei comportamenti da adottare, come da Piano
di Emergenza Esterno consegnato dall’Amministrazione comunale di
Falconara.
Il Sig. <OMISSIS> ha visto
ed udito un treno transitare con direzione Senigallia e per un momento
ha ritenuto che quel fatto fosse rassicurante rispetto alla gravità
dell’incidente. Ma poco dopo il Sig. <OMISSIS>,
insieme ai propri familiari, è stato colto da una nuova esplosione e da
una vampata di intenso calore.
Le altissime fiamme e la densa colonna di fumo nero che
si spingeva verso le abitazioni del quartiere, la mancanza di
informazioni, hanno indotto il Sig. <OMISSIS>,
in accordo ed insieme ai suoi familiari, ad
abbandonare la propria abitazione.
Spaventato, disorientato e preoccupato per
la sorte della propria abitazione il Sig. <OMISSIS>, insieme ai suoi
familiari, si è diretto dapprima verso Castelferretti e poi in zona
aeroporto. Ad un certo punto il Sig. <OMISSIS> si è ricordato che nella
fretta di scappare aveva dimenticato di chiudere la propria abitazione;
così l’esponente è ritornato, a piedi, attraverso la campagna, verso la
propria abitazione nel quartiere Villanova. Il forte calore delle fiamme
e il pulviscolo causato dall’incendio gli hanno procurato difficoltà
nella respirazione.
Il Sig. <OMISSIS>, insieme ai suoi
familiari, è rientrato nella propria abitazione alle ore 10.30 circa.
La Sig.ra <OMISSIS> il 25/08/1999, durante
l’incendio presso la raffineria API, ha accusato un forte stato di ansia
che si è protratto anche dopo la conclusione dell’evento stesso, stato
di ansia che è stato accertato dal Pronto Soccorso dell’Ospedale di
Chiaravalle il cui referto è allegato al presente esposto - denuncia.
La Sig.ra <OMISSIS> ha accusato il forte
stato di ansia poiché era impossibilitata ad abbandonare la propria
abitazione a causa delle critiche condizioni di salute del marito Sig.
<OMISSIS>, il quale era costretto a letto.
La Sig.ra <OMISSIS> fa presente che il suo
stato era ancor più accentuato in quanto priva di un mezzo privato,
priva di informazioni sui reali pericoli a cui era esposta insieme al
marito e priva di qualsiasi informazione sul comportamento da adottare
in quella specifica situazione.
I Sig.ri <OMISSIS>, la mattina del
25/08/1999, alle ore 5.40 circa, sono stati svegliati da un forte boato.
Dalla finestra della loro abitazione si vedeva una colonna di denso fumo
nero alzarsi dalla raffineria. Al secondo boato, viste anche le fiamme,
si sono precipitati a prendere l’auto nel garage del cortile. Nel
cortile, i Sig.ri <OMISSIS> hanno sentito un forte calore provenire
dalla direzione dell’esplosione. Quindi si sono diretti a prendere
la mamma ultraottantenne della Sig. <OMISSIS>, Sig.ra <OMISSIS>,
residente al <OMISSIS> e tutti insieme si sono diretti verso Falconara
Alta.
I Sig.ri <OMISSIS>,
prima di abbandonare il quartiere, non hanno udito nessun annuncio o
comunicato inerente all’emergenza in atto.
Inoltre La Sig.ra <OMISSIS>
ha accusato un forte malessere psichico e fisico che si è protratto per
alcuni giorni come accertato dalla diagnosi allegata al presente esposto
- denuncia.
I Sig.ri <OMISSIS> in data 25/08/1999, alle
ore 5.37, sono stati svegliati da una sequenza di boati. Al secondo
boato, sentendo numerose voci provenire dalla strada sottostante la loro
abitazione, si sono affacciati alla finestra ed hanno visto una enorme
colonna di fuoco e denso fumo nero provenire da dietro le ultime case
della via, in direzione della raffineria API, seminascosta alla vista
dalle case stesse.
I Sig.ri <OMISSIS> hanno
visto gli abitanti del quartiere in preda al panico ed in fuga. I Sig.ri
<OMISSIS> sono rapidamente scesi in strada
e poiché dalla vicina Scuola Elementare Lorenzini non è stata diramata
nessuna informazione sia sul tipo di incidente che sul comportamento da
adottare, come prescritto dal Piano di Emergenza Esterno consegnato
dall’Amministrazione Comunale a tutte le famiglie del quartiere, hanno
abbandonato la propria abitazione e, con la propria automobile, hanno
raggiunto la zona di Falconara Alta.
Dopo circa due ore i Sig.ri <OMISSIS> sono
rientrati nella loro abitazione e solo allora sono venuti a conoscenza
della gravità dell’incidente in raffineria.
Ciò ha causato un aggravamento dello stato
di paura ed ansia dei Sig.ri <OMISSIS>.
I Sig.ri <OMISSIS>, in data 25/08/1999, alle
ore 5.37, sono stati svegliati da una sequenza di boati. Si sono
affacciati alla finestra ed hanno visto una enorme colonna di fiamme e
fumo, denso e nero, provenire dalla parte della raffineria API e gli
abitanti del quartiere fuggire in preda alla paura.
I Sig.ri <OMISSIS> sono scesi immediatamente
in strada; dagli altoparlanti posizionati nella vicina Scuola
Elementare Lorenzini hanno atteso comunicazioni circa il comportamento
da adottare, come prescritto dal Piano di Emergenza Esterno consegnato
dall’Amministrazione Comunale di Falconara a tutte le famiglie del
quartiere. Non avendo udito nessun tipo di comunicazione i Sig.ri
<OMISSIS> hanno abbandonato la propria abitazione e con la propria
automobile si sono recati a Falconara Alta. Dopo circa due ore i
Sig.ri <OMISSIS> sono rientrati nella propria abitazione e soltanto in
quel momento sono venuti a conoscenza della gravità dell’incidente.
Tutto ciò ha causato ai Sig.ri <OMISSIS> un forte stato di ansia e di
paura che è perdurato per diverso tempo.
La Sig.ra <OMISSIS> il 25/08/1999, alle ore
5.30 circa, è stata svegliata da un enorme boato. Al secondo successivo
boato la Sig.ra <OMISSIS> e suo marito <OMISSIS> si sono affacciati alla
finestra della loro abitazione e hanno visto fiamme e fumo altissimi
all’interno della raffineria API.
L’enorme spavento ha determinato uno stato
di malessere nella Sig.ra <OMISSIS>, forte innalzamento della pressione
arteriosa e nervosismo che la Sig.ra <OMISSIS> ha tentato di controllare
con un prodotto farmaceutico prescritto precedentemente dal medico di
famiglia. I Sig.ri <OMISSIS> hanno pensato di scappare subito.
Poco dopo è sopraggiunta la loro figlia,
domiciliata a <OMISSIS>, anche lei impaurita, la quale li ha portati,
con auto propria, nell’abitazione di <OMISSIS>. La Sig.ra
<OMISSIS> non ha sentito comunicare allarmi di nessun tipo, nè sirene
nè annunci con altoparlante su ciò che stava accadendo e sul
comportamento da adottare.
Alle ore 12.00 circa i Sig.ri <OMISSIS> sono
rientrati nella propria abitazione.
La Sig.ra <OMISSIS> il 25/08/1999, alle ore
5.30 circa, ha udito un fortissimo boato ed ha subito intuito che
proveniva dalla raffineria API. Il marito della Sig.ra <OMISSIS>, Sig.
<OMISSIS>, sofferente di una malattia neurologica <OMISSIS>, non
riusciva a muoversi dal letto. La Sig.ra <OMISSIS>, terrorizzata, ha
iniziato a gridare. Fortunatamente il figlio della Sig.ra <OMISSIS>,
<OMISSIS>, domiciliato nell’appartamento adiacente, si trovava in casa
ed immediatamente ha caricato i genitori in auto portandoli all’Hotel
Avion.
La Sig.ra <OMISSIS> ha visto fiamme
altissime levarsi dalla raffineria; ha udito altri boati fortissimi ed
ha avvertito un calore intenso. Lungo via <OMISSIS> c’erano
soltanto gli abitanti della zona ed i militari della vicina caserma
Saracini che scappavano terrorizzati. La Sig.ra <OMISSIS> non
ha udito alcuna comunicazione circa i comportamenti da adottare ed in
base a quanto stabilito dal Piano di Emergenza Esterno.
Il Sig. <OMISSIS> il 25/08/1999, poco dopo
le ore 5.30, è stato svegliato da un forte boato. Ha aperto la finestra
della propria abitazione ed ha visto fiamme altissime levate verso la
raffineria API, lato caserma militare Saracini. In pochi minuti il Sig.
<OMISSIS> ha sentito il susseguirsi di altri scoppi. Rapidamente il Sig.
<OMISSIS>, in accordo ed insieme a sua moglie e suo figlio, tutti
terrorizzati per quanto stava accadendo, è scappato dalla propria
abitazione e con l’automobile ha raggiunto Camerata Picena, comune di
residenza di alcuni parenti.
Il Sig. <OMISSIS> ha visto
in strada gente che, spaventata, scappava sia a piedi che in automobile.
Il Sig. <OMISSIS> fa presente che non ha udito nessun allarme di
avviso di pericolo nè alcuna comunicazione rivolta alla popolazione sul
comportamento da adottare. Il Sig. <OMISSIS>, insieme ai suoi
familiari, è potuto rientrare nella propria abitazione soltanto nella
tarda mattinata, quando è riuscito a sapere che la situazione era ormai
tranquilla.
La Sig.ra <OMISSIS> il 25/08/1999, alle ore
5.30 circa, ha udito un tremendo scoppio e, immediatamente dopo, il
vicino di casa Sig. <OMISSIS> che gridava.
La Sig.ra <OMISSIS> ha intuito che era
accaduto qualcosa di grave. Si è precipitata in strada ed ha visto le
fiamme altissime verso la raffineria API. Poi ha udito altri due scoppi
fortissimi. Tutto ciò ha terrorizzato la Sig.ra <OMISSIS> la
quale, valutata la gravità della situazione e del pericolo che stava
correndo, ha ritenuto che era necessario abbandonare la propria
abitazione e fuggire da Fiumesino. La Sig.ra <OMISSIS> vive sola ed
ha difficoltà di movimento per alcuni interventi chirurgici alle
ginocchia; per questo motivo ha abbandonato la propria abitazione e la
zona aiutata dal vicino di casa Sig. <OMISSIS>.
La Sig.ra <OMISSIS> fa
presente che non ha udito alcun allarme; nè sirene nè altoparlanti che
avvisassero su quanto stava accadendo.
La Sig.ra <OMISSIS> è tornata nella propria
abitazione, accompagnata dal Sig. <OMISSIS>, dopo le 8.00 circa.
Il Sig. <OMISSIS> il 25/08/1999, intorno
alle ore 5.30 circa, è stato improvvisamente svegliato da uno scoppio
tremendo. Intuendo che si trattava di qualcosa di grave si è affacciato
dalla finestra ed ha visto delle fiamme altissime levarsi verso la
raffineria API. Poi il Sig. <OMISSIS> ha udito altri due boati.
Tutto ciò ha terrorizzato il Sig. <OMISSIS>
che, valutata la gravità della situazione e del pericolo che stava
correndo insieme ai suoi familiari, ha deciso che era necessario
fuggire. Il Sig. <OMISSIS>, sofferente di cuore, in accordo ed
insieme a sua moglie <OMISSIS> e a suo fratello, ha abbandonato la
propria abitazione e con la propria automobile si è recato a Senigallia.
Il Sig. <OMISSIS>
fa presente che non ha udito alcun allarme, nè sirene nè altoparlanti
che comunicassero quanto stava accadendo ed il comportamento da
adottare.
Il Sig. <OMISSIS> ed i suoi familiari il
25/08/1999, alle ore 5.30 circa, sono stati improvvisamente svegliati da
un boato fortissimo. Il Sig. <OMISSIS> si è affacciato alla finestra
della propria abitazione ed ha visto delle fiamme altissime ergersi in
direzione della raffineria API.
Il Sig. <OMISSIS> si è
sentito investito da un fortissimo calore.
Terrorizzato da quanto stava accadendo il Sig.
<OMISSIS>, in accordo ed insieme alla moglie, alla
figlia, ed alla anziana madre Sig.ra <OMISSIS>, ha deciso di
abbandonare la propria abitazione. Il Sig. <OMISSIS> si è recato con
la propria automobile dapprima presso il salone dell’aeroporto di
Falconara e, in un secondo momento, presso l’Hotel Avion, luogo dove ha
incontrato molta altra gente che era scappata.
Il Sig. <OMISSIS> fa presente che la propria
madre, Sig.ra <OMISSIS>, è di salute cagionevole data l’età avanzata.
Inoltre il Sig. <OMISSIS>
specifica che non ha udito alcun allarme né altoparlanti che
comunicassero quanto stava accadendo o informazioni sui comportamenti da
adottare.
Il Sig. <OMISSIS>
è rientrato in casa propria, con la sua famiglia, dopo le 8.00 circa ed
ha udito con una certa meraviglia che attraverso l’altoparlante
installato sull’edificio dell’Hotel Internazionale veniva comunicato che
l’allarme era rientrato e che la gente poteva tornare nelle proprie
abitazioni.
Il Sig. <OMISSIS> il 25/08/1999, alle ore
5.30 circa, è stato svegliato da un boato. Il Sig. <OMISSIS> è uscito
dalla propria abitazione e lì è stato sorpreso da un secondo boato e da
una vampata di calore molto intensa, proveniente dalla vicina
raffineria.
Il Sig. <OMISSIS>
non ha udito alcun allarme o sirena di pericolo in corso.
In strada il Sig. <OMISSIS> ha incontrato il
Sig. <OMISSIS>; l’esponente ha notato che il giubbino bianco indossato
dal Sig. <OMISSIS> era macchiato da puntini neri e quando il Sig.
<OMISSIS> lo ha invitato a constatarne l’odore ha avvertito puzzo simile
a gasolio.
Viste le alte fiamme e valutata la
pericolosità della situazione, il Sig. <OMISSIS> ha fatto salire sua
madre e sua nonna nella propria automobile, e con loro, ha
abbandonato la propria abitazione allontanandosi in luoghi ritenuti più
sicuri.
Poco dopo essersi allontanato con i propri familiari, il
Sig. <OMISSIS> ha
cominciato ad avvertire bruciore alla gola ed agli occhi.
Dopo che tutto è tornato alla normalità il Sig.
<OMISSIS> si è recato dal
proprio medico curante per gli accertamenti del caso.
La diagnosi del medico del Sig. <OMISSIS> è
allegata al presente esposto-denuncia.
Il Sig. <OMISSIS> il 25/08/1999, alle ore
5.30 circa, è stato improvvisamente svegliato da un boato fortissimo. Il
Sig. <OMISSIS>, insieme alla moglie Sig.ra <OMISSIS> e allo zio Sig.
<OMISSIS>, di salute cagionevole, è sceso in strada ed ha visto delle
fiamme altissime levate verso la raffineria API.
Poco dopo il Sig. <OMISSIS> ha udito altri
boati.
Spaventato da quanto stava accadendo, in
accordo ed insieme ai suoi familiari, il Sig. <OMISSIS> ha
abbandonato la propria abitazione e con la propria automobile ha
raggiunto Palombina Vecchia.
Il Sig. <OMISSIS>
fa presente che non ha udito alcun allarme né sirene; non ha udito
comunicazioni diramate attraverso altoparlante riguardo a quanto stava
accadendo ed ai comportamenti da adottare.
Il Sig. <OMISSIS>, con i
propri familiari, è tornato presso la sua abitazione alle 8.00 circa.
Solo allora il Sig. <OMISSIS> ha sentito
che dall’altoparlante installato sull’edificio dell’Hotel Internazionale
è stato diffuso un comunicato che avvertiva la popolazione del cessato
allarme e della possibilità di rientrare nelle proprie abitazioni.
Il Sig. <OMISSIS> il 25/08/1999, poco dopo
le ore 5.30, è stato improvvisamente svegliato da un forte boato; ha
aperto la finestra della propria abitazione ed ha visto che fiamme
altissime sembravano voler raggiungere la sua abitazione.
Nel frattempo la moglie del Sig. <OMISSIS>,
Sig.ra <OMISSIS>, i figli Sig.ri <OMISSIS>, e la mamma sofferente di
<OMISSIS> Sig.ra <OMISSIS>, terrorizzati dall’incendio e dai boati
seguenti, si sono vestiti il più rapidamente possibile per poter
scappare.
Il Sig. <OMISSIS>, appena uscito dalla
propria abitazione, ha visto che moltissima gente stava scappando
nonostante non fosse suonato alcun allarme.
Il Sig. <OMISSIS>, in accordo ed insieme ai
suoi familiari, ha deciso di abbandonare la propria abitazione ed
allontanarsi il più possibile. Nel fare questo il Sig. <OMISSIS>,
insieme ai suoi familiari, è transitato davanti al piazzale della
Chiesa di S. Lorenzo Martire, primo luogo di concentramento indicato dal
Piano di Emergenza Esterno distribuito ai cittadini dal Comune di
Falconara. Nel piazzale antistante la Chiesa il Sig. <OMISSIS>
non ha visto nessun funzionario o agente pubblico ad attendere la gente
per fornire informazioni sul da farsi, cosicché ha proseguito con i
propri familiari fino a raggiungere la collina di Castelferretti.
Poco dopo le 8.00, constatando visivamente
la fine dell’incendio, il Sig. <OMISSIS> ha deciso di portare i propri
familiari a Monte San Vito, mentre personalmente rientrava nella propria
abitazione a constatare gli eventuali danni.
Il Sig. <OMISSIS> il 25/08/1999, poco dopo
le ore 5.30, è stato improvvisamente svegliato da un forte boato. Il
Sig. <OMISSIS> ha aperto la finestra della propria abitazione ed ha
visto fiamme altissime levate verso la raffineria API.
Terrorizzato da quanto visto il Sig.
<OMISSIS>, in accordo ed insieme alla propria compagna Sig.ra <OMISSIS>,
ha abbandonato la propria abitazione ed è scappato con la propria
automobile in direzione di Senigallia.
Il Sig. <OMISSIS>
fa presente che quando è sceso in strada ha visto gente in preda al
panico che gridava, abbandonata a se stessa, soprattutto perché non si è
sentito alcun allarme e nessuno che abbia informato sul da farsi.
Il Sig. <OMISSIS> è rientrato nella propria
abitazione, insieme alla Sig.ra <OMISSIS>, alle 10.00 circa, cioè solo
dopo che ha saputo che la situazione era sotto controllo. Il Sig.
<OMISSIS> dichiara inoltre che la sua compagna, Sig.ra <OMISSIS>, nel
corso della mattinata ha accusato un malore.
Il Dott. <OMISSIS> ha prescritto alla Sig.ra
<OMISSIS> assoluto riposo lontano dalla raffineria API e dei calmanti.
La Sig.ra <OMISSIS> il 25/08/1999, poco dopo
le ore 5.30, è stata svegliata da un forte boato. Ha aperto la finestra
della propria abitazione e ha visto fiamme altissime in direzione della
raffineria API.
Impaurita, la Sig.ra <OMISSIS> si è
precipitata in strada dove ha visto molte persone scappare gridando «
via, via... scoppia l’API ! ».
La Sig.ra <OMISSIS>
vive sola ed è stata fortunata nell’incontrare un vicino di casa che
stava scappando con la propria automobile. Questo vicino l’ha fatta
salire in auto ed insieme ai suoi familiari si sono allontanati in
direzione di Senigallia.
La Sig.ra <OMISSIS>
fa presente che non ha udito alcun allarme, non ha udito sirene nè
altoparlanti che comunicassero quanto stava accadendo o indicassero il
da farsi.
La Sig.ra <OMISSIS>
è rientrata nella propria abitazione, accompagnata dal vicino di casa,
dopo le ore 8.00; in questo frangente ha ascoltato con meraviglia il
messaggio di cessato allarme e possibilità di rientro nelle proprie
abitazioni inviato attraverso l’altoparlante installato sull’edificio
dell’Hotel Internazionale.
Il Sig. <OMISSIS> il 25/08/1999, alle ore
5.35 circa, è stato svegliato da una fortissima esplosione.
Affacciatosi alla finestra esposta ad Est della propria abitazione, il
Sig. <OMISSIS> è stato investito da una vampata di calore ed
è rimasto impressionato alla vista di fiamme nella zona della raffineria
API. Le fiamme altissime, frammiste a denso e scuro fumo, sovrastavano
in altezza gli edifici e gli alberi situati di fronte alla abitazione
del Sig. <OMISSIS>, tanto da fargli ritenere che anch’essi fossero stati
investiti dall’incendio.
Nel vicinissimo piazzale del CAF (Consorzio
Autotrasportatori di Falconara) alcuni autisti gridavano « ...è
scoppiato un serbatoio dell’API...».
Il Sig. <OMISSIS> è sceso in strada; qui ha
trovato alcuni vicini anche loro usciti dalle proprie abitazioni. I
presenti si sono consultati sulla posizione delle fiamme ed hanno
concordato che l’incendio si era sviluppato in prossimità dei serbatoi
di benzina della raffineria API e che pertanto il rischio di gravi
conseguenze era altissimo.
Trascorrendo i minuti e non pervenendo notizie ufficiali
e nemmeno segnalazioni riguardo a ciò che stava accadendo, né attraverso
le emittenti televisive locali sulle quali il Sig.
<OMISSIS> si è rapidamente sintonizzato, né attraverso
gli altoparlanti posizionati sul vicino Hotel Internazionale né, infine,
per le vie brevi, il Sig. <OMISSIS>,
insieme ed in accordo con la propria moglie, spaventato ed allarmato, ha
deciso di abbandonare la propria abitazione.
Il Sig. <OMISSIS>, insieme
alla moglie, in primo luogo si è diretto verso il piazzale della
Chiesetta di S. Lorenzo, luogo indicato come punto di raccolta dal Piano
di Emergenza Esterno. Il Sig. <OMISSIS> ha constatato che non
c’era alcun presidio informativo e, valutata la minacciosità delle
fiamme, ha deciso di proseguire verso il centro di Falconara.
Transitando dietro la Caserma Saracini ha notato che i militari in essa
presenti stavano abbandonando in fretta e furia la Caserma stessa,
alcuni addirittura con solo le ciabatte ed in mutandine. Questo fatto ha
preoccupato ulteriormente il Sig. <OMISSIS> poiché egli ha pensato che a
quel Comando Militare fosse pervenuto un avvertimento specifico e tale
da rendere necessario l’assoluto allontanamento delle persone dalle zone
viciniore alla raffineria API.
Il Sig. <OMISSIS>, insieme a sua moglie, si
è quindi recato a casa di sua figlia, in via
<OMISSIS> di Falconara e, insieme alla sua
famiglia, si è recato ad Ancona presso l’abitazione del fratello del
genero.
Il Sig. <OMISSIS>, insieme a sua moglie, è
rientrato nella propria abitazione verso le ore 8.00 - 8.30 circa,
allorquando da contatti telefonici ha appreso che la situazione era
ormai sotto controllo.
La Sig.ra <OMISSIS> il 25/08/1999, alle ore
5.35 circa, è stata svegliata da un forte scoppio. La Sig.ra <OMISSIS>
si è affacciata dalla finestra della sua abitazione, ha visto fiamme e
fumo, ed ha immediatamente capito che provenivano dalla raffineria API.
Mentre nel piazzale degli autotrasportatori del C.A.F., sottostante la
sua abitazione, gli autisti gridavano, la Sig.ra <OMISSIS> ha udito un
altro scoppio.
Ha indossato la vestaglia e le ciabatte e,
impaurita, si è precipitata in garage per prendere la sua auto e
fuggire. Mentre era intenta a salire sulla sua automobile la Sig.ra
<OMISSIS> ha udito un altro scoppio.
La Sig.ra <OMISSIS>
non ha udito allarmi di nessun genere, nè sirene nè comunicati
attraverso altoparlante, per cui ha deciso di abbandonare la propria
abitazione.
Con la propria automobile si è diretta verso
Castelferretti transitando per l’Hotel Avion poiché ha ritenuto che le
altre strade fossero impraticabili.
Transitando nei pressi della Caserma
Saracini la Sig.ra <OMISSIS> ha visto i militari che fuggivano dalla
Caserma Militare con pochi indumenti indossati e visibilmente
spaventati; ad essi la Sig.ra <OMISSIS> ha chiesto notizie su che cosa
stava accadendo e la risposta è stata che stava scoppiando la
raffineria.
Ad un certo punto del percorso in auto la
Sig.ra <OMISSIS> si è ricordata di non aver avvertito telefonicamente i
propri parenti così ha pensato di fermarsi in un casale dove aveva
notato luce dalle finestre. Scesa dalla propria automobile la Sig.ra
<OMISSIS> ha notato che una grossa nube nera sovrastava la zona
ed immediatamente è stata investita da un odore acre che Le ha procurato
immediatamente un forte bruciore alla gola. Tale bruciore ha costretto
la esponente a recarsi dal proprio medico curante ed il fastidio
alla gola è perdurato per un paio di mesi circa.
Raggiunti i propri cugini a Castelferretti,
la Sig.ra <OMISSIS> vi si è trattenuta fin verso le ore 8.30. Poi,
appreso che la situazione era tornata sotto controllo, ha fatto ritorno
alla propria abitazione.
Il Sig. <OMISSIS> il 25/08/1999, poco dopo
le ore 5.30, è stato improvvisamente svegliato da un boato fortissimo
che ha scosso il suo letto.
Affacciatosi dalla porta della propria
abitazione ha notato, immediatamente dietro le palazzine della Caserma
Militare Saracini, una densissima colonna di fumo e dei bagliori
rossastri. Sceso in strada il Sig. <OMISSIS> ha visto che tutti i vicini
erano usciti dalle proprie abitazioni mentre dal vicino piazzale del
C.A.F. un autista gridava
« andiamo, andiamo che scoppia tutto
! ». Il Sig. <OMISSIS> è ritornato all’interno della propria abitazione
per informare i genitori che, terrorizzati per il verificarsi di un
altro boato, hanno chiesto di fuggire. Fino a quel momento il Sig.
<OMISSIS> non ha udito nè sirene di allarme nè altoparlanti che
comunicassero informazioni su quanto stava accadendo e sui comportamenti
da adottare.
Così il Sig. <OMISSIS>, in accordo ed
insieme ai propri genitori, ha deciso di abbandonare la propria
abitazione. Nella sua automobile si sono sistemati la madre
terrorizzata, Sig.ra <OMISSIS>, il padre disabile per <OMISSIS>, Sig.
<OMISSIS>, la nonna di <OMISSIS>, Sig.ra <OMISSIS>.
Nonostante l’agitazione il Sig.
<OMISSIS> si è ricordato che il Piano di Emergenza Esterno prevedeva
come area di accentramento il piazzale antistante la Chiesa di S.
Lorenzo Martire ma, nonostante fossero passati circa 20 minuti dalla
prima esplosione, sul piazzale non ha incontrato nessuno ad informarlo
sul da farsi.
La visione delle fiamme alte più del doppio
dei palazzi, fiamme che sembravano raggiungerli, ha indotto il Sig.
<OMISSIS>, in accordo ed insieme ai suoi familiari, a raggiungere
l’Hotel Avion che sembrava poter garantire un sufficiente appoggio, un
minimo di distanza di sicurezza in più rispetto all’incendio,
considerato anche che una <OMISSIS> ostacolava seriamente la guida
dell’auto al Sig. <OMISSIS>. Nel percorso in auto verso l’Hotel Avion il
Sig. <OMISSIS> ha visto che i militari della vicina Caserma Saracini
stavano camminando lungo la strada: molti di loro erano scalzi ed in
mutande.
Poco dopo le ore 8.00, a seguito di numerose
telefonate e constatando visivamente che la situazione era ormai sotto
controllo, il Sig. <OMISSIS>, in accordo ed insieme ai suoi parenti, ha
deciso di rientrare nella propria abitazione.
Il Sig. <OMISSIS> il 25/08/1999, verso le
ore 5.30 circa, è stato svegliato da un forte scoppio. Immediatamente il
Sig. <OMISSIS> è uscito dalla propria abitazione per verificare cosa
fosse accaduto e ha visto che fiamme e fumo si levavano dalla vicina
raffineria API. Il Sig. <OMISSIS> risiede nel quartiere Fiumesino da 24
anni e considerato che è stato testimone di altri eventi simili
verificatesi nella raffineria API ha intuito il pericolo incombente ed
ha deciso, in accordo ed insieme ai suoi familiari, di abbandonare la
propria abitazione e fuggire.
Giunto all’altezza della Chiesa di Fiumesino
il Sig. <OMISSIS> ha udito un altro forte scoppio proveniente dalla
raffineria.
Il Sig. <OMISSIS>, insieme ai suoi
familiari, si è diretto in auto verso Monte San Vito, paese dove
risiedono i consuoceri. Lì è rimasto per tutta la giornata del 25/08.
Il Sig. <OMISSIS> precisa
che non ha udito allarmi provenienti dalla raffineria API, nè altre
sirene di allarme. Il Sig. <OMISSIS> non ha
udito comunicati diramati attraverso altoparlanti, rivolti ai cittadini,
che indicassero il comportamento da tenere.
Il Sig. <OMISSIS> il 25/08/1999 è stato
svegliato da un grosso boato che lo ha fatto letteralmente saltare dal
letto. Il Sig. <OMISSIS>, insieme a sua moglie, si è vestito
immediatamente, cosciente che si trattasse di un incidente all’interno
della raffineria API. Aperta la porta della propria abitazione il
Sig. <OMISSIS> è stato investito da una vampata di calore ed
ha visto fiamme altissime che si levavano in direzione Est rispetto alla
sua abitazione. Rapidamente il Sig. <OMISSIS> ha trascinato la propria
consorte fuori della loro abitazione ed è scappato insieme a lei verso
l’aeroporto. Durante la fuga il Sig. <OMISSIS> ha incontrato lungo la
strada i militari della vicina Caserma Saracini che scappavano
disordinatamente.
Il Sig. <OMISSIS> non ha
udito nessun segnale di allarme nè dalla raffineria API nè dalle
Autorità comunali. Dopo circa 3 ore, ad allarme cessato, il Sig.
<OMISSIS>, insieme a sua moglie, è rientrato nella propria abitazione
che aveva lasciato quasi totalmente sguarnita.
Il Sig. <OMISSIS> il 25/08/1999, poco dopo
le ore 5.30, è stato svegliato da un forte boato. Ha aperto la finestra
della sua abitazione ed ha visto fiamme altissime levate verso la
raffineria API. Il Sig. <OMISSIS>, insieme a sua moglie Sig.ra <OMISSIS>
ed ai suoi figli Sig. <OMISSIS> e Sig. <OMISSIS>, è sceso in strada. Il
Sig. <OMISSIS> ha udito altri due boati, ha visto gente terrorizzata
fuggire e così, in accordo ed insieme ai suoi familiari, ha deciso di
abbandonare la propria abitazione e fuggire con l’auto verso
Senigallia.
Il Sig. <OMISSIS>
fa presente che non ha udito nessun allarme nè sirene, non ha udito
comunicati diramati attraverso altoparlanti che informassero su quanto
stava accadendo o su che cosa si dovesse fare.
Il Sig. <OMISSIS>, insieme ai suoi
familiari, è rientrato nella propria abitazione soltanto quando ha
saputo che tutto era sotto controllo.
La Sig.ra <OMISSIS> il 25/08/1999, poco dopo
le ore 5.30, è stata svegliata da un forte boato. Ha aperto la finestra
della propria abitazione, è stata investita da una notevole vampata
di calore ed ha visto che fiamme altissime erano levate verso la
raffineria. La Sig.ra <OMISSIS>, impaurita, è scesa in strada ed ha
visto molte persone che fuggivano. Nel frattempo è sopraggiunto in
automobile il genero della Sig.ra <OMISSIS> la quale ha abbandonato
la propria abitazione e si è recata con lui in direzione Rocca
Priora.
La Sig.ra <OMISSIS>
fa presente che non ha udito alcun allarme nè sirene, non ha udito
comunicati diramati attraverso altoparlanti che informassero su quanto
stava accadendo o su che cosa si dovesse fare.
La Sig.ra <OMISSIS> è rientrata nella
propria abitazione soltanto quando ha saputo che tutto era sotto
controllo.
Il Sig. <OMISSIS> il 25/08/1999, dopo le ore
5.30 è rimasto scioccato dal forte boato di un’esplosione. Uscito dalla
propria abitazione ha cercato di capire che cosa stesse accadendo ed ha
visto che si erano sviluppate fiamme altissime all’interno della
raffineria API.
Il Sig. <OMISSIS>
dichiara che non ha udito alcun allarme di avvertimento.
Il Sig. <OMISSIS> è rimasto impressionato da
quanto accaduto per una settimana.
Il Sig. <OMISSIS> il 25/08/1999, poco dopo
le ore 5.30, è stato improvvisamente svegliato da un boato fortissimo.
Ha aperto la finestra della sua abitazione, lato Caserma Saracini, ed
ha sentito il viso investito da un calore fortissimo.
Il Sig. <OMISSIS> ha visto che fiamme
altissime erano levate verso la raffineria API.
Valutata la situazione, in accordo ed
insieme alla moglie e ai suoi figli, il Sig. <OMISSIS> ha abbandonato
la propria abitazione. In strada è stato colto da altri due boati ed
ha visto gente che gridava terrorizzata e fuggiva.
Così il Sig. <OMISSIS>, in accordo ed
insieme ai suoi familiari, è fuggito a bordo della propria automobile
verso Falconara Alta.
Il Sig. <OMISSIS> fa presente che non ha
udito alcun allarme nè sirene, non ha udito comunicati diramati
attraverso altoparlanti che informassero su quanto stava accadendo o su
che cosa si dovesse fare.
L’esponente è rimasto con i propri familiari
a Falconara Alta fino al momento in cui ha visto che l’incendio era
ormai domato. Poi ha fatto ritorno presso la propria abitazione per
constatare che cosa fosse accaduto.
Il Sig. <OMISSIS> il 25/08/1999, intorno
alle ore 5.30, è stato svegliato da un terribile boato. In casa con il
Sig. <OMISSIS> c’erano sua madre di anni <OMISSIS>, la sua fidanzata
Sig.ra <OMISSIS> al primo trimestre di gravidanza, la sua cognata che
viveva al piano superiore della casa.
In un primo momento il Sig. <OMISSIS> ha
pensato che fosse un incidente aereo, ma dopo pochi minuti dal boato le
fiamme altissime in direzione della raffineria API erano visibili sia
dalla strada dove si era precipitato il Sig. <OMISSIS> sia dalle
finestre del primo piano della casa.
Il Sig. <OMISSIS>
non ha udito alcun messaggio provenire dagli altoparlanti della
raffineria API, non ha udito le sirene di allarme della raffineria API.
L’esponente ha udito le sole sirene dei
Vigili del Fuoco, delle ambulanze.
Il Sig. <OMISSIS>, in accordo ed insieme ai
suoi familiari, ha deciso di abbandonare la propria abitazione e di
allontanarsi in automobile. Ha avuto difficoltà ad immettersi in
strada poichè per via Conventino transitavano moltissime auto
provenienti da Fiumesino ed anche perché moltissimi militari fuggivano a
piedi, senza scarpe, lungo il ciglio della strada di via delle Caserme.
I Sig. <OMISSIS>, insieme ai suoi familiari,
dapprima si è recato all’aeroporto, poi si è diretto a casa di amici in
via Ville, zona Falconara Alta, da dove poteva vedere le fiamme ed il
denso fumo.
Alle ore 8.30 circa il Sig.
<OMISSIS> è rientrato nella propria abitazione di via Conventino e
solo allora ha udito un comunicato diffuso attraverso altoparlanti,
presumibilmente della raffineria API. Data la distanza della sua
abitazione il Sig. <OMISSIS> non ha capito il contenuto del messaggio ma
è certo che provenisse dagli altoparlanti della raffineria API poiché
sono anni che, suo malgrado, sente le comunicazioni interne della
raffineria diffuse con altoparlanti.
La Sig.ra <OMISSIS> il 25/08/1999, alle ore
5.30 circa, è stata svegliata da uno scoppio. La Sig.ra <OMISSIS> ha
sentito tremare la propria abitazione.
Vestitasi in fretta e furia l’esponente è
scesa per la scala della propria abitazione e qui è stata colta da una
nuova esplosione, più violenta della precedente, la quale ha fatto
nuovamente tremare la casa tanto che la Sig.ra <OMISSIS> ha temuto il
crollo della stessa.
La Sig.ra <OMISSIS> è stata colta da uno
stato di ansia e si è dovuta sedere.
Poi è uscita dalla propria abitazione ed ha
visto un grande bagliore rosso e fiamme altissime. La esponente ha visto
molta gente fuggire e gridare che stava scoppiando tutto. A quel punto
lo stato di ansia della Sig.ra <OMISSIS> si è accentuato con forti
dolori addominali che non la lasciavano respirare. Con forza d’animo la
Sig.ra <OMISSIS> è riuscita a rientrare in casa e prendere le chiavi
dell’automobile. Poi ha abbandonato la propria abitazione e con
l’auto è fuggita verso via Conventino.
La Sig.ra <OMISSIS> fa presente che non
ha udito alcun allarme nè sirene, non ha udito comunicati che
informassero su quanto stava accadendo o su che cosa si dovesse fare
diramati attraverso altoparlanti; non ha visto nessuno in strada a
dirigere il traffico delle molte auto in fuga.
La Sig.ra <OMISSIS>
era a conoscenza del punto di ritrovo per le emergenze presso il
piazzale della Chiesa di San Lorenzo Martire, ma per arrivarci è stato
caotico.
Poi l’esponente ha proseguito verso
l’Hotel Avion e verso Castelferretti.
Per la paura la Sig.ra <OMISSIS> si sentiva
annebbiata.
L’esponente ha visto moltissimi militari
della vicina Caserma Saracini fuggire lungo la strada. La Sig.ra
<OMISSIS> dopo circa 45 minuti è giunta presso i suoi familiari di
Castelferretti e solo verso le 8.00 ha fatto ritorno nella propria
abitazione.
La Sig.ra <OMISSIS> il 25/08/1999, poco
dopo le ore 5.30 è stata svegliata da un forte boato. E’ uscita
immediatamente fuori dalla propria abitazione ed ha visto fiamme
altissime alla raffineria API. Spaventatissima la Sig.ra <OMISSIS> è
stata sorpresa da altri boati.
In quei momenti la Sig.ra <OMISSIS> non
ha udito alcun tipo di allarme proveniente direttamente dalla raffineria
API o da altri altoparlanti .
Nel frattempo è arrivata la figlia della
Sig.ra <OMISSIS>, Sig.ra <OMISSIS>, così che l’esponente ha deciso di
abbandonare la propria abitazione ed allontanarsi dalla zona ritenuta
pericolosa a bordo dell’automobile della figlia.
A bordo dell’auto la Sig.ra
<OMISSIS> si è diretta verso la Chiesa di San Lorenzo Martire, luogo
deputato al concentramento in caso di emergenze, ma non incontrando
nessuno ed avvertendo un pericolo sempre maggiore la Sig.ra
<OMISSIS>, insieme alla figlia, si è diretta verso l’Hotel Avion.
La Sig.ra <OMISSIS> ha avvertito un forte
senso di confusione accompagnato da tremore e smarrimento.
Dopo circa tre ore, non vedendo più fiamme e
ascoltati i comunicati diramati attraverso altoparlanti la Sig.ra
<OMISSIS> è rientrata nella propria abitazione, ma con una forte
sensazione di paura.
Il Sig. <OMISSIS> il 25/08/1999, poco dopo
le ore 5.30, mentre si accingeva ad andare al lavoro, ha udito un
fragoroso boato. Uscito immediatamente dalla propria abitazione il Sig.
<OMISSIS> ha visto un’immensa palla di fuoco e molto fumo denso
sovrastare i cinque piani dell’Hotel Internazionale, vicino alla sua
abitazione.
La prima ipotesi del Sig. <OMISSIS> fu
quella che fosse esplosa la raffineria API.
Così l’esponente si è diretto verso la
Caserma Saracini per constatare cosa fosse avvenuto e qui è stato
sorpreso da altre due esplosioni.
A quel punto il Sig. <OMISSIS> ha temuto il
rischio di una serie di esplosioni a catena, il cosiddetto “effetto
domino”, per cui ha deciso di abbandonare definitivamente la propria
abitazione e la zona dirigendosi con la propria auto verso Marina di
Montemarciano, ritenuta più sicura in caso di esplosione totale.
Il Sig. <OMISSIS> sottolinea che durante la
sua permanenza nella zona di Fiumesino non ha udito alcun allarme nè
sirene, non ha udito comunicati diramati attraverso altoparlanti che
informassero su quanto stava accadendo o su che cosa si dovesse fare;
non ha visto forze dell’ordine in aiuto ai cittadini.
La Sig.ra <OMISSIS> il 25/08/1999, alle ore
5.30 circa, è stata improvvisamente svegliata da un boato assordante.
Affacciatasi alla finestra della propria abitazione la Sig.ra <OMISSIS>
ha visto una colonna di fumo levata in direzione della raffineria API.
L’esponente ha visto i suoi vicini di casa già in strada, terrorizzati.
Ad un certo punto la Sig.ra <OMISSIS> ha
visto passare uno sconosciuto, forse un militare od un autista del C.A.F.,
che gridava « scappiamo scappiamo che qui salta tutto ».
La Sig.ra <OMISSIS>
è stata presa dal terrore e dal panico anche perché non ha sentito
allarmi o sirene provenire dalla raffineria API, non ha sentito
comunicati diffusi attraverso gli altoparlanti, non ha visto Vigili
Urbani di Falconara che indicassero che cosa dovessero fare i cittadini.
Dopo pochi minuti la Sig. <OMISSIS> è stata
colta da un altro forte boato ed a quel punto, in accordo ed insieme al
figlio <OMISSIS>, ha deciso di abbandonare la propria abitazione.
Una volta scesa in strada la Sig.ra
<OMISSIS> ha visto persone in preda al panico, qualcuno in pigiama altri
in mutande, che scappavano con i propri mezzi mentre le fiamme erano
altissime.
La Sig.ra <OMISSIS>, insieme al figlio,
si è portata con la propria auto nel piazzale antistante la Chiesa di
San Lorenzo Martire, luogo indicato dal Piano di Emergenza Esterna come
centro di raccolta per simili situazioni. Lì la Sig.ra Caimmi non ha
trovato nè Polizia nè Vigili Urbani impegnati a fornire informazioni sui
comportamenti da adottare. Così l’esponente ha deciso di recarsi a
Falconara Alta, luogo empiricamente ritenuto più sicuro. A Falconara
Alta la Sig.ra <OMISSIS> ha trovato centinaia di persone ed ha atteso
che le fiamme fossero domate per far ritorno alla propria abitazione di
via <OMISSIS>.
Rientrata nella propria abitazione alle ore 8.15 - 8.30
circa la Sig.ra <OMISSIS>
ha udito un comunicato diffuso attraverso altoparlante che informava del
cessato allarme.
Il giorno 25/08/1999 la Sig.ra
<OMISSIS> è stata accompagnata al Pronto Soccorso di Chiaravalle per
un controllo cardiaco a causa dello stato di agitazione ancora presente.
La documentazione medica è allegata al presente esposto - denuncia.
La Sig.ra <OMISSIS> il 25/08/1999, alle ore
3.40 circa si è improvvisamente svegliata poiché disturbata da un odore
molto penetrante e fastidioso simile ad idrocarburi. L’intensità
dell’odore era tale che la Sig.ra <OMISSIS> ha accusato un malessere
nonostante fosse distesa sul letto.
Riaddormentatasi, poco dopo le ore 5.30, la
Sig.ra <OMISSIS> è stata improvvisamente svegliata da una forte
esplosione. Alle ore 5.42 l’esponente ha indossato una tuta sopra il
pigiama e si è precipitata fuori della propria abitazione.
La Sig.ra <OMISSIS> era in preda all’ansia
ed alla preoccupazione perché sentiva i vicini di casa dei piani
superiori che si disperavano per ciò che stava accadendo.
La Sig.ra <OMISSIS> ha
abbandonato la propria abitazione ed è corsa sopra al cavalcavia che
porta in spiaggia, distante circa 150 metri dalla propria abitazione,
per rendersi conto della situazione ed ha visto fiamme altissime e fumo
molto denso e scuro levati verso la raffineria API.
La Sig.ra <OMISSIS> è rientrata nella
propria abitazione soltanto quando ha avuto la certezza che le fiamme
erano state domate.
La Sig. <OMISSIS> il
25/08/1999, verso le ore 5.30, è stata svegliata da un boato terribile:
è uscita dalla propria abitazione ed ha visto che in direzione della
raffineria API si levavano fiamme altissime ed una nube di fumo denso e
nero.
La Sig.ra <OMISSIS> ha capito immediatamente
che si era sviluppato un incendio presso la raffineria API. Poco dopo
l’esponente ha visto ed udito una nuova esplosione e fiamme sprigionarsi
dallo stesso punto.
Terrorizzata e temendo una esplosione a
catena la Sig.ra <OMISSIS>, in accordo ed insieme ai figli, ha
abbandonato la propria abitazione e si è recata in zona Barcaglione
dove ha trovato molte persone che erano scappate. La Sig.ra
<OMISSIS> non ha assolutamente udito alcun allarme, sirena o
messaggio informativo proveniente da altoparlanti.
La Sig.ra <OMISSIS> è rientrata nella
propria abitazione alle ore 8.30 circa.
I documenti relativi all’incendio del 25 Agosto
1999 presso la raffineria Api.
Allegato A)
Nella relazione (allegata alla presente) del
Centro Informazioni per Emergenze ed Attività Comunali relativa
all’incidente in oggetto, a pag. 1 è scritto:
“Ore 6.03 - Riesco a stabilire il
contatto telefonico con la raffineria. Il tecnico presente riferisce di
un incendio ad una pompa e che si tratta di un’emergenza di piccola -
media entità - i Vigili del Fuoco sono già sul posto”. ...
“ Ore 6.14 - Si stabilisce il contatto
con la Prefettura, dott.ssa Calcagnini.
Ore 6.21 - Si stabilisce il contatto con
i Vigili del Fuoco, Ing. Poggiali che riferisce di un incidente
localizzato presso il serbatoio n. 231”. ...
“Qualche minuto prima delle ore 7.00 è
stato inviato tramite gli impianti fissi nei quartieri e le tre
emittenti radio convenzionate il primo messaggio di avviso alla
popolazione.”...
Pag. 2: “A questo proposito devono
essere fatte alcune constatazioni: al Centro Emergenze non è arrivato
alcun avviso o comunicazione ufficiale da parte dei soggetti interessati
all’incidente. Al contrario è stato il Centro Emergenze ad attivarsi ed
a prendere contatti telefonici con la raffineria Api, con la Prefettura
e con i Vigili del Fuoco.”
Allegato B)
Nella Relazione della Prefettura di Ancona
redatta in data 27 Agosto 1999 (allegata alla presente) a pag. 3 è
scritto:
“... nessuno ha dato l’allerta ai Vigili del Fuoco -
la prima chiamata sembra essere stata quella di un cittadino - e nessuno
ha potuto dare l’allarme anche alla popolazione, che, giustamente, ha
protestato... perché è stata avvertita, solo di fatto, dalla (o dalle)
esplosione e dalle fiamme e poi dal denso fumo.
Ora, logica impone che un allarme venga dato il più possibile in
anticipo sul verificarsi dell’evento nocivo, cioè, all’insorgere dello
stato di pericolo, specie in situazioni ad altissimo rischio. Il che,
nel caso di specie, non è avvenuto.
Ora, nella prospettiva di evitare il
ripetersi di situazioni di mancato o ritardato allarme, v’è una
prima considerazione da fare alla luce di questa esperienza: vi è una
autogestione del rischio - non dell’evento nocivo - da parte delle
strutture interne dell’Api, che sembra da assumere come eccessiva ed
impropria non solo in relazione all’entità del rischio stesso ma anche
per le esigenze di informazione dei cittadini, specie di quelli
residenti a ridosso dell’impianto, e di attivazione del Piano di
emergenza esterno...”
Pag. 5: “Occorre, in conclusione,
ipotizzare procedure che riducano quasi a zero i margini di valutazione
discrezionale da parte della Raffineria, indipendentemente dalla qualità
dei servizi all’uopo predisposti, per cui deve risultare
imprescindibile, l’obbligo di segnalare anche il rischio di
apparentemente trascurabile entità: sarà compito dell’Organo tecnico -
in altri termini, dei Vigili del Fuoco - stabilire se attivare le
procedure di allerta e di intervento.
Qui, però, è d’obbligo una ulteriore
messa a punto dello stato delle cose. La tempestività dell’intervento
dei Vigili del Fuoco sull’incidente è dovuta alla fortuita presenza
nelle vicinanze di una squadra reduce da un intervento in una zona
vicina, che ha potuto, così, senza ritardi, che potevano risultare
fatali, intervenire sull’incidente, in attesa dell’arrivo, peraltro
rapido ma pur sempre con i tempi occorrenti per coprire il percorso da
Ancona e dalle altre località, di altri mezzi e uomini, primi, fra gli
altri, quelli del vicino Distaccamento presso l’Aeroporto di Falconara.”
Pag. 7: “ Per completezza di
riferimenti si riportano di seguito tempi e modalità di attuazione del
Piano di Emergenza Esterno, posta in essere dopo l’allertamento della
Prefettura, che ha avuto luogo, tra le 5,50 e le 6,00 ad opera - va
annotato anche questo - della Polizia Stradale, accorsa sul posto
autonomamente.
Sempre in virtù della citata pianificazione, viene
disposta la convocazione del COM presso il Palazzetto dello Sport di
Falconara M., ove tra le 7,20 e le
7,30, si riuniscono i rappresentanti della Prefettura, del Comune, dei
Vigili del Fuoco, dei Vigili Urbani, della Polizia Stradale.
Il COM, constatato che, alle ore 7,35
dall’impianto comparivano solo fumi di vapore, decide di portarsi
immediatamente all’interno della Raffineria.”
Allegato C)
Nel Verbale della Riunione del 31 Agosto 1999 del
Comitato Tecnico Regionale di Prevenzione Incendi, (allegata alla
presente), nel capitolo “Relazione dell’Evento” è scritto:
pag. 2: “ Alle ore 5,38 pervenivano
alla sala operativa dei Vigili del Fuoco di Ancona numerose telefonate
che segnalavano il verificarsi di una forte esplosione seguita da
incendio di vaste proporzioni all’interno della Raffineria Api di
Falconara.”...
“ L’incendio, partito
presumibilmente da una pompa di trasferimento benzina, interessava
anche il resto della sala pompe e parzialmente due serbatoi limitrofi N.
231 e 232 contenenti benzina. Il forte irraggiamento dovuto all’incendio
interessava anche un terzo serbatoio (N. 326) di maggiore capacità
danneggiandolo senza che il suo contenuto prendesse fuoco.”
Pag. 5, punto 2): “ Revisione del
rapporto di sicurezza in particolare rivedendo l’entità degli scenari
incidentali... quanto sopra anche al fine della revisione del piano
di emergenza esterno nel quale dovrà anche essere approfondita la
gestione della informazione alla popolazione in caso di incidente in
Raffineria non direttamente pericoloso per la popolazione, ma i cui
effetti siano comunque rilevabili all’esterno.”
Pag. 6: “ Per quanto riguarda la
protezione della popolazione residente nelle immediate vicinanze della
raffineria, la attuazione delle misure già in precedenza indicate di
delocalizzazione od eliminazione dei depositi contenenti prodotti di
categoria A più prossimi alla viabilità ordinaria potrà garantire
adeguate condizioni di sicurezza per la popolazione stessa.”
Allegato D)
Nel documento elaborato da Api Raffineria di
Ancona S.p.A. dal titolo “Sicurezza e protezione dell’ambiente nella
raffineria Api di Falconara Marittima. Aspetti generali e riscontri
obbiettivi sull’incidente del 25 agosto 1999”, nel capitolo 6.5
recante il titolo “Piani di emergenza interno ed esterno” alle pag. 21 e
22 è scritto:
“... è evidente che tutta
l’organizzazione interna di emergenza è stata prontamente messa in
essere dal personale della raffineria sin dalla prima segnalazione
dell’incidente. Ciò in particolare per quanto riguarda i tempi di
intervento della squadra di prima emergenza, le procedure di chiamata
(call-out) ed il coinvolgimento degli organismi esterni (Vigili del
Fuoco e Pronto Intervento Sanitario), di cui il tipo di emergenza
richiedeva la presenza sul posto. ...
Si ricorda che la tipologia
dell’evento incidentale verificatosi è classificabile, in riferimento
alle procedure stabilite dal PEI, come di categoria 2 (cioè eventi che
non hanno ripercussioni all’esterno e che possono essere controllati nel
tempo con l’ausilio dei Vigili del Fuoco) e non suscettibile di
successiva evoluzione all’esterno. In questo caso è richiesto il solo
allarme ai Vigili del Fuoco, puntualmente avvenuto, con contestuale
informazione al Sindaco. ...
Relativamente al Piano di Emergenza
Esterno, le procedure in essere affidano ai Vigili del Fuoco la
responsabilità, se presenti sul posto, della sua attivazione
coinvolgendo la Prefettura, qualora la situazione di emergenza lo
richieda.
E’ nostra convinzione che tale procedura non era
tecnicamente applicabile all’incidente del del 25 Agosto, in quanto
nessun effetto esterno, se non quello della sua visibilità, si è
manifestato o era suscettibile di manifestarsi.”
Allegato E)
Nel Piano di Emergenza Esterno relativo ai rischi di incidente
rilevante connessi con determinate attività industriali della raffineria
Api di Falconara Marittima (opuscolo / sintesi per la popolazione)
elaborato dalla Prefettura di Ancona, Vigili del Fuoco, Comune di
Falconara, Regione Marche, Provincia di Ancona, Api raffineria di
Ancona, nel capitolo “Informazione alla cittadinanza”, a
pag. 8 è scritto:
“ L’informazione ai cittadini occupa
un posto particolare all’interno del Piano di Emergenza Esterno, in
quanto comprende tutte le forme e le modalità per trasmettere alla
popolazione messaggi ed informazioni utili in caso di emergenza...
Il sistema di informazione di Falconara tende a
garantire la massima velocità di informazione e la migliore diffusione
di notizie attraverso un sistema che
utilizza, contemporaneamente o in modo alternato, diversi strumenti di
comunicazione dislocati in luoghi distinti. Il sistema controlla ed
attiva automaticamente, quando viene data l’autorizzazione dal Sindaco,
sentite le autorità competenti, una serie di strumenti attraverso i
quali vengono distribuite le informazioni. In particolare si tratta:
* impianti di segnalazione d’allarme
con dispositivo luminoso ed acustico collocati a Fiumesino e Villanova
per comunicare il tipo di emergenza in atto...
* collegamento automatico con stazioni
radiofoniche locali che interrompono la trasmissione per diffondere le
notizie diramate dalle autorità...
* punti mobili con altoparlante e
segnalatori luminosi montati su due vetture dei vigili urbani...
* numero verde 167 -12.22.12 al quale i
cittadini possono rivolgersi per ottenere informazioni specifiche.”
Nel capitolo “La gestione dell’emergenza”,
a pag. 13 è scritto:
“ Per garantire la migliore efficacia
degli interventi in caso di emergenza, il Piano prevede una
classificazione precisa degli eventi incidentali ai quali corrispondono
diversi livelli di allertamento e, conseguentemente, differenti forme di
intervento che coinvolgono soggetti distinti...
In particolare si prevedono 4 categorie
di incidenti...
* categoria 2, incidenti che non hanno
ripercussioni all’esterno e che possono essere controllati con
l’intervento dei Vigili del Fuoco esterni. In questo caso si prevede
l’allarme nei confronti del comando dei Vigili del Fuoco e un preallarme
generale alla Prefettura solo qualora si ipotizzi uno sviluppo ulteriore
dell’incidente. Il Comune di Falconara viene in ogni caso informato ;
* categoria 3, incidenti che possono avere
ripercussioni sull’esterno. L’allarme viene dato sia al comando dei
Vigili del Fuoco che alla Prefettura. Il Comune viene informato.
In sostanza si prevede... due livelli di
allertamento, un preallarme che serve per avvisare i soggetti
interessati della possibilità di intervento e l’allarme generale che
scatta quando si prevede che l’evento possa evolversi fino ad
interessare le aree esterne. L’allarme generale, dunque, è la
pre-condizione per l’avviamento del Piano di Emergenza Esterno e si
rende necessario solo per i casi di incidenti che potrebbero interessare
l’esterno...
In questo senso dalla raffineria
parte, a seconda del tipo di incidente che si dovesse verificare, la
comunicazione verso la Prefettura dalla quale si diramano, a catena, una
serie di telefonate verso la Questura, la Polizia Stradale, i
Carabinieri, il Comune, la Regione, la Provincia ecc.
L’adozione del Piano di Emergenza
Esterno viene decisa e comunicata dal Prefetto che, nelle attività di
coordinamento, è affiancato da due strutture composte da rappresentanti
dei diversi organi coinvolti... e il Centro Operativo Misto (COM)...”
Allegato F) Documento
/ fax del Comune di Falconara M. inviato alla Prefettura di Ancona
avente per oggetto “EMERGENZA API”:
“Come da istruzioni ricevute abbiamo
predisposto l’apertura del Palazzetto dello Sport per l’insediamento del
C.O.M.. I nostri rappresentanti si sono recati immediatamente sul posto
e sono rimasti in attesa dell’arrivo dei rappresentanti degli altri
Enti.”
Allegato G) Documento
/ Messaggio Telefax del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di
Ancona (25/8/1999 - Prot. n.3438) inviato a Centro Operativo Ministero
dell’Interno Roma, a Prefettura di Ancona e, per conoscenza, al Sindaco
di Falconara M. e all’Ispettorato Regionale Marche:
“... Durante l’incendio si manifestavano 3 (tre)
esplosioni di forte entità oltreché l’affondamento del tetto
galleggiante di uno dei due serbatoi sopracitati...”
In relazione a quanto sopra esposto e alla
documentazione a cui si fa riferimento, gli esponenti
considerano
che:
1) se l’incidente
verificatosi presso la raffineria Api di Falconara il 25 Agosto 1999
fosse classificabile di categoria 2, come sostenuto dalla Dirigenza
della stessa raffineria API nel documento allegato D), allora la
documentazione degli allegati A) B) e C) dimostra che in
questo caso la Dirigenza della raffineria Api non ha dato l’allarme al
comando dei Vigili del Fuoco nè il preallarme generale alla Prefettura
di Ancona. Tantomeno è stato informato il Comune di Falconara.
L’allarme e il pre-allertamento che la
Dirigenza della raffineria Api avrebbe dovuto mettere in essere era
necessario a causa del rischio reale di uno sviluppo ulteriore
dell’incidente come si può evincere dalla documentazione degli allegati
C / pag. 2)
e G).
Dunque, se si è verificata questa
ipotesi, il comportamento adottato dalla Dirigenza della raffineria Api
ha gravemente ostacolato, ritardato e compromesso l’avvio e l’efficacia
del Piano di Emergenza Esterno in primo luogo per ciò che riguarda
l’informazione dei cittadini che non sono stati raggiunti da
informazioni utili per salvaguardare la propria incolumità.
2) Ma sia l’evoluzione
contingente dell’incendio deducibile dai rapporti dei Vigili del Fuoco,
allegati C / pag. 2) e G), sia l’attivazione del Piano di
Emergenza Esterno decisa dalla Prefettura di Ancona con la relativa
convocazione del C.O.M., allegato B) fanno
ritenere che l’incidente verificatosi il 25 Agosto 1999 presso la
raffineria Api sia stato considerato dalla Prefettura di categoria 3.
Rispetto a questa ben più grave ipotesi
la responsabilità della Dirigenza della raffineria Api di aver posto in
essere un comportamento che ha gravemente ostacolato, ritardato e
compromesso l’avvio e l’efficacia del Piano di Emergenza Esterno è
accentuata.
Gli esponenti lamentano che in ambedue le
ipotesi esposte sopra il comportamento posto in essere dai Dirigenti
della raffineria Api nel corso dell’incidente del 25 Agosto 1999 ha
determinato la non attivazione o il grave ritardo nell’attivazione del
Piano di Emergenza Esterno da parte delle Autorità competenti
mettendo a rischio la vita dei cittadini di Falconara e quindi degli
esponenti e violando il diritto degli esponenti al rispetto della
propria vita privata.
L’art. 10 del D.P.R. 17/05/1988 n. 175
prevede che quando un incidente abbia a verificarsi, il fabbricante è
tenuto ad informare immediatamente il Prefetto e il Sindaco.
L’art. 12 della L. 3/08/1999 n. 265
prevede che il Sindaco, e non più il Prefetto, deve provvedere ad
informare le popolazioni di situazioni di pericolo.
I sottoscritti lamentano che il
comportamento della Dirigenza della raffineria Api e la conseguente non
attivazione o grave ritardo nell’attivazione del Piano di Emergenza
Esterno da parte delle Autorità competenti ha privato gli
esponenti delle misure di informazione sui rischi che stavano correndo
con l’incendio in atto e sui comportamenti da adottare rispetto alla
gravità dell’incidente che, per l’appunto, non è stato oggetto di
alcuna informazione dalle ore 5,37 alle ore 7,00 attraverso i canali di
emergenza predisposti dal Piano di Emergenza Esterno.
La mancanza di informazioni ha leso il
diritto degli esponenti al rispetto della propria vita privata e
familiare, ha leso il diritto alla protezione dell’incolumità personale
e il diritto alla vita degli esponenti e dei propri familiari.
Nella fattispecie gli esponenti sono
rimasti in attesa di informazioni essenziali che avrebbero consentito
loro di valutare i rischi potenziali, avrebbero potuto evitare
l’esposizione ai rischi potenziali e in atto legati direttamente
all’incendio o alle conseguenze dirette dell’incendio (esalazioni), per
sé e per i propri familiari.
A seguito di tali esposizioni alcuni
cittadini hanno riportato conseguenze fisiche documentate da certificati
medici, già depositati presso codesta Procura nel procedimento nr 954/99
RGNR e che si allegano al presente esposto - denuncia in fotocopia
(Allegato H).
Le informazioni essenziali venute a
mancare sarebbero state di estrema utilità per valutare la possibilità
di permanenza o meno nelle proprie abitazioni.
In considerazione degli elementi sopra
esposti, gli scriventi, in proprio e quali associati dell’Associazione
di volontariato per la tutela dell’ambiente e della qualità della vita
denominata Comitato dei Cittadini residenti a Villanova e della
Associazione Comitato del quartiere Fiumesino intendono presentare, come
in effetti presentano
ESPOSTO - DENUNCIA
contro i Sig.ri Dirigenti della raffineria
Api di Falconara Marittima, il Sig. Sindaco del Comune di Falconara M.
e/o chiunque altro sarà ritenuto responsabile della violazione dell’art.
10 del D.P.R. del 17/5/88 n. 175, e/o dell’art. 674 c.p., e/o dell’art.
36 del D.P.R. 6/2/1981 n. 66 e/o di ogni altro reato ravvisato nel fatto
esposto.
Con riserva di costituirsi parte civile per
il risarcimento dei danni subiti e subendi.
I sottoscritti chiedono inoltre di essere
informati ai sensi dell’art. 408 c.p.p. dell’eventuale richiesta di
archiviazione del procedimento relativo alla presente denuncia.
Si allegano alla presente:
- (ALLEGATO A) copia della “
Relazione del Centro Informazioni per Emergenze ed Attività comunali”
del Comune di Falconara M. datata 25 Agosto 1999;
- (ALLEGATO B) copia fax della
relazione della Prefettura di Ancona datata
27 Agosto 1999, Prot. n. 1325/p.c.;
- (ALLEGATO C) copia del messaggio
telefax contenente verbale del Comitato Tecnico Regionale di Prevenzione
Incendi per le Marche datato 31 Agosto 1999,
Prot. n. 4758 ;
- (ALLEGATO D) copia del capitolo 6.5
dal titolo “ Piani di emergenza interno ed esterno” tratto dal documento
di Api Raffineria di Ancona S.p.A. intitolato “Sicurezza e protezione
dell’ambiente nella raffineria Api di Falconara Marittima. Aspetti
generali e riscontri obbiettivi sull’incidente del 25 Agosto 1999.”;
-
(ALLEGATO E) copia del Piano di
Emergenza Esterno, sintesi per la popolazione distribuito dal Comune di
Falconara M.;
- (ALLEGATO F) copia del fax inviato
dal Centro Informazioni per Emergenze ed Attività comunali alla
Prefettura di Ancona datato 25 Agosto 1999;
- (ALLEGATO G) copia del messaggio
telefax del Comando Provinciale Vigili del Fuoco - Ancona a Centro
Operativo Ministero dell’Interno - Roma, a Prefettura di Ancona, a
Sindaco di Falconara M., ad Ispettorato Regionale Marche,
datato 25 Agosto 1999, Prot. n.3438;
- (ALLEGATO H) copia dell’esposto -
memoria consegnato alla Procura della Repubblica di Ancona il 28/9/1999,
copia del verbale di acquisizione da parte del Comando Provinciale di
Ancona dei Carabinieri Reparto Operativo - Nucleo Operativo del
1/10/1999, copia dei certificati medici redatti dai medici curanti dei
Sig.ri <OMISSIS>. |