ESPOSTO DENUNCIA

 

Destinatario: Procura della Repubblica - presso il Tribunale di Ancona
Oggetto: esposto - denuncia
Data: 29 Novembre 2000
 

I sottoscritti

<OMISSIS>

espongono quanto segue:

I fatti.

I Sig.ri <OMISSIS>, costituenti un unico nucleo familiare insieme alla loro figlia <OMISSIS>, la Sig.ra <OMISSIS>, costituente un unico nucleo familiare con la figlia <OMISSIS>, la Sig.ra <OMISSIS>, costituente un unico nucleo familiare insieme al marito <OMISSIS>,  in data 25 Agosto 1999, alle ore 5.37 circa, sono stati svegliati da un forte boato. Affacciatisi dalla propria abitazione hanno constatato che un incendio si era sviluppato in un punto interno alla raffineria Api di Falconara.

I Sig.ri <OMISSIS> hanno udito distintamente transitare un treno in direzione Senigallia nel periodo di tempo trascorso tra l’esplosione che li ha svegliati e la seconda esplosione che li ha colti ancora all’interno della propria abitazione.

Considerando le fiamme altissime, l’enorme colonna di denso fumo nero che sovrastava la zona e che le proprie abitazioni si trovano a poche centinaia di metri dal confine della raffineria Api di Falconara, nel quartiere Villanova, il Sig. <OMISSIS>, la Sig.ra <OMISSIS>, la Sig.ra <OMISSIS>, il Sig <OMISSIS>, la <OMISSIS> hanno abbandonato le rispettive abitazioni ed hanno atteso in strada, ma invano, che fossero diramate attraverso gli altoparlanti posizionati nella vicina Scuola Elementare C. Lorenzini o attraverso le Emittenti Radio locali informazioni sui comportamenti da adottare come prescritto dal Piano di Emergenza Esterno consegnato dall’Amministrazione Comunale di Falconara a tutti i nuclei familiari del quartiere.

I Sig.ri <OMISSIS> hanno avvertito calore provenire dalla direzione dell’incendio.

In mancanza assoluta di informazioni sia sul reale pericolo per la propria incolumità che sul comportamento da adottare in quella particolare circostanza, <OMISSIS> e la figlia <OMISSIS>, <OMISSIS>, <OMISSIS> e la figlia <OMISSIS> (in preda ad una crisi nervosa di pianto) hanno spontaneamente adottato una misura precauzionale concretizzatasi nell’abbandono a mezzo automobile propria della zona di residenza a favore di zone empiricamente ritenute a minor rischio ( Collemarino di Ancona).

I Sig.ri <OMISSIS> e <OMISSIS> sono rimasti nel quartiere ed hanno visto molti residenti allontanarsi con i propri mezzi.

<OMISSIS> ha notato la caduta di scaglie di materiale solido bruciacchiato.

In strada il Sig. <OMISSIS> ha incontrato il Sig. <OMISSIS>. Il Sig. <OMISSIS> ha notato che il giubbino bianco del Sig. <OMISSIS> era completamente macchiato da puntini neri con puzzo simile a gasolio. Il Sig. <OMISSIS> ha fatto notare anche ad un operatore del TG 3 che il suo giubbino si era macchiato per una probabile ricaduta di materiale liquido. 

Le prime, presumibili, informazioni comunicate dal Centro Emergenze del Comune di Falconara sono state udite dal Sig. <OMISSIS> alle ore 7.00 circa, ma l’esponente non è in grado di riferire il contenuto del messaggio per la pessima qualità della trasmissione audio.

<OMISSIS> hanno accusato disturbi respiratori e, in mancanza di presidio medico nel quartiere, nelle ore successive si sono recati dal proprio medico curante che ne ha accertato lo stato di salute come da referti allegati al presente esposto - denuncia.

Il Sig. <OMISSIS> il 25/08/1999, alle ore 5.40 circa, è stato svegliato da un forte boato, seguito, a breve distanza, da un secondo boato. Affacciatosi dal lucernario della propria abitazione ha visto fiamme alte decine di metri accompagnate da una grande nube nera di fumo provenienti dalla raffineria API.

La nube di fumo nera era sospinta dalle correnti d’aria verso Falconara.

Il Sig. <OMISSIS> non ha sentito alcuna sirena d’allarme, nè messaggi degli altoparlanti dislocati nella vicina Scuola Elementare Lorenzini.

In preda alla paura per l’incendio di vaste proporzioni e per la possibile tossicità dell’aria in tutta la zona, il Sig. <OMISSIS> ha deciso di scappare con la propria automobile nella direzione opposta alla nube di fumo, cioè verso Senigallia.

I Sig.ri <OMISSIS> e <OMISSIS> in data 25/08/1999, alle ore 5.40 circa, sono stati svegliati da un boato. Affacciatisi dalla finestra della propria abitazione hanno visto una grossa nuvola nera con la base in fiamme provenire dall’interno della raffineria API. Il Sig. <OMISSIS>, precipitosamente, è sceso in strada e, considerando che la propria abitazione è vicina alla Scuola Lorenzini, ha atteso che dalla stessa fosse diramato un comunicato circa il comportamento da tenere in caso di emergenza. Nell’attesa il Sig. <OMISSIS> ha assistito ad un ulteriore, enorme, scoppio ed ha avvertito una ondata di calore accompagnata da “pezzi volatili” di materiale. A quel punto il Sig. <OMISSIS> è rientrato in casa, ha invitato la moglie, Sig.ra <OMISSIS>, a fuggire dall’abitazione e raggiungere un luogo più lontano dalla raffineria API. Il Sig. <OMISSIS> ha trovato la moglie spaventata dall’accaduto, in preda ad una crisi nervosa. Questa crisi nervosa ha impedito alla Sig. <OMISSIS> di muoversi. Quindi i Sig.ri <OMISSIS> sono rimasti in casa accusando entrambi un forte stato di ansia e rimanendo sempre in attesa di una qualsiasi informazione sui reali pericoli e sul comportamento da adottare in tale circostanza. Questo malessere psichico si è protratto per alcuni giorni.

Il Sig. <OMISSIS>, la Sig.ra <OMISSIS>, la Sig.ra <OMISSIS>, la Sig.ra <OMISSIS>, costituenti un unico nucleo familiare, il 25/08/1999, alle ore 5.35 circa, sono stati improvvisamente svegliati da un forte boato.

Dopo pochi minuti gli esponenti hanno udito un nuovo forte boato e precipitatisi in strada hanno visto una grossa colonna di denso fumo nero e fiamme levati in direzione della raffineria API. Gli esponenti hanno immaginato che fosse accaduto un incidente all’interno della raffineria API. Gli esponenti hanno visto che in strada c’era confusione, molte persone si allontanavano dalle proprie abitazioni con mezzi propri.

Il Sig. <OMISSIS>, la Sig.ra <OMISSIS>, la Sig.ra <OMISSIS>, la Sig.ra <OMISSIS> hanno atteso in strada che fossero comunicate informazioni su quanto stava accadendo e sul comportamento da adottare. Non hanno udito alcun tipo di informazione così hanno deciso di abbandonare la loro abitazione e di portarsi con la propria automobile nella zona di Camerata Picena.

La Famiglia <OMISSIS> è rientrata nella propria abitazione dopo le ore 8.30.

La Sig.ra <OMISSIS> e la figlia <OMISSIS> hanno accusato irritazione alla gola e disturbi respiratori; per questo motivo, nelle ore successive, si sono recate dal proprio medico curante che ne ha accertato lo stato di salute come da referti allegati al presente esposto - denuncia.

Il Sig. <OMISSIS> il 25/08/1999, alle ore 5.35 circa, mentre nella propria abitazione si stava preparando per recarsi al lavoro, ha udito un forte boato. L’esponente è uscito in strada per capire che cosa fosse avvenuto ed è stato sorpreso da un nuovo forte boato. Il Sig. <OMISSIS> ha visto una grossa colonna di fiamme e fumo levata in direzione della raffineria API. Il Sig. <OMISSIS> ha atteso insieme alla propria madre, Sig.ra <OMISSIS>, che fossero comunicate informazioni attraverso gli altoparlanti posizionati nella vicina Scuola Lorenzini. Non avendo udito nessun comunicato ed essendo la Sig.ra <OMISSIS> in preda alla paura per quanto stava avvenendo, il Sig. <OMISSIS>, in accordo ed insieme alla madre, alle ore 6.15 circa ha deciso di abbandonare la propria abitazione e si è diretto in auto a casa di parenti, a Chiaravalle.

Il Sig. <OMISSIS> specifica che nella fuga dalla propria abitazione ha portato con sé anche l’anziana vicina di casa, Sig.ra <OMISSIS>, sola ed in preda alla paura. Giunto a Chiaravalle, il Sig. <OMISSIS> ha lasciato la madre e l’anziana vicina di casa presso i parenti e si è poi recato al lavoro presso il deposito Cotran di Marina di Montemarciano.    

Ma raggiunto il deposito Cotran, alle ore 7.15 circa, il Sig. <OMISSIS> ha accusato un forte stato di ansia che gli ha impedito di iniziare a svolgere la professione di conducente di mezzi pubblici. Il forte stato di ansia si è protratto per tutta la giornata ed il medico curante ne ha certificato lo stato di salute con documento allegato al presente esposto - denuncia.

Il Sig. <OMISSIS> il 25/08/1999, alle ore 5.37, è stato improvvisamente svegliato da un forte boato. L’esponente ha sentito che all’esterno della propria abitazione persone gridavano e molte auto stavano transitando velocemente. Il Sig. <OMISSIS> si è dunque recato in strada e portatosi in via Flaminia ha visto fiamme altissime provenire dalla raffineria API e una densa nube di fumo nero che si stava dirigendo verso le abitazioni del quartiere.

Il Sig. <OMISSIS> è stato colto da una nuova esplosione; egli ha visto che una enorme lingua di fuoco si è improvvisamente levata dal luogo dell’incidente ed ha avvertito una fortissima vampata di calore che lo ha istintivamente indotto a scappare e a ripararsi dietro la prima casa utile allo scopo.

Poco dopo il Sig. <OMISSIS> si è accorto che stavano cadendo sostanze tipo cenere e sostanze liquide ed il suo giubbino bianco si stava macchiando di puntini neri e dal puzzo simile a gasolio.

Il Sig. <OMISSIS> ha commentato il fatto con il Sig. <OMISSIS> ed il Sig. <OMISSIS>, incontrati in strada e, successivamente, ha mostrato il giubbino macchiato ad un operatore del TG 3 che lo ha ripreso con la telecamera.

Il Sig. <OMISSIS>, valutando che ancora alle ore 6.30 circa, non era stata comunicata nessuna informazione relativa la Piano di Emergenza Esterno, in preda alla paura accentuata dall’incertezza su che cosa fare, ha deciso di abbandonare la propria abitazione, lasciandola incustodita.

Il Sig. <OMISSIS> ha accusato disturbi respiratori diagnosticati dal proprio medico curante, come da certificato allegato al presente esposto - denuncia.

Il Sig. <OMISSIS> il 25/08/1999, alle ore 5.35 circa, è stato improvvisamente svegliato da un fortissimo boato.

Il Sig. <OMISSIS>, insieme ai familiari componenti il nucleo, Sig.ra <OMISSIS>, era spaventato e disorientato.

Per capire che cosa stesse accadendo l’esponente è uscito dalla propria abitazione ed ha visto che era avvenuto un incidente all’interno della raffineria API.

Il Sig. <OMISSIS>, tenendo d’occhio la grossa colonna di fiamme e fumo, ha atteso, invano, che attraverso l’altoparlante della Scuola Elementare Lorenzini fossero comunicate informazioni utili ai fini dei comportamenti da adottare, come da Piano di Emergenza Esterno consegnato dall’Amministrazione comunale di Falconara.

Il Sig. <OMISSIS> ha visto ed udito un treno transitare con direzione Senigallia e per un momento ha ritenuto che quel fatto fosse rassicurante rispetto alla gravità dell’incidente. Ma poco dopo il Sig. <OMISSIS>, insieme ai propri familiari, è stato colto da una nuova esplosione e da una vampata di intenso calore.

Le altissime fiamme e la densa colonna di fumo nero che si spingeva verso le abitazioni del quartiere, la mancanza di informazioni, hanno indotto il Sig. <OMISSIS>, in accordo ed insieme ai suoi familiari, ad abbandonare la propria abitazione.

Spaventato, disorientato e preoccupato per la sorte della propria abitazione il Sig. <OMISSIS>, insieme ai suoi familiari, si è diretto dapprima verso Castelferretti e poi in zona aeroporto. Ad un certo punto il Sig. <OMISSIS> si è ricordato che nella fretta di scappare aveva dimenticato di chiudere la propria abitazione; così l’esponente è ritornato, a piedi, attraverso la campagna, verso la propria abitazione nel quartiere Villanova. Il forte calore delle fiamme e il pulviscolo causato dall’incendio gli hanno procurato difficoltà nella respirazione.

Il Sig. <OMISSIS>, insieme ai suoi familiari, è rientrato nella propria abitazione alle ore 10.30 circa.

La Sig.ra <OMISSIS> il 25/08/1999, durante l’incendio presso la raffineria API, ha accusato un forte stato di ansia che si è protratto anche dopo la conclusione dell’evento stesso, stato di ansia che è stato accertato dal Pronto Soccorso dell’Ospedale di Chiaravalle il cui referto è allegato al presente esposto - denuncia.

La Sig.ra <OMISSIS> ha accusato il forte stato di ansia poiché era impossibilitata ad abbandonare la propria abitazione a causa delle critiche condizioni di salute del marito Sig. <OMISSIS>, il quale era costretto a letto.

La Sig.ra <OMISSIS> fa presente che il suo stato era ancor più accentuato in quanto priva di un mezzo privato, priva di informazioni sui reali pericoli a cui era esposta insieme al marito e priva di qualsiasi informazione sul comportamento da adottare in quella specifica situazione.  

I Sig.ri <OMISSIS>, la mattina del 25/08/1999, alle ore 5.40 circa, sono stati svegliati da un forte boato. Dalla finestra della loro abitazione si vedeva una colonna di denso fumo nero alzarsi dalla raffineria. Al secondo boato, viste anche le fiamme, si sono precipitati a prendere l’auto nel garage del cortile. Nel cortile, i Sig.ri <OMISSIS> hanno sentito un forte calore provenire dalla direzione dell’esplosione. Quindi si sono diretti a prendere la mamma ultraottantenne della Sig. <OMISSIS>, Sig.ra <OMISSIS>, residente al <OMISSIS> e tutti insieme si sono diretti verso Falconara Alta.

I Sig.ri <OMISSIS>, prima di abbandonare il quartiere, non hanno udito nessun annuncio o comunicato inerente all’emergenza in atto.

Inoltre La Sig.ra <OMISSIS> ha accusato un forte malessere psichico e fisico che si è protratto per alcuni giorni come accertato dalla diagnosi allegata al presente esposto - denuncia.

I Sig.ri <OMISSIS> in data 25/08/1999, alle ore 5.37, sono stati svegliati da una sequenza di boati. Al secondo boato, sentendo numerose voci provenire dalla strada sottostante la loro abitazione, si sono affacciati alla finestra ed hanno visto una enorme colonna di fuoco  e denso fumo nero provenire da dietro le ultime case della via, in direzione della raffineria API, seminascosta alla vista dalle case stesse.

I Sig.ri <OMISSIS> hanno visto gli abitanti del quartiere in preda al panico ed in fuga. I Sig.ri <OMISSIS> sono rapidamente scesi in strada e poiché dalla vicina Scuola Elementare Lorenzini non è stata diramata nessuna informazione sia sul tipo di incidente che sul comportamento da adottare, come prescritto dal Piano di Emergenza Esterno consegnato dall’Amministrazione Comunale a tutte le famiglie del quartiere, hanno abbandonato la propria abitazione e, con la propria automobile, hanno raggiunto la zona di Falconara Alta.

Dopo circa due ore i Sig.ri <OMISSIS> sono rientrati nella loro abitazione e solo allora sono venuti a conoscenza della gravità dell’incidente in raffineria.

Ciò ha causato un aggravamento dello stato di paura ed ansia dei Sig.ri <OMISSIS>.

I Sig.ri <OMISSIS>, in data 25/08/1999, alle ore 5.37, sono stati svegliati da una sequenza di boati. Si sono affacciati alla finestra ed hanno visto una enorme colonna di fiamme e fumo, denso e nero, provenire dalla parte della raffineria API e gli abitanti del quartiere fuggire in preda alla paura.

I Sig.ri <OMISSIS> sono scesi immediatamente in strada; dagli altoparlanti posizionati nella vicina Scuola Elementare Lorenzini hanno atteso comunicazioni circa il comportamento da adottare, come prescritto dal Piano di Emergenza Esterno consegnato dall’Amministrazione Comunale di Falconara a tutte le famiglie del quartiere. Non avendo udito nessun tipo di comunicazione i Sig.ri <OMISSIS> hanno abbandonato la propria abitazione e con la propria automobile si sono recati a Falconara Alta. Dopo circa due ore i Sig.ri <OMISSIS> sono rientrati nella propria abitazione e soltanto in quel momento sono venuti a conoscenza della gravità dell’incidente. Tutto ciò ha causato ai Sig.ri <OMISSIS> un forte stato di ansia e di paura che è perdurato per diverso tempo.

La Sig.ra <OMISSIS> il 25/08/1999, alle ore 5.30 circa, è stata svegliata da un enorme boato. Al secondo successivo boato la Sig.ra <OMISSIS> e suo marito <OMISSIS> si sono affacciati alla finestra della loro abitazione e hanno visto fiamme e fumo altissimi all’interno della raffineria API.

L’enorme spavento ha determinato uno stato di malessere nella Sig.ra <OMISSIS>, forte innalzamento della pressione arteriosa e nervosismo che la Sig.ra <OMISSIS> ha tentato di controllare con un prodotto farmaceutico prescritto precedentemente dal medico di famiglia. I Sig.ri <OMISSIS> hanno pensato di scappare subito.

Poco dopo è sopraggiunta la loro figlia, domiciliata a <OMISSIS>, anche lei impaurita, la quale li ha portati, con auto propria, nell’abitazione di <OMISSIS>. La Sig.ra <OMISSIS> non ha sentito comunicare allarmi di nessun tipo, nè sirene nè annunci con altoparlante su ciò che stava accadendo e sul comportamento da adottare.

Alle ore 12.00 circa i Sig.ri <OMISSIS> sono rientrati nella propria abitazione.

La Sig.ra <OMISSIS> il 25/08/1999, alle ore 5.30 circa, ha udito un fortissimo boato ed ha subito intuito che proveniva dalla raffineria API. Il marito della Sig.ra <OMISSIS>, Sig. <OMISSIS>, sofferente di una malattia neurologica <OMISSIS>, non riusciva a muoversi dal letto. La Sig.ra <OMISSIS>, terrorizzata, ha iniziato a gridare. Fortunatamente il figlio della Sig.ra <OMISSIS>, <OMISSIS>, domiciliato nell’appartamento adiacente, si trovava in casa ed immediatamente ha caricato i genitori in auto portandoli all’Hotel Avion.

La Sig.ra <OMISSIS> ha visto fiamme altissime levarsi dalla raffineria; ha udito altri boati fortissimi ed ha avvertito un calore intenso. Lungo via <OMISSIS> c’erano soltanto gli abitanti della zona ed i militari della vicina caserma Saracini che scappavano terrorizzati. La Sig.ra <OMISSIS> non ha udito alcuna comunicazione circa i comportamenti da adottare ed in base a quanto stabilito dal Piano di Emergenza Esterno.

Il Sig. <OMISSIS> il 25/08/1999, poco dopo le ore 5.30, è stato svegliato da un forte boato. Ha aperto la finestra della propria abitazione ed ha visto fiamme altissime levate verso la raffineria API, lato caserma militare Saracini. In pochi minuti il Sig. <OMISSIS> ha sentito il susseguirsi di altri scoppi. Rapidamente il Sig. <OMISSIS>, in accordo ed insieme a sua moglie e suo figlio, tutti terrorizzati per quanto stava accadendo, è scappato dalla propria abitazione e con l’automobile ha raggiunto Camerata Picena, comune di residenza di alcuni parenti.

Il Sig. <OMISSIS> ha visto in strada gente che, spaventata, scappava sia a piedi che in automobile. Il Sig. <OMISSIS> fa presente che non ha udito nessun allarme di avviso di pericolo nè alcuna comunicazione rivolta alla popolazione sul comportamento da adottare. Il Sig. <OMISSIS>, insieme ai suoi familiari, è potuto rientrare nella propria abitazione soltanto nella tarda mattinata, quando è riuscito a sapere che la situazione era ormai tranquilla.

La Sig.ra <OMISSIS> il 25/08/1999, alle ore 5.30 circa, ha udito un tremendo scoppio e, immediatamente dopo, il vicino di casa Sig. <OMISSIS> che gridava.

La Sig.ra <OMISSIS> ha intuito che era accaduto qualcosa di grave. Si è precipitata in strada ed ha visto le fiamme altissime verso la raffineria API. Poi ha udito altri due scoppi fortissimi. Tutto ciò ha terrorizzato la Sig.ra <OMISSIS> la quale, valutata la gravità della situazione e del pericolo che stava correndo, ha ritenuto che era necessario abbandonare la propria abitazione e fuggire da Fiumesino. La Sig.ra <OMISSIS> vive sola ed ha difficoltà di movimento per alcuni interventi chirurgici alle ginocchia; per questo motivo ha abbandonato la propria abitazione e la zona aiutata dal vicino di casa Sig. <OMISSIS>.

La Sig.ra <OMISSIS> fa presente che non ha udito alcun allarme; nè sirene nè altoparlanti che avvisassero su quanto stava accadendo.

La Sig.ra <OMISSIS> è tornata nella propria abitazione, accompagnata dal Sig. <OMISSIS>, dopo le 8.00 circa.

Il Sig. <OMISSIS> il 25/08/1999, intorno alle ore 5.30 circa, è stato improvvisamente svegliato da uno scoppio tremendo. Intuendo che si trattava di qualcosa di grave si è affacciato dalla finestra ed ha visto delle fiamme altissime levarsi verso la raffineria API. Poi il Sig. <OMISSIS> ha udito altri due boati.

Tutto ciò ha terrorizzato il Sig. <OMISSIS> che, valutata la gravità della situazione e del pericolo che stava correndo insieme ai suoi familiari, ha deciso che era necessario fuggire. Il Sig. <OMISSIS>, sofferente di cuore, in accordo ed insieme a sua moglie <OMISSIS> e a suo fratello, ha abbandonato la propria abitazione e con la propria automobile si è recato a Senigallia.

Il Sig. <OMISSIS> fa presente che non ha udito alcun allarme, nè sirene nè altoparlanti che comunicassero quanto stava accadendo ed il comportamento da adottare.

Il Sig. <OMISSIS> ed i suoi familiari il 25/08/1999, alle ore 5.30 circa, sono stati improvvisamente svegliati da un boato fortissimo. Il Sig. <OMISSIS> si è affacciato alla finestra della propria abitazione ed ha visto delle fiamme altissime ergersi in direzione della raffineria API.

Il Sig. <OMISSIS> si è sentito investito da un fortissimo calore.

Terrorizzato da quanto stava accadendo il Sig. <OMISSIS>, in accordo ed insieme alla moglie, alla figlia, ed alla anziana madre Sig.ra <OMISSIS>, ha deciso di abbandonare la propria abitazione. Il Sig. <OMISSIS> si è recato con la propria automobile dapprima presso il salone dell’aeroporto di Falconara e, in un secondo momento, presso l’Hotel Avion, luogo dove ha incontrato molta altra gente che era scappata.

Il Sig. <OMISSIS> fa presente che la propria madre, Sig.ra <OMISSIS>, è di salute cagionevole data l’età avanzata.

Inoltre il Sig. <OMISSIS> specifica che non ha udito alcun allarme né altoparlanti che comunicassero quanto stava accadendo o informazioni sui comportamenti da adottare.

Il Sig. <OMISSIS> è rientrato in casa propria, con la sua famiglia, dopo le 8.00 circa ed ha udito con una certa meraviglia che attraverso l’altoparlante installato sull’edificio dell’Hotel Internazionale veniva comunicato che l’allarme era rientrato e che la gente poteva tornare nelle proprie abitazioni.

Il Sig. <OMISSIS> il 25/08/1999, alle ore 5.30 circa, è stato svegliato da un boato. Il Sig. <OMISSIS> è uscito dalla propria abitazione e lì è stato sorpreso da un secondo boato e da una vampata di calore molto intensa, proveniente dalla vicina raffineria.

Il Sig. <OMISSIS> non ha udito alcun allarme o sirena di pericolo in corso.

In strada il Sig. <OMISSIS> ha incontrato il Sig. <OMISSIS>; l’esponente ha notato che il giubbino bianco indossato dal Sig. <OMISSIS> era macchiato da puntini neri e quando il Sig. <OMISSIS> lo ha invitato a constatarne l’odore ha avvertito puzzo simile a gasolio.

Viste le alte fiamme e valutata la pericolosità della situazione, il Sig. <OMISSIS> ha fatto salire sua madre e sua nonna nella propria automobile, e con loro, ha abbandonato la propria abitazione allontanandosi in luoghi ritenuti più sicuri.

Poco dopo essersi allontanato con i propri familiari, il Sig. <OMISSIS> ha cominciato ad avvertire bruciore alla gola ed agli occhi.

Dopo che tutto è tornato alla normalità il Sig. <OMISSIS> si è recato dal proprio medico curante per gli accertamenti del caso.

La diagnosi del medico del Sig. <OMISSIS> è allegata al presente esposto-denuncia.

Il Sig. <OMISSIS> il 25/08/1999, alle ore 5.30 circa, è stato improvvisamente svegliato da un boato fortissimo. Il Sig. <OMISSIS>, insieme alla moglie Sig.ra <OMISSIS> e allo zio Sig. <OMISSIS>, di salute cagionevole, è sceso in strada ed ha visto delle fiamme altissime levate verso la raffineria API.

Poco dopo il Sig. <OMISSIS> ha udito altri boati.

Spaventato da quanto stava accadendo, in accordo ed insieme ai suoi familiari, il Sig. <OMISSIS> ha abbandonato la propria abitazione e con la propria automobile ha raggiunto Palombina Vecchia.

Il Sig. <OMISSIS> fa presente che non ha udito alcun allarme né sirene; non ha udito comunicazioni diramate attraverso altoparlante riguardo a quanto stava accadendo ed ai comportamenti da adottare.

Il Sig. <OMISSIS>, con i propri familiari, è tornato presso la sua abitazione alle 8.00 circa. Solo allora il Sig. <OMISSIS> ha sentito che dall’altoparlante installato sull’edificio dell’Hotel Internazionale è stato diffuso un comunicato che avvertiva la popolazione del cessato allarme e della possibilità di rientrare nelle proprie abitazioni.

Il Sig. <OMISSIS> il 25/08/1999, poco dopo le ore 5.30, è stato improvvisamente svegliato da un forte boato; ha aperto la finestra della propria abitazione ed ha visto che fiamme altissime sembravano voler raggiungere la sua abitazione.

Nel frattempo la moglie del Sig. <OMISSIS>, Sig.ra <OMISSIS>, i figli Sig.ri <OMISSIS>, e la mamma sofferente di <OMISSIS> Sig.ra <OMISSIS>, terrorizzati dall’incendio e dai boati seguenti, si sono vestiti il più rapidamente possibile per poter scappare.

Il Sig. <OMISSIS>, appena uscito dalla propria abitazione, ha visto che moltissima gente stava scappando nonostante non fosse suonato alcun allarme.

Il Sig. <OMISSIS>, in accordo ed insieme ai suoi familiari, ha deciso di abbandonare la propria abitazione ed allontanarsi il più possibile. Nel fare questo il Sig. <OMISSIS>, insieme ai suoi familiari, è transitato davanti al piazzale della Chiesa di S. Lorenzo Martire, primo luogo di concentramento indicato dal Piano di Emergenza Esterno distribuito ai cittadini dal Comune di Falconara. Nel piazzale antistante la Chiesa il Sig. <OMISSIS> non ha visto nessun funzionario o agente pubblico ad attendere la gente per fornire informazioni sul da farsi, cosicché ha proseguito con i propri familiari fino a raggiungere la collina di Castelferretti.

Poco dopo le 8.00, constatando visivamente la fine dell’incendio, il Sig. <OMISSIS> ha deciso di portare i propri familiari a Monte San Vito, mentre personalmente rientrava nella propria abitazione a constatare gli eventuali danni.

Il Sig. <OMISSIS> il 25/08/1999, poco dopo le ore 5.30, è stato improvvisamente svegliato da un forte boato. Il Sig. <OMISSIS> ha aperto la finestra della propria abitazione ed ha visto fiamme altissime levate verso la raffineria API.

Terrorizzato da quanto visto il Sig. <OMISSIS>, in accordo ed insieme alla propria compagna Sig.ra <OMISSIS>, ha abbandonato la propria abitazione ed è scappato con la propria automobile in direzione di Senigallia.

Il Sig. <OMISSIS> fa presente che quando è sceso in strada ha visto gente in preda al panico che gridava, abbandonata a se stessa, soprattutto perché non si è sentito alcun allarme e nessuno che abbia informato sul da farsi.

Il Sig. <OMISSIS> è rientrato nella propria abitazione, insieme alla Sig.ra <OMISSIS>, alle 10.00 circa, cioè solo dopo che ha saputo che la situazione era sotto controllo. Il Sig. <OMISSIS> dichiara inoltre che la sua compagna, Sig.ra <OMISSIS>, nel corso della mattinata ha accusato un malore.

Il Dott. <OMISSIS> ha prescritto alla Sig.ra <OMISSIS> assoluto riposo lontano dalla raffineria API e dei calmanti.

La Sig.ra <OMISSIS> il 25/08/1999, poco dopo le ore 5.30, è stata svegliata da un forte boato. Ha aperto la finestra della propria abitazione e ha visto fiamme altissime in direzione della raffineria API.

Impaurita, la Sig.ra <OMISSIS> si è precipitata in strada dove ha visto molte persone scappare gridando « via, via... scoppia l’API ! ».

La Sig.ra <OMISSIS> vive sola ed è stata fortunata nell’incontrare un vicino di casa che stava scappando con la propria automobile. Questo vicino l’ha fatta salire in auto ed insieme ai suoi familiari si sono allontanati in direzione di Senigallia.

La Sig.ra <OMISSIS> fa presente che non ha udito alcun allarme, non ha udito sirene nè altoparlanti che comunicassero quanto stava accadendo o indicassero il da farsi.

La Sig.ra <OMISSIS> è rientrata nella propria abitazione, accompagnata dal vicino di casa, dopo le ore 8.00; in questo frangente ha ascoltato con meraviglia il messaggio di cessato allarme e possibilità di rientro nelle proprie abitazioni inviato attraverso l’altoparlante installato sull’edificio dell’Hotel Internazionale.

Il Sig. <OMISSIS> il 25/08/1999, alle ore 5.35 circa, è stato svegliato da una fortissima esplosione. Affacciatosi alla finestra esposta ad Est della propria abitazione, il Sig. <OMISSIS> è stato investito da una vampata di calore ed è rimasto impressionato alla vista di fiamme nella zona della raffineria API. Le fiamme altissime, frammiste a denso e scuro fumo, sovrastavano in altezza gli edifici e gli alberi situati di fronte alla abitazione del Sig. <OMISSIS>, tanto da fargli ritenere che anch’essi fossero stati investiti dall’incendio.

Nel vicinissimo piazzale del CAF (Consorzio Autotrasportatori di Falconara) alcuni autisti gridavano « ...è scoppiato un serbatoio dell’API...».

Il Sig. <OMISSIS> è sceso in strada; qui ha trovato alcuni vicini anche loro usciti dalle proprie abitazioni. I presenti si sono consultati sulla posizione delle fiamme ed hanno concordato che l’incendio si era sviluppato in prossimità dei serbatoi di benzina della raffineria API e che pertanto il rischio di gravi conseguenze era altissimo.

Trascorrendo i minuti e non pervenendo notizie ufficiali e nemmeno segnalazioni riguardo a ciò che stava accadendo, né attraverso le emittenti televisive locali sulle quali il Sig. <OMISSIS> si è rapidamente sintonizzato, né attraverso gli altoparlanti posizionati sul vicino Hotel Internazionale né, infine, per le vie brevi, il Sig. <OMISSIS>, insieme ed in accordo con la propria moglie, spaventato ed allarmato, ha deciso di abbandonare la propria abitazione.

Il Sig. <OMISSIS>, insieme alla moglie, in primo luogo si è diretto verso il piazzale della Chiesetta di S. Lorenzo, luogo indicato come punto di raccolta dal Piano di Emergenza Esterno. Il Sig. <OMISSIS> ha constatato che non c’era alcun presidio informativo e, valutata la minacciosità delle fiamme, ha deciso di proseguire verso il centro di Falconara. Transitando dietro la Caserma Saracini ha notato che i militari in essa presenti stavano abbandonando in fretta e furia la Caserma stessa, alcuni addirittura con solo le ciabatte ed in mutandine. Questo fatto ha preoccupato ulteriormente il Sig. <OMISSIS> poiché egli ha pensato che a quel Comando Militare fosse pervenuto un avvertimento specifico e tale da rendere necessario l’assoluto allontanamento delle persone dalle zone viciniore alla raffineria API.

Il Sig. <OMISSIS>, insieme a sua moglie, si è quindi recato a casa di sua figlia, in via

<OMISSIS> di Falconara e, insieme alla sua famiglia, si è recato ad Ancona presso l’abitazione del fratello del genero.

Il Sig. <OMISSIS>, insieme a sua moglie, è rientrato nella propria abitazione verso le ore 8.00 - 8.30 circa, allorquando da contatti telefonici ha appreso che la situazione era ormai sotto controllo.

La Sig.ra <OMISSIS> il 25/08/1999, alle ore 5.35 circa, è stata svegliata da un forte scoppio. La Sig.ra <OMISSIS> si è affacciata dalla finestra della sua abitazione, ha visto fiamme e fumo, ed ha immediatamente capito che provenivano dalla raffineria API. Mentre nel piazzale degli autotrasportatori del C.A.F., sottostante la sua abitazione, gli autisti gridavano, la Sig.ra <OMISSIS> ha udito un altro scoppio.

Ha indossato la vestaglia e le ciabatte e, impaurita, si è precipitata in garage per prendere la sua auto e fuggire. Mentre era intenta a salire sulla sua automobile la Sig.ra <OMISSIS> ha udito un altro scoppio.

La Sig.ra <OMISSIS> non ha udito allarmi di nessun genere, nè sirene nè comunicati attraverso altoparlante, per cui ha deciso di abbandonare la propria abitazione.

Con la propria automobile si è diretta verso Castelferretti transitando per l’Hotel Avion poiché ha ritenuto che le altre strade fossero impraticabili.

Transitando nei pressi della Caserma Saracini la Sig.ra <OMISSIS> ha visto i militari che fuggivano dalla Caserma Militare con pochi indumenti indossati e visibilmente spaventati; ad essi la Sig.ra <OMISSIS> ha chiesto notizie su che cosa stava accadendo e la risposta è stata che stava scoppiando la raffineria.

Ad un certo punto del percorso in auto la Sig.ra <OMISSIS> si è ricordata di non aver avvertito telefonicamente i propri parenti così ha pensato di fermarsi in un casale dove aveva notato luce dalle finestre. Scesa dalla propria automobile la Sig.ra <OMISSIS> ha notato che una grossa nube nera sovrastava la zona ed immediatamente è stata investita da un odore acre che Le ha procurato immediatamente un forte bruciore alla gola. Tale bruciore ha costretto la esponente a recarsi dal proprio medico curante ed il fastidio alla gola è perdurato per un paio di mesi circa.

Raggiunti i propri cugini a Castelferretti, la Sig.ra <OMISSIS> vi si è trattenuta fin verso le ore 8.30. Poi, appreso che la situazione era tornata sotto controllo, ha fatto ritorno alla propria abitazione.

Il Sig. <OMISSIS> il 25/08/1999, poco dopo le ore 5.30, è stato improvvisamente svegliato da un boato fortissimo che ha scosso il suo letto.

Affacciatosi dalla porta della propria abitazione ha notato, immediatamente dietro le palazzine della Caserma Militare Saracini, una densissima colonna di fumo e dei bagliori rossastri. Sceso in strada il Sig. <OMISSIS> ha visto che tutti i vicini erano usciti dalle proprie abitazioni mentre dal vicino piazzale del C.A.F. un autista gridava

« andiamo, andiamo che scoppia tutto ! ». Il Sig. <OMISSIS> è ritornato all’interno della propria abitazione per informare i genitori che, terrorizzati per il verificarsi di un altro boato, hanno chiesto di fuggire. Fino a quel momento il Sig. <OMISSIS> non ha udito nè sirene di allarme nè altoparlanti che comunicassero informazioni su quanto stava accadendo e sui comportamenti da adottare.

Così il Sig. <OMISSIS>, in accordo ed insieme ai propri genitori, ha deciso di abbandonare la propria abitazione. Nella sua automobile si sono sistemati la madre terrorizzata, Sig.ra <OMISSIS>, il padre disabile per <OMISSIS>, Sig. <OMISSIS>, la nonna di <OMISSIS>, Sig.ra <OMISSIS>.

Nonostante l’agitazione il Sig. <OMISSIS> si è ricordato che il Piano di Emergenza Esterno prevedeva come area di accentramento il piazzale antistante la Chiesa di S. Lorenzo Martire ma, nonostante fossero passati circa 20 minuti dalla prima esplosione, sul piazzale non ha incontrato nessuno ad informarlo sul da farsi.

La visione delle fiamme alte più del doppio dei palazzi, fiamme che sembravano raggiungerli, ha indotto il Sig. <OMISSIS>, in accordo ed insieme ai suoi familiari, a raggiungere l’Hotel Avion che sembrava poter garantire un sufficiente appoggio, un minimo di distanza di sicurezza in più rispetto all’incendio, considerato anche che una <OMISSIS> ostacolava seriamente la guida dell’auto al Sig. <OMISSIS>. Nel percorso in auto verso l’Hotel Avion il Sig. <OMISSIS> ha visto che i militari della vicina Caserma Saracini stavano camminando lungo la strada: molti di loro erano scalzi ed in mutande.

Poco dopo le ore 8.00, a seguito di numerose telefonate e constatando visivamente che la situazione era ormai sotto controllo, il Sig. <OMISSIS>, in accordo ed insieme ai suoi parenti, ha deciso di rientrare nella propria abitazione.

Il Sig. <OMISSIS> il 25/08/1999, verso le ore 5.30 circa, è stato svegliato da un forte scoppio. Immediatamente il Sig. <OMISSIS> è uscito dalla propria abitazione per verificare cosa fosse accaduto e ha visto che fiamme e fumo si levavano dalla vicina raffineria API. Il Sig. <OMISSIS> risiede nel quartiere Fiumesino da 24 anni e considerato che è stato testimone di altri eventi simili verificatesi nella raffineria API ha intuito il pericolo incombente ed ha deciso, in accordo ed insieme ai suoi familiari, di abbandonare la propria abitazione e fuggire.

Giunto all’altezza della Chiesa di Fiumesino il Sig. <OMISSIS> ha udito un altro forte scoppio proveniente dalla raffineria.

Il Sig. <OMISSIS>, insieme ai suoi familiari, si è diretto in auto verso Monte San Vito, paese dove risiedono i consuoceri. Lì è rimasto per tutta la giornata del 25/08.

Il Sig. <OMISSIS> precisa che non ha udito allarmi provenienti dalla raffineria API, nè altre sirene di allarme. Il Sig. <OMISSIS> non ha udito comunicati diramati attraverso altoparlanti, rivolti ai cittadini, che indicassero il comportamento da tenere.

Il Sig. <OMISSIS> il 25/08/1999 è stato svegliato da un grosso boato che lo ha fatto letteralmente saltare dal letto. Il Sig. <OMISSIS>, insieme a sua moglie, si è vestito immediatamente, cosciente che si trattasse di un incidente all’interno della raffineria API. Aperta la porta della propria abitazione il Sig. <OMISSIS> è stato investito da una vampata di calore ed ha visto fiamme altissime che si levavano in direzione Est rispetto alla sua abitazione. Rapidamente il Sig. <OMISSIS> ha trascinato la propria consorte fuori della loro abitazione ed è scappato insieme a lei verso l’aeroporto. Durante la fuga il Sig. <OMISSIS> ha incontrato lungo la strada i militari della vicina Caserma Saracini che scappavano disordinatamente.

Il Sig. <OMISSIS> non ha udito nessun segnale di allarme nè dalla raffineria API nè dalle Autorità comunali. Dopo circa 3 ore, ad allarme cessato, il Sig. <OMISSIS>, insieme a sua moglie, è rientrato nella propria abitazione che aveva lasciato quasi totalmente sguarnita.

Il Sig. <OMISSIS> il 25/08/1999, poco dopo le ore 5.30, è stato svegliato da un forte boato. Ha aperto la finestra della sua abitazione ed ha visto fiamme altissime levate verso la raffineria API. Il Sig. <OMISSIS>, insieme a sua moglie Sig.ra <OMISSIS> ed ai suoi figli Sig. <OMISSIS> e Sig. <OMISSIS>, è sceso in strada. Il Sig. <OMISSIS> ha udito altri due boati, ha visto gente terrorizzata fuggire e così, in accordo ed insieme ai suoi familiari, ha deciso di abbandonare la propria abitazione e fuggire con l’auto verso Senigallia.

Il Sig. <OMISSIS> fa presente che non ha udito nessun allarme nè sirene, non ha udito comunicati diramati attraverso altoparlanti che informassero su quanto stava accadendo o su che cosa si dovesse fare.

Il Sig. <OMISSIS>, insieme ai suoi familiari, è rientrato nella propria abitazione soltanto quando ha saputo che tutto era sotto controllo.

La Sig.ra <OMISSIS> il 25/08/1999, poco dopo le ore 5.30, è stata svegliata da un forte boato. Ha aperto la finestra della propria abitazione, è stata investita da una notevole vampata di calore ed ha visto che fiamme altissime erano levate verso la raffineria. La Sig.ra <OMISSIS>, impaurita, è scesa in strada ed ha visto molte persone che fuggivano. Nel frattempo è sopraggiunto in automobile il genero della Sig.ra <OMISSIS> la quale ha abbandonato la propria abitazione e si è recata con lui in direzione Rocca Priora.

La Sig.ra <OMISSIS> fa presente che non ha udito alcun allarme nè sirene, non ha udito comunicati diramati attraverso altoparlanti che informassero su quanto stava accadendo o su che cosa si dovesse fare.

La Sig.ra <OMISSIS> è rientrata nella propria abitazione soltanto quando ha saputo che tutto era sotto controllo.

Il Sig. <OMISSIS> il 25/08/1999, dopo le ore 5.30 è rimasto scioccato dal forte boato di un’esplosione. Uscito dalla propria abitazione ha cercato di capire che cosa stesse accadendo ed ha visto che si erano sviluppate fiamme altissime all’interno della raffineria API.

Il Sig. <OMISSIS> dichiara che non ha udito alcun allarme di avvertimento.

Il Sig. <OMISSIS> è rimasto impressionato da quanto accaduto per una settimana.

Il Sig. <OMISSIS> il 25/08/1999, poco dopo le ore 5.30, è stato improvvisamente svegliato da un boato fortissimo. Ha aperto la finestra della sua abitazione, lato Caserma Saracini, ed ha sentito il viso investito da un calore fortissimo.

Il Sig. <OMISSIS> ha visto che fiamme altissime erano levate verso la raffineria API.

Valutata la situazione, in accordo ed insieme alla moglie e ai suoi figli, il Sig. <OMISSIS> ha abbandonato la propria abitazione. In strada è stato colto da altri due boati ed ha visto gente che gridava terrorizzata e fuggiva.

Così il Sig. <OMISSIS>, in accordo ed insieme ai suoi familiari, è fuggito a bordo della propria automobile verso Falconara Alta.

Il Sig. <OMISSIS> fa presente che non ha udito alcun allarme nè sirene, non ha udito comunicati diramati attraverso altoparlanti che informassero su quanto stava accadendo o su che cosa si dovesse fare.

L’esponente è rimasto con i propri familiari a Falconara Alta fino al momento in cui ha visto che l’incendio era ormai domato. Poi ha fatto ritorno presso la propria abitazione per constatare che cosa fosse accaduto.

Il Sig. <OMISSIS> il 25/08/1999, intorno alle ore 5.30, è stato svegliato da un terribile boato. In casa con il Sig. <OMISSIS> c’erano sua madre di anni <OMISSIS>, la sua fidanzata Sig.ra <OMISSIS> al primo trimestre di gravidanza, la sua cognata che viveva al piano superiore della casa.

In un primo momento il Sig. <OMISSIS> ha pensato che fosse un incidente aereo, ma dopo pochi minuti dal boato le fiamme altissime in direzione della raffineria API erano visibili sia dalla strada dove si era precipitato il Sig. <OMISSIS> sia dalle finestre del primo piano della casa.

Il Sig. <OMISSIS> non ha udito alcun messaggio provenire dagli altoparlanti della raffineria API, non ha udito le sirene di allarme della raffineria API.

L’esponente ha udito le sole sirene dei Vigili del Fuoco, delle ambulanze.

Il Sig. <OMISSIS>, in accordo ed insieme ai suoi familiari, ha deciso di abbandonare la propria abitazione e di allontanarsi in automobile. Ha avuto difficoltà ad immettersi in strada poichè per via Conventino transitavano moltissime auto provenienti da Fiumesino ed anche perché moltissimi militari fuggivano a piedi, senza scarpe, lungo il ciglio della strada di via delle Caserme.

I Sig. <OMISSIS>, insieme ai suoi familiari, dapprima si è recato all’aeroporto, poi si è diretto a casa di amici in via Ville, zona Falconara Alta, da dove poteva vedere le fiamme ed il denso fumo.

Alle ore 8.30 circa il Sig. <OMISSIS> è rientrato nella propria abitazione di via Conventino e solo allora ha udito un comunicato diffuso attraverso altoparlanti, presumibilmente della raffineria API. Data la distanza della sua abitazione il Sig. <OMISSIS> non ha capito il contenuto del messaggio ma è certo che provenisse dagli altoparlanti della raffineria API poiché sono anni che, suo malgrado, sente le comunicazioni interne della raffineria diffuse con altoparlanti.

La Sig.ra <OMISSIS> il 25/08/1999, alle ore 5.30 circa, è stata svegliata da uno scoppio. La Sig.ra <OMISSIS> ha sentito tremare la propria abitazione.

Vestitasi in fretta e furia l’esponente è scesa per la scala della propria abitazione e qui è stata colta da una nuova esplosione, più violenta della precedente, la quale ha fatto nuovamente tremare la casa tanto che la Sig.ra <OMISSIS> ha temuto il crollo della stessa.

La Sig.ra <OMISSIS> è stata colta da uno stato di ansia e si è dovuta sedere.

Poi è uscita dalla propria abitazione ed ha visto un grande bagliore rosso e fiamme altissime. La esponente ha visto molta gente fuggire e gridare che stava scoppiando tutto. A quel punto lo stato di ansia della Sig.ra <OMISSIS> si è accentuato con forti dolori addominali che non la lasciavano respirare. Con forza d’animo la Sig.ra <OMISSIS> è riuscita a rientrare in casa e prendere le chiavi dell’automobile. Poi ha abbandonato la propria abitazione e con l’auto è fuggita verso via Conventino.

La Sig.ra <OMISSIS> fa presente che non ha udito alcun allarme nè sirene, non ha udito comunicati che informassero su quanto stava accadendo o su che cosa si dovesse fare diramati attraverso altoparlanti; non ha visto nessuno in strada a dirigere il traffico delle molte auto in fuga.

La Sig.ra <OMISSIS> era a conoscenza del punto di ritrovo per le emergenze presso il piazzale della Chiesa di San Lorenzo Martire, ma per arrivarci è stato caotico.

Poi l’esponente ha proseguito verso l’Hotel Avion e verso Castelferretti.

Per la paura la Sig.ra <OMISSIS> si sentiva annebbiata.

L’esponente ha visto moltissimi militari della vicina Caserma Saracini fuggire lungo la strada. La Sig.ra <OMISSIS> dopo circa 45 minuti è giunta presso i suoi familiari di Castelferretti e solo verso le 8.00 ha fatto ritorno nella propria abitazione.

La  Sig.ra <OMISSIS> il 25/08/1999, poco dopo le ore 5.30 è stata svegliata da un forte boato. E’ uscita immediatamente fuori dalla propria abitazione ed ha visto fiamme altissime alla raffineria API. Spaventatissima la Sig.ra <OMISSIS> è stata sorpresa da altri boati.

In quei momenti la Sig.ra <OMISSIS> non ha udito alcun tipo di allarme proveniente direttamente dalla raffineria API o da altri altoparlanti .

Nel frattempo è arrivata la figlia della Sig.ra <OMISSIS>, Sig.ra <OMISSIS>, così che l’esponente ha deciso di abbandonare la propria abitazione ed allontanarsi dalla zona ritenuta pericolosa a bordo dell’automobile della figlia.

A bordo dell’auto la Sig.ra <OMISSIS> si è diretta verso la Chiesa di San Lorenzo Martire, luogo deputato al concentramento in caso di emergenze, ma non incontrando nessuno ed avvertendo un pericolo sempre maggiore la Sig.ra <OMISSIS>, insieme alla figlia, si è diretta verso l’Hotel Avion.

La Sig.ra <OMISSIS> ha avvertito un forte senso di confusione accompagnato da tremore e smarrimento.

Dopo circa tre ore, non vedendo più fiamme e ascoltati i comunicati diramati attraverso altoparlanti la Sig.ra <OMISSIS> è rientrata nella propria abitazione, ma con una forte sensazione di paura.

Il Sig. <OMISSIS> il 25/08/1999, poco dopo le ore 5.30, mentre si accingeva ad andare al lavoro, ha udito un fragoroso boato. Uscito immediatamente dalla propria abitazione il Sig. <OMISSIS> ha visto un’immensa palla di fuoco e molto fumo denso sovrastare i cinque piani dell’Hotel Internazionale, vicino alla sua abitazione.

La prima ipotesi del Sig. <OMISSIS> fu quella che fosse esplosa la raffineria API.

Così l’esponente si è diretto verso la Caserma Saracini per constatare cosa fosse avvenuto e qui è stato sorpreso da altre due esplosioni.

A quel punto il Sig. <OMISSIS> ha temuto il rischio di una serie di esplosioni a catena, il cosiddetto “effetto domino”, per cui ha deciso di abbandonare definitivamente la propria abitazione e la zona dirigendosi con la propria auto verso Marina di Montemarciano, ritenuta più sicura in caso di esplosione totale.

Il Sig. <OMISSIS> sottolinea che durante la sua permanenza nella zona di Fiumesino non ha udito alcun allarme nè sirene, non ha udito comunicati diramati attraverso altoparlanti che informassero su quanto stava accadendo o su che cosa si dovesse fare; non ha visto forze dell’ordine in aiuto ai cittadini.

La Sig.ra <OMISSIS> il 25/08/1999, alle ore 5.30 circa, è stata improvvisamente svegliata da un boato assordante. Affacciatasi alla finestra della propria abitazione la Sig.ra <OMISSIS> ha visto una colonna di fumo levata in direzione della raffineria API. L’esponente ha visto i suoi vicini di casa già in strada, terrorizzati.

Ad un certo punto la Sig.ra <OMISSIS> ha visto passare uno sconosciuto, forse un militare od un autista del C.A.F., che gridava « scappiamo scappiamo che qui salta tutto ».

La Sig.ra <OMISSIS> è stata presa dal terrore e dal panico anche perché non ha sentito allarmi o sirene provenire dalla raffineria API, non ha sentito comunicati diffusi attraverso gli altoparlanti, non ha visto Vigili Urbani di Falconara che indicassero che cosa dovessero fare i cittadini.

Dopo pochi minuti la Sig. <OMISSIS> è stata colta da un altro forte boato ed a quel punto, in accordo ed insieme al figlio <OMISSIS>, ha deciso di abbandonare la propria abitazione.

Una volta scesa in strada la Sig.ra <OMISSIS> ha visto persone in preda al panico, qualcuno in pigiama altri in mutande, che scappavano con i propri mezzi mentre le fiamme erano altissime.

La Sig.ra <OMISSIS>, insieme al figlio, si è portata con la propria auto nel piazzale antistante la Chiesa di San Lorenzo Martire, luogo indicato dal Piano di Emergenza Esterna come centro di raccolta per simili situazioni. Lì la Sig.ra Caimmi non ha trovato nè Polizia nè Vigili Urbani impegnati a fornire informazioni sui comportamenti da adottare. Così l’esponente ha deciso di recarsi a Falconara Alta, luogo empiricamente ritenuto più sicuro. A Falconara Alta la Sig.ra <OMISSIS> ha trovato centinaia di persone ed ha atteso che le fiamme fossero domate per far ritorno alla propria abitazione di via <OMISSIS>.

Rientrata nella propria abitazione alle ore 8.15 - 8.30 circa la Sig.ra <OMISSIS> ha udito un comunicato diffuso attraverso altoparlante che informava del cessato allarme.

Il giorno 25/08/1999 la Sig.ra <OMISSIS> è stata accompagnata al Pronto Soccorso di Chiaravalle per un controllo cardiaco a causa dello stato di agitazione ancora presente. La documentazione medica è allegata al presente esposto - denuncia.

La Sig.ra <OMISSIS> il 25/08/1999, alle ore 3.40 circa si è improvvisamente svegliata poiché disturbata da un odore molto penetrante e fastidioso simile ad idrocarburi. L’intensità dell’odore era tale che la Sig.ra <OMISSIS> ha accusato un malessere nonostante fosse distesa sul letto.

Riaddormentatasi, poco dopo le ore 5.30, la Sig.ra <OMISSIS> è stata improvvisamente svegliata da una forte esplosione. Alle ore 5.42 l’esponente ha indossato una tuta sopra il pigiama e si è precipitata fuori della propria abitazione.

La Sig.ra <OMISSIS> era in preda all’ansia ed alla preoccupazione perché sentiva i vicini di casa dei piani superiori che si disperavano per ciò che stava accadendo.

La Sig.ra <OMISSIS> ha abbandonato la propria abitazione ed è corsa sopra al cavalcavia che porta in spiaggia, distante circa 150 metri dalla propria abitazione, per rendersi conto della situazione ed ha visto fiamme altissime e fumo molto denso e scuro levati verso la raffineria API.

La Sig.ra <OMISSIS> è rientrata nella propria abitazione soltanto quando ha avuto la certezza che le fiamme erano state domate.

La Sig. <OMISSIS> il 25/08/1999, verso le ore 5.30, è stata svegliata da un boato terribile: è uscita dalla propria abitazione ed ha visto che in direzione della raffineria API si levavano fiamme altissime ed una nube di fumo denso e nero.

La Sig.ra <OMISSIS> ha capito immediatamente che si era sviluppato un incendio presso la raffineria API. Poco dopo l’esponente ha visto ed udito una nuova esplosione e fiamme sprigionarsi dallo stesso punto.

Terrorizzata e temendo una esplosione a catena la Sig.ra <OMISSIS>, in accordo ed insieme ai figli, ha abbandonato la propria abitazione e si è recata in zona Barcaglione dove ha trovato molte persone che erano scappate. La Sig.ra <OMISSIS> non ha assolutamente udito alcun allarme, sirena o messaggio informativo proveniente da altoparlanti.

La Sig.ra <OMISSIS> è rientrata nella propria abitazione alle ore 8.30 circa.

I documenti relativi all’incendio del 25 Agosto 1999 presso la raffineria Api.

Allegato A) Nella relazione (allegata alla presente) del Centro Informazioni per Emergenze ed Attività Comunali relativa all’incidente in oggetto, a pag. 1 è scritto:

“Ore 6.03 - Riesco a stabilire il contatto telefonico con la raffineria. Il tecnico presente riferisce di un incendio ad una pompa e che si tratta di un’emergenza di piccola - media entità - i Vigili del Fuoco sono già sul posto”. ...

“ Ore 6.14 - Si stabilisce il contatto con la Prefettura, dott.ssa Calcagnini.

Ore 6.21 - Si stabilisce il contatto con i Vigili del Fuoco, Ing. Poggiali che riferisce di un incidente localizzato presso il serbatoio n. 231”. ...

“Qualche minuto prima delle ore 7.00 è stato inviato tramite gli impianti fissi nei quartieri e le tre emittenti radio convenzionate il primo messaggio di avviso alla popolazione.”...

Pag. 2: “A questo proposito devono essere fatte alcune constatazioni: al Centro Emergenze non è arrivato alcun avviso o comunicazione ufficiale da parte dei soggetti interessati all’incidente. Al contrario è stato il Centro Emergenze ad attivarsi ed a prendere contatti telefonici con la raffineria Api, con la Prefettura e con i Vigili del Fuoco.”

Allegato B) Nella Relazione della Prefettura di Ancona redatta in data 27 Agosto 1999 (allegata alla presente) a pag. 3 è scritto:

“... nessuno ha dato l’allerta ai Vigili del Fuoco - la prima chiamata sembra essere stata quella di un cittadino - e nessuno ha potuto dare l’allarme anche alla popolazione, che, giustamente, ha protestato... perché è stata avvertita, solo di fatto, dalla (o dalle) esplosione e dalle fiamme e poi dal denso fumo. Ora, logica impone che un allarme venga dato il più possibile in anticipo sul verificarsi dell’evento nocivo, cioè, all’insorgere dello stato di pericolo, specie in situazioni ad altissimo rischio. Il che, nel caso di specie, non è avvenuto.

Ora, nella prospettiva di evitare il ripetersi di situazioni di mancato o ritardato allarme, v’è una prima considerazione da fare alla luce di questa esperienza: vi è una autogestione del rischio - non dell’evento nocivo - da parte delle strutture interne dell’Api, che sembra da assumere come eccessiva ed impropria non solo in relazione all’entità del rischio stesso ma anche per le esigenze di informazione dei cittadini, specie di quelli residenti a ridosso dell’impianto, e di attivazione del Piano di emergenza esterno...”

Pag. 5: “Occorre, in conclusione, ipotizzare procedure che riducano quasi a zero i margini di valutazione discrezionale da parte della Raffineria, indipendentemente dalla qualità dei servizi all’uopo predisposti, per cui deve risultare imprescindibile, l’obbligo di segnalare anche il rischio di apparentemente trascurabile entità: sarà compito dell’Organo tecnico - in altri termini, dei Vigili del Fuoco - stabilire se attivare le procedure di allerta e di intervento.

Qui, però, è d’obbligo una ulteriore messa a punto dello stato delle cose. La tempestività dell’intervento dei Vigili del Fuoco sull’incidente è dovuta alla fortuita presenza nelle vicinanze di una squadra reduce da un intervento in una zona vicina, che ha potuto, così, senza ritardi, che potevano risultare fatali, intervenire sull’incidente, in attesa dell’arrivo, peraltro rapido ma pur sempre con i tempi occorrenti per coprire il percorso da Ancona e dalle altre località, di altri mezzi e uomini, primi, fra gli altri, quelli del vicino Distaccamento presso l’Aeroporto di Falconara.”

Pag. 7: “ Per completezza di riferimenti si riportano di seguito tempi e modalità di attuazione del Piano di Emergenza Esterno, posta in essere dopo l’allertamento della Prefettura, che ha avuto luogo, tra le 5,50 e le 6,00 ad opera - va annotato anche questo - della Polizia Stradale, accorsa sul posto autonomamente.

Sempre in virtù della citata pianificazione, viene disposta la convocazione del COM presso il Palazzetto dello Sport di Falconara M., ove tra le 7,20 e le 7,30, si riuniscono i rappresentanti della Prefettura, del Comune, dei Vigili del Fuoco, dei Vigili Urbani, della Polizia Stradale.

Il COM, constatato che, alle ore 7,35 dall’impianto comparivano solo fumi di vapore, decide di portarsi immediatamente all’interno della Raffineria.”

Allegato C) Nel Verbale della Riunione del 31 Agosto 1999 del Comitato Tecnico Regionale di Prevenzione Incendi, (allegata alla presente), nel capitolo “Relazione dell’Evento” è scritto:

 pag. 2: “ Alle ore 5,38 pervenivano alla sala operativa dei Vigili del Fuoco di Ancona numerose telefonate che segnalavano il verificarsi di una forte esplosione seguita da incendio di vaste proporzioni all’interno della Raffineria Api di Falconara.”...

L’incendio, partito presumibilmente da una pompa di trasferimento benzina, interessava anche il resto della sala pompe e parzialmente due serbatoi limitrofi N. 231 e 232 contenenti benzina. Il forte irraggiamento dovuto all’incendio interessava anche un terzo serbatoio (N. 326) di maggiore capacità danneggiandolo senza che il suo contenuto prendesse fuoco.”

Pag. 5, punto 2): “ Revisione del rapporto di sicurezza in particolare rivedendo l’entità degli scenari incidentali... quanto sopra anche al fine della revisione del piano di emergenza esterno nel quale dovrà anche essere approfondita la gestione della informazione alla popolazione in caso di incidente in Raffineria non direttamente pericoloso per la popolazione, ma i cui effetti siano comunque rilevabili all’esterno.”

Pag. 6: “ Per quanto riguarda la protezione della popolazione residente nelle immediate vicinanze della raffineria, la attuazione delle misure già in precedenza indicate di delocalizzazione od eliminazione dei depositi contenenti prodotti di categoria A più prossimi alla viabilità ordinaria potrà garantire adeguate condizioni di sicurezza per la popolazione stessa.”

Allegato D) Nel documento elaborato da Api Raffineria di Ancona S.p.A. dal titolo “Sicurezza e protezione dell’ambiente nella raffineria Api di Falconara Marittima. Aspetti generali e riscontri obbiettivi sull’incidente del 25 agosto 1999”, nel capitolo 6.5 recante il titolo “Piani di emergenza interno ed esterno” alle pag. 21 e 22 è scritto:

“... è evidente che tutta l’organizzazione interna di emergenza è stata prontamente messa in essere dal personale della raffineria sin dalla prima segnalazione dell’incidente. Ciò in particolare per quanto riguarda i tempi di intervento della squadra di prima emergenza, le procedure di chiamata (call-out) ed il coinvolgimento degli organismi esterni (Vigili del Fuoco e Pronto Intervento Sanitario), di cui il tipo di emergenza richiedeva la presenza sul posto. ...

Si ricorda che la tipologia dell’evento incidentale verificatosi è classificabile, in riferimento alle procedure stabilite dal PEI, come di categoria 2 (cioè eventi che non hanno ripercussioni all’esterno e che possono essere controllati nel tempo con l’ausilio dei Vigili del Fuoco) e non suscettibile di successiva evoluzione all’esterno. In questo caso è richiesto il solo allarme ai Vigili del Fuoco, puntualmente avvenuto, con contestuale informazione al Sindaco. ...

Relativamente al Piano di Emergenza Esterno, le procedure in essere affidano ai Vigili del Fuoco la responsabilità, se presenti sul posto, della sua attivazione coinvolgendo la Prefettura, qualora la situazione di emergenza lo richieda.

E’ nostra convinzione che tale procedura non era tecnicamente applicabile all’incidente del del 25 Agosto, in quanto nessun effetto esterno, se non quello della sua visibilità, si è manifestato o era suscettibile di manifestarsi.”

Allegato E) Nel Piano di Emergenza Esterno relativo ai rischi di incidente rilevante connessi con determinate attività industriali della raffineria Api di Falconara Marittima (opuscolo / sintesi per la popolazione) elaborato dalla Prefettura di Ancona, Vigili del Fuoco, Comune di Falconara, Regione Marche, Provincia di Ancona, Api raffineria di Ancona,  nel capitolo “Informazione alla cittadinanza”, a pag. 8 è scritto:

L’informazione ai cittadini occupa un posto particolare all’interno del Piano di Emergenza Esterno, in quanto comprende tutte le forme e le modalità per trasmettere alla popolazione messaggi ed informazioni utili in caso di emergenza...

Il sistema di informazione di Falconara tende a garantire la massima velocità di informazione e la migliore diffusione di notizie attraverso un sistema che utilizza, contemporaneamente o in modo alternato, diversi strumenti di comunicazione dislocati in luoghi distinti. Il sistema controlla ed attiva automaticamente, quando viene data l’autorizzazione dal Sindaco, sentite le autorità competenti, una serie di strumenti attraverso i quali vengono distribuite le informazioni. In particolare si tratta:

* impianti di segnalazione d’allarme con dispositivo luminoso ed acustico collocati a Fiumesino e Villanova per comunicare il tipo di emergenza in atto...

* collegamento automatico con stazioni radiofoniche locali che interrompono la trasmissione per diffondere le notizie diramate dalle autorità...

* punti mobili con altoparlante e segnalatori luminosi montati su due vetture dei vigili urbani...

* numero verde 167 -12.22.12 al quale i cittadini possono rivolgersi per ottenere informazioni specifiche.”

Nel capitolo “La gestione dell’emergenza”, a pag. 13 è scritto:

Per garantire la migliore efficacia degli interventi in caso di emergenza, il Piano prevede una classificazione precisa degli eventi incidentali ai quali corrispondono diversi livelli di allertamento e, conseguentemente, differenti forme di intervento che coinvolgono soggetti distinti...

In particolare si prevedono 4 categorie di incidenti...

* categoria 2, incidenti che non hanno ripercussioni all’esterno e che possono essere controllati con l’intervento dei Vigili del Fuoco esterni. In questo caso si prevede l’allarme nei confronti del comando dei Vigili del Fuoco e un preallarme generale alla Prefettura solo qualora si ipotizzi uno sviluppo ulteriore dell’incidente. Il Comune di Falconara viene in ogni caso informato ;

* categoria 3, incidenti che possono avere ripercussioni sull’esterno. L’allarme viene dato sia al comando dei Vigili del Fuoco che alla Prefettura. Il Comune viene informato. In sostanza si prevede... due livelli di allertamento, un preallarme che serve per avvisare i soggetti interessati della possibilità di intervento e l’allarme generale che scatta quando si prevede che l’evento possa evolversi fino ad interessare le aree esterne. L’allarme generale, dunque, è la pre-condizione per l’avviamento del Piano di Emergenza Esterno e si rende necessario solo per i casi di incidenti che potrebbero interessare l’esterno...

In questo senso dalla raffineria parte, a seconda del tipo di incidente che si dovesse verificare, la comunicazione verso la Prefettura dalla quale si diramano, a catena, una serie di telefonate verso la Questura, la Polizia Stradale, i Carabinieri, il Comune, la Regione, la Provincia ecc.

L’adozione del Piano di Emergenza Esterno viene decisa e comunicata dal Prefetto che, nelle attività di coordinamento, è affiancato da due strutture composte da rappresentanti dei diversi organi coinvolti... e il Centro Operativo Misto (COM)...”

Allegato F) Documento / fax del Comune di Falconara M. inviato alla Prefettura di Ancona avente per oggetto “EMERGENZA API”:

“Come da istruzioni ricevute abbiamo predisposto l’apertura del Palazzetto dello Sport per l’insediamento del C.O.M.. I nostri rappresentanti si sono recati immediatamente sul posto e sono rimasti in attesa dell’arrivo dei rappresentanti degli altri Enti.”

Allegato G) Documento / Messaggio Telefax del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Ancona (25/8/1999 - Prot. n.3438) inviato a Centro Operativo Ministero dell’Interno Roma, a Prefettura di Ancona e, per conoscenza, al Sindaco di Falconara M. e all’Ispettorato Regionale Marche:

“... Durante l’incendio si manifestavano 3 (tre) esplosioni di forte entità oltreché l’affondamento del tetto galleggiante di uno dei due serbatoi sopracitati...”

In relazione a quanto sopra esposto e alla documentazione a cui si fa riferimento, gli esponenti

                                               considerano che:

1) se l’incidente verificatosi presso la raffineria Api di Falconara il 25 Agosto 1999 fosse classificabile di categoria 2, come sostenuto dalla Dirigenza della stessa raffineria API nel documento allegato D), allora la documentazione degli allegati A) B) e C) dimostra che in questo caso la Dirigenza della raffineria Api non ha dato l’allarme al comando dei Vigili del Fuoco nè il preallarme generale alla Prefettura di Ancona. Tantomeno è stato informato il Comune di Falconara.

L’allarme e il pre-allertamento che la Dirigenza della raffineria Api avrebbe dovuto mettere in essere era necessario a causa del rischio reale di uno sviluppo ulteriore dell’incidente come si può evincere dalla documentazione degli allegati C / pag. 2)

 e G).

Dunque, se si è verificata questa ipotesi, il comportamento adottato dalla Dirigenza della raffineria Api ha gravemente ostacolato, ritardato e compromesso l’avvio e l’efficacia del Piano di Emergenza Esterno in primo luogo per ciò che riguarda l’informazione dei cittadini che non sono stati raggiunti da informazioni utili per salvaguardare la propria incolumità.

2) Ma sia l’evoluzione contingente dell’incendio deducibile dai rapporti dei Vigili del Fuoco, allegati C / pag. 2) e G), sia l’attivazione del Piano di Emergenza Esterno decisa dalla Prefettura di Ancona con la relativa convocazione del C.O.M., allegato B) fanno ritenere che l’incidente verificatosi il 25 Agosto 1999 presso la raffineria Api sia stato considerato dalla Prefettura di categoria 3.

Rispetto a questa ben più grave ipotesi la responsabilità della Dirigenza della raffineria Api di aver posto in essere un comportamento che ha gravemente ostacolato, ritardato e compromesso l’avvio e l’efficacia del Piano di Emergenza Esterno è accentuata.

Gli esponenti lamentano che in ambedue le ipotesi esposte sopra il comportamento posto in essere dai Dirigenti della raffineria Api nel corso dell’incidente del 25 Agosto 1999 ha determinato la non attivazione o il grave ritardo nell’attivazione del Piano di Emergenza Esterno da parte delle Autorità competenti mettendo a rischio la vita dei cittadini di Falconara e quindi degli esponenti e violando il diritto degli esponenti al rispetto della propria vita privata.

L’art. 10 del D.P.R. 17/05/1988 n. 175 prevede che quando un incidente abbia a verificarsi, il fabbricante è tenuto ad informare immediatamente il Prefetto e il Sindaco.

L’art. 12 della L. 3/08/1999 n. 265 prevede che il Sindaco, e non più il Prefetto, deve provvedere ad informare le popolazioni di situazioni di pericolo.

I sottoscritti lamentano che il comportamento della Dirigenza della raffineria Api e la conseguente non attivazione o grave ritardo nell’attivazione del Piano di Emergenza Esterno da parte delle Autorità competenti ha privato gli esponenti delle misure di informazione sui rischi che stavano correndo con l’incendio in atto e sui comportamenti da adottare rispetto alla gravità dell’incidente che, per l’appunto, non è stato oggetto di alcuna informazione dalle ore 5,37 alle ore 7,00 attraverso i canali di emergenza predisposti dal Piano di Emergenza Esterno.

La mancanza di informazioni ha leso il diritto degli esponenti al rispetto della propria vita privata e familiare, ha leso il diritto alla protezione dell’incolumità personale e il diritto alla vita degli esponenti  e dei propri familiari.

Nella fattispecie gli esponenti sono rimasti in attesa di informazioni essenziali che avrebbero consentito loro di valutare i rischi potenziali, avrebbero potuto evitare l’esposizione ai rischi potenziali e in atto legati direttamente all’incendio o alle conseguenze dirette dell’incendio (esalazioni), per sé e per i propri familiari.

A seguito di tali esposizioni alcuni cittadini hanno riportato conseguenze fisiche documentate da certificati medici, già depositati presso codesta Procura nel procedimento nr 954/99 RGNR e che si allegano al presente esposto - denuncia in fotocopia (Allegato H).

Le informazioni essenziali venute a mancare sarebbero state di estrema utilità per valutare la possibilità di permanenza o meno nelle proprie abitazioni.

 

In considerazione degli elementi sopra esposti, gli scriventi, in proprio e quali associati dell’Associazione di volontariato per la tutela dell’ambiente e della qualità della vita denominata Comitato dei Cittadini residenti a Villanova e della Associazione Comitato del quartiere Fiumesino intendono presentare, come in effetti presentano

 

                                               ESPOSTO - DENUNCIA

 

contro i Sig.ri Dirigenti della raffineria Api di Falconara Marittima, il Sig. Sindaco del Comune di Falconara M. e/o chiunque altro sarà ritenuto responsabile della violazione dell’art. 10 del D.P.R. del 17/5/88 n. 175, e/o dell’art. 674 c.p., e/o dell’art. 36 del D.P.R. 6/2/1981 n. 66 e/o di ogni altro reato ravvisato nel fatto esposto.

Con riserva di costituirsi parte civile per il risarcimento dei danni subiti e subendi.

I sottoscritti chiedono inoltre di essere informati ai sensi dell’art. 408 c.p.p. dell’eventuale richiesta di archiviazione del procedimento relativo alla presente denuncia.

Si allegano alla presente:

- (ALLEGATO A) copia della “ Relazione del Centro Informazioni per Emergenze ed Attività comunali” del Comune di Falconara M. datata 25 Agosto 1999;

- (ALLEGATO B) copia fax della relazione della Prefettura di Ancona datata

27 Agosto 1999, Prot. n. 1325/p.c.;

- (ALLEGATO C) copia del  messaggio telefax contenente verbale del Comitato Tecnico Regionale di Prevenzione Incendi per le Marche datato 31 Agosto 1999,

Prot. n. 4758 ;

- (ALLEGATO D) copia del capitolo 6.5 dal titolo “ Piani di emergenza interno ed esterno” tratto dal documento di Api Raffineria di Ancona S.p.A. intitolato “Sicurezza e protezione dell’ambiente nella raffineria Api di Falconara Marittima. Aspetti generali e riscontri obbiettivi sull’incidente del 25 Agosto 1999.”;

- (ALLEGATO E) copia del Piano di Emergenza Esterno, sintesi per la popolazione distribuito dal Comune di Falconara M.;

- (ALLEGATO F) copia del fax inviato dal Centro Informazioni per Emergenze ed Attività comunali alla Prefettura di Ancona datato 25 Agosto 1999;

- (ALLEGATO G) copia del messaggio telefax del Comando Provinciale Vigili del Fuoco - Ancona  a Centro Operativo Ministero dell’Interno - Roma, a Prefettura di Ancona, a Sindaco di Falconara M., ad Ispettorato Regionale Marche,

datato 25 Agosto 1999, Prot. n.3438;

- (ALLEGATO H) copia dell’esposto - memoria consegnato alla Procura della Repubblica di Ancona il 28/9/1999, copia del verbale di acquisizione da parte del Comando Provinciale di Ancona dei Carabinieri Reparto Operativo - Nucleo Operativo del 1/10/1999, copia dei certificati medici redatti dai medici curanti dei Sig.ri <OMISSIS>.

 
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