Il processo penale relativo al tragico rogo
verificatosi presso la raffineria Api, il 25 Agosto del 1999, subisce
un’ulteriore rinvio.Gia l’udienza definitiva doveva tenersi il 27
Gennaio u.s. e fu rinviata al 16 marzo a causa delle condizioni di
salute dell’ avvocato, Simeone - peraltro "co-difensore" insieme
all’avv. Sorana di uno degli imputati, Carletti - che non gli
consentirono di partecipare a quell’udienza-. Ancora, a causa del
perdurare della malattia del suddetto avvocato, che si sottolinea è "co-difensore"
di uno degli imputati, l’udienza è stata rinviata di nuovo al 13 di
Aprile p.v.
I comitati cittadini ed i cittadini che si sono costituiti parte
civile in quel procedimento penale sono profondamente rammaricati e
impensieriti per questo ulteriore rinvio. E’ vero che il procedimento
giudiziario di cui trattasi è stato lungo perché complesso; esso ha
avuto necessità di prolungate ed approfondite indagini ed ha richiesto
l’acquisizione di prove, la necessità di perizie, l’audizione di
testimoni e, quindi, un dibattimento ampio ed articolato, ma questi
rinvii provocati da un componente della difesa, sempre lo stesso, che la
legge consente e che il magistrato non può non concedere quando
richiesti, danno luogo ad un comportamento reiterato che mette in moto
un meccanismo temporale, per noi grave e preoccupante. Infatti non
possiamo tralasciare di tenere sempre in conto che i tempi della
giustizia hanno delle scadenze fisse e ben precise e che decorso un
certo termine il reato si prescrive. E noi questo lo temiamo!
A tale proposito vogliamo precisare che un’arringa è già stata
esposta dal co-difensore dell’imputato Carletti, ed ora manca soltanto
quella dell’avv. Simeone.
Questo continuo rinvio dell’ultima udienza ci fa pensare ad una
incidenza negativa sulla reale possibilità di portare a termine anche il
grado processuale dell’Appello e quello della Cassazione!
Calendario alla mano il termine per chiudere i tre gradi di giudizio
è Febbraio 2007.
Va da se che questi tempi già molto stretti per poter portare a
termine appello e cassazione vengono inesorabilmente compressi dai
rinvii.
E quindi ci sorgono spontanee due riflessioni
A chi giova tale situazione?
Non avere tempo per fare ricorso in appello e in cassazione, a nostro
modesto avviso, giova soltanto alla difesa degli imputati i quali, con
la PRESCRIZIONE, in presenza di una sentenza di condanna in primo grado
eviterebbero la condanna definitiva; viceversa in presenza di una
sentenza di assoluzione in primo grado eviterebbero il prosieguo del
procedimento qualora la Pubblica Accusa decidesse di ricorrere.
A chi non giova?
Secondo noi, in primo luogo, alla "giustizia" che non potrebbe
portare a termine un percorso di accertamento giudiziario dei fatti e
delle responsabilità e, ovviamente, alla fiducia dei comuni cittadini
nei confronti della giustizia stessa e dell’imperativo che "la legge
è uguale per tutti"!