La notizia relativa all’ipotesi di
manipolazione dei dati di campo circa la reale situazione della
contaminazione da idrocarburi del suolo e sottosuolo occupato dagli
impianti della raffineria API di Falconara M.ma, riporta in primo piano
uno dei gravi costi ambientali ed economici determinati dall’attività di
raffinazione e stoccaggio del petrolio e dei suoi derivati.
Sembrava che il rinnovo della concessione
all’API, decretato dalla Regione Marche con largo anticipo rispetto alla
naturale scadenza del 2008, avesse potuto far svanire e dimenticare il
grave problema dell’inquinamento da idrocarburi del sottosuolo.
L’ipotesi di manipolazione dei dati fa
riaffiorare prepotentemente il problema e stimola alcune riflessioni:
- Risulta assai preoccupante
l’eventualità, rilevata dall’articolo del Messaggero , “che dietro
un’anomala operatività” delle Ditte incaricate della “pre-bonifica ci
possa essere un’interessata regia.”
- Risulta altrettanto assai preoccupante
la possibile elevata entità dell’inquinamento che, secondo quanto
emerge dai dati consultabili dell’ARPAM, ha gia contaminato terra e
acque di falda della sponda destra della foce del fiume Esino e che
affluisce, attraverso la falda, verso il mare e verso il fiume.
Preoccupante in quanto, a questo punto, non si conosce, dopo quattro
anni, l’entità esatta dello stesso inquinamento proprio in
considerazione del fatto che l’ipotesi dell’indagine è che non siano
attendibili i dati forniti dalle società indagate.
- I Comitati avevano già da tempo
evidenziato come i dati confermassero un grave e perdurante
inquinamento di un bene demaniale importante come il fiume Esino, oggi
si sottolinea che nessuna barriera è stata messa in opera dopo che la
“palancolata” progettata dall’api in una non chiara situazione delle
proprietà (demanio-Api) è risultata irrealizzabile.
COMITATO 25 AGOSTO
COMITATO DEL QUARTIERE VILLANOVA
COMITATO DEL QUARTIERE FIUMESINO
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