Riteniamo
opportuno precisare la nostra posizione rispetto a quanto apparso sulla
stampa circa il rinnovo della concessione alla raffinazione alla Soc.
API S.p.A., al futuro conseguente la decisione ed, infine, circa la
posizione espressa dal Presidente della Provincia di Ancona, Enzo
Giancarli.
Due giorni
dopo il tragico rogo alla raffineria API del 25 Agosto 1999 il Direttore
Generale del Ministero dell'Ambiente, dott. Corrado Clini, dichiarò alla
stampa: « Certo, se questo impianto fosse progettato oggi, in base
alle direttive dell'Unione Europea, non potrebbe essere localizzato dove
si trova ».
La Regione
Marche, la Provincia di Ancona e il Comune di Falconara deliberarono
l'incompatibilità della raffineria con il territorio e la necessità di
progettarne la dismissione con l'annesso piano di riconversione
ambientalmente compatibile e garante dei livelli occupazionali.
Noi
appoggiammo con fermezza quelle deliberazioni.
Dopo un anno
di immobilismo delle Istituzioni, i Comitati, consci che in gioco c'era
un futuro migliore per i cittadini ed i lavoratori, tentarono, con il
Piano del Prof. Giorgio Cortellessa, di gettare un sasso nello stagno
della politica del "Palazzo".
Fummo
ignorati da tutti, attaccati duramente dai lavoratori, talvolta
beffeggiati.
Ma ad aprile
2003, dopo tre anni e mezzo dalle Deliberazioni menzionate, alla vigilia
del rinnovo o meno della concessione, non esiste un progetto economico -
produttivo alternativo alla raffineria API e, paradossalmente, gli unici
che hanno prodotto dati sui benefici economici della presenza dell'API è
stata proprio l'API stessa.
A noi non
piace affatto questo squilibrio di valutazione sulla presenza dell'API:
mancano le necessarie valutazioni sui costi causati da tale attività
altamente inquinante e ad alto rischio di incidente rilevante, che
squalifica il territorio ed il patrimonio, costi che paga l'intera
comunità.
E' compito
delle Amministrazioni mettere sul piatto della bilancia anche questi
costi sociali e indicare alternative possibili che siano rispettose di
tutti i diritti, tanto dei lavoratori quanto dei cittadini. E' un
impegno che le Amministrazioni si erano assunte di fronte a tutta la
comunità!
Ma
soprattutto la Regione Marche è pesantemente responsabile di questo
vuoto di programmazione che, oggettivamente, ha sbilanciato vistosamente
la sua volontà politica dalla parte dell'API.
Che cosa
significa, infatti, promuovere uno studio (affidato recentemente alla
SVIM) relativo ad uno scenario produttivo ed occupazionale alternativo
alla raffineria API soltanto tre mesi prima della decisione sul rinnovo
o meno della concessione alla raffineria stessa?
Significa
arrivare alla data della decisione "obbligati" a rinnovare
la concessione per mancanza di alternative credibili!
Di fronte a
tale abdicazione al ruolo programmatico da parte della Regione Marche,
chi non si rende conto che la concessione alla raffineria è già
necessariamente rinnovata?
Noi per
primi ce ne rendiamo conto, soprattutto perché abbiamo sempre preso le
distanze da salti nel buio che mettessero a rischio i livelli
occupazionali!
Ma la
maniera, a nostro avviso, machiavellica cui la Regione Marche ha
costretto la problematica non ci piace, come non ci piace che il
coronamento di questo machiavellismo sia uno spostamento della linea
ferroviaria che l'API ha inglobato a tutto e solo vantaggio della stessa
API, scaricando ancora una volta sui cittadini ed il territorio i
devastanti impatti che ne deriverebbero.
Ecco perché
ha ragione il Presidente della Provincia Giancarli, il quale ha
rilanciato il ruolo di programmazione delle Amministrazioni pubbliche,
una programmazione e una sfida il più possibile attenta proprio al reale
sviluppo sostenibile del territorio.
E' evidente
che da tutto ciò dipende anche il futuro dei cittadini aggrediti
dall'espansione della raffineria API.
Attenzione!
Noi non
abbiamo né presentato formale documentazione né « chiesto alla
Regione di favorire la delocalizzazione dei rioni di Falconara vicini
all'API » (Il Messaggero del 29 Marzo 2003).
I Comitati
hanno espresso, sia all'Assessore Amagliani che al Presidente Giancarli,
fiducia e collaborazione in un operato delle Amministrazioni pubbliche
che tenga conto e risolva il grave degrado ambientale e la pesante
situazione di incertezza in cui vivono centinaia di famiglie dei
quartieri aggrediti dall'API.
Famiglie
che, se anche lo volessero, non hanno più la possibilità economica di
andarsene dalle abitazioni in cui vivono poiché la svalutazione delle
stesse, dalla data dell'incendio del 25 Agosto 1999, ha raggiunto
livelli tali (dal 30 al 50%) da non permettere di affrontare l'avventura
economica dell'acquisto di una abitazione in un'altra zona della città o
addirittura in un'altra città fuori dell'Area ad elevato rischio di
crisi ambientale.
Con
preghiera di pubblicazione, si inviano cordiali saluti.
COMITATO CITTADINO “25 AGOSTO”
COMITATO DEL QUARTIERE VILLANOVA
COMITATO DEL QUARTIERE FIUMESINO
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