COMUNICATO STAMPA

 

Oggetto : la nostra posizione rispetto a quanto apparso sulla stampa circa il rinnovo della concessione alla raffinazione alla Soc. API S.p.A
 
Data : 01 Aprile 2003
 

Riteniamo opportuno precisare la nostra posizione rispetto a quanto apparso sulla stampa circa il rinnovo della concessione alla raffinazione alla Soc. API S.p.A., al futuro conseguente la decisione ed, infine, circa la posizione espressa dal Presidente della Provincia di Ancona, Enzo Giancarli.

Due giorni dopo il tragico rogo alla raffineria API del 25 Agosto 1999 il Direttore Generale del Ministero dell'Ambiente, dott. Corrado Clini, dichiarò alla stampa: « Certo, se questo impianto fosse progettato oggi, in base alle direttive dell'Unione Europea, non potrebbe essere localizzato dove si trova ».

La Regione Marche, la Provincia di Ancona e il Comune di Falconara deliberarono l'incompatibilità della raffineria con il territorio e la necessità di progettarne la dismissione con l'annesso piano di riconversione ambientalmente compatibile e garante dei livelli occupazionali.

Noi appoggiammo con fermezza quelle deliberazioni.

Dopo un anno di immobilismo delle Istituzioni, i Comitati, consci che in gioco c'era un futuro migliore per i cittadini ed i lavoratori, tentarono, con il Piano del Prof. Giorgio Cortellessa, di gettare un sasso nello stagno della politica del "Palazzo".

Fummo ignorati da tutti, attaccati duramente dai lavoratori, talvolta beffeggiati.

Ma ad aprile 2003, dopo tre anni e mezzo dalle Deliberazioni menzionate, alla vigilia del rinnovo o meno della concessione, non esiste un progetto economico - produttivo alternativo alla raffineria API e, paradossalmente, gli unici che hanno prodotto dati sui benefici economici della presenza dell'API è stata proprio l'API stessa.

A noi non piace affatto questo squilibrio di valutazione sulla presenza dell'API: mancano le necessarie valutazioni sui costi causati da tale attività altamente inquinante e ad alto rischio di incidente rilevante, che squalifica il territorio ed il patrimonio, costi che paga l'intera comunità.

E' compito delle Amministrazioni mettere sul piatto della bilancia anche questi costi sociali e indicare alternative possibili che siano rispettose di tutti i diritti, tanto dei lavoratori quanto dei cittadini. E' un impegno che le Amministrazioni si erano assunte di fronte a tutta la comunità!

Ma soprattutto la Regione Marche è pesantemente responsabile di questo vuoto di programmazione che, oggettivamente, ha sbilanciato vistosamente la sua volontà politica dalla parte dell'API.

Che cosa significa, infatti, promuovere uno studio (affidato recentemente alla SVIM) relativo ad uno scenario produttivo ed occupazionale alternativo alla raffineria API soltanto tre mesi prima della decisione sul rinnovo o meno della concessione alla raffineria stessa?

Significa arrivare alla data della decisione "obbligati" a rinnovare la concessione per mancanza di alternative credibili!

Di fronte a tale abdicazione al ruolo programmatico da parte della Regione Marche, chi non si rende conto che la concessione alla raffineria è già necessariamente rinnovata?

Noi per primi ce ne rendiamo conto, soprattutto perché abbiamo sempre preso le distanze da salti nel buio che mettessero a rischio i livelli occupazionali!

Ma la maniera, a nostro avviso, machiavellica cui la Regione Marche ha costretto la problematica non ci piace, come non ci piace che il coronamento di questo machiavellismo sia uno spostamento della linea ferroviaria che l'API ha inglobato a tutto e solo vantaggio della stessa API, scaricando ancora una volta sui cittadini ed il territorio i devastanti impatti che ne deriverebbero.

Ecco perché ha ragione il Presidente della Provincia Giancarli, il quale ha rilanciato il ruolo di programmazione delle Amministrazioni pubbliche, una programmazione e una sfida il più possibile attenta proprio al reale sviluppo sostenibile del territorio.

E' evidente che da tutto ciò dipende anche il futuro dei cittadini aggrediti dall'espansione della raffineria API.

Attenzione!

Noi non abbiamo né presentato formale documentazione né « chiesto alla Regione di favorire la delocalizzazione dei rioni di Falconara vicini all'API » (Il Messaggero del 29 Marzo 2003).

I Comitati hanno espresso, sia all'Assessore Amagliani che al Presidente Giancarli, fiducia e collaborazione in un operato delle Amministrazioni pubbliche che tenga conto e risolva il grave degrado ambientale e la pesante situazione di incertezza in cui vivono centinaia di famiglie dei quartieri aggrediti dall'API.

Famiglie che, se anche lo volessero, non hanno più la possibilità economica di andarsene dalle abitazioni in cui vivono poiché la svalutazione delle stesse, dalla data dell'incendio del 25 Agosto 1999, ha raggiunto livelli tali (dal 30 al 50%) da non permettere di affrontare l'avventura economica dell'acquisto di una abitazione in un'altra zona della città o addirittura in un'altra città fuori dell'Area ad elevato rischio di crisi ambientale.

Con preghiera di pubblicazione, si inviano cordiali saluti.

 

COMITATO CITTADINO “25 AGOSTO”

COMITATO DEL QUARTIERE VILLANOVA

COMITATO DEL QUARTIERE FIUMESINO

 
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