Di
fronte al concreto e reale progetto del by-pass API, voluto dalla
Regione Marche e “benedetto” dalla Provincia di Ancona e dal
Comune di Falconara, progetto di Rete Ferroviaria Italiana (RFI)
attualmente in fase di Valutazione di Impatto Ambientale ci chiediamo:
-
che senso ha la
lettera d'intenti
sottoscritta dai presidenti Vito D'Ambrosio e Enzo Giancarli che
riconosce l’esigenza di un arretramento sul lungo periodo della linea
Adriatica?
-
che senso ha
la
relazione
dettagliata sull’arretramento della ferrovia Adriatica che il
viceministro all’Economia Mario Baldassarri ha chiesto alla stessa RFI?
-
è sensato o contraddittorio da parte del
Presidente Giancarli conferire studi di prefattibilità e dichiarare
che l’arretramento della ferrovia Adriatica è "Un progetto di
qualità da perseguire nel medio lungo periodo" e poi sostenere il
devastante e concretissimo Progetto del by-pass API?
E’
ormai palese la contraddizione in cui si stanno “rigirando” i Presidenti
D’Ambrosio e Giancarli, contraddizione sottolineata dall’imbarazzo
dell’Assessore ai Trasporti e all’Ambiente della Regione, Marco
Amagliani, il quale, pur annunciatolo da molti mesi, non riesce a
trovare il tempo per illustrare ai cittadini di Falconara il Progetto
del by-pass API.
Allora ci permettiamo di accendere un lumicino di razionalità in mezzo a
questo gran polverone che rende tutto poco chiaro. Lo facciamo
proponendo una parte delle nostre Osservazioni alla Procedura di Impatto
Ambientale avviata dalla Regione Marche per il by-pass API.
Sul
nostro sito web
www.comitati-cittadini.net (sezione
approfondimenti) è possibile consultare tutte le Osservazioni svolte
dai Comitati nella procedura di Valutazione di Impatto Ambientale del
progetto del by-pass API.
La necessità di
realizzare un raccordo ferroviario tra la linea adriatica e la tratta
Orte-Falconara, deve poter trovare una soluzione progettuale ottimale in
termini di rispondenza all’assetto del territorio, alle condizioni
paesistico-ambientali e alla coerenza con le determinazioni degli atti
di pianificazione territoriale.
Il
senso ed il significato di una procedura di V.I.A. è esattamente quello
di una verifica, a livello locale, che la soluzione che si andrà a
realizzare sia la migliore tra le soluzioni possibili.
Sia RFI che la
Regione Marche trascurano di considerare le alternative alla soluzione
di progetto, meglio noto come il “by-pass API”.
Eppure risultano
almeno due soluzioni documentate di cui la Regione è senza dubbio a
conoscenza.
La
proposta di arretramento del raccordo in adiacenza al tracciato
autostradale, che chiameremo soluzione del “Corridoio Adriatico”, e la
proposta di un raccordo minimale emersa nei recenti studi per la
formazione del preliminare del Piano di risanamento ambientale
dell’aerea ad elevato rischio ambientale di Ancona, Falconara e Bassa
Valle dell’Esino, che chiameremo, appunto, soluzione “minimale”.
La soluzione
del “Corridoio adriatico”
Il riferimento
all’arretramento della linea ferroviaria nel tratto anconetano è
contenuto, più o meno esplicitamente, in tutti gli atti di
pianificazione territoriale a scala regionale e provinciale.
Il
PIT - Piano di Inquadramento Territoriale della Regione Marche -
richiama l’idea di un “possibile nuovo passante ferroviario locale”
del territorio urbano di Ancona (chiamato anche “passante ferroviario
del Conero”) capace di assicurare una maggiore velocità dei trasporti su
ferro.
Il
PTC – Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di
Ancona, anche in riferimento al Piano Provinciale dei Trasporti, “fa
propria anche la previsione a medio-lungo termine, contenuta anche nello
studio per il Corridoio Adriatico, del by-pass tra Marina di
Montemarciano ed Aspio con asta ferroviaria abilitata ai traffici
internazionali (n.d.r. : alta velocità) e con due nuovi centri di
scambio a Chiaravalle ed Aspio”. Il PTC precisa altresì che “ La
linea litoranea resterà nell’attuale sede per il collegamento col porto
e come metropolitana di superficie. Di questa previsione dovrà tenersi
conto, in tempi più ravvicinati, nel disegno del raccordo tra
Chiaravalle e Marina di Montemarciano destinato a collegare la linea
trasversale per Roma direttamente a nord con la linea adriatica
superando il nodo API-Falconara,”…
E’ quindi
indiscutibile che la soluzione proposta da RFI con l’attuale Progetto di
by-pass API sia in totale contrasto non solo con le previsioni dei Piani
territoriali provinciali e regionali, ma con gli stessi scenari di
riassetto delle linee ferroviarie di interesse nazionale ed
internazionale.
L’unica giustificazione plausibile per sostenere la convenienza della
soluzione progettuale proposta da RFI è che il by-pass proposto non sia
sostitutivo dell’ipotesi di arretramento della ferrovia ma un semplice
raccordo utile anche al futuro funzionamento della linea metropolitana
di superficie nel collegamento Senigallia – Jesi.
Questa giustificazione è avvalorata dal fatto che la soluzione del
by-pass API non è compatibile con l’alta velocità e quindi non
appartiene al progetto di ammodernamento delle linee del Corridoio
Adriatico.
Tuttavia non è possibile non notare come la prospettiva di una
compresenza del by pass API e dell’arretramento ferroviario
Chiaravalle-Marina di Montemarciano sia poco credibile oltre che poco
convincente in termini di assetto territoriale.
Il
by-pass si presenta come un’opera invasiva per il territorio ed alquanto
costosa per essere considerato un semplice raccordo.
La dimensione
dell’intervento induce a ritenere che la sua realizzazione comporterebbe
un rinvio dell’ipotesi di arretramento della linea ferroviaria che
rappresenta invece una opzione strategica fondamentale per il corretto
sviluppo dell’area.
Il
maggiore investimento richiesto per la realizzazione di un tratto del
Corridoio adriatico (collegamento Chiaravalle-Marina di Montemarciano)
sarebbe sicuramente un “migliore” investimento se si considera come
inevitabile e necessaria la realizzazione del collegamento adeguato al
traffico internazionale in ambito europeo.
L’unica obiezione plausibile a queste considerazioni può essere fatta in
ordine alla indisponibilità economico-finanziaria a fronte dell’urgenza
di garantire un collegamento verso nord, anche in considerazione dei
tempi previsti per l’avvio dell’interporto di Jesi.
Se
questo è il problema, è evidente che la soluzione da individuare debba
essere quella che presenta il minor costo di realizzazione e di
esercizio e che determina il minor impatto sull’ambiente e sul
territorio.
Rispetto a questi punti la soluzione del by-pass API proposta da RFI è
assai poco convincente. Cercheremo di esporre in modo ordinato i
molteplici aspetti negativi che il tracciato comporta:
-
anomalia rispetto alla struttura
insediativa consolidata;
-
l’andamento del tracciato proposto nega la
direttrice adriatica sulla quale si è costruita storicamente la
formazione insediativa litoranea, da Senigallia ad Ancona e più in
generale tutta la “città lineare adriatica” .
-
l’ansa determinata dall’allentamento del
rettilineo ferroviario si offre ad un progressivo “riempimento”
edilizio per funzioni essenzialmente non residenziali.
-
impatto
sull’ambiente -
il tracciato comporta
un nuovo ponte sul fiume Esino, nei pressi della confluenza del fosso
della liscia, in un’area dichiarata ad elevato rischio di esondazione
dal PAI – Piano di Assetto Idrogeologico (livello di rischio R4).
Nella vicinanza del tracciato sono presenti i pozzi dell’acquedotto
Gorgovivo.
-
impatto
sul paesaggio -
il tracciato prevede
la realizzazione di un viadotto lungo circa 1,3km. Che, al fine di
consentire il passaggio delle strade e del rilevato del fosso della
liscia, dovrà innalzarsi di circa 5m dal piano campagna. Gli spessori
strutturali del viadotto e l’armatura ferroviaria comportano un
innalzamento di altri 5m per un totale di 10m circa di altezza
complessiva del manufatto. Il tracciato occupa aree in cui sono state
realizzate importanti opere di riqualificazione ambientale, relative
al parco fluviale dell’esino, sia di natura privata (area Sbacco) che
di natura pubblica (orto botanico ed arboreto didattico).
-
impatto
sul patrimonio storico-culturale - il tracciato si interpone
tra importanti monumenti storico-architettonici, deturpandone le
relazioni visive e le connessioni proprie della tramam insediativa
storica: il castello della
Rocca Priora (sec.XII) in ottimo stato di conservazione; il Molino
Santinelli (sec. XV) per il cui recupero sono disponibili i fondi del
PRUSST della Provincia di Ancona; la chiesa di San Lorenzo (sec XVI,
derivante da una costruzione esistente già al sec.XII) di grande
importanza storica e religiosa.
-
impatto sugli abitanti -
la
realizzazione della ferrovia costringerebbe l’abitato di Fiumesino ad
una situazione insostenibile, compreso tra la raffineria Api e la
ferrovia, esposto agli attuali rischi derivanti dalla raffineria
(aumentati dall’ipotesi di smantellamento del rilevato ferroviario!)
ed ai nuovi derivanti dalla ferrovia. Si renderebbe necessaria, di
conseguenza, l’evacuazione dei residenti e l’abbandono del quartiere.
Il passaggio della ferrovia al posto dello scalo merci all’interno del
quartiere di Villanova migliora soltanto di poco la attuale condizione
per i residenti.
-
problemi tecnici e di realizzazione
- il tracciato
prevede un difficile innesto verso la stazione di Falconara con la
necessità di demolire 4-5 abitazioni. Ciò incrementerebbe l’isolamento
di Villanova da Falconara. Anche l’innesto a nord presenta non poche
difficoltà tecniche dovute alla necessità di un sottopasso della
strada statale. Il tracciato coinvolge l’impianto della ex caserma
Saracini, compromettendone le potenzialità di recupero.
-
impatto sulle condizioni di rischio
- la
diminuzione del rischio di interazione ferrovia-raffineria lascia
aperte molte delle attuali condizioni di rischio e ne apre di nuove.
Tra le situazioni di rischio non risolte:
-
il rischio di
incidenti causati dalla raffineria verso l’abitato di Fiumesino
-
l’inquinamento
acustico causato dalla raffineria verso Fiumesino
-
il rischio di
incidenti dovuti all’interazione raffineria aeroporto.
Tra le nuove situazioni di rischio:
-
il tracciato della
ferrovia interferisce con il cono di volo dell’aeroporto e con la
strumentazione a terra;
-
lo spostamento
della ferrovia comporta anche lo spostamento del rischio proprio
della ferrovia (transito materiali pericolosi) che investono nuovi
territori e nuove porzioni di abitato (Villanova);
-
il nuovo ponte sul
fiume Esino comporta nuovi impatti sull’assetto idrogeologico reso
già precario dalle numerose alterazioni subite.
Molte di queste perplessità sono state peraltro sollevate nell’ambito
dello studio commissionato dalla Regione Marche alla SVIM S.p.a. per il
preliminare del Piano di risanamento dell’area ad elevato rischio di
crisi ambientale, studio che contiene anche una serie di considerazioni
che dovrebbero far riflettere, come quella relativa alla necessità di
“minimizzare i rimpianti” nella scelta di nuove infrastrutture del
territorio.
La soluzione
del “minimale”
Gli approfondimenti urbanistici dello studio SVIM comprendono una
ipotesi di soluzione alternativa alla realizzazione del by-pass API,
che, prevede un raccordo a raso e con un raggio di curvatura migliore
della soluzione presentata da RFI; impatti ambientali, paesaggistici,
sociali praticamente nulli; costi di realizzazione e di esercizio
nettamente inferiori.
Questa ipotesi, che abbiamo chiamato soluzione “minimale”, non affronta
però il problema del rischio di interazione ferrovia-raffineria,
limitandosi a richiamare non meglio precisate “opere di protezione della
linea sul lato a mare (utile anche a ridurre alcuni scenari di rischio
per l’abitato di Fiumesino)”.
Un
approfondimento del problema ha portato, attraverso lo studio di casi
analoghi, all’individuazione di una soluzione tecnica (tra le tante
applicabili) che consiste nella realizzazione di un muro in cls armato
tra la linea ferroviaria e gli impianti di produzione. Questa
protezione, opportunamente dimensionata in base agli scenari incidentali
individuati dagli studi ENEA, assolverebbe ad una triplice funzione:
-
protezione della
ferrovia dal rischio di esplosioni e fire-balls;
-
protezione
dell’abitato di Fiumesino dal rischio di esplosioni e fire-balls;
-
protezione
dell’abitato di Fiumesino dall’inquinamento acustico (e visivo)
prodotto dalla raffineria.
Per
quanto riguarda il rilascio di gas, l’impatto sul treno in transito,
attutito dalla presenza del muro di contenimento, sarebbe del tutto
trascurabile.
Sempre nell’ambito della riduzione del rischio e delle condizioni di
criticità locali, si evidenzia come la soluzione minimale presenta altre
due fattori di miglioramento dell’attuale situazione:
Il
primo fattore è la previsione di uno smantellamento dei serbatoi posti a
ridosso della statale adriatica, vicino alle abitazioni del quartiere di
Villanova. Questa azione, che può (ndr.:ora dobbiamo dire poteva!)
essere inquadrata convenientemente all’interno delle prescrizioni per il
rinnovo della concessione alla raffineria API su cui la Regione è
chiamata ad esprimersi, comporterebbe una sensibile riduzione del
rischio proveniente dal traffico aeroportuale (i serbatoi sono ubicati
all’interno del cono di volo!) e verso l’abitato di Villanova.
Il
secondo fattore è la possibilità di utilizzare lo scalo merci posto alle
spalle del quartiere di Villanova per una nuova viabilità di accesso a
Falconara, utilizzando il sottopasso esistente. Questa opzione
consentirebbe di eliminare totalmente il traffico di attraversamento dal
cuore del quartiere di Villanova, con conseguente abbattimento del
livello di polveri, ozono e NOx.
La
soluzione “minimale” appare pertanto preferibile al by-pass API anche
sotto il profilo della sicurezza, in quanto risolve un numero maggiore
di condizioni di rischio locale.
In
sintesi, la soluzione “minimale” è preferibile al by-pass per i seguenti
motivi:
-
ha un costo di
realizzazione e di gestione decisamente inferiore;
-
comporta minori
problemi realizzativi e coinvolge una porzione di territorio inferiore
nella fase di realizzazione;
-
ha impatti ambientali
praticamente nulli;
-
ha impatti
paesaggistici praticamente nulli;
-
migliora le
condizioni abitative dei quartieri di Villanova e Fiumesino;
-
risolve un maggior
numero di condizioni di rischio totale;
-
giustifica i recenti
investimenti pubblici (contratto di quartiere, PRUSST, parco Esino)
per la riqualificazione dell’area;
-
è perfettamente
compatibile ed integrato al progetto di realizzazione del corridoio
adriatico ed a qualunque scenario futuro senza la presenza della
raffineria
A
fronte di questi indiscutibili vantaggi, la sola difficoltà è quella
della necessità di smantellare una serie di serbatoi da parte della
raffineria, ma, come abbiamo accennato, l’occasione della discussione
dei termini per il rinnovo della concessione si offre come occasione
ottimale per una soluzione in tal senso, specie se vista nella
prospettiva di una intesa Regione - Azienda energetica API per l’avvio
di un concreto processo di riconversione del polo energetico.
D’altra parte, a fronte di una innegabile necessità e convenienza
pubblica, non può essere un interesse privato a costringere ad
intraprendere una soluzione peggiorativa, quella del by-pass, che
determinerebbe ingenti costi pubblici e pesanti ricadute sul territorio.
In
caso contrario si anteporrebbe un interesse privato ad un interesse
pubblico nella realizzazione di un’opera di rilevanza nazionale.
COMITATO DEL QUARTIERE VILLANOVA
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