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CONSIGLIO REGIONALE MARCHE
Gruppo Consiliare di Rifondazione Comunista
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API ... "CHE FARE"
Gli ultimi 50 anni di storia della città di Falconara s'intrecciano
con la nascita e lo sviluppo sul proprio territorio di un'azienda quale
è la Raffineria API. Ogni amministratore di questa città ha dovuto
misurarsi con le problematiche derivanti da tale insediamento che se da
un lato ha rappresentato e rappresenta lavoro e benessere per centinaia
di famiglie, per converso ha senz'altro obbligato un certo tipo di
sviluppo industriale negando di fatto un'evidente vocazione turistica
della città alla pari delle altre cittadine costiere della fascia
adriatica. Purtroppo nel tempo nulla si è fatto perché tale ingombrante
presenza potesse subire una battuta d'arresto, una pur minima inversione
di tendenza che indicasse un percorso altro da quello sin qui
conosciuto. Al contrario, alla fine degli anni '80 è l'azienda a porre
una pesante ipoteca sul proprio futuro e su quello del territorio che la
ospita attraverso la presentazione del progetto denominato "SicurezzaEnergia-Ambiente
", aprendo la strada alla realizzazione della Centrale Termoelettrica (IGCC).
Il Consiglio Comunale di Falconara M.ma venne così chiamato a votare
quello che era urbanisticamente un atto dovuto e cioè la compatibilità
urbanistica di quell'area, prevista nel P.R.G. allora vigente quale
area destinata ad ospitare "industrie ad alto rischio ". Il gruppo
consiliare del P.C.I. subì quello stato di cose ma su tale vicenda
iniziò un percorso che lo portò ad incontrare l'allora Ministro
dell'Ambiente On. Giorgio Ruffolo, onde mettere in campo tutte le
contromisure nei confronti di una situazione amministrativa che
giudicavamo pericolosa per la città e per il suo futuro sviluppo; ero
allora un giovane amministratore, della delegazione che incontrò il
ministro facevo parte anch'io, tutto intorno un "fragoroso silenzio".
Nel 1994 il Consiglio Comunale si esprime sul progetto IGCC (Centrale
Termoelettrica), il PCI purtroppo non c'è più e si vede: tutti
d'accordo, un solo voto contrario di Rifondazione Comunista, il voto del
sottoscritto. E' del 1996 la convenzione tra l'Amministrazione Comunale
e la Raffineria che impegna quest'ultima ad alcune realizzazioni
immobiliari di competenza comunale, legittimando di fatto un piano
d'investimenti per circa 1800 mld e la sua presenza per gli anni a
venire; ancora una volta il solo rappresentante di Rifondazione
Comunista vota negativamente. Il 25 Agosto 1999 la città si sveglia di
colpo a fronte di uno degli incidenti più gravi occorsi alla raffineria
stessa, due operai purtroppo rimangono vittime, l'inevitabile
indignazione ripropone nel modo più controverso il problema della
presenza di un'industria ad altissimo rischio nel cuore di una città. I
Consigli Comunale, Provinciale e Regionale adottano atti fotocopia che
definiscono incompatibile l'Azienda con la città. Nel Marzo 2000 con
delibera n. 305 il Consiglio Regionale dichiara "Area ad alto rischio
ambientale" quella circostante la Raffineria, senza sapere peraltro in
quel momento che la concessione stessa è già stata rinnovata all'azienda
dal Ministero dell'Industria per altri 20 anni, senza vincolo alcuno (quell'atto
sarà impugnato da Comune e Regione di fronte al T.A.R. Marche e
annullato con sentenza 1132/2000 poi confermata dal Consiglio di Stato).
Nell'Aprile 2000 si va al rinnovo del Consiglio Regionale e la
coalizione vincente di cui Rifondazione Comunista fa parte, inserisce
nel suo programma in merito alla questione API, l'approntamento di uno
studio che verifichi i la possibilità di una dismissione e/o di una sua
riconversione salvaguardando contestualmente innanzitutto i livelli
occupazionali. Sin qui la storia, forse lunga e noiosa ma - puntuale e
in eludibile se si vuol comprendere la coerenza e della nostra
posizione. Altrettanto puntualmente occorre ribadire la posizione che in
qualità di Assessore Regionale all'Ambiente sostengo:
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La presenza della Raffineria
API nel cuore della città di i Falconara è e rimane un'anomalia che
strategicamente (medio-lungo periodo) va superata, sulla base di studi,
progetti e programmi che dimostrino la possibilità di una riconversione
eco-compatibile, tutelando innanzitutto i livelli occupazionali,
condizione questa attualmente non percorribile in assenza di un
qualsiasi studio specifico (non potendo peraltro evitare di confrontarsi
con le questioni legate all'approvvigionamento energetico, in
considerazione del fatto che la centrale termoelettrica copre il
fabbisogno regionale di energia elettrica per circa il 30% oltre alla
lavorazione di prodotti petroliferi che soddisfano l'intera richiesta
regionale oltre la gran parte delle regioni limitrofe);
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L'eventuale rinnovo della
concessione dovrà avvenire sulla base di prescrizioni severe, in
osservanza di tutte quelle già previste dal CTR (Comitato Tecnico
Regionale) e nel solco delle indicazioni fornite dal CTU (Comitato
Tecnico d'Ufficio) del TAR Marche e quindi in sintesi:
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Messa in sicurezza interna
ed esterna dell'impianto;
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Bonifica del sito prevedendo
una concessione verificabile per step di 4/5 anni, attestante i livelli
di bonifica raggiunti, nella certezza che qualsivoglia progetto di
riconversione non possa prescindere da tale fondamentale intervento;
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Controllo preventivo e
repressivo di tutte le emissioni in acqua, aria e suolo;
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Compressione urbanistica e
quindi limite allo sviluppo dell'Azienda, in controtendenza con quanto
sin qui avvenuto, integrando il deposito nazionale nel recinto della
Raffineria, con conseguente riduzione dei volumi di stoccaggio, mediante
eliminazione dei serbatoi di benzina prossimi alla recinzione,
razionalizzando il sistema d'intervento antincendio e il controllo del
deposito in un unico sistema adeguato agli standard della raffineria;
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Ammodernamento degli
impianti di protezione del pontile, con sistemi a tecnologia avanzata,
in analogia a quanto già fatto per l'isola sita a circa 4 km. dalla
costa;
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Impermeabilizzazione dei
vecchi tratti della rete fognaria;
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Completamento della
pavimentazione nelle aree di processo;
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Potenziamento dei sistemi di
recupero del surnatante in falda;
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Sostituzione del vecchio
impianto di desolforazione del gasolio con impianto di nuova
generazione;
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Programma di sviluppo di
protezione antincendio, con rete centralizzata di distribuzione dello
schiumogeno ai vari impianti fissi;
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Dotazione di un nuovo mezzo
antincendio ai vigili del fuoco aziendali;
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Installazione di un sistema
di recupero dei vapori al carico bitumi;
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Graduale riduzione dei
prelievi di acqua dolce;
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Controllo sistematico sulle
navi petroliere in transito e all'attracco, per garantire che queste
siano rispettose degli standard di sicurezza più aggiornati.
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L'Azienda dovrà azzerare il
contenzioso in essere a partire dall'impugnativa alla deliberazione
305/2000 (dichiarazione d'area ad alto rischio ambientale), la cui
percorribilità consentirà di attingere ai fondi previsti nella Legge
Finanziaria dello Stato, indispensabili alla concretizzazione di un
credibile Piano di Risanamento Ambientale. Tale percorso va
necessariamente accelerato, onde evitare il rischio concreto che il
Governo Nazionale avochi a se autorizzazioni di tale natura come già
avvenuto per le Autorizzazioni Ambientali Integrate (IPCC) attraverso
l'art. 77 della Finanziaria 2003. Mi preme ricordare che se tale
percorso è oggi possibile lo si deve innanzitutto al lavoro che il
sottoscritto ha sin qui svolto, a pochi mesi dalla sua nomina
assessorile (21 Novembre 2002), sulla base di atti deliberativi
specifici, proposti alla Giunta Regionale e dalla stessa approvati,
evitando che l'inerzia precedente facesse scattare la condizione del
silenzio assenso alla richiesta di rinnovo della concessione, in
scadenza l'11 Gennaio 2003. Sulla stessa lunghezza d'onda lo studio
epidemiologico di cui il CTU del TAR lamenta l'assenza in questi giorni
è stato affidato al dott. Micheli del centro tumori di Milano. Sono
altresì convinto che all'azienda non vada richiesta alcuna contropartita
finanziaria se non il rispetto puntuale ed assoluto della normativa
vigente, nella convinzione assoluta che la salute e la sicurezza non
hanno prezzo! Ciò non significa che la stessa non debba avere la dovuta
sensibilità nei confronti di un territorio che negli ha dovuto subire ed
ancor oggi subisce un presenza così invasiva, ritornando allo stesso ciò
che è giusto aspettarsi. Vorrei davvero che si aprisse un capitolo nuovo
nella storia dei rapporti tra Azienda ed Ente Pubblico, che veda la
politica con la P maiuscola finalmente determinante nel disegnare il
proprio futuro, anche in linea con le previsioni degli strumenti
urbanistici vigenti ma senza fughe in avanti o irrazionali massimalismi,
utili forse a sterili populismi di facciata ma non consoni alla portata
del problema, evitando che d'ora in avanti si debba parlare della
Raffineria solo quando la stessa ci offre l'occasione per parlarne. Noi
vogliamo come sempre accettare questa sfida e certamente faremo la
nostra parte.
Marco Amagliani
Assessore Regionale all'Ambiente
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NON C'E' PEGGIOR SORDO
DI CHI NON VUOL SENTIRE
Non entro nel merito dei molteplici
attacchi a cui è sottoposto il PRC in questo periodo, siamo abituati ad
essere bersagliati dai moderati del centro sinistra preoccupati ed
infastiditi dall'esistenza stessa di una forza comunista, come del
centro destra che vede con preoccupazione una vera alternativa di
società al loro liberismo sfrenato. Entro invece nel merito, senza
eludere riferimenti alcuni, al percorso che ci porta al termine del 15
Giugno. Posso annoiare lo so bene ma credo che io debba evidenziare con
forza quello che è stato, è, e sarà il filo rosso di coerenza e
linearità che ha guidato il gruppo consiliare di Rifondazione Comunista
sulla vicenda API. Schematicamente alcune date. 1997 abbiamo votato
contro la convenzione Comune-API per la nuova centrale (unico voto
contrario) continua il triste baratto "salute-denaro"; 1998 ci siamo
opposti con forza alla vendita di via Toselli, una strada pubblica
venduta dall'amministrazione Carletti all'API e con essa ai "marchi" in
molte zone di Falconara, questi due atti all'apparenza di poco conto
rappresentavano esattamente il biglietto da visita con cui
l'Amministrazione Comunale di Falconara si rapportava alla raffineria
altro che "presenza non gradita"; 1999 abbiamo votato a favore della
delibera sull'incompatibilità ambientale della raffineria con Falconara
(approvata a maggioranza); 1999 abbiamo presentato otto emendamenti ai
PRG di Falconara sull'area occupata dalla raffineria api (tutti
bocciati); 2000 ordine del giorno sul bilancio di previsione che cosi
recitava: "... se entro marzo 2001 la Regione Marche non provvederà ad
iniziare lo studio di fattibilità per la riconversione del sito della
raffineria api, studio che deve essere redatto senza che un solo posto
di lavoro venga messo in discussione, allora sarà l'amministrazione
comunale di Falconara entro la fine della legislatura a commissionarlo
in proprio stanziando i fondi necessari, per tale progetto..." (l'odg è
stato approvato all'unanimità ma mai eseguito dalla giunta); 2000
interrogazione prima e odg poi sul sistema di catalizzazione DeNox (odg
bocciato); 2001 interrogazione sullo stato di attuazione degli studi di
fattibilità ipotizzati; 2001 interrogazione urgente sulla progettazione
e stato di attuazione interventi per la messa in sicurezza delle zone
adiacenti la raffineria Api; 2001 mozione sugli indirizzi
politico-programmatici sul futuro della raffineria API (approvata a
maggioranza); 2002 ordine del giorno sulla destinazione dell'avanzo di
bilancio allo studio di fattibilità (approvato, ma mai eseguito). Sono
alcune date e alcuni riferimenti dell'attività istituzionale del Gruppo
Consiliare in merito alla questione api, sono date e riferimenti che
però inequivocabilmente evidenziano la coerenza e l'impegno al rispetto
di quanto ripetutamente asserito nei programmi elettorali. Certo la
mistificazione e la malafede sono le armi che certa politica è solita
usare, certo, ho tristemente imparato che spesso si può dire tutto e il
suo esatto contrario, ma, gli atti che ho evidenziato (e chi ne volesse
copia integrale deve solo chiederli!) dimostrano fuori dalle bieche
logiche dell'orticello come la linearità di comportamento abbia sempre
guidato le nostre scelte e il nostro operato. E' colpa di Rifondazione
Comunista se il sindaco di Falconara dichiarava l'incompatibilità della
città con la raffineria e poi si incontrava con la proprietà per
ottenere denaro per sanare gli scriteriati bilanci comunali? E' colpa di
Rifondazione Comunista se l'assessore regionale all'ambiente Ottaviani
nei tre anni in cui è stato in carica non si è nemmeno sognato di
iniziare uno studio di verifica e di fattibilità? E' colpa di
Rifondazione Comunista se dopo aver proposto ordini del giorno e mozioni
che sono state approvate dal consiglio comunale vedono le stesse
disattese e negate da un sindaco arrogante ed antidemocratico e da un
presidente del consiglio vergognosamente di parte? Potevamo fare di più?
Forse, si può sempre fare di più, ma tutto quanto è stato fatto è stato
ed è, sempre vincolato al mandato ricevuto dagli elettori in base ad un
preciso programma. E' per questo che ritengo utile riproporne stralci
significativi. Inutile negare che il ruolo ricoperto ora (purtroppo solo
ora) dal compagno Marco Amagliani in seno alla Giunta Regionale delle
Marche oltre ad inorgoglirci ci stimola ulteriormente al "fare" ad
adoperarci perché gli studi vengano realizzati (e ora grazie all'impegno
di Marco sono tutti iniziati) alla vigilanza continua del rispetto delle
prescrizioni, in poche parole al fare politica, quella politica per cui
il Circolo di Falconara è presente in tutte le istituzioni (Comune,
Provincia e Regione) e per cui tanti elettori di Falconara ci chiedono
di continuare, e piaccia o no agli opportunisti della vecchia e
dell'ultima ora, noi continueremo.
Massimo Marcelli Fiori
Capogruppo PRC Consiglio Comunale Falconara |
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"estratto dei Programma
elettorale Maggio 2001 Elezioni amministrative di Falconara"
Conferma delle linee guida
espresse dal Consiglio Regionale nella delibera di indirizzo sulla
dismissione della raffineria API alla scadenza della concessione (2008).
"con il decreto 22/97 è possibile avviare un'ampia opera di bonifica,
ricercando anche tecnologie complesse. La sottoscrizione dell'intesa
Regione-Ministero dell'Ambiente ha l'obiettivo della soluzione
definitiva dei problemi posti dalla raffineria, la messa in sicurezza
immediata dell'API, la redazione di un progetto di dismissione della
raffineria coerentemente con l'incompatibilità evidente di questa con il
territorio, nella salvaguardia assoluta e prioritaria dei livelli
occupazionali esistenti". Realizzazione delle vie di fuga per una reale
messa in sicurezza dei cittadini tutti, in special modo dei residenti di
Villanova e Fiumesino che nonostante, le sirene del benessere altrove,
decidono coerentemente continuare a vivere in casa loro. Monitoraggio e
bonifica continua di tutte le i fonti inquinanti. Potenziamento
dell'ufficio ambiente e reale collegamento con le strutture provinciali
e regionali. Il problema API deve essere risolto nel più ampio accordo
tra lavoratori, cittadini ed istituzioni, per quello che ci riguarda la
coerenza tra realtà presenti nelle istituzioni del PRC, è e dovrà
continuare ad essere costante, in comune, provincia, regione e
parlamento. |
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"intervista sul
Programma elettorale Maggio 2002 Elezioni Provinciali collegi di
Falconara"
La questione API resta il
problema centrale di Falconara, quale è la tua opinione?
Credo che al momento la raffineria sia incompatibile con la città di
Falconara, credo però che a volte bisogna essere più realisti del re,
nessuno di noi ha la bacchetta magica per trasformare le falde inquinate
in campi di fiori, per offrire un lavoro meglio retribuito ai lavoratori
ora impiegati nella raffineria, per colmare il disavanzo economico
dettato dal mancato indotto, insomma nessuno può dirsi tuttologo.
Occorre quindi che la Regione Marche, esegua finalmente lo studio di
fattibilità che indichi se, e come, è possibile dismettere la raffineria
a termine concessione, salvaguardando l'indotto, i posti di lavoro,
bonificando l'area destinandola ad altra vocazione da quella industriale
come ad esempio quella del terziario o del turismo. So di ripetermi, ma
voglio ribadire un concetto essenziale, senza l'assoluta certezza della
salvaguardia dei livelli occupazionali noi non ci muoveremo, questa è
una garanzia che un Partito che mette il lavoro al centro della sua
azione politica deve porre come elemento fondamentale. |
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