DOCUMENTAZIONE DI
UN
DERAGLIAMENTO
Ha ragione l'ex Ministro
Baldassarri a giudicare come ridicola la scelta di finanziare il by
pass API insieme alle opere del nodo ferroviario di Falconara. Ma
siccome in tutta questa vicenda che seguiamo dagli inizi (da
febbraio 2002 quando era Assessore regionale ai Trasporti la
Dott.ssa Cecchini successivamente “scalzata” da Amagliani) i
comitati in cui e per cui interveniamo sono gli unici che tengono
dritta la barra della verità storica e politica (e questo è ciò che
ci distingue profondamente dalla casta) una cosa dobbiamo dirla e
documentarla: L'ONOREVOLE MARIO BALDASSARRI ERA PRESIDENTE DEL
CIPE CHE IL 29 LUGLIO 2005 DELIBERO' FAVOREVOLMENTE PER IL PROGETTO
OGGI FINANZIATO DA DI PIETRO E VOLUTO DA D'AMBROSIO, SPACCA E
AMAGLIANI (nonchè da Carletti e Recanatini/Piccinini)!
NEL 2005, L’ON. MARIO
BALDASSARRI - CON IL SUO GOVERNO - POTEVA SCHIACCIARE IL BOTTONE PER
BLOCCARE QUEL PROGETTO E CAMBIARLO!
NON LO HA FATTO!
Allora il punto è anche questo:
TRASVERSALMENTE, SENZA DISTINZIONE DI COLORE DI PARTITO,
QUESTA CASTA SI METTE SULL'ATTENTI DI FRONTE ALL'API E SPIANA COME
CON LO SCHIACCIASASSI LE REALI ESIGENZE DEL TERRITORIO DEI CITTADINI
E DEGLI ALTRI COMPARTI ECONOMICI (turismo in primo luogo).
I nostri comitati hanno il
compito, oggi, di dire che quel progetto è una puzzonata e fare
giustizia di qualsiasi opportunismo elettorale, da qualsiasi parte
provenga.
E’ per questo che attraverso il
nostro sito diamo la possibilità a tutti di
consultare
la documentazione che permette di ricostruire in termini di
verità storica e politica la incredibile storia di un progetto degna
della “casta ambidestra” che sta rovinando irrimediabilmente un
pezzo del territorio della Regione Marche.
Delibera CIPE 29 Luglio 2005
AERCA Potenziamento ferrovia adriatica
AERCA Prime linee Piano di Risanamento
Da
“Il Messaggero” del 04.02.2008
Mobilità & polemiche. L’ex viceministro lancia l’allarme dopo i 204
milioni stanziati per bypassare la raffineria.
«BRETELLINA
API, CHE SCELTA RIDICOLA»
Baldassarri: «E’ solo miopia. Così si dice addio
all’arretramento Fs di Ancona».«Una
scelta ridicola».
Non ci sta Mario Baldassarri, ex viceministro dell’Economia.
Fu lui, nel 2004, a presentare un progetto da 2 miliardi di
euro per far arretrare la ferrovia da Marina di Montemarciano
a Passo Varano, passando per Chiaravalle, realizzare tre nuove
stazioni (Ancona Centrale a Passo Varano) e liberare dalla
linea ferrata oltre venti chilometri di costa, da Marina di
Montemarciano al porto di Ancona. Un “rivoluzione ferroviaria”
finita ora nel cassetto, a giudicare dalla bretellina
presentata l’altro giorno: servirà solo a by passare l’Api,
pur costando 204 milioni. Non collegherà Montemarciano a
Chiaravalle, primo tratto del grande arretramento. E
Baldassarri trasecola. «Sì - attacca Baldassarri - è ridicolo
impegnare 204 milioni solo per togliere i binari dall’Api. E’
una sciocchezza. Così si rischia di vanificare ogni sforzo per
il vero arretramento della ferrovia tra Marina di
Montemarciano e Ancona. Purtroppo si continua a lavorare con
miopia politica, andando a pietire con il cappello in mano a
Roma senza avere un orizzonte d’intervento più ampio che possa
veramente far diventare Ancona e Falconara lo snodo dei
trasporti oltre che consentire l’avvio di un’operazione con
cui recuperare 25 km di costa».
Ovvero il progetto Rfi da lei presentato nel 2004.
«Esatto, un
intervento da quasi 2 miliardi di euro per mettere il centro
ferroviario di Ancona al servizio della regione e ridisegnare
la costa».
Come nacque quell’idea?
«Si stava parlando di realizzare la terza corsia dell’A14,
si pensava al collegamento diretto porto-autostrada. E pensai
che si poteva creare una formidabile integrazione».
Quali erano i cardini dell’intervento?
«Il progetto integrato e il preliminare da parte di Rfi,
presentato in un incitarono pubblico alla Fiera di Ancona e
poi in consiglio comunale, prevedeva una variante ferroviaria
di 4,4 km e tre nuove stazioni: Falconara-Chiaravalle, Ancona
centro-Pinocchio e Varano. Con quest’ultima destinata a
diventare lo scalo principale del capoluogo con il tratto
piazza-Rosselli Varano utilizzabile come metrò di superficie.
Tre mosse per liberare chilometri di costa e riscoprire il
golfo di Ancona».
Un’idea già prevista dal piano provinciale dei
trasporti votato dalla Provincia durante la presidenza
Giancarli...
«Non era così articolato, prevedendo piccoli aggiustamenti
e non una visione strategica d’insieme».
Ma come si finanzia il progetto miliardario delle
Ferrovie?
«In gran parte con la dismissione del patrimonio
ferroviario. Rfi, proprietaria dei binari e dei locali calcolò
anche il valore delle aree liberate: coprivano il 45% della
spesa solo sulla base dell’attuale destinazione».
Ma non bastava. E quale fu la proposta?
«L’allora ad delle ferrovie Moretti 45% dichiarò la
disponibilità dell’ente a mettere la differenza del costo se
il valore delle aree ferroviarie fosse arrivato a coprire il
60-65% del progetto».
Come?
«Rivedendo la destinazione urbanistica delle aree: 45
ettari di terreno, oltre 70mila i mq di fabbricati e
immobili».
Competenza però dei Comuni interessati...
«E infatti, dopo le prime dichiarazioni di interessamento
alla presentazione del progetto in consiglio comunale è calato
il silenzio. Da allora nessuna risposta ufficiale. E poi...»
Che cosa?
«In attesa di sapere se Comuni, Provincia e Regione erano
interessati ad andare avanti con questo progetto è caduto il
Governo e tutto è rimasto fermo. Adesso invece...»
...succede che...
«...Si spendono 204 milioni per un intervento che non crea
alcun valore. Anzi, questo intervento potrebbe ostacolare
l’ipotesi di by-pass vero».
Perché?
«Prevede solo lo scavalcamento dell’Api e non
l’inserimento diretto con la Orte - Falconara».
Persa ogni speranza di veder realizzato il vero
by-pass?
«Non ci penso proprio. Per An è una priorità politica che
presenteremo con forza sia alle prossime Politiche sia alle
Regionali. E di qualunque colore sia il prossimo governo
nazionale per noi sarà un argomento per il quale spenderci.
Bisogna capire...».
Che cosa?
«Che non si può fare politica solo pensando ai prossimi
sei mesi. Quella linea ferroviaria sulla costa è del 1906, è
ora di pensare a un intervento che ridisegni Ancona e al sua
costa per i prossimi cento anni. Non ci si può accontentare di
un pensare piccino e ridicolo».
Massimiliano
Petrilli |
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