L'ASSEDIO DI
FALCONARA
che fine ha
fatto il progetto di arretramento della ferrovia
dell'ex Presidente della Provincia Enzo Giancarli ?
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Falconara - il
suo territorio e, soprattutto, i suoi cittadini – sono sotto
assedio!
La ricetta
della SUPERCITTA’ della Senatrice del P.D. Magistrelli
secondo la quale “serve un unicum amministrativo” per Ancona
e Falconara – idea anticipata dal Consigliere di A.N. Silvetti e
sposata dal Senatore di F.I. Casoli – segna un salto di qualità
nella incapacità della attuale classe politica di dare una risposta
alla Vertenza Falconara.
La proposta, oltre a spostare l’attenzione dal senso della Vertenza
ad altro, ci fa capire che per la attuale casta partitica è giunto
il momento di mettere Falconara sotto stretto controllo politico per
stroncare definitivamente quelle resistenze sociali che pongono
ostacoli allo sfruttamento delle sue micidiali potenzialità
industriali ed infrastrutturali.
Si rileggano le dichiarazioni del Sen. Casoli (che riportiamo in
rassegna) e, da ultimo, del Sindaco Sturani e si avrà sia il quadro
del “progetto” che hanno in mente lorsignori per la porzione
di territorio falconarese della supercittà, sia l’insieme dei
progetti di sviluppo che la società civile ha messo in discussione
in questi ultimi anni: by-pass ferroviario API, progetto
quadrilatero, nuove centrali API, porto turistico e, in generale,
ulteriore sfruttamento del territorio.
E’ ormai
palese che il sistema dei partiti, trasversalmente, considera come
“turbolenze sociali” la progettualità partecipata dei cittadini e la
conseguente domanda di democrazia partecipata cresciuta a Falconara
e concretizzatasi con la Vertenza: una richiesta di partecipazione a
cui si risponde con un ulteriore distanziamento tra luogo del
conflitto e luogo decisionale.
Una
richiesta di partecipazione non sopportabile dalle amministrazioni
pubbliche per il ruolo di servi/zio che Falconara ed i falconaresi
svolgono e dovranno svolgere per l’intera Regione Marche.
Oltre a
prefigurarsi, dunque, come una risposta autoritaria, la trovata di
una Ancona pigliatutto elude, in questo preciso momento, il
tema ALTO del modello di sviluppo posto dalla Vertenza Falconara, un
modello vorace e distruttivo che, attualmente, condanna un grosso
pezzo del territorio di questa regione ad essere Area ad Alto
Rischio di Crisi Ambientale (AERCA).
A proposito
di modello di sviluppo, invitiamo a meditare sull’arretramento della
linea ferroviaria citato dalla Senatrice del PD Magistrelli.
Giace nel
dimenticatoio il
progetto della Provincia di Ancona, voluto dall'ex Presidente
Enzo Giancarli, per l'arretramento della linea ferroviaria da
Senigallia ad Ancona con relativa realizzazione di una vera
metropolitana di superficie. Quel progetto, connesso con
l’Interporto, rappresenterebbe una rettifica importante di un
aspetto del logoro modello di sviluppo attuale. Rettifica che
toglierebbe alcune criticità per il territorio falconarese (scali
merci ferroviari - riduzione del traffico automobilistico) ed
anconetano (spostamento stazione e riduzione del traffico) e
libererebbe la costa per uno sviluppo turistico differente che
equivale a ricchezza e lavoro.
Domandate
agli albergatori di Senigallia se il progetto è piaciuto loro quando
il Presidente Giancarli lo presentò nel 2004!
Dunque
perché servirebbe un altro unicum amministrativo che ripensi
e riprogetti dal momento che già è stato fatto dalla Provincia di
Ancona con atti amministrativi e soldi pubblici?
Come mai
dalla Provincia di Ancona non arrivano segnali su questo argomento
che conosce molto bene?
Perché i
Senatori e Deputati delle Marche di tutti i colori e la stessa
Regione Marche, non sostengono quel progetto di fronte al governo
centrale ed al Ministero delle Infrastrutture?
Come mai,
al contrario, è arrivato sul tavolo del ministro Di Pietro il
devastante progetto del cosiddetto bypass ferroviario API che
intende spostare con denaro pubblico il solo tratto di linea
ferroviaria che la raffineria ha inglobato negli anni '70?
Non c’è bisogno
della supercittà per risolvere criticità e aprire nuove
prospettive: gli strumenti amministrativi ci sono, manca la capacità
o la volontà politica di far valere le vere esigenze territoriali di
fronte al governo centrale!
Marina
Magistrelli (Senatrice Partito Democratico):
"Apriamo un dibattito su uno sviluppo Ancona-Falconara che
potrebbe portare nel futuro ad una unica amministrazione comunale.
Serve un grande centro, per una grande politica di arredi e di
servizi su vasta scala. Falconara ha bisogno di lasciarsi dietro
alle spalle il ruolo di città di servizi e di servizio e potrebbe
diventare attrattiva anche dal punto di vista turistico. Un esempio
tra tanti possibili: perché tra Torrette e Falconara non realizziamo
una spiaggia con parcheggi, ristoranti, che sia un continuum con
Senigallia? Basterebbe prevedere o meglio realizzare lo spostamento
della ferrovia e della statale a monte. L'attuale statale potrebbe
diventare il lungomare. Serve però un unicum amministrativo (…)"
Casoli
(Senatore Forza Italia):
“permetterebbe di sfruttare al meglio le micidiali potenzialità
di una città come Falconara - sottolinea il senatore di Forza
Italia - Oltre alle chance industriali, in primis quella della
raffineria Api che va vista come un'opportunità e non sempre come un
problema, c’è da avviare un ragionamento su altri servizi
fondamentali per il territorio in un tempo medio. e mi riferisco in
particolare all’aeroporto, alla Fiera, allo snodo autostradale.
Ancona-Falconara diventerebbe uno dei gangli vitali dell’economia
marchigiana, cerniera di snodo del sistema regione tra nord e sud”.
Silvetti
(Consigliere Regionale Alleanza Nazionale):
“Il tema dell’unione tra Ancona e Falconara non è nuovo per
gli esponenti di Alleanza nazionale. «Già nel 1995 il periodico
giovanile del nostro partito “Il garbì” aveva rilanciato l’ipotesi -
ricorda Silvetti - Alla base del ragionamento vi era l’idea che le
due realtà sono assolutamente omogenee e in un’unica realtà potevano
e possono diventare un importante polo al servizio di tutto il
territorio marchigiano con i loro servizi quali il porto,
l’aeroporto, lo snodo ferroviario di collegamento con Roma, la
realtà industriale. Un polo omogeneo per risorse e servizi che
spazzi via le attuali frammentazioni incomprensibili”.
Graziano
Fioretti (Segretario Regionale UIL):
“I benefici sono molteplici e per entrambe le città. Una realtà
di oltre 130 mila cittadini consente, innanzitutto, di accedere ad
una quantità maggiore di fondi pubblici, statali ed europei. Fondi
che permetteranno, secondo me, di ripensare la futura città,
progettandone uno sviluppo più armonico, dando anche la possibilità
di mettere mano a quelle idee scaturite dal dibattito che da anni
vede al centro la necessità di dare un impulso più consistente alla
crescita di questo territorio. Penso all’uscita ad ovest dal porto,
penso allo snodo ferroviario di Falconara, all’arretramento della
linea ferroviaria e all’idea di una metropolitana di superficie”. |
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