QUANDO LA CURA RISCHIA DI ESSERE PEGGIORE DEL MALE
Apprendo dalla stampa che il Commissario Straordinario ha scritto
alla Regione Marche comunicando ufficialmente la rinuncia del Comune al
contratto di quartiere 2 di Villanova.
E’ utile ricordare come la quota comunale di compartecipazione non
venne inserita nel bilancio preventivo 2007 a causa delle ben note
condizioni finanziarie dell’Ente Locale ma è altrettanto utile ricordare
come vi fosse la volontà (ma non solo quella) di addivenire di concerto
con la Regione Marche ad una proroga dei tempi del finanziamento (della
quota parte comunale) finalizzata al non vanificare un’opportunità
considerata unanimemente importante e strategica.
Perché dunque ora una rinuncia ufficiale da parte del comune? Che
bisogno c’era, non tanto di conclamare una difficoltà, quanto di
rinunciare alla concertazione con la Regione di fatto escludendo
qualunque soluzione che consentisse di tenere in piedi il progetto?
Davvero non lo comprendo, non capisco il perché di questa
accelerazione apparentemente immotivata e soprattutto apparentemente
autolesionista.
A me pare che dietro ad alcune scelte (come questa e come altre
purtroppo) ci sia estemporaneità, l’agire giorno per giorno se non ora
per ora dimenticando il quadro generale come in un grande packwork dove
toppa su toppa si tenta di far trascorrere il tempo rimasto nel modo più
indolore possibile.
L’indomani della caduta della giunta comunale avevo iniziato a
lavorare ad alcuni appunti finalizzati al consegnare al Commissario
Straordinario una sorta di bignami dello stato di fatto (ovviamente per
le deleghe di mia competenza), un’analisi schematica di ciò che si era
fatto, di ciò che era in corso e di ciò che si sarebbe voluto fare, lo
feci pensando di essere convocato assieme a tutta la giunta per quella
che ritenevo una ovvietà da parte di chi arriva in un nuovo ambiente e
cerca di capire quale è lo stato delle cose.
Nonostante la disponibilità di tutti il Commissario non ha ritenuto
importante quest’incontro. Legittimo.
Probabilmente ciò che allora davo per scontato nei termini di una
esigenza conoscitiva, in realtà non lo era.
Ma ciò che ad esempio è avvenuto nel caso del contratto di quartiere
2 di Villanova dimostra come se vi fosse stata una adeguata
informazione, probabilmente questo apparente enorme scivolone non ci
sarebbe stato, probabilmente invece di ufficializzare un diniego, si
sarebbe attivato il confronto finalizzato alla proroga dei tempi e
quindi al mantenimento del contratto.
E dico questo non per mero spirito corporativo, ci mancherebbe, ma
semplicemente per l’interesse di Falconara e di Villanova a veder
raggiunti degli obiettivi nei quali tutti abbiamo creduto e crediamo.
Ecco perché parlo di rischio “cura peggiore del male” perché ho
l’impressione (ma è solo una impressione derivante dagli articoli di
stampa) che le strade intraprese sulle varie questioni, dalle varianti
urbanistiche, alla privatizzazione degli asili, alla vendita delle quote
delle partecipate ecc. mirino al temporaneo quieto vivere (ossia evitare
il dissesto e nel contempo scelte impopolari) tappando falle qua e la e
lasciando i calcinacci a chi verrà poi.
Un metodo che rischia però inevitabilmente di aprire la strada a
modifiche in capitoli di bilancio considerati intoccabili per precisa
scelta politica (discutibile certo, ma precisa) quella di non intaccare
i servizi.
Già, perché la coperta è corta e il bilancio comunale è tristemente
noto.
Comprendo la strada intrapresa, il percorso del cerchio e della
botte, in cui in assenza di un quadro preciso, si tenta di accontentare
tutti o almeno non scontentare nessuno.
Vorrei però essere chiaro, dato che però la mia è una impressione, se
ho sbagliato, se sto prendendo un clamoroso abbaglio, chiedo
preventivamente scusa per essere caduto nella trappola di una cosa che
ho sempre odiato: il processo alle intenzioni.
Se invece nelle mie parole ci fosse del vero allora chiedo al
Commissario Straordinario di fermarsi, di orientare la bussola nel
quadro complessivo e, seppur con le oggettive difficoltà del caso, dopo
aver individuato la rotta, cominciare a remare con forza e decisione,
nella direzione di una Falconara migliore di come purtroppo l’ha
trovata.
Spero che queste poche righe di contributo non alimentino inutili
polemiche ma al contrario fungano da stimolo per gli obiettivi che
restano comuni a tutta la città.