L’atto di indirizzo per la
redazione
di una variante al PRG
del Sindaco Recanatini
è un ritorno al passato!
(di John S. Pritchett tratta da
www.pritchettcartoon.com)
Leggendo la nota del Sindaco
Recanatini “predisposizione atto di indirizzo per la redazione di una
variante al PRG” abbiamo avuto la sensazione di un salto nel passato
della storia urbanistica di Falconara quando la stessa cultura di uno
sviluppo qualsiasi, senza aggettivi, guidata dal solo obbiettivo della
creazione di occupazione senza domandarsi che cosa produrre (e le sue
conseguenze) ci portò dritti dritti tra il fuoco e i miasmi
dell’industria petrolifera e soffocò il ben più ricco, pulito ed avviato
sviluppo turistico di Falconara.
Nella sua nota il Sindaco dice che si deve “calare la pianificazione
urbanistica nel contingente momento storico”. Niente di più
sbagliato in quanto riteniamo che assolutizzare il presente neghi la
necessaria prospettiva di un Piano Regolatore Generale, di un governo ed
una pianificazione territoriale la quale ha una dignità politica se
guarda al futuro con la saggezza di dover trasmettere alle generazioni
future una qualità territoriale, ambientale e, dunque, urbanistica (una
qualità della vita!) non inferiore a quella che abbiamo a nostra volta
ereditato!
E’
il semplice concetto dello sviluppo sostenibile che Sindaco e
Giunta falconarese sembrano aver dimenticato!
Il
contingente momento storico formulato dal Sindaco Recanatini non
ha un briciolo di saggezza (forse neanche contabile) e ci
illumina (se ce ne fosse stato ancora bisogno) sulla logica che ha
portato il Sindaco a non muovere dito per la acquisizione al patrimonio
pubblico della ex Officina ferroviaria squadra rialzo di Falconara
nonostante il denaro necessario provenisse dalla Regione Marche!
Inoltre, quando il Sindaco lega la
necessità di “frenare il calo demografico” con lo sviluppo
urbanistico inteso come creazione di nuove aree residenziali significa
che non ha capito (o letto) che “(…) in parte è diffusa
nell’immaginario collettivo e nelle conseguenti scelte insediative dei
cittadini di Falconara e delle aree limitrofe la percezione di Falconara
Marittima come “comune da industria pesante” e come un “comune di
transito” verso il quale è preferibile non trasferirsi e dal quale è
preferibile, entro certi limiti, andarsene”. E’ questo ciò che a
Maggio 2003 relazionarono la SVIM Marche e l’Università Politecnica
delle Marche sugli aspetti economico e sociali dell’Area ad Alto
Rischio!
Il 3 Marzo del 1990 Antonio Cederna
(urbanista, giornalista, ex deputato del PCI) scriveva sulla rivista “Arancia
Blù”: “Non più la crescita va perseguita, ma la riqualificazione
urbana e territoriale, per rendere vivibile la città ed esaltare le
risorse paesistiche e naturali (…) Dobbiamo convincerci che la rigorosa
tutela della natura è garanzia di progresso sociale ed economico; che i
vincoli sono un essenziale servizio pubblico; che la salvaguardia dei
valori paesistici e culturali e l’uso parsimonioso di quella risorsa
scarsa ed irriproducibile che è il territorio sono una priorità
assoluta, alla quale va subordinata qualsiasi ipotesi di sviluppo e di
trasformazione. Dobbiamo abituarci a ragionare in termini di ettari
strappati alla cementificazione, di metri cubi e di chilometri di
asfalto eliminati”.
Si può dire, dunque, che le linee
predisposte dal Sindaco Recanatini che prevedono di divorare territorio
con il porto turistico, con l’operazione della Società Quadrilatero a
ridosso di Castelferretti, con l’edificazione tra il Tesoro e Falconara
Alta, con il parco commerciale adiacente al nuovo casello di Gabella
della A14 sia culturalmente, urbanisticamente e politicamente datate a
prima del 3 Marzo 1990!
Talvolta, e lo percepiamo più con disgusto che con sorpresa, a Falconara
sembra di vivere in un mondo a parte; non è forse il programma del
governo Prodi – stesso colore politico della giunta falconarese – che
afferma: “In particolare proponiamo di varare una nuova legge quadro
per il governo del territorio che operi secondo i seguenti criteri:
evitare il consumo di nuovo territorio senza aver prima verificato tutte
le possibilità di recupero, di riutilizzazione e di sostituzione (…)
Nuovi impegni di suolo ai fini insediativi e infrastrutturali sono
consentiti esclusivamente qualora non sussistano alternative al riuso e
riorganizzazione degli insediamenti e delle infrastrutture esistenti”.
Se l’uomo che abbiamo contribuito a
far eleggere a Sindaco di Falconara è urbanisticamente e politicamente
fermo quantomeno a 17 anni fa e ha dimenticato quel passo del programma
dell’Unione al governo le alternative sono due: o fa quello che sa fare
e lascia l’Urbanistica all’apposito assessorato ricco di competenze
oppure se ne va!
I Falconaresi non hanno bisogno di
apprendisti stregoni!
(Antonio Cederna, urbanista,
giornalista ed ex deputato PCI)
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