LA BOCCA DELLA VERITA'

 

API: Centrali elettriche…
“A PRESCINDERE” (dal PEAR)?

 

L’Amministratore Delegato di “API raffineria di Ancona” S.p.A. – Dott. Franco Brunetti – ha scritto a due cittadini falconaresi associati ai Comitati (guarda caso presidenti dei Comitati Villanova e Fiumesino, ma trascurando, riteniamo deliberatamente, i Comitati stessi), allegando un sintetico riassunto delle «caratteristiche (...) valenze tecniche, ambientali e sociali» del progetto delle due centrali elettriche a ciclo combinato (520 e 60 MWe) che l’API è intenzionata a costruire nel suo comprensorio.

Considerato che in queste ultime settimane abbiamo notato Organi di Stampa che, come si dice in gergo, “tirano la volata” a quel progetto, prendiamo spunto dalla missiva dell’AD dell’API per una serie di nostre (DEI COMITATI) riflessioni sull’argomento. Riflessioni certamente di parte - intese a chiarire le nostre ragioni a tutela della salute e dell’incolumità pubblica - , ma adeguatamente documentate.

Dunque, Vi proporremo una serie di capitoli sullo stesso argomento delle centrali e garantiamo comunque, sia a chi ci sostiene sia ai nostri avversari, UNA ADEGUATA, ENERGICA E PRECISA BATTAGLIA IN TUTTE LE SEDI PER NON FAR COSTRUIRE LE DUE NUOVE CENTRALI E SALVARE LA SALUTE DEI CITTADINI, LA CITTA’ DI FALCONARA ED IL TERRITORIO RICONOSCIUTO E DICHIARATO AD ALTO RISCHIO DI CRISI AMBIENTALE!

 

 Capitolo 3
S.P.Q.S.”

ovvero
Saranno Pazzi Quelli della Shell???

 

In base a come vengono usate le parole ci è permesso di capire un ragionamento, un’idea, un progetto oppure possiamo venir confusi e perdere il senso di un ragionamento, di un’idea, di un progetto.
Nel caso della lettera inviataci dall’Amministratore Delegato dell’API, Dott. Franco Brunetti, vogliamo analizzare le parole “complementare” ed “evoluzione” alla luce del progetto delle due centrali elettriche in fase di “screening” concessorio!

La frase

<< Percorrendo una strada complementare alle linee di indirizzo tracciate dal PEAR, il progetto api diventa un contributo ed un sostegno al raggiungimento dell’autonomia energetica del territorio, disegnando l’evoluzione del sito di Falconara secondo gli impegni condivisi con le Istituzioni locali nel Protocollo d’Intesa con queste ultime sottoscritto >>.

E’ ragionevole ritenere che quando il Consiglio Regionale delle Marche approvò il Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR), frutto di studi e valutazioni approfondite, non lo considerava certamente incompleto e bisognoso di apporti complementari. Se lo fosse stato non sarebbe stato un Piano presentabile, votabile e approvabile. Noi, che abbiamo seguito il suo iter, non abbiamo mai sentito levarsi - neanche dai banchi dell’opposizione in Consiglio Regionale - l’accusa di incompletezza nei confronti del PEAR.
Dunque il PEAR è uno strumento definito e chiaro, uno strumento di programmazione che ha bisogno di tempo per realizzare il risparmio energetico, lo sviluppo e la diffusione delle energie rinnovabili, la realizzazione di piccole centrali elettriche a metano e cogenerazione e trigenerazione (max 10 o 20 MWe) nei distretti industriali che ne necessitano.

In questa situazione la strada complementare della grande centrale a metano e gpl dell’API suona come una unilaterale, non richiesta dichiarazione di incompletezza del PEAR.
Così l’API, con le due centrali a combustibili fossili per complessivi 580 MWe, “propone” alla Regione di completare il PEAR, usando congiuntamente gli strumenti individuati dal Piano e quelli ritenuti utili dall’API stessa (le due centrali). In altre parole le nuove centrali API sarebbero gli elementi che aggiunti a quelli previsti dalla Regione renderebbero completo il tutto.

Le domande spontanee:

  1. come mai l’API che con la sua API – HOLDING sta già sviluppando impianti eolici per la produzione di energia elettrica (700 MW complessivi) nel Lazio, in Campania, Puglia e Sicilia non propone questo tipo di investimenti ai marchigiani ed alla Regione Marche? (Vedi http://www.apioil.com/ita/fonti_alternative.asp )

  2. Come mai API – HOLDING che guarda anche all’energia fotovoltaica ed al solare termico non propone ai marchigiani e alla Regione - ora e subito - questa che chiama “la sfida del futuro”?

  3. Perché in un’area ad alto rischio di crisi ambientale i cui abitanti sono sottoposti ad un’indagine epidemiologica per il rischio LEUCEMIA la raffineria API continua a proporre l’accumulo di centrali elettriche a fonti fossili, inquinanti e malsane?

Alla luce di quanto detto sopra il concetto di “evoluzione del sito API di Falconara” usato dall’API crea non poca confusione.
Se il concetto di evoluzione evoca un processo di mutamento, di trasformazione che porta all’affermazione di nuovi caratteri, ci chiediamo dove dovrebbero essere individuati questi nuovi caratteri nella volontà API di realizzare altre due centrali a combustibili fossili!

Dov’è individuabile l’evoluzione che faccia un po’ affrancare l’Italia dalle fonti fossili che siamo costretti ad importare – a caro prezzo - dagli altri paesi?

Dov’è individuabile l’evoluzione dell’API se tonnellate di altre sostanze inquinanti verranno immesse ed aggiunte a quelle già presenti nell’aria che respiriamo a causa della raffineria e dalla centrale elettrica IGCC?

Avremmo potuto parlare di evoluzione se, per esempio, una centrale a carbone od olio combustibile fosse stata convertita a metano. Ma qui si vogliono AGGIUNGERE DUE CENTRALI A METANO E GPL AD UNA RAFFINERIA E AD UNA CENTRALE CHE GASSIFICA RESIDUI PETROLIFERI!

Avremmo potuto vedere l’evoluzione se, per esempio, API – HOLDING avesse offerto alla Regione Marche “l’accellerazione imprenditoriale” per far decollare l’eolico non solo nei siti appenninici individuati dalla stessa Regione, ma anche in mare (ovviamente senza baratti di tipo “compensatorio”: ovvero tu mi fai costruire la mia grossa centrale ed io investo anche su un po’ di energia rinnovabile!)
Così come evoluzione sarebbe stato inteso un concreto impegno industriale nel settore del fotovoltaico che però, non a caso, l’API continua ancora a considerare una sfida del futuro!
La Shell Solar produce anche i pannelli fotovoltaici… Sono forse imprenditorialmente degli aspiranti suicidi o, parafrasando il personaggio di Obelix, Sono Pazzi Questi della Shell (SPQS)?

Leggete qua sotto:

http://www.dw-world.de/english/0,1594,1446_A_1321857_1_A,00.html

Il 9 Settembre 2004, inaugurato a Espenhain, vicino a Lipsia, un impianto fotovoltaico da 5 megawatt basato sulla tecnologia delle celle fotovoltaiche a silicio monocristallino. L'impianto occupa 20 ettari di terreno contaminato da polvere di lignite che non sarebbe stato possibile recuperare per altri usi. Il costo totale dell'impianto è di 22 milioni di Euro.

L'energia solare ottenuta dai pannelli fotovoltaici è ancora costosa rispetto a quella prodotta con combustibili fossili. Se però si tiene conto dei danni fatti all'ambiente dai fossili e del progressivo esaurimento delle risorse, la legge tedesca sull'energia rinnovabile appare lungimirante nell'aver incoraggiato l'espansione su larga scala dell'energia fotovoltaica.

L'impianto è stato realizzato dalla ditta di Berlino Geosol, i pannelli fotovoltaici sono di produzione Shell Solar e Siemens. Nuovi impianti di portata simile sono in progettazione. Oggi, la quantità di energia elettrica rinnovabile prodotta in Germania ha raggiunto il 9%, una quantità che è raddoppiata in pochi anni. Il governo tedesco programma di mantenere questi ritmi di crescita e di ottenere il 20% dell'elettricità da fonti rinnovabili entro il 2020.

 
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