LA STORIA DELLA VICENDA DENOX

 

1991

Il 25 Luglio 1991 Api - raffineria di Ancona S.p.A. presenta domanda di autorizzazione per la realizzazione del progetto “SICUREZZA, ENERGIA ed AMBIENTE” al Ministero Industria, Commercio ed Artigianato, al Ministero delle Finanze e al Ministero della Marina Mercantile.

Tra gli obbiettivi che il progetto propone vi è la "sostituzione dell’esistente Centrale Termoelettrica convenzionale, non ammodernabile, con una nuova centrale a ciclo combinato (IGCC)  ad alta efficienza energetica ed a bassissimo livello di emissioni inquinanti, della potenza di circa 260 MW complessivi al lordo dei consumi interni, alimentata da gas totalmente "puliti" derivanti da residui pesanti di lavorazione mediante processo di gassificazione con tecnologia Texaco. (...)"

La nuova C.T.E. (...) sarà caratterizzata da:

(...) emissioni di SOx, NOx, CO e Polveri di molto inferiori ai limiti previsti dalla legislazione italiana e dalle direttive comunitarie; in particolare, nei gas di scarico del turbogas della nuova C.T.E., i livelli di concentrazione degli SOx saranno inferiori a 100 mg/Nmc, quegli degli NOx inferiori a 65 mg/Nmc, quelli della CO e delle Polveri inferiori a 5 mg/Nmc.

(...) il "Progetto Sicurezza, Energia ed Ambiente" consentirà, non solo un drastico abbattimento qualitativo e quantitativo delle emissioni inquinanti provenienti dall’esistente ciclo di raffineria, ma permetterà anche di annullare le emissioni inquinanti dell’hinterland, provenienti dalla combustione dell’O.C. ad alto tenore di zolfo..." .

Inoltre nel capitolo "Ristrutturazione del parco serbatoi" si parla di "riduzione... della capacità di stoccaggio dei prodotti di categoria A ... pur considerando un leggero aumento della capacità dei prodotti di categoria C".

E ancora nella "configurazione finale degli stoccaggi" si parla di GPL, prodotti di cat. A, B e C, Bitumi e Lubrificanti imballati; non si parla  MAI DI STOCCAGGIO DI AMMONIACA o NH4OH (Idrossido di Ammonio) di cui il DeNOx abbisogna in quantità di ~712 ton/anno.

1992

In data 13/01/1992 il Comune di Falconara, la Provincia di Ancona e la Regione Marche ricevono dal Ministero del Bilancio e della Programmazione Economica l’istanza presentata dalla Società Api - Raffineria di Ancona S.p.A. per il progetto “SICUREZZA, ENERGIA ed AMBIENTE”.

Nel capitolo D dal titolo “INVESTIMENTI DA EFFETTUARE", al paragrafo D.2) "per energia ed ambiente", punto 5, è scritto:

"Verranno altresì adottate tecnologie in grado di minimizzare la formazione di NOx e di CO e di abbattere pressoché totalmente le polveri."

La Raffineria Api presenta due tabelle sulle emissioni di NOx e Polveri dove si dice che:

il complesso della raffineria e della vecchia centrale elettrica da sostituire producono 1220 ton/anno di NOx e 270 ton/anno di Polveri. La vecchia centrale è responsabile di 430 ton/anno di NOx e 160 ton/anno di Polveri.

Secondo il progetto Api quando sarà sostituita la vecchia centrale elettrica con la nuova centrale la situazione complessiva (raffineria + nuova centrale) darà 1130 ton/anno di NOx e 180 ton/anno di Polveri.

Dunque è possibile una prima considerazione :

la tecnologia DeNOx SCR che oggi si vuole applicare alla nuova centrale per l’abbattimento degli Ossidi di Azoto utilizzando Ammoniaca nella soluzione NH4OH, non era assolutamente prevista nel progetto iniziale presentato ai Ministeri competenti poiché

  1. non era nemmeno previsto un serbatoio di stoccaggio per Ammoniaca o NH4OH;

  2. se si parla di una tecnologia in grado di minimizzare la formazione degli Ossidi di Azoto questa non è sicuramente il DeNOx SCR poiché il DeNOx è un abbattitore che interviene quando già gli NOx sono stati prodotti mentre chi minimizza la formazione degli NOx, cioè evita che se ne producano troppi, sono, per esempio, i bruciatori a bassa emissione di NOx !!

1993

Il 14 Settembre 1993 API Raffineria di Ancona presenta lo Studio di Impatto Ambientale dove nella "Tabella di raffronto fra i flussi di massa attuali e quelli previsti nell’assetto futuro" si evidenzia un calo delle emissioni di NOx pari al 2%, passando dalle 1.223 ton/anno alle 1.200.

Ancora, nel “Quadro Ambientale”, paragrafo 4.1.1 c, è scritto:

"Nel turbogas di ultima generazione è possibile adottare tecniche di combustione assai avanzate, che consentono di mantenere ad un livello molto basso la formazione di Ossidi di Azoto."

Inoltre nel medesimo Studio di Impatto Ambientale vennero prese in considerazione “ (...) le componenti o fattori ambientali primariamente interessati dalle fonti di impatto del progetto” e per ciò che riguarda le “emissioni in atmosfera” si fa riferimento solo ai “Gas combusti”.

Dunque non si parla nè di Ammoniaca, che non è un gas combusto e non fa parte del normale ciclo di lavorazione della raffineria, nè di tecnologie di abbattimento di NOx che utilizzino Ammoniaca.

 

La Regione Marche costituisce un gruppo di lavoro incaricato della valutazione del progetto della Raffineria Api. Del gruppo fanno parte il dott. Emilio Benetti, dott. Luigi Bolognini, dott.sa Beatrice Pettinari e il dott. Gisberto Paoloni oggi Direttore dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale Marche (ARPAM).

Il 18 Novembre 1993, dopo aver esaminato la documentazione relativa allo studio di impatto ambientale ed aver effettuato un sopralluogo presso la Raffineria Api di Falconara alla presenza di alcuni componenti della Commissione per la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) del Ministero dell’Ambiente, il gruppo di lavoro dà il suo parere sul progetto della nuova Centrale elettrica della Raffineria Api in cui, a pag. 2,  per ciò che attiene alle emissioni di NOx è scritto:

"Occorre fare particolare attenzione alle concentrazioni di NOx che aumenteranno se non verranno effettuati interventi compensativi di riduzione negli attuali forni di servizio degli impianti di produzione. Infatti l’Api dichiara un’emissione totale di NOx della futura CTE praticamente doppia rispetto all’attuale (da 373 ton/anno a 720 ton/anno).

(...)  Appare pertanto necessario un progetto in dettaglio degli interventi ai forni, la cui valutazione non dovrebbe essere disgiunta dallo studio V.I.A. sulla nuova CTE. Aumenti di concentrazione di Ossidi di Azoto vanno viste in sinergismo con i valori di idrocarburi presenti in atmosfera, che, nella zona provengono in quantità significativa dalla stessa raffineria.”

1994

Nel parere di Valutazione di Impatto Ambientale del Ministero dell’Ambiente, 15/4/1994, vengono stabiliti i limiti delle emissioni che l’API dovrà rispettare per quanto riguarda il complesso della raffineria + la nuova centrale elettrica:

NOx 1200 ton/anno
Polveri Totali 178 ton/anno

La nuova centrale elettrica, da sola, dovrà rispettare i limiti:

NOx 65 mg/Nmc,
Polveri Totali 5 mg/Nmc

Sempre nel 1994, in un PRO-MEMORIA redatto da Api Raffineria di Ancona S.p.A., "Chiarimenti ad osservazioni scaturite dall’esame dello studio V.I.A. (Valutazione di Impatto Ambientale) concernente il progetto per la gassificazione di idrocarburi pesanti e la produzione di energia elettrica mediante cogenerazione" a pag. 24, nel capitolo "Contenimento delle emissioni NOx" è scritto:

“Si conferma quanto dichiarato nello studio di impatto ambientale circa il sostanziale contenimento delle emissioni di NOx; per quanto concerne i dettagli progettuali essi possono essere forniti in una fase più avanzata di realizzazione; si fa presente tuttavia che nello studio sono stati indicati con chiarezza gli impianti oggetto di interventi di compensazione ed i valori prefissi da raggiungere. La tecnologia consolidata attualmente disponibile per il contenimento delle emissioni di NOx dai bruciatori consiste essenzialmente in una più accurata premiscelazione combustibili / comburenti in modo da abbassare le temperature di fiamma."

Anche questa fase conferma l’assenza e la non previsione dell’installazione del DeNOx SCR quale abbattitore di Ossidi di Azoto nella nuova centrale elettrica, bensì si parla di contenimento delle emissioni di ossidi di Azoto dai bruciatori degli impianti di raffinazione !!

1995

Il 4 Gennaio 1995 la Provincia di Ancona insedia un gruppo di studio costituito dai prof.  Mario De Grassi, Giorgio Cortellessa, Torquato Nanni, Attilio Rinaldi, Francesco Maria Russo e Enzo Tiezzi al fine di  "valutare tutti gli effetti indotti dalla ipotizzata attivazione di due centrali elettriche a cogenerazione di calore nella Valle dell’Esino", che sono quella API - ABB - TEXACO di Falconara e SADAM - EDISON di Iesi che dista a 13 km da Falconara.

Il gruppo nominato dalla Provincia di Ancona ha letteralmente “rivoltato come un calzino” lo studio di Impatto Ambientale della nuova centrale elettrica API - ABB - TEXACO.

Non c’è alcuna traccia né del DeNOx SCR né di valutazioni su possibile emissione di Ammoniaca e Polveri di Metalli Pesanti da parte di tecnologie simili.

E non poteva essere altrimenti: la raffineria Api + la nuova centrale elettrica non c’entrano nulla con l’Ammoniaca e le Polveri di Metalli Pesanti, problemi aggiunti solo con l’installazione del DeNOx !!

1996

Il 16 Dicembre 1996 viene stipulato un “Protocollo di Intesa tra LEGAMBIENTE e API Raffineria di Ancona S.p.A. per la realizzazione di un impianto IGCC nell’ambito della Raffineria Api di Falconara Marittima”.

LEGAMBIENTE e API convengono che:

"Api, oltre a confermare gli impegni già assunti nei confronti del Ministero dell’Ambiente, della Regione Marche e del Comune di Falconara M., con i vari atti ufficiali ed autorizzazioni susseguitesi (decreto VIA, convenzioni, eccetera), e comprendenti (...) la riduzione delle emissioni annue di NOx da 1220 a 1200 ton/anno, obbligazioni da realizzarsi nei tempi e modi già concordati, assuma ulteriori impegni in campo ambientale. (...) Al riguardo API (...) si impegna ad effettuare un ulteriore sforzo di autoregolamentazione della gestione delle emissioni totali di raffineria a seguito della messa a regime dell’impianto IGCC e della fermata definitiva dell’esistente Centrale termoelettrica, adottando tutti i suoi migliori sforzi per un’ulteriore riduzione dei quantitativi massimi di emissioni annue come segue:

(...) emissioni di NOx - ulteriore riduzione da 1.200 a 1.100 ton/anno”

Oltre a sottolineare che ancora una volta non si parla del sistema DeNOx SCR per ridurre VOLONTARIAMENTE le emissioni di NOx concordate privatamente con Legambiente (che eventualmente ha la responsabilità di non aver posto la clausola di utilizzare tecnologie per la riduzione degli NOx che non immettessero altre sostanze inquinanti in una atmosfera come quella di Falconara già estremamente complicata in termini di inquinanti presenti) c’è la ulteriore conferma che la riduzione degli NOx avverrà intervenendo sulle emissioni totali di raffineria, e dunque su forni e bruciatori da sostituire con altri a basse o nulle emissioni di NOx !!

1997

Il 28 Marzo 1997 la Dirigenza della Raffineria Api consegna al Comune di Falconara il “PIANO DI CONTENIMENTO EMISSIONI DI NOx” in base a quanto stabilito dal punto 11.6 della Convenzione API - Comune di Falconara M.

A pag. 10, 14 e 15 della relazione è scritto:

"Dato che il contributo dell’IGCC  (ndr: la nuova centrale elettrica API - ABB - TEXACO), in termini di quantitativi annui (ndr: di NOx), è superiore al contributo della centrale termoelettrica esistente, la raffineria ha finalizzato ed iniziato ad attuare un piano di contenimento consistente (...)

  • l’installazione di bruciatori a bassa emissione di NOx sui nuovi forni di raffineria a partire dal 1993;

  • la dismissione dei motori a combustione interna dell’impianto Platforming e la loro sostituzione con motori elettrici dal 1994;

  • la progressiva sostituzione dei bruciatori esistenti con altri a bassa emissione di NOx in alcuni dei forni esistenti in raffineria, a partire dal 1994;

  • la definitiva dismissione della centrale termoelettrica esistente, dall’anno 200.

Tali interventi permetteranno  ad "API" di attuare il piano di contenimento delle emissioni, da 1.220 a 1.200 ton/anno di NOx nei tempi previsti dal Ministero dell’Ambiente (...)

Sono inoltre in corso avanzato di studio ulteriori provvedimenti migliorativi, che si prevede di definire entro il 1997, a valle della progettazione esecutiva dell’impianto IGCC e delle analisi in corso sulle ulteriori possibilità di interventi tecnologici sui forni esistenti della raffineria, con l’obbiettivo di rispettare l’impegno autonomamente assunto nei confronti delle Associazioni ambientaliste in sede di protocollo di intesa firmato con Legambiente nel Dicembre 1996, che prevede la progressiva riduzione degli NOx dopo la messa a regime dell’impianto IGCC - prevista alla fine dell’anno 2000 - fino a livelli di 1.100 ton/anno.” (Evidenziazione  nostra).

Il 10 Settembre 1997 si riunisce la Commissione Tecnica Paritetica, istituita ai sensi del punto 2 della Convenzione stipulata in data 18/12/1996 tra il Comune di Falconara M. ed API Raffineria di Ancona nell’ambito della realizzazione dell’impianto IGCC.

Dal verbale della Commisione, punto 11.6 - Piano di contenimento emissioni di NOx :

ing. Cleri (API Raffineria) : “(...) in termini di "bolla" di raffineria il valore è rispettato, mentre in termini di emissioni dovranno essere effettuati degli interventi tali che i livelli, con l’entrata in funzione della nuova centrale (IGCC), non superino quelli attuali."

dott. Paoloni (Direttore ARPAM): “(...) qualora non venissero effettuati interventi sui camini, con l’entrata in funzione della centrale, si aumenterebbe l’emissione di NOx, pertanto necessita chiedere all’API che effettui tutti gli interventi tecnologicamente possibili e validi sui forni per consentire una diminuzione di NOx. Tutto ciò non solo per il raggiungimento dei limiti dei 1.200 ton/anno stabilito dal Ministero dell’Ambiente, ma in considerazione della particolare situazione di Falconara che è interessata da altre fonti emissive di Ossidi di Azoto... (...)”

ing. Chellini (API Raffineria) : “(...) si è raggiunto un accordo con Legambiente secondo il quale il limite da non superare (ndr: di Ossidi di Azoto) è quello delle 1.100 ton/anno, e che per raggiungere questa quota si sono presi tutti i provvedimenti possibili (...)”

Il 15 Settembre 1997 viene depositata presso il Comune di Jesi [Comune della Bassa Valle dell’Esino distante 15 km da Falconara] (Prot. n. 18653) la Verifica Tecnico - Scientifica alla III Ipotesi Progettuale della centrale elettrica Turbogas SADAM - EDISON.

Quella presentata fu l’ultima Ipotesi Progettuale che il Comune di Jesi richiese alla SADAM - EDISON dopo averne bocciate ben due perché ritenute ambientalmente incompatibili.

La terza Ipotesi Progettuale fu accettata.

All’interno di quella Verifica Tecnico - Scientifica, curata dal Biologo Ovidio Urbani, venne fatta una comparazione tra due tipi di tecnologie  per abbattere gli Ossidi di Azoto, poiché anche la centrale SADAM - EDISON di Jesi produrrà una quantità di Ossidi di Azoto ragguardevole, seppur inferiori a quelli prodotti dalla IGCC della raffineria Api.

Alla fine della comparazione la Valutazione Tecnico - Scientifica opterà per un tipo di "Sistema Preventivo di abbattimento degli NOx  in fase di processo di combustione" senza emissione di ulteriori sostanze inquinanti.

Il sistema “non preferito” dalla Valutazione Tecnico - Scientifica è proprio la tecnologia DeNOx SCR, rispetto alla quale vengono fatte le seguenti valutazioni:

"I processi di abbattimento degli Ossidi di Azoto presi in esame e che possono rappresentare la migliore tecnologia disponibile costituiscono il risultato di due linee di pensiero, ambedue conseguenti alla necessità di minimizzare gli impatti derivanti dagli effluenti gassosi degli impianti termici:

- Sistema di depurazione SCR a valle del processo;

- Sistema preventivo - abbattimento in fase di processo di combustione.

(...) Dalla breve analisi descrittiva delle due tecnologie disponibili ed “accettabili”, quella relativa all’utilizzazione di impianti DeNOx SCR sembrerebbe apparentemente più garantista e più efficace nei confronti del controllo degli NOx. Tuttavia occorre evidenziare che da questi impianti è prevista una emissione di 5 - 10 mg / Nmc di Ammoniaca suscettibile di incremento dipendente dall’età del catalizzatore e che i previsti risultati di abbattimento sono legati alle condizioni di funzionamento del sistema di depurazione dipendente dalle variabili: temperatura di esercizio durante il trattamento catalitico, caratteristiche ed integrità del sistema catalizzatore, rispetto stechiometrico della reazione ecc. L’uso di Ammoniaca nel processo chimico di controllo degli NOx presenta quindi molti problemi sia per le emissioni in quanto tali che per le eventuali cosiddette “emissioni secondarie” (Nitrosammine). Inoltre non vanno sottovalutati i rischi connessi al trasporto ed allo stoccaggio di tale prodotto chimico. L’Environmental Protection Agency (E.P.A.) - Ente di controllo ambiente statunitense - ha catalogato l’Ammoniaca tra le sostanze estremamente pericolose (Title III, Section 302 of the Superfund Amendments and Reauthorization Act of 1986).

(...) Relativamente alla valutazione complessiva rischi - benefici ambiente connessa  dall’uso di tale tecnologia, debbono essere considerati anche i problemi derivanti dal superamento dei limiti di temperatura imposti dal processo e conseguente possibilità di polverizzazione della massa catalitica e dal periodico (quinquennale) smaltimento o riciclaggio del catalizzatore costituito da Biossido di Titanio e da Pentossido di Vanadio e Triossido di Tungsteno, materiali certamente non graditi all’ambiente.”

Al termine della disamina la relazione commissionata dal Comune di Jesi dice:

“Nel progetto di realizzazione (ndr: della centrale SADAM - EDISON) è opportuno prevedere lo spazio per un impianto DeNOx al fine di una sua applicazione, eventualmente ritenuta necessaria a seguito di non rispetto dei limiti di emissione.” 

 

Un aspetto da notare rispetto a questa Valutazione Tecnico - Scientifica riferita al progetto SADAM - EDISON è che essa, consegnata il 15 Settembre,  è stata elaborata in tempi non sospetti, e cioè quando ancora la Raffineria API non aveva “annunciato” l’intenzione di usare il DeNOx SCR e dunque nessuno a livello Istituzionale era a conoscenza del possibile uso del DeNOx SCR nella nuova centrale elettrica IGCC di API - ABB - TEXACO.

Certamente i Dirigenti della raffineria API scrissero nel Piano di Contenimento  delle emissioni di NOx di "provvedimenti migliorativi a valle della progettazione esecutiva dell’impianto IGCC", e questo forse avrebbe dovuto significare un campanello d’allarme o, quantomeno, avrebbe dovuto suscitare la curiosità Istituzionale “sul come” avrebbero fatto, ma il clima di “fiducia incondizionata” nei confronti dell’API e la vaghezza del Piano di Contenimento non potevano far sperare di più !!

E’ presumibile che gli Ingegneri dell’API avessero già deciso l’installazione del DeNOx SCR: le parole dell’ing. Chellini di API Raffineria non dovrebbero lasciar dubbi.

Probabilmente sono scelte non ancora comunicate a nessuno, tanto che il Direttore dell’ARPAM, dott. Paoloni sottolinea la necessità di interventi sui forni di raffineria. 

E’ un aspetto da tenere in considerazione nel prosieguo di questa cronologia poiché quando gli ingegneri della Raffineria Api dichiareranno di utilizzare il sistema DeNOx SCR nessuno degli organismi tecnico - scientifici istituzionali farà riferimento alla Verifica Tecnico - Scientifica fatta elaborare dal Comune di Jesi, Comune che fa parte della stessa Provincia di Ancona, della stessa Regione Marche e la cui centrale elettrica sorgerà a 15 km da quella dell’API.

1998

7 Ottobre 1998: riunione della Commissione paritetica  API - Comune di Falconara M.

Dal verbale, pag. 32.

ing. Cleri (API Raffineria): “ (...) Per quanto riguarda i piani temporizzati di NOx, noi li abbiamo presentati a marzo del ‘97, nulla è cambiato, se non dirvi che ormai è stata presa la decisione per come arrivare dalle 1.200 tonnellate di flusso di massa alle 1.100, è una decisione che quì annuncio in termini informali, perché poi vi faremo la revisione uno, dei nostri piani di adeguamento, contenimento ed adeguamento delle emissioni di NOx; peraltro ricordo che 1.100 è un accordo con un’organizzazione non statale, se vogliamo, non istituzionale, il 1.100, sto parlando di Legambiente, l’unica possibilità che avevamo era quella di installare un denitrificatore (ndr: il DeNOx SCR) sui gas della turbina; quindi verrà installato un denitrificatore sullo scarico principale della IGCC e questo ci permetterà di raggiungere le 1.100 tonnellate di flusso di massa di NOx come emissioni totali della raffineria. (voci di sottofondo).

DeNOx ad Ammoniaca, dell’ultima generazione, 60, base 1. No, dopo cominciamo ad avere i problemi, Lei li conosce Dottore, progettualmente, se Lei vuole avere un numero, lo dico io, diventa 30 e quindi diventiamo migliori di certe turbine che, in questo momento, vanno per la maggiore, però questo è un qualcosa che deve fare i conti poi con i bilanci generali inquinanti da quel camino e quindi noi proporremo un sistema di utilizzo molto mediato, molto calibrato di quel denitrificatore. (...) No, andiamo sotto i 60 (ndr: è la concentrazione mg / Nmc di NOx;  il Ministero dell’Ambiente ha stabilito per la centrale IGCC  65 mg / Nmc), a 60 ci siamo adesso senza denitrificatore, il sistema è quello che Lei conosce, che ha una efficienza del 50%, però noi non dichiariamo 30, perché 30 ci potrebbero portare altri problemi.”

Spiegazione dei numeri sopra: API dice che già sono a livello di concentrazioni di NOx pari a

60 mg / mc senza DeNOx SCR. Mettendo il DeNOx SCR potrebbero spingerlo al 50% di efficienza e, quindi, teoricamente scendere a concentrazione di NOx pari a 30 mg / Nmc. Ma ci sarebbero problemi... i bilanci generali degli inquinanti...

Insomma che cosa potrebbe accadere con questa tecnologia che userà Ammoniaca??

In quella seduta della Commissione Paritetica nessuno dei rappresentanti del Comune di Falconara, Provincia di Ancona, Regione Marche ed ARPAM formula questa semplice domanda e, dunque, nessuno chiede dettagli o tempo per studiare le ricadute ambientali della tecnologia DeNOx SCR !

E dire che il compito della Commissione Paritetica è di (...) effettuare, con cadenza quadrimestrale o ogni qual volta emergano necessità urgenti, le verifiche necessarie (...) sul rispetto di tutte le prescrizioni effettuate dalle competenti Autorità agli effetti della salvaguardia della sicurezza fisica e sanitaria e dell’igiene ambientale della cittadinanza (...)

C’é di più !!

A voler essere pignoli, quando l’ing. Cleri dice “ (...) il sistema è quello che Lei conosce (...) ” la frase è inequivocabilmente rivolta al dott. Paoloni, Direttore dell’ARPAM, che sta interloquendo e che successivamente non porrà domande sulla ricaduta ambientale del DeNOx.

Ma se il dott. Paoloni conosceva già “ il sistema”, quando lo ha conosciuto e perché non ha posto le domande in sede di Commissione, domande che molti mesi dopo formuleranno semplici cittadini ??

La stessa affermazione del Presidente della Commissione Paritetica, il rappresentante della Provincia dott. Marco Salustri, a pag. 36 del verbale, “ (...) Possiamo passare alle polveri e al CO, direi niente di nuovo, è già tutto in linea (...)” lascia molto perplessi poiché in realtà il sistema DeNOx SCR produrrà molte tonnellate di polveri in più (come si vedrà in seguito) e di composizione pericolosa citate nella comparazione della Verifica Tecnico - Scientifica del Comune di Jesi.

Dunque le domande sono:

Nessuno conosceva???

Gli Ingegneri dell’API hanno tenuta il più possibile nascosta la ricaduta ambientale del DeNOx in termini di Ammoniaca e di Polveri di Metalli Pesanti ???

Qualcuno dei rappresentanti istituzionali già sapeva ma “dimenticava” di informare???

 

“Pignoleria per pignoleria” che cosa significa quello che dice l’ing. Cleri con “ (...) diventiamo migliori di certe turbine che in questo momento vanno per la maggiore (...) ” ???

  • Esistono tecnologie alla fonte di tutto il processo (TURBINE !) che già di per se emettono meno Ossidi di Azoto rendendo, quindi, superfluo l’installazione di sistemi di abbattimento come il DeNOx che immetterà Ammoniaca in atmosfera ???

  • Perché API - ABB - TEXACO non le hanno usate preventivamente ???

  • Non sapevano che la loro centrale elettrica avrebbe emesso elevate quantità di Ossidi di Azoto ???

  • Hanno sbagliato dei calcoli sulle emissioni ???   Quei calcoli con i quali si sono assicurati le autorizzazioni necessarie dai vari Ministeri ???

  • Alla fine di tutto questo i cittadini devono pagare un costo supplementare in termini di tonnellate di Ammoniaca e Polveri di Metalli Pesanti che prima non c’erano nell’aria (già pessima) che respiravano ???

Inoltre le differenze nell’approccio alla tecnologia DeNOx SCR sono evidenti:

  1. il Comune di Jesi ha cercato di imporre un progetto di centrale elettrica che, di fatto, minimizza alla fonte le emissioni di NOx, preventivamente;

  2. nella Verifica Tecnico - Scientifica relativa alla SADAM - EDISON si dice che il DeNOx SCR verrà installato ed utilizzato solo se si supereranno i limiti di emissione imposti, tanto che viene chiesto di prevedere uno spazio per il DeNOx, ma non viene installato, la centrale partirà senza;

  3. nel caso della centrale API - ABB - TEXACO il DeNOx SCR non verrà usato per stare entro i limiti di emissioni imposte dal Ministero dell’Ambiente, ma per onorare un accordo volontario con una Associazione che, per quanto rispettabilissima, non ha nè il ruolo nè la funzione di un organo istituzionale. Infatti la riduzione da 1.200 a 1.100 ton/anno di Ossidi di Azoto è VOLONTARIO, ma significherebbe far respirare ai cittadini, contro la loro volontà, Ammoniaca, Polveri di Metalli Pesanti e quanto altro si formerà in una atmosfera già estremamente carica di sostanze inquinanti emesse proprio dalla raffineria API;

  4. nel caso della centrale API - ABB - TEXACO il DeNOX SCR si installa prima della partenza della centrale elettrica, senza uno studio di valutazione ed impatto ambientale;

  5. nel caso della SADAM - EDISON il problema DeNOx è già inserito nella valutazione iniziale dell’intero progetto mentre nel caso API - ABB - TEXACO questa tecnologia “sbuca fuori” improvvisamente, al di fuori del progetto complessivo della centrale elettrica.

                                      C’E’ FORSE QUALCOSA DA MASCHERARE ???

Il 2 Dicembre 1998, nel corso del convegno organizzato dalla Raffineria Api e dal titolo “ Una sfida comune per la tutela ambientale e la sicurezza della nuova raffineria”, l’ing. Vincenzo Cleri, Dirigente Servizio Sicurezza Ambiente e Qualità della raffineria Api di Falconara, dichiara ufficialmente l’utilizzo del sistema DeNOx SCR:

“Per quanto riguarda le emissioni di Ossidi di Azoto della raffineria, la situazione di massimo carico stabilita ai sensi  del DPR 203 / 88 e ribadito dal decreto V.I.A. del 1993 indica un valore soglia di 1.220 tonnellate all’anno.

Il Piano per il contenimento di queste emissioni all’interno dei limiti di legge comprende interventi già realizzati fra il 1993 e il 1996 ed altri che saranno ultimati entro il 1999, prima dell’entrata in esercizio del nuovo impianto di gassificazione - cogenerazione.

Il complesso insieme di interventi pianificati comprende la sostituzione dei motori a combustione interna con motori elettrici, la dismissione dei vecchi forni e l’introduzione di bruciatori a basse emissioni di NOx in tutti i principali impianti di processo: tutto ciò renderà possibile il mantenimento delle emissioni totali entro i limiti stabiliti nel 1993, mentre si prevede per il 2001 un totale di 1.200 tonnellate l’anno di NOx, rispetto alle 1.220 autorizzate nel 1993.

Anche in questo caso, vi è un ulteriore impegno autonomo per la riduzione delle emissioni di Ossidi di Azoto da 1.200 a 1.100 tonnellate l’anno.

Per garantire il raggiungimento di questo obbiettivo si è reso necessario individuare forme di intervento che riguardano il nuovo impianto IGCC in fase di realizzazione.

Si è stabilito dunque di intervenire sui sistemi di combustione dell’impianto tramite l’adozione di bruciatori a basse emissioni di NOx nella zona turbine. Dato però il tipo di combustibili utilizzati nell’impianto ed i limiti tecnologici da questo derivanti si è inoltre deciso di agire anche sulla depurazione dei fumi prima della loro uscita dal camino.

Si è adottato un sistema di trattamento dei gas di uscita che funziona tramite un catalizzatore attivato ad Ammoniaca in grado di convertire gli Ossidi di Azoto presenti dopo la  fase di combustione in prodotti innocui per l’ambiente, prima dell’avvio ai fumi di camino. L’efficienza di questo sistema è molto elevata, fino al 50% di abbattimento, e consente complessivamente di posizionare l’insieme dell’impianto di gassificazione - cogenerazione su livelli bassissimi di emissioni di Ossidi di Azoto.”

1999

A Gennaio 1999, la Raffineria Api consegna il Piano di Contenimento delle Emissioni di NOx, Revisione 1, in ottemperanza  al punto 11.6 della Convenzione API - Comune di Falconara M..

Nella Sezione 1, Premessa 1.1 è scritto:

La presente Rev. 1 è stata elaborata per esporre le modifiche  che saranno introdotte ai sistemi di combustione dell’impianto IGCC per permettere una riduzione fino a 1.100 Ton/anno degli Ossidi di Azoto emessi dall’intero stabilimento in accordo agli impegni autonomamente assunti nei confronti dell’associazione ambientalistica “Legambiente” in sede di protocollo d’intesa firmato nel dicembre ‘96. (Sottolineatura nostra).

A pag. 10, al capitolo 2.3, Interventi da attuare tra il 1999 ed il 2000, è scritto:

“ (...) inserimento sistema DeNOx SCR sui fumi della turbina a gas, da attuare prima della messa in esercizio dell’impianto (...).

Il DeNOx (Selective Catalytic Removal) è un sistema per la riduzione catalitica degli Ossidi di Azoto dai fumi in uscita dal Turbogas dell’impianto IGCC, prima del loro invio al camino.

L’efficienza prevista di rimozione degli NOx arriva fino al 30%.

L’installazione del sistema DeNOx SCR, determinerà il rispetto dei limiti relativi al flusso di massa a alla concentrazione di bolla come da riferimenti legislativi ed impegni assunti volontaristici da API raffineria. L’efficienza di rimozione del sistema permetterà di mantenere un tenore di NOx costante corrispondente ai limiti previsti, oltre ad offrire la possibilità di riduzioni ulteriori in condizioni operative e/o meteo - climatiche sfavorevoli e permette di ridurre la concentrazione secca dei fumi in uscita dalla turbina a gas dai 65 mg / Nmc inizialmente previsti al disotto dei 50 mg / Nmc, nonché di garantire la riduzione complessiva degli NOx entro il limite di 1.100 ton/anno in qualsiasi anno, tenuto anche conto della ciclicità triennale della manutenzione della turbina a gas e quindi del service - factor variabile dell’impianto.”

I calcoli finali della Rev. 1 mostrano una riduzione delle emissioni di NOx da 720 ton/anno senza DeNOx a 608 ton/anno con il DeNOx.

 

Considerazioni:

  • in primo luogo, dalla premessa citata, sembrerebbe, ancora una volta, che il DeNOx SCR venga installato per onorare l’accordo con Legambiente;

  • in seguito si dice che il DeNOx SCR permetterà di stare all’interno dei limiti previsti (dal Ministero dell’Ambiente??);

  • inoltre non si parla assolutamente dell’ulteriore “carico di inquinamento” che il DeNOx determinerà in termini di Ammoniaca e Polveri di Metalli Pesanti.

E comunque un dubbio si fa pressantemente evidente: se il progetto iniziale della centrale elettrica IGCC, AUTORIZZATO, non prevedeva il DeNOx SCR significa che i calcoli prodotti sulle emissioni di NOx rientravano nei limiti imposti dal Ministero dell’Ambiente.

Se oggi, dopo nove anni dal progetto iniziale e sei anni dal Decreto di Valutazione di Impatto Ambientale del Ministero dell’Ambiente, per “ mantenere un tenore di NOx costante corrispondente ai limiti previsti”, è necessario inserire un DeNOx SCR significa forse che l’autorizzazione alla centrale elettrica IGCC è stata concessa sulla base di dati non veri ?????

 

10 Febbraio 1999: riunione della Commissione Tecnica Paritetica API - Comune di Falconara M.

Dal verbale della seduta:

ing. Vincenzo Cleri (API - raffineria) :

“ (...) avevamo illustrato i nostri interventi per arrivare a contenere a 1.200 tonnellate l’anno l’emissione di NOx, ma nulla avevamo detto come avremmo fatto quell’ulteriore sforzo di riduzione a 1.100 come accordo volontario che avevamo fatto con Legambiente. (...) la determinazione è stata quella di installare un denitrificatore sui fumi della Turbogas (...) vedere, durante l’esercizio, come questa attrezzatura risponde, in particolare modo, avendo il catalizzatore una vita, e cioè durando tre anni, vogliamo capire come negli anni degrada la sua efficienza e, dopo aver fatto queste esperienze, potremmo forse anche farci un po' più di coraggio.”

dott. Marco Salustri (Provincia di Ancona) :

“Quindi lo prendo ufficialmente, lo dica che sarete in grado nel corso del tempo di andare anche sotto le 1.100 tonnellate.”

ing. Vincenzo Cleri :

L’ufficialità arriverà nel momento in cui avremmo capito come effettivamente funziona questa apparecchiatura. Ricordo che la tecnologia dei denitrificatori è stata trasformata in termini industriali da un numero relativamente poco di anni, in raffineria non abbiamo esperienze su queste tecnologie (...) Comunque quello di cui ci siamo preoccupati è di avere una apparecchiatura che se non ha particolari controindicazioni, può, in certi momenti, fare qualcosa di più.” (Evidenziazioni nostre).

dott. Paoloni (Direttore ARPAM) :

“Non ho capito bene: in certi momenti, cioè, significa che non funzionerà sempre, oppure funzione sempre e in particolare è l’assicurazione per quei momenti ed infine, quel 30% di efficienza significano più di 100 tonnellate ?”

ing. Cleri :

“ Dunque alla prima domanda (...) abbiamo pensato che il denitrificatore funzionerà sempre e funzionerà ad un regime tale da poter garantire sempre il rispetto delle 1.100 tonnellate. Dopo di che, siccome il denitrificatore è molto più grosso rispetto a quello che serviva per recuperare solo 100 tonnellate, vista l’esperienza che ci faremo e viste particolari situazioni metereologiche che potrebbero crearsi nella zona, potremmo giocarci anche la carta di abbassare ulteriormente il livello di NOx dalla raffineria.”

dott. Paoloni :

“E’ tutto comprensibile, meno, quando dice, alla fine: “Potremmo giocarci la carta”. Già c’è, è l’assicurazione ?”

ing. Cleri :

“I sistemi di denitrificazione hanno degli effetti collaterali, in particolar modo ne hanno un paio che potrebbero essere diciamo degli effetti secondari ma da tenere sotto controllo: 1) la riemissione di Ammoniaca con fumi, 2) il quantitativo di polveri emesse dal camino. Sono due fatti che in questo momento vengono garantiti alla efficienza del 30% di recupero, in 3,2 milligrammi di Ammoniaca e 5 milligrammi di polvere (ndr: al metro cubo), quindi largamente entro i limiti di legge e i limiti del V.I.A., in particolar modo quello delle polveri dettate dal V.I.A. dell’IGCC. Noi non abbiamo nessun tipo di esperienza su questi effetti collaterali, se effettivamente vengono mantenuti nel tempo, sfruttando al massimo l’apparecchiatura, se hanno dei margini perché queste sono quantità garantite dal costruttore, se hanno dei margini per poter fare qualcosa di meglio.

Faremo delle indagini nel mentre funzionerà il denitrificatore, lo faremo funzionare a vari regimi, cercheremo di capire, come il nostro denitrificatore funziona, per poi fare delle ipotesi di utilizzo più intensivo dell’apparecchiatura.”

dott. Paoloni :

“Quei 5 eventuali milligrammi di polveri a metro cubo che cosa sono ?”

ing. Cleri :

“Dunque non ho qua la composizione chimica di queste polveri, comunque sono legate al catalizzatore.”

dott. Paoloni :

“Quando avrete comunque uno schema di massima ce lo fornirete ? Cioè le notizie sul DeNOx, voi avete qualcosa, perché non le avete messe sul piano ?”

ing. Cleri :

“(...) abbiamo portato quelle notizie essenziali per dimostrare come noi impartiamo gli impegni presi in convenzione. Di tutto questo abbiamo larga documentazione tecnica, incluso anche il DeNOx, è a disposizione di tutti, ci piacerebbe capire anche il grado con cui vi interessano queste informazioni tecniche, ci piacerebbe avervi in raffineria così ve le mettiamo a disposizione tutte e così vedete quella che vi serve.”

dott. Paoloni :

Accetto l’invito e magari le vediamo insieme. (...)”

 

Considerazioni:

  • Quello che dice l’ing. Cleri di API raffineria sembrerebbe non suscitare nei Rappresentanti Istituzionali (tra cui l’ing. Beatrice Pettinari per la Regione Marche e l’ing. Luciano Fantozzi per il Comune di Falconara) alcuna preoccupazione, nessun istinto di verifica preventiva dei progetti, della documentazione del DeNOx e di comparazione con altri impianti simili. Nonostante l’ing. Cleri dica chiaramente che ci sarà riemmissione di Ammoniaca e Polveri di cui però non fornisce dati certi, nonostante sia tutto incerto il reale livello degli effetti collaterali e nonostante dica che sperimenteranno e faranno esperienza mentre il DeNOx funzionerà, NESSUNO ha il coraggio di prendere tempo, NESSUNO ha il coraggio di dire che di fronte all’incertezza manifestata è necessario approfondire prima di usare il DeNOx.

  • Nessuno si è preso la briga di fare un semplice calcolo aritmetico sulle tonnellate di Ammoniaca e Polveri di Metalli Pesanti che verranno immesse nell’aria e sommate agli inquinanti già presenti, ma TUTTI si preoccupano solo di abbattere quelle 100 ton/anno tanto care all’accordo volontario tra Legambiente e API raffineria.

  • Accordo che viene sbandierato in continuazione dall’ing. Cleri, tanto da annebbiare la percezione dei Rappresentanti Istituzionali che “non si accorgono” (dovrebbero sobbalzare sulla sedia !) che l’ing. Cleri dichiara candidamente che il DeNOx è molto più potente del necessario così servirà anche per “abbassare ulteriormente il livello di NOx dalla raffineria”

MA QUANTE TONNELLATE DI OSSIDI DI AZOTO IN PIU’ EMETTONO RAFFINERIA + IGCC RISPETTO AI CALCOLI UFFICIALI ???

  • I Rappresentanti Istituzionali non si accorgono neanche che, contrariamente a quanto afferma l’ing. Cleri, la composizione delle Polveri emesse dal DeNOx sono arcinote: è già scritto nella Verifica Tecnico - Scientifica del Comune di Jesi per la centrale elettrica Turbogas SADAM - EDISON !!!

  • E la quantità, in tonnellate, di quelle Polveri di Metalli Pesanti sono veramente “largamente entro i limiti di legge e i limiti del V.I.A.” ???

 

8 Luglio 1999.

Il Circolo Ambientalista “Il Martin Pescatore” di Falconara M., aderente alla Legambiente, invia un documento al Comitato Scientifico Nazionale di Legambiente e alla Segreteria Regionale di Legambiente.

Il dott. Andrea Paoletti scrive che “In merito all’utilizzazione del denitrificatore DeNOx sui fumi della nuova centrale API, riteniamo utile, prima che si avvalli definitivamente tale operazione, che si chiariscano bene, in base alla disponibilità dei dati, i termini dei cosiddetti effetti collaterali dovuti alla riemmissione in atmosfera di Ammoniaca e Polveri.”

Riprendendo i dati citati dall’ing. Cleri nella Commissione Tecnico - Paritetica del 10 Febbraio, il dott. Paoletti esegue quella operazione aritmetica semplice ma ignorata dai Rappresentanti Istituzionali e scrive che “ (...) si dovrebbe avere in un anno emissioni pari a 37 tonnellate di Ammoniaca e 55 tonnellate di Polveri (in più rispetto alle 178 ton/anno della raffineria già dichiarate)”, e in più rispetto al limite imposto dal Ministero dell’Ambiente !

Scrive ancora il Circolo Ambientalista: “ Ci siamo proccupati, al riguardo, di visionare la relazione della Verifica Tecnico - Scientifica sulla futura centrale SADAM di Jesi (...) L’Ammoniaca, in atmosfera, oltre ad essere considerata tra le sostanze estremamente pericolose dalla stessa E.P.A., è anche complice della formazione “incontrollata” di nitrosammine, considerate cancerogene (...)” e riportando tutto quanto già evidenziato al proposito.

Il documento conclude: “Alla luce di quanto detto sopra (...) chiediamo, urgentemente, a questo Comitato Scientifico una dettagliata relazione scritta di tipo tecnico - scientifico su tali problematiche, corredata di eventuali aggiornamenti o nuove idee, in modo da avere un quadro più ampio della questione e poter arricchire il dibattito.”

La Commissione Scientifica Nazionale di Legambiente non ha mai risposto a questa urgente richiesta e molti militanti del Circolo di Falconara, tra cui il dott. Andrea Paoletti, hanno abbandonato Legambiente dopo un aspro confronto su questo silenzio incredibile rispetto alla tecnologia DeNOx.

 

Settembre 1999.

La Regione Marche avvia la procedura per la “ DICHIARAZIONE DELL’AREA DI ANCONA, FALCONARA E BASSA VALLE DELL’ESINO COME AREA AD ELEVATO RISCHIO DI CRISI AMBIENTALE”, all’interno della quale saranno comprese anche le Prime Linee del Piano di Risanamento.  Vale la pena citare alcuni passi della Premessa della Dichiarazione:

“ (...) l’aggravarsi delle condizioni di inquinamento atmosferico nella medesima area; la nota compresenza in una ristrettissima area territoriale di quattro industrie a rischio di incidente rilevante; le emissioni dell’impianto di Camerata Picena nei momenti di punta e la non lontana attivazione della Turbogas di Jesi; l’imminente avvio della centrale termoelettrica all’interno della raffineria API (...) richiedono l’assunzione a tutti i livelli istituzionali di specifiche iniziative di ampio respiro e di notevole complessità, tendenti a ridurre le condizioni di vulnerabilità e di rischio per le popolazioni e l’ambiente.”

 

Durante le consultazioni avviate anche con Associazioni ambientaliste e i Comitati dei cittadini

di Falconara particolarmente attivi sul problema ambientale e della sicurezza, i due Comitati dei Quartieri e il Comitato Cittadino di Falconara presentarono alla Regione Marche, tra le altre, una osservazione specifica sul sistema DeNOx SCR che si basava sia sulla Verifica Tercnico - Scientifica fatta fare dal Comune di Jesi per la centrale elettrica Turbogas SADAM - EDISON sia sui calcoli e le perplessità sollevate dal dott. Paoletti prima dell’ “uscita” dal Circolo Ambientalista di Legambiente “Il Martin Pescatore”.

A conclusione dell’osservazione era scritto: “ Riteniamo pertanto che il DeNOx SCR installato presso la centrale IGCC della Raffineria API vada sostituito con il Sistema di denitrificazione adottato dal Consorzio Jesi - Energia, sistema denominato “Combustori a secco DLN (Dry Low Nox), o altro sistema simile che comunque non comporti aggiunta di emissioni di sostanze nocive per l’ambiente e, dunque, aggravamento dell’impatto ambientale dell’impianto in questione.”

Analoga osservazione fu presentata anche da WWF e dall’Associazione Ambientalista “Il Facocero” di Falconara.

2000

Il 2 Febbraio 2000 si svolge l’ultima Audizione presso la IV Commissione Consiliare Permanente della Regione Marche prima che l’Atto Amministrativo della Dichiarazione dell’area di Ancona, Falconara e Bassa Valle dell’Esino come “Area ad elevato rischio di crisi ambientale” approdi in Consiglio Regionale per l’approvazione o meno.

Tutti i soggetti che hanno apportato osservazioni alla bozza preliminare dell’Atto sono convocati per le ultime valutazioni ed osservazioni.   Riportiamo le diverse posizioni sul DeNOx SCR estratte dal Verbale di quella Audizione.

Loris Calcina (Comitati dei quartieri e Cittadino): ribadisce la posizione citata precedentemente.

 

dott. Ovidio Urbani (Comune di Jesi e relatore della Verifica Tecnico - Scientifica sul progetto della Turbogas SADAM - EDISON): “(...) In merito a questo DeNOx effettivamente emette non solo Ammoniaca, ma anche nitrosammine come produzioni secondarie e una massa di polveri, dal Pentossido di Vanadio al Triossido di Tungsteno ecc. (...) Su questo tema credo sia necessario un tavolo tecnico per definire e valutare bene.”

 

dott. Giorgio Meschini (Presidente della Commissione): “Per quanto riguarda gli incontri tecnici, eventualmente vi metterete d’accordo con i tecnici stessi: l’arch. Minetti del servizio e il dott. Paoloni dell’ARPAM.”

 

ing.Giovanni Saronne (Direttore di API - raffineria di Ancona S.p.A.): (...) Faccio però presente che già con gli interventi che la raffineria ha fatto sui forni si pensa di rispettare la regola che ci siamo dati delle 1.100 tonnellate di NOx. D’altra parte, se uno non ha dei gradi di sicurezza, è ovvio che metta in piedi anche altre soluzioni che possano essere contributive alla risoluzione del problema, questo impianto DeNOx che è previsto funzionare, adesso, al 30%, vedremo come funzionerà. Se il paventato pericolo di Ammoniaca ci fosse, evidentemente saremo costretti a fare delle azioni migliorative. Ma evidentemente, qualora ci fossero, la ASL sarebbe la prima a bloccare il funzionamento della gassificazione. Vogliamo veramente pensare che per un investimento relativamente modesto nei confronti dell’investimento complessivo si vadano a risparmiare soldi per non rimanere dentro dei limiti di legge (...)”

 

Considerazioni:

  • il polverone sollevato dall’ing. Saronne è notevole, tanto che dice che già sono rispettate le 1.100 ton/anno di NOx grazie agli interventi effettuati sui forni di raffineria, contraddicendo clamorosamente le relazioni e i dati forniti dalla stessa raffineria nella Rev. 1 del Gennaio 1999 e quanto relazionato dall’ing. Cleri in sede di Commissione Tecnica Paritetica API - Comune di Falconara del 10 Febbraio 1999 !!!

  • nel polverone sollevato riesce ad ignorare il problema delle Polveri di Metalli Pesanti appena citate dal Biologo Ovidio Urbani;

  • rispetto all’investimento economico del DeNOx entra in contraddizione con quanto dichiarato dall’ing. Cleri in sede di Commissione Tecnica Paritetica API - Comune di Falconara del 7 Ottobre 1998, il quale ammise l’esistenza di turbine a bassa emissione di NOx, che probabilmente non è quella installata dall’API che sta ricorrendo al DeNOx !!!  Dunque si deve supporre che l’API abbia scelto di risparmiare, usando il DeNOx  che ha un costo inferiore rispetto alle turbine a bassa emissione di NOx, turbine che sono l’anima di una centrale elettrica ???

  • infine quel rimando all’intervento dell’ASL nel caso di pericolo Ammoniaca che cosa significa che si dovranno aspettare gli effetti su una POPOLAZIONE  USATA  COME  CAVIA  ???

 

La summa di questo uso e disprezzo della salute dei cittadini la troviamo, nero su bianco, nella

“MEMORIA per Audizione del 2 Febbraio 2000” consegnata dall’ing. Saronne ai membri della Commissione Consiliare Regionale proprio nel corso della stessa Audizione.

Pag. 12: “ (...) si conferma che il denitrificatore dell’IGCC è stato progettato per una capacità di recupero fino al 50%; l’atteggiamento cautelativo assunto dalla raffineria (30%) è solo motivato dalla necessità di verificare sul campo il livello di contenimento degli aspetti secondari legati alle emissioni di Ammoniaca e Polveri, trattandosi dell’applicazione di una tecnologia molto recente.”

 

dott. Luigino Quarchioni (Segretario regionale Legambiente Marche): “Il DeNox nasce perché l’API si impegna con Legambiente a ridurre di 100 tonnellate annue le emissioni in atmosfera. Ovviamente non ce la fa con altri sistemi e propone il DeNOx. Il DeNOx ha quei limiti e quei problemi che diceva Loris Calcina, cioè ha delle controindicazioni che sono Polveri ed Ammoniaca.

Cosa dobbiamo fare? Dobbiamo anzitutto capire il male minore, perciò scegliere: o avere una riduzione annua  di 180 tonnellate di NOx. Questo vale un quantitativo ics di Ammoniaca in atmosfera? E vale delle polveri che vanno in atmosfera? Non tanto la quantità, perché c’è la verifica V.I.A. che blocca, ma i problemi sono la qualità delle polveri. Per capire ciò bisogna innanzitutto prendere le esperienze che ci sono in giro per l’Italia dove il deNOx è già applicato, poi bisogna fare due considerazioni essenziali.

Ovviamente l’analizzatore in continuo è una regola ed una garanzia.

Va poi capita la durata del DeNOx, perché più ha vita di lavoro e meno è efficiente, perciò emette più Ammoniaca in atmosfera. La garanzia quale deve essere?

Si deve dire analizzatore in continuo sì e, dall’altro lato, quando il DeNOx arriva ad emissioni di Ammoniaca di un certo livello va sostituito.”

 

Anche la posizione assunta da Legambiente merita alcune considerazioni:

  • sembrerebbe dunque che l’API installi il DeNOx per quelle 100 ton/anno di NOx in meno chieste da Legambiente. Ma Legambiente non dovrebbe preoccuparsi del come si riducono e dei costi ambientali di quella “riduzione all’Ammoniaca” e Polveri di Metalli Pesanti ???  In fondo il Comitato Scientifico Nazionale di Legambiente è stato ufficialmente investito del problema, MA NON HA DATO RISPOSTE.

  • perché il dott. Quarchioni, in mancanza del parere del Comitato Scientifico della sua Associazione, non considera affatto lo studio del Biologo Urbani e quindi non adotta un atteggiamento PRECAUZIONALE sul DeNOx ???

  • perché squalifica con “delle Polveri” quelle che invece sono Polveri di Metalli Pesanti già elencate dall’intervento del Biologo Urbani di Jesi ???

  • perché un Segretario Regionale di Legambiente non parla di possibili interazioni tra Ammoniaca e tutti gli inquinanti da raffinazione già presenti nell’aria che i cittadini respirano ???

  • che garanzia è un analizzatore in continuo delle emissioni di Ammoniaca se non l’abusato sistema di valutare ciò che accade, ed intervenire dopo che è accaduto ???

  • c’è una differenza sostanziale con quanto affermato dall’ing. Saronne della “(...) necessità di verificare sul campo ... (...)” ???

  • un Segretario Regionale di Legambiente non dovrebbe invocare un atteggiamento PREVENTIVO, PRECAUZIONALE,  cioè evitare che si immettano in una situazione ambientalmente complicata ulteriori inquinati che non si sa con certezza come reagiranno con gli inquinati già presenti ????

  • ed infine il balletto delle cifre: riduzione di 100 oppure 180 ton/anno di NOx ???

A chi giovano 100 e a chi 180 ????

 

Fine Febbraio 2000.

Nell’ultima seduta utile del Consiglio regionale delle Marche, prima delle elezioni Amministrative, viene approvata la Dichiarazione dell’area di Ancona, Falconara e Bassa Valle dell’Esino come “ Area ad elevato rischio di crisi ambientale”.

Nel paragrafo 2.3, “ Problematiche ambientali attuali e previsionali relative alla presenza di centrali termoelettriche nella bassa Vallesina - zona Falconara”, a pag. 49, “Emissioni industriali di Ossidi di Azoto” è scritto: “ (...) Il programma di riduzione degli Ossidi di Azoto della Raffineria ha portato dalle 1220 ton /anno, dato desunto dalla domanda di autorizzazione presentata ai sensi del DPR 203 / 88, alle attuali 1023 ton/anno. Tale risultato è stato ottenuto attraverso la dismissione di alcuni impianti (Bitume, Vacuum 2 e motori a combustione), maggior utilizzo dei gas di processo e sostituzione nei forni dei vecchi bruciatori con nuovi bruciatori a bassa emissione di Ossidi di Azoto. (...) La Raffineria API ha previsto l’inserimento di un denitrificatore per la nuova centrale turbogas di produzione di energia elettrica IGCC, con sistema denominato DeNOx SCR (Selective Catalytic Removal) per la riduzione catalitica degli Ossidi di Azoto dai fumi in uscita del turbogas dell’impianto IGCC prima del loro invio al camino, al fine di rispettare il limite delle 1.100 ton/anno max. In tal modo la Raffineria prevede una efficienza di riduzione del 30% degli NOx.

E’ auspicabile migliorare l’efficienza di rimozione del sistema DeNOx SCR per permettere di ridurre la concentrazione degli Ossidi di Azoto in uscita dalla turbina dai 65 mg/mc inizialmente previsti al di sotto dei 50 mg/mc, nonchè di garantire una riduzione maggiore degli NOx rispetto al limite massimo di 1.100 ton/anno programmato. La Regione proporrà al Ministero dell’Ambiente la fissazione dei limiti restrittivi al camino del DeNOx dell’impianto IGCC della Raffineria per quanto concerne l’Ammoniaca, i metalli e le ore di funzionamento del catalizzatore e comunque con l’obbiettivo che il DeNOx SCR installato presso la centrale IGCC della raffineria API vada sostituito con il sistema di denitrificazione denominato Combustori a Secco DLN (Dry Low Nox) o altro sistema simile che comunque non comporti aggiunta di emissioni di sostanze nocive per l’ambiente e, dunque, aggravamento dell’impatto ambientale dell’impianto in questione.”

 

Se non ci fosse in gioco la salute di migliaia di persone, la parte relativa al DeNOX sarebbe da premiare come alto esercizio di equilibrismo interpartitico !!

In realtà si afferma “tutto e il contrario di tutto” finendo addirittura per dichiarare la necessità di sostituire il DeNOx con tecnologie che non emettano sostanze nocive nell’ambiente e non aggravi l’impatto ambientale. E’ una ammissione dell’ulteriore impatto ambientale del DeNOx ??

E’ eticamente corretta una decisione che dice “intanto c’è il DeNOx, usiamolo  e, eventualmente, lo sostituiamo” ??

Siamo sicuri che in Regione conoscano le controindicazioni del DeNOx SCR ???

L’ARPAM del dott. Paoloni è il massimo organo tecnico - scientifico pubblico su cui poggiano le decisioni dei rappresentanti politici, e le parti tecnico - scientifiche del citato Atto di Dichiarazione di Area ad Alto Rischio sono redatte proprio dall’ARPAM.

Proprio per questo la vaghezza e la non conoscenza degli effetti del sistema DeNOx che traspare è allarmante.

  • Si capisce che non ci sono limiti di Legge per l’Ammoniaca emessa da questi impianti, tanto che se ne chiederà una fissazione al Ministero dell’Ambiente; intanto i cittadini faranno da cavie !!

  • Se non ci sono limiti fissati per l’Ammoniaca, sono stati comparati e, soprattutto, con che cosa sono stati comparati i dati sul rilascio di Ammoniaca da parte del DeNOx forniti dall’ing. Cleri di API raffineria ??

  • Se non c’è stata comparazione e valutazione su che base e chi ha dato l’assenso al DeNox ??

  • Come mai non viene fatta una comparazione con altre realtà che usano il DeNox ??  

  • Come mai ancora una volta viene ignorata la Verifica Tecnico - Scientifica del dott. Urbani?

Inoltre è interessante il solito balletto delle cifre che si spinge a considerare imprescindibile la quota delle 1.100 ton/anno stabilita volontariamente tra API e Legambiente, istituzionalizzando di fatto un accordo, appunto, privato e volontario che è tutt’altra cosa dal limite fissato dal Ministero dell’Ambiente delle 1.200 ton/anno che, in primis, ne dovrebbe essere verificato il rispetto prima di rilanciare come in una “partita truccata” !!

 

Più avanti, nelle Indicazioni di breve periodo del Piano di Risanamento è scritto:

“Miglioramento di efficienza dal 30% al 50% del denitrificatore della IGCC della Raffineria API; possibilità di prevedere un analizzatore in continuo dell’Ammoniaca all’emissione del DeNOx, al fine di controllare i livelli di tale inquinante in relazione allo stato del catalizzatore.”

 

Qui la gara ad essere più realisti del Re raggiunge livelli demenziali ma anche incredibilmente allarmanti per la manifesta incoscienza degli estensori del Documento della regione Marche !

Mentre, più volte e in tempi differenti, sia il Direttore della raffineria API, ing. Saronne, sia l’ing. Cleri, Dirigente Servizio Sicurezza Ambiente e Qualità della raffineria API, dichiarano di adottare un atteggiamento cautelativo (efficienza del DeNOx al 30%) motivato dalla necessità di verificare sul campo il livello di contenimento degli aspetti secondari legati alle emissioni di Ammoniaca e Polveri, trattandosi dell’applicazione di una tecnologia molto recente”, l’ARPAM e la Regione Marche, ignare di qualsiasi dato su Ammoniaca e Polveri di Metalli Pesanti se non quelli forniti dalla sola API raffineria, si lanciano in una richiesta di efficienza del DeNOx spinta al 50% !!

E dire che il Piano di Risanamento si prefigge lo scopo di “ ridurre le condizioni di vulnerabilità e di rischio per le popolazioni e per l’ambiente” visto “ l’aggravarsi delle condizioni di inquinamento atmosferico” !!

 

Il 9 Marzo 2000 viene convocata la seduta della Consulta per l’Ambiente del Comune di Falconara con all’ordine del giorno “DENOX, TIPO DI IMPIANTO E GARANZIA AMBIENTALE”.

Il Direttore dell’ARPAM, dott. Paoloni, presenta una relazione che viene consegnata al sig. Sindaco di Falconara.

La relazione (ALLEGATA) fa una serie di comparazioni, porta esempi ma non dà indicazioni

tecnico - scientifiche puntuali e comunque sufficienti a far orientare obbiettivamente un rappresentante politico che si deve fidare ciecamente di quello che scrive il massimo

tecnico - scientifico della Regione Marche.

Inoltre sono presenti numerosi dati non veri, altri assolutamente non chiari, altri non puntualmente analizzati.

I rappresentanti dei Comitati contestano la relazione. (In ALLEGATO la lettera al Sindaco sulla relazione dell’ARPAM).

Dal verbale della Consulta per l’Ambiente:

dott. Paoloni (Direttore ARPAM): “Per quanto riguarda l’Ammoniaca in atmosfera, quale precursore di Nitrosammine, anche noi giustamente abbiamo recepito quello che è stato il volantino e le paure della gente, quindi, quale precursore di Nitrosammine, l’Istituto Superiore della Sanità ha riferito che non c’è ancora riscontro scientifico (...)  abbiamo contattato il dott. Viviano dell’Istituto Superiore della Sanità esperto in inquinamento atmosferico e anche lui mi ha detto che se abbiamo anche noi notizie di questo tipo, di mandargliele, in modo da valutare insieme, cioè cerchiamo di conoscere, nella maniera più approfondita possibile, questo problema. (...) Il dottor Viviano mi ha detto “come tu sai anche io ho fatto parte dei gruppi di lavoro dell’Istituto Superiore di Sanità per le emissioni in atmosfera, e non viene nemmeno fissata, per esempio nemmeno per gli inceneritori, la quota di Ammoniaca; questo non significa che se c’è una qualsiasi possibilità di formazione di questi composti, va debitamente analizzata perché sappiamo tutti che sono potenzialmente cancerogeni” (...)

cioè il DeNOx lavora intorno ai 300 gradi, se in quelle condizioni è possibile che, reagendo con qualche idrocarburo, dall’Ammoniaca si formino Ammine secondarie (...) le quali trovano Monossidi di Azoto per poter formare le Nitrosammine a quelle temperature, cioè tutto questo è possibile, se c’è una documentazione a sostegno di questa tesi, va presa in seria considerazione e valutata (...)

Il DeNOx, “De” significa che elimina, diminuzione, quindi vuole togliere gli Ossidi di Azoto e gli Ossidi di azoto li vogliamo togliere dappertutto, questo vogliamo come Comunità (...) noi mettiamo (ndr: noi chi??) il catalizzatore, tutte le nostre auto ormai sono catalizzate, non funzionano all’Ammoniaca, però hanno la finalità di togliere anche gli Ossidi di Azoto (...)

In questo caso la raffineria riduce gli Ossidi di Azoto con un reattivo, facendo reazioni in un catalizzatore, ed usa Ammoniaca (...)  182 ton/anno di Ossidi di Azoto che tolgo è un fatto positivo, 37 ton/anno di Ammoniaca che mettono, che l’API mette in più (...) attenzione, noi siamo anche produttori di Ammoniaca (... ) dall’agricoltura ne viene fuori quasi il 93% di tutta l’Ammoniaca totale, cioè in Italia mandiamo fuori parecchia Ammoniaca, finora io non ho notizie tossicologiche che quei livelli di ammoniaca siano un problema, ma se ci sono questi tipi di notizie, analizziamoli. (...) Se vogliamo parlare dell’Ammoniaca io dico non è che non c’è Ammoniaca, non è che non usiamo Ammoniaca in casa, non è che non viene fuori ammoniaca dall’agricoltura (...) non c’è informazione, cioè non ci sono studi, non ci sono valutazioni, non ci sono analisi di Nitrosammine nell’aria ma se ci sono ben vengano, datemi questa informazione perché la portiamo subito all’Istituto superiore di sanità e poniamo questo problema, che è indipendente dal fatto del DeNOx.”

 

E’ veramente sorprendente quest’ultima affermazione del dott. Paoloni: la realtà è che il problema Nitrosammine può venir fuori proprio in virtù dell’uso del DeNOx e della conseguente emissione di Ammoniaca, precursore delle Nitrosammine. Se non ci fosse il DeNOx il problema non l’avrebbe posto nessuno !!

 

dott. Paoloni: “ (...) questa sera mi pare che avete pure ottenuto una dichiarazione API che dice “io cercherò di vedere” oppure “Sto cercando, sto valutando sistemi ad Ammoniaca zero!” avete portato a casa parecchio, o no? (...) questa è la mia valutazione di oggi (...) comunque sia nell’eventualità che non passasse il discorso di Ammoniaca zero che si voglia comunque proporre un impianto, come c’è, con emissione di Ammoniaca, bisogna mettere i limiti più restrittivi possibili, e questi li mette il Ministero, quindi spingere per i limiti più restrittivi possibile, ore di funzionamento, perché al di là di certe ore l’Ammoniaca non solo aumenta, ma c’è l’aumento delle polveri (...) perché c’è pure Vanadio nel catalizzatore, come c’è Vanadio nell’Olio combustibile, il Vanadio è un tossico e non lo vogliamo.”

 

Le contraddizioni del Direttore dell’ARPAM si susseguono a catena:

  • c’è l’accettazione del DeNOX già installato, e ciò significa che o le Istituzioni e gli organi di controllo sono stati tenuti all’oscuro del suo utilizzo e delle conseguenze fino all’ultimo oppure che  sapevano del suo utilizzo ma non si sono attivati già nel 1998;

  • quando cita la Polvere di Vanadio che è presente nell’Olio combustibile, dimentica che la centrale IGCC è stata fatta anche con la motivazione di eliminare dal mercato quell’Olio combustibile così inquinante anche di Polveri di Vanadio che, però, vengono reintrodotte a tonnellate con il DeNOx !!!

Insomma, il compito del dott. Paoloni è quello di convincere della bontà dell’Ammoniaca e, dunque, del DeNOx che sembra addirittura aver consigliato lui, oppure è quello di evidenziare i tantissimi dubbi che emergono dall’introduzione di Ammoniaca e 55 ton/anno di Polveri di Metalli Pesanti  ???

Noi non compreremmo mai una automobile usata da questo signore !!!

 

Ancora dal verbale della Consulta:

ing. Cleri (raffineria API): Relativamente all’esistenza di sistemi alternativi, ce ne sono, sono in fase di sperimentazione, la stessa azienda che ci ha realizzato l’impianto IGCC sta sperimentando una nuova tipologia di denitrificatore che non usa l’Ammoniaca, ma prima di poter andare ad una applicazione pratica vogliamo che ci siano dei riscontri oggettivi che non determinino altri effetti collaterali, quindi una volta avuta questa garanzia l’API è disposta, nell’ambito della prossima sostituzione del catalizzatore che ha una sua vita, di sostituirlo, ammesso che si sia convinta che il nuovo catalizzatore sia migliore, di sostituirlo con questa nuova tecnologia.”

 

E’ innanzitutto singolare la proccupazione dell’ing. Cleri per gli effetti collaterali di una nuova tecnologia quando per il DeNOx SCR sia l’ing. Cleri che l’ing. Saronne hanno sempre detto che gli aspetti secondari o collaterali saranno sperimentati sul campo, cioè sulla pelle della gente.

Ma l’ammissione della prossima esistenza di una tecnologia di abbattimento degli Ossidi di Azoto che non userà ed immetterà Ammoniaca induce a chiedersi perché, dunque, tanta fretta nell’installazione del DeNOX SCR.

Non potevano essere rispettati i limiti imposti dal Ministero dell’Ambiente ???

Sono gli stessi limiti che l’API ha sempre dimostrato di rispettare con quegli stessi calcoli alla base delle autorizzazioni ricevute alla costruzione della nuova centrale elettrica IGCC ???

I cittadini dovrebbero pagare con la salute ciò che nessuno ha voluto vedere in anticipo ???

Cosa vale di più in questo caso, l’investimento (che comunque non andrebbe perso con le dovute modifiche o accorgimenti tecnici) o la salute della gente ???

 

Ancora dal verbale della Consulta:

Fausto Api (Assessore all’Ambiente del Comune di Falconara): “ (...) Sicuramente quello che viene fuori è un dato certo, e che cioè il sistema di abbattimento degli NOx adoperato, adottato dalla raffineria produce altri effetti, che è quello dell’Ammoniaca, per i quali ancora bisogna studiare, approfondire e capire, ora quindi si tratta di vedere, di fronte anche ad una richiesta specifica mi pare di fermare un attimo le bocce per approfondire, studiare e poi decidere il da farsi, questo è un elemento importante a cui dovremo dare una risposta sulla base di ulteriori elementi di analisi e di riflessione, attraverso anche ulteriori acquisizioni dal punto di vista tecnico.”

 

In realtà le  “bocce” non sono state mai fermate per una verifica più approfondita !!   

Considerata la gravissima sottovalutazione della questione DeNOx e delle ricadute ambientali in termini di 37 ton/anno di Ammoniaca e 55 ton/anno di Polveri di Metalli Pesanti che, oggi, non ci sono nella già pessima aria che i cittadini respirano;

considerato che nessuno parla dei rischi per la salute dei solfati e bisolfati di ammonio che si formeranno;

considerato che nessuno esclude la formazione delle cancerogene Nitrosammine, i Comitati di Villanova, Fiumesino e “25 Agosto”, il WWF e l’Associazione ambientalista “IL FACOCERO” hanno dato il via ad una campagna di informazione che ha portato alla diffusione di 12.000 volantini porta a porta, 3 tornate di manifesti cittadini e l’inizio di una petizione popolare (in fase di conclusione) indirizzata al Ministro dell’Ambiente, al Presidente della Regione Marche, al Presidente della Provincia di Ancona e al Sindaco di Falconara affinché vietino, precauzionalmente l’uso del DeNOx SCR (testo petizione ALLEGATO).

Contestualmente è stata chiesta a Regione, Provincia e Comune la convocazione di un tavolo tecnico sul problema del DeNOx e delle emissioni di Ammoniaca, lo stesso Tavolo Tecnico chiesto il 2 Febbraio dal Biologo Ovidio Urbani.

Dal 22 Marzo, data della richiesta, non è stata data risposta.

 

Ovvero, l’Assessorato all’Ambiente della Regione Marche ha convocato un “INCONTRO INFORMALE” (hanno tenuto a precisarlo) e preelettorale ( pochi giorni prima delle elezioni regionali) disertato dal Comune di Falconara in cui i Dirigenti dell’ARPAM hanno detto di sapere già da tempo quello che i Comitati contestavano, e cioè che la raffineria API + la centrale IGCC “sfondavano” il limite per gli NOx imposto dal Ministero dell’Ambiente (1.200 ton/anno).

Dunque, è stato chiesto dai portavoce dei Comitati perché di fronte a quella evidenza non solo non siano intervenuti ma addirittura abbiano “avvallato” l’installazione del DeNOx SCR che non era assolutamente previsto nel progetto della centrale IGCC.

La risposta è stata che avrebbero verificato se esisteva in Regione o presso i Ministeri competenti la richiesta di autorizzazione per il DeNOx avanzata dall’API, dato che fino a quel momento a nessun tecnico della Regione risultava ci fosse.

Poi, tutto lo staff della Regione è passato ad un durissimo attacco ai Comitati ed al Biologo Ovidio Urbani per aver diffuso notizie, a loro parere, prive di fondamento sulla possibile formazione delle cancerogene NITROSAMMINE.  

Si è giunti allo scontro verbale molto aspro, scontro che si è rinnovato anche nel corso della ultimissima Consulta per l’Ambiente convocata dal Comune di Falconara di fronte alla ennesima contestazione della relazione che l’ARPAM ha consegnato al Sindaco di Falconara (sono ALLEGATI sia la lettera inviata dai Comitati al Sindaco che gli articoli della stampa).

 

Questo della consulta è stato l’ultimo atto, finora, della vicenda.

Nessuno risponde alle nostre contestazioni.

Anzi possiamo dire che è probabile che le Istituzioni, vista l’imminente partenza della centrale IGCC, stiano facendo scorrere il tempo senza dare risposte in modo da non alimentare polemiche e non allarmare l’opinione pubblica.

In questo modo, alla partenza della centrale con il DeNOx, tutti saranno posti di fronte al fatto compiuto e le Istituzioni si trinceranno dietro l’analizzatore delle emissioni di Ammoniaca, di fatto sperimentando “sul campo” ciò che avverrà !!!

 

COMITATO CITTADINO “25 AGOSTO”

COMITATO DEL QUARTIERE VILLANOVA

COMITATO DEL QUARTIERE FIUMESINO

 
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