1991
Il 25 Luglio 1991 Api -
raffineria di Ancona S.p.A. presenta domanda di autorizzazione per la
realizzazione del progetto “SICUREZZA, ENERGIA ed AMBIENTE” al
Ministero Industria, Commercio ed Artigianato, al Ministero delle
Finanze e al Ministero della Marina Mercantile.
Tra gli obbiettivi che
il progetto propone vi è la "sostituzione dell’esistente
Centrale Termoelettrica convenzionale, non ammodernabile, con una nuova
centrale a ciclo combinato (IGCC) ad alta efficienza energetica ed a
bassissimo livello di emissioni inquinanti, della potenza di circa 260
MW complessivi al lordo dei consumi interni, alimentata da gas
totalmente "puliti" derivanti da residui pesanti di lavorazione mediante
processo di gassificazione con tecnologia Texaco. (...)"
La nuova C.T.E.
(...) sarà caratterizzata da:
(...) emissioni di
SOx, NOx, CO e Polveri di molto inferiori ai limiti previsti dalla
legislazione italiana e dalle direttive comunitarie; in particolare, nei
gas di scarico del turbogas della nuova C.T.E., i livelli di
concentrazione degli SOx saranno inferiori a 100 mg/Nmc, quegli degli
NOx inferiori a 65 mg/Nmc, quelli della CO e delle Polveri inferiori a 5
mg/Nmc.
(...) il "Progetto
Sicurezza, Energia ed Ambiente" consentirà, non solo un drastico
abbattimento qualitativo e quantitativo delle emissioni inquinanti
provenienti dall’esistente ciclo di raffineria, ma permetterà anche di
annullare le emissioni inquinanti dell’hinterland, provenienti dalla
combustione dell’O.C. ad alto tenore di zolfo..." .
Inoltre nel capitolo
"Ristrutturazione del parco serbatoi" si parla di "riduzione...
della capacità di stoccaggio dei prodotti di categoria A ... pur
considerando un leggero aumento della capacità dei prodotti di categoria
C".
E ancora nella
"configurazione finale degli stoccaggi" si parla di GPL, prodotti di
cat. A, B e C, Bitumi e Lubrificanti imballati; non si parla MAI DI
STOCCAGGIO DI AMMONIACA o NH4OH (Idrossido di Ammonio) di cui il
DeNOx abbisogna in quantità di ~712 ton/anno.
1992
In data 13/01/1992 il
Comune di Falconara, la Provincia di Ancona e la Regione Marche ricevono
dal Ministero del Bilancio e della Programmazione Economica l’istanza
presentata dalla Società Api - Raffineria di Ancona S.p.A. per il
progetto “SICUREZZA, ENERGIA ed AMBIENTE”.
Nel capitolo D dal
titolo “INVESTIMENTI DA EFFETTUARE", al paragrafo D.2) "per
energia ed ambiente", punto 5, è scritto:
"Verranno
altresì adottate tecnologie in grado di minimizzare la formazione di NOx
e di CO e di abbattere pressoché totalmente le polveri."
La Raffineria Api
presenta due tabelle sulle emissioni di NOx e Polveri dove si dice che:
il complesso della
raffineria e della vecchia centrale elettrica da sostituire producono
1220 ton/anno di NOx e 270 ton/anno di Polveri. La vecchia centrale è
responsabile di 430 ton/anno di NOx e 160 ton/anno di Polveri.
Secondo il progetto Api
quando sarà sostituita la vecchia centrale elettrica con la nuova
centrale la situazione complessiva (raffineria + nuova centrale) darà
1130 ton/anno di NOx e 180 ton/anno di Polveri.
Dunque è possibile una
prima considerazione :
la tecnologia
DeNOx SCR che oggi si vuole applicare alla
nuova centrale per l’abbattimento degli Ossidi di Azoto utilizzando
Ammoniaca nella soluzione NH4OH, non era
assolutamente prevista nel progetto iniziale presentato ai Ministeri
competenti poiché
-
non era
nemmeno previsto un
serbatoio di stoccaggio per Ammoniaca o NH4OH;
-
se si parla di
una tecnologia in grado di minimizzare la formazione degli Ossidi di
Azoto questa non è sicuramente il DeNOx
SCR poiché il DeNOx è un abbattitore che interviene quando già gli NOx
sono stati prodotti mentre chi minimizza la formazione degli NOx, cioè
evita che se ne producano troppi, sono, per esempio, i bruciatori a
bassa emissione di NOx !!
1993
Il 14 Settembre 1993
API Raffineria di Ancona presenta lo Studio di Impatto Ambientale
dove nella "Tabella di raffronto fra i flussi di massa attuali e
quelli previsti nell’assetto futuro" si evidenzia un calo delle
emissioni di NOx pari al 2%, passando dalle 1.223 ton/anno alle 1.200.
Ancora, nel “Quadro
Ambientale”, paragrafo 4.1.1 c, è scritto:
"Nel
turbogas di ultima generazione è possibile adottare tecniche di
combustione assai avanzate, che consentono di mantenere ad un livello
molto basso la formazione di Ossidi di Azoto."
Inoltre nel medesimo
Studio di Impatto Ambientale vennero prese in considerazione “ (...)
le componenti o fattori ambientali primariamente interessati dalle fonti
di impatto del progetto” e per ciò che riguarda le “emissioni
in atmosfera” si fa riferimento solo ai “Gas combusti”.
Dunque non si
parla nè di Ammoniaca, che non è un gas combusto e non fa parte del
normale ciclo di lavorazione della raffineria, nè di tecnologie di
abbattimento di NOx che utilizzino Ammoniaca.
La Regione Marche
costituisce un gruppo di lavoro incaricato della valutazione del
progetto della Raffineria Api. Del gruppo fanno parte il dott. Emilio
Benetti, dott. Luigi Bolognini, dott.sa Beatrice Pettinari e il dott.
Gisberto Paoloni oggi Direttore dell’Agenzia Regionale per la Protezione
Ambientale Marche (ARPAM).
Il 18 Novembre 1993,
dopo aver esaminato la documentazione relativa allo studio di impatto
ambientale ed aver effettuato un sopralluogo presso la Raffineria Api di
Falconara alla presenza di alcuni componenti della Commissione per la
Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) del Ministero dell’Ambiente, il
gruppo di lavoro dà il suo parere sul progetto della nuova Centrale
elettrica della Raffineria Api in cui, a pag. 2, per ciò che attiene
alle emissioni di NOx è scritto:
"Occorre fare
particolare attenzione alle concentrazioni di NOx che aumenteranno se
non verranno effettuati interventi compensativi di riduzione negli
attuali forni di servizio degli impianti di produzione. Infatti l’Api
dichiara un’emissione totale di NOx della futura CTE praticamente doppia
rispetto all’attuale (da 373 ton/anno a 720 ton/anno).
(...) Appare
pertanto necessario un progetto in dettaglio degli interventi ai forni,
la cui valutazione non dovrebbe essere disgiunta dallo studio V.I.A.
sulla nuova CTE. Aumenti di concentrazione di Ossidi di Azoto vanno
viste in sinergismo con i valori di idrocarburi presenti in atmosfera,
che, nella zona provengono in quantità significativa dalla stessa
raffineria.”
1994
Nel parere di
Valutazione di Impatto Ambientale del Ministero dell’Ambiente,
15/4/1994, vengono stabiliti i limiti delle emissioni che l’API dovrà
rispettare per quanto riguarda il complesso della raffineria + la nuova
centrale elettrica:
NOx |
1200
ton/anno |
Polveri
Totali |
178
ton/anno |
La nuova centrale
elettrica, da sola, dovrà rispettare i limiti:
NOx |
65 mg/Nmc, |
Polveri
Totali |
5 mg/Nmc |
Sempre nel
1994, in un PRO-MEMORIA redatto da Api
Raffineria di Ancona S.p.A., "Chiarimenti ad osservazioni scaturite
dall’esame dello studio V.I.A. (Valutazione di Impatto Ambientale)
concernente il progetto per la gassificazione di idrocarburi pesanti e
la produzione di energia elettrica mediante cogenerazione" a pag.
24, nel capitolo "Contenimento delle emissioni NOx" è scritto:
“Si conferma quanto
dichiarato nello studio di impatto ambientale circa il sostanziale
contenimento delle emissioni di NOx; per quanto concerne i dettagli
progettuali essi possono essere forniti in una fase più avanzata di
realizzazione; si fa presente tuttavia che nello studio sono stati
indicati con chiarezza gli impianti oggetto di interventi di
compensazione ed i valori prefissi da raggiungere. La tecnologia
consolidata attualmente disponibile per il contenimento delle emissioni
di NOx dai bruciatori consiste essenzialmente in una più accurata
premiscelazione combustibili / comburenti in modo da abbassare le
temperature di fiamma."
Anche questa fase
conferma l’assenza e la non previsione dell’installazione del DeNOx SCR
quale abbattitore di Ossidi di Azoto nella nuova centrale elettrica,
bensì si parla di contenimento delle emissioni di ossidi di Azoto dai
bruciatori degli impianti di raffinazione !!
1995
Il 4 Gennaio
1995 la Provincia di Ancona insedia un gruppo di studio
costituito dai prof. Mario De Grassi, Giorgio Cortellessa, Torquato
Nanni, Attilio Rinaldi, Francesco Maria Russo e Enzo Tiezzi al fine di
"valutare tutti gli effetti indotti dalla ipotizzata attivazione
di due centrali elettriche a cogenerazione di calore nella Valle dell’Esino",
che sono quella API - ABB - TEXACO di Falconara e SADAM - EDISON di Iesi
che dista a 13 km da Falconara.
Il gruppo nominato
dalla Provincia di Ancona ha letteralmente “rivoltato come un calzino”
lo studio di Impatto Ambientale della nuova centrale elettrica API - ABB
- TEXACO.
Non c’è alcuna
traccia né del DeNOx SCR né di valutazioni su possibile emissione di
Ammoniaca e Polveri di Metalli Pesanti da parte di tecnologie simili.
E non poteva
essere altrimenti: la raffineria Api + la nuova centrale elettrica non
c’entrano nulla con l’Ammoniaca e le Polveri di Metalli Pesanti,
problemi aggiunti solo con l’installazione
del DeNOx !!
1996
Il 16 Dicembre 1996
viene stipulato un “Protocollo di Intesa tra LEGAMBIENTE e API
Raffineria di Ancona S.p.A. per la realizzazione di un impianto IGCC
nell’ambito della Raffineria Api di Falconara Marittima”.
LEGAMBIENTE e API
convengono che:
"Api,
oltre a confermare gli impegni già assunti nei confronti del Ministero
dell’Ambiente, della Regione Marche e del Comune di Falconara M., con i
vari atti ufficiali ed autorizzazioni susseguitesi (decreto VIA,
convenzioni, eccetera), e comprendenti (...) la riduzione delle
emissioni annue di NOx da 1220 a 1200 ton/anno, obbligazioni da
realizzarsi nei tempi e modi già concordati, assuma ulteriori impegni in
campo ambientale. (...) Al riguardo API (...) si impegna ad
effettuare un ulteriore sforzo di autoregolamentazione della gestione
delle emissioni totali di raffineria a seguito della messa a regime
dell’impianto IGCC e della fermata definitiva dell’esistente
Centrale termoelettrica, adottando tutti i suoi migliori sforzi per
un’ulteriore riduzione dei quantitativi massimi di emissioni annue come
segue:
(...)
emissioni di NOx - ulteriore riduzione da 1.200 a 1.100 ton/anno”
Oltre a
sottolineare che ancora una volta non si parla del sistema DeNOx SCR per
ridurre VOLONTARIAMENTE le emissioni di NOx concordate privatamente con
Legambiente (che eventualmente ha la
responsabilità di non aver posto la clausola di utilizzare tecnologie
per la riduzione degli NOx che non immettessero altre sostanze
inquinanti in una atmosfera come quella di Falconara già estremamente
complicata in termini di inquinanti presenti) c’è la ulteriore
conferma che la riduzione degli NOx avverrà intervenendo sulle emissioni
totali di raffineria, e dunque su forni e bruciatori da sostituire
con altri a basse o nulle emissioni di NOx !!
1997
Il 28 Marzo
1997 la Dirigenza della Raffineria Api
consegna al Comune di Falconara il “PIANO DI CONTENIMENTO EMISSIONI DI
NOx” in base a quanto stabilito dal punto 11.6 della Convenzione
API - Comune di Falconara M.
A pag. 10, 14 e 15
della relazione è scritto:
"Dato
che il contributo dell’IGCC (ndr: la nuova
centrale elettrica API - ABB - TEXACO), in termini di quantitativi
annui (ndr: di NOx), è superiore al
contributo della centrale termoelettrica esistente, la raffineria ha
finalizzato ed iniziato ad attuare un piano di contenimento consistente
(...)
-
l’installazione di
bruciatori a bassa emissione di NOx sui nuovi forni di raffineria a
partire dal 1993;
-
la dismissione dei
motori a combustione interna dell’impianto Platforming e la loro
sostituzione con motori elettrici dal 1994;
-
la progressiva
sostituzione dei bruciatori esistenti con altri a bassa emissione di
NOx in alcuni dei forni esistenti in raffineria, a partire dal 1994;
-
la definitiva
dismissione della centrale termoelettrica esistente, dall’anno 200.
Tali interventi
permetteranno ad "API" di attuare il piano di contenimento delle
emissioni, da 1.220 a 1.200 ton/anno di NOx nei tempi previsti dal
Ministero dell’Ambiente (...)
Sono
inoltre in corso avanzato di studio ulteriori provvedimenti migliorativi,
che si prevede di definire entro il 1997, a valle della progettazione
esecutiva dell’impianto IGCC e delle analisi in corso sulle
ulteriori possibilità di interventi tecnologici sui forni esistenti
della raffineria, con l’obbiettivo di rispettare l’impegno
autonomamente assunto nei confronti delle Associazioni ambientaliste in
sede di protocollo di intesa firmato con Legambiente nel Dicembre 1996,
che prevede la progressiva riduzione degli NOx dopo la messa a regime
dell’impianto IGCC - prevista alla
fine dell’anno 2000 - fino a livelli di
1.100 ton/anno.” (Evidenziazione
nostra).
Il 10 Settembre 1997
si riunisce la Commissione Tecnica Paritetica, istituita ai sensi del
punto 2 della Convenzione stipulata in data 18/12/1996 tra il Comune di
Falconara M. ed API Raffineria di Ancona nell’ambito della realizzazione
dell’impianto IGCC.
Dal verbale
della Commisione, punto 11.6 - Piano di
contenimento emissioni di NOx :
ing. Cleri
(API Raffineria) : “(...)
in termini di "bolla" di raffineria il valore è rispettato, mentre
in termini di emissioni dovranno essere
effettuati degli interventi tali che i livelli, con l’entrata in
funzione della nuova centrale (IGCC), non superino quelli attuali."
dott. Paoloni
(Direttore ARPAM): “(...) qualora non
venissero effettuati interventi sui camini, con l’entrata in funzione
della centrale, si aumenterebbe l’emissione di NOx, pertanto necessita
chiedere all’API che effettui tutti gli interventi tecnologicamente
possibili e validi sui forni per consentire una diminuzione di NOx.
Tutto ciò non solo per il raggiungimento dei limiti dei 1.200 ton/anno
stabilito dal Ministero dell’Ambiente, ma in considerazione della
particolare situazione di Falconara che è interessata da altre fonti
emissive di Ossidi di Azoto... (...)”
ing. Chellini
(API Raffineria) : “(...) si è raggiunto
un accordo con Legambiente secondo il quale il limite da non superare
(ndr: di Ossidi di Azoto) è quello delle 1.100 ton/anno, e
che per raggiungere questa quota si sono presi tutti i provvedimenti
possibili (...)”
Il 15 Settembre 1997
viene depositata presso il Comune di Jesi [Comune della Bassa Valle
dell’Esino distante 15 km da Falconara] (Prot. n. 18653) la Verifica
Tecnico - Scientifica alla III Ipotesi Progettuale della centrale
elettrica Turbogas SADAM - EDISON.
Quella presentata fu
l’ultima Ipotesi Progettuale che il Comune di Jesi richiese alla SADAM -
EDISON dopo averne bocciate ben due perché ritenute ambientalmente
incompatibili.
La terza Ipotesi
Progettuale fu accettata.
All’interno di quella
Verifica Tecnico - Scientifica, curata dal Biologo Ovidio Urbani, venne
fatta una comparazione tra due tipi di tecnologie per abbattere gli
Ossidi di Azoto, poiché anche la centrale SADAM - EDISON di Jesi
produrrà una quantità di Ossidi di Azoto ragguardevole, seppur inferiori
a quelli prodotti dalla IGCC della raffineria Api.
Alla fine della
comparazione la Valutazione Tecnico - Scientifica opterà per un tipo di
"Sistema Preventivo di abbattimento degli NOx in fase di processo
di combustione" senza emissione di ulteriori sostanze
inquinanti.
Il sistema “non
preferito” dalla Valutazione Tecnico - Scientifica è proprio la
tecnologia DeNOx SCR, rispetto alla quale vengono fatte le seguenti
valutazioni:
"I
processi di abbattimento degli Ossidi di Azoto presi in esame e che
possono rappresentare la migliore tecnologia disponibile costituiscono
il risultato di due linee di pensiero, ambedue conseguenti alla
necessità di minimizzare gli impatti derivanti dagli effluenti gassosi
degli impianti termici:
- Sistema di
depurazione SCR a valle del processo;
- Sistema preventivo
- abbattimento in fase di processo di combustione.
(...) Dalla breve
analisi descrittiva delle due tecnologie disponibili ed “accettabili”,
quella relativa all’utilizzazione di impianti DeNOx SCR sembrerebbe
apparentemente più garantista e più efficace nei confronti del controllo
degli NOx. Tuttavia occorre evidenziare che da questi impianti è
prevista una emissione di 5 - 10 mg / Nmc di Ammoniaca suscettibile di
incremento dipendente dall’età del catalizzatore e che i previsti
risultati di abbattimento sono legati alle condizioni di funzionamento
del sistema di depurazione dipendente dalle variabili: temperatura
di esercizio durante il trattamento catalitico, caratteristiche ed
integrità del sistema catalizzatore, rispetto stechiometrico della
reazione ecc. L’uso di Ammoniaca nel processo chimico di controllo
degli NOx presenta quindi molti problemi sia per le emissioni in quanto
tali che per le eventuali cosiddette “emissioni secondarie” (Nitrosammine).
Inoltre non vanno sottovalutati i rischi connessi al trasporto ed allo
stoccaggio di tale prodotto chimico. L’Environmental Protection Agency (E.P.A.)
- Ente di controllo ambiente statunitense - ha catalogato l’Ammoniaca
tra le sostanze estremamente pericolose (Title III, Section 302 of the
Superfund Amendments and Reauthorization Act of 1986).
(...)
Relativamente alla valutazione complessiva rischi - benefici ambiente
connessa dall’uso di tale tecnologia, debbono essere considerati anche
i problemi derivanti dal superamento dei limiti di temperatura imposti
dal processo e conseguente possibilità di polverizzazione della massa
catalitica e dal periodico (quinquennale) smaltimento o riciclaggio del
catalizzatore costituito da Biossido di Titanio e da Pentossido di
Vanadio e Triossido di Tungsteno, materiali certamente non graditi
all’ambiente.”
Al termine della
disamina la relazione commissionata dal Comune di Jesi dice:
“Nel progetto
di realizzazione (ndr: della centrale SADAM -
EDISON) è opportuno prevedere lo spazio per un
impianto DeNOx al fine di una sua applicazione, eventualmente
ritenuta necessaria a seguito di non rispetto dei limiti di emissione.”
Un aspetto da notare
rispetto a questa Valutazione Tecnico - Scientifica riferita al
progetto SADAM - EDISON è che essa, consegnata il 15 Settembre,
è stata elaborata in tempi non sospetti, e cioè quando ancora la
Raffineria API non aveva “annunciato” l’intenzione di usare il DeNOx SCR
e dunque nessuno a livello Istituzionale era a conoscenza del possibile
uso del DeNOx SCR nella nuova centrale elettrica IGCC di API - ABB -
TEXACO.
Certamente i Dirigenti
della raffineria API scrissero nel Piano di Contenimento delle
emissioni di NOx di "provvedimenti migliorativi a valle della
progettazione esecutiva dell’impianto IGCC", e questo forse avrebbe
dovuto significare un campanello d’allarme o, quantomeno, avrebbe dovuto
suscitare la curiosità Istituzionale “sul come” avrebbero fatto, ma il
clima di “fiducia incondizionata” nei confronti dell’API e la vaghezza
del Piano di Contenimento non potevano far sperare di più !!
E’ presumibile che gli
Ingegneri dell’API avessero già deciso l’installazione del DeNOx SCR: le
parole dell’ing. Chellini di API Raffineria non dovrebbero lasciar
dubbi.
Probabilmente sono
scelte non ancora comunicate a nessuno, tanto che il Direttore dell’ARPAM,
dott. Paoloni sottolinea la necessità di interventi sui forni di
raffineria.
E’ un aspetto da tenere
in considerazione nel prosieguo di questa cronologia poiché quando
gli ingegneri della Raffineria Api dichiareranno di utilizzare il
sistema DeNOx SCR nessuno degli organismi tecnico - scientifici
istituzionali farà riferimento alla Verifica Tecnico - Scientifica
fatta elaborare dal Comune di Jesi, Comune che fa parte della stessa
Provincia di Ancona, della stessa Regione Marche e la cui centrale
elettrica sorgerà a 15 km da quella dell’API.
1998
7 Ottobre
1998: riunione della Commissione paritetica
API - Comune di Falconara M.
Dal verbale, pag. 32.
ing. Cleri
(API Raffineria): “ (...) Per quanto
riguarda i piani temporizzati di NOx, noi li abbiamo presentati a marzo
del ‘97, nulla è cambiato, se non dirvi che ormai è stata presa la
decisione per come arrivare dalle 1.200 tonnellate di flusso di massa
alle 1.100, è una decisione che quì annuncio in termini informali,
perché poi vi faremo la revisione uno, dei nostri piani di adeguamento,
contenimento ed adeguamento delle emissioni di NOx; peraltro ricordo che
1.100 è un accordo con un’organizzazione non statale, se vogliamo, non
istituzionale, il 1.100, sto parlando di Legambiente, l’unica
possibilità che avevamo era quella di installare un denitrificatore
(ndr: il DeNOx SCR) sui gas della turbina;
quindi verrà installato un denitrificatore sullo scarico principale
della IGCC e questo ci permetterà di raggiungere le 1.100 tonnellate di
flusso di massa di NOx come emissioni totali della raffineria. (voci di
sottofondo).
DeNOx ad
Ammoniaca, dell’ultima generazione, 60, base 1. No, dopo cominciamo ad
avere i problemi, Lei li conosce Dottore, progettualmente, se Lei vuole
avere un numero, lo dico io, diventa 30 e quindi diventiamo migliori
di certe turbine che, in questo momento, vanno per la maggiore, però
questo è un qualcosa che deve fare i conti poi con i bilanci generali
inquinanti da quel camino e quindi noi proporremo un sistema di utilizzo
molto mediato, molto calibrato di quel denitrificatore. (...) No,
andiamo sotto i 60 (ndr: è la concentrazione
mg / Nmc di NOx; il Ministero dell’Ambiente ha stabilito per la
centrale IGCC 65 mg / Nmc), a 60 ci siamo
adesso senza denitrificatore, il sistema è quello che Lei conosce,
che ha una efficienza del 50%, però noi non dichiariamo 30, perché 30 ci
potrebbero portare altri problemi.”
Spiegazione
dei numeri sopra: API dice che già sono a
livello di concentrazioni di NOx pari a
60 mg / mc senza DeNOx
SCR. Mettendo il DeNOx SCR potrebbero spingerlo al 50% di
efficienza e, quindi, teoricamente scendere a concentrazione di NOx pari
a 30 mg / Nmc. Ma ci sarebbero problemi... i bilanci generali degli
inquinanti...
Insomma che cosa
potrebbe accadere con questa tecnologia che userà Ammoniaca??
In quella
seduta della Commissione Paritetica nessuno dei rappresentanti del
Comune di Falconara, Provincia di Ancona, Regione Marche ed ARPAM
formula questa semplice domanda e, dunque,
nessuno chiede dettagli o tempo per studiare le ricadute ambientali
della tecnologia DeNOx SCR !
E dire che il compito
della Commissione Paritetica è di “ (...) effettuare, con
cadenza quadrimestrale o ogni qual volta emergano necessità urgenti, le
verifiche necessarie (...) sul rispetto di tutte le prescrizioni
effettuate dalle competenti Autorità agli effetti della salvaguardia
della sicurezza fisica e sanitaria e dell’igiene ambientale della
cittadinanza (...) ”
C’é di più !!
A voler essere pignoli,
quando l’ing. Cleri dice “ (...) il sistema è quello che Lei conosce
(...) ” la frase è inequivocabilmente rivolta al dott. Paoloni,
Direttore dell’ARPAM, che sta interloquendo e che successivamente non
porrà domande sulla ricaduta ambientale del DeNOx.
Ma se il
dott.
Paoloni conosceva già “ il sistema”, quando lo ha conosciuto e perché
non ha posto le domande in sede di Commissione, domande che molti mesi
dopo formuleranno semplici cittadini ??
La stessa affermazione
del Presidente della Commissione Paritetica, il rappresentante della
Provincia dott. Marco Salustri, a pag. 36 del verbale, “
(...) Possiamo passare alle polveri e al CO, direi niente di nuovo, è
già tutto in linea (...)” lascia molto perplessi poiché in realtà il
sistema DeNOx SCR produrrà molte tonnellate di polveri in più (come si
vedrà in seguito) e di composizione pericolosa citate nella comparazione
della Verifica Tecnico - Scientifica del Comune di Jesi.
Dunque le domande
sono:
Nessuno
conosceva???
Gli Ingegneri dell’API hanno tenuta il più possibile
nascosta la ricaduta ambientale del DeNOx in termini di Ammoniaca e di
Polveri di Metalli Pesanti ???
Qualcuno dei rappresentanti
istituzionali già sapeva ma “dimenticava” di informare???
“Pignoleria per
pignoleria” che cosa significa quello che dice l’ing. Cleri con “ (...)
diventiamo migliori di certe turbine che in questo momento vanno per
la maggiore (...) ” ???
-
Esistono tecnologie
alla fonte di tutto il processo (TURBINE !) che già di per se emettono
meno Ossidi di Azoto rendendo, quindi, superfluo l’installazione di
sistemi di abbattimento come il DeNOx che immetterà Ammoniaca in
atmosfera ???
-
Perché API - ABB -
TEXACO non le hanno usate preventivamente ???
-
Non sapevano che la
loro centrale elettrica avrebbe emesso elevate quantità di Ossidi di
Azoto ???
-
Hanno sbagliato dei
calcoli sulle emissioni ??? Quei calcoli con i quali si sono
assicurati le autorizzazioni necessarie dai vari Ministeri ???
-
Alla fine di tutto
questo i cittadini devono pagare un costo supplementare in termini di
tonnellate di Ammoniaca e Polveri di Metalli Pesanti che prima non
c’erano nell’aria (già pessima) che respiravano ???
Inoltre le differenze
nell’approccio alla tecnologia DeNOx SCR sono evidenti:
-
il Comune di Jesi ha
cercato di imporre un progetto di centrale elettrica che, di fatto,
minimizza alla fonte le emissioni di NOx, preventivamente;
-
nella Verifica
Tecnico - Scientifica relativa alla SADAM - EDISON si dice che il DeNOx
SCR verrà installato ed utilizzato solo se si supereranno i limiti di
emissione imposti, tanto che viene chiesto di prevedere uno spazio per
il DeNOx, ma non viene installato, la centrale partirà senza;
-
nel caso della
centrale API - ABB - TEXACO il DeNOx SCR non verrà usato per stare entro
i limiti di emissioni imposte dal Ministero dell’Ambiente, ma per
onorare un accordo volontario con una Associazione che, per quanto
rispettabilissima, non ha nè il ruolo nè la funzione di un organo
istituzionale. Infatti la riduzione da 1.200 a 1.100 ton/anno di
Ossidi di Azoto è VOLONTARIO, ma significherebbe far respirare ai
cittadini, contro la loro volontà, Ammoniaca, Polveri di Metalli
Pesanti e quanto altro si formerà in una atmosfera già estremamente
carica di sostanze inquinanti emesse proprio dalla raffineria API;
-
nel caso della
centrale API - ABB - TEXACO il DeNOX SCR si installa prima della
partenza della centrale elettrica, senza uno studio di valutazione ed
impatto ambientale;
-
nel caso della SADAM
- EDISON il problema DeNOx è già inserito nella valutazione iniziale
dell’intero progetto mentre nel caso API - ABB - TEXACO questa
tecnologia “sbuca fuori” improvvisamente, al di fuori del progetto
complessivo della centrale elettrica.
C’E’ FORSE QUALCOSA DA MASCHERARE
???
Il 2 Dicembre
1998, nel corso del convegno organizzato dalla
Raffineria Api e dal titolo “ Una sfida comune per la tutela
ambientale e la sicurezza della nuova raffineria”, l’ing.
Vincenzo Cleri, Dirigente Servizio Sicurezza Ambiente e Qualità della
raffineria Api di Falconara, dichiara ufficialmente l’utilizzo del
sistema DeNOx SCR:
“Per quanto
riguarda le emissioni di Ossidi di Azoto della raffineria, la situazione
di massimo carico stabilita ai sensi del DPR 203 / 88 e ribadito dal
decreto V.I.A. del 1993 indica un valore soglia di 1.220 tonnellate
all’anno.
Il Piano per il
contenimento di queste emissioni all’interno dei limiti di legge
comprende interventi già realizzati fra il 1993 e il 1996 ed altri che
saranno ultimati entro il 1999, prima dell’entrata in esercizio del
nuovo impianto di gassificazione - cogenerazione.
Il complesso insieme
di interventi pianificati comprende la sostituzione dei motori a
combustione interna con motori elettrici, la dismissione dei vecchi
forni e l’introduzione di bruciatori a basse emissioni di NOx in tutti i
principali impianti di processo: tutto ciò renderà possibile il
mantenimento delle emissioni totali entro i limiti stabiliti nel 1993,
mentre si prevede per il 2001 un totale di 1.200 tonnellate l’anno di
NOx, rispetto alle 1.220 autorizzate nel 1993.
Anche in
questo caso, vi è un ulteriore impegno autonomo per la riduzione delle
emissioni di Ossidi di Azoto da 1.200 a 1.100 tonnellate l’anno.
Per garantire il
raggiungimento di questo obbiettivo si è reso necessario individuare
forme di intervento che riguardano il nuovo impianto IGCC in fase di
realizzazione.
Si è stabilito
dunque di intervenire sui sistemi di combustione dell’impianto tramite
l’adozione di bruciatori a basse emissioni di NOx nella zona turbine.
Dato però il tipo di combustibili utilizzati nell’impianto ed i limiti
tecnologici da questo derivanti si è inoltre deciso di agire anche sulla
depurazione dei fumi prima della loro uscita dal camino.
Si è adottato
un sistema di trattamento dei gas di uscita che funziona tramite un
catalizzatore attivato ad Ammoniaca in grado di convertire gli Ossidi di
Azoto presenti dopo la fase di combustione in prodotti innocui per
l’ambiente, prima dell’avvio ai fumi di camino. L’efficienza di questo
sistema è molto elevata, fino al 50% di abbattimento, e consente
complessivamente di posizionare l’insieme dell’impianto di
gassificazione - cogenerazione su livelli bassissimi di emissioni di
Ossidi di Azoto.”
1999
A Gennaio 1999,
la Raffineria Api consegna il Piano di Contenimento delle Emissioni di
NOx, Revisione 1, in ottemperanza al punto 11.6 della Convenzione API -
Comune di Falconara M..
Nella Sezione 1,
Premessa 1.1 è scritto:
“La presente Rev. 1
è stata elaborata per esporre le modifiche che saranno introdotte ai
sistemi di combustione dell’impianto IGCC per permettere una
riduzione fino a 1.100 Ton/anno degli Ossidi di Azoto emessi
dall’intero stabilimento in accordo agli impegni autonomamente assunti
nei confronti dell’associazione ambientalistica “Legambiente” in sede di
protocollo d’intesa firmato nel dicembre ‘96.” (Sottolineatura
nostra).
A pag. 10, al capitolo
2.3, Interventi da attuare tra il 1999 ed il 2000, è scritto:
“ (...) inserimento
sistema DeNOx SCR sui fumi della turbina a gas, da attuare prima della
messa in esercizio dell’impianto (...).
Il DeNOx (Selective
Catalytic Removal) è un sistema per la riduzione catalitica degli Ossidi
di Azoto dai fumi in uscita dal Turbogas dell’impianto IGCC, prima del
loro invio al camino.
L’efficienza
prevista di rimozione degli NOx arriva fino al 30%.
L’installazione del
sistema DeNOx SCR, determinerà il rispetto dei limiti relativi al flusso
di massa a alla concentrazione di bolla come da riferimenti legislativi
ed impegni assunti volontaristici da API raffineria. L’efficienza di
rimozione del sistema permetterà di mantenere un tenore di NOx costante
corrispondente ai limiti previsti, oltre ad offrire la possibilità
di riduzioni ulteriori in condizioni operative e/o meteo - climatiche
sfavorevoli e permette di ridurre la concentrazione secca dei fumi in
uscita dalla turbina a gas dai 65 mg / Nmc inizialmente previsti al
disotto dei 50 mg / Nmc, nonché di garantire la riduzione complessiva
degli NOx entro il limite di 1.100 ton/anno in qualsiasi anno,
tenuto anche conto della ciclicità triennale della manutenzione della
turbina a gas e quindi del service - factor variabile dell’impianto.”
I calcoli finali della
Rev. 1 mostrano una riduzione delle emissioni di NOx da 720 ton/anno
senza DeNOx a 608 ton/anno con il DeNOx.
Considerazioni:
-
in primo luogo, dalla
premessa citata, sembrerebbe, ancora una volta, che il DeNOx SCR venga
installato per onorare l’accordo con Legambiente;
-
in seguito si dice
che il DeNOx SCR permetterà di stare all’interno dei limiti previsti
(dal Ministero dell’Ambiente??);
-
inoltre non si parla
assolutamente dell’ulteriore “carico di inquinamento” che il DeNOx
determinerà in termini di Ammoniaca e Polveri di Metalli Pesanti.
E comunque un dubbio
si fa pressantemente evidente: se il progetto iniziale della centrale
elettrica IGCC, AUTORIZZATO, non prevedeva il DeNOx SCR significa che i
calcoli prodotti sulle emissioni di NOx rientravano nei limiti imposti
dal Ministero dell’Ambiente.
Se oggi,
dopo nove anni dal progetto iniziale e sei anni dal Decreto di
Valutazione di Impatto Ambientale del Ministero dell’Ambiente, per
“ mantenere un tenore di NOx costante corrispondente ai limiti previsti”,
è necessario inserire un DeNOx SCR significa forse che l’autorizzazione
alla centrale elettrica IGCC è stata concessa sulla base di dati non
veri ?????
10 Febbraio
1999: riunione della Commissione Tecnica
Paritetica API - Comune di Falconara M.
Dal verbale della
seduta:
ing. Vincenzo
Cleri (API - raffineria) :
“ (...) avevamo
illustrato i nostri interventi per arrivare a contenere a 1.200
tonnellate l’anno l’emissione di NOx, ma nulla avevamo detto come
avremmo fatto quell’ulteriore sforzo di riduzione a 1.100 come accordo
volontario che avevamo fatto con Legambiente. (...) la
determinazione è stata quella di installare un denitrificatore sui fumi
della Turbogas (...) vedere, durante l’esercizio, come questa
attrezzatura risponde, in particolare modo, avendo il catalizzatore una
vita, e cioè durando tre anni, vogliamo capire come negli anni degrada
la sua efficienza e, dopo aver fatto queste esperienze,
potremmo forse anche farci un po' più di coraggio.”
dott. Marco
Salustri (Provincia di Ancona) :
“Quindi lo prendo ufficialmente, lo dica che sarete in
grado nel corso del tempo di andare anche sotto le 1.100 tonnellate.”
ing. Vincenzo
Cleri :
“ L’ufficialità arriverà nel
momento in cui avremmo capito come effettivamente funziona questa
apparecchiatura. Ricordo che la tecnologia dei denitrificatori è stata
trasformata in termini industriali da un numero relativamente poco di
anni, in raffineria non abbiamo esperienze su queste tecnologie
(...) Comunque quello di cui ci siamo preoccupati è di avere una
apparecchiatura che se non ha particolari controindicazioni, può, in
certi momenti, fare qualcosa di più.” (Evidenziazioni nostre).
dott. Paoloni
(Direttore ARPAM) :
“Non ho capito bene: in certi momenti, cioè, significa che non funzionerà
sempre, oppure funzione sempre e in particolare è l’assicurazione per
quei momenti ed infine, quel 30% di efficienza significano più di 100
tonnellate ?”
ing. Cleri :
“ Dunque alla prima domanda (...)
abbiamo pensato che il denitrificatore funzionerà sempre e funzionerà ad
un regime tale da poter garantire sempre il rispetto delle 1.100
tonnellate. Dopo di che, siccome il denitrificatore è molto più
grosso rispetto a quello che serviva per recuperare solo 100 tonnellate,
vista l’esperienza che ci faremo e viste particolari situazioni
metereologiche che potrebbero crearsi nella zona, potremmo giocarci
anche la carta di abbassare ulteriormente il livello di NOx dalla
raffineria.”
dott. Paoloni :
“E’ tutto comprensibile, meno, quando dice,
alla fine: “Potremmo giocarci la carta”. Già c’è, è l’assicurazione ?”
ing. Cleri :
“I sistemi di denitrificazione hanno degli effetti collaterali, in
particolar modo ne hanno un paio che potrebbero essere diciamo degli
effetti secondari ma da tenere sotto controllo: 1) la riemissione di
Ammoniaca con fumi, 2) il quantitativo di polveri emesse dal camino.
Sono due fatti che in questo momento vengono garantiti alla efficienza
del 30% di recupero, in 3,2 milligrammi di Ammoniaca e 5 milligrammi di
polvere (ndr: al metro cubo), quindi largamente
entro i limiti di legge e i limiti del V.I.A., in particolar modo quello
delle polveri dettate dal V.I.A. dell’IGCC. Noi non abbiamo nessun tipo
di esperienza su questi effetti collaterali,
se effettivamente vengono mantenuti nel tempo, sfruttando al massimo
l’apparecchiatura, se hanno dei margini perché queste sono quantità
garantite dal costruttore, se hanno dei margini per poter fare qualcosa
di meglio.
Faremo
delle indagini nel mentre funzionerà il denitrificatore, lo faremo
funzionare a vari regimi, cercheremo di capire, come il nostro
denitrificatore funziona, per poi fare
delle ipotesi di utilizzo più intensivo dell’apparecchiatura.”
dott. Paoloni :
“Quei 5 eventuali milligrammi di polveri a metro cubo che cosa sono ?”
ing. Cleri :
“Dunque non ho qua la composizione chimica di queste polveri, comunque
sono legate al catalizzatore.”
dott. Paoloni :
“Quando avrete comunque uno schema di massima
ce lo fornirete ? Cioè le notizie sul DeNOx, voi avete qualcosa, perché
non le avete messe sul piano ?”
ing. Cleri :
“(...) abbiamo portato quelle notizie
essenziali per dimostrare come noi impartiamo gli impegni presi in
convenzione. Di tutto questo abbiamo larga documentazione tecnica,
incluso anche il DeNOx, è a disposizione di tutti, ci piacerebbe
capire anche il grado con cui vi interessano queste informazioni
tecniche, ci piacerebbe avervi in raffineria così ve le mettiamo a
disposizione tutte e così vedete quella che vi serve.”
dott. Paoloni :
“Accetto l’invito e magari le vediamo insieme. (...)”
Considerazioni:
-
Quello che dice l’ing.
Cleri di API raffineria sembrerebbe non suscitare nei Rappresentanti
Istituzionali (tra cui l’ing. Beatrice Pettinari per la Regione Marche
e l’ing. Luciano Fantozzi per il Comune di Falconara) alcuna
preoccupazione, nessun istinto di verifica preventiva dei progetti,
della documentazione del DeNOx e di comparazione con altri impianti
simili. Nonostante l’ing. Cleri
dica chiaramente che ci sarà riemmissione di Ammoniaca e Polveri di cui
però non fornisce dati certi, nonostante sia tutto incerto il reale
livello degli effetti collaterali e nonostante dica che sperimenteranno
e faranno esperienza mentre il DeNOx funzionerà, NESSUNO ha il
coraggio di prendere tempo, NESSUNO ha il coraggio di dire che di fronte
all’incertezza manifestata è necessario approfondire prima di usare il
DeNOx.
-
Nessuno si è preso la
briga di fare un semplice calcolo aritmetico sulle tonnellate di
Ammoniaca e Polveri di Metalli Pesanti che verranno immesse nell’aria e
sommate agli inquinanti già presenti, ma TUTTI si preoccupano solo di
abbattere quelle 100 ton/anno tanto care all’accordo volontario tra Legambiente e API raffineria.
-
Accordo che viene
sbandierato in continuazione dall’ing. Cleri, tanto da annebbiare la
percezione dei Rappresentanti Istituzionali che “non si accorgono”
(dovrebbero sobbalzare sulla sedia !) che l’ing. Cleri dichiara
candidamente che il DeNOx è molto più potente del necessario così
servirà anche per “abbassare ulteriormente il livello di NOx dalla
raffineria”
MA QUANTE TONNELLATE DI
OSSIDI DI AZOTO IN PIU’ EMETTONO RAFFINERIA + IGCC RISPETTO AI CALCOLI
UFFICIALI ???
-
I Rappresentanti
Istituzionali non si accorgono neanche che, contrariamente a quanto
afferma l’ing. Cleri, la composizione delle Polveri emesse dal DeNOx
sono arcinote: è già scritto nella Verifica Tecnico - Scientifica del
Comune di Jesi per la centrale elettrica Turbogas SADAM - EDISON !!!
-
E la quantità, in
tonnellate, di quelle Polveri di Metalli Pesanti sono veramente
“largamente entro i limiti di legge e i limiti del V.I.A.” ???
8 Luglio 1999.
Il Circolo
Ambientalista “Il Martin Pescatore” di Falconara M., aderente alla
Legambiente, invia un documento al Comitato Scientifico Nazionale di
Legambiente e alla Segreteria Regionale di Legambiente.
Il
dott.
Andrea Paoletti scrive che
“In merito all’utilizzazione del denitrificatore DeNOx
sui fumi della nuova centrale API, riteniamo utile, prima che si avvalli
definitivamente tale operazione, che si chiariscano bene, in base alla
disponibilità dei dati, i termini dei cosiddetti effetti collaterali
dovuti alla riemmissione in atmosfera di Ammoniaca e Polveri.”
Riprendendo i dati
citati dall’ing. Cleri nella Commissione Tecnico - Paritetica del 10
Febbraio, il dott. Paoletti esegue quella operazione aritmetica semplice
ma ignorata dai Rappresentanti Istituzionali e scrive che “ (...)
si dovrebbe avere in un anno emissioni pari a 37 tonnellate di Ammoniaca
e 55 tonnellate di Polveri (in più rispetto alle 178 ton/anno della
raffineria già dichiarate)”, e in più rispetto al limite imposto
dal Ministero dell’Ambiente !
Scrive ancora il
Circolo Ambientalista: “ Ci siamo proccupati, al riguardo, di
visionare la relazione della Verifica Tecnico - Scientifica sulla futura
centrale SADAM di Jesi (...) L’Ammoniaca, in atmosfera,
oltre ad essere considerata tra le sostanze estremamente pericolose
dalla stessa E.P.A., è anche complice della formazione “incontrollata”
di nitrosammine, considerate cancerogene (...)” e riportando
tutto quanto già evidenziato al proposito.
Il documento conclude:
“Alla luce di quanto detto sopra (...) chiediamo, urgentemente, a
questo Comitato Scientifico una dettagliata relazione scritta di tipo
tecnico - scientifico su tali problematiche, corredata di eventuali
aggiornamenti o nuove idee, in modo da avere un quadro più ampio della
questione e poter arricchire il dibattito.”
La Commissione
Scientifica Nazionale di Legambiente non ha mai risposto a questa
urgente richiesta e molti militanti del
Circolo di Falconara, tra cui il dott. Andrea Paoletti, hanno
abbandonato Legambiente dopo un aspro confronto su questo silenzio
incredibile rispetto alla tecnologia DeNOx.
Settembre 1999.
La Regione Marche avvia
la procedura per la “ DICHIARAZIONE DELL’AREA DI ANCONA, FALCONARA E
BASSA VALLE DELL’ESINO COME AREA AD ELEVATO RISCHIO DI CRISI
AMBIENTALE”, all’interno della quale saranno comprese anche le Prime
Linee del Piano di Risanamento. Vale la pena citare alcuni passi della
Premessa della Dichiarazione:
“ (...)
l’aggravarsi delle condizioni di inquinamento atmosferico nella medesima
area; la nota compresenza in una ristrettissima area
territoriale di quattro industrie a rischio di incidente rilevante; le
emissioni dell’impianto di Camerata Picena nei momenti di punta e la non
lontana attivazione della Turbogas di Jesi; l’imminente avvio della
centrale termoelettrica all’interno della raffineria API (...)
richiedono l’assunzione a tutti i livelli istituzionali di specifiche
iniziative di ampio respiro e di notevole complessità, tendenti a
ridurre le condizioni di vulnerabilità e di rischio per le popolazioni e
l’ambiente.”
Durante le
consultazioni avviate anche con Associazioni ambientaliste e i Comitati
dei cittadini
di Falconara
particolarmente attivi sul problema ambientale e della sicurezza, i
due Comitati dei Quartieri e il Comitato Cittadino di Falconara
presentarono alla Regione Marche, tra le altre, una osservazione
specifica sul sistema DeNOx SCR che si basava sia sulla Verifica
Tercnico - Scientifica fatta fare dal Comune di Jesi per la centrale
elettrica Turbogas SADAM - EDISON sia sui calcoli e le perplessità
sollevate dal dott. Paoletti prima dell’ “uscita” dal Circolo
Ambientalista di Legambiente “Il Martin Pescatore”.
A conclusione
dell’osservazione era scritto: “ Riteniamo pertanto che il DeNOx
SCR installato presso la centrale IGCC della Raffineria API vada
sostituito con il Sistema di denitrificazione adottato dal Consorzio
Jesi - Energia, sistema denominato “Combustori a secco DLN (Dry Low Nox),
o altro sistema simile che comunque non comporti aggiunta di emissioni
di sostanze nocive per l’ambiente e, dunque, aggravamento dell’impatto
ambientale dell’impianto in questione.”
Analoga osservazione fu
presentata anche da WWF e dall’Associazione Ambientalista “Il Facocero”
di Falconara.
2000
Il 2 Febbraio 2000
si svolge l’ultima Audizione presso la IV Commissione Consiliare
Permanente della Regione Marche prima che l’Atto Amministrativo
della Dichiarazione dell’area di Ancona, Falconara e Bassa Valle dell’Esino
come “Area ad elevato rischio di crisi ambientale” approdi in Consiglio
Regionale per l’approvazione o meno.
Tutti i soggetti che
hanno apportato osservazioni alla bozza preliminare dell’Atto sono
convocati per le ultime valutazioni ed osservazioni. Riportiamo le
diverse posizioni sul DeNOx SCR estratte dal Verbale di quella
Audizione.
Loris Calcina
(Comitati dei quartieri e Cittadino):
ribadisce la posizione citata precedentemente.
dott. Ovidio
Urbani (Comune di Jesi e relatore della Verifica Tecnico - Scientifica
sul progetto della Turbogas SADAM - EDISON): “(...) In merito a questo DeNOx effettivamente emette non solo
Ammoniaca, ma anche nitrosammine come produzioni secondarie e una massa
di polveri, dal Pentossido di Vanadio al Triossido di Tungsteno ecc.
(...) Su questo tema credo sia necessario un
tavolo tecnico per definire e valutare bene.”
dott. Giorgio
Meschini (Presidente della Commissione):
“Per quanto riguarda gli incontri tecnici,
eventualmente vi metterete d’accordo con i tecnici stessi: l’arch.
Minetti del servizio e il dott. Paoloni dell’ARPAM.”
ing.Giovanni
Saronne (Direttore di API - raffineria di Ancona S.p.A.):
“ (...) Faccio però presente che già con
gli interventi che la raffineria ha fatto sui forni si pensa di
rispettare la regola che ci siamo dati delle 1.100 tonnellate di NOx.
D’altra parte, se uno non ha dei gradi di sicurezza, è ovvio che metta
in piedi anche altre soluzioni che possano essere contributive alla
risoluzione del problema, questo impianto DeNOx che è previsto
funzionare, adesso, al 30%, vedremo come funzionerà. Se il paventato
pericolo di Ammoniaca ci fosse, evidentemente saremo costretti a fare
delle azioni migliorative. Ma evidentemente, qualora ci fossero, la ASL
sarebbe la prima a bloccare il funzionamento della gassificazione.
Vogliamo veramente pensare che per un investimento relativamente modesto
nei confronti dell’investimento complessivo si vadano a risparmiare
soldi per non rimanere dentro dei limiti di legge (...)”
Considerazioni:
-
il polverone
sollevato dall’ing. Saronne è notevole, tanto che dice che già sono
rispettate le 1.100 ton/anno di NOx grazie agli interventi
effettuati sui forni di raffineria, contraddicendo clamorosamente le
relazioni e i dati forniti dalla stessa raffineria nella Rev. 1 del
Gennaio 1999 e quanto relazionato dall’ing. Cleri in sede di Commissione
Tecnica Paritetica API - Comune di Falconara del 10 Febbraio 1999 !!!
-
nel
polverone sollevato riesce ad ignorare il problema delle Polveri di
Metalli Pesanti appena citate dal Biologo Ovidio Urbani;
-
rispetto
all’investimento economico del DeNOx entra in contraddizione con quanto
dichiarato dall’ing. Cleri in sede di Commissione Tecnica Paritetica API
- Comune di Falconara del 7 Ottobre 1998, il quale ammise l’esistenza
di turbine a bassa emissione di NOx, che probabilmente non è
quella installata dall’API che sta ricorrendo al DeNOx !!! Dunque
si deve supporre che l’API abbia scelto di risparmiare, usando il DeNOx
che ha un costo inferiore rispetto alle turbine a bassa emissione di NOx,
turbine che sono l’anima di una centrale elettrica ???
-
infine quel rimando
all’intervento dell’ASL nel caso di pericolo Ammoniaca che cosa
significa che si dovranno aspettare gli effetti su una POPOLAZIONE
USATA COME CAVIA ???
La summa di questo uso
e disprezzo della salute dei cittadini la troviamo, nero su bianco,
nella
“MEMORIA per Audizione
del 2 Febbraio 2000” consegnata dall’ing. Saronne ai membri della
Commissione Consiliare Regionale proprio nel corso della stessa
Audizione.
Pag. 12: “ (...) si conferma che il denitrificatore dell’IGCC è
stato progettato per una capacità di recupero fino al 50%;
l’atteggiamento cautelativo assunto dalla raffineria (30%) è solo
motivato dalla necessità di verificare sul campo il livello di
contenimento degli aspetti secondari legati alle emissioni di Ammoniaca
e Polveri, trattandosi dell’applicazione di una tecnologia molto recente.”
dott. Luigino
Quarchioni (Segretario regionale Legambiente Marche):
“Il DeNox nasce perché l’API si impegna con Legambiente a ridurre
di 100 tonnellate annue le emissioni in atmosfera. Ovviamente non ce la
fa con altri sistemi e propone il DeNOx.
Il DeNOx ha quei limiti e quei problemi che diceva Loris Calcina, cioè
ha delle controindicazioni che sono Polveri ed Ammoniaca.
Cosa dobbiamo fare?
Dobbiamo anzitutto capire il male minore, perciò scegliere: o avere una
riduzione annua di 180 tonnellate di NOx. Questo vale un quantitativo
ics di Ammoniaca in atmosfera? E vale delle polveri che vanno in
atmosfera? Non tanto la quantità, perché c’è la verifica V.I.A. che
blocca, ma i problemi sono la qualità delle polveri. Per capire ciò
bisogna innanzitutto prendere le esperienze che ci sono in giro per
l’Italia dove il deNOx è già applicato, poi bisogna fare due
considerazioni essenziali.
Ovviamente
l’analizzatore in continuo è una regola ed una garanzia.
Va poi
capita la durata del DeNOx, perché più
ha vita di lavoro e meno è efficiente, perciò emette più Ammoniaca in
atmosfera. La garanzia quale deve essere?
Si deve dire
analizzatore in continuo sì e, dall’altro lato, quando il DeNOx arriva
ad emissioni di Ammoniaca di un certo livello va sostituito.”
Anche la posizione
assunta da Legambiente merita alcune considerazioni:
-
sembrerebbe dunque
che l’API installi il DeNOx per quelle 100 ton/anno di NOx in meno
chieste da Legambiente. Ma Legambiente non dovrebbe preoccuparsi del
come si riducono e dei costi ambientali di quella “riduzione
all’Ammoniaca” e Polveri di Metalli Pesanti ??? In fondo il Comitato
Scientifico Nazionale di Legambiente è stato ufficialmente investito del
problema, MA NON HA DATO RISPOSTE.
-
perché il
dott.
Quarchioni, in mancanza del parere del Comitato Scientifico della
sua Associazione, non considera affatto lo studio del Biologo Urbani
e quindi non adotta un atteggiamento PRECAUZIONALE sul DeNOx ???
-
perché squalifica con
“delle Polveri” quelle che invece sono Polveri di Metalli Pesanti già
elencate dall’intervento del Biologo Urbani di Jesi ???
-
perché un Segretario
Regionale di Legambiente non parla di possibili interazioni tra
Ammoniaca e tutti gli inquinanti da raffinazione già presenti nell’aria
che i cittadini respirano ???
-
che
garanzia è un analizzatore in continuo delle emissioni di Ammoniaca se
non l’abusato sistema di valutare ciò che accade, ed intervenire dopo
che è accaduto ???
-
c’è una differenza
sostanziale con quanto affermato dall’ing. Saronne della “(...)
necessità di verificare sul campo ... (...)” ???
-
un Segretario
Regionale di Legambiente non dovrebbe invocare un atteggiamento
PREVENTIVO, PRECAUZIONALE, cioè evitare che si immettano in una
situazione ambientalmente complicata ulteriori inquinati che non si sa
con certezza come reagiranno con gli inquinati già presenti ????
-
ed infine il balletto
delle cifre: riduzione di 100 oppure 180 ton/anno di NOx ???
A chi giovano 100 e a
chi 180 ????
Fine Febbraio 2000.
Nell’ultima seduta
utile del Consiglio regionale delle Marche, prima delle elezioni
Amministrative, viene approvata la Dichiarazione dell’area di Ancona,
Falconara e Bassa Valle dell’Esino come “ Area ad elevato rischio di
crisi ambientale”.
Nel paragrafo 2.3, “
Problematiche ambientali attuali e previsionali relative alla presenza
di centrali termoelettriche nella bassa Vallesina - zona Falconara”, a
pag. 49, “Emissioni industriali di Ossidi di Azoto” è scritto: “ (...)
Il programma di riduzione degli Ossidi di Azoto della Raffineria ha
portato dalle 1220 ton /anno, dato desunto dalla domanda di
autorizzazione presentata ai sensi del DPR 203 / 88,
alle attuali 1023 ton/anno. Tale risultato è stato ottenuto attraverso
la dismissione di alcuni impianti (Bitume, Vacuum 2 e motori a
combustione), maggior utilizzo dei gas di processo e sostituzione nei
forni dei vecchi bruciatori con nuovi bruciatori a bassa emissione di
Ossidi di Azoto. (...)
La Raffineria API ha previsto l’inserimento di un
denitrificatore per la nuova centrale turbogas di produzione di energia
elettrica IGCC, con sistema denominato DeNOx SCR (Selective Catalytic
Removal) per la riduzione catalitica degli Ossidi di Azoto dai fumi in
uscita del turbogas dell’impianto IGCC prima del loro invio al camino,
al fine di rispettare il limite delle 1.100 ton/anno max. In tal modo
la Raffineria prevede una efficienza di riduzione del 30% degli NOx.
E’
auspicabile migliorare l’efficienza di rimozione del sistema DeNOx SCR
per permettere di ridurre la concentrazione degli Ossidi di Azoto in
uscita dalla turbina dai 65 mg/mc inizialmente previsti al di sotto
dei 50 mg/mc, nonchè di garantire una riduzione maggiore degli NOx
rispetto al limite massimo di 1.100 ton/anno programmato. La Regione
proporrà al Ministero dell’Ambiente la fissazione dei limiti restrittivi
al camino del DeNOx dell’impianto IGCC della Raffineria per quanto
concerne l’Ammoniaca, i metalli e le ore di funzionamento del
catalizzatore e comunque con l’obbiettivo che il DeNOx SCR installato
presso la centrale IGCC della raffineria API vada sostituito con il
sistema di denitrificazione denominato Combustori a Secco DLN (Dry Low
Nox) o altro sistema simile che comunque non comporti aggiunta di
emissioni di sostanze nocive per l’ambiente e, dunque, aggravamento
dell’impatto ambientale dell’impianto in questione.”
Se non ci fosse in
gioco la salute di migliaia di persone, la parte relativa al DeNOX
sarebbe da premiare come alto esercizio di equilibrismo interpartitico
!!
In realtà si afferma
“tutto e il contrario di tutto” finendo addirittura per dichiarare la
necessità di sostituire il DeNOx con tecnologie che non emettano
sostanze nocive nell’ambiente e non aggravi l’impatto ambientale. E’ una
ammissione dell’ulteriore impatto ambientale del DeNOx ??
E’ eticamente
corretta una decisione che dice “intanto c’è il DeNOx, usiamolo e,
eventualmente, lo sostituiamo” ??
Siamo sicuri che in
Regione conoscano le controindicazioni del DeNOx SCR ???
L’ARPAM del
dott.
Paoloni è il massimo organo tecnico - scientifico pubblico su cui
poggiano le decisioni dei rappresentanti politici, e le parti tecnico -
scientifiche del citato Atto di Dichiarazione di Area ad Alto Rischio
sono redatte proprio dall’ARPAM.
Proprio per questo
la vaghezza e la non conoscenza degli effetti del sistema DeNOx che
traspare è allarmante.
-
Si capisce che
non ci sono limiti di Legge per l’Ammoniaca emessa da questi impianti,
tanto che se ne chiederà una fissazione al Ministero dell’Ambiente;
intanto i cittadini faranno da cavie !!
-
Se non ci sono
limiti fissati per l’Ammoniaca, sono stati comparati e, soprattutto, con
che cosa sono stati comparati i dati sul rilascio di Ammoniaca da parte
del DeNOx forniti dall’ing. Cleri di API raffineria ??
-
Se non c’è stata
comparazione e valutazione su che base e chi ha dato l’assenso al DeNox
??
-
Come mai non viene
fatta una comparazione con altre realtà che usano il DeNox ??
-
Come mai ancora
una volta viene ignorata la Verifica Tecnico - Scientifica del dott.
Urbani?
Inoltre è interessante
il solito balletto delle cifre che si spinge a considerare
imprescindibile la quota delle 1.100 ton/anno stabilita
volontariamente tra API e Legambiente, istituzionalizzando di fatto un
accordo, appunto, privato e volontario che è tutt’altra cosa dal limite
fissato dal Ministero dell’Ambiente delle 1.200 ton/anno che, in
primis, ne dovrebbe essere verificato il rispetto prima di rilanciare
come in una “partita truccata” !!
Più avanti, nelle
Indicazioni di breve periodo del Piano di Risanamento è scritto:
“Miglioramento
di efficienza dal 30% al 50% del denitrificatore della IGCC della
Raffineria API; possibilità di prevedere un analizzatore in continuo
dell’Ammoniaca all’emissione del DeNOx, al fine di controllare i livelli
di tale inquinante in relazione allo stato del catalizzatore.”
Qui la gara ad essere
più realisti del Re raggiunge livelli demenziali ma anche
incredibilmente allarmanti per la manifesta incoscienza degli estensori
del Documento della regione Marche !
Mentre, più volte e
in tempi differenti, sia il Direttore della raffineria API, ing. Saronne,
sia l’ing. Cleri,
Dirigente Servizio Sicurezza Ambiente e Qualità della raffineria API,
dichiarano di adottare un “
atteggiamento cautelativo (efficienza del DeNOx al 30%) motivato dalla
necessità di verificare sul campo il livello di contenimento degli
aspetti secondari legati alle emissioni di Ammoniaca e Polveri,
trattandosi dell’applicazione di una tecnologia molto recente”,
l’ARPAM e la Regione Marche, ignare di
qualsiasi dato su Ammoniaca e Polveri di Metalli Pesanti se non quelli
forniti dalla sola API raffineria, si lanciano in una richiesta di
efficienza del DeNOx spinta al 50% !!
E dire che il Piano
di Risanamento si prefigge lo scopo di “ ridurre le condizioni
di vulnerabilità e di rischio per le popolazioni e per l’ambiente”
visto “ l’aggravarsi delle condizioni di inquinamento atmosferico” !!
Il 9 Marzo 2000
viene convocata la seduta della Consulta per l’Ambiente del Comune di
Falconara con all’ordine del giorno “DENOX, TIPO DI IMPIANTO E GARANZIA
AMBIENTALE”.
Il Direttore dell’ARPAM,
dott. Paoloni, presenta una relazione che viene consegnata al sig.
Sindaco di Falconara.
La relazione (ALLEGATA)
fa una serie di comparazioni, porta esempi ma non dà indicazioni
tecnico - scientifiche
puntuali e comunque sufficienti a far orientare obbiettivamente un
rappresentante politico che si deve fidare ciecamente di quello che
scrive il massimo
tecnico - scientifico
della Regione Marche.
Inoltre sono presenti
numerosi dati non veri, altri assolutamente non chiari, altri non
puntualmente analizzati.
I rappresentanti dei
Comitati contestano la relazione. (In ALLEGATO la lettera al Sindaco
sulla relazione dell’ARPAM).
Dal verbale della
Consulta per l’Ambiente:
dott. Paoloni
(Direttore ARPAM): “Per quanto riguarda l’Ammoniaca in atmosfera,
quale precursore di Nitrosammine, anche noi giustamente abbiamo recepito
quello che è stato il volantino e le paure della gente, quindi, quale
precursore di Nitrosammine, l’Istituto Superiore della Sanità ha
riferito che non c’è ancora riscontro scientifico (...) abbiamo
contattato il dott. Viviano dell’Istituto Superiore della Sanità esperto
in inquinamento atmosferico e anche lui mi ha detto che se abbiamo anche
noi notizie di questo tipo, di mandargliele, in modo da valutare
insieme, cioè cerchiamo di conoscere, nella maniera più approfondita
possibile, questo problema. (...) Il dottor Viviano mi ha detto
“come tu sai anche io ho fatto parte dei gruppi di lavoro dell’Istituto
Superiore di Sanità per le emissioni in atmosfera, e non viene nemmeno
fissata, per esempio nemmeno per gli inceneritori, la quota di
Ammoniaca; questo non significa che se c’è una qualsiasi possibilità di
formazione di questi composti, va debitamente analizzata perché sappiamo
tutti che sono potenzialmente cancerogeni” (...)
cioè il DeNOx
lavora intorno ai 300 gradi, se in quelle condizioni è possibile che,
reagendo con qualche idrocarburo, dall’Ammoniaca si formino Ammine
secondarie (...) le quali trovano Monossidi
di Azoto per poter formare le Nitrosammine a quelle temperature, cioè
tutto questo è possibile, se c’è una documentazione a sostegno di questa
tesi, va presa in seria considerazione e valutata (...)
Il
DeNOx, “De” significa che elimina, diminuzione, quindi vuole togliere
gli Ossidi di Azoto e gli Ossidi di azoto li vogliamo togliere
dappertutto, questo vogliamo come Comunità (...)
noi mettiamo (ndr: noi
chi??) il catalizzatore, tutte le nostre
auto ormai sono catalizzate, non funzionano all’Ammoniaca, però hanno la
finalità di togliere anche gli Ossidi di Azoto
(...)
In questo caso
la raffineria riduce gli Ossidi di Azoto con un reattivo, facendo
reazioni in un catalizzatore, ed usa Ammoniaca
(...) 182 ton/anno di Ossidi di Azoto che tolgo è un
fatto positivo, 37 ton/anno di Ammoniaca che mettono, che l’API
mette in più (...) attenzione, noi siamo anche produttori
di Ammoniaca (... ) dall’agricoltura ne viene fuori quasi
il 93% di tutta l’Ammoniaca totale, cioè in Italia mandiamo fuori
parecchia Ammoniaca, finora io non ho notizie tossicologiche che quei
livelli di ammoniaca siano un problema, ma se ci sono questi tipi di
notizie, analizziamoli. (...) Se vogliamo parlare
dell’Ammoniaca io dico non è che non c’è Ammoniaca, non è che non usiamo
Ammoniaca in casa, non è che non viene fuori ammoniaca dall’agricoltura
(...) non c’è
informazione, cioè non ci sono studi, non ci sono valutazioni, non ci
sono analisi di Nitrosammine nell’aria ma se ci sono ben vengano, datemi
questa informazione perché la portiamo subito all’Istituto superiore di
sanità e poniamo questo problema, che è indipendente dal fatto del DeNOx.”
E’ veramente
sorprendente quest’ultima affermazione del dott. Paoloni: la realtà è
che il problema Nitrosammine può venir fuori proprio in virtù dell’uso
del DeNOx e della conseguente emissione di Ammoniaca, precursore delle
Nitrosammine. Se non ci fosse il DeNOx il problema non l’avrebbe posto
nessuno !!
dott. Paoloni: “ (...)
questa sera mi pare che avete pure ottenuto una dichiarazione API che
dice “io cercherò di vedere” oppure “Sto cercando, sto valutando sistemi
ad Ammoniaca zero!” avete portato a casa parecchio, o no? (...)
questa è la mia valutazione di oggi (...) comunque sia
nell’eventualità che non passasse il discorso di Ammoniaca zero che si
voglia comunque proporre un impianto, come c’è, con emissione di
Ammoniaca, bisogna mettere i limiti più restrittivi possibili, e questi
li mette il Ministero, quindi spingere per i limiti più restrittivi
possibile, ore di funzionamento, perché al di là di certe ore
l’Ammoniaca non solo aumenta, ma c’è l’aumento delle polveri (...)
perché c’è pure Vanadio nel catalizzatore, come c’è Vanadio nell’Olio
combustibile, il Vanadio è un tossico e non lo vogliamo.”
Le
contraddizioni del Direttore dell’ARPAM si susseguono a catena:
-
c’è l’accettazione
del DeNOX già installato, e ciò significa che o le Istituzioni e
gli organi di controllo sono stati tenuti all’oscuro del suo utilizzo e
delle conseguenze fino all’ultimo oppure che sapevano del suo utilizzo
ma non si sono attivati già nel 1998;
-
quando cita
la Polvere di Vanadio che è presente nell’Olio combustibile, dimentica
che la centrale IGCC è stata fatta anche con la motivazione di eliminare
dal mercato quell’Olio combustibile così inquinante anche di Polveri di
Vanadio che, però, vengono reintrodotte a tonnellate con il DeNOx !!!
Insomma, il
compito del dott. Paoloni è quello di convincere della bontà
dell’Ammoniaca e, dunque, del DeNOx che sembra
addirittura aver consigliato lui, oppure è
quello di evidenziare i tantissimi dubbi che emergono dall’introduzione
di Ammoniaca e 55 ton/anno di Polveri di Metalli Pesanti ???
Noi non compreremmo mai
una automobile usata da questo signore !!!
Ancora dal verbale
della Consulta:
ing. Cleri (raffineria
API): “ Relativamente all’esistenza di sistemi alternativi, ce ne
sono, sono in fase di sperimentazione, la stessa azienda che ci ha
realizzato l’impianto IGCC sta sperimentando una nuova tipologia di
denitrificatore che non usa l’Ammoniaca, ma prima di poter andare ad una
applicazione pratica vogliamo che ci siano dei riscontri oggettivi che
non determinino altri effetti collaterali, quindi una volta avuta questa
garanzia l’API è disposta, nell’ambito della prossima sostituzione del
catalizzatore che ha una sua vita, di sostituirlo, ammesso che si
sia convinta che il nuovo catalizzatore sia migliore, di sostituirlo con
questa nuova tecnologia.”
E’ innanzitutto
singolare la proccupazione dell’ing. Cleri per gli effetti collaterali
di una nuova tecnologia quando per il DeNOx SCR sia l’ing. Cleri che l’ing.
Saronne hanno sempre detto che gli aspetti secondari o collaterali
saranno sperimentati sul campo, cioè sulla pelle della gente.
Ma l’ammissione
della prossima esistenza di una tecnologia di abbattimento degli Ossidi
di Azoto che non userà ed immetterà Ammoniaca induce a chiedersi perché,
dunque, tanta fretta nell’installazione del DeNOX SCR.
Non potevano essere
rispettati i limiti imposti dal Ministero dell’Ambiente ???
Sono gli stessi limiti
che l’API ha sempre dimostrato di rispettare con quegli stessi calcoli
alla base delle autorizzazioni ricevute alla costruzione della nuova
centrale elettrica IGCC ???
I cittadini dovrebbero
pagare con la salute ciò che nessuno ha voluto vedere in anticipo ???
Cosa vale di più in
questo caso, l’investimento (che comunque non andrebbe perso con le
dovute modifiche o accorgimenti tecnici) o la salute della gente ???
Ancora dal verbale
della Consulta:
Fausto Api (Assessore
all’Ambiente del Comune di Falconara): “ (...) Sicuramente quello che
viene fuori è un dato certo, e che cioè il sistema di abbattimento degli
NOx adoperato, adottato dalla raffineria produce altri effetti, che è
quello dell’Ammoniaca, per i quali ancora bisogna studiare, approfondire
e capire, ora quindi si tratta di vedere, di fronte anche ad una
richiesta specifica mi pare di fermare un attimo le bocce per
approfondire, studiare e poi decidere il da farsi, questo è un
elemento importante a cui dovremo dare una risposta sulla base di
ulteriori elementi di analisi e di riflessione, attraverso anche
ulteriori acquisizioni dal punto di vista tecnico.”
In realtà le
“bocce” non sono state mai fermate per una verifica più approfondita !!
Considerata la
gravissima sottovalutazione della questione DeNOx e delle ricadute
ambientali in termini di 37 ton/anno di Ammoniaca e 55 ton/anno
di Polveri di Metalli Pesanti che, oggi, non ci sono nella già pessima
aria che i cittadini respirano;
considerato che
nessuno parla dei rischi per la salute dei solfati e bisolfati di
ammonio che si formeranno;
considerato
che nessuno esclude la formazione delle cancerogene Nitrosammine, i
Comitati di Villanova, Fiumesino e “25 Agosto”, il WWF e l’Associazione
ambientalista “IL FACOCERO” hanno dato il via ad una campagna di
informazione che ha portato alla diffusione di 12.000 volantini porta a
porta, 3 tornate di manifesti cittadini e l’inizio di una petizione
popolare (in fase di conclusione) indirizzata al Ministro dell’Ambiente,
al Presidente della Regione Marche, al Presidente della Provincia di
Ancona e al Sindaco di Falconara affinché vietino, precauzionalmente
l’uso del DeNOx SCR (testo petizione
ALLEGATO).
Contestualmente è
stata chiesta a Regione, Provincia e Comune la convocazione di un tavolo
tecnico sul problema del DeNOx e delle emissioni di Ammoniaca, lo stesso
Tavolo Tecnico chiesto il 2 Febbraio dal Biologo Ovidio Urbani.
Dal 22 Marzo,
data della richiesta, non è stata data risposta.
Ovvero, l’Assessorato
all’Ambiente della Regione Marche ha convocato un “INCONTRO
INFORMALE” (hanno tenuto a precisarlo) e preelettorale ( pochi
giorni prima delle elezioni regionali) disertato dal Comune di Falconara
in cui i Dirigenti dell’ARPAM hanno detto di sapere già da tempo quello
che i Comitati contestavano, e cioè che la raffineria API + la centrale
IGCC “sfondavano” il limite per gli NOx imposto dal Ministero
dell’Ambiente (1.200 ton/anno).
Dunque, è stato
chiesto dai portavoce dei Comitati perché di fronte a quella evidenza
non solo non siano intervenuti ma addirittura abbiano “avvallato”
l’installazione del DeNOx SCR che non era assolutamente previsto nel
progetto della centrale IGCC.
La risposta è stata
che avrebbero verificato se esisteva in Regione o presso i Ministeri
competenti la richiesta di autorizzazione per il DeNOx avanzata
dall’API, dato che fino a quel momento a nessun tecnico della Regione
risultava ci fosse.
Poi, tutto lo staff
della Regione è passato ad un durissimo attacco ai Comitati ed al
Biologo Ovidio Urbani per aver diffuso notizie, a loro parere, prive di
fondamento sulla possibile formazione delle cancerogene NITROSAMMINE.
Si è giunti allo
scontro verbale molto aspro, scontro che si è rinnovato anche nel corso
della ultimissima Consulta per l’Ambiente convocata dal Comune di
Falconara di fronte alla ennesima contestazione della relazione che l’ARPAM
ha consegnato al Sindaco di Falconara (sono ALLEGATI sia la lettera
inviata dai Comitati al Sindaco che gli articoli della stampa).
Questo della consulta è
stato l’ultimo atto, finora, della vicenda.
Nessuno risponde alle
nostre contestazioni.
Anzi possiamo dire che
è probabile che le Istituzioni, vista l’imminente partenza della
centrale IGCC, stiano facendo scorrere il tempo senza dare risposte in
modo da non alimentare polemiche e non allarmare l’opinione pubblica.
In questo modo, alla
partenza della centrale con il DeNOx, tutti saranno posti di fronte al
fatto compiuto e le Istituzioni si trinceranno dietro l’analizzatore
delle emissioni di Ammoniaca, di fatto sperimentando “sul campo” ciò che
avverrà !!!
COMITATO CITTADINO “25 AGOSTO”
COMITATO DEL QUARTIERE VILLANOVA
COMITATO DEL QUARTIERE FIUMESINO
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